
Foto: Roberto Samaden. Il dirigente del settore giovanile italiano più prestigioso della storia, ha annunciato il suo addio all’Inter, una rinuncia – dopo tantissimi anni in società da interista vero” – che fa male e che apre nuovi scenari pieni di incognite per il futuro delle nostre giovanili.
Seguo da decenni le giovanili nerazzurre che sono sempre state un fiore all’occhiello della nostra società e ogni volta che un ‘direttore’ ha lasciato, ho provato preoccupazione e timore.
E’ stato così nel passato meno recente (ricordo l’addio dolorosissimo di Arcadio Venturi, per esempio) e nei tempi più recenti l’abbandono, successivo di Mereghetti, Corso, Beppe Baresi.
Ogni volta sembrava che saremmo sprofondati nella mediocrità e ogni volta abbiamo trovato nuove risorse importanti.
Ma questa volta è diverso: la rinuncia di Roberto fa davvero male.
All’Inter e al calcio italiano, anche se il nostro quasi ex direttore certo proseguirà il suo lavoro nel calcio e con ruoli ancora più determinanti.
Samaden si può sicuramente considerare il dirigente del settore giovanile italiano più prestigioso della storia, avendo superato di moltissimo come capacità manageriali e competenze tecniche i più grandi esponenti del passato.
Seguo da sempre le giovanili dell’Inter, ma ho conosciuto Samaden quando era semplicemente allenatore degli esordienti. Un ragazzo (anzi, un bambino) del mio piccolo club, un ’78, era stato prelevato dall’Inter e mi misi a seguire anche gli esordienti.
Guglielmetti, così si chiamava il ragazzo, che poi giocò nella serie A svizzera, non era allenato da Samaden, ma da Andrissi, nella classe di età immediatamente superiore, ma guardando le partite della squadra di mister Andrissi, mi sono appassionato anche a quelle guidate da Samaden.
Allora il responsabile era ‘Màgia’ Mereghetti (‘Magia’ con l’accento sulla a perché in milanese significa ‘macchia’ soprannome affibbiatogli quando giocava nell’Inter poi nell’Udinese e nell’Atalanta perché aveva una macchia di capelli già bianchi) e il suo braccio destro Pezzoni.
Completamente un altro calcio rispetto a quello odierno, a livello di gioco, di selezione, di preparazione ma soprattutto di organizzazione societaria.
Il settore giovanile dell’Inter veniva da un periodo non entusiasmante, dopo l’epoca in cui aveva lanciato alcuni giocatori di grande valore nati tra il ’60 e il ’63 (Zenga, Serena, Bergomi, Ferri, Pari).
Sotto la guida di Corso, con Beppe Baresi allenatore, siamo tornati alla vittoria (campionato giovanissimi: 6-1 in finale al Bari di Cassano), ma di quella squadra stradominante, nessuno arrivò poi in serie A.
Con Mariolino prima e Beppe Baresi poi la crescita diventò progressiva e costante, non perché Mereghetti non fosse all’altezza, anzi, ma perché stavano cambiando i tempi e serviva un rinnovamento di uomini, di metodi e di idee.
Beppe era il dirigente che ci aveva riportati al top, dopo Corso, del calcio giovanile nazionale e il suo addio (per andare a fare il vice di Mou) mi riempì di sgomento, come dicevo.
Di Samaden sapevo che era un ottimo allenatore, di più, un grande ‘preparatore’ nel senso più completo del termine, di ragazzi molto giovani, ma non conoscevo le sue capacità manageriali.
Furono proprio alcuni allenatori del settore giovanile, con i quali avevo un rapporto amichevole, che mi rassicurarono: Roberto, mi dissero, ha delle capacità manageriali e di direzione fuori dal comune. Nessuno in Italia a livello di giovanili può competere con lui.
Ed in effetti, sotto la sua direzione è cominciato un percorso che definire trionfale è …sbagliato per difetto.
Dal giorno del suo insediamento l’Inter è sempre stata la principale pretendente al titolo nazionale, in tutte le categorie giovanili.
Le avversarie cambiavano (Roma e Atalanta le più frequenti, Torino, Empoli a fasi alterne) ma l’Inter c’era sempre. Per …definizione, direi.
Samaden ha completato la svolta nelle innovazioni necessarie per portare il calcio giovanile nerazzurro ai livelli del grande calcio internazionale.
Di questo non poteva non accorgersi la federazione, che pure a livello giovanile era …costellata di milanisti, da Albertini agli allenatori epigoni di Sacchi.
E così ben presto il Nostro divenne “responsabile della sezione per lo sviluppo del calcio giovanile del settore tecnico”, un ruolo fondamentale nell’organismo che ha il compito l’incarico di “definire gli indirizzi educativi formativi e tecnici riguardanti l’attività giovanile in ogni ambito federale e di formulare criteri sui programmi, sulle metodologie didattiche e di allenamento del calcio giovanile e scolastico”.
