La bellissima notte di San Siro ha reso evidenti verità difficilmente innegabili. L'Inter dispone al momento della dirigenza migliore d'Italia; Simone Inzaghi e il suo staff sono ormai di livello internazionale; i titolari, al top della condizione possono giocarsela con chiunque; la rosa è molto ampia e in alcuni casi le seconde linee, seconde linee non sono (ovvio che alcuni titolari siano comunque imprescindibili); la squadra sta disputando una stagione che, comunque si concluda, ha acceso l'entusiasmo di tifosi ed appassionati con una continuità di risultati e di prestazioni incredibili, al settimo mese di partite tutte fondamentali; il pubblico interista è il più entusiasta e il più fedele d'Italia e ha pochi rivali in Europa. Nel post il racconto della partita, che ha giustamente sottolineato il nostro valore assoluto, anche perché l'avversario che avevamo di fronte, la Juventus, è tutto fuorché una "squadraccia". Se una "squadraccia" infatti ci sta ancora attaccata dopo il percorso incredibile che stiamo facendo, questo significa svilire tutto quello che abbiamo mostrato finora. La partita di domenica ci ha visto prevalere contro una squadra forte, che gioca benissimo e dove per benissimo si intende "nel modo più idoneo a sfruttare al meglio le caratteristiche di cui dispone". Il loro gioco è efficace, del resto sono ancora lì a giocarsela; il nostro è più effervescente e piacevole e abbiamo dimostrato di essere più completi nel mix di classe e fisicità, ma è chiaro che non possiamo concederci nelle prossime partite cali di intensità e di concentrazione... Sugli scudi, su tutti, Benjamin Pavard, autore di una prestazione strepitosa, in entrambe le fasi; Calhanoglu, semplicemente spettacolo, sia in fase di contrasto sia nella costruzione e direzione del gioco, sia per intelligenza tattica; Mkhitaryan, solito mostro di intelligenza calcistica, da questo punto di vista sui livelli di un grandissimo della nostra storia come Esteban Cambiasso. Parliamo anche dell'Under 18 che vince 2-0 con il Lecce a Interello con le reti di Mazzola e di Lavelli, un "vero crack", prima punta dotata di potenza, scatto e elevazione e che vede la porta come pochi. Bene Zanchetta, la sua squadra ottiene risultati e gioca bene, nonostante gli mancassero almeno cinque titolari.
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L’importanza delle vittorie sofferte: Atalanta – Inter 1-2
Soffrire a Bergamo è normale per chiunque, soffrire ma vincere riuscità a pochi. E per riuscirci bisogna tener botta quando i bergamaschi danno il massimo e provare a sorprenderli poi. Noi ci siamo riusciti, anche correndo qualche rischio, ma alla fine concedendo pochissimo. E per stare nel range delle squadre più forti, spesso è proprio la capacità di soffrire a fare la differenza. Possiamo dire che fino al goal del 2-1 abbiamo corso pericoli, ma abbiamo evitato che Sommer venisse impegnato. Principali difficoltà arrivavano da Zappacosta, che vinceva parecchi duelli contro Dimarco per mettere in area diversi cross interessanti, e dalla posizione assunta da Lookman. L'ingresso di Darmian e posizionamento più basso di Dumfries hanno dato un nuovo equilibrio alla partita, che poi abbiamo vinto anche alla presenza in rosa di giocatori di classe capaci di organizzare ripartenze efficaci, vedi la palla di Calhanoglu per Darmian e quella di Asllani per il goal di Lautaro. Intanto la Primavera di Christian Chivu continua il percorso importante che sta portando avanti dall'inizio del campionato. Prima in classifica dopo nove giornate con sette vittorie e due soli pareggi: migliore attacco e miglior difesa. Nell'ultimo turno ha battuto due a zero il Genoa (Di Maggio e Akinsamiro) in una partita meno spettacolare rispetto al solito. Contro una squadra molto compatta e forte fisicamente e che ha giocato un'ottima partita difensiva, sono stati determinanti gli ingressi di Di Maggio e Zuberek, che hanno rafforzato la produzione offensiva, consentendo al resto della squadra un atteggiamento meno arrembante e rischioso. Note molto positive dal reparto difensivo e in particolare dalla coppia composta da Stante e Matjaz.
