La notte degli orrori: RB Salzburg – Inter 3-4

Ci sono delle attenuanti e parliamo in ogni caso di un'amichevole, ma la prestazione dei nostri alla Red Bull Arena mercoledì è stata davvero scoraggiante. Il titolo del post è forte: "La notte degli orrori". Perché quello che abbiamo visto nell'amichevole giocata contro il Red Bull Salzburg è stato indicativo di manchevolezze che si erano evidenziate lo scorso anno nel periodo agosto/febbraio. La squadra subisce troppo e l'attacco segna poco. Certo, abbiamo fatto quattro goal in trasferta, ma uno è stato un autogoal, uno è stato realizzato dal difensore centrale in mischia, uno dal centrocampista Sensi e solo uno da un attaccante e questo peraltro con un fatto piuttosto - diciamo così - inconsueto per le sue abitudini. Non si segnalano altre occasioni costruite dagli attaccanti e questa scarsa propensione a incidere da parte loro costringe la squadra a uscite da dietro insidiose, imprevedibile e pericolose. L'allenatore deve capire perché per mesi l'anno scorso non è riuscito a trovare la quadra e come invece "improvvisamente" è riuscito a ottenere che tutti aiutassero nella fase difensiva, chiudendo gli spazi anche a giocatori più forti, che la squadra non si allungasse mai, anche quando si contrattaccava con tanti giocatori. Vedremo che cosa cambierà con la squadra al completo (mancavano due giocatori importanti come Acerbi e Lautaro), quando arriveranno il "braccetto" e soprattutto la punta, quando i nuovi si saranno inseriti. Non possiamo ripetere la partenza lentissima dell'anno scorso e dobbiamo arrivare al finale con le energie intatte. Inzaghi ha davanti un compito difficilissimo: la società vuole puntare molto in alto, ma non ha i mezzi finanziari per farlo. Non vorremmo essere nei panni dell'allenatore, già la partita con il Monza sarà un test di grande importanza, per cui andrà preparata come se fosse una finale, con in campo gli uomini che al momento danno più garanzie.

Verso il campionato: Inter – Olympique Lione 2-2

L'amichevole con l'Olympique Lione è finita con il risultato di due a due. Sotto di due reti, la recuperiamo con i goal di Lukaku e Barella dimostrando una certa capacità di reazione, ma restano tutta una serie di considerazioni da fare che esulano quelle solite come il ritardo di preparazione, il valore delle gare precampionato e lo stato di forma degli avversari. Si evidenziano dei limiti potenziali di una squadra che pure è complessivamente forte e che sono sotto gli occhi di tutti. A fronte della necessità di acquistare almeno due giocatori forti per competere davvero in Italia e in Europa (servirebbero un attaccante rapido e con la capacità di saltare l'uomo e un altro esterno in un reparto che in due anni ha visto gli addii di Hakimi e Perisic) non riusciamo ad arrivare neppure su giocatori che costano 15 0 20 milioni e forse dovremmo ancora vendere. La società è prestigiosa ma si fa fatica a trovare chi possa ripagare la proprietà dei soldi spesi, pagare i debiti e gli interessi e investire grandi quantità di denaro per rafforzarci. A risentirne è anche il settore giovanile. Contro il Lione sono emerse situazioni che vanno mese a punto. Siamo forti nelle ripartenze manovrate ma lo schema di gioco è ripetitivo e siamo spesso sguarniti nel reparto difensivo: se gli avversari hanno un buon palleggiatore in mezzo e attaccanti veloci nell'uno contro uno, dietro si va in difficoltà. L’altro limite nostro è che fatichiamo ad attaccare le difese schierate, proprio perché (come detto) non abbiamo attaccanti di fantasia e di scatto. Con Bremer e Dybala oggi avremmo meno problemi e gli avversari qualche limite in più. I nostri titolari davanti non si discutono, ma gli altri? Dzeko tatticamente e tecnicamente è un top ma serve un giocatore con altre caratteristiche, mentre Correa continua a essere una delusione...

Primavera da sogno, estate da incubo

L'estate è oramai alle spalle e il calciomercato è giunto agli sgoccioli. Adesso si comincia a fare sul serio: il Genoa non giocherà con leggerezza e sarà una partita durissima. L'augurio è che si un inizio festoso, che ci ripaghi delle sofferenze patite in estate a causa dell'addio di Conte e delle cessioni di Hakimi e Lukaku. Conosciamo tutti la crisi finanziaria in cui versa la società, è enorme, e questo costituisce un dato oggettivo. Nella situazione data, Marotta ha creduto nelle sue capacità personali di superare comunque le difficoltà operando con un "mercato creativo": con meno di quindici milioni ha preso Dumfries, Calhanoglu e Dzeko. Il valore dei tre giocatori in assoluto non è pari a quello di Hakimi, Eriksen (non conosciamo ancora il suo futuro) e Lukaku, ma sono tre buoni giocatori e qualche cosa da qui alla fine del calciomercato potrebbe ancora succedere: se arrivasse un altro attaccante e Nandez, la squadra sarebbe sicuramente competitiva per potere lottare per il titolo. Intanto è arrivato un nuovo allenatore: Simone Inzaghi. Non ha il curriculum di Antonio Conte, ma ha fatto bene con la Lazio, è ambizioso e molto motivato. È anche lui un "martello". L'incognita maggiore è la capacità di gestire al meglio il gruppo, con una proprietà assente e una "canea" di giornalisti pronti a dare addosso a lui e all'Inter con qualunque pretesto. Ha delle carte positive da giocare (la presenza di Marotta, l'Inter è comunque una buona squadra, un sistema di gioco che con alcune varianti è comunque consolidato...) ma dovrà misurarsi con una pressione incredibile e reggere in quella che l'immaginifico Trap ha definito a suo tempo "una centrifuga". Buon campionato a tutti i cuori nerazzurri.

Dopo Spezia – Inter 1-1: fateci soffrire, ma sino a un certo punto

Spezia - Inter è stata una partita di enorme sofferenza. Abbiamo letteralmente dominato e subito un solo tiro in porta, quello del goal, peraltro dovuto a un errore clamoroso di Handanovid. Abbiamo comunque guadagnato un punto sul Milan. Ne abbiamo persi due sulla Juventus e abbiamo corso il rischio di vedere l'Atalanta arrivare a nove punti da noi. Nove punti a sei giornate dal termine sono tanti, ma non sono del tutto tranquillizzanti data la situazione. Che è comunque favorevolissima. Tutti a inizio stagione avremmo sottoscritto questa situazione. Perdere qualche punto, in un momento di flessione ci sta, il margine di vantaggio è netto e i punti li perdono ora pure le avversario. Ma abbiamo in mano il colpo del KO e dobbiamo sparare. Altrimenti qualche inquietudine si viene a creare. Questione Superleague. Il progetto era ed è sbagliato dal punto di vista dello sport. Ma la retorica delle piccole brave e del calcio "romantico" trascura il fatto che negli ultimi vent'anni hanno vinto solo Juventus, Milan e Inter. Le vittorie epiche di Verona e Samp, per fare un esempio, sono lontane più di trent'anni. Siamo sicuri inoltre che le giovani generazioni si appassionino al calcio così come lo abbiamo conosciuto? Apparentemente solo il grande spettacolo e le grandi emozioni (anche estetizzanti) sembrerebbero trascinare il grande pubblico. Il progetto SL era ed è sbagliato, ma gli interessati dovranno mettersi attorno al tavolo e studiare cambiamenti alternativi, ma che appaiono comunque assolutamente urgenti.