La situazione è ancora difficile, le scelte di Conte ci tengono in gioco: Inter – Torino 3-1

Inter – Torino era probabilmente la partita più insidiosa, sotto tutti i punti di vista, tra quelle giocate sino ad ora.

Non la più importante (lo sono state Dortmund e Napoli in CI), ma la più pericolosa sicuramente.

Per un’infinità di motivi, tutti convergenti in un’unica direzione negativa per noi.

Abbiamo ripreso il campionato da terzi, con la possibilità ancora di giocare per il titolo.

Avevamo un calendario iniziale sulla carta favoreveole

Abbiamo incontrato però una serie di inconvenienti che avrebbero steso un toro (non solo quello granata):

1. L’assenza concomitante e persistente di molti centrocampisti proprio nel periodo in cui si gioca ogni 3 giorni, in luglio, col caldo e, come ha detto Longo, di fatto non c’è tempo per allenarsi.

2. Una lunga serie di infortuni di gioco individuali assolutamente imprevedibili ma determinanti: si è iniziato con l’incredibile e decisivo gol preso a Napoli su corner nostro (da allora uno dei tre centrali non va più in area sui calci piazzati) per finire (speriamo) dopo tanti altri episodi che ci sono costati una marea di punti, a quello éclatante di Handa contro il Toro.

Sulla ripetitività di queste situazioni deve essere fatta una riflessione accurata da dirigenti e allenatore e non, per fortuna, da noi tifosi, assolutamente inadeguati per mancanza di conoscenze reali e un po’ anche per definizione (siamo passionali, dunque non logici e analitici). Andrà quindi valutato:

  • quanto ha inciso la caratura tecnica e quella calcistica (che è altra cosa, comprende coraggio, personalità, intelligenza, freddezza, esperienza);
  • quanto le situazioni contingenti come lo stress della pressione ambientale nell’ambito di un tour de force mai vissuto in precedenza (per esempio quanto le prestazioni ravvicinate senza possibilità di carico e scarico anche mentale possono incidere sulle capacità di mantenere sempre al top la concentrazione);
  • quanto le carenze numeriche e qualitative della rosa;
  • quanto le azioni di disturbo esterne dei nemici espliciti e mascherati;
  • quanto le carenze tecniche in alcuni reparti e quelle atletiche e/o agonistiche in altri.

E tante altre possibili concause che solo dall’interno si possono conoscere.

Una cosa è certa: in tutto questo filotto di gare, solo l’Atalanta ha fatto decisamente meglio di noi e forse parzialmente il Milan. La stessa juve ha perso un titulo e diversi punti, la Lazio è franata tre volte consecutive.

La squadre che avevano fatto malissimo, tanto da venir staccate da noi di 15 punti e oltre, era naturale che un pochino si riprendessero, perché non era quella la loro posizione.

Ciò che brucia (e le cui cause vanno comprese) però è il fatto che in pratica non abbiamo mai perso punti perché ‘messi sotto’, ma solo perché creando sempre più degli avversari e avendo più occasioni, siamo spesso stati puniti da errori individuali macroscopici e impensabili.

Da questo punto di vista l’errore di Handa vale quello di Skriniar o di de Vrji o di Gagliardini, il rigore assurdo causato da Young o il rigore sbagliato da Lautaro, o i tiri in porta quando c’erano compagni liberi di Candreva.

Chi dice, “se non avessimo perso tutti quei punti con avversari inferiori, oggi saremmo in ben altra posizione,” dal mio punto di vista dice una sciocchezza.

Perché l’avversario è inferiore dopo che l’hai battuto, mai prima.

Pensate ai tifosi della Lazio: “se avessimo vinto le ultime tre partite perse saremmo primi da soli.”

E quelli della juve: “se non avessimo perso col Verona, pareggiato con Sassuolo e perso col Milan (che è più di 20 punti dietro di loro), dove saremmo…”

Ma persino quelli della Spal, ultima se non sbaglio, avranno sicuramente da recriminare su molti punti persi malamente.

