L’Inter c’è, la Primavera… c’era

Non potevamo perdere punti in vista di due match molto importanti per il prosieguo della stagione, a Roma e a Madrid. Anche solo un mezzo insuccesso avrebbe interrotto una rincorsa al vertice avviata positivamente da qualche partita e avrebbe riportato sotto l’Atalanta, che resta pericolosamente vicina. Con una squadra rimaneggiata abbiamo ottenuto un risultato positivo con una prova confortante: abbiamo dominato la squadra ligure dal primo all’ultimo minuto. Determinante una parata di Handanovic su Amian alla fine del primo tempo. Così come è stato importante andare al riposo in vantaggio. Inzaghi non ha sbagliato nulla. Sembra avere trovato il giusto equilibrio, ma è una soluzione molto dispendiosa per il sacrificio che richiede da alcuni. Sarà determinante vedere la capacità di mantenere nel tempo questa concentrazione e questa vivacità atletica. La primavera perde 4-2 contro il Sassuolo ai calci di rigore in una partita di grande tensione e caratterizzata da un notevole equilibrio in campo, con poche occasioni da entrambe le parti. Il mister Chivu ha adottato qualche variazione tattica (la difesa a tre e Iliev dietro la prima punta, Abiuso) ma soprattutto ha scelto gli uomini migliori a disposizione e così abbiamo visto qualche miglioramento rispetto alla prova di qualche giorno fa. All’interno del post anche qualche considerazione sulla Primavera del prossimo anno, i classe 2004 e i classe 2005 e la linea politica societaria.

Grande divertimento, ma conterà vincere quando ci si diverte meno: Inter – Bologna 6-1

Anche questa volta raddoppiamo dedicando il post sia alla prima squadra che alla partita della Primavera di Christian Chivu che in trasferta ha battuto i pari età del Bologna per 3-1 (Casadei 2, Iliev) e che è prima in classifica con Roma e Cagliari e sette punti in tre partite. Per la prima squadra, vittoriosa con il pesante risultato di 6-1, è stata una giornata senza dubbio soddisfacente: in trasferta a Bologna, l'Inter ha dominato e ha espresso anche un "bel giuoco". Felicissimi per la prestazioni, bisogna convervare tuttavia tanto l'ottimismo quanto la giusta prudenza per vedere se con le piccole andrà sempre così. Per il resto a livello di esito, finora, sia con la Samp che con il Real non è andata sempre benissimo, ma in questo senso è stata incoraggiante la gara di Verona dove, pure grazie a due prodezze individuali, abbiamo vinto in rimonta nel finale. Adesso arrivano tre partite davvero importanti: Fiorentina in trasferta, Atalanta a San Siro e Shakthar in trasferta. Arrivarci avendo fatto bene e avendo dimostrato interessanti possibilità di gioco è sicuramente meglio che arrivarci in difficoltà... Sugli scudi, contro i felsinei, un gigantesco Milan Skriniar, Dumfries, Barella e Brozovic (ma non è una novità), un Lautaro Martinez sempre più leader della squadra e Edin Dzeko, il cui ingresso ha cambiato e reso più fluida la manovra della squadra e autore di una doppietta. Aspettiamo un suo contributo decisivo negli eventi più difficili e importanti.

L’orgoglio di aver vinto un grande campionato: Inter – Roma 3-1

Contro la Roma siamo stati avvantaggiati da due fattori: la serena determinazione messa in campo e l'atteggiamento tattico squilibrato della squadra allenata da Fonseca. Quando giochi contro questa Inter e accetti di giocartela in campo aperto, devi essere una grandissima squadra per sperare di spuntarla. Persino quanto l'Inter schiera diverse seconde linee anche nei ruoli chiave. E questo è un grande merito di Conte. Abbiamo sofferto l'avversario un po' solo nei primi 20' del secondo tempo, ma avremmo potuto fare almeno 5-6 goal. Di sicuro più di loro. Resta un campionato di altissimo livello internazionale e nel quale l'incertezza che regna in ogni partita produce un logorio psicofisico tale da giustificare ampiamente le difficoltà delle nostre big in Europa. Nessuna nostra squadra può permettersi di panchinare, in una semifinale di CL, giocatori per un valore di circa un miliardo, mettendone in campo - ovviamente - di più forti e costosi. Non abbiamo battuto squadrette nel corso di questo campionato tuttavia: abbiamo compiuto una autentica impresa. Strepitosa. E ripetersi sarà tutt'altro che semplice. Le questioni aperte sono tante. Intanto arriva la settimana di Juventus - Inter. Una sfida per forza di cose molto sentite. Questa Juventus ha una squadra molto forte e non inferiore alla nostra in linea teorica. Per vincere sarà necessario che i tre centrocampisti e magari uno degli attaccanti si sdoppino con i tempi giusti, con il massimo di determinazione e spirito di sacrificio. Ma non sarà facile: una decisione arbitrale o una giocata di un fuoriclasse potranno determinare il risultato o almeno l'andamento del match.

