
Chi mi conosce sa che ho un metro particolare per giudicare i singoli risultati, ovviamente non vedendoli come fini a se stessi, ma come prospettiva per l’andamento stagionale.
Considero un ottimo segnale vincere quando sul campo si incontrano serie difficoltà; è un pessimo segnale perdere punti quando magari si gioca bene, si creano tante occasioni, ma non si riesce a portare a casa i tre punti, a volte, come accaduto con Bologna e Sassuolo, partendo da una situazione di vantaggio.
Vista in questa prospettiva la partita di Torino serve a ridarmi un po’ della fiducia che avevo perso dopo i due match citati.
Guardando il risultato, si può pensare: ma che c’entra? Abbiamo vinto 3-0 in trasferta, dunque abbiamo dominato.
Non è così a mio parere, perché per un’ora la partita è stata in bilico e probabilmente il portiere più impegnato è stato il nostro: al 17′ quando esce in tuffo, rischiosissimo, per respingere con i pugni un cross teso; al 35′ quando devia con un grande intervento il tiro a giro di Seck destinato all’angolo lontano; al 43′ quando, su cross di Bellanova, Pellegri anticipa i nostri difensori e impegna seriamente di testa Sommer.
Il primo quarto d’ora del secondo tempo prosegue sulla stessa falsariga, poi le cose cambiano dopo il triplo cambio di Inzaghi e l’infortunio di Schuurs.
Intendiamoci, in realtà l’Inter aveva tenuto il pallino del gioco anche nei primi 20-25 minuti di gioco, ma non era riuscita a rendersi pericolosa. C’era il rischio di assistere a un film già visto, con i nostri che attaccano… e gli avversari che segnano…
Invece non è andata così: abbiamo difeso di squadra e anche grazie alle parate di Sommer abbiamo passato indenni la fase del match in cui il Toro ci ha creato qualche difficoltà.
Incidentalmente devo dire che non credo alla tesi di un’Inter che ha volutamente cominciato più prudente, per conservare energie per il finale, anche perché ci sarebbe stato il rischio di dispiegare queste enrgie quando già eravamo sotto di un paio di gol.
No, secondo me dal 20′ del primo tempo sino al gol del nostro vantaggio il Toro ci ha semplicemente messi sotto con il ritmo, l’aggressività e una disposzione tattica azzeccata.
Il gran gol di Thuram, poi, ha cambiato le sorti del match e da quel momento l’Inter ha ampiamente legittimato il successo.
Ho letto stamane il titolo di Tuttosport dove si afferma che la gente è stanca di Cairo e Juric: secondo me è una vera follia.
Il Toro ha una buonissima squadra, al momento indebolita da qualche infortunio di troppo e appunto per un’ora ci ha messo in difficoltà, soprattutto per la lettura accurata del match da parte del suo allenatore.
Juruic conosce bene la difficoltà che incontra l’Inter ad affrontare difese chiuse: lo sbarramento centrale era fitto e quasi impenetrabile: i rischi potevano venire dalle fasce ma il loro mister ha provveduto tenendo alti a destra Bellanova (in grande crescita rispetto alla scorsa stagione) e a sinistra Lazaro.
I nostri due esterni erano impegnati contro i loro esterni di centrocampo oltre a Seck, attaccante di destra e a Vlasic ,che in fase offensiva raddoppiava Lazaro, mentre i due centrali Ricci (ottima prova) e Linetty stavano a protezione della difesa.
Naturalmente gli esterni spendevano molto, soprattutto Bellanova, autore di un paio di recuperi difensivi importanti, perché da quella parte Dimarco spingeva più di Darmian.
Dimarco per altro appariva meno effervescente del solito, forse accusando un po’ di stanchezza.
Quando il toro ha preso un po’ di sicurezza (visto anche che dietro i tre centrali riuscivano a prevalere contro le nostre punte) ha alzato i centrocampisti (e Ricci è andato al tiro in 2-3 occasioni) e ha provato a fare la partita.
Non so quanto abbia pesato l’infortunio di Schuurs: di certo ha tolto un po’ di sicurezza dietro, ma probabilmente c’è stato anche un calo di intensità in chi aveva speso molto e le sostituzioni dell’Inter sono state determinanti per sfruttare la situazione.
Soprattutto a destra, dove Dumfries stava più alto di Darmian (nel frattempo arretrato al posto di Pavard).
A sinistra infatti Carlos Augusto continuava ad avere qualche difficoltà nel contenere Bellanova.
Proprio a destra nasceva il gol del vantaggio, con un’incursione di Dumfries, la difesa del Toro che si appiattisce sulla linea e Thuram che con grande intelligenza se ne distacca per raccogliere l’assist di un Dumfries migliorato nelle scelte di gioco, per infilare con un colpo da biliardo.