In questo modo torniamo al discorso iniziale: stupisce che i tanti sostenitori della tesi per cui “ciò che conta è il gioco” pretendano la testa di un allenatore che in una situazione obiettivamente difficilissima, non ha mai visto la sua squadra soccombere sul piano del gioco, ma solo in seguito a errori individuali clamorosi.

Intendiamoci, questo non lo assolve del tutto, come non elimina la necessità di capire le cause, perché quando un fenomeno si ripete non si può pensare alla casualità.

Su alcune situazioni ci può essere una responsabilità sua, anche se minore: per esempio sul gol preso a Napoli, sulla disposizione degli uomini in occasione della nostra rimessa laterale sbagliata da cui è venuto il gol di Dortmund, sino a non aver imposto che il rigore lo tirasse Lukaku e non Lautaro.

Altre situazioni possono essere riferibili a scelte tecnico-tattiche (ad esempio schierare Skriniar – Godin in posizione quasi da terzini destri che si fanno bruciare da un’ala veloce) ma in questi casi, bisogna vedere quali erano le alternative e se, aldilà della singola giocata, le alternative possibili avrebbero garantito un rendimento maggiore.

Tutte cose che non possiamo sapere.

Siccome nel calcio di oggi i dettagli sono sempre decisivi, su tutte queste situazioni si deve riflettere, non per eliminarle, perché errori e limiti ci sono in tutte le squadre, ma per diminuirne la portata, in prospettiva.

Poi ci sono le situazioni per le quali è difficile trovare responsabilità del mister: Handa che non trattiene una palla innocua, Candreva che tira anziché servire il compagno libero, Gaglia che scivola o manca il pallone, ecc.

Tuttavia anche questi infortuni nell’arco di un campionato accadono a tutte le squadra (chi non ha visto le… prodezze del portiere della nazionale, in juve – Milan?).

Avere uomini che uniscano alla solidità e alla personalità anche una tecnica che riduca al minimo gli errori è l’unico rimedio.

E’ anche quello per cui Conte si batte e che molti interisti gli…rimproverano.

Sì, perché viene insultato se a causa di infortuni prolungati di ben tre titolari contemporaneamente nello stesso reparto, lui schiera Gagliardini in tutte le partite, ma se poi chiede sul mercato due centrocampisti forti-forti gli si dice di provare a cambiare e trovare soluzioni interne, perché pretendere è troppo facile.

Sottinteso in realtà è il discorso sullo scarso utilizzo di Eriksen: peccato che Eriksen con ogni evidenza non sia un centrocampista, ma un attaccante-trequartista che può modificare proficuamente gli equilibri di squadra proprio se dietro ha due centrocampisti formidabili (quindi ce ne vogliono 4 in organico) e se almeno uno degli attaccanti sia disposto a fare l’Eto’o della situazione, a pro di Wes.

La mia opinione sull’Eriksen attuale sembra essere la stessa di Conte, che lo vede ogni giorno e sa cosa può fare, ma anche per esempio di Bergomi che molti criticano ma è una persona onesta, un interista e un grandissimo competente.

Anch’io lo avrei fatto entrare solo nel finale, a squadre stanchissime, a partita risolta e dietro un’unica punta.

L’avrei fatto entrare un po’ prima e dietro due punte, solo se intorno alla mezz’ora fossimo stati ancora sotto.

Vedo anch’io l’eleganza, la finezza (più che altro potenziale) di qualche giocata, ma il problema per me è che queste doti contano se finiscono per incidere sul risultato: le squadre di oggi sono TUTTE compatte e fanno in undici (in dieci) le due fasi.

Se Eriksen producesse 8-10 giocate determinanti a partita, si potrebbe organizzare la squadra in funzione sua (avendone gli uomini), altrimenti deve essere lui capace di giocare con personalità intensità e forza insieme alla squadra. Per POI dare qualcosa in più.

In alcune partite giocate dall’inizio il danese invece è stato praticamente latitante e questo a me dispiace più che a tutti i suoi ammiratori più sfrenati.