Naturalmente la conoscenza delle sue capacità direttive e gestionali ben presto superò i confini nazionali, tanto che il direttore fu chiamato a far parte dell’ECA per la quale è diventato componente dello ‘Youth Working Group’.
Sotto la guida di Roberto Samaden le giovanili dell’Inter hanno disputato ben 22 finali scudetto, vincendone 16:
- 4 con la Primavera
- 4 con gli Under 15
- 3 con la Berretti
- 3 con l’Under 17
- 1 con l’Under 16 e
- 1 con l’Under 14.
In più hanno vinto:
- 1 Next Generation europea
- 3 edizioni del Viareggio,
- 1 Coppa Italia Primavera
- 5 Supercoppe.
I risultati del suo lavoro sono però stati il prodotto di qualità non comuni nell’ambiente calcistico: la specchiata onestà anzitutto e anche l’interesse umano e pedagogico con cui approcciava qualunque ragazzo delle giovanili, da quello costato relativamente tanto fino fino al giovane di valore più modesto.
Il tifo nerazzurro però è popolato da ‘maicuntent’ (io preferisco chiamarli ‘masochinteristi’ , altri utilizzano il termine ‘intertristi’).
Così qualcuno gli rimproverava di aver ‘costruito’ pochi giocatori da prima squadra.
Più volte ho sottolineato come in un calcio davvero globale, nel senso che si possono acquistare giocatori in ogni parte del mondo ‘lanciare’ titolari per la prima squadra, soprattutto se la prima squadra deve sempre lottare per il vertice nazionale è difficile.
Per quanto bravo tu sia è più facile che in tutto il mondo crescano decine e decine di giocatori più forti di quelli locali e sono giocatori che chi ha soldi (e l’Inter fino a due anni fa ne aveva) si possono acquistare.
C’è poi la variante dei giocatori che nascono (e quindi crescono) nella tua regione. La Roma è egemone in un territorio oggi molto produttivo e si spiega così il fatto che abbia ‘trovato’ da Totti in poi più giocatori da prima squadra.
Nel Milan oggi c’è solo Calabria che per numero di presenze è paragonabile a Dimarco. Ogni tanto giocano Gabbia e Pobega, ma si deve considerare che l’Inter ha dovuto cedere, per motivi finanziari, Zaniolo e Gnonto che al momento credo abbiano una valutazione tecnica e finanziaria superiore a quella dei due milanisti.
Il principale compito di un settore giovanile non è preparare un fuoriclasse (se capita… meglio) ma preparare giocatori per il professionismo europeo ad alti livelli.
Credo che l’elenco di giocatori che rientrano in questa categoria sfornati dall’Inter di Samaden sia lunghissimo e comunque tale da non costringerci a provare invidia per nessuna società di serie A.
Impegnandomi potrei costruire l’elenco, ma non vale la pena: sono decine e decine di giocatori e in ogni caso chissà quanti ne dimenticherei.
Su qualche sito specializzato ho letto che l’Inter è la prima società italiana per numero di giocatori del vivaio che giocano nella prima divisione dei vari paesi europei.
Farei anche un’altra considerazione: altrove ottenere la cittadinanza per i giocatori di origine extra comunitaria è affare semplicissimo, in più possedevano colonie e hanno una immigrazione ‘storica’, molto più numerosa.
Provate a immaginare dove sarebbero le nazionali di Francia Inghilterra, Belgio, Svizzera, Olanda e persino Germania se non avessero immigrati o figli di immigrati.
Questa cosa si sta evidenziando anche in atletica leggera, dove finalmente i nostri colori sono portati in alto da ex extracomunitari.
Per tutti questi motivi solo qualche ‘tifoso’ interista contrapponendosi agli enormi apprezzamenti di tutto il calcio internazionale, può trovare a ridire sull’operato del nostro settore: è certo che Samaden ce l’hanno invidiato tutti, e non solo in Italia.
Paradossalmente, l’ultimo periodo in cui le finanze cominciavano a scarseggiare anche per il settore giovanile, è stato quello in cui sono cresciuti più giocatori di grande interesse, che attualmente sono alle soglie della affermazione importante nel calcio che conta oppure di altri giovani talenti che si affacceranno presto.
Tra i primi, oltre al citato Gnonto, vorrei elencare, così a mente, Mulattieri e Satriano, i 2002 come Seba Esposito, Filip Stankovic, Oristanio, Pirola, Agoumé, Persin, nonché i 2003 Casadei e Fabbian.
Tra quelli in rampa di lancio Zanotti, Franco Carboni, Hoti, Fontanarosa (tutti 2003) e, più lontano, i numerosi talenti davvero interessanti che spiccano fra i 2004 e soprattutto fra i 2005, 2006, 2007.
Ma, lo ripeto, stare a esaminare nel dettaglio i frutti del lavoro fatto da Samaden e dai suoi collaboratori è esercizio davvero superfluo.
