La prudenza era saggia: Inter – Liverpool 0-1

Quando il livello si alza, la nostra Inter va in difficoltà: Napoli, Juventus, Milan, Atletico avevano già indicato questa situazione. Liverpool l'ha solo confermata. Di contro Toro, Cremonese, Fiorentina, Lazio, Pisa, Saint-Gilloise, Slavia Praga, rappresentano l'altra faccia della realtà. L’Inter è una squadra che contro avversari anche solo un filo più deboli, può maramaldeggiare, dare spettacolo e segnare goal a raffica. Certo, tanto a Madrid che contro il Liverpool, poteva andare diversamente e siamo stati nell’ultima gara sicuramente defraudati di un pareggio meritato, a causa di una decisione arbitrale (e del VAR, responsabile ancora maggiore) che ha il sapore della truffa. Ma ha ragione Chivu: non serve stare a recriminare. Bisogna mettersi nelle condizioni di non subire questi errori, migliorando. Se guardiamo la partita, abbiamo visto solo un’Inter generosa, che ha limitato i danni con l'applicazione e la determinazione, ma raramente è riuscita a far emergere le sue qualità tecniche in fase di transizione offensiva. Il Liverpool e in parte l’Atletico ci sono superiori (se non come classe, come “energia”): l’Inter non è una squadra quadrata e non ha le riserve di energia per consentirci di affrontare avversarie più dotate in questo senso, giocando davvero tutte le competizioni. Il Liverpool si è imposto sul piano atletico, dell’intensità, impedendoci di esprimere al meglio le nostre qualità… La differenza tra questa partita e quella con il Como si spiega facilmente dalla lettura delle cifre statistiche. È stata invece spettacolare la prestazione dei ragazzi di Benny Carbone che a Interello, in Youth League, hanno impartito una autentica lezione di calcio ai coetanei del Liverpool. La prestazione è stata impeccabile, a livello individuale e di squadra con i nostri che avevano in campo molti ragazzi sotto età (gli splendidi 2008) e tre fuori quota (uno per reparto: Maye – Venturini – Zouin), due dei quali però sono stati sostituiti nel corso della gara per infortunio e uno per rotazione, abbassando ulteriormente l'età media... Vinciamo cinque a zero. Vanno a segno Zarate (su calcio di rigore), La Torre, Dino Putsen, Mosconi, Moressa. Hanno giocato bene veramente tutti. I voti più alti li portano a casa Marello e Zouin, tandem che ha letteralmente messo in ambasce la difesa avversaria.

Forse non al top. Ma siamo ancora vivi: Inter – Fiorentina 2-1

Era una partita cruciale per le nostre sorti sotto diversi aspetti. In particolare dopo la prova agonisticamente deprimente di Firenze, un nuovo risultato negativo, con conseguente conferma dello stato di flessione fisico e/o mentale, avrebbe aperto inquietanti prospettive su proseguimento della stagione. Ma la risposta da parte dei nostri c’è stata e non solo in termini di risultato (strameritato). Anche la prestazione è stata infatti convincente sia sul piano fisico che su quello mentale. In campo si è vista la ritrovata forza del gruppo che è coincisa con la prestazione da leader clamorosi di un giocatore per reparto: il magnifico trentasettenne Acerbi, che ha umiliato Kean, il meraviglioso Barella onnipresente e ispirato e un Lautaro che, come i due compagni, per tutta la gara ha letteralmente trascinato la squadra. Da segnalare la prima prestazione del tutto convincente di Zielinski da quando è all’Inter; l’ennesima prestazione di tutto rispetto di Mkhitaryan; la prestazione senza sbavature di Carlos Augusto; il goal (decisivo) di Arnautovic. In Yough League, i ragazzi di Zanchetta battono il Lille tre a uno: doppietta di Spinaccè e goal di Mosconi. Settima vittoria su sette dei nostri ragazzi nella più importante manifestazione giovanile europea per club. Non è stato fatto ancora nulla, ma bisogna riconoscere che sino ad ora il percorso dei nostri giovani è stato entusiasmante: nessuno in estate poteva immaginare un simile percorso della squadra in Europa.