Il problema fondamentale, riconosciuto da ogni addetto ai lavori, è la questione dell’equilibrio.

So anch’io che ci sono diversi tipi di equilibri raggiungibili con giocatori e atteggiamenti diversi.

Concordo persino sul fatto che è meglio avere in squadra tanti attaccanti che difendono piuttosto che tanti terzini che attaccano.

Ma gli attaccanti che difendono devono essere disponibili e avere le doti atletiche e agonistiche per farlo nonché per ripartire in modo sanguinoso e poi devono essere grandissimi fuoriclasse:

  1. Dove abbiamo gli Eto’o lo stesso Pandev che cominciano a tener bloccati gli avversari, incutendo loro timore reverenziale?
  2. Dove abbiamo giocatori che, anche se non sono difensori, hanno una grandissima intelligenza calcistica (tempi e posizionamento), sanno ripartire in modo micidiale?
  3. Possiamo, in un mini-torneo che si gioca in tempi ristrettissimi e al sole di luglio trovare un equilibrio che preveda due punte come il belga che fa il pivot e Lautaro che gli gira attorno; dietro di loro il danese; a metà campo, fisso, il più scarso dei nostri cc, obbligato a giocarle tutte perché non ci sono altri, sui lati due esterni scarsi a difendere come Moses e Young, ma anche lo stesso Candreva e persino Biraghi? Oppure uno bravino a difendere come D’Ambro, ma incapace di giocare la palla quando deve partire da fermo e gli spazi si stringono?
  4. E per di più a destra del tridente difensivo un giocatore bravo (non importa se Skriniar o Godin), ma palesemente fuori ruolo e a disagio? E a sinistra uno bravo ad attaccare (Bastoni) ma ancora in fase di apprendimento delle malizie e della cattiveria che deve avere un centrale in marcatura?

Perché pensiamo che in questa partita il mister abbia messo D’Ambro a destra, in un match che si presentava d’attacco?

Forse non sapeva che Moses è il migliore ad attaccare gli spazi, ma non c’era e che lo stesso Candreva è meglio di D’Ambro a spingere, ma non se deve partire alto, da fermo e con più uomini davanti.

Allora meglio mettere uno che aveva gli stessi limiti ma almeno sui calci piazzati (9 corner, diverse punizioni laterali) entrava con più determinazione e nello stesso tempo poteva garantire una protezione al difensore debole su un giocatore atleticamente fortissimo come il Gallo, che usciva in fascia proprio per portare fuori il suo marcatore e metterlo a disagio?

La riprova della correttezza teorica delle scelte sta nel fatto che abbiamo iniziato bene, con belle manovre e senza concedere mai nulla al Toro, fino all’incredibile errore di Handa.

Poi la partita è cambiata e sono emersi i nostri limiti di sempre quando gli avversari si chiudono tutti e hanno giocatori con gamba per ripartire.

In pratica per tutto il primo tempo non abbiamo avuto più occasioni e a inizio di ripresa il rovesciamento del risultato è venuto da due azioni da calcio piazzato.

Temo tanto che senza questi ‘episodi’ avremmo rivisto un film deludente che troppo spesso i nostri ci hanno propinato.

La storia è sempre la solita: non abbiamo esterni che saltino secco l’uomo creando superiorità numerica; agli avversari basta fare densità a centro area per bloccarci le punte; noi siamo costretti a scoprirci e non avendo fulmini di guerra a metà campo (Gaglia e Borja, nel caso) nonché dietro, soffriamo questo atteggiamento tattico.

Con Spalletti avevamo fatto meglio con le grandi ma avevamo perso forse ancor più punti con le piccole.

Con Conte riusciamo a raddrizzare qualche risultato (ieri e a Parma, ma anche in casa col Sassuolo, per fare degli esempi) solo grazie alla veemenza degli assalti portati in massa quando la situazione è davvero critica.

Ma poi c’è un altro elemento: la difficoltà nel gestire, alla lunga, il risultato.