Basterebbe chiedere un giudizio sul settore giovanile dell’Inter di questi anni a qualunque operatore calcistico d’Europa.
Samaden è interista …dalla nascita e ha scelto di rivolgersi tendenzialmente a collaboratori e tecnici interisti.
Naturalmente a quelli che, oltre ad essere interisti… sono bravi.
Così i collaboratori più stretti sono probabilmente Bernazzani e Giavardi, l’allenatore con il quale ha ottenuto i migliori risultati è Vecchi. Benissimo stanno facendo Chivu e Zanchetta e sono tutti di area, formazione o ex militanza nerazzurra.
Ma anche nelle categorie minori stanno facendo o hanno fatto benissimo numerosi tecnici… visceralmente connessi alla casa madre.
Poi ce ne sono e ce ne sono stati altri che hanno fatto bene anche perché si sono subito immersi nel clima e nella ‘cultura’ interista. Cito solo Madonna, per restare al presente più noto ed evidente.
Il ricorso agli elementi identitari è stato infatti uno dei fattori distintivi di questa gestione.
Per questo oggi mi viene da sorridere quando leggo il titolo di un giornale di settore: “Samaden Inter: fine di un amore”.
Si tratta indubbiamente di un amore che non è finito e che non finirà mai, quali che siano le motivazioni che hanno portato a questa separazione.
E’ anche vero che poi il testo dell’articolo è di tutt’altro tenore, ma i titoli spesso fanno presa più degli articoli e io un po’ di malizia in quella scelta ce la vedo.
In ogni caso una realtà è certa, che da luglio per il nostro settore si apre una nuova epoca ricca di incognite e preoccupazioni, accompagnate però dalla necessaria speranza.
Mentre assistevo alla partita dell’U16 mi sono trovato a dialogare fittamente con un selezionatore delle rappresentative nazionali.
Abbiamo parlato di giocatori e anche della nostra dirigenza.
Mi ha detto che secondo lui Samaden non dirigerà un altro settore giovanile, forse potrebbe fare il direttore di una squadra di B o di ‘bassa’ serie A.
Mi ha confermato che le difficoltà finanziarie della proprietà coinvolgono anche il settore giovanile, per cui probabilmente non si potrà andare su un big prelevato da altre squadre (numerosi club importanti in estate dovrebbero cambiare gestione, juve, Atalanta e Lazio prima di tutte).
Più probabile che si proceda per linee interne e i candidati possibili sarebbero due: Bernazzani e Giavardi in ordine alfabetico.
Ho obiettato che le competenze tecniche dei due dirigenti citati sono fuori discussione, ma non conosciamo nulla delle loro capacità gestionali.
A suo parere comunque ciò non sarebbe un ostacolo perché, messo alla prova, l’eventuale prescelto potrebbe rivelarsi eccellente anche in questo.
E’ certo che il cambiamento sarà radicale, a prescindere dalla carenza di fondi ormai in atto da tempo (anche se, per la verità, dopo un’estate in cui per la prima volta non si è proceduto a nessun acquisto per la Primavera, a gennaio sono arrivati ben tre giocatori interessanti: lo svedese Nezirevic, il centrale Kassama e la mezz’ala Akinsanmiro).
Questa situazione di cambiamento, nel mio piccolo mi sembra un segnale perché qualcosa cambi anche nel mio atteggiamento di …tifoso scrivente.
Non è un mistero per nessuno che il contributo in più che potevo dare al blog era rappresentato non tanto dalle mie analisi sulla prima squadra, per le quali anzi ora mi pare di essere parecchio isolato, ma soprattutto per la conoscenza del settore giovanile, frutto della mia frequentazione prima quasi quotidiana, che mi consentiva contatti continui con genitori, calciatori, procuratori, qualche volta dirigenti e tecnici.
Oggi questo non è più possibile, per le nuove disposizioni sull’accesso a Interello, e quella che era forse la principale (anche se modesta) utilità dei miei scritti viene a mancare.
Continuerò a frequentare il blog e a scrivere qualche volta di giovani, ma il mio ruolo sarà fortemente ridimensionato.
Dopo questa noiosa parentesi personale veniamo a qualche riflessione sulle partite alle quali ho assistito, compresa almeno per questa volta la sfida di prima squadra tra Inter e Lecce.
Serie A: Inter – Lecce 2-0
La partita a mio parere ha dato qualche indicazione positiva, anche se da prendersi con le molle.
Inzaghi non ha fatto turn over significativo e questo era logico visto l’importanza che il match assumeva dopo il tracollo di Bologna e la settimana tempestosa che ne è seguita.
Skrinar e Dimarco infatti non erano disponibili, Acerbi sembra aver scalzato de Vrji, Darmian viene normalmente preferito a D’Ambro come braccetto di destra in caso di necessità, Brozo e Lukaku stanno tornando al top e hanno necessità di reinserimento graduale.