Un derby olandese, diretto da… un ceko: Milan – Inter 1-1

Nell’epoca delle tecnologie sofisticatissime, non è vero che “tutti possono sbagliare”. Per quello che riguarda l’arbitraggio nel derby ci sta molto poco che si presta a interpretazioni: l’intervento di Pavlovic su Thuram era da rigore. E questo non è l’unica scelta arbitrale a destare più di qualche perplessità (vedi il fallo su Calhanoglu in occasione del goal del Milan). Per quanto riguarda la partita in senso stretto, il “gioco”, bisogna dire che a furia di rinforzi, il Milan ha costruito una squadra molto forte ed ha affrontato la gara contro di noi adottando un sistema di gioco che esalta i suoi punti forti: hanno iniziato con un po’ di pressing, poi si sono chiusi a bunker, limitandosi a folate offensive di centrocampisti ed attaccanti. In conclusione, sommando le percezioni visive e i dati statistici si potrebbe concludere che certamente il Milan è in forte crescita, come singoli e organizzazione di gioco rispetto al recente passato, ma noi, pur con un filo di minor lucidità del solito ci facciamo ancora al momento (ripeto, al momento) preferire: il primo tempo è stato abbastanza equilibrato, nella ripresa si è giocato a una porta. Il pareggio in definitiva ci sta un po’ stretto ma non ci deve fare sottovalutare quelli che sono dei limiti che riguardano la composizione della nostra rosa. Stiamo facendo un’annata incredibile, ma se il prossimo anno non faremo massicci investimenti andremo incontro a un declino certo: per l'età avanzata di alcuni, per il logoramento di altri iper sfruttati e per la mediocrità di qualche altro ancora. Per quanto riguarda le giovanili, è stata una giornata in controtendenza: le squadre maggiori hanno deluso (Primavera e Under 18) e le tre minori (Under 17, Under 16 e Under 15) hanno fatto bene. Le tre vittorie di U17, U16 e U15 sono venute contro le selezioni giovanili del Cittadella. Larga in particolare la vittoria dell’Under 15 che vince in trasferta con il risultato di sei reti a zero. Doppietta di G. Omini.

Bruttini ma buonissimi: Fiorentina – Inter 0-1

Perché le cose si volgessero al meglio per i nostri non bastava il gradito inciampo della Juventus (che aveva una partita "facile", ma nel nostro difficilissimo campionato sono spesso proprio le partite facili a tradire, anche se nella stagione in corso la nostra marcia regolare e quella dei bianconeri hanno un po' limitato questo fenomeno...) ma era necessario che noi facessimmo quella che, nelle condizioni date, si può definire come un'impresa. Abbiamo portato a casa una partita anomala, anche nelle sofferenze (stranamente abbiamo sofferte più le palle alte che le giocaate rasoterra), contro una squadra forte e competitiva che mister Italiano ha messo in campo con gli accorgimenti giusti per mettere in difficoltà il nostro schieramento. Inzaghi ha risposto con la soluzione Carlos Augusto in risposta all'attacco a tre di Italiano (con due giocatori molto larghi apriva la nostra difesa, l'assenza iniziale di Acerbi favoriva il rilancio lungo, con pella alte sul centro dell'area dove Nzola creava continuamente difficoltà), ma l'assenza dei due centrocampisti titolari e di Dimarco ha sicuramente tolto qualcosa alla nostra capacità offensiva e di ripartenza (senza nulla togliere alla positiva prestazione dei sostituti). Ampio spazio alle nostre selezioni giovanili. Partiamo dall'Under 19 che ha pareggiato zero a zero in casa del Torino (occasioni da goal poche da entrambe le parti, a conferma dell'equilibrio che regnava in campo). Due a zero invece il risultato per l'Under 17 di mister Polenghi contro il Lecco che prima di questa partita era terzo in classifica e ci precedeva di due punti. Doppietta di Mancuso. Due parate strepitose del nostro portiere Michielan. L'Under 15 batte quattro a zero i pari età del Brescia. Qui risultato mai in discussione. Doppiette di Dade e Salviato. Un solo imperativo per questo gruppo: giocarsela fino alla fine per il titolo. Inter - Brescia Under 16 finisce tre a te. Reti di Stefani, Carrara e Suppa. Una partita rocambolesca contro una buona squadra come il Brescia che è in piena lotta per un posto nei play off e che possiede almeno tre giocatori di livello superiore (Badra, Pedretti, Quaggia). L'Under 18, infine, vince quattro a zero contro l'Hellas Verona. A segno Zarate, due volte Della Mora e Spinaccè. Sugli scudi De Pieri, fuori categoria nell'Under 18, e Mosconi.