Pesano ancora gli stessi ‘vizi’ di organico già citati: centrali non rapidissimi, un solo esterno su 4 capace di difendere, centrocampo ridotto di numero (e dunque di qualità) che quando va in crisi dinamica non copre più a sufficienza.

A parte gli esterni, che comunque si equivalgono nella… incompletezza pur differente, ieri avevamo in panca Skriniar, e due diciottenni.

Poi Eriksen sul cui utilizzo mi sono già dilungato.

Il discorso sui giovani mi consente di tornare su una tesi della quale sono convinto e che ho più volte ribadito, senza incontrare grandi consensi, per la verità.

Il Toro ha schierato Millico, per esempio e il ragazzo che conoscevamo benissimo dalle giovanili, non ha per nulla demeritato.

Però quando ci si chiede: “se il Toro fa giocare Millico perché noi non possiamo far giocare Agoumé e Seba?”, le risposte sono numerose.

  1. Una prima risposta è: noi abbiamo 68 punti, il Toro 34. Dovrebbe significare che mediamente un giovane nell’Inter ha davanti a sé più giocatori affermati con cui confrontarsi, rispetto a uno del Torino.
  2. Ma non basta: Millico ha 20 anni e i nostri due ne hanno solo 18.
  3. Non basta ancora: guardate bene Millico ed è un giocatore muscolarmente arrivato. Ha forza per battersi con chiunque e la forza ti dà anche grinta e convinzione.

I nostri due sono visibilmente ancora in ‘costruzione’ e se, per esempio, Seba ha la grinta e la personalità per andare ad affrontare chiunque, purtroppo poi non ha ancor la forza per vincere il confronto.

Tecnicamente tra i due non c’è partita, ma uno è un giocatore, l’altro un progetto di giocatore.

Il discorso vale anche per Agoumé che è già più strutturato, ma chiaramente ha margini di crescita importanti sotto questo profilo.

Longo all’Inter, per dire darebbe un minutaggio ridottissimo ai due nostri giovani, mentre Conte ne darebbe uno importante nel Toro, a Millico.

Per dire che non esistono gli allenatori giovanilisti e quelli… come dire, maturisti?

Esistono gli allenatori che possono anche sbagliare ma fanno giocare quelli che in quel momento appaiono loro più competitivi.

Adesso siamo secondi: arrivare secondi o quarti secondo me non è la stessa cosa, per altri tifosi si e possono aver ragione, sono punti di vista.

Credo che secondi non arriveremo, perché l’Atalanta al momento ci è superiore.

Rispetto alla Lazio bisognerà vedere se sapranno riprendersi da questi tre brutti KO e bisognerà vedere come proseguiremo noi, che avremo intatti tutti i problemi verificati sino ad ora e in più un calendario in salita.

Il fatto che comunque, dopo 32 giornate, dietro la juve (con minor distacco rispetto agli altri anni) ci siano 3 squadre in un punto (mentre altre come Roma, Milan e Napoli sono al momento molto indietro) ci dovrebbe far riflettere sul fatto che il nostro percorso che SINO AD ORA, CONSIDERATI TUTTI I LIMITI CHE ABBIAMO SEMPRE EVIDENZIATO e gli inconvenienti capitatici, non è così disastroso come si vuol far credere.

Naturalmente molto dipenderà da come completeremo questo spezzone di campionato e soprattutto da come affronteremo le rimanenti (speriamo più di una) partite di EL.

Il giudizio sul gruppo e sui singoli difficilmente cambierà in modo radicale, ma è certo che con un secondo-terzo posto in campionato e una semifinale di EL (o anche… meglio) i ragionamenti in società e negli spogliatoi saranno più pacati e sereni e l’impatto degli stessi tifosi masochinteristi, meno assillante.