Così il turn over ha riguardato piuttosto i minuti finali, nei quali si è deciso di far rifiatare i giocatori più utilizzati di recente o quelli che devono ritrovarsi gradualmente.
Per questo sono entrati Lukaku per Lauti, Brozovic per Miki e Gaglia per Chala.
Infatti Brozo ha ripreso il suo posto di centrale, con a fianco Barella e l’altra mezz’ala, Gaglia.
Con la conferma che Inzaghi non vede Asllani mezz’ala in questo momento, come non vede Bellanova, al punto che non potendo schierare a destra Darmian e dovendo sostituire Dumfries ha fatto ricorso a D’Ambro.
Che sia perché non capisce di calcio, o perché è un cagasotto e ha preferito coprirsi, o perché ha dei buoni motivi derivati dalla conoscenza della situazione dei singoli, lascio decidere a voi.
A me importa che così ha condotto in porta il risultato e ha consentito a qualche giocatore una ventina di minuti abbondanti di riposo.
I dati statistici farebbero pensare a una squadra più equilibrata del solito: non abbiamo avuto tantissime occasioni ma non ne abbiamo concesse molte.
Anzi, secondo i numeri forniti dalla Lega abbiamo subito 1 solo tiro in porta nella loro unica occasione.
Di contro abbiamo tirato nella luce della porta solo 4 volte, creando 3 occasioni da gol.
Ci sono però due cose da considerare: probabilmente i loro attaccanti erano meno pericolosi di quelli del Bologna (anche se il gol del celebrato Orsolini è stato un grazioso regalo della nostra difesa) e di quelli dell’Empoli
Abbiamo subìto poco ma anche creato poco: non sempre capiterà di segnare 2 gol con tre tiri in porta, soprattutto se si considera che i due gol scaturiscono, oltre che da belle azioni, da importanti prodezze realizzative dei marcatori.
Voglio dire che con questa percentuale realizzativa in tutte le partite, oggi avremmo… molti punti in più.
Per il resto, la squadra non ha avuto le flessioni di concentrazione che hanno caratterizzato altre nostre prestazioni; siamo riusciti ad attaccare di più sulle fasce (33 cross contro 13 e soprattutto abbiamo vinto ben …5 dribbling contro 2).
Insomma c’è motivo di speranza per il Porto e per la qualificazione nelle 4 anche se in Portogallo sarà molto più difficile e in campionato io avrei preferito un bel pari tra Roma e juve.
Se Atalanta e juve, come sembra, difficilmente rientreranno (ma non si può escludere, per motivi diversi) oggi la lotta resta aperta tra noi, la Lazio, Milan e Roma e il vantaggio è esiguo, soprattutto se consideriamo gli impegni gravosi e ravvicinati che ci attendono.
Una delle 4 resterà esclusa.
Veniamo adesso alle partite delle giovanili.
- Primavera: Inter – Lecce 0-0
- Under 16: Inter Spal 4-0
- Under 18: Inter Parma 5-1
- In più c’è Inter Spal U15, grande delusione (0-1) dopo un cammino di tutte vittorie, ma per fortuna… quella non l’ho vista, a causa della contemporaneità con l’Under 16.
Primavera: Inter – Lecce 0-0
Formazione (4-3-3)
Botis
Dervishi, Kassama, Stabile Fontanarosa,
Di Maggio (dal 57′ Martini), Stankovic, Akinsanmiro (dal 86′ Grygar)
Owusu (dal 57′ Curatolo), Esposito, Iliev (dal 72′ Sarr)
Una notazione preliminare per capire la situazione del campionato che vede il Lecce nettamente primo nonostante il mezzo passo falso.
I pugliesi hanno schierato 11 stranieri su 11 e in complesso avevano 17 stranieri su 20 tra campo e panchina.
Chiaramente non sono prodotti del loro allevamento ma giocatori che Corvino, bravissimo in questo, ha preso all’estero dove a parità di valore i buoni giocatori, non i fenomeni, costano un quinto che in Italia.
In più loro hanno schierato 4 fuori quota, contro i due nostri (e avevano persino un 2002) e noi schieravamo cinque 2005 contro nessuno dei salentini.
In pratica concedevamo loro un anno di età.
Ebbene: secondo me il primo tempo è stato bellissimo, si è visto del calcio vero, non dell’accademia come quando gli attacchi superano di gran lunga le difese.
Il primo (e unico) tiro in porta è stato del Lecce al 43’.
So che questo scatenerà gli esteti ma io non ho assistito a un’esibizione facile di tipo prestipedatorio, piuttosto a un match vero, maschio, dove forza fisica e acume tattico rendevano molto difficile ai più tecnici di prodursi in un’esibizione di fronte ad avversari compiaciuti.
L’Inter l’ha giocata davvero da squadra, come il Lecce, ma come noi non facevamo sino a poche giornate fa.
La nostra prova mi ha ricordato quella contro il Toro, un po’ meno fortunata nel risultato perché il Lecce è più forte del Toro.