Il presente e il futuro: Inter – Sampdoria 5-1

Sono i giorni della felicità per il ritorno di un successo che mancava da oltre un decennio e arriva dopo stagioni che sono state anche umilianti per una squadra con il nostro blasone. La partita contro la Sampdoria è stata emblematica di un presente trionfale. Abbiamo visto in campo una squadra in grado di demolire una buona Samp schierando molte riserve le qualii, in virtù del sistema di gioco ormai memorizzato, sono apparse fortissime. Se non al livello dei titolari. Mi riferisco a Ranocchia, Gagliardini, Ashley Young, Vecino, Alexis Sanchez, Pinamonti, D'Ambrosio, Radu, lo stesso Eriksen che oltre che la mezzala o il "secondo play", ha dimostrato di poter giocare con profitto anche da play unico. I meriti sono di Conte, che ha dato all'Inter un "giuoco" e ha prodotto un incredibile miglioramento nelle prestazioni di quasi tutti i giocatori. Ma "è un momento difficile", come ci ricordano le parole di Beppe Marotta. La continuità della proprietà sembra confermata, Suning continuerà il cammino iniziato per arrivare sempre più in alto, ma bisognerà vedere con quale libertà di manovra. Le prossime settimane e i prossimi mesi ci dovranno dire molto su proprietà, dirigenza tecnica, allenatore e giocatori (e il discorso, va da sé, anche se in misura meno significativa, riguarda l'insieme dei nostri giovani, della Primavera, ma soprattutto dei nostri giovani di maggior valore in giro a fare esperienza...) con fiducia e consapevoli che per la natura del calcio italiano è difficilissimo fare un percorso importante sia in CL che in campionato.

Inter – Sassuolo 2-1: un altro passo verso l’obiettivo

L'Inter batte 2-1 il Sassuolo. Adesso sono 10 le vittorie di fila per la squadra allenata dal mister Antonio Conte. I punti sul Milan sono invece 11. Possiamo dirlo: abbiamo seriamente la possibilità di vincere il campionato per la prima volta da 10 anni a questa parte. Ogni risultato positivo che otteniamo è un piccolo solco che scaviamo tra noi e gli avversari e un ostacolo in meno da affrontare prima della fine. Il gruppo squadra con i suoi tecnici sta facendo un lavoro strepitoso e degno di ogni elogio. L'imperativo a questo punto è portare a conclusione il lavoro, sapendo che probabilmente faremo fatica, non potremo ritrovare la brillantezza di qualche tempo fa. Anche mentalmente il dover vincere adesso peserà. Nelle prossime partite non potremo chiedere alla squadra "spettacolo" e il cinismo, se si accompagnerà ai risultati, sarà più che sufficiente. Oltre che della prima squadra, nel post si parla anche dei giovani e dei nostri "ex" giovani. In particolare sui classe 1998, 1999, 2000, 2001. Qualche dato quindi sul percorso dei giocatori che in Primavera hanno vinto o che comunque risultavano senza dubbio tra i più forti in categoria. Come vedremo, tra questi solo Zappa, Pinamonti, Zaniolo e Zinho tra i ventiduenni giocano in serie A. Tra i 2000 solo Colidio (nella serie A belga) e Roric (in Slovenia). Tra i 2001 solo Salcedo. La sorpresa è Zappa. Ma dai dati risulta che i tempi di maturazione dei giovani per potersi presentare alla ribalta nel nostro calcio sono lunghi. Anche i più talentuosi fanno fatica ad imporsi e hanno davanti a sé un lungo percorso da compiere prima di affermarsi ai massimi livelli.

Il fascino del calcio (soprattutto quando vinci): Inter – Milan 4-2

Il successo universale del calcio sta proprio nella sua imprevedibilità, nella sua capacità di stupire, a volte nel carattere persino contraddittorio delle situazioni che si susseguono. È stato uno dei derby più sorprendenti della storia a livello della successione di avvenimenti: il Milan è partito fortissimo e ci ha messo subito in difficoltà, il primo tempo si è chiuso con il vantaggio di due reti a zero per i rossoneri, ma nel calcio non c'è mai nulla di scontato. Le distanze di ritmo e corsa nel secondo tempo si sono annullate e si è affermata la maggior classe individuale dei nostri, che a questo punto si rendeva evidente. Il goal di Brozo ha riaperto la partita e nel giro di pochi minuti Vecino ha pareggiato i conti, da lì in poi tutto è stato in discesa e fino al trionfo finale con il risultato di 4-2. Si sente parlare di scudetto, ma questo come dice il mister per ora è solo un sogno: ogni domenica dobbiamo continuare a preoccuparci anche e soprattutto di chi ci insegue.

