Vinca o non vinca, squadra da amare incondizionatamente: Inter – Lazio 3-0

Non sappiamo come finirà la stagione. In termini di vittorie finali può accadere di vincere tutto o di non arrivare a nessun titulo. In Champions League affronteremo un'avversaria che in un modo o nell'altro può permettersi un'intensità e un ritmo fuori dal normale; in campionato, proprio per il grande sforzo che abbiamo sostenuto e che dobbiamo sostenere, possiamo anche non farcela; per la Supercoppa abbiamo un altro match ravvicinato da giocare alla morte, senza certezze. Tuttavia di fronte a certe manifestazioni di qualità estrema, di forza, di compattezza; di fronte a certe prove prolungate nel tempo di intensità e concentrazione, è impossibile non provare sentimenti di riconoscenza per tutti: giocatori, settore tecnico, dirigenza, proprietà. La vittoria contro la Lazio nella semifinale di Supercoppa sta nel segno di una serie straordinaria di risultati e di una reiterata dimostrazione di qualità eccelsa dimostrata dalle cifre e dallo spettacolo che abbiamo mostrato più volte sul campo. Parliamo di numeri irripetibili, che esprimono una superiorità tecnica imbarazzante, confermata peraltro anche in partite dove il risultato non è stato così netto come contro la Lazio. Adesso avanti con la finale, che, come detto, sarà una partita difficile e senza certezze. Se vinceremo sarà un trionfo sportivo importante. In caso contrario ciò non toglierà la straordinaria dimostrazione di forza e di qualità dimostrata fino a questo momento. Vince anche la Primavera di Christian Chivu, tornata alla vittoria dopo il primo risultato negativo in campinoato a Torino contro la Juventus. Vittoria faticata (uno a zero il risultato finale) contro una Sampdoria che si è comunque resa pericolosissima. Tiene bene la difesa e il primato in classifica è salvo, ma bisognerà migliorare sul piano del gioco per mantenere la posizione conquistata.

Grande Inter e ottime giovanili: ora speriamo nella continuità

Weekend intenso e ricco di soddisfazioni per chi tifa i nostri colori. Naturalmente la soddisfazione maggiore è venuta dalla prestazione e dal risultato ottenuto dalla prima squadra: abbiamo battuto la Lazio concorrente diretta per un posto in Champions League e l'abbiamo battuta in rimonta (cosa che non si addice alle nostre caratteristiche tecniche...) e giocando un gran calcio. Abbiamo mostrato una superiorità netta: di condizione, di gioco, di pericolosità. Questo nonostante la situazione di svantaggio creatasi. Quando tutti i giocatori sono al top, infatti, e le scelte complessive di rotazione si rivelano azzeccate - per quanto possibile - abbiamo pochi rivali. Ma il campionato italiano non sarà forse il più bello del mondo, ma è sicuramente il più complicato. Cali di concentrazione e di forma fisica dicono che nulla è scontato da qui alla fine e è evidente che non vincere a Verona nel prossimo turno vanificherebbe quanto si è fatto a Empoli e contro la Lazio. Tre giorni dopo ci sarà la trasferta di Roma. Qualche annotazione sulle giovanili, a parte le considerazioni sulle sfide di Under 19 (due a zero contro l'Udinese), Under 17 (quattro a uno contro il Cesena) e Under 16 (tre a zero contro il Brescia), dove - se si eccettua in parte il campionato Primavera - si assiste in Italia a un netto miglioramento. Negli allievi e nei giovanissimi quasi tutte le squadre sanno giocare a calcio nel senso moderno del termine: quando hanno il possesso, se non è possibile la ripartenza verticale, si alzano compatte per sostenere l'azione e per iniziare il pressing alto in caso di perdita di palla; tutte le squadre sono pronte a ritirarsi nella propria metà campo, punte comprese, quando costruiscono gli avversari; tutte giocano strette e corte e il livello tecnico medio è cresciuto in questi anni. Una ultima piccola nota per quello che ci rigurda: a vedere Inter - Brescia Under 16, accanto a Samaden, c'era Tarantino, la cui nomina a nuovo responsabile del settore giovanile a questo punto sembra quasi ufficiale.