Ma sono partite come queste che formano e fanno crescere i giocatori e ne mostrano gli eventuali limiti: non quelle in cui gli avversari si lasciano reciprocamente praterie da cavalcare in scioltezza.
Il secondo tempo è stato leggermente più ‘aperto’ perché le due squadre, cominciando a sentire la stanchezza, tendevano ad allungarsi.
C’è stata una leggera prevalenza territoriale dei pugliesi, ma il numero delle occasioni è stato sostanzialmente in equilibrio.
Purtroppo gli altri risultati non ci hanno favoriti, i 6 punti dalla zona play off restano immutati e l’impresa pare sempre più difficile.
Conforta il fatto che ora abbiamo una vera squadra, in grado di giocarsela con tutti.
Pagelle
Botis: 6 sembra più sicuro e meglio impostato tecnicamente rispetto a qualche tempo fa. L’esplosività resta.
Dervishi: 6.5 non mi aveva mai convinto del tutto. Questa volta nonostante il ‘fisichino’ ha mostrato di destreggiarsi con disinvoltura e sicurezza anche in fase difensiva.
Kassama: 6.5 sempre elegante nelle movenze, sembra aver acquisito anche grinta, sostanza e determinazione.
Stabile: 6.5 ottima prestazione contro avversari davvero pericolosi
Fontanarosa: 7+ sta dietro Iliev che copre meno di Enoch, quindi deve aiutare in mezzo e nello stesso tempo tener d’occhio la fascia. Lo fa con la consueta perizia.
Di Maggio: 5.5 una partita abbastanza anonima nella quale non riesce ad incidere. So che è molto considerato in azzurro, il mio amico delle nazionali mi ha fatto notare che lui, oltre ad essere un 2005 e giocare contro dei 2003, dà il meglio quando la squadra difende aggredendo in avanti piuttosto che quando arretra. Probabilmente è vero
Stankovic: 7.5 è in un periodo molto positivo, non subisce la fisicità degli avversari e si segnala in fase di costruzione con ottime giocate e aperture.
Akinsanmiro: 6.5 ha una velocità di gambe e una capacità di sterzare impressionante. Fisicamente è molto leggero ma non ha nessun timore dei contrasti. Da seguire con interesse.
Enoch: 5.5 si sacrifica come già contro il toro ed è generosissimo, ma questa volta non riesce a prodursi in giocate vincenti.
Pio: 7.5 ancora una prestazione spettacolosa, a mio parere, anche se non trova il gol. Centravanti vero, che sa fare tutto: puntare, spizzare, far salire la squadra distribuire palloni. Ho detto al mio amico della federazione che quello che mi entusiasma è la sua capacità, con l’uomo addosso, di trovare i compagni con giocate precise di prima. Ha confermato che anche per lui (loro) questa è la sua principale caratteristica.
Teniamo presente che per la prova di sacrificio di Enoch e la sostanziale latitanza di Ilev ha dovuto fare reparto da solo.
Iliev: 5 con la palla nei piedi fa quello che vuole, ma la palla bisogna anche prendersela e portarla avanti: non basta il dribbling, ci vuole forza fisica e velocità. Non è un caso se in prima squadra è stato aggregato Carboni, di un anno più giovane, e non lui. Aspettiamo e vediamo.
Tra i subentrati Curatolo si è battuto con concretezza in un ruolo che non è il suo; Martini ha lottato, ma ha fallito forse la miglior occasione da gol capitataci, Sarr ha fisico ma litiga ancora troppo col pallone.
All. Chivu: 6.5 più di così non si poteva proprio fare.
Under 16: Inter – Spal 4-0
All’una finiva a Interello la partita della Primavera, alle 14.15 giocava l’U16 sempre a Interello e l’U15 ma all’Accademia, molto lontano.
A malincuore ho deciso di restare a vedere l’U16 e i ragazzi… mi hanno premiato.
La Spal è nel ristretto gruppo delle squadre che guardano ai play off .
Il primo tempo si è chiuso sull’1-0 ed è stato sostanzialmente equilibrato, pur con una prevalenza di occasioni nostre, e solo attorno al 20’ della ripresa con un gol del subentrato Grisoni Fasana abbiamo preso il sopravvento, per poi chiudere il match con la seconda rete di Idrissou e la stoccata di Urbano.
Siamo terzi, ma se Milan e Atalanta sembrano irraggiungibili, la qualificazione per i play off sembra cosa fatta.
Formazione (4312)
Michielan
Ballo, Nenna, Verre, Carbonara
Balduzzi, Cerpelletti, Mantini
Idrissou
Tassotti, Carrara
Subentrati: Stante, Grisoni, Fasana, Pandullo, Ojetti, Urbano, Affronti, Kamal.
Pagelle
Michielan: 6.5 sicurissimo, a conferma che nelle squadre più giovani abbiamo una batteria di portieri importanti.
