
Foto: il capitano Samir Handanovic alza la Coppa Italia vinta in finale dai nostri ragazzi contro la Fiorentina (fonte: La Repubblica).
Dal 19 aprile al 24 maggio l’Inter ha giocato 10 partite tra coppe e campionato.
Una ogni 3,5 giorni.
Ne ha vinte 8, pareggiata una e persa una.
In quella pareggiata (3-3 col Benfica) è stata raggiunta dai portoghesi che nel finale hanno rimontato uno svantaggio di due reti, contro una squadra comprensibilmente rilassata a qualificazione ormai in cassaforte.
Ha perso a Napoli, per 3-1, giocando il secondo tempo in 10 ma riuscendo comunque a recuperare lo svantaggio di 1-0.
All’85’ della ripresa il risultato era di 1-1.
Poi il gol del 2-1 e il terzo, ininfluente, quando la squadra già stanchissima, si è aperta per cercare un ultimo ‘colpo di reni’.
Da notare che il Napoli, che aveva mostrato un certo rilassamento dopo la matematica vittoria dello scudo, contro di noi ha giustamente giocato con orgoglio smisurato la partita della vita, perché i neo campioni d’Italia giocavano davanti al loro pubblico contro i finalisti di CL
Da notare anche che in questo ciclo di partite l’Inter ha disputato:
– un quarto di Coppa Italia,
– una semifinale di Coppa Italia,
– due semifinali di CL,
– una finale di coppa Italia.
E ha affrontato tra gli altri:
- Benfica,
- juventus,
- Lazio,
- Roma,
- Milan,
- Napoli.
Questa catena di risultati deve essere oggetto di riflessione e valutazione, come lo deve essere l’altra catena, più diluita nel tempo, che si riferisce alle sconfitte in campionato: ad oggi 12 su 36 partite, una ogni tre esattamente.
A me piace provare a imbastire una riflessione, sempre da semplice appassionato, prima delle ultime tre partite che daranno il quadro definitivo sulla nostra stagione.
Perché la valutazione di una stagione non può dipendere dall’esito di una gara.
Di queste tre partite, quella che ovviamente vincerei con più gioia è la finale di CL.
Però sono sufficientemente realista da ritenere quasi impossibile un risultato positivo contro il City, per cui un’eventuale sconfitta, purché onorevole nel punteggio, non cambierebbe la mia valutazione sul percorso di questa stagione
Quella che non vorrei perdere, assolutamente è la prossima, contro l’Atalanta.
Mi pare che anche solo pareggiare ci consentirebbe l’accesso matematico alla prossima CL, situazione irrinunciabile per continuare a coltivare sogni e ambizioni in chiave futura.
Tra l’altro assicurarci il quarto posto con una giornata di anticipo ci permetterebbe di preparare in ben altre condizioni la partita di Torino, che precede di poco Istanbul.
Facendo tutti gli scongiuri di cui siete capaci, immaginate infatti un’Inter che debba andare a Torino a vincere per non venir scavalcata dall’Atalanta…
Da queste poche note si capisce come ci aspettino 15 giorni di fuoco, decisivi non solo per la stagione, come già detto, ma soprattutto per il nostro futuro prossimo.
Essere ancora in CL è indispensabile, vincere la CL sarebbe un’impresa storica e avrebbe effetti clamorosi sul possibile rafforzamento della squadra, sia che Zhang decida di venderla ( a condizioni ben più favorevoli rispetto a qualche mese fa) sia che decida di accollarsi gli oneri di un necessario anche se ‘giudizioso’ completamento.
Il discorso del rafforzamento ci porta inevitabilmente a guardare al percorso compiuto, a prescindere dai prossimi tre risultati, anzitutto per una valutazione serena della stagione.
Faccio un esempio: la Fiorentina che aveva obiettivi più modesti dei nostri, ha compiuto un buonissimo percorso anche avendo perso la finale di Coppa Italia contro di noi e persino se perdesse la Conference (ma in quel caso fortunatamente per loro non partono sfavoriti come noi, anche se, per i cultori di queste situazioni, il costo della rosa inglese è nettamente superiore a quello dei viola: basti pensare agli 80 milioni di Rice, ai 45 di Paquetà, ai 38 di Bowen, ai 35 di Soucek, ai 32 di Aguerd, ecc. … non conosco gli ingaggi, ma dubito che giocatori pagati così tanto possano avere ingaggi contenuti).
E in secondo luogo per comprendere le cause (e se possibile porvi rimedio) di un percorso così clamorosamente incostante, caratterizzato come è stato da picchi altissimi e da cadute disarmanti.
