Il bilancio per quello che riguarda la stagione della Primavera e in generale delle nostre giovanili è difficile. È stata un'annata a fasi alterne, anomala (con parte distribuite su 4-5 mesi), condizionata dalla pandemia e dalle disponibilità finanziarie (ne abbiamo già parlato) verosimilmente ridotte rispetto agli altri anni. Le valutazioni vanno fatte sotto tre differenti profili: i risultati conseguiti, la qualità del gioco espresso, la crescita dei singoli. Poiché è stato impossibile seguire le partite, abbiamo pochi dati diretti su U18 (prima nella "regular season", sconfitta in semifinale dal Genoa) e su U17 (del tutto deludente, penultima nel suo girone). Nel post quindi ci concentriamo principalmente sull'U19. Abbiamo chiuso al primo posto nella "regular season", segnato poco, ma con la miglior difesa. In definitiva possiamo dire che proprio la sconfitta contro l'Empoli ha sul piano della prestazione sintetizzato e inglobato tutte le problematiche che hanno contraddistinto la nostra stagione. Abbiamo schierato la miglior formazione possibile dal punto di vista del modulo utilizzato e dimostrato intelligenza calcistica, ma siamo stati dominati sul piano del ritmo, della continuità, dell'aggressività. Sapevamo tutti quali erano i punti deboli e cosa sarebbe servito sul mercato: non avevamo giocatori per imporre il nostro gioco come difensori in grado di rompere la linea e aiutare il centrocampo e costruttori di gioco in mezzo. Abbiamo dovuto giocare di rimessa e con la squadra bassa e non in grado di accompagnare la manovra e con attaccanti sempre "stremati". Fare di più sul piano dei risultati era impossibile. L'allenatore Madonna ha fatto quello che poteva sulla crescita del gioco e dei singoli. Tra questi va segnalata la crescita importante di questi giocatori: i due portieri Filip Stankovic e Rovida, Zanotti, Hoti, Vezzoni, Satriano.