Ne parlavo con mio padre nei minuti che precedevano il calcio d’inizio. Il pareggio della Juventus e la possibilità, sull’onda pure dell’entusiasmo dopo la grande partita di coppa, di finire al primo posto erano una possibilità concreta e alla nostra portata, cui in maniera persino “stoica” anteponevo preoccupazioni sulla tenuta della squadra dopo i tanti impegni e il super-sforzo cui siamo stati costretti nell’ultimo periodo.
Che fossimo superiori alla Spal in assoluto è evidente, ma proprio nell’ultimo post Luciano ha affrontato tra gli altri, questo tema, cioè che ogni partita vada ovviamente giocata (per fortuna, altrimenti il calcio che senso avrebbe) prima di sancire un vincitore e che sia pertanto soggetta a un numero indefinito di variabili.
Pure una sola variabile, magari la giocata di un singolo (nel caso, Valoti, poi possiamo discutere nel caso degli errori della nostra difesa), può scombinare tutto e fare saltare il banco e mettere in bilico l’esito di una gara che dopo il 2-0 sembrava sotto il nostro controllo.
Per “fortuna” qui non è successo e a dire la verità, la “variabile” che avrebbe potuto inficiare l’andamento della gara non è stata solo la prodezza di Valoti – non possiamo non considerare il calo di intensità sul piano fisico e mentale dopo l’ingresso in campo nella ripresa – ma noi siamo stati decisamente bravi a riprendere il controllo della gara e condurre in porto la nave con relativa tranquillità.
E il “porto” in questo caso è il primo posto in classifica un punto avanti la Juventus, che ha pareggiato con il Sassuolo e sette su un’ottima Lazio.
Confortano, va detto (al di là della grande soddisfazione per il risultato ottenuto, frutto di un lavoro incredibile) e in prospettiva qualificazione alla Champions, i punti di distacco su avversarie importanti come Roma (+9), Atalanta (+12), Napoli (+17), con questi ultimi in particolare che attraversano un momento di difficoltà.
Chiaramente cantare vittoria adesso non avrebbe nessun significato (non mi riferisco solo al primo posto in classifica, ma pure alla qualificazione alla prossima edizione della Champions League), mi aspetto un ritorno su alti livelli di tutte le contendenti, ma questo distacco è importante e dà immediatamente il senso del lavoro incredibile fatto fino a questo momento.
Vale la pena di ribadirlo: abbiamo fatto (in campionato) 37 punti su 42 disponibili; vinto 12 partite su 14; abbiamo segnato 31 goal e ne abbiamo subiti solo 13.
Dalla fine del mese di ottobre, dopo il pari con il Parma, abbiamo sempre vinto (una sola sconfitta in tutto il campionato: contro la Juventus) e lo abbiamo fatto nonostante una serie di infortuni che più o meno lunghi, ci hanno costretto a rinunciare in maniera alterna a giocatori anche fondamentali come Sensi e Barella.
A questi vanno poi aggiunti i vari Asamoah, Bastoni, Gagliardini (che pure ieri ha lasciato il campo anzitempo), Politano e ovviamente Sanchez. Anche D’Ambrosio è stato costretto a fermarsi per qualche tempo.
In questo periodo nonostante tutte le avversità, abbiamo però continuato a crescere. L’allenatore ha espresso il suo pensiero sul numero limitato di scelte di “primo piano” a disposizione, i giornali ci hanno ricamato su, ma lui è andato dritto per la sua strada e ha continuato a lavorare.
Così ha valorizzato tutti gli elementi della rosa, ha recuperato al meglio Godin, rilanciato Gagliardini e – soprattutto – Vecino e ha definitivamente arruolato alla causa Biraghi. Intanto lavora su Esposito e Lazaro (ieri titolare) e ha tirato fuori da Borja tutte le risorse che lo spagnolo ha ancora da spendere, tanto che ha fatto una buona partita contro lo Slavia come titolare e anche ieri, quando è sceso in campo, ha dato il suo contributo alla vittoria finale.
Possiamo solo premiare la grande perseveranza del mister e il fatto che con la collaborazione di tutti, abbia forgiato un collettivo così solido e che sa approcciarsi alla partita in maniera diversa a seconda delle situazioni e anche in modo diverso all’interno degli stessi novanta minuti.
Del resto è evidente che l’approccio alla gara contro la Spal sia diverso da quello avuto nelle due partite precedenti, un dato che ribadisce la necessità soprattutto in campionato di avere un atteggiamento flessibile e adattabile alle situazioni.
Sotto la lente di ingrandimento ci metto poi il fatto che andiamo in porta con diverse soluzioni: a inizio campionato avevamo sottolineato il numero di goal da fuori area (caratteristica che senza Barella e Sensi, due specialisti, viene adesso meno), ma oggi la squadra sa attaccare in maniera differente. Ieri abbiamo fatto goal su una ripartenza (dopo un break a centrocampo) e con un cross dal fondo al termine di un’azione “manovriera”.