Reagire ai furibondi e immotivati attacchi concentrici: Inter – Hellas Verona 2-1

Inevitabilmente il post di commento alla partita si apre con alcune considerazioni che riguardano l'arbitraggio e quegli episodi chiave della partita che sono da subito sembrati controversi. In particolare si fa riferimento al goal dell'Hellas, dove è apparso evidente e netto il fallo di un veronese su Arnautovic, nel momento in cui iniziava la loro azione; al rigore che è apparso inventato o quasi (lieve contatto piede contro piede al termine del quale, nello sviluppo dell'azione, il piede che sarebbe stato colpito si trasforma in gamba d'appoggio, e alcuni istanti dopo il veronese si butta per terra, roteando l'altra gamba...); al presunto fallo di Bastoni in occasione del goal di Frattesi, una spallata dopo avere ricevuto a sua volta un intervento falloso, e non una gomitata. Al di là delle considerazioni sulle decisioni arbitrali e var, sicuramente in questo momento della stagione non stiamo vedendo l'Inter migliore e la cosa obiettivamente preoccupa, perché stiamo andando incontro a un periodo fittissimo di impegni gravosi (al contrario della Juventus...) e perché in passato abbiamo imparato che le nostre "flessioni" sono spesso sanguinose in termini di punti persi. Ieri l'abbiamo portata a casa e questo è un buon segno, ma facendo un bilancio del girone d'andata, giocando quasi sempre al top delle nostre possibilità e fornendo spesso prestazioni scintillanti, abbiamo conquistato un margine di soli due punti sulla Juventus, che invece non ha convinto, almeno alcuni, e che sembra possa solo migliorare non avendo tra l'altro i nostri impegni. Il post racconta la partita e anche la partita della Primavera (che vince sei a due contro la Lazio seconda in classifica) e pone l'attenzione su alcuni limiti e difetti su cui bisogna lavorare. La prima considerazione è che in diverse partite abbiamo preso goal su passaggi errati o palle perse a metà campo e sulle quali ci siamo trovati scoperto e questo è qualche cosa su cui bisogna lavorare. Altra considerazione, di natura tattica, è che soffriamo le squadre che non si schierano in modo speculare (nell'uno contro uno siamo quasi sempre più forti) ma che attuamo il 4231 o il 433 e soprattutto se hanno esterni molto veloci. Questo tipo di situazione comporta per i nostri giocatori, in particolare per i due esterni, sforzi particolari e compiti aggiuntivi che ricadono ovviamente su tutta la squadra e che vanno eseguiti con sincronismi perfetti e che richiedono evidentemente grande condizione fisica e lucidità. Inconvenienti, per così dire, su cui bisogna lavorare.

Inter – Juve 0-1: a pallamano sei meglio tu…

La premessa è che Inter - Juventus, in quanto partita di calcio, è finita 0-0. Nel supplemento di pallamano, poi, ha invece prevalso la Juve, con ben tre assist di mano nella stessa azione decisiva. Detto questo - non c'è controprova - resta il sospetto che senza le assenze la partita avrebbe potuto avere esiti diversi. Ma nel post ci si sofferma più che tutto sul tentativo di comprendere le cause recenti e meno recenti di un declino che in due anni ci ha portato da dominatori a comprimari. La squadra attuale da tempo non ha continuità di prestazioni e risultati; non è in grado di attaccare le difese schierate e per sopperrire a questo limite deve attaccare con molti uomini, perdendo quasi inevitabilmente le distanze tra i reparti e offrendosi alle ripartenze altrui in spazi ampi; i centrocampisti sono tutti di qualità e non di forza e non riescono a fare il doppio lavoro con continuità. Indicare un responsabile unico non è possibile, ne parliamo ampiamente nel post, le responsabilità sono condivise da tutti, ma non ci sono dubbi sul fatto che senza un cambio di proprietà e/o se non si arresta la necessità di rientrare finanziariamente sarà difficile cambiare le cose. Considerazioni simili vengono espresse per il settore giovanile dove il rischio di una perdità di competitviità rispetto ad altre squadre a livello nazionale è reale ed è necessario tornare a investire, così come a cambiare approccio per quella che è la rivalutazione a livello di importanza mediatica e di richiamo del pubblico. In dettaglio si analizzano poi il pari della Primavera contro la Roma e il derby Under 16.