Due partite contro il Salisburgo: vinta quella che conta
L'entusiasmo dopo l'importante vittoria in Champions contro il Red Bull Salisburgo è giusta, soprattutto dopo il contraccolpo degli stop negativi e inattesi contro Sassuolo e Bologna, dove si erano rivisti i difetti della frazione peggiore della scorsa annata. Per quanto riguarda la partita con il Salisburgo valgono alcune delle considerazioni espresse dopo la partita contro il Torino: una partita difficile, dove abbiamo sofferto un po' troppo, nella fase iniziale e anche a inizio secondo tempo, quando abbiamo subito il goal del pareggio. Alcuni difetti sembrano essere ricorrenti, si sono evidenziati contro Sassuolo e Bologna e anche contro il Salisburgo. La questione è: se come squadra in questo momento siamo al top della condizione fisico-atletica, c'è da nutrire qualche preoaccupazione; se invece abbiamo margini di crescita sotto questi profili e sotto quello tattico, allora avere portato a casa questi risultati si rivelerà determinante. L'altro discorso, al di là della prestazione positiva di Sanchez, riguarda la necessità di recuperare in fretta il migliore Arnautovic e/o di prendere a gennaio qualcuno di spessore. Partita imprevedibile invece quella di Youth League tra i nostri ragazzi e i pari età del Salisburgo. Nel primo tempo si è vista una sola squadra in campo, il Salisburgo, che ha dominato la partita, poi nel secondo tempo abbiamo completamente ribaltato la situazione. Nel post Luciano Da Vite ne parla ampiamente, facendo un racconto e un'analisi completa della gara.
Qualcosa di meraviglioso: Inter – Milan 1-0 (3-0)
Nel doppio confronto la nostra superiorità è apparsa netta. Il tre a zero complessivo chiude la porta ad ogni discussione: non sempre nel calcio i numeri esprimono tutta la verità (intendo in una singola partita) ma questa volta la differenza l'hanno fatta i nostri attaccanti che hanno sfruttato le occasioni costruite. La storia non si fa con i se e con i ma, ma è vero che le due grandi occasioni sbagliate dai rossoneri nel primo tempo avrebbero potuto quanto meno mettere a ben altro rischio le nostre coronarie. D'altra parte in una semifinale di CL è quasi impossibile non concedere un paio di occasioni nel corso degli oltre 180 minuti di gioco. Resta il fatto che noi siamo a Istanbul, il Milan resta a casa e che nei quattro derby del 2023 loro non sono riusciti a segnarci neppure un gol e li hanno persi tutti. Sebbene loro abbiano vinto per due punti lo scorso campionato, resta confermato che al momento abbiamo ancora un buon vantaggio di qualità complessiva. In termini di prospettive, nella situazione data abbiamo ottenuto il massimo (con un grande interrogativo non tanto su Istanbul, quanto sull'accesso alla CL ancora in discussione, con un calendario tremendo) e quindi la politica societaria di cercare di restare competitivi (coniugando il dogma della competitività con quello del contenimento dei costi, sarà molto probabilmente così anche nel prossimo futuro) è stata azzeccata, ma adesso bisognerà coniugare la esigenza di restare competitivi con quella del ringiovanimento e di una riduzione dei costi(anche se, potendo, sarebbe meglio ottenere un incremento delle entrate). Pertanto, prima del racconto della partita, si dedica ampio spazio a come - in un percorso che possiamo dire sia cominciato con l'arrivo di Beppe Marotta all'Inter nel dicembre del 2018 - siamo arrivati a questo punto e con quali criteri e sistemi di valutazione è stata costruita questa squadra, facendo pure un raffronto con le altre due squadre protagoniste di questa stagione calcistica in Italia, cioè Napoli e Milan, e individuando i problemi (ce ne sono in tutti i reparti) che bisognerà cercare di risolvere nella prossima sessione di mercato. Fermo restando che c'è una stagione da finire e che tutti gli impegni che abbiamo davanti sono certamente anche entusiasmanti (come definire altrimenti una finale di Champions e abbiamo ovviamente anche una finale di Coppa Italia da giocare) ma soprattutto ad elevato quoziente di difficoltà.