Un mattone in più: Inter – Lazio 2-1

Inter batte Lazio due a uno. Si è trattato di un mattone molto significativo, quasi una colonna portante, ma il completamente dell'edificio è sempre assai lontano e arrivare al tetto sarà difficile perché la costruzione è piena di insidie. Il mattone è stato importantissimo perché c'erano nell'aria tutti gli elementi per pensare, come poi è avvenuto, che avrebbero cercato di bloccare la costruzione del nostro edificio. Oltre a questo c'erano elementi oggettivi che rendevano possibile, se non probabile, un'interruzione forzata. La partita quindi presentava molte incognite ma l'abbiamo affrontata nel migliore dei modi: abbiamo commesso qualche leggerezza in più rispetto ad altre occasioni, ma queste leggerezze sono state compensate dalla prestazione super di alcuni protagonisti. Bastoni su tutti. Poi Skriniar, Gagliardini, Brozovic, Martinez. Impossibile non dare otto in pagella a Simone Inzaghi per tutto quello che ha fatto finora. Dopo venti partite si può dire che abbiamo una squadra forte e competitiva. Competitiva vuol dire che possiamo giocarcela con tutte le altre e che quando siamo al meglio siamo anche superiori. Però dobbiamo essere al top. Questa squadra ha fatto 49 punti in venti partite. Se mantiene la media nel girone di ritorno, vince il campionato senza dubbio alcuno. Ma è chiaro che se l'ottimo rendimento di questo periodo sia stato invece uno spingersi oltre le nostre possibilità media e dovessimo avere una flessione, tutto dipenderebbe allora dalla flessione stessa e dalle possibilità che gli altri accelerino. Per questo ogni singola vittoria, tanto più in situazioni difficili, diventa un mattoncino fondamentale posto nella costruzione dell'edificio che tutti vorremo completare.

La legge del calcio: Lazio – Inter 3-1

Contro la Lazio abbiamo probabilmente giocato (sul piano estetico) la migliore partita della stagione. Ma abbiamo perso. Siamo stati superiori come quadratura di squadra e siamo riusciti a rendere quasi inoffensivi i loro uomini migliori. Ma tutto questo non è bastato. Sono mancati l'uomo dell'ultimo passaggio, l'uomo che tramuta in qualità il gioco della squadra. E in prospettiva ci mancano una prima punta di peso e di bravura, che faccia salire la squadra, attiri su di sé più marcatori e... faccia goal. Vero che Lautaro e Dzeko hanno fatto molti goal in campionato fino a questo momento, ma è anche vero che contro avversario di livello abbiamo perso (Real, Lazio) o pareggiato (Atalanta, Shakhtar). Quindi produciamo un gioco divertente, ma difficilmente contro avversario ella nostra altezza, lucido, cinico e efficace. Dopo essere stati lungamente in vantaggio siamo stati puniti da un episodio (discutibili a termini di regolamento, ma in ogni caso casuale) abbiamo completamente ceduto, senza ricompattarci e provare a vincere la partita. Adesso abbiamo due occasioni molto importanti davanti. La sfida contro lo Sheriff in Champions (se non vinciamo siamo fuori dalla coppa) e poi la Juventus in campionato. Due partite che in ogni caso ci diranno molto sul prosieguo di una stagione che fino a questo momento non è stata brillante e che comunque ci lascia diversi interrogativi sul piano del gioco della squadra e su quanto questo sia "sostenibile" (in termini di dispendio anche di energie) e soprattutto efficace e produttivo in termini di risultati.

Fateci soffrire, ma va bene… se vinciamo insieme: Inter – Cagliari 1-0

A questo punto della stagione, ogni discorso sulla tattica, sul tipo di gioco, sulle scelte degli uomini, sui moduli, lascia il tempo che trova. È fondamentale solo portare a casa i punti che mancano. Vincere contro il Cagliari era quasi indispensabile per mantenere il distacco su chi insegue, che comunque è costretto a non mollare dato che la lotta per i posti in Champions è ancora aperta. Adesso inoltre avremo tante possibili partite trabocchetto, a cominciare da quella difficilissima di Napoli. Contro i sardi è stato decisivo nel finale accrescere il peso offensivo della squadra (anche perché paghiamo l’assenza di un centrocampista che si fiondi in area) con l’ingresso di Hakimi e soprattutto di Lautaro. Decide il bellissimo goal di Darmian. Ennesima delusione la Primavera, che vince contro l’Ascoli, ultimo in classifica, ma con una brutta prestazione. Merito a mister Madonna che con questo gruppo fa quello che può e mantiene il terzo posto in classifica.

