La premessa è che Inter - Juventus, in quanto partita di calcio, è finita 0-0. Nel supplemento di pallamano, poi, ha invece prevalso la Juve, con ben tre assist di mano nella stessa azione decisiva. Detto questo - non c'è controprova - resta il sospetto che senza le assenze la partita avrebbe potuto avere esiti diversi. Ma nel post ci si sofferma più che tutto sul tentativo di comprendere le cause recenti e meno recenti di un declino che in due anni ci ha portato da dominatori a comprimari. La squadra attuale da tempo non ha continuità di prestazioni e risultati; non è in grado di attaccare le difese schierate e per sopperrire a questo limite deve attaccare con molti uomini, perdendo quasi inevitabilmente le distanze tra i reparti e offrendosi alle ripartenze altrui in spazi ampi; i centrocampisti sono tutti di qualità e non di forza e non riescono a fare il doppio lavoro con continuità. Indicare un responsabile unico non è possibile, ne parliamo ampiamente nel post, le responsabilità sono condivise da tutti, ma non ci sono dubbi sul fatto che senza un cambio di proprietà e/o se non si arresta la necessità di rientrare finanziariamente sarà difficile cambiare le cose. Considerazioni simili vengono espresse per il settore giovanile dove il rischio di una perdità di competitviità rispetto ad altre squadre a livello nazionale è reale ed è necessario tornare a investire, così come a cambiare approccio per quella che è la rivalutazione a livello di importanza mediatica e di richiamo del pubblico. In dettaglio si analizzano poi il pari della Primavera contro la Roma e il derby Under 16.
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Non solo negatività: Inter – Torino 1-0
Di fatto per un'ora di gioco non c'è stata partita: tre-quattro parate importanti di un ottimo Samir Handanovic e nessun tiro in porta dei nostri. Un'Inter non al top della condizione, per vari motivi, si trovava a fronteggiare un Toro tecnicamente inferiore, ma atleticamente vivo, determinato, ferocisissimo nel praticare una marcatura ad uomo asfissiante, sino ai limiti della nostra area. Poi quando la maggiore freschezza atletica del Torino doveva fare la differenza, siamo usciti noi, senza fare nulla di straordinario, ma giocando di squadra e facendo appello a tutte le energie rimaste. A questo punto, a condizioni atletiche quasi ristabilite, ha deciso una grande giocata del tandem Barella - Brozo, che fino a poco prima erano pure stati annullati dal vigore degli avversari. Abbiamo giocato di squadra, soffrendo tutti insieme, aiutandoci reciprocamente e trascinati sotto questo aspetto da un Lautaro Martinez esemplare e dalle parate di Handanovic. Quando si gioca di squadra, quando si dà tutto con grinta estrema infatti anche il portiere si esalta e alla fine si porta a casa un inusuale zero sulla tabella dei goal subiti. Certo, l'altra faccia della medaglia è una ridotta pericolosità in avanti e da questo punto di vista siamo stati costretti alla prudenza dall'avversario. Ci sono indiscutibilmente delle difficoltà e delle incognite che riguardano in particolare i centrocampisti, ci sono numeri certificano la fase di stallo, ma prendiamo atto della prestazione positiva della squadra e della sua reazione e del fatto che dopo sei giornate (come l'anno scorso) siamo a due punti dalle prime.
Con un Tucu di classe, anzi due: Hellas Verona – Inter 1-3
La partita di Verona contro l'Hellas è stata completamente differente dalla prima di campionato contro il Genoa. Eventi - in parte - casuali (l'errore di Handa, il goal del pareggio sulla rimessa laterale di Perisic) hanno cambiato completamente il volto della partita: prima l'hanno consegnata ai veronesi. Poi l'hanno riaperta. Ma è stato decisivo in ogni caso l'intervento del mister Simone Inzaghi, con cambi azzeccati e anche un po' fortunati (ma questo non è certo un demerito), perché avvenissero gli "episodi" da tre punti. Dimarco ha dato nuova spinta subentrando a un comunque ottimo Perisic; Vidal ha sostituito un Brozovic non al top per quello che riguarda la prestazione; Joaquin Correa, all'esordio in maglia nerazzurra, ha sostituito Lautaro Martinez, sfinito anche a causa di una preparazion incompleta. Poi sono entrati anche Sensi e Vecino... In questa ultima fase siamo più incisivi, fino alla realizzazione delle due reti del Tucu. L'abbiamo portata a casa e questo conta, ma sono emerse tanto note positive quanto motivi di preoccupazione, che sarebbe sbagliato sottovalutare. Tra le seconde, le difficoltà dei centrocampisti di imporsi su avversari "assatanati" e la mancanza di penetrazioni. Il campionato italiano non è una gara sui 100 metri, ma una maratona: potenza (forza + corsa), accompagnata da una decente dose di qualità, alla lunga è determinante. Il dubbio è se avremo concretezza e continuità per tutta la durata della stagione...
Inter – Sassuolo 2-1: un altro passo verso l’obiettivo
L'Inter batte 2-1 il Sassuolo. Adesso sono 10 le vittorie di fila per la squadra allenata dal mister Antonio Conte. I punti sul Milan sono invece 11. Possiamo dirlo: abbiamo seriamente la possibilità di vincere il campionato per la prima volta da 10 anni a questa parte. Ogni risultato positivo che otteniamo è un piccolo solco che scaviamo tra noi e gli avversari e un ostacolo in meno da affrontare prima della fine. Il gruppo squadra con i suoi tecnici sta facendo un lavoro strepitoso e degno di ogni elogio. L'imperativo a questo punto è portare a conclusione il lavoro, sapendo che probabilmente faremo fatica, non potremo ritrovare la brillantezza di qualche tempo fa. Anche mentalmente il dover vincere adesso peserà. Nelle prossime partite non potremo chiedere alla squadra "spettacolo" e il cinismo, se si accompagnerà ai risultati, sarà più che sufficiente. Oltre che della prima squadra, nel post si parla anche dei giovani e dei nostri "ex" giovani. In particolare sui classe 1998, 1999, 2000, 2001. Qualche dato quindi sul percorso dei giocatori che in Primavera hanno vinto o che comunque risultavano senza dubbio tra i più forti in categoria. Come vedremo, tra questi solo Zappa, Pinamonti, Zaniolo e Zinho tra i ventiduenni giocano in serie A. Tra i 2000 solo Colidio (nella serie A belga) e Roric (in Slovenia). Tra i 2001 solo Salcedo. La sorpresa è Zappa. Ma dai dati risulta che i tempi di maturazione dei giovani per potersi presentare alla ribalta nel nostro calcio sono lunghi. Anche i più talentuosi fanno fatica ad imporsi e hanno davanti a sé un lungo percorso da compiere prima di affermarsi ai massimi livelli.
Ciao, Gigi, vorremmo tanto farti un grande regalo, alzarla di nuovo con te, la TUA coppa
La partita con lo Shakhtar è stata forse la nostra migliore partita stagionale. Eravamo più forti dell'avversario, ma non abbiamo vinto perché eravamo più forti. L'Inter di Conte gioca da squadra, stretti, compatti, ognuno è disponibile e pronto ad aiutare gli altri. La condizione fisica e la possibilità di mettere in campo l'undici che in questo momento dà al mister le migliori garanzie e la determinazione feroce e la consapevolezza di giocare partite decisive e in cui se sottovaluti l'avversari e lo affronti con sufficienza, perdi, hanno fatto la differenza in questo ultimo periodo e nella partita contro lo Shakhtar. Non abbiamo vinto quindi perché "siamo l'Inter", ma perché abbiamo fatto tutto al meglio, dalla preparazione teorica all'esecuzione pratica. Contro il Siviglia per vincere una coppa e dimostrare di aver fatto il salto definitivo, servirà un'altra prova perfetta, dovremo fare ancora meglio che con lo Shakhtar. Tutti, società, giocatori e tifosi, vogliamo fortemente il successo finale e rivivere le emozioni di Parigi. Il pensiero nelle giornate della vigilia va a un grande allenatore e un grande uomo, Gigi Simoni, indimenticato allenatore dell'Inter 1997/98 vincitrice della Coppa UEFA in finale contro la Lazio e scomparso lo scorso maggio. Speriamo di fare anche a lui questo regalo.
Ancora una grande sofferenza, sarà così fino al termine, speriamo sempre con lo stesso… risultato: Parma – Inter 1-2
L'Inter vince a Parma segnando due reti negli ultimi cinque minuti di gioco. Ancora una volta una grande sofferenza (il Parma passava in vantaggio dopo 15' di gioco con una rete di Gervinho), ma la squadra ha saputo reagire alle difficoltà con grande orgoglio e tenacia ed ha portato a casa un risultato importantissimo. Conterà, da qui alla fine, oltre alla condizione e agli eventuali infortuni (facciamo scongiuri, abbiamo già dato), la garra, l'aggressività. La determinazione feroce a raggiungere il risultato. Inoltre, quando saremo al completo e se tutti saranno in condizione, anche sul piano del gioco, come abbiamo dimostrato più di una volta, possiamo misurarci con tutti. Difficile Conte a questo punto della stagione rivoluzionerà il suo credo tattico: i margini di miglioramento andranno quindi ricercati indipendentemente dalla qualità del gioco espresso. Bisogna puntare a portare a casa il risultato, per dirla breve, puntiamo tutto sull'orgoglio e sulla tenacia, oltre che sulle qualità.
A proposito di Christian Eriksen
Dopo il ritorno in campo nella semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Napoli, ci siamo confrontati sulla prestazione di Christian Eriksen e sul profilo del giocatore nell'ambito del progetto tecnico dell'Inter disegnata da Antonio Conte. All'entusiasmo generale della maggior parte dei commentatori, poniamo riflessioni diverse e senza sottovalutare le qualità tecniche di quello che è sicuramente un giocatore importante e che si è già affermato a tutti i livelli, riconosciamo nel suo inserimento nell'undici titolare uno dei punti chiave che ci separano da qui alla fine della stagione. In un campionato anomalo e che per ragioni evidenti avrà un andamento e delle dinamiche particolari e "uniche", il giocatore e l'allentore dovranno "rivedersi" e stringere un nuovo "patto" (con la complicità di tutto il gruppo e dell'intero ambiento nerazzurro) e con intelligenza trovare le giuste misure per esaltare il talento del centrocampista danese e non perdere efficacia per quello che riguarda il piano collettivo di una squadra il cui progetto tecnico era stato costruito fino al suo arrivo in una maniera diversa.
“Gli è tutto sbagliato, tutto da rifare”: Napoli – Inter 1-1
L'Inter pareggia a Napoli ed è fuori dalla Coppa Italia. Il vantaggio iniziale di Eriksen mette la partita sul "giusto binario", ma il Napoli pareggia con un goal di Mertens in contropiede. Nonostante le tante occasioni a nostro favore, il risultato non cambierà più. L'eliminazione lascia l'amaro in bocca di molti tifosi, ma va detto che partivamo da una situazione di svantaggio (il Napoli aveva vinto 1-0 la gara d'andata a San Siro) e il ritorno al calcio giocato dopo tutto questo tempo, nascondeva di per sé molte insidie. Molti discutono dopo l'eliminazione le scelte dell'allenatore e nel mirino delle critiche finiscono alcuni giocatori e la proprietà: in questo post Luciano Da Vite ci offre il suo punto di vista sulla gara e sulla situazione complessiva rifiutando "soluzioni" semplicistiche e pure rammaricandosi per la mancata qualificazione alla finale (era alla nostra portata), come sempre è equilibrato nel suo giudizio. Forse con qualche scelta del mister (forse) il risultato poteva cambiare. Ad ogni modo forse in certi ruoli la rosa non ha alternative adeguate (o non ne ha proprio) ma ne avevamo già parlato prima del "break". La notizia buona per ora è che si sia ritornati a giocare, speriamo che oltre che i risultati, ritorni anche il giusto entusiasmo in un momento che calcio a parte, è difficile per tutti.
La prima giornata, il mercato che volge al termine e… Cagliari – Inter
Dopo la vittoria per quattro a zero nella prima uscita stagionale contro il Lecce, i nostri ragazzi vincono anche nella difficile trasferta di Cagliari. Il risultato finale è due a uno: segna Lautaro Martinez, pareggia Joao Pedro, decide Romelu Lukaku su calcio di rigore. Non è stata affatto una passeggiata e si sono rivisti alcuni problemi che ci portiamo dietro dal passato e su cui Conte e la squadra dovranno lavorare molto per migliorare. Il grande protagonista della gara è stato ancora una volta Sensi, molto bene Ranocchia e Skriniar. Nel post Luciano Da Vite racconta la partita e gli avvenimenti dell'ultima settimana, con le ultime considerazioni sul calciomercato.
Non partecipo al suicidio… preventivo: Tottenham – Inter 1-1
Come spesso succede, è diffuso in alcune frange del tifo interista un atteggiamento di critica negativa aprioristica nei confronti della società e della dirigenza del club. Si tratta di critiche spesso immotivate e che vengono fatte sull'onda di una emotività che ha dell'irrazionale e che per ora sono in parte frenate dai buoni risultati della squadra che, sebbene incompleta, ha disputato un ottimo precampionato. Si vede già la mano di Antonio Conte, un allenatore su cui Suning ha voluto puntare forte per rilanciare l'Inter dopo la gestione positiva di Luciano Spalletti. La partita con il Tottenham, vinta ai calci di rigore, segna un ulteriore passo in avanti e regala spunti di riflessione sullo stato attuale del lavoro effettuato dal nuovo allenatore e dalla squadra.