Poco dopo segna Lautaro su angolo di Calha deviato per lui da Acerbi e in pratica la partita finisce, anche se al 92′ Miki dimostra che anche i vecchi…corrono (e anche i giovani si fanno male) con un percussione tremenda stroncata da dietro con un fallo da rigore e Calha non fallisce dal dischetto.
Ma ormai inevitabilmente il Toro si era aperto e i meccanismi tattici predisposti da Juric erano saltati.
C’è un altro dato interessante da considerare per evidenziare il fatto che il match è stato più in equilibrio, almeno nella prima ora, rispetto a quanto dica il risultato: l’Inter ha si concluso le sue azioni con un tiro 14 volte contro i sette del Toro, ma ha concluso nello specchio della porta solo 4 volte, quasi in equilibrio perfetto con le conclusioni dei granata (3).
Dunque è stato decisivo solo il cinismo in fase realizzativa: basta confrontare i dati con le conclusioni effettuate contro Bologna e Sassuolo…
Ma anche altri dati confermano il sostanziale equilibrio e dunque le difficoltà incontrate dall’Inter nella prima ora di gioco: ad esempio i dati sul possesso palla e soprattuto quelli sul possesso palla nella metà campo avversaria sono molto vicini.
Addirittura il toro ha avuto più possesso di noi nella metà campo offensiva, ma questo si spiega con la necessità di tentare il recupero nella mezz’ora finale.
Resta il fatto che l’Inter ha sfondato quando è riuscita a verticalizzare, sulla destra con Dumfries e sulla sinistra con la percussione profonda di Miki. Poi il terzo gol, secondo in ordine cronologico è venuto sugli sviluppi di un calcio piazzato.
Vincere questa partita era indispensabile, sia per i risultati delle altre, con Napoli e Lazio che tornano a correre, sia perché ci aspettano due partite fondamentali per la nostra stagione, con Salisburgo e Roma.
Anzi, la doppia sfida con gli austriaci può decidere la qualità della nostra annata, in prospettiva; il match contro la Roma, difficilissimo in sé è ad alto rischio, per conto mio, per le probabili conseguenze.
Temo infatti che insulti e forse anche BUU della curva indirizzati contro il ‘reprobo’ Lukaku, oltre a moltiplicare le forze del colosso belga possano arrivare a mettere a rischio la squalifica del campo.
Comunque affrontare queste partite dopo una netta vittoria sul campo mai facile del Toro è un buon inizio.
Le pagelle
Sommer 7: due begli interventi, su Seck e Pellegri quando ancora il risultato era in bilico. Io preferisco i portieri un po’ più alti, ma lui trasmette comunque sicurezza.
Pavard 6: viene battuto sul tempo da Pellegri che di testa impegna seriamente Sommer. Per il resto ordinaria amministrazione, ma poca spinta, forse per ordine del mister.
(Dal 12’ s.t. Dumfries 7: quando il mister lo manda in campo riusciamo finalmente a trovare profondità su quella fascia e quasi subito arriva il gol del vantaggio. Sembra in ottima condizione ed è molto migliorato nella scelta della giocata.)
de Vrij 7: partita perfetta in fase di contenimento e positiva anche per qualche uscita che avvia con qualità la transizione offensiva.
Acerbi 6,5: ovviamente da centrale puro si trova più a suo agio che da braccetto dove per il gioco di inzaghi gli vengono richieste abilità tecniche che non sono nelle sue corde. Comunque il suo contributo (compresa la spizzata per il gol di Lautaro) resta fondamentale.
Darmian 6: schierato inizialmente da quinto, si impegna nel contenere più che nella spinta e alla squadra viene un po’ a mancare la consueta capacità offensiva su quella fascia. Riportato sulla linea a tre, si ritrova più a suo agio
(Dal 45’ s.t. Bisseck s.v.)
Barella 6 di stima: forse è ancora frastornato dalle calunnie, fortunatamente rientrate, sul caso scommesse. In ogni caso non sembra in condizione ottimale. Sempre tanto movimento ma senza la solita lucidità.
(Dal 12’ s.t.Frattesi 6,5: sicuramente più fresco e pimpante del compagno sostituito, si distingue per grinta ritmo e per l’ormai abituale qualità di incursionista.)
Calhanoglu 7,5: Dio salvi non la regina, ma Calha, Lauti e Thuram, altrimenti sono guai. Giocatore determinante, sia in fase di contenimento sia per l’organizzazione del gioco e abile anche in fase conclusiva. Calcia il corner del 2-0 e realizza il rigore del terzo gol in modo impeccabile.