Ballo: 7 mette in campo fisicità e spinta.
Nenna: 6.5 ordinato e sicuro, senza strafare.
Verre: 7 dirige la difesa oltre a fare personalmente da filtro.
Carbonara: 6.5 evita pericoli sulla sua fascia e spinge.
Balduzzi: 7 terzino di origine, viene schierato a centrocampo dove sfrutta la sua tecnica e paga meno il fisico non prorompente.
Cerpelletti: 7 il più piccolo della compagnia è il più risoluto e tignoso nei contrasti e si fa vedere in costruzione. Regista basso.
Mantini: 7 la partita l’Inter la vince a centro campo, lui ci mette quantità e qualità.
Idrissou: 8 due gol strepitosi e una prestazione sontuosa. Sulla prima rete conclude in modo esemplare con un diagonale secco e preciso una splendida azione corale. Sul secondo gol parte dalla sua metà campo, palla al piede e non lo prendono più. Mi ha ricordato Berti a Monaco o Adriano contro l’Udinese. Il bello è che, a differenza dei due citati lui non è un giocatore potente.
Dicevo al mio amico della federazione che è la prima volta che lo trovo così convincente. Lui mi ha risposto che se ha mostrato questi numeri è perché sono nella sua potenzialità. E’ alto, tecnico e veloce, ma ha gambe sottili. Spesso mi ha detto in queste tipologie di giocatori l’adeguamento muscolare allo sviluppo scheletrico ha bisogno di tempo.
Tassotti: 6 ci mette fisico, apre gli spazi per i compagni.
Carrara: 6 giocatore potente, esplosivo, ma in parte la sua dote migliore viene limitata dal fatto di giocare sotto età. Comunque si rende molto utile.
Tra i subentrati una notazione particolare per Stante, sempre sicuro, per Grisoni e Urbano, autori di un gol e di una buona prova.
In particolare Urbano sembra avere un po’ le stesse caratteristiche organiche di Idrissou.
Statura importante, ma deve crescere in esplosività, reattività e ferocia.
Il mio amico mi ha detto che con questo tipo di giocatori bisogna aver pazienza e mi ha citato i casi di Vieri e Luca Toni esplosi solo a 23-24 anni dopo aver completato lo sviluppo muscolare
Under 18: Inter – Parma 5-1
Anche in questo match del lunedì la prestazione è stata confortante.
In questo campionato passano alle finali solo due squadre per girone e la lotta è abbastanza indirizzata, perché noi abbiamo 40 punti, la Spal 39 e il Milan è terzo a 30.
Domenica ci saranno importanti scontri al vertice: Atalanta – Milan, Inter – Verona (4°) e Monza – Spal.
Questa squadra è in grado di esprimere giocate esaltanti, perché da centrocampo in su abbondano i giocatori che senza essere molto alti possiedono tecnica e inventiva e pure l’esplosività necessaria per accompagnare queste doti, almeno in categoria.
Resta solo qualche dubbio sulla continuità che la squadra può esprimere. Ma non dimentichiamo che molti 2005 originari di questo gruppo giocano ormai nelle classi di età superiori (Primavera e persino prima squadra).
Formazione (4312 tendenziale)
Bonardi
Aidoo (35′ st Motta)
Guercio (35′ st Casani)
Maye
Castegnaro (16′ st Miconi)
Ricordi
Bovo
Berenbruch (35′ st Mazzola)
Quieto (26′ st Ciuffo)
Tamiozzo (16′ st Vedovati)
Zefi (35′ st Spinaccè)
A disposizione: Tommasi, Tigani.
I nostri partono subito forte con Ricordi, Berenbruch e Quieto imprendibili.
Già al 4’ dopo una bella zione corale la palla arriva a Berenbruch che crossa, Tamiozzo la spizza per Quieto che da pochi passi infila.
Poi il Parma cerca di reagire con alcune buone combinazioni, fermate dalla nostra difesa, in questa fase molto attenta.
Intorno al 20° si accende Zefi che costringe Raimoni a una difficile respinta di piede
Subito dopo ancora Zefi parte da sinistra dribbla 2-3 uomini a rientrare e da 20 metri fa partire un bolide strepitoso che Raimondi sfiora di quanto basta per deviarlo contro la traversa
Sempre Raimondi sugli scudi quando salva la sua porta su tiro ravvicinato di Quieto, servito da Tamiozzo
Intorno alla mezz’ora arriva il meritato 2-0 su rigore: Zefi riceve palla in area e dribbla l’uomo che lo stende (quando Zefi parte in dribbling – cioè sempre – non c’è altra soluzione, o lo lasci andare sperando che perda il secondo o il terzo tentativo, o lo stendi. solo che se è in area….sono problemi) .
lo stesso Zefi realizza
Il Parma ci riprova e sull’unico errore di Maye, Pedrini ruba palla e calcia, la respinta di Bonardi è sui piedi di un attaccante ducale che però non riesce a chiudere
l’Inter poteva segnare più gol, ma l’occasione capitata a Pedrini a fine primo tempo suona come un campanello d’allarme.