Però abbiamo visto ad esempio una bellissima “imbucata” di Skriniar rasoterra per Lukaku; de Vrij e i suoi lanci sono stati una alternativa al ruolo di regista solito di Brozo e Lukaku offre una variabile di soluzioni diverse anche in virtù della sua capacità di “affondare” palla al piede (soprattutto sulla destra).
Poi dobbiamo riconoscere che abbia aiutato moltissimo fino a questo momento e entrati entrambi a regime, avere davanti due grandi attaccanti che pure contro la Spal sono stati decisivi e che stanno avendo un rendimento sempre più importante.
Tutti e due hanno un ruolo chiave non solo sul piano delle realizzazioni, ma proprio della tenuta della squadra e il gioco.
Domina infine su tutto la solita solidità difensiva, dove appare persino che si possa migliorare (resta qualche cosa da registrare sulla tenuta di Skriniar come terzino a sx), e la magistrale regia di un Brozovic che anche ieri è stato semplicemente bravissimo in una gara dove ha dovuto tirare fuori tutte le sue qualità, risultando secondo me – alla pari dei due “punteros” – il migliore in campo.
Soprattutto dopo il goal della Spal, il ruolo del croato ha fatto la differenza: è stato lui a portare la squadra a alzare il baricentro dopo il momento di flessione e per tutti e novanta minuti, anche dopo l’ingresso di Borja, ha svolto sia come regista che come mezzala gli stessi compiti soliti ma gestendo il pallone quei metri più avanti che ci permettevano di tenere sotto scacco gli avversari.
Gli altri due grandi protagonisti, dicevamo, sono stati i due attaccanti.
Lautaro è un attaccante che ha “fame” come pochi: ieri ha segnato altri due goal, sono sette totali in campionato, dodici in stagione.
Con lui gli avversari non possono permettersi di sbagliare. Il primo goal nasce del resto proprio da un loro deficit in fase d’impostazione. Quando Brozo interviene e riesce a toccare la palla per l’argentino, lui se ne è andato dritto filato in porta. La conclusione a incrociare sul secondo palo secondo me è stata semplicemente fantastica.
Poi ha concesso il bis, questa volta di testa, su cross di Candreva e – nella ripresa – imbeccato da Lukaku con un bellissimo passaggio di prima, avrebbe potuto fare tripletta, ma davanti a Berisha, esita troppo e si fa stoppare.
Proprio Lukaku comunque non a caso, aveva dato il via all’azione del secondo goal e nella ripresa con Brozovic ha tenuto in piedi la squadra con la sua fisicità sopra la media: le qualità del belga e di Brozo hanno dato nuovo fiato alla squadra nel momento di difficoltà, poi le sostituzioni negli ultimi quindici minuti, ci hanno permesso di cambiare gli elementi più giù di tono, senza rischiare così veramente nulla.
Conto solo la conclusione a rete di Valoti (quella del goal) tra le loro occasioni veramente pericolose.
Inutile ripetersi: dire ancora che questo ruolo di marcia sia incredibile e difficile da tenere nel tempo sarebbe ridondante. La notizia migliore, nell’immediato, è che non ci sono partite infrasettimanali e che (giochiamo venerdì) Conte avrà modo di lavorare con la squadra per una settimana intera prima della partita contro la Roma, la prima “big” di una serie che da qui alla fine del girone di andata (l’11 gennaio) ci vedrà sfidare anche Napoli e Atalanta + ovviamente il Barcellona nella sfida decisiva per il passaggio agli ottavi di Champions.
Emiliano D’Aniello
Foto: tutto lo “stoicismo” di Lautaro Martinez espresso nella sua esultanza. Il bomber argentino ha deciso la sfida contro la Spal con una sua doppietta.
Allora non sono l’unico. Ecco cosa scrive Musmarra su Fc Inter 1908
Il Var sta sfuggendo di mano
Ciò che fatico a digerire è questo utilizzo sempre più cavilloso del Var e del suo protocollo, per non parlare delle differenti interpretazioni tra Italia ed Europa. Trovo assurdo ogni volta dover prendere un episodio e sviscerarlo con la normativa. Sembra di dover avere a che fare ogni volta col Codice Civile articoli alla mano.
Serve rivisitare tutto, semplificare il più possibile perché così non si può andare avanti. È diventato tutto troppo complicato, in questo modo si crea solamente confusione non solo tra tifosi ma anche tra gli stessi giocatori ed allenatori come peraltro ammesso fin troppo candidamente da Rizzoli.
Perché gli errori ci sono e continueranno ad esserci, ma poi diventa difficile rendere credibile un sistema di fronte ad errori tipo il mancato rigore su Sensi a Barcellona sul risultato di 1-0 per l’Inter, oppure il rigore concesso e poi tolto al Psg per un fallo antecedente già visto giudicato non punibile dall’arbitro che era a due passi. Perché poi il dubbio della sudditanza o forse altro resta, a dispetto delle immagini che sono sotto gli occhi di tutti.