Ci sono una serie di elementi che io non posso sapere, ma che saranno oggetto di studio approfondito a livello tecnico e dirigenziale (ne cito un paio, ma sono molti di più: la preparazione atletica poteva essere diversa? E le dinamiche di spogliatoio hanno influito su alcune situazioni? E ancora ci sono giocatori che non hanno fatto corrispondere alle valutazioni tecniche previsionali adeguate risorse caratteriali e agonistiche?).
Sono tutte questioni, queste ed altre, che dal di fuori e limitandosi a guardare le partite non si possono assolutamente sapere.
Io però, senza pretese di esprimere verità evangeliche su altre situazioni mi sento di azzardare qualche valutazione.
Il primo punto su cui riflettere è questo: noi abbiamo giocato o giocheremo 58 partite (i nazionali di più).
Sono state tutte partite giocate allo spasimo, perché nelle coppe se perdi sei fuori e in campionato se arrivi alla penultima senza la certezza di qualificarti in CL vuol dire che ogni punto conquistato è stato determinante e ogni punto perso potenzialmente una sciagura.
E’ chiaro che, per fare solo un esempio, la Fiorentina, undicesima in classifica, ha avuto diverse partite da giocare sempre con impegno, ma sapendo che non erano determinanti.
Ora, secondo me l’Inter è di un 15% più forte della Fiorentina, in assoluto, ma non nella singola partita se arriva dopo 55 giocate alla morte mentre in alcune di queste l’avversario (la viola) era più rilassato.
Inoltre l’avvio di stagione poco soddisfacente e il susseguirsi di impegni ravvicinati tutti decisivi ha costretto la squadra a esprimere una continuità fisica e psicologica pesantissima.
Insomma, secondo me questo insieme di situazioni, unitamente ad altre cause che cercheremo di esaminare, può spiegare la flessione della squadra nel secondo tempo contro i viola, perché è chiaro che un’Inter al top della condizione psicofisica avrebbe concesso (forse) meno agli avversari, comunque iper offensivi in quella fase e ne avrebbe approfittato per gestire meglio la palla e creare ripartenze negli spazi che sappiamo essere prerogativa dei nostri centrocampisti, degli esterni e delle punte.
Se questo discorso avesse un minimo di fondamento ci porrebbe di fronte a un problema per il futuro: per continuare a lottare con possibilità di successo su tutti i fronti, senza privilegiarne uno, la preparazione atletica deve essere vicina all’optimum in ogni momento e tutti i 22/24 giocatori di movimento devono essere all’altezza.
Anche qui faccio un esempio: si è visto quanto ci è costata l’assenza prolungata di Brozo, perché né Asllani né Gagliardini sono stati in grado di subentrare mantenendo inalterato il livello del centrocampo.
Questo problema è stato attenuato, apparentemente dalla presenza di 3 centrocampisti di valore, oltre al croato: Barella, Calha e Miki.
Però i tre citati non hanno potuto rifiatare e quindi non hanno potuto esprimersi sempre con la necessaria brillantezza e lucidità.
E quando, rientrato Brozo, sia pure per un periodo minore, si è fatto male Miki si è ripresentato il problema.
Tanto è vero che a Napoli come contro la viola abbiamo dovuto far ricorso a Gagliardini, con i risultati che si conoscono.
Un inciso a proposito di Gaglia: per me è un giocatore discreto, non può essere quel bidone che tutti credono, se consideriamo il curriculum e l’apprezzamento di diversi allenatori.
Sono convinto che in una squadra dove non gli si chieda finezza di palleggio e gli si dia fiducia per quel poco o tanto che sa fare, possa esprimersi meglio.
Ma è inadatto al nostro centro campo (mentre era già più adatto a quello di Conte).
Oggi nel nostro cc un giocatore non capace di giocare e palleggiare in spazi stretti non si trova a suo agio. Servirebbe si un giocatore di potenza atletica, ma che disponga di qualità tecniche decenti.
E questo è un problema.
Lo stesso discorso può essere fatto per gli attaccanti.
Che un attaccante abbia momenti prolifici e altri meno è nella norma, ma certi sbalzi sembrano eccessivi.
Anche qui abbiamo dovuto fare per mesi a meno di Lukaku (tra infortuni e condizioni di forma) e non potevamo sostituirlo decentemente con un Correa francamente inguardabile.
Abbiamo dovuto sfruttare Lauti e soprattutto Dzeko aldilà delle loro possibilità… ottimali e questo spiega forse i periodi di scarsa vena realizzativa.
