La trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo si annunciava difficile e così si è poi rivelata, nonostante l’andamento della gara a un certo punto ci avesse messo davanti alla possibilità di portare a termine il match in una maniera che potesse essere agevole e fare parlare oggi di un rotondo successo.
La premessa è che il Sassuolo occupa oggi una posizione di classifica bassa, ma che non corrisponde a mio parere al reale valore della compagine neroverde, che negli anni si è guadagnata a pieno titolo il merito di non essere più considerata una “favola”, così come vogliono raccontare ogni volta i cronisti sempre alla ricerca di spettacolarizzare ogni aspetto, una realtà “provinciale” del nostro calcio che arriva a disputare il massimo campionato o quando si afferma ad alti livelli.
La cronaca continua a definire infatti come “provinciale” persino l’Atalanta, che in questo momento è terza a quota 17 punti (davanti a Napoli, Roma, Lazio, ecc. ecc.), disputa (sebbene con scarso profitto fino a questo momento) la Champions League, ha una rosa che nella pratica giustifica a pieno titolo la posizione di classifica e una società tra le più solide del nostro calcio.
In un certo senso si può dire che entrambe le realtà, ma la seconda in maniera specifica, sono anche il simbolo di un cambiamento nelle geografie economiche del paese.
La Lombardia in particolare è sempre stata da questo punto di vista la regione di gran lunga più importante del paese: questo, unitamente al divario crescente tra nord e sud del paese e ovviamente a scelte dirigenziali “illuminate” da parte della gestione Percassi (lo stesso si può dire di quella di Squinzi), ci deve fare considerare come l’Atalanta non sia una specie di “fenomeno”, ma una realtà consolidata e una autentica forza del nostro calcio.
A parte la premessa, va fatto il punto su quello che riguarda il nostro stato attuale e il valore effettivo della nostra rosa e una analisi della sua “costituzione” tanto sul piano qualitativo quanto su quello quantitativo: questo racconta in qualche modo l’andamento della partita.
Va detto che alla vigilia ero preoccupato: le gare dopo la sosta per gli impegni delle nazionali sono quelle che mi preoccupano storicamente di più, io stesso come tifoso sento una specie di calo della “libido”, la tensione necessaria per affrontare ogni singola partita; in più le notizie che arrivavano dall’infermeria erano veramente “drammatiche”.
Il lungo infortunio di Alexis Sanchez in particolare costituisce secondo me il “tema” principale da considerare per quello che sarà la nostra stagione da qui fino alla fine di dicembre, quando poi andranno fatte delle valutazioni su se e come intervenire sul mercato.
D’altra parte lo stop di Sensi, sebbene sia meno preoccupante perché non grave quanto quello occorso al cileno, con la possibilità comunque di non avere il giocatore a disposizione contro il Borussia, rivela le carenze di questa rosa.
Diciamo che le valutazioni in termini qualitativi sono in buona sostanza già state fatte: questa squadra è ad esempio sicuramente migliorabile sugli esterni.
Oggettivamente Biraghi e Candreva ci appaiono già adesso avere almeno una “cilindrata” inferiore a quella dei titolari nel ruolo (Asamoah e D’Ambrosio) che comunque non sono due primissime scelte o comunque dei “top” nel ruolo.
Il rendimento finora appena sufficiente di Vecino più che di Gagliardini, dà la sensazione che in mezzo nonostante gli arrivi di Barella e Sensi, sarebbe servito anche qualcos’altro e migliorarsi ancora.
Sono valutazioni qui che sono già state fatte e che si ripetono ovviamente anche alla luce di tutte quelle che potevano essere le possibilità a operare durante la scorsa sessione di calciomercato.
Emergono altresì limiti “quantitativi”, perché se in una fase densa di impegni come questa, hai fuori D’Ambrosio, Sanche e Sensi, anche se i tre giocatori occupano zone del campo differenti, questo costituisce un grosso problema.
Intanto D’Ambrosio rende al top sicuramente a destra, ma si disimpegna comunque bene anche sull’altro versante del campo.
Candreva anche ieri ha fatto bene, come è successo altre volte nel corso di questa stagione, ma che non abbia quasi mai i novanta minuti necessari nelle gambe per coprire l’intera fascia è un dato di fatto.
Non a caso, lasciamo stare la passata stagione che è stata particolarmente negativa per il giocatore, ma già nel corso della precedente Antonio, titolare inamovibile, veniva puntualmente sostituito nella ripresa da Luciano Spalletti.
Così ieri quando il giocatore ha dato i primi segnali di difficoltà, il mister è stato “costretto” a mandare in campo Valentino Lazaro (sicuramente lo ha fatto anche per provare a testare il giocatore, dato che avevamo tre goal di vantaggio e mancavano venti minuti alla fine della partita), apparso completamente smarrito e inadeguato almeno per il momento a giocare a questi livelli.
Non è un giudizio definitivo sul giocatore e va detto che forse è stato anche “sfortunato” a impattare subito malissimo sulla gara, responsabile in occasione del goal di Djuricic arrivato subito dopo il suo ingresso in campo; però diciamo che ha dato a tutti la sensazione che la sua esclusione prolungata fino a questo momento fosse più che giustificata.