Grande prestazione e la conferma che non è anno per lo scudo: Inter – VAR 1-1

Commento amaro dopo il pareggio casalingo di domenica sera. Simone Inzaghi prepara la partita come meglio non si potrebbe, ingabbia la Juventus perfettamente e per almeno un'ora governa il gioco con qualità, organizzazione ed equilibrio. Il mister non ha sbagliato le scelte, né l'impostazione della gara, confrontandosi alla pari con un grande allenatore come Massimiliano Allegri. Che però aveva i singoli e le alternative a disposizione che a noi mancano. Le scelte individuali di Inzaghi e i cambi sono stati obbligati. Abbiamo fatto il massimo con un Lautaro fuori condizione e senza Sensi che sarebbe l'unico a poter creare qualche variante di gioco in una squadra dove manca evidentemente qualcosa a livello di rosa per poter competere a alto livello per 38 partite di campionato più quelle di coppa (una terza punta di buon livello, un centrocampista forte e completo...). C'è stato un furto evidente, senza il quale avremmo vinto la partita, ma è anche vero che nel secondo tempo non siamo praticamente mai riusciti a ripartire e in queste condizoni l'episodio negativo, tanto più se giochi contro la Juventus, può accadere. Non ci si può consolare solo pensando alla bella prestazione. Non vincere partite così (contiamo anche quelle contro l'Atalanta e la Lazio e contro il Real Madrid in Champions) non può dipendere solo dalle colpe degli altri. Di queste quattro partite ne abbiamo giocate tre in casa, facendo due punti e una in trasferta (zero punti). Sono numeri che ci condannano. È chiaro che non basterà fare bottino pieno nelle prossime gare (a partire da domani sera a Empoli) ma poi fare risultato e vincere, anche giocando "male", nelle sfide che contano.

Una serie interminabile di conferme: Juventus – Inter 3-2

Chiariamo subito una cosa, prima che sorgano equivoci incresciosi: per noi è come se l'Inter avesse vinto questa partita 3-2. Il goal di Lautaro era regolarissimo, come tutti hanno visto, e Perisic non ha commenso nessun fallo da rigore. Inoltre Kulusevski è stato graziato del secondo cartellino giallo e questo compensa abbondantemente l’eccessiva severità nel secondo giallo a Bentancur. Tutto questo è stato riconosciuto persino da critici e giornalisti malevoli vero l’Inter e addirittura da qualche juventino onesto. Juventus - Inter è stata una parita che ha dato indicazioni importanti: quella più importante è che l'Inter è una suqadra molto forte, sul piano tecnico, atletico, della personalità, del carattere e della quadratura. Allo stesso tempo è indubbio che ci siano delle situazioni da migliorare e margini di progresso importanti, se sarà possibile intervenire per correggerli. Questa Inter non potrà essere competitiva sia in campionato che in CL, nella prossima stagione, senza almeno un paio di inserimenti di qualità. La situazione attuale desta preoccupazione: le difficoltà finanziarie ci sono. Dire che ne abbiano anche gli altri non è confortante. La verità è che alla nostra proprietà, alla dirigenza e allo staff tecnico spetterà un compito particolarmente difficile: come affrontare il problema della conservazione degli ingaggi e contemporaneaemente presentare progetti tecnici convincenti. E attuare le due direttive e al contempo rafforzare la squadra, appare quantomeno complesso...

Un ritorno al passato? O al futuro?

Pensare che il girone di ritorno non sarebbe stato sullo stesso livello di quello d'andata non era un'osservazione da acuti specialisti, ma un gioco da ragazzi. La Serie A è difficilissima, solo la Juventus può tenere un ritmo da 100 punti a campionato. Antonio Conte dopo la partita con il Lecce, terminata con il risultato di 1-1 (Bastoni, Mancosu), ha dichiarato che "noi possiamo vincere solo andando a mille all'ora". È la verità, siamo destinati al momento a pagare qualciasi flessione psicologica od atletica. Soprattutto di concentrazione. La seconda verità è che ci manca esperienza in ruoli chiave