Se vogliamo, il discorso si sposa anche per gli esterni, perché comunque Gosens è apparso in ripresa ma non all’altezza delle aspettative e soprattutto Bellanova non ha ‘sfondato’, il che, unito all’infortunio di Skrinar e al conseguente arretramento di Darmian ha costretto a un super lavoro Dimarco e lo stesso Dumfires, per non parlare dello stesso Darmian sdoppiatosi in più ruoli.
Se ne deduce che la nostra rosa al completo e IN CONDIZIONE è molto forte e in grado di battersi con chiunque.
Quando invece devono subentrare 3-4 alternative o comunque devono giocare sempre gli stessi, la situazione si complica.
Riferiamoci ancora alla partita con la Viola: che secondo tempo sarebbe stato con in campo la difesa titolare, Dumfries e Dimarco freschi sugli esterni, tre centrocampisti di qualità e uno o due altri a disposizione per i cambi, un Lautaro meno stanco e uno Dzeko meno sfruttato?
So benissimo che è opinione diffusa che noi si abbia una rosa superiore a tutti o quasi e molto completa, ma secondo me si deve considerare la complessità degli impegni.
Mi spiego: il Napoli domina il campionato, ma si è fermato prima di noi in CL, in Coppa Italia (eliminato dalla Cremonese) e non ha disputato la Supercoppa.
Sono partite che prosciugano e per le quali devi essere numericamente e qualitativamente attrezzato.
Lo stesso discorso lo possiamo fare per le altre, che in più, oltre a essere andate meno avanti di noi in altre competizioni sono in classifica al livello di chi… ha perso 12 partite in campionato.
E’ chiaro che a un certo punto anche la teorica differenza di valori, quando non eccelsa, si assottiglia.
Poi naturalmente ci sono altri discorsi da fare, altri punti deboli da analizzare, sempre in prospettiva futuro prossimo: dall’età di alcuni campioni fondamentali, al lavoro tattico, come dire, da completare.
Mancano giocatori che consentano di variare secondo necessità lo schieramento tattico.
Questa squadra è fatta per giocare con tre centrali: due capaci di sganciarsi, uno più di posizione; due esterni di corsa lunga, che dunque non possono essere scattisti; tre centrocampisti ottimi nel palleggio e nell’inserimento negli spazi, ma non sempre o non tutti puntuali nelle chiusure; due punte di cui una deve venire a legare il gioco e l’altra deve dare profondità.
In caso di necessità forse Bastoni potrebbe fare l’esterno di una difesa a quattro, i tre centrocampisti potrebbero comunque garantire qualità e densità, se non potenza, in mezzo, ma poi gli esterni dovrebbero essere capaci di saltare l’uomo di avere dribbling e fantasia ma anche di ritornare profondamente in situazioni di non possesso.
E poi giocherebbe una punta sola, delle tre di qualità che possediamo.
Quindi un problema potrebbe essere: cerchiamo di perfezionare gli uomini per attuare lo schema di gioco che sta dando buoni risultati o cerchiamo giocatori per rendere possibili ANCHE alternative di gioco?
Io forse sono eccessivamente apprensivo e questo non mi rende lucido nei giudizi, ma ci sono alcune situazioni da correggere.
Per esempio: Inzaghi insiste perché almeno sino a quando siamo noi a fare la partita, gli esterni giochino alti.
Si sgola per questo.
Ma poi prendiamo il gol perché su una ripartenza avversaria da sinistra, Bastoni deve accentrarsi per raddoppiare sul centrale, ma Dimarco, che dovrebbe scalare sull’esterno offensivo viola si trova 30 metri indietro e nemmeno la mezz’ala riesce a recuperare.
Forse con tutti in condizione questo non sarebbe successo, probabilmente i vantaggi di questo sistema superano gli svantaggi, ma sono situazioni da valutare e credo si possano prevedere alternative tattiche.
Anche perché quando noi attacchiamo in massa incontriamo grandi difficoltà a crearci gli spazi, mentre quando attaccano gli avversari arrivano più facilmente in area o al limite, con uno spazio eccessivo per il tiro (altro fattore da considerare tatticamente: chi deve uscire? E come va ‘rimpiazzato’?)
I nostri centrali sono tutti forti, tra i più forti in circolazione, sopratutto quando possiamo contare anche su Skriniar, eppure secondo me troppo spesso sulle palle alte la palla la prendono gli avversari, a volte anche avversari non eccelsi di statura ma che ‘entrano’ con i tempi giusti.