L’austriaco in questo momento non può essere considerato una alternativa.
Quindi praticamente ieri avevamo a disposizione solo tre esterni (forse andrebbero fatte valutazioni diverse su Federico Dimarco, ma fino a questo momento Conte non lo ha mai preso in considerazione) e sono sicuramente pochi per un sistema di gioco come questo e tante partite da disputare ogni tre giorni.
La stessa valutazione va fatta per il reparto d’attacco: tre attaccanti sono pochi per una squadra che gioca ogni tre giorni e gli attaccanti per questa squadra e questo sistema di gioco sono FONDAMENTALI oltre che determinanti (come in tutti i sistemi di gioco del resto…).
La strepitosa prova di Lautaro Martinez e quella comunque positiva di Lukaku (che sta facendo bene, le critiche al giocatore sono eccessive e dimostrano che i commentatori in generale non conoscano affatto i giocatori e le loro caratteristiche) non sta solo nei quattro goal realizzati, una doppietta a testa, ma pure nel rendimento della squadra che in assenza di un palleggiatore come Sensi, si è completamente adagiata sulle loro spalle, venendo ripagata, ma pure subendo poi un calo quando le energie dei due sono venute a mancare.
Per Politano vale in parte lo stesso discorso fatto per Lazaro, nel senso che la sua prova è stata anche “sfortunata” perché appena entrato la squadra ha subito preso goal e abbassato la guardia sul piano della concentrazione (qui probabilmente ha sbagliato anche Conte a fare i due cambi nello stesso momento, probabilmente dopo aver messo Politano avrebbe dovuto aspettare prima di fare il secondo).
D’altro canto dobbiamo anche realisticamente dire che le caratteristiche del giocatore non sono quelle che meglio si adattano al gioco della squadra.
Politano può essere una “variabile” per questa Inter e in questo senso una specie di scheggia impazzita da potersi giocare in situazioni particolari, come gli ultimi venti-trenta minuti oppure proponendo una specie di 3421, ma fondamentalmente la squadra è costruita per giocare con due punte di ruolo.
Qui l’assenza prolungata di Alexis Sanchez costituisce e costituirà un problema, quello principale (perché sugli esterni recuperato D’Ambrosio diciamo che almeno numericamente come alternative ci siamo) e che richiederà di essere colmato solo con un surplus di impegno da parte di Lautaro e Lukaku, che inevitabilmente dovranno giocarle tutte e senza potere sempre però poi rendere al massimo.
Si interverrà, immagino, nella sessione di mercato invernale, secondo me in ogni caso (anche con il rientro di Alexis Sanchez), ma sarà bene considerare in ogni analisi da qui alla fine dell’anno che questo costituirà un deficit importante.
Forse si è notata inoltre meno ieri l’assenza di Sensi, proprio per il grande rendimento dei due attaccanti, ma sappiamo bene che qualitativamente e come caratteristiche, il nostro piccolo funambolo non ha alternative nella rosa.
Qui mi sento di rimpiangere Nainggolan, lasciamo stare il goal di ieri ma si sa che ero favorevole a una sua conferma, perché un altro “titolare” in mezzo al campo ci sarebbe servito eccome data la valutazione fatta sopra su Vecino e il fatto che Gagliardini (a me ieri è piaciuto) sia di fatto una (buona) riserva.
Tutto questo non significa che la squadra sia debole ma che quando in estate avevamo individuato la necessità di rinforzare la squadra con un altro esterno, un forte centrocampista e un attaccante di peso e invece che (per dire) Danilo, Milinkovic-Savic e Dzeko, sono arrivati Biraghi e Alexis Sanchez, ci siamo scontrati con la realtà dei fatti e la consapevolezza che comunque ci saremmo dovuti giocare questa stagione dando il massimo in ogni partita e qui confidando in un “surplus” dato dalla bravura del nuovo allenatore.
La partita col Sassuolo ha rivelato in questo senso che siamo una squadra competitiva per quello che è l’obiettivo stagionale, cioè finire sul “podio” e essere una delle tre forze principali del campionato, così come la bontà del lavoro di Conte a parte che sui “soliti noti” (la straordinaria prestazione di Lautaro Martinez e il grande lavoro di Lukaku e l’intesa tra i due giocatori sono la nota principale della giornata) pure su delle pedine considerate come secondarie ma che invece ieri hanno fatto bene: Bastoni, Candreva, Gagliardini.
Meno bene Biraghi e ovviamente Politano e soprattutto Valentino Lazaro. Ieri Barella non è stato al top ma in fase di contenimento si è fatto sentire.
Non siamo andati sopra di tre goal in maniera casuale: abbiamo dimostrato una superiorità netta sull’avversario, apparso deficitario soprattutto in zona difensiva e incapace di contenere la forza straripante dei nostri due attaccanti, che non a caso hanno realizzato una doppietta a testa.