Il Parma non è domo e infatti dopo pochi minuti della ripresa Mbaye si fa trovare tutto solo a raccogliere di testa e insaccare un cross del nuovo entrato Cruoglio.
Anche in questa occasione c’è qualche responsabilità dei nostri marcatori, in particolare Guercio che si è perso Mbaye.
La partita non è chiusa, anche perché ora è il Parma a ‘farla’ mentre i nostri appaiono un po’ provati e si esprimono soprattutto in alcune ripartenze grazie alla superiorità di alcune individualità
Intorno al decimo una conclusione di Berembruch viene respinta dal portiere, sulla palla si avventa Zefi che calcia sull’esterno della rete.
Poi è Pedrini che costringe Bonardi a una grande parata su rasoterra potente e angolato.
il mister dei ducali vede la possibilità di riprendere il match e spinge i suoi ad accelerare, ma ancora una volta la giocata di due virtuosi del tocco la chiude per noi: Quieto serve Berembruch in area: doppio dribbling dell’interno e tiro che schizza sulla base del palo prima di insaccarsi.
Adesso gli emiliani si arrendono e le occasioni per noi fioccano.
Dopo altre opportunità, ancora Zefi viene steso in area e realizza il sacrosanto rigore.
Chiude il match il super attivo Vedovati che attacca il centrale avversario, gli ruba palla, si invola e batte Raimondi in uscita con un bel pallonetto
Da notare che nel parma i migliori sono apparsi il portiere Raimondi e la punta italo marocchina karim pedrini, ceduti abbastanza inspiegabilmente a mio modesto parere in estate proprio dall’Inter ai ducali.
Le pagelle
Bonardi: 6.5 sempre sicuro e reattivo.
Aidoo: 7 dotato di grande spunto è irrefrenabile sulla corsa. Difensivamente proprio la sua velocità gli consente recuperi e diagonali impensabili.
Guercio: 6+ una buona prova nonostante si sia perso una sola volta l’avversario, in occasione del loro gol.
Maye: 6.5 avevo previsto il salto di categoria, proprio per le sue doti atletiche e la concentrazione.
Castegnaro: 6.5 anche lui sotto età, come Maye, anche lui, come Aidoo fa della facilità di corsa l’arma migliore. Buono nella spinta, sta migliorando nel contenimento.
Ricordi: 7 qualità tecniche eccezionali in un fisico molto minuto. Il che non gli impedisce, in categoria di avere una mobilità e un’aggressività fuori dal comune
Bovo: 8 ogni volta che lo vedo mi convince di più. Penso che potrebbe giocare con la Primavera, anche se lascerebbe un vuoto incolmabile in questa squadra. Play completo , ha senso della posizione, visione di gioco capacità di inserimento e sa dialogare con i compagni. Fortissimo di testa.
Berenbruch: 7.5 in categoria è un super. Segna un gran gol e contribuisce a qualche altro. Non è alto, ma risulta esplosivo e questo gli consente di sfruttare la sua tecnica e nel contempo aiutare la squadra nei ripiegamenti.
Quieto: 7.5 altro piccoletto praticamente immarcabile. Tecnica, fantasia, fiuto del gol capacità di scambiare anche sullo stretto e Tra Ricordi Bere e Quieto se ne uscisse uno ad alti livelli, sarebbe tanta manna.
Tamiozzo: 6+ poco appariscente ma sempre a lottare contro due, nel centro della difesa ducale. Fondamentale l’assist di testa a Quieto per il gol che la sblocca.
Zefi: 7.5 si procura due rigori e li trasforma. nel dribbling è assolutamente imprevedibile, ma spesso ne abusa. Possiede un tiro violentissimo anche da fuori e ‘vede’ la porta come pochi
Tra i subentrati Miconi, J. Casani, Motta e Ciuffo sono sempre affidabili e di sicuro rendimento. Vedovati entra con una grinta e una forza notevoli che gli valgono il gol del 5-1. Mazzola e Spinaccè stanno in campo per pochi minuti a partita chiusa, ma ‘Spina’ ha comunque qualche occasione per far valere il suo stacco.
All. Zanchetta: 7 ‘maneggia’ il calcio come pochi.
In chiusura una riflessione sulla seconda squadra.
La mia opinione da tifoso l’ho esternata più volte.
Il mio amico che lavora come tecnico in Federazione mi ha fatto notare che il costo di una squadra da serie C è elevato e che la situazione diventa produttiva solo se tu tiri fuori almeno un giocatore da prima squadra all’anno.
Mi ha fatto l’esempio di Miretti, che conoscevo (ma che ancora deve confermarsi a certi livelli), ma soprattutto mi ha fatto notare che avere una squadra B ti può consentire di acquistare sul mercato anche straniero un giovane a prezzo contenuto, prima che esploda a certi livelli e moltiplichi il suo costo.
