Non c'è dubbio che per le qualità morali, lo spirito di squadra, la compattezza del gruppo e anche per le doti tecniche esibite in tante situazioni, questi ragazzi meriterebbero di concludere trionfalmente la stagione. Purtroppo, tuttavia, ragionando senza ascoltare il cuore, c’è il timore che non si sia favoriti a questo punto, in nessuna delle tre competizioni. Comunque vada a finire, per la dirigenza, l'allenatore e i ragazzi, deve essere chiaro, si è trattato di una stagione straordinaria. Ci hanno regalato una sessantina di partite tutte “decisive” e quindi tutte ad alto tasso adrenalinico. Ci hanno fatto restare in tensione ad ogni partita fino alla fine di aprile e quasi sempre questa tensione si è stemperata alla luce di giocate e di risultati eccezionali. Al momento c’è un'assoluta centralità: il ritorno col Bayern e non perché è la prima difficoltà in ordine cronologico, ma perché è lo snodo decisivo di questo finale di campionato. Contro il Cagliari un’Inter rimaneggiata, come ormai capiterà in tutte le partite se resteremo in corsa su tutti i fronti, è partita fortissimo, pressando alta e verticalizzando una volta riconquistata palla, tanto che gli avversari non riuscivano ad uscire. Dopo il doppio vantaggio nel primo tempo, a inizio ripresa abbiamo preso goal: Augello ha avuto l'opportunità di avanzare senza venir raddoppiato, ha crossato a centro area dove Piccoli saltando assolutamente indisturbato realizza. Sono situazioni che l'Inter non si può permettere perché dopo meno di cinquanta minuti di partita dominata ha consentito a un Cagliari certo ben messo in campo e con giocatori di gamba, ma tutto sommato non eccelsi, di avere due occasioni monumentali. Siamo ripartiti, però, e prima Dimarco ha concluso al volo, costringendo Aprile a parare in tuffo, poi su corner Bisseck è andato in cielo a ripristinare le distanze. Inzaghi ha un compito difficilissimo in questo finale di stagione: gestire al meglio un gruppo incompleto per struttura e per assenze nonché logorato da una stagione intensissima. La qualità è tanta, ma lui ci mette molto del suo, nell'organizzazione di gioco, nella crescita dei singoli, nel “compattamento” del gruppo. Comunque vada a finire, un lavoro straordinario.
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De rebus interistis: dalla prima squadra all’Under 16
È stato un fine settimana intenso per chi tifa Inter a 360°. Il post è dedicato alla prima squadra ma anche alle squadre del settore giovanile dove vengono ribaditi alcuni dubbi su certe scelte di fondo che sono stati qui già espressi sin dall'inizio del campionato. Gli ultimi risultati non sono comunque negativi ma è evidente che le continue promozioni in blocco di giocatori in una categoria superiore indeboliscano considerevolmente le squadre che si trovano a schierare giocatori sotto età (a volte anche di due anni). Più in generale tutte le squadre si trovano a venire rivoluzionate continuamente, perdendo punti fermi e identità. Questo, è evidente, da un lato potrebbe favorire la crescita dei ragazzi, mentre è tutto da valutare quanto possa incidere poi relativamente le ambizioni di fare risultato. In particolare qui poi analizziamo le ultime sfide di Primavera, Under 17, Under 16. Capitolo prima squadra: la partita con il Verona non era facile e lo si sapeva. Le scelte di Inzaghi si sono rivelate positive e vincenti: abbiamo dominato la gara, siamo andati al riposo sul 2-0 e nella ripresa sono stati azzeccati i cambi. Nelle ultime due partite Inzaghi ha dimostrato di essere un allenatore completo, capace di far giocare la squadra secondo necessità contingenti, di leggere bene i momenti della gara e di fare cambi efficaci, nei limiti delle risorse disponibili. Inoltre ha dimostrato di saper riprendere in mano la squadra dopo un periodo molto difficile. Non è stato fatto nulla, possiamo ancora finire primi o finire quarti. Ma di sicuro dopo queste due giornate le speranze sono più legittimate. Adesso però non bisogna sbagliare più nulla e purtroppo abbiamo ancora più partite al mercoledì rispetto ad altri.