Pure le loro ripartenze veloci, il tema principale che De Zerbi aveva scelto per giocarsi la partita (oltre che quello di picchiare duro, soprattutto in mezzo al campo) non ci hanno mai impressionato e vale qui sottolineare la prova importante in fase difensiva di Candreva, sempre puntuale anche nelle “verticali”, e la forza di Barella e Gagliardini a opporsi al gioco muscolare dei loro centrocampisti.
Il giocattolo si è rotto dopo il nostro quarto goal (peraltro siamo stati bravissimi a rimettere in carreggiata la gara dopo avere incassato il pari).
Qualche segnale sul piano del calo fisico dei nostri giocatori già appariva evidente, in particolare secondo me Lukaku era quello che dava più segni di difficoltà, ma penso che Conte abbia tolto Lautaro pure facendo le sue valutazioni sul piano tattico.
Il doppio cambio (sono arrivati in rapida successione) è stato un errore, poi non lo so se quello di Candreva si rendeva indispensabile da subito, ma non abbiamo in ogni caso avuto neppure il tempo di riorganizzarci sul campo che il Sassuolo si è subito precipitato all’attacco e dopo avere recuperato palla ci ha facilmente infilato accorciando le distanze con Djuricic.
La storia del goal di Boga è molto simile: in quel momento eravamo completamente in balia dell’avversario e incapaci di stare alti.
Non avere giocatori col cervello pensante di Sensi in mezzo al campo, né più la possibilità di appoggiarci sui nostri attaccanti o sulla forza degli esterni, siamo apparsi deconcentrati e vittime della voglia del Sassuolo, che è stato premiato dai due goal e ha sperato fino all’ultimo di pareggiare.
Abbiamo tenuto e portato a casa il risultato, ma penso che come me e tanti tifosi, il mister non sia affatto contento di come sono andate le cose.
Apprezzerà il risultato, era una partita difficile e le premesse non erano dalla nostra parte (ovviamente eravamo in qualche maniera favoriti, se noi siamo al secondo posto e il Sassuolo ha solo sei punti, è per forza così) e portare a casa la vittoria dove farsi raggiungere sarebbe stato drammatico, è molto bene, ma la squadra sarà stata sicuramente rimproverata per il calo di rendimento nella fase finale della partita.
La gara di Sassuolo in definitiva, conferma il valore della nostra squadra, ci confermiamo infatti al secondo posto in classifica, ma ne conferma pure i limiti oltre che dirci per l’ennesima volta che non ci sono partite che sono facili in questo campionato e in fondo anche le risicate vittorie di Juventus e Napoli ci dicono la stessa cosa.
Il problema qui sta nel fatto che le loro alternative sono migliori delle nostre oltre che essere di più. Il gap da colmare nei loro confronti finora è stato (quasi) colmato dal carattere della squadra e dalla nostra tenacia, non possiamo sapere se basterà, ma possiamo anche confidare in una ulteriore crescita dato che il progetto tecnico è ancora agli inizi.
Intanto mercoledì abbiamo già una nuova partita e questa qui sarà veramente decisiva: perdere significherebbe la eliminazione sicura e anche se la Champions non è ovviamente il nostro obiettivo stagionale, dopo solo tre partite la delusione sarebbe molta.
Non so valutare in tutta sincerità se e quanto questo Borussia sia più forte di noi, ma è sicuramente una squadra di tutto rispetto e non a caso inserita in “seconda fascia” (noi eravamo nella terza) e il nostro momento non è dei più facili.
La certezza è che daremo il massimo: se i nostri due attaccanti si confermeranno sui livelli di Reggio Emilia, se giocheremo senza paura dell’avversario (che non significa buttarsi in maniera sconsiderata all’attacco) e dietro dimostreremo che i tre goal subiti a Sassuolo sono stati un fatto casuale, penso che potremo spuntarla e poi giocarci tutto o quasi a Dortmund il 5 novembre.
Il pareggio di settembre contro lo Slavia pesa come un macigno, ma è troppo presto per lasciare questa competizione.
Emiliano D’Aniello
Foto: Lautaro Martinez e Romelu Lukaku. Migliora partita dopo partita l’intesa tra i due attaccanti, autori di una doppietta a testa nella trasferta contro il Sassuolo. Il loro rendimento è fondamentale nel gioco della squadra allenata da Antonio Conte.
ottimo post . Concordo sulla vittoria del Napoli , ma gli innominabili vincono con il solito aiutone dell’AIA . VERGOGNA………………………………
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Bravissimo Emiliano. Il Tuo pensiero coincide con quello di molti di noi. Su Dimarco un pensierino lo farei anche io: non penso sia peggio di Lazaro e in qualche occasione ricordo che Conte l’ha provato a dx.
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Dici giusto Emiliano, il nostro attacco è una sorpresa. Sopratutto Lautaro, che sembra avere tratto grandi benefici dalla partenza di Icardi (come del resto tutta la squadra).
Io però, tra Candreva e D’Ambrosio, se dovessi scegliere sceglierei Candreva. L’avrei fatto giocare anche con i gobbi.
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