Mkhitaryan 6,5: uno dei giocatori con più presenze, nonostante l’età, ha il compito di raddoppiare sullo scatenato Seck che un paio di volte gli scappa. difende più con intelligenza tattica che con mentalità da interditore e qualche volta non basta. però è fondamentale per le ripartenze che organizza per gli altri o mettendosi in proprio, come in cocasione dell’incursione profonda che al 93′ gli vale il calcio di rigore.
Dimarco 5,5: forse è un po’ stanco, anche per le partite dispendiose con la nazionale, fatto sta che fatica sia nel contenere Bellanova, sia nel proporsi in fase offensiva . La prestazione non brillante dei due esterni è probabilmente una delle cause delle difficoltà incontrate dall’Inter nel primo tempo.
(Dal 12’ s.t.Carlos Augusto 6: a differenza di Dumfries dopo il suo ingresso gioca più di posizione, tenendosi basso per contrastare le folate di Bellanova, che comunque un paio di volte lo salta. Il suo forte è sicuramente nella propensione offensiva.)
Thuram 7: si conferma giocatore importante, determinante per questa squadra. L’impressione è che come punta centrale abbia ancora margini di crescita, ma già così per il lavoro che svolge, la qualità che ci mette e il fiuto del gol è irrinunciabile.
Lautaro 7: gli esterni non riescono ad aprire la difesa granata e lui viene marcato spietatamente e talvolta rudemente. Non gli arrivano palloni e spesso, con intelligenza, esce a procurarseli e a giocarli per i compagni, ma così viene a mancare la pericolosità in un centro area iper presidiato. I numeri comunque parlano per lui
(Dal 37’ s.t. Klaassen s.v.)
All. Inzaghi 7: dopo i cambi, se la squadra vince l’allenatore è un genio, se non ce la fa, ha sbagliato i cambi. Naturalmente non è quasi mai così, nel bene (come ieri) e nel male, come altre volte. Lui deve affrontare tre partite difficilissime in sette giorni e con due soli attaccanti titolari, per di più appena tornati da trasferte con le loro nazionali. Ruota i giocatori secondo un programma ‘scientifico’: qualche volta gli va bene, qualche volta no.
Diciamo che stavolta ha avuto ragione, ma un consuntivo più serio lo si potrà valutare alla fine del ciclo
Giovanili
Under 16: Inter – Cittadella 1-0 (Curcio)
Dopo la sconfitta di Cagliari (1-2 con due gol subiti su calcio piazzato, in una giornata disturbata da un vento fortissimo nella quale comunque non abbiamo giocato bene come contro Milan e Atalanta), siamo ritornati alla vittoria, contro l’ultima in classifica in una gara deludente sul piano del gioco e della capacità di creare occasioni.
E’ vero che abbiamo concesso poco anche a loro, ma la superiorità tecnica individuale era piuttosto netta: eppure non siamo riusciti a farla valere concretamente.
Anche la scusa del discreto turn over, motivato dall’incontrare l’ultima in classifica, non può essere una giustificazione, se si pensa che questo gruppo, 4 mesi fa si è laureato campione d’Italia.
L’involuzione appare preoccupante, a meno che i nostri non siano in ritardo nella crescita (si sa che non tutti evolvono con gli stessi tempi e ritmi).
Mancavano diversi titolari dal portiere Farronato, al terzino sinistro Sorino, al centrale Bovio, al centrocampista Grisoni Fasana, al trequartista o seconda punta Moressa, agli attaccanti Franchi e Carrara (entrato negli ultimi 15′). Tutti passati agli U17 o infortunati.
I veneti hanno giocato coperti, chiudendo bene tutti gli spazi e cercando di ripartire con discrete verticalizzazioni.
Ormai tutte le squadre sono messe bene in campo e cercano di giocare la palla sin dai primi disimpegni difensivi, la differenza la fa eventualmente il passo diverso e la qualità di qualche singolo.
Questa la formazione iniziale:
Dorigo
Lissi, Pavan, Peletti, Moranduzzo
Virtuani, La Torre, Orlacchio
Vukay
Stefani, Curcio
In panchina: Battagliola, Suppa, Breda, Leoni, D’Agostino, Grisoni Fasana, Carrara, Gjeci.
Quasi tutti sono entrati nel corso del secondo tempo (incomprensibile a mio parere la scelta di sostituire i due esterni difensivi, decisamente fra i migliori, soprattutto Lissi, mentre come noto Moranduzzo si adatta – bene – a quel ruolo in assenza di Sorino).