Il VAR dovrebbe essere uno strumento per aiutare gli arbitri, per ridurre al minimo la percentuale di errore, in realtà tutte queste interpretazioni a soggetto, sembrano complicare e confondere un protocollo diventato troppo cavilloso e non scevro di falle. Bisogna intervenire al più presto perché oggettivamente sta sfuggendo di mano un mezzo che invece di facilitare sta mettendo a soqquadro un sistema che avrebbe bisogno solo di maggior chiarezza e trasparenza per tutti.
Aggiungo di mio: la soluzione potrebbe essere molto semplice: gli arbitri (possibilmente onesti) tornino a dirigere le partite. Ogni allenatore avrà l’opportunità di 3 chiamate del VAR. Così se subisco fsllo e tu segni in ripartenza si può rivedere che sia in area o fuori. Sul fuori gioco, siccome se sbandieri l’azione non può riprendere, viene decretato solo se nettissimo (se c’è davvero luce). Se non sbandieri e viene il gol si può riguardare.
La legge è semplice e uguale per tutti.
Ancora più uguale se arbitro e arbitri al VAR non appartengono alla stessa organizzazione
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Condivido il pensiero di Emiliano secondo me partita fondamentale a livello psicologico, a me noi sembriamo “un solo uomo” mentre alla juve ho come la sensazione che qualcosa bolla in pentola, concordo pienamente sulla prestazione di Brozo ma io non sono obiettivo nel giudicarlo, per me è il numero 1 in italia, tutti ad esaltare, con pieno merito per altro, Sensi e Barella ma per ora l’unico veramente imprescindibile a centrocampo è lui, a maggior ragione che è venuto a mancare il suo Lukaku ossia Sensi, in troppe partite ho letto giudizi negativi per i passaggi sbagliati ma quando hai al tuo fianco Gagliardini e Vecino l’unico che può forzare la giocata è lui e quando rischi sbagli, a mio giudizio ora più che mai si vede una squadra che ha basi solide su cui puoi inserire giocatori e non rivoluzionare il gruppo ogni anno, mi auguro che a gennaio arrivi un centrocampista, io personalmente mi augurerei Rakitic ma mi “accontenterei” di Vidal o De Paul che mi sembrano più che buoni, mi auguro poi l’anno prossimo di inserire altri centrocampisti di qualità, quando gli spazi si restringono vedi pressing Juve o Europa serve saper gestire il pallone e secondo me sia Gagliardini che Vecino abbiano dimostrato di non saperlo fare quindi reputo che non siano nemmeno buone riserve seppur ad oggi utilissimi alla causa
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Personalmente, no, non riesco, anche Vidal da noi, no ! De Paul sara’ meno ideale per “il progetto”, ma lo preferirei … Non vorrei che fra un po’ richiamassimo anche Juliano …
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Bello il post di Emiliano, mi complimento con Lui.
Sul VAR ho l’impressione che “le interpretazioni a soggetto” del regolamento, come le chiama Luciano, continueranno a lungo ancora. E’ uno strumento che andrebbe potenziato e rivalutato ed invece lo stanno velocemente affossando scientemente.
Emerge poi una netta differenza tra le chiamate del VAR in Europa e quelle del nostro campionato. Anche domenica pomeriggio sono stati ignorati un pessimo fallaccio di De Ligt con piede a martello e un fallo di mano molto dubbio di un difensore spallino in area di rigore.
Roba da far venire dubbi a tutti e che toglie credibilità allo strumento.
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Toglie credibilità a chi lo usa. Arbitri che di credibilità ne hanno poca, i rizzoli, nicchi a cascata.
La domanda è semplice, SENZA VAR, anche questo VAR depotenziato (cui prodest?), gli arbitraggi sarebbero migliori o più equi? Compreso i fuorigioco…di certo, visti i gol “annullati” per fuorigioco, poi corretti dal VAR, noi non saremmo primi.
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Post inviato.
Io non dico di eliminare il var: dico semplicemente di rendere snella ed efficace la normativa che così com’è sembra fatta volutamente per consentire imbrogli. Ripeto la mia tesi: gli arbitri arbitrino (meglio se sono onesti) e gli allenatori abbiano 3 opportunità di ‘chiamare’ il responso del VAR. Al var poi, ci dovrebebro essere mebri di un’organizzazione dviersa dall’AIA (o da chi per loro a livello internazionale), perché spesso cane non mangia cane.
Almeno non si farebbero discriminazioni su come intervenire per lo stesso fallo in zone diverse. Prendi gol su un fallo avversario a metà campo? Come in area di rigore? se vuoi ti tuteli col var. scegli tu.
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Mail ricevuta Luciano. Pubblico in mattinata.
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Nuovo post https://buu.zone/2019/12/03/una-spal-lata-al-campionato/
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