Lo so che punti deboli li hanno tutti, forse anche il super Napoli di questa stagione, ma a me non sembra un buon motivo per non individuare i nostri (non è detto che siano i ‘miei’) e per cercare di attenuarli.
Per programmazione io intendo anche questo, magari mi sbaglio.
Se vogliamo continuare a competere in ogni torneo a cui partecipiamo (non a vincere, perché quello non lo possono garantire neppure i soldi del PSG e delle inglesi), bisogna affrontare questi problemi, o altri se io mi sbaglio.
In ogni caso sembra che non si possano ‘sbagliare’ 3-4 componenti della rosa.
E’ vero che prima di una stagione non si sa chi risponderà adeguatamente e chi no (pensiamo al caso di alcuni campioni della juve) però su qualcuno almeno dei dubbi ci potevano essere anche in estate.
Poi so benissimo che ci sono fattori da considerare che ci sfuggono: per esempio Sanchez sarebbe stato forse più utile di Correa, ma Sanchez aveva un ingaggio altissimo e pretendeva di giocare di più…
Comunque adesso il problema fondamentale è trovare le energie fisiche e mentali e dare il massimo perché nelle tre partite che restano ‘chi non dà tutto non dà niente’ (cit.).
Qualche considerazione sul settore giovanile
Dal mio punto di vista anche in questo finale di stagione il nostro settore ci sta dando soddisfazioni insperate.
Parto dai giocatori che abbiamo in giro a fare esperienza di calcio vero e che si stanno affermando:
- da Stankovic, protagonista della salvezza del Volendam nel campionato olandese, a Oristanio che pure ha dato un contributo fondamentale ed è stato convocato in nazionale,
- a Fabbian, premiato recentemente come il miglior giocatore della serie B,
- a Mulattieri, 12 gol e 4 assist in 1.500 minuti giocati,
- ad Agoumé, a Colidio (che potrebbe essere fondamentale per arrivare a una punta importante) a Pirola (titolare a Salerno e con 2 gol all’attivo), a Franco Carboni, a Esposito che nel Bari pur giocando poco ha una media realizzativa importante e altri ancora.
A livello di ragazzi ancora in forze alle nostre giovanili e alle rispettive squadre, la situazione è sicuramente interessante.
Come squadra, la Primavera dopo un inizio deprimente (ma sappiamo quali sono state le cause) con una grande rimonta ha sfiorato la qualificazione per le finali, non raggiunte per qualche errore difensivo (ad esempio quello clamoroso di Kassema contro il Milan che ci è costato due punti in una partita che stavamo controllando tranquillamente).
Ma alcuni giocatori Zanotti, V. Carboni, Fontanarosa, Stankovic Esposito Akinsanmiro, Kamate (tre di loro sono addirittura 2005 cioè hanno 17 anni) sono stati aggregati alla prima squadra o addirittura schierati per qualche minuto.
Fontanarosa, Zanotti e Pio (sotto età) sono protagonisti nell’U20 che si sta ben comportando ai mondiali, con un altro prodotto del nostro vivaio in grande evidenza, Casadei.
Owusu è in rampa di lancio, mentre Iliev è addirittura titolare nella nazionale A del suo Paese.
L’Under 18 al completo è probabilmente la più forte delle nostre squadre, spesso vince dando spettacolo e credo sia l’unica che potrebbe arrivare sino in fondo a rinverdire una tradizioni di successi di squadra.
Purtroppo uno degli elementi di spicco, Zefi ha chiuso anzitempo la stagione per un infortunio alla spalla, ma i giocatori di valore nel gruppo sono tanti, a cominciare da Bovo (che ha esordito in Primavera, come auspicavo, segnando) per proseguire con Berenbruch, Jean, Aidoo, Quieto e altri ancora. Da valutare anche la crescita dell’afro-canadese Djallo, altro 2005.
L‘Under 17 ha dominato il suo campionato nella regular season e i giocatori di talento non mancano certo.
Ne ho parlato più volte. Piuttosto fa specie che nonostante il netto dominio agli europei siano stati convocati solo De Pieri e Cocchi (sotto età).
Zanchetta, Spinaccé, Pinotti, Mayé, Garonetti, Tigani, Lavelli sono pure già pronti per il salto di categoria, ma altri possono crescere atleticamente in breve.
Gli Under 16 dopo un campionato altalenante si sono qualificati per gli ottavi e hanno eliminato nettamente il Genoa, battuto due volte, per 3-0 e 2-3. ora dovranno affrontare la Roma nei quarti.