Dorigo non è stato molto impegnato, i centrali abbastanza sicuri anche se il loro centravanti era insidioso, Orlacchio e Curcio m i sono parsi sufficienti, anche se non al loro top, soprattutto l’ex milanista.
Molto bene, oltre a Lissi, La Torre e Virtuani (quest’ultimo non ha un gran fisico, ma dispone di notevole facilità di corsa e gioca la palla da centrocampista di livello).
Non mi ha entusiasmato la punta Stefani, di cui pure mi avevano parlato bene e il trequartista Vukay, anni fa un mio pupillo, ma non ha messo (ancora?) i cm e la forza fisica necessari per imporsi.
Le cose sono andate meglio nel finale, quando è entrato Grisoni Fasana e soprattutto sono entrate le due punte Carrara e Gjeci.
L’albanese (7 gol in 4 partite con l’Under 15) per la prima volta mi ha convinto anche giocando sotto età, sia pure per uno scampolo di partita.
Under 19: Inter – Sassuolo 4-0 (autorete Cannavaro, Sarr, Akinsanmiro, Kamate)
Formazione:
Raimondi;
Aidoo, Stante, Matjaz, Motta (31′ st Miconi)
Akinsanmiro, Stankovic, Berenbruch (16′ st Bovo)
Kamate (16′ st Vedovati), Sarr (16 st Spinaccè), Quieto (31′ st Diallo)
A disposizione: Tommasi, Nezirevic, Guercio, Ricordi, Mazzola, Alexiou.
Un’Inter molto brillante liquida in modo perentorio il Sassuolo che forse in questa stagione è un po’ incostante nei risultati, ma resta nella parte alta della classifica e in precedenza ha battuto Samp ,Atalanta e Roma.
Anche a Interello, per quasi un’ora i neroverdi hanno disputato una buona gara impegnando i nostri e garantendo uno spettacolo da parte di entrambe le squadre, gradevolissimo.
Poi, sul 3-0 la partita chiaramente non ha avuto più nulla da dire e l’Inter ha provveduto a numerose sostituzioni anche in vista della gara di martedì per la Youth League contro il Salisburgo.
Avevo scritto che quest’anno la squadra ci avrebbe fatto divertire ma forse non aveva la quadratura giusta per arrivare sino in fondo.
Devo dire che con il lavoro e con l’individuazione più precoce del solito dei 16-18 titolari Chivu sembra aver risolto anche i problemi di solidità e le quadrature tattiche, pur se è prudente aspettare verifiche ulteriori.
Mi confortano in questa opinione anche le parole di mister Bigica il quale ha sostenuto che Inter e Milan sono le due squadra più forti del campionato.
Di fatto la squadra schierata oggi si può considerare composta da tutti titolari, insieme naturalmente a quelli oggi assenti (il portiere Calligaris, il terzino Cocchi, gli esterni Enoch e Zefi, il centravanti Zuberek, Di Maggio – oggi in tribuna – e ad alcuni subentrati nel secondo tempo (Miconi, Guerci, Stabile, Bovo e Spinaccè).
Per un’ora abbiamo assistito davvero a una partita di alto livello per la categoria, con i nostri che prevalevano per numero di occasioni, ma con il Sassuolo che provava a tener botta e a ripartire.
A me pare che in categoria oggi nessuna squadra possa essere pari alla nostra, complessivamente, nei tre di centrocampo, ma anche i centrali sono solidissimi e bene assortiti, i terzini svolgono al meglio il doppio lavoro, soprattutto in fase di spinta dove creano spesso supremazia insieme agli incontenibili Kamate e Quieto.
C’è poi la grande sorpresa Sarr, che migliora di partita in partita e oggi secondo me fa parte del gruppetto di 5-6 giocatori che possono essere convocati, se non giocare, con la prima squadra.
La cronaca essenziale
L’Inter parte subito forte, con alcuni pericolosi inserimenti di Berenbruch e Akinsanmiro, ma il Sassuolo contrattacca con Russo che dopo una decina di minuti cade in area e protesta, ma giustamente l’arbitro fa cenno di proseguire
Poco dopo è ancora pericoloso il Sassuolo e Motta deve esibirsi in una prodigiosa diagonale difensiva per sventare la minaccia.
I ritmi sono comunque molto alti e i capovolgimenti di fronte frequenti
Intorno al ventesimo Sarr conclude in porta, ma l’arbitro annulla per un probabile (dal mio punto di visuale) fuorigioco.
Alla mezz’opra è Berenbruch con un colpo di testa perfetto a indirizzare la palla proprio nell’angolino, ma il loro portiere si salva con un intervento strepitoso.