Che Inter da qui alla fine del campionato: qualche riflessione sul “futuro prossimo”

Il "futuro prossimo" è che cosa ci aspetta da qui a 20 giorni, a partire dalla partita di questa sera contro il Verona e poi nelle altre partite che ci separano da qui alla fine del campionato (Torino, Spal, Roma, Fiorentina, Genoa, Napoli, Atalanta). È un campionato per forza di cose anomalo e in cui in buona parte i giochi sembrano fatti. Non possiamo aspettarci particolari cambiamenti per quello che ci riguarda da qui alla fine della stagione: il tempo è poco e si gioca ogni tre giorni, continui infortuni limitano le scelte per quello che riguarda gli uomini a disposizione di Conte. Non c'è modo di cercare soluzioni tattiche. Questa squadra è stata costruita per giocare con il 352, il nodo da sciogliere per forza riguarda Eriksen e la variabile del 3412 con la necessità però di trovare al tempo stesso i giusti equilibri per la squadra. Il resto sono valutazioni per il prossimo futuro. La classifica ci dice che adesso siamo quarti (con una partita in meno rispetto a chi ci precede (vincendo stasera torneremmo terzi a punto dalla Lazio) e ceh abbiamo un margine importante e "potenziale" di 16 punti sulla quinta in classifica. Salvo disastri, la qualificazione alla prossima edizione della Champions League dovrebbe andare in porto senza patemi, cercare di fare bottino pieno nelle prossime tre partite non dico che ci farebbe dormire sonni tranquilli, ma ci darebbe già qualche sicurezza in più sotto questo aspetto. Il momento non è particolarmente brillante, ma se non c'è ragione per esaltarsi, forse non ce ne sono neppure per fare drammi.

Non è una bocciatura, rimandati in alcuni… ruoli: Inter – Juve 1-2

Barcellona - Inter e Inter - Juventus erano due partite fondamentali, dopo una partenza superiori alle aspettative. Dovevano dire a tutti (ma molti di noi conoscevano già la risposta) se i progressi fatti fossero tali da permetterci di bruciare le tappe e aspirare da subito a grandi traguardi. Nel doppio scontro, qui ci concentriamo in particolare sulla partita di domenica, è emerso il fatto che contro queste compagini, tra le prime in Europa e nel mondo, c'è ancora un certo gap da ridurre. I ragazzi non possono e non devono avere nessuna flessioni nell'entusiasmo e nella convinzione: l'obiettivo è la crescita, ma solo la simbiosi e la convinzione di star lavorando tutti insieme per un grande progetto, anche se "futuribile", potranno permetterci di farlo. Tutti devono capire che hanno la possibilità di crescere molto individualmente solo se cresceranno come squadra e che lo possono fare, con Conte e con questa società.

Un passo indietro che non preoccupa e può dare indicazioni importanti: Valencia – Inter 1-1

Contro il Valencia si vede in campo un'Inter adeguata a questo livello di prestazioni ed avversari sul piano dell'impegno e dell'orgoglio. Conte ha trasmesso alla squadra la volontà di non arrendersi mai, di lottare con grinta e tenacia per non uscire sconfitti. Ma sul piano tattico e dell'organizzazione di gioco c'è ancora da lavorare. Così come l'organico deve ancora essere completato. La squadra è incompleta e al di là di che cosa succederà sul mercato, mancavano Godin, Lazaro e Lukaku. Probabilmente nella prima partita di CL vedremo in campo una formazione completamente diversa. Il punto sulla situazione con il racconto della partita e il commento alle prestazioni individuali.

L’Inter di Conte: dalla difesa a tre alla iniezione di muscoli a centrocampo e attacco

Che Inter sarà? Alla vigilia dell'apertura della sessione di calciomercato, proviamo a fare il punto, reparto per reparto, sulle trattative vere o presunte che riguardano i nostri giocatori e i nostri principali obiettivi di mercato e su quale rosa sarà alla fine destinata al nuovo allenatore Antonio Conte. Un tecnico che sembra avere le idee chiare sul modulo (sarà difesa a tre) e che imposterà la squadra su due caratteristiche principali: la fisicità e la resistenza, consapevole che queste due qualità sono indispensabili per disputare un'intera stagione ad alti livelli.