Le pagelle

Handanovic: 4.5 l’errore è stato clamoroso, frutto di superficialità inammissibile. In un‘altra occasione, ancora sotto shock è stato incerto mentre nel secondo tempo ha compiuto un bel salvataggio mi pare su Millico. L’errore giustificherebbe anche un 4, ma lasciatemi dire che solo chi capisce poco di calcio può dare un giudizio su un giocatore (in generale, non relativo alla partita) sulla base di un errore per quanto clamoroso: Ronaldo ha sbagliato un rigore, Lautaro pure, Skriniar un intervento decisivo, de Vrji pure, Messi ha sbagliato dei gol ecc. ecc. Ma Ronaldo resta Ronaldo, Lautaro resta Lautaro, de Vrji resta de Vrji, Messi resta Messi, ecc. ecc.

Godin: 7 una delle migliori prestazioni da quando è all’Inter e non solo per il gol. Dà sicurezza al reparto e prende spesso iniziative importanti.

(Skriniar: 6 gioca gli ultimi 25’ e controlla la sua zona senza difficoltà o distrazioni.)

de Vrji: 6.5 sembra in netta ripresa rispetto al recente passato. Controlla la sua zona di competenza e si fa vedere nell’impostazione.

Bastoni: 6.5 come spesso gli accade molto meglio in fase di costruzione e spinta. Da migliorare sul piano della marcatura (ad esempio, si perde il Gallo quando di testa colpisce la traversa).

D’Ambrosio: 6 ci mette tutto quello che ha, come sempre, ma la situazione tattica dopo il vantaggio granata non lo aiuta. Poco incisivo in avanti, copre abbastanza bene la zona difensiva dove agiscono Belotti e Ansaldi.

Candreva: 6 entra per gli ultimi 25’ minuti e copre la fascia con assiduità e la solita gran corsa. Manca un gol in modo abbastanza clamoroso.

Brozovic: 7 mi è sembrato in netta crescita. Gioca da centrale quando Borja arretra e da mediano con Gaglia quando lo spagnolo attacca. Smista molti palloni e interrompe azioni avversarie con interventi importanti. Più lucido che nelle ultime prestazioni.

Gaglia: 6.5 ancora una prestazione generosa, sembra non sentire la fatica delle reiterate presenze. Sbaglia qualcosa, ma in campo si sente. Prezioso, direi indispensabile, in questa fase. Poi, certo, esistono centrocampisti qualitativamente migliori di lui.

Young: 7 la scelta di D’Ambro a destra e dell’inglese a sinistra tiene conto della necessità di sostenere l’azione offensiva senza scoprirsi eccessivamente. Young attacca molto e in fase di spinta è pericolosissimo (un gol, un avvio di azione da gol, alcune conclusioni). Fortunatamente non viene impegnato molto nel difendere, che non sembra il suo forte.

(Biraghi: 6 il nuovo entrato del Toro, su quella fascia è abbastanza vivace e insidioso. Biro lo controlla bene e non corre rischi.)

Borja: 6.5 lavoro prezioso, soprattutto nella fase iniziale quando si propone molto svariando su tutto il fronte offensivo. Dopo il vantaggio torinista gli spazi si stringono, ma lui continua a operare con intelligenza e visione di gioco. Cala alla distanza, come è logico.

Sanchez: 7.5 un grande movimento, continuo, e alcune giocate di prima qualità. Qualche controllo in corsa è sontuoso, come alcune accelerazioni, non sempre precisissimo invece negli uno-due, nonostante l’ottima intesa con Lautaro. Determinante l’assist per Godin. Giocatore ritrovato.

Lautaro: 7 risponde alle chiacchiere da par suo: un assist decisivo per far svoltare la partita e il gol, oltre a qualche conclusione importante e una presenza nel gioco sempre incisiva.

Eriksen: sv pochi minuti, a partita decisa, da condurre solo in porto. Riesce a piazzare un paio di giocate eleganti ed efficaci.

All. Conte: 7 prepara la partita nel modo più efficace, considerati i giocatori a disposizione. Il gol subito per errore individuale clamoroso, mentre stavamo facendo la partita e annichilendo il Toro, toglie lucidità alla squadra. Dopo l’intervallo i suoi ragazzi mostrano finalmente quella cattiveria agonistica che lui ha sempre reclamato. I problemi e le difficoltà, come ho cercato di raccontare nel post, restano, anche se ‘nascosti’ dai due gol seguiti a calcio piazzato che ribaltano il match. Sarebbe indispensabile recuperare in fretta gli indisponibili e… non perderne per strada altri. Poi non… nuocerebbe avere l’appoggio di tutti.  Anche quando ci gira storta.