Una punizione di Stankovic che finisce di poco alta fa da preludio al gol del vantaggio. Quieto sulla sinistra si libera dei suoi marcatori e dal fondo mette in mezzo: Sarr si avventa e devia, la la palla incoccia sulla gamba di un difensore e mette fuori causa Scacchetti.
Dopo un’ azione splendida di Kamate che manca il bersaglio per un soffio, un’efficace combinazione Quieto – Berenbruch mette Sarr nella condizione di superare il portiere con un delizioso tocco e preciso di esterno.
Tra il raddoppio, nel minuto di recupero, e il gol della sicurezza passano solo 3 minuti di gioco effettivo: è iniziata da poco la ripresa infatti quando quieto si libera ancora del suo marcatore e conclude con forza.
Scacchetti respinge, ma sulla palla si fionda Akinsanmiro che le infila in rete.
Prima del quarto d’ora la quarta rete, di Kamate dopo un’azione in dribbling di Quieto e conclusione respinta dal portiere.
In pratica la partita finisce qui anche se c’è da registrare ancora la prima vera conclusione a rete insidiosa del Sassuolo e poi una grandissima parata di Scacchetti su Akinsanmiro.
Le pagelle
Raimondi 6: una sola parata nel finale.
Aidoo 6.5: grande facilità di corsa grazie alla quale su quella fascia con Kamate e Akinsanmiro si creano pericoli a ripetizione. Buona anche la fase difensiva.
Stante 6.5: Russo è un cliente difficile, ma Francesco gli prende le misure e lo neutralizza con sicurezza. Ottima l’intesa con Matjaz.
Matjaz 6.5: attento e potente in marcatura, prova anche qualche uscita efficace quando Stante gli copre le spalle.
Motta 6.5: giocatore interessante in forte progresso, a sinistra replica il lavoro di Aidoo dall’altra parte, sovrapponendosi a Quieto e Berenbruch e creando occasioni importanti. In più si rende protagonista di almeno due recuperi difensivi fondamentali.
Akinsanmiro 7.5: assolutamente immarcabile, ma anche forte nell’interdizione. Il gol è il giusto premio per una prestazione super.
Stankovic 7: spettacolare nei cambi di gioco, fa da schermo davanti alla difesa e suggerisce i tempi della manovra con maestria e sapienza.
Berenbruch 7: ritmo, continuità e soprattutto progressione palla al piede sono le armi con cui demolisce la difesa neroverde. Va spesso alla conclusione ma è piuttosto sfortunato.
Kamate 7: fantasia, accelerazione, ottimo controllo di palla, nel nuovo ruolo è diventato un giocatore chiave per la manovra offensiva dell’Inter.
Sarr 7: imprendibile in velocità lo è sempre stato. Ora gioca anche con la testa e, come in occasione del gol, dimostra di avere piedi non disprezzabili e fiuto del gol.
Quieto 7.5: prestazione di altissimo livello, condita da dribbling, scatti e passaggi assolutamente pregevoli. Se si irrobustisce senza perdere le sue qualità può avere un futuro interessantissimo
All. Chivu 8: primo in classifica, 17 gol fatti e solo 4 subiti. Miglior attacco e miglior difesa del campionato. La sua squadra ora sembra avere il giusto mix tra qualità tecniche e potenza atletica. Ha gli uomini giusti per praticare un gioco efficace e divertente per il pubblico e per gli stessi interpreti. Speriamo continui così (l’Inter, non Chivu) .
Under 18: Inter – Roma 4-4 (Lavelli, De Pieri 3).
Partita incredibile e che per molti aspetti dovrebbe essere oggetto di riflessione approfondita da parte degli addetti ai lavori (soprattutto i nostri).
- Dopo 20 minuti conduciamo 4-0 con 4 azioni bellissime in verticale.
- In altri 20 minuti prendiamo il 4-1; 4-2; 4-3.
- Nella ripresa arriva anche il 4-4.
Che cosa è successo?
Va detto una cosa, tutti i loro gol sono venuti in mischia, tre addirittura sugli sviluppi di calci piazzati.
Ma questo significa poco: di fatto noi siamo quasi scomparsi dal campo e la Roma si è riversata in massa nella nostra metà campo vincendo tutti i duelli sulle palle alte, conquistando tutte le seconde palle, sovrastandoci per ritmo potenza e aggressività.
Ho avuto occasione di parlarne con il selezionatore delle nazionali giovanili, presente in tribuna: lui parla di tracollo mentale, sul 4-0 ci saremmo rilassati e a quel punto riprendersi era quasi impossibile.
Naturalmente ha pure evidenziato qualche lacuna nell’organico che io non riporto, limitandomi a esporre il mio pensiero, per la dovuta discrezione.