Un’Inter stellare
La vittoria contro la Roma fa contenti tutti gli interisti: i "risultatisti" e i fautori del bel giouco. La vittoria ci mantiene vicini alla vetta, allontana alcune rivali ed è un mattone importante per sperare di edificare qualcosa di molto pregevole e di solido. Il risultato allo stesso tempo è stato ottenuto con una prestazinoe scintillante, in cui abbiamo dimostrato di saper affrontare al meglio tutte le situazioni nel corso della gara. L'approccio alla gara è stato ottimo e dopo il primo goal abbiamo anche dato spettacolo, governando poi il secondo tempo con grande sapienza tecnica e tattica. Grande merito agli uomini in campo, in ottima condizione psicofisica e sempre disponibili a muoversi senza palla; grande merito alle scelte tattiche di Simone Inzaghi. Sugli scudi: Bastoni, Calhanoglu, Dumfries, Dzeko. Un grandissimo Brozovic. Vittoria fondamentale per l'Under 19 di Christian Chivu, che vince due a zero a Napoli. Una sconfitta ci avrebbe tagliati fuori, se non matematicamente, almeno psicologicamente, dalla possibilità di disputare se non altro i play off. Molto bene l'Under 17 che vince nettamente 2-0 contro i pari età del Venezia, confermandosi un'ottima squadra capace di dimostrare con tutte (compresa l'Atalanta) uno strapotere netto nonostante il turn over e il cedere sempre diversi giocatori alle squadre di categoria superiore.
Un’attesa inquieta
La conclusione dell'ultima stagione (secondo posto in campionato, finale di Europa League, semifinale di Coppa Italia) aveva lasciato intendere che l'approdo a un livello superiore, cioè rientrare tra le migliori squadre a livello europeo, fosse un obiettivo a portata di mano o quantomeno possibile. Poi sono cominciate a sorgere le prime perplessità. In primo luogo i dubbi del mister Antonio Conte, che poi ha avuto un incontro chiarificatore con la società. Il mercato sembrava poter decollare dopo l'acquisto dell'esterno marocchino Achraf Hakimi, ma ha poi rallentato per ragioni diverse in una sessione di calciomercato che appare incerta e difficile per tutti anche a causa dei condizionamenti legati al Covid-19. Oltre Hakimi, ad oggi è arrivato il solo Kolarov. Sembra vicino Darmian, si continua a parlare di Vidal, si è fatto il nome di Pinamonti come quarto attaccante. Sono rientrati alla base Dalbert, Joao Mario, Nainggolan, Perisic. Tra questi, sembra possibile che il belga rimanga in nerazzurro. Staremo a vedere. Certo è che per molti tifosi questa attesa dell'inizio del campionato sembrerebbe essere "inquieta". Ne parliamo in questo ultimo post scritto da Luciano Da Vite.
Il marchio di Conte: Inter – Cagliari 4-1
Con la vittoriosa partita di Coppa Italia contro il Cagliari, terminata con il risultato di quattro a uno, i nostri strappano la qualificazione ai quarti di finale. Ma è stata una partita interessante sotto molti profili per le indicazioni fornite. Principalmente due: la prima è che Conte vuole trasformare l'Inter in una grande squadra e una grande squadra non può soffrire di supponenza e non può prendere sottogamba nessuna partita; la seconda è che questa Inter è fortissima e competitiva con tutti, fino a quando riesce a esprimere intensità e aggressività. Non è una squadra costruita per gestire il risultato palleggiando o ritirandosi. Per giocare novanta minuti senza andare sotto ritmo è necessario che i giocatori siano tutti sempre al top della condizione fisica e con un carico totale di energie psicofisiche e questo è possibile solo con una gestione ottimale dei 22 "titolari". L'obiettivo per essere competitivi fino alla fine sarà bilanciare la rosa e limitare la possibile "emorragia" di punti contro le medio-piccole in un girone di ritorno dove sarà materialmente molto difficile ripetere l'andamento avuto fino a questo momento.
Non è una bocciatura, rimandati in alcuni… ruoli: Inter – Juve 1-2
Barcellona - Inter e Inter - Juventus erano due partite fondamentali, dopo una partenza superiori alle aspettative. Dovevano dire a tutti (ma molti di noi conoscevano già la risposta) se i progressi fatti fossero tali da permetterci di bruciare le tappe e aspirare da subito a grandi traguardi. Nel doppio scontro, qui ci concentriamo in particolare sulla partita di domenica, è emerso il fatto che contro queste compagini, tra le prime in Europa e nel mondo, c'è ancora un certo gap da ridurre. I ragazzi non possono e non devono avere nessuna flessioni nell'entusiasmo e nella convinzione: l'obiettivo è la crescita, ma solo la simbiosi e la convinzione di star lavorando tutti insieme per un grande progetto, anche se "futuribile", potranno permetterci di farlo. Tutti devono capire che hanno la possibilità di crescere molto individualmente solo se cresceranno come squadra e che lo possono fare, con Conte e con questa società.
Dall’Inter di Spalletti a quella di Conte
Dall'Inter di Luciano Spalletti a quella di Antonio Conte. Una prima analisi della situazione della nostra rosa, i suoi pregi e i suoi limiti e i possibili cambiamenti che verranno apportati alla formazione della rosa con l'arrivo del nuovo allenatore.






