In due anni smontato lo squadrone dello scudetto: Inter – Empoli 0-1

In due anni mezza squadra è stata ceduta o ha avuto flessioni di rendimento clamorose. E adesso c'è la certezze di una nuova partenza. Togliete alla squadra Campione d’Italia Brozo, Lukaku, Hakimi, Perisic, Eriksen e ora Skriniar e il ridimensionamento è certo, soprattutto se i sostituiti non sono all’altezza. Senza parlare di Handa, odiato dai tifosi, ma se avesse preso un gol come quello oggi subito da Onana lo avrebbero linciato. Rispetto al miglior Handa sicuramente c’è un altro grande giocatore in meno. In due anni è stato smontato lo squadrone dello scudetto. Chi ha distrutto il giocattolo? La proprietà? La dirigenza tecnica? L'allenatore? Probabilmente tranne la proprietà, che semmai ha la sola "colpa" di non aver trovato conveniente vendere, senza essere nelle condizioni di fare un mercato all'altezza delle condizioni storiche, tutti gli altri hanno un po' di colpa. Parliamo nel post delle scelte dell'allenatore e delle scelte fatte nella gestione del mercato. Ne esce un bilancio per forza di cose negative. Resta il fatto, infatti, che da due anni quando arrivano le prove decisive, anche contro avversarie non irresistibili, le falliamo. L'obiettivo fondamentale adesso, è scontato, è cercare di arrivare tra i primi quattro, ma non sarà facile per la concorrenza, oltre che di Napoli e Milan, della Roma, che ci ha raggiunto e giocherà il ritorno in casa (ha già il vantaggio della vittoria nello scontro diretto) e poi di Lazio e Atalanta. Spazio al weekend del settore giovanile. Attenzione a tutte le partite disputate dai nostri ragazzi con particolare attenzione alla partita dell'Under 17 impegnata contro il Como (vittoria finale per quattro reti a due) e dell'Under 15, che ha ottenuto una "sonante" vittoria contro i pari età dell'Udinese per otto reti a uno.

I sogni sono l’essenza del calcio

I sogni sono l'essenza del calcio e senza i sogni dei giovani calciatori, dei loro genitori, che spesso si accollano sacrifici enormi, e dei tifosi, il calcio non esisterebbe o comunque sarebbe un'attività socialmente marginale. In questi giorni abbiamo assistito a una manifestazione strepitosa sul piano dello spettacolo e dello sport. I mondiali del Qatar, aldilà delle polemiche politiche e delle vicende forse corruttive, che non sottovalutiamo, sono stati uno sponsor straordinario per questo sport che tanto ci attrae. Sono stati anche un'occasione di riflessione per chi vuole preservare la capacità di questo sport di promuovere la passione popolare. Il calcio professionistico di altissimo livello deve continuare ad essere solo la punta dell’iceberg e quindi è vitale che le manifestazioni di risonanza e interesse universale si sviluppino sempre più, Ma perché questo accada è necessario anche che si consolidi, si estenda e si perfezioni il legame tra grande calcio e attività di base, capillare. C’è un legame indissolubile tra sviluppo universale dell’attività di base, passione popolare, e capacità di esprimere  campioni e  partite di assoluto livello tecnico e spettacolare. La passione per il calcio giovanile e in particolare per quello che veste i colori nerazzurri del nostro Luciano si spiega proprio così: prima di tornare a casa per vedere in tv la finale tra Francia e Argentina, ha visto dal vivo due partite dei nostri giovani: under 18 e under 17. Questo significa amare il calcio e seguire dei ragazzi che al grande calcio si ispirano, per la loro crescita umana, tecnica agonistica. In due partite (che sono ampiamente raccontate e documentate nel post) sono scesi in campo un’ottantina di ragazzi dell’Inter e del Venezia: forse nessuno di questi arriverà a percorrere il cammino dei campioni osservati più tardi in tv. Però anche i Messi, i Mbappé, i Modric, gli Ziyech, i Kamada, i Pulisic, i Musiala, i De Bruyne, i Lewandoski, i Pedri, i Gvardiol e tantissimi altri che abbiamo ammirato e ci hanno deliziato, sono passati di qui, dai campionati e dai tornei giovanili, dalle fabbriche di sogni. Importa relativamente quanti arrivino: è logico che ai vertici giungano proporzionalmente in pochi, se la base da cui attingere è enorme: ma quello che conta è che la passione si estenda sempre più e che ci si senta soddisfatti e realizzati anche giocando a livelli più modesti. Chi ha giocato a calcio, a qualunque livello, non abbandonerà più la passione per uno sport senza eguali.

Segnali di ripresa dal movimento giovanile, ma purtroppo in questo momento ci “assorbono” le difficoltà della prima squadra

Le difficoltà della prima squadra, che subisce uno stop casalingo contro il Sassuolo, erano ampiamente prevedibili e ne avevamo ampiamente parlato sul blog in questi mesi. La squadra sta vivendo una flessione, causa di un atteggiamento tattico molto dispendioso e dello sforzo enorme e prolungato per recuperare lo svantaggio iniziale; di qualche manchevolezza anche nell'undici titolare e in generale di alcuni elementi della rosa; di un calendario oggettivamente difficoltoso. Era sbagliato esaltarsi prima e sarebbe sbagliato deprimersi oggi: siamo ancora in corsa, anche se le difficoltà sono enormemente aumentate. Adesso l'importante è che la squadra ci creda fermamente, non si divida e che il lavoro di Inzaghi e del suo staff riesca a far recuperare al gruppo una maggiore brillantezza psicofisica. Siamo (giustamente) assorbiti dalle difficoltà della prima squadra, dunque, ma come modesta consolazione possiamo guardare con piacere a segnali di ripresa dal movimento giovanile. Ne parliamo ampiamente nei contenuti del post e con un occhio particolare rivolto alle ultime sfide di Under 17 e Under 15.