Secondo me c’entrerà pure la questione mentale, ma la Roma ci ha messi sotto sul piano della potenza atletica.
A mio parere questa squadra ha limiti evidenti che preoccupano non poco soprattutto in vista della prossima stagione di Primavera.
Il primo problema è proprio di ordine fisico: abbiamo diversi giocatori bravini, che quando incontrano squadre malleabili fanno vedere buone cose, ma che contro le squadre vere non riescono a reggere il confronto.
Poi la difesa lascia a desiderare, soprattutto nei centrali, e in mezzo al campo Zanchetta, ottimo con i piedi e ben strutturato, è troppo lento, sia nella corsa sia nel liberarsi della palla.
Insomma, i problemi non mancano e sia la società sia mister Zanchetta dovranno lavorare sodo nei prossimi mesi.
Una curiosità: l’allenatore della Roma è uno straniero che ha passato tutta la partita in piedi a gridare: energia, energia!
La formazione iniziale:
Tommasi
Re Cecconi, Garonetti, Alexiou, Castegnaro
Venturini, Zanchetta, Fois
De Pieri, Vedovati, Lavelli
In panchina: Zamarian, Della Mora, Chiesa, Bovio, Sotgia, Rovere, Pinotti, Verre.
Pagelle
Tommasi: quando prendi 4 gol su palle vaganti in area non credo si possano escludere responsabilità anche del portiere. 5
Re Cecconi: almeno fisicamente tiene botta, ma anche lui sembra arrendersi alla distanza. 6
Garonetti: coinvolto nella débacle dell’intero reparto. 5
Alexiou: lento, impreciso, legnoso. 5
Castegnaro: fa quello che può almeno sul piano delal velocità. 5.5
Venturini: almeno combatte ma fisicamente con questi avevrsari è…una battaglia persa
Zanchetta: sui piedi non si discute, ma viene surclassato sul piano del ritmo e della velocità. 5
Fois: giocatorino delizioso. Poi esiste il calcio vero. 5
De Pieri: tre gol uno più bello dell’altro in un inizio folgorante. Poi la squadra scompare e lui fa quello che può. 8
Vedovati: in società evidentemente conoscevano la forza atletica della Roma tanto da far scendere due 2005, lui e Alexiou. In effetti sul piano fisico si fa valere, ma non basta. 5
Lavelli: dopo una prolungata assenza forzata riesce a farsi subito valere, segna un bel gol e impgna la difesa giallorossa. 6.5
Tra i subentrati due parole per Pinotti, di solito capace di far la differenza, poggi anche lui in difficoltà per motivi di potenza atletica.
All. Zanchetta: il mister non può o non sa fare di più. 5
Under 15: Inter – Cittadella 3-2 (Gjeci 2, Calò)
Se l’under 18 si è fatta rimontare 4 gol, però da una squadra fortissima, l’under 15, per emularla, si è fatta rimontare un vantaggio di due reti da un Cittadella solo discreto, prima di trovare nel finale il gol della definitiva vittoria.
Anche i ragazzi di Fautario, per altro, bisogna riconoscerlo, con una formazione un po’ rimaneggiata (mancavano il portiere Lleshi, i difensori Masetti e Pirola, questi ultimi fanno parte del gruppo dei nazionali, insieme a Pannuto, entrato nel finale), hanno complessivamente deluso.
I nostri sono secondi in classifica a due punti dal Milan, ma con Under 15, Under 16 e in parte Under 17 il discorso è diverso: le prestazioni individuali in questo momento dicono poco perché ci sono ragazzi ‘tardivi’ e ragazzi ‘precoci’. Questo spiega molti errori di valutazione, anche se almeno dagli addetti ai lavori ci si aspetterebbe di vedere una maggiore capacità di ‘vedere lungo’.
Una curiosità: oggi per la prima volta ho visto giocare il portiere Sebastiani, cioè il figlio di Amadeus. Ha preso due gol ma non mi sono sembrati parabili, soprattutto il secondo, davvero strepitoso.
Questa la formazione iniziale:
Sebastiani
Bettelli, Puricelli, Evangelista Donato
Nese, Allasufi, Morosi, Limido
Calò, Gjeci
Mi limiterò a segnale chi secondo me ha mostrato qualcosa in più:
Anzitutto il centrale Evangelista, davvero interessante per fisico e qualità, poi i centrocampisti Nese e Limido e anche la seconda punta Calò sembra interessante.
Tra i subentrati il solito Pannuto.