Luciano Da Vite

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199 pensieri riguardo “La situazione è ancora difficile, le scelte di Conte ci tengono in gioco: Inter – Torino 3-1

  1. Quando abbiamo preso Lukaku, Young e Moses le cose non soo andate malissimo. Quando abbiamo preso Eriksen invece i tifosi erano contentissimi. Come quando abbiamo preso banega, jovetic, rafinha

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  2. Il lavoro di Conte non è discussione, ma un’uscita del genere in pubblico sfascia quanto di buono è stato fatto. Oggi il divorzio sembra un’ipotesi quanto meno possibile, ed è veramente un peccato. A me sono parse affermazioni volte a tutelare la figura dell’allenatore, non del gruppo

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  3. Però, Giorgio, peccato che il gruppo non sembra condividere la tua opinione, almeno a giudicare dalla prestazione contro l’Atalanta.
    Poi c’è un’altra lettura forse improbabile ma possibile: che questa uscita anziché essere volta, nelle intenzioni a sfasciare quanto di buoo si è fatto, sia volta a impedire che quanto di buono si è fatto vega sfasciato nella prossima stagione.

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  4. Scusate quindi se la juve passa il turno con il Lione è per Sarri o se tocchiamo ferro, dovesse vincere la Champions l’avrà fatto per Sarri, io credo che i giocatori giochino per loro stessi principalmente per un ruolo chiave nella squadra per uno riconferma per un rinnovo, sentir dire che fanno parte di un pacchetto preconfezionato e che più che allenarli lui non può fare non mi sembra sia di grande sprone, quest’anno abbiamo fatto bene anzi molto bene ma a mio modo di vedere mai come in questo anno ho visto negli scontri diretti con la juve un loro strapotere andata e ritorno di hanno massacrati

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  5. se andrà via Conte è fallimento totale del “progetto vincente”

    come Spalletti dice le cose che bisogna mettere a posto per provare ad avvicinarsi. invece viene “distrutto” e mandato via..

    bah secondo me ha fatto un mezzo miracolo con tutto quello che è successo fra infortuni, salvo24, mail ai giornalisti, no 4 punta no incursore

    ecc ecc ecc
    però guadagna 12 mln quindi deve solo stare zitto farsi andar bene i Ranocchia e Gagliardini e vincere con quelli

    avanti il prox da stroncare

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    1. Felice concordo pienamente. Sono 2 anni che ripeto, pur sotto la nomea di juventino, come la società non tuteli la squadra e il lavoro dei mister….troppo spesso “lontani dal ‘ridicolo’ in cui han lasciato il mister ‘bombarolo’ solo”. Ci sono aspetti che vanno impugnati sul posto….il pensiero del mister “se non del tutto giusto quasi niente sbagliato” andrebbe valutato su quanto successo negli ultimi 2-3 anni, da quando il nuovo corso dell’inter ha cominciato ad esprimersi in modo evidente.
      Quello che è successo il 28 aprile 2018 a San Siro è l’emblema di tutto quello che ci hanno fatto e il simbolo di un paese che si permette il lusso ipocrita di condannare il “bombarolo” Conte.
      Un paese che si inchina a coloro che pretendono di tartassare coloro il cui cielo al centro ha colpito , coloro il cui cielo ai bordi ha scolpito.
      Sono con il Mister

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  6. Il fatto è che la dirigenza è comunque parte del club e che ha criticato vari aspetti nel corso dell’anno – prima il mercato, poi la qualità della squadra, adesso la poca protezione mediatica – mi sembra che sia sempre un modo di tutelare se stesso, di mettere le mani avanti. Detto questo spero resti e che la frattura si possa ricomporre.