Si tratta di una squadra in evoluzione, in cui molti elementi migliorano di partita in partita. Tra i giocatori più interessanti mi pare di segnalare, al momento oltre al fuoriclasse Mosconi, Mancuso, Balduzzi, Idrissou, Tassotti, Mantini e lo stesso Urbano.
Primato in classifica e ottavi di finale superati per l’Under 15 (contro l’Udinese); nei quarti i ragazzi hanno pareggiato 0-0 a Bologna (colpendo due pali) e ora devono disputare la partita di ritorno.
Molti sono i ragazzi in crescita che possono trasformarsi da un mese all’altro.
Per ora mi piace segnalare Farronato, portiere per me con possibilità eccezionali, Moranduzzo, Virtuani, Grisoni Fasana, Franchi, Moressa, Carrara, D’Agostino e Curcio.
Il materiale su cui lavorare non manca, anzi.
Ora speriamo solo che la nuova direzione sarà all’altezza di quella, insuperabile, garantita in questi anni da Roberto Samaden.
Ho notizia di due quasi certi arrivi (U15 e U17 del prossimo anno) che, dal vivo, mi hanno molto impressionato.
Speriamo che sia solo l’inizio di un altro periodo aureo.
Luciano Da Vite
Aggiornami tu Luciano, ho visto che per ora non è arrivato.
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Post inviato.
Stasera alle 20.00 su Dazon la finale under 18 per il titulo
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Cmq Gobbi e BBilanisti erano davvero spaventati a morte, non me ne ero reso conto … :-) Lo deduco dalle reazioni veramente sproporzionate, neanche fossimo andati in giro nell’ultimo mese a millantare una coppa gia’ vinta o subito una batosta con i controfiocchi in finale. Soprattutto i secondi . Spero che Inzaghi o chiunque sara’ il Nostro Capitano l’anno prossimo, ne tengano ben traccia di questo schifo.
Per chiarire, lo sfotto’ e’ il sale del tifo, ma qui stiamo raggiungendo livelli da decelebrati. Milano meriterebbe ben altro
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Becca, siamo in un paese dove stanno imperversando interventi di pura agiografia nei confronti dell’uomo che “ha cambiato l’Italia “. Non meravigliamoci di questi “corollari”, visto che il nostro è un paese privo di memoria storica. Un paese che considera lo studio della propria storia contemporanea un accessorio di cui poter fare a meno
P.s. la squadra, nonostante la deriva dell'”opinione pubblica”, ha ampiamente dato prova di grande spirito. In queste condizioni i risultati ottenuti dai ragazzi sono oggettivamente straordinari
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Bravo Sergio, ogni tanto siamo d’accordo
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Ricevuto, lavoro per pubblicarlo.
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Oggi c’è stato l’incontro per stabilire i prossimi step da intraprendere per definire l’Inter del futuro, incontro tra Zhang la dirigenza e Inzaghi….personalmente io sono tranquillo perché Marotta o è molto fortunato o in qualche modo riesce sempre a trovare il modo di rendere la rosa competitiva ai massimi livelli…..a prescindere dal budget!
Quindi spero che avremo la pazienza di aspettare la fine del mercato prima di scatenarci in giudizi e sentenze, nel caso venisse venduto qualche top (o non rinnovato) oppure se venisse acquistato qualche giocatore indesiderato.
Io sono d’accordo con lui quando dice che già adesso abbiamo uno zoccolo duro di italiani (ma anche di stranieri vedi Lautaro e Chala) che inizia a rappresentare l’anima e la coscienza di questa squadra e non parlo di attaccamento ai colori o di campanilismo…..ma della tempra, della forza morale, dell’intensità che spinge un atleta a dare tutto quello che ha per vincere o per raggiungere un obbiettivo.
Siamo vice campioni d’Europa, vincitori di coppa Italia e supercoppa, qualificati ancora una volta in Champions….in quanti possono dirlo?!
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Inter pessima, irriconoscibile, anche tenendo conto della forza della Spal. In 45 un solo tiro in porta (la testata vincente di Guercio su corner che dimezza lo svantaggio). Una miriade di errori tecnici anche elementari, lo stesso gol del vantaggio ferrarese, che ha indirizzato la partita nasce da un appoggio semplice sbagliato da Guercio. davanti non riusciamo a trovar spazi e a liberarci: tanto palleggio poi palla persa o traversone inutile perché non abbiamo il Pivot. loro bravissimi a chiudere e favoriti dal trovar spazio nelle ripartenze. Sono venuti meno i giocatori di qualità che di solito fanno la differenza. bellissimo il loro secondo gol: avevo già segnalato la qualità di Longoni e si è decisamente confermato
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