In due anni smontato lo squadrone dello scudetto: Inter – Empoli 0-1
In due anni mezza squadra è stata ceduta o ha avuto flessioni di rendimento clamorose. E adesso c'è la certezze di una nuova partenza. Togliete alla squadra Campione d’Italia Brozo, Lukaku, Hakimi, Perisic, Eriksen e ora Skriniar e il ridimensionamento è certo, soprattutto se i sostituiti non sono all’altezza. Senza parlare di Handa, odiato dai tifosi, ma se avesse preso un gol come quello oggi subito da Onana lo avrebbero linciato. Rispetto al miglior Handa sicuramente c’è un altro grande giocatore in meno. In due anni è stato smontato lo squadrone dello scudetto. Chi ha distrutto il giocattolo? La proprietà? La dirigenza tecnica? L'allenatore? Probabilmente tranne la proprietà, che semmai ha la sola "colpa" di non aver trovato conveniente vendere, senza essere nelle condizioni di fare un mercato all'altezza delle condizioni storiche, tutti gli altri hanno un po' di colpa. Parliamo nel post delle scelte dell'allenatore e delle scelte fatte nella gestione del mercato. Ne esce un bilancio per forza di cose negative. Resta il fatto, infatti, che da due anni quando arrivano le prove decisive, anche contro avversarie non irresistibili, le falliamo. L'obiettivo fondamentale adesso, è scontato, è cercare di arrivare tra i primi quattro, ma non sarà facile per la concorrenza, oltre che di Napoli e Milan, della Roma, che ci ha raggiunto e giocherà il ritorno in casa (ha già il vantaggio della vittoria nello scontro diretto) e poi di Lazio e Atalanta. Spazio al weekend del settore giovanile. Attenzione a tutte le partite disputate dai nostri ragazzi con particolare attenzione alla partita dell'Under 17 impegnata contro il Como (vittoria finale per quattro reti a due) e dell'Under 15, che ha ottenuto una "sonante" vittoria contro i pari età dell'Udinese per otto reti a uno.
Primavera da sogno, estate da incubo
L'estate è oramai alle spalle e il calciomercato è giunto agli sgoccioli. Adesso si comincia a fare sul serio: il Genoa non giocherà con leggerezza e sarà una partita durissima. L'augurio è che si un inizio festoso, che ci ripaghi delle sofferenze patite in estate a causa dell'addio di Conte e delle cessioni di Hakimi e Lukaku. Conosciamo tutti la crisi finanziaria in cui versa la società, è enorme, e questo costituisce un dato oggettivo. Nella situazione data, Marotta ha creduto nelle sue capacità personali di superare comunque le difficoltà operando con un "mercato creativo": con meno di quindici milioni ha preso Dumfries, Calhanoglu e Dzeko. Il valore dei tre giocatori in assoluto non è pari a quello di Hakimi, Eriksen (non conosciamo ancora il suo futuro) e Lukaku, ma sono tre buoni giocatori e qualche cosa da qui alla fine del calciomercato potrebbe ancora succedere: se arrivasse un altro attaccante e Nandez, la squadra sarebbe sicuramente competitiva per potere lottare per il titolo. Intanto è arrivato un nuovo allenatore: Simone Inzaghi. Non ha il curriculum di Antonio Conte, ma ha fatto bene con la Lazio, è ambizioso e molto motivato. È anche lui un "martello". L'incognita maggiore è la capacità di gestire al meglio il gruppo, con una proprietà assente e una "canea" di giornalisti pronti a dare addosso a lui e all'Inter con qualunque pretesto. Ha delle carte positive da giocare (la presenza di Marotta, l'Inter è comunque una buona squadra, un sistema di gioco che con alcune varianti è comunque consolidato...) ma dovrà misurarsi con una pressione incredibile e reggere in quella che l'immaginifico Trap ha definito a suo tempo "una centrifuga". Buon campionato a tutti i cuori nerazzurri.