La squadra pratica un gioco apprezzabile, ma a mio parere manca di una punta centrale vera, perché Calò svaria sull’esterno e Gjeci, nonostante l’apparente contraddizione di una nuova doppietta (che lo porta a 9 gol in 5 partite) non ha le caratteristiche dell’uomo di sfondamento. Lui stesso ha detto ai selezionatori di sentirsi un trequartista, ma io mi sentirei di aggiungere che anche i trequartisti dovrebbero giocare con il resto della squadra.
Comunque il giocatore le qualità le ha… speriamo che non faccia la fine di Mastour.
Luciano Da Vite
Purtroppo una brutta notizia
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) Il Milan registra un utile di bilancio dopo 17 anni in rosso. A decretarlo oggi è stata l’assemblea degli azionisti del club rossonero che ha approvato i risultati per l’esercizio chiuso al 30 giugno 2023. Il consuntivo finanziario, si legge in una nota, «segna un passo importante lungo il percorso di crescita e sviluppo del club, con il bilancio tornato in utile per la prima volta dal 2006, evidenziato da un risultato consolidato positivo pari a 6,1 milioni (+72,6 milioni rispetto all’esercizio 2021/22), raggiunto senza il contributo di plusvalenze da cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori e spinto da ricavi per 404,5 milioni (+106,9 milioni, + 36% rispetto all’esercizio 2021/22), un nuovo record nella storia del Milan»
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Vuol dire che hanno fatto tanto nero?
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Questo non credo, perché il nero nasconde i ricavi…
Il problema è che loro incassano meno di noi ma chiudono in utile. Quindi avranno maggiori margini di manovra, per effetto gestione, altro che proprietà generosa
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Non capisco: che significa che il nero nasconde i ricavi? Se io ricavo 100 e certifico di aver speso 90 perché 60 li ho dati in nero, in che modo vengono nascosti i ricavi?
Comunque a me interessa che l?inter compri bravi giocatori e non venda quelli bravi. Se poi lo fa con una gestione oculata o con generose anche se non disinteressate ricapitalizzazioni, da tifoso mi importa poco. Non credo che i tifosi di PSG, City ecc, siano disperati perché la proprietà ha speso molto di suo. I tifosi fanno i tifosi, i contabili e i revisori dei conti fanno i contabili e i revisori dei conti
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Però sono stufo di queste cose mi piace parlare di calcio. Quindi ammetto: hai ragione tut i nostri dirigenti sono incapaci, quelli del Milan e altri capacissimi. Assodato questo, torniamo a discutere di calcio che è la ragione della nostra presenza qui
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Ecco le solite conclusioni estremiste.
Semplicemente posto cifre che smentiscono la vulgata di altri spendaccioni e noi tirchi.
Non mi piacciano le cose non corrette, tutto qui.
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Ma dove sono le conclusioni estremiste? Nel fatto che tu credi che il calcio, unica tra le attività economiche, non faccia ricorso al nero? Beato te.
Fai la guerra a cose che nessuno ha mai sostenuto, perché io difendo la proprietà, la dirigenza e al 90% l’allenatore. mai parlato di tirchieria. Sono grato a Sununig e l’ho sempre detto per tutto quello che ha dato (e continua a dare) all’Inter e credo persino che Steven sia diventato così tifoso da tener conto solo in piccola parte degli interessi legati alla gestione inter aziendale.
Se Suning ha messo tanti soldi, significa che si può farlo (il FFP è da mo’ che esiste). Adesso continua a metterci soldi ma deve gradualmente rientrare.
E questo per noi ha significato: la rinuncia all’allenatore che ci ha fatto vincere lo scudo; la rinuncia ad alcuni…discreti calciatori: Hakimi Lukaku Perisic Eriksen Skriniar Brozovic Onana Dzeko (e qualcuno che dimentico) che se avessimo avuto i soldi avremmo trattenuto:Dovendo lasciar andare tutti questi personaggi di primo piano e non potendo utilizzare interamente il ricavato per sostituirli, la nostra dirigenza PER ME è stata bravissima a trovare altri a zero o a poco costo in modo tale da sostituirli riducendo il deficit corrente e restando competitivi.
Il mio sogno da tifoso è che per ogni giocatore buono che esca uno altrettanto capace entri. Se si riesce a farlo senza metterci altri soldi, meglio. Se poi ci fosse una proprietà che investe di suo, meglio ancora.
Se questo è estremismo, concordo. Poiché ritengo utile che questa diatriba termini, lo ammetto: sono un tifoso estremista
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prova
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spero di poter mandare domani il post sulle due partite contro il Salisburgo (prima squadra e Primavera)
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post inviato
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Non riesco a postare….riprovo.