Il ritorno dei giganti: Inter – Milan 4-2

Un'Inter strepitosa, guidata in panchina da Antonio Conte e sul campo (su tutti) da un gigantesco Romelu Lukaku, recupera due reti di svantaggio dal Milan nel derby e vince 4-2. A segno Brozovic, Vecino, de Vrij e - appunto - Lukaku. La prestazione blanda del primo tempo, l'arbitraggio discutibile, le assenze di due elementi chiave come Handanovic e Lautaro Martinez (tra gli altri) sono tutti superati da un secondo tempo "super". Sin dal primo goal realizzato da Brozovic, è stato chiaro che la storia della partita era cambiata e al fischio finale contenere l'entusiasmo è stato praticamente impossibile. L'Inter è prima a pari punti con la Juventus a metà febbraio e dopo la prestazione più importante degli ultimi anni. È il momento di esultare, questa squadra ha dimostrato di avere gambe, fiato e un grande cuore. Ma il campionato è ancora lungo e prove difficili, a partire da mercoledì nell'andata delle semifinali di Coppa Italia con il Napoli e poi lo scontro diretto contro una Lazio che appare inarrestabile. La certezza è che se diamo il massimo, possiamo battere chiunque, ma proprio per questa ragione sarà indispensabile tenere la tensione alta e non abbassare la guardia. Forza Inter!

Una “lettura” da un punto di vista impopolare: Udinese – Inter 0-2

Udinese - Inter finisce due a zero per i nostri ragazzi con una doppietta di Romelu Lukaku. Con questo post offriamo una lettura di questa importante vittoria da un punto di vista che possiamo definire come "impopolare". Una "lettura" di minoranza e che si basa su due principi fondamentali: il primo è che la qualità tecnica, senza forza fisica e senza "garra charrua", senza velocità e senza capacità di strappare, consente oggi di giocare al massimo nelle serie inferiori. Il secondo è che ci deve essere il giusto equilibrio tra qualità tecnica e agonistica, perché nel calcio ci sono due fasi e per vincere e fare meglio dell'avversario bisogna far meglio nel complesso in entrambe. In questo senso la partita con l'Udinese è stata un ottimo esempio, in questo post spiegamo perché e ci concentriamo poi sull'andamento della gara, deciso dalla gestione del gruppo e della partita da parte di Conte (decisivi gli ingressi di Brozovic e Alexis Sanchez...) e qualche annotazione statistica e il punto sulle prestazioni individuali dei nostri ragazzi.

I due modi di “leggere” il calcio: Inter – Roma 0-0

Quando non vince nessuno, contano i numeri, non dei goal, che non ci sono, ma delle situazioni importanti di gioco che si sono create. Si può sostenere dunque che il pareggio sia giusto, perché molti dati ufficiali indiscutibili sono a nostro favore, ma se non abbiamo segnato, abbiamo evidentemente delle "responsabilità": la partita è stata infatti nelle nostre mani, hanno giganteggiato i tre difensori centrali, abbiamo dimostrato grande compattezza e solidità, ma abbiamo purtroppo avuto poca lucidità in fase difensiva. In virtù della sconfitta della Juventus contro la Lazio, confermiamo il primato e restiamo in vetta alla classifica. Ma restiamo con i piedi per terra. La stessa vittoria della Lazio può essere vista da una prospettiva diversa: abbiamo mantenuto il primato, ma allo stesso tempo la Lazio adesso si propone con forza tra le migliori squadre del campionato e riduce il nostro vantaggio nei loro confronti. In prospettiva futura sarà bene guardare avanti (anche se... non c'è nessuno) ma anche dietro e tenere d'occhio le inseguitrici.

L’aria di montagna fa male, a chi vorrebbe non ce la permettessimo: Inter – Verona 2-1

L'Inter al vertice (o vicina) dà fastidio e dovremo aspettarci, se resteremo nell'attuale posizione, un fuoco di sbarramento mediatico sempre più intenso. Venivamo da una settimana tormentata perché l’allenatore, la squadra e persino la società erano stati sotto tiro dei media più ostili e prevenuti per le polemiche scatenate dalla stampa stessa dopo le dichiarazioni del mister. Si era arrivati a scrivere di una frattura fra allenatore e società, ma anche fra allenatore e giocatori. Sembravano esserci le condizioni per un insuccesso, anche considerando che lo sviluppo iniziale della gara aveva messo le cose tatticamente a loro favore, ma "abbiamo messo il cuore" e abbiamo ribaltato il risultato e portato a casa una vittoria importante (la decima su 12 partite di campionato). Leggeremo ancora di uno scollamento tra tecnico e giocatori, la prima volta che uno starnutirà, nonché tra il tecnico e il direttore che lo ha fermamente voluto. Ma noi siamo l’Inter e dobbiamo superare anche questi ostacoli-tranello.