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  7. Non è che se la juve vince ha vinto per Sarri per il semplice fatto che la juve è uno squadrone, se non ha vinto, in Europa, c’è andata vicinissima più volte con chiunque. Diciamo che qualunque allenatore alla juve avrebbe sfiorato la vittoria, sarebbe stato lì. All’Inter negli ultimi 10 anni nessuno è andato vicino al secondo posto o agli 82 punti finali. Quei punti, con quella rosa sono il trionfo di Conte e di un gruppo non composto da tutti giocatori eccelsi, ma da tutti giocatori che hanno seguito fino in fondo l’allenatore-guida.
    Il triplete l’hanno vinto i giocatori dell’Inter, ma con un altro allenatore non l’avrebbero vinto. Questo non toglie meriti a loro, anzi, li aggiunge. A prescindere da Conte io vorrei sempre un allenatore esigente con tutti, società, dirigenti, giocatori. E con se stesso. Con i signorsì che accettano tutto non si va lontano.
    Si può discutere se fosse il caso o meno di rivolgere le crticihe (che ritengo sacrosante) in pubblico. Io penso che se l’ha fatto voleva garanzie che nel chiuso di uno stanzino rischiavva di non avere. magari qualche garanzia non rispettata è costata in questa stagione un titulo. La cosa non si deve ripetere.
    Con tutto ciò io confemo la mia stima e la mia fiducia totale nella proprietà che si sta staglianod sulla scena italiana (per il momento) come l’unico gigate capace di impensierire la juve. Di qui le crtitiche di juventini e cripto juventini
    Confermo la mia totale stima per Marotta.
    Proprietà e Marotta possono senza dubbio aver sbagliato qualcosa perché nel calcio chi non sbaglia non esiste e l’allenatore ha il diritto dovere di indicare le correzioni necessarie dal suo punto di vista. torniamo al discorso sul fatto che l’unico dubbio è se sia stato opportuno dirlo pubblicamente. Conte ha ritenuto di si. Se lo ha fatto nel suo interesse esclusivo o in quello dell’Inter lo vedremo presto. Ma se anche lo avesse fatto pensando al suo interesse, in quel caso il suo interesse coinciderebbe con quello dell’Inter.
    Tutti ci lamentiamo della scarsa protezione di cui godono squadra e allenatore, ma se se ne lamenta Conte è un mezzo criminale.
    Tutti ci lamentiamo del fatto che la stampa sorvola sugli scandali altrui e inventa o amplia a dismisura fatterelli nostri. Ma Conte non lo può dire.
    Tutti pensiamo che con una quarta punta (e magari con un simil Vidal anziché Eriksen) avremmo vinto già quest’anno, ma Conte non lo può dire.
    Personalmente sono consapevole del fatto che uno scontro ttotale, politico, con il potere mafioso della juve avrebbe esiti drammatici per noi, come è stato per altri in passato. Alcune prese di posizione della società sono state di una durezza mai vista, per esempio ai tempi di Moratti. ma qualcosa si può migliorare anche in questo campo e stimolare i miglioramenti non è mai sbagliato

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    1. Eh no…un conto è stimolare i miglioramenti, altra cosa è sparare a zero su dirigenza e proprietà. Per cortesia cerchiamo di mantenere chiare le gerarchie in una Società; anche Mourinho ha alzato la voce per farsi ascoltare, quella di Conte è stata un’uscita che .a mio avviso,sarà più dannosa che efficace

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  8. “In merito all’articolo uscito oggi su Repubblica.it smentisco categoricamente il fatto di aver sentito dirigenti e giocatori della Juventus chiedendo “ma Sarri lo cacciano?” Querelerò chi ha scritto quest’articolo e il direttore responsabile della testata”.

    Lo dice Antonio Conte al telefono con l’ANSA, aggiungendo un’altra dichiarazione sul suo futuro all’Inter.