Una serie interminabile di conferme: Juventus – Inter 3-2
Chiariamo subito una cosa, prima che sorgano equivoci incresciosi: per noi è come se l'Inter avesse vinto questa partita 3-2. Il goal di Lautaro era regolarissimo, come tutti hanno visto, e Perisic non ha commenso nessun fallo da rigore. Inoltre Kulusevski è stato graziato del secondo cartellino giallo e questo compensa abbondantemente l’eccessiva severità nel secondo giallo a Bentancur. Tutto questo è stato riconosciuto persino da critici e giornalisti malevoli vero l’Inter e addirittura da qualche juventino onesto. Juventus - Inter è stata una parita che ha dato indicazioni importanti: quella più importante è che l'Inter è una suqadra molto forte, sul piano tecnico, atletico, della personalità, del carattere e della quadratura. Allo stesso tempo è indubbio che ci siano delle situazioni da migliorare e margini di progresso importanti, se sarà possibile intervenire per correggerli. Questa Inter non potrà essere competitiva sia in campionato che in CL, nella prossima stagione, senza almeno un paio di inserimenti di qualità. La situazione attuale desta preoccupazione: le difficoltà finanziarie ci sono. Dire che ne abbiano anche gli altri non è confortante. La verità è che alla nostra proprietà, alla dirigenza e allo staff tecnico spetterà un compito particolarmente difficile: come affrontare il problema della conservazione degli ingaggi e contemporaneaemente presentare progetti tecnici convincenti. E attuare le due direttive e al contempo rafforzare la squadra, appare quantomeno complesso...
All’apparir del vero, tu, misera, cadesti: Inter – Sassuolo 3-3
Dopo Inter - Sampdoria avevamo scritto di sogni e di realtà. I sogni consistevano nella speranza di possedere già uno squadrone di primo livello e di poter competere subito per la vetta del campionato. La realtà (il "vero", presentatosi nella sua crudezza anche se non senza preavviso) era la consapevolezza della quantità rilevante di problemi che rende i sogni, dal punto di vista razionale, mere illusioni. Con la rosa attuale e con partite ogni tre giorni, non esiste purtroppo match nel quale partiamo favoriti, se non su di un piano puramente astratto e insignificante. Nel post sulla partita con il Sassuolo e in previsione del prosieguo della stagione, chiamiamo in causa anche il mercato, quello passato e quello futuro. In prospettiva abbiamo due necessità impellenti: giocatori di complemento più forti di quelli attuali, ma anche e soprattutto campioni veri, trascinatori, elementi autorevoli, uomini guida per riconoscimento dei compagni. Non ci resta che cercare di finire bene, dando tutto comunque e preparandoci al meglio per... la terza competizione, dopo aver visto sfumare i sogni di conquista delle prime due.
Parmigiana indigesta: Inter – Parma 2-2
Come tutte le partite anche il pareggio casalingo contro il Parma per 2-2 (reti di Candreva e Lukaku) ha fornito insegnamenti e indicazioni importanti. Il mister ha parlato apertamente di situazioni da migliorare in campo e fuori e allo stesso tempo ha rivendicato meriti e responsabilità e richiamato a uno sforzo unitario di tutte le parti. Ha anche parlato di una certa preoccupazione per le difficoltà di questo momento (già evidenziate dopo le vittorie contro Sassuolo e Borussia): una rosa che ha solo 14-15 giocatori all'altezza, di fronte alle ristrettezza per gli infortuni e al succedersi di impegni uno dietro l'altro, è per forza costretta a inevitabili cali di concentrazione e lucidità. I risultati ottenuti costituiscono un bicchiere sicuramente mezzo pieno più che un bicchiere mezzo vuoto, ma una analisi di questo tour de force (non sarà l'ultimo...) spinge a valutazioni più ampie dal mercato al sistema di gioco, ne parliamo qui unitamente a una cronaca della partita e sintetiche pagelle.
L’insostenibile complessità del calcio: Sassuolo – Inter 3-4
Crestomazia: abbiamo riunito in un unico testo l'antologia delle spiegazioni trovate in rete o in tv per i due volti mostrati dall'Inter (e dal Sassuolo... incidentalmente) nella prestazione del Mapei Stadium. Il modulo, la mentalità, il calo di energie, la scarsa qualità, i cambi sbagliati, la dispendiosità del sistema di gioco: alcune di queste considerazioni sono in contrasto tra loro, ma se tutte hanno un fondo di verità, nessuna è sufficiente per spiegare ciò che è accaduto nel bene e nel male. Nel post analizziamo tutti questi aspetti per dimostrare una tesi di fondo positiva e ottimista, cioè che quello che conta è l'aver dominato quasi tutta la partita, anche in assenza di sei giocatori importanti.









