Vaneggiamenti di mezza estate (dalla prima squadra ai giovani)

In questo post facciamo il punto della situazione su quello che è successo nell'ultimo periodo, dopo la finale di Champions giocata contro il Manchester City. Sono successe molte cose, tanto per quello che riguarda la prima squadra, tanto per quello che riguarda il settore giovanile. Per quanto riguarda la prima squadra, ci sono state ben nove partenze a cui se ne dovrebbero aggiungere (forse) altre due. Siamo davanti a una mezza rivoluzione e davanti a una rosa ancora da completare, considerando due dubbi fondamentali: la perdita della spina dorsale della squadra (Onana-Brozovic-Dzeko) che significa che dovremmo vedere un'altra Inter, più di corsa, più verticalizzante, ma meno ragionatrice e con meno geometrie e aperture di gioco illuminanti; questa perdita di intelligenza tattica, come la mancanza di abitudine alle grandi sfide, sono carenze che potremmo pagare in particolare per quello che riguarda le competizioni europee. Ci sono poi ovviamente anche delle certezze: la qualità dei dirigenti, la crescita dell'allenatore e la sua maggiore autorevolezza, una situazione finanziaria che è leggermente migliorata. Tengono banco la questione Lukaku e in particolare sarà interessante capire se arriverà un sesto centrocampista e se sarà di un buon livello (ma qui probabilmente servirà una qualche intuizione geniale). Tante incognite anche per le giovanili, dove la rivoluzione è autentica e molto importante con conseguenze che non possiamo ancora valutare. Di Samaden abbiamo detto tutto: è un addio importante. Massimo Tarantino, il suo sostituto, ha davanti a sé un compito molto importante, quello di non farlo rimpiangere e di sostituirlo in maniera adeguata, ma pure quello di gestire un settore giovanile dove sembrano mancare investimenti in ogni direzione (anche sul piano delle strutture), mentre il livello tecnico e agonistico medio del calcio giovanile nel nostro paese sta crescendo in maniera considerevole. Le nostre difficoltà finanziarie ci hanno fatto perdere punti e questo è un tema che prima o poi bisognerà affrontare. In più c'è un auspicio, l'espressione di una speranza: che si lavori per accorciare le distanze tra settore giovanile e tifosi. Impossibile non dedicare spazio poi alla scomparsa di un grande campione, un grande di Spagna, cioè Luisito Suarez, scomparso lo scorso 9 luglio. Interista, milanesissimo, il suo acquisto, fortemente voluto da Helenio Herrera, da parte del presidentissimo Angelo Moratti ha proiettato la nostra Inter prepotentemente ai vertici del calcio europeo. Suarez ha fatto la storia di questo grandissimo club che da quel momento in poi è "obbligato" a onorarla e emularla. Ci piace pensare che Luisito dall'alto veglierà perché la sua squadra tenga fede alle attese di tutti.

Grande Inter e ottime giovanili: ora speriamo nella continuità

Weekend intenso e ricco di soddisfazioni per chi tifa i nostri colori. Naturalmente la soddisfazione maggiore è venuta dalla prestazione e dal risultato ottenuto dalla prima squadra: abbiamo battuto la Lazio concorrente diretta per un posto in Champions League e l'abbiamo battuta in rimonta (cosa che non si addice alle nostre caratteristiche tecniche...) e giocando un gran calcio. Abbiamo mostrato una superiorità netta: di condizione, di gioco, di pericolosità. Questo nonostante la situazione di svantaggio creatasi. Quando tutti i giocatori sono al top, infatti, e le scelte complessive di rotazione si rivelano azzeccate - per quanto possibile - abbiamo pochi rivali. Ma il campionato italiano non sarà forse il più bello del mondo, ma è sicuramente il più complicato. Cali di concentrazione e di forma fisica dicono che nulla è scontato da qui alla fine e è evidente che non vincere a Verona nel prossimo turno vanificherebbe quanto si è fatto a Empoli e contro la Lazio. Tre giorni dopo ci sarà la trasferta di Roma. Qualche annotazione sulle giovanili, a parte le considerazioni sulle sfide di Under 19 (due a zero contro l'Udinese), Under 17 (quattro a uno contro il Cesena) e Under 16 (tre a zero contro il Brescia), dove - se si eccettua in parte il campionato Primavera - si assiste in Italia a un netto miglioramento. Negli allievi e nei giovanissimi quasi tutte le squadre sanno giocare a calcio nel senso moderno del termine: quando hanno il possesso, se non è possibile la ripartenza verticale, si alzano compatte per sostenere l'azione e per iniziare il pressing alto in caso di perdita di palla; tutte le squadre sono pronte a ritirarsi nella propria metà campo, punte comprese, quando costruiscono gli avversari; tutte giocano strette e corte e il livello tecnico medio è cresciuto in questi anni. Una ultima piccola nota per quello che ci rigurda: a vedere Inter - Brescia Under 16, accanto a Samaden, c'era Tarantino, la cui nomina a nuovo responsabile del settore giovanile a questo punto sembra quasi ufficiale.