    “Ho sposato un progetto triennale con l’Inter e come ho sempre fatto nella mia vita lavorerò duramente e mi batterò con tutte le mie forze e con tutto quello che è nelle mie possibilità affinché sia un progetto vincente”

    Per adesso dobbiamo credere che questa sia la verità. Poi se emergeranno altre situazioni ne prenderemo atto.
    Conte è un uomo e un allenatore difficile e lo sapevamo noi come chi lo ha contrattualizzato. Abbiamo fatt in dieci anni un’infinità di sciocchezze. Facciamone una ancora e cerchiamo di metterlo nelle condizioni di vincere. Andasse male avremmo sempre perso una stagione (la prossima) in modo meno indecoroso che con Gasp, Strama, Ranieri, FDB ecc.

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    1. Perfetta disamina a mio parere.
      L’unico ad aver capito in pieno il suo approccio mi pare sia ravanelli a leggere le interviste. Nessun giornalista a quanto pare

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  9. oggi sono stato a Interello, ma per il codice Covid non è concesso l’ingresso al pubblico anche nei campi delle giovanili. peccato perchè la primavera ha giocato una amichevole e sabato ne giocherà un’altra, più importante.
    Il gruppo sembra essere diviso in due tronconi: uno in montagna, dove lavora con Beati e uno, più numeroso a Interello con Madonna (circa 22 giocatori). Non sembrano esserci giocatori nuovi, al momento, Madonna ovviamente confermato mentre Zanchetta dovrebbe tornare all’U17 e Chivu passare all’U18 per il criterio di continuità nella gestione del gruppo. Voci insistenti di un prossimo ingresso in società, non so con quali compiti, del Cuchu

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  10. credo che la scelta dei giocatori per la YL sarà fatta dopo Inter Getafe del 5 agosto, in ogni caso dovrebbero esserci tutti quelli dell’ultima stagione, perché questa non si considera ancora conclusa

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  11. Grazie per le news Luciano. Non sono intervenuto in questo periodo perché ammetto che veramente ho trovato questa ripresa del campionato e in questo modo, affatto interessante, non riesco a dare un commento particolare a quello che abbiamo visto in queste giornate. Vedremo se la EL darà spunti più interessanti. Luciano, ovviamente quando ti va di scrivere, manda pure, sempre pronto a mettermi all’opera.

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  12. Rinnovo i ringraziamenti a Luciano ed Emiliano per il loro impegno ; se fosse possibile un nuovo breve post per alleggerire i commenti…:)

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  13. Chiederei a Luciano un suo parere sulla (ormai) scontata conferma di mister Madonna. Niente di personale, ma credo che il suo ciclo si fosse concluso con la a stagione 2019/20. Secondo me un buon tecnico, aziendalista, ma eravamo abituati molto bene con mister Vecchi…. Si sussurrava nella promozione di mister Zanchetta (mi dicono un “ maestro” di calcio) o di Chivu. Io speravo tantissimo nell’ingresso del Cuchu, che -peraltro- citi anche tu. Tu che dici?

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  14. Meticoloso e altamente meritorio il rigore con cui a Interello si ossevano le norme anti covid: tamponi ogni 3-4 giorni per tutti, distanziamento negli spogliatoi, ecc. Sul Cuchu non so nulla. Ho raccolto solo voci ma non posso valutarne l’attendibilità. L’unica cosa che fa… sperare è che me l’abbia detto più di una persona.
    Secondo me, se ricordo bene, Madonna si è meritato ampiamente la conferma con le prestazioni del finale di stagione pre covid. E’ un allenatore che sa il fatto suo. Zanchetta è un grande maestro di calcio, su questo non ci piove. ma forse è più un formatore che uno specialista nel favorire l’ultimo step

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  15. Bella vittoria, giocando un calcio appena sufficiente, contro una squadra molto arcigna ma che ha dimostrato evidenti limiti tecnici.
    Per arrivare fino in fondo servirà di più, ma l’importante ad oggi è vincere

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  16. Nessun commento sulla partita. Sono andato su twitter e ho visto il trionfo di un pesniero unico che però è quasi opposto al mio. E sono troppo stanco, ormai, per aver voglia di ‘combattere’ per un’idea di calcio

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