La juve avrebbe preso per 3 o 4 milioni, un giocatore che attualmente in C sta spopolando. Se lo avesse mandato in primavera o tenuto in panchina con la prima, la sua crescita sarebbe stata probabilmente più lenta, mentre se lo avesse comperato due anni dopo probabilmente sarebbe costato almeno 4 o 5 volte tanto.
Anche questo è un ragionamento da tener presente. A patto …di poter investire 3-4 milioni su un giovane.
Luciano Da Vite
1) asfaltati come atteggiamento voglia e organizzazione difensiva
2) tecnicamente il loro centrocampo vale 1000 il nostro. Barella, stasera avrà visto come si impara a giocare a calcio da fagioli,rabiot, locatelli etc.
3) Fagioli può ripercorrere la carriera di Totti
4)Danilo, un leader così all’inter non esiste
5)bremer è il più forte centrale di Italia
6) il buffone ha parlato subito dopo una partita miracolata contro uno sfortunato e impreciso Porto…..sassolini dalle scarpe? Sono quelli che tutti vogliono buttargli addosso….cassano è il simbolo di tutti quelli che chiedono, giustamente, competenza professionale. Lui non ne ha e non ha dignità di dimettersi
7)il Parma ancora grida vendetta per la qualificazione in coppa Italia rubata
8) se oltre a togliere i 15 punti dovessero come si dice darne altre 15 per danni morali allegri può ancora vincere lo scudetto e dimostrare di essere ancora il migliore in Europa lanciando perfino 3 giovani campioni
9) paradosso inimmaginabile:dovesse essere arrestato zhang e prosciolto agnelli si capovolgerebbe tutto il titolo di delinquenti cambierebbe proprietà
10) la provocazione ha un fondo di verità
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Non ti rispondo perché sarei molto offensivo, ma sono una persona educata e la finisco qui
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Non volevo essere offensivo ma c’è così tanta superficialità nella comunicazione nella gestione della squadra, dello spirito dei giocatori del proprio ego, è naturale pensare che questa proprietà ha grossi problemi di professionalità. E lo mostra il crudele confronto con i bianconeri: i giocatori con gli attributi veri, data da una situazione che con loro non c’entra niente, hanno messo spirito di squadra e determinazione ferocia. Nessuno di loro aveva sassolini personali ma di squadra. Se non fosse per l’operato sporco dei dirigenti dimissionari chiunque noterebbe il cuore di giocatori innocenti. Il cuore che dà mesi l’Inter non sa cosa sia…poi per carità, ripeto, barella il campo lo vedrebbe quasi mai da loro. Però la samp di stankovic una settimana fa con il cuore lì ha messi in difficoltà, l’inter va con 11 azzeccagarbugli (il nome per esattezza più congeniale al tutto istinto e poca testa barella)
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Bergomi: “All’Inter manca compattezza, deve ritrovare lo spirito di squadra. La Juve ce l’ha”
Esattamente quello che dicevo.
In più, credo che questo spirito manchi anche a livello dirigenziale, anche se qui si puo solo intuire in modo più vago
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Non mi riferivo a te, con il quale quando ci sono di mezzo confronti con la juve non discuto più da tempo, ma tu non mi fai arrabbiare, solo sorridere per il tuo sfrenato entusiasmo di tifoso
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Io ieri ho notato due cose: problema fisico. Primi 20 minuti di solito benino, se non segnamo li poi il calo, generalizzato, è spesso una costante. Ieri non c’era tema infrasettimanale vs squadra riposata. E cmq è accaduto anche quando non abbiamo giocato in coppa.
Secondo: attacco è veramente ai minimi. Con il Toro in evidente flessione, lukaku, dzeko e correa non riescono a dare respiro alla squadra. Non sono pericolosi in area, non tengono palla, non saltano uomo. Con team in difficoltà quante volte il singolo, spesso punta, dovrebbe aiutare a fare differenza? Purtroppo sono stati 3 acquisti errati e ciò, per me, pesa molto.
Il tecnico ormai fa tenerezza: ieri brozo era nettamente il cc peggiore ma barella era stato ammonito per cui tocca a lui uscita. Ma non è colpa sua se lo hanno messo su ns panchina e rinnovato.
Se poi si vuole ricondurre tutto a proprietà, aspettiamo il fondo e i suoi paletti finanziari
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Luciano, ma Scamarda e’ proprio cosi’ bravo come si sente e come dicono i numeri? Hai visto la partita degli U16 ? Grazie
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L’ho vista e sto ultimando il post comprensivo di Inter juve, Primavera e U16
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Chiedo scusa ma per impegni non ho potuto completare il post. Lo manderò domani, tanto abbiamo davanti parecchi giorni senza calcio vero
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Post Inviato
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Mail ricevuta Luciano, pubblico tutto in giornata.
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Post online! Buona lettura a tutti. ;)
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