Una serie interminabile di conferme: Juventus – Inter 3-2

Chiariamo subito una cosa, prima che sorgano equivoci incresciosi: per noi è come se l'Inter avesse vinto questa partita 3-2. Il goal di Lautaro era regolarissimo, come tutti hanno visto, e Perisic non ha commenso nessun fallo da rigore. Inoltre Kulusevski è stato graziato del secondo cartellino giallo e questo compensa abbondantemente l’eccessiva severità nel secondo giallo a Bentancur. Tutto questo è stato riconosciuto persino da critici e giornalisti malevoli vero l’Inter e addirittura da qualche juventino onesto. Juventus - Inter è stata una parita che ha dato indicazioni importanti: quella più importante è che l'Inter è una suqadra molto forte, sul piano tecnico, atletico, della personalità, del carattere e della quadratura. Allo stesso tempo è indubbio che ci siano delle situazioni da migliorare e margini di progresso importanti, se sarà possibile intervenire per correggerli. Questa Inter non potrà essere competitiva sia in campionato che in CL, nella prossima stagione, senza almeno un paio di inserimenti di qualità. La situazione attuale desta preoccupazione: le difficoltà finanziarie ci sono. Dire che ne abbiano anche gli altri non è confortante. La verità è che alla nostra proprietà, alla dirigenza e allo staff tecnico spetterà un compito particolarmente difficile: come affrontare il problema della conservazione degli ingaggi e contemporaneaemente presentare progetti tecnici convincenti. E attuare le due direttive e al contempo rafforzare la squadra, appare quantomeno complesso...

Ora, anche la nazionale del Paradiso ha trovato la sua ala mancina: RIP, Mariolino Corso, piede sinistro di Dio

Un post speciale per ricordare un uomo speciale. Mario Corso è stato uno dei più grandi e creativi campioni che abbiano calcato i campi di calcio. Arrivato all'Inter nell'estate del '58 dalla sua natia Verona con Da Pozzo e Guglielmoni, Mariolino si affacciò in prima squadra a 16 anni e a soli 17 anni entrò nel giro dei titolari di una Inter la cui prima linea titolare era composta da giocatori importanti. Non ne uscì più, neppure quando arrivò a Milano Helenio Herrera (checché ne dica la stampa). Corso fu titolare indiscusso e in maglia nerazzurra ha vinto tutto. Indimenticabili i goal contro il Liverpool (la famosa "foglia morta") e quello decisivo in Coppa Intercontinentale contro l'Indipendentiente. Tagliente e lapidario, arguto e implacabile nel farsi beffe dei luoghi comuni che imperano nel calcio, Mario Corso fu un genio calcistico, ma anche un dirigente competente e che ha fatto svoltare il nostro settore giovanile. La sua intelligenza e persino la sua arguzia dissacrante, ma mai gratuita, ci mancheranno. Adesso andrà a rinforzare la nazionale del Paradiso. Ciao, Mariolino e grazie di tutto.

Una grande Inter affonda lo Slavia, ma adesso comincia la fase più difficile: Slavia Praga – Inter 1-3

Dopo Torino, l'Inter sfodera una grande prestazione anche in Champions nella trasferta contro lo Slavia Praga. Si giocava per un unico risultato: la vittoria. I tre punti ottenuti adesso ci permetteranno di giocarci il passaggio del turno nella difficilissima sfida contro il Barcellona. Protagonista assoluto della gara è stato Romelu Lukaku, sempre più giocatore determinante e leader della squadra: oltre a segnare (tre volte, ma l'arbitro gliene ha convalidato solo uno), ha sfoderato una prestazione di carattere, qualità, tecnica e potenza fisica e fornito due assist spettacolari al suo partner d'attacco, Lautaro Martinez. Benissimo Godin, molto buono l'impatto sulla gara dei "sostituti" Gagliardini, Esposito e Valentino Lazaro. Ma l'altro protagonista è ovviamente Antonio Conte, che azzecca tutte le scelte contro lo Slavia (baricentro basso e lancio lungo a cercare le punte, poi le sostituzioni giuste nel momento giusto) e nonostante le molte assenze, porta a casa il risultato. Il mister è l'artefice di questa bellissima Inter, che adesso si avvia a entrare nella fase più calda (a dispetto del clima) della stagione.