Con estremista mi riferivo alla conclusione “quindi i nostri tutti imbecilli”. In realtà ho sempre fatto distinzioni a seconda delle singole figure e delle decisioni prese.
In un link che non i fa postare (digitate in google costo squadra serie A e trovate un articolo di sky di giugno 23) c’è sintesi del mio pensiero: potendo contare su un costo squadra nettamente superiori agli avversari italiani (tranne gobba), io ritengo DOVEROSO e NORMALE (e NON MIRACOLOSO come spesso letto) competere ai massimi livelli nostrani.
E magari vincere uno scudetto in più rispetto a chi ne ha vinto uno come noi partendo da base di spesa nettamente inferiore. Li si potrebbe forse parlare di miracolo ancorchè il calcio non sia, meno male, scienza esatta.
Poi sulle scelte fatte ognuno ha la sua opinione, non è questo il punto.
Personalmente avrei preferito un ds che portasse nuove idee e battesse strade (e mercati) differenti – anche alla luce di una situazione finanziaria che obbliga a un parziale rientro – ma evidentemente Marotta preferisce proseguire lungo una linea conservativa che speriamo paghi con la seconda stella. Però spero che questi numeri smontino una volta per tutte la tesi delle nozze con i fichi secchi che è stata cavalcata da molti giornalisti.
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LA CLASSIFICA DEI COSTI TOTALI DELLE PRIME OTTO (stagione 22/23)
JUVENTUS: 286.693.403 mln
INTER: 212.053.639 mln
NAPOLI: 145.517.396 mln
ROMA: 145.086.017 mln
MILAN: 137.629.164 mln
ATALANTA: 97.463.883 mln
LAZIO: 96.279.018 mln
FIORENTINA: 94.317.994 mln
Poi sulle scelte operate ognuno ha la sua opinione, ci mancherebbe.
Ma questi sono numeri direi abbastanza chiari
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Non conta nulla la questione dei costi. Importa solo la questione degli investimenti o dei disinvestimenti sui mercati, anche se continui a spendere di più. Se tu arrivi a tre punti da me e io disinvesto mentre tu investi sul mercato, è altamente probabile che mi finirai davanti.
Quanto all’estremismo, è solo la coerente conseguenza della logica gerarchica. Se tu proprietario mantieni e aumenti la retribuzione a un dipendente che ti fa perdere sei un imbecille. Se tu dirigente, mantienio e difendi un tuo collaboratore subordinato che ti fa perdere prestiogio e stima (magari alla lunga stipendio), idem
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La questione è semplice: se tu mantieni alle tue dipendenze e anzi premi con aumenti di stipendio uno che ti fa perdere soldi e prestigio, sei un incapace. Anche se io non telo dico
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Non concordo perchè se prendo tre top a zero assicurando ingaggi importanti io ho investito (o speso, vedila come vuoi) molto più di chi prende a 30 Scamacca.
Thuram è un investimento importante, anche se non risulterà come acquisto. Ma l’impegno in stipendio (e commissioni) è rilevante e pluriennale. Questo fanno le società quando pianificano.
Se guardassimo, come suggerisci, solo il mercato le società fallirebbero tutte.
Sul fatto che il vantaggio si riduce in caso di riduzioni di spese ok, ma sempre di vantaggio si tratta.
Te la rigiro: se arrivo dietro team che hanno avuto costo squadra nettamente inferiore al mio, invece di lamentarmi del fatto che non posso colmare questo gap di punti sul mercato, dovrei chiedermi perchè mi sono arrivati davanti e, quindi, cosa ho sbagliato io visto che ho speso di più.
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Sui motivi di certe scelte non lo so.
Poi che uno ritenga una politica più orientata a profili giovni e altri a profili più maturi fa aprte delle discussioni e dei diversi punti di vista, ci mancherebbe.
Volevo solo far notare, e spero di esserci riuscito, che non è vero i nostri abbiano potuto contare su risorse inferiori agli altri, anzi.
Poi nell’ambito di queste risorse decidono, come giustamente spetta loro, se utilizzarne di più in stipendi per rinnovare chi già c’è o prendere parametri zero, oppure acquistare profili nuovi.
Ma a fronte di queste cifre, essere competitivi ritengo sia un dovere e non un miracolo
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Luciano ho ricevuto il post, lo pubblico appena possibile.
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Scusa, dovresti chiarirmi che cosa si intende per ‘costi totali’
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Quindi confermi che ti ritieni più competente e con maggiori conoscenze per valutare il lavoro dei nostri dirigenti rispetto alle proprietà che si sono succedute e agli stessi capi che ‘promuovono’ un loro dipendente?
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Sono contento per te, perché l’autostima è uno dei segreti del successo
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