Anche questa volta raddoppiamo dedicando il post sia alla prima squadra che alla partita della Primavera di Christian Chivu che in trasferta ha battuto i pari età del Bologna per 3-1 (Casadei 2, Iliev) e che è prima in classifica con Roma e Cagliari e sette punti in tre partite. Per la prima squadra, vittoriosa con il pesante risultato di 6-1, è stata una giornata senza dubbio soddisfacente: in trasferta a Bologna, l'Inter ha dominato e ha espresso anche un "bel giuoco". Felicissimi per la prestazioni, bisogna convervare tuttavia tanto l'ottimismo quanto la giusta prudenza per vedere se con le piccole andrà sempre così. Per il resto a livello di esito, finora, sia con la Samp che con il Real non è andata sempre benissimo, ma in questo senso è stata incoraggiante la gara di Verona dove, pure grazie a due prodezze individuali, abbiamo vinto in rimonta nel finale. Adesso arrivano tre partite davvero importanti: Fiorentina in trasferta, Atalanta a San Siro e Shakthar in trasferta. Arrivarci avendo fatto bene e avendo dimostrato interessanti possibilità di gioco è sicuramente meglio che arrivarci in difficoltà... Sugli scudi, contro i felsinei, un gigantesco Milan Skriniar, Dumfries, Barella e Brozovic (ma non è una novità), un Lautaro Martinez sempre più leader della squadra e Edin Dzeko, il cui ingresso ha cambiato e reso più fluida la manovra della squadra e autore di una doppietta. Aspettiamo un suo contributo decisivo negli eventi più difficili e importanti.
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Udine, tre punti e segnali importanti in vista dei prossimi impegni: Udinese – Inter 0-2
Dopo il passaggio del turno di Coppa Italia (battuta per due reti a uno la Fiorentina) ci rimettiamo in carreggiata anche in campionato, grazie alla vittoria di Udine. Grande protagonista Romelu Lukaku, autore di una doppietta decisiva, ma a sbloccare la gara sono stati gli ingressi determinanti di Marcelo Brozovic e di Alexis Sanchez nella difesa. Sono stati questi infatti (i due giocatori partivano dalla panchina a causa di una condizione fisica non ottimale) a cambiare il volto di una squadra che fino a quel momento non aveva sofferto l'avversario, ma aveva avuto difficoltà a imporsi pagando l'assenza determinante del centrocampista croato in mezzo al campo e il gap fisico tra il giovane Sebastiano Esposito e i giganti della difesa dell'Udinese. In campo anche tutti e tre i "nuovi": sufficiente Moses (meglio in attacco che dietro, dove ha sofferto Ken Sema) e da rivedere Eriksen, mentre Ashley Young è cresciuto come tutti nel corso dei novanta minuti. Adesso una settimana difficilissima, si comincia con il derby (mancherà ancora Lautaro, squalificato, mentre si spera di recuperare Handanovic), poi la semifinale di andata di Coppa Italia contro il Napoli, poi la sfida di Roma contro la fortissima Lazio di Simone Inzaghi. È il momento di tirare fuori gli artigli e ricominciare a crescere.
Il nostro settore giovanile, tra storia, leggenda e prospettive attuali
Questo post nasce a seguito di una serie di considerazioni su due interviste rilasciate negli ultimi giorni dal dirigente nerazzurro Roberto Samaden, il "guru" del calcio giovanile italiano e la figura principale di un rinnovamento che a partire dal 2001 e poi dal 2010 in maniera ancora più consistente ha portato a quello che si può definire come un vero e proprio "cambio di marcia". Parlano i risultati e lo certificano il numero di calciatori che si sono formati nel nostro settore giovanile e sono poi diventati professionisti affermati nei campionati di Serie A e di Serie B. Un trend che non sembra arrestarsi, anzi, considerando il recente exploit di Sebastiano Esposito e che ci sono ragazzi in rampa di lancio talentuosi come Filip Stankovic, Pirola, Pompetti, Agoumé e Gnonto (per citarne alcuni e senza nulla togliere agli altri). Luciano Da Vite compie una autentica ricostruzione storica dei fatti e si concentra poi in maniera più stringente sull'attualità e la necessità di contemperare i successi sportivi con la "formazione" di giocatori di alto livello, perché le due cose si accompagnano necessariamente una all'altra per potere portare avanti un discorso vincente nel tempo e affinché il nostro settore giovanile continui ad essere un vero e proprio modello.
Tra dubbi e speranze
La conferenza di presentazione di Antonio Conte e l'inizio del ritiro, hanno aperto una settimana ricca di novità per la prima squadra e per il settore giovanile. A partire in quest'ultimo caso della instaurazione del Campionato Nazionale Under 18. Mentre il dirigente Beppe Marotta e il neo-allenatore Antonio Conte forniscono le prime indicazioni sulla gestione manageriale e del gruppo e il progetto tecnico, continuano le trattative di calciomercato e si delina il nuovo profilo per quello che riguarda la guida tecnica delle squadre giovanili. In questo post facciamo il punto sui "dubbi e le speranze" per il nostro futuro.
Siamo sempre i più forti: Inter U17 – Atalanta U17 3-0
Ripetere le due annate precedenti era impossibile, ma dopo il 3-0 dell'Under 17 contro i pari età dell'Atalanta (nel post il report e le pagelle della partita), le nostre giovanili centrano la quarta finale su cinque complessive. Certo, perdere quattro finali su quattro sarebbe un duro colpo, ma resta comunque il segnale di una buona continuità sul piano del lavoro fatto. Ma altre esperienze, come quella di Atalanta oppure Torino, invitano a una riflessione sul prossimo futuro e su come rinnovarsi per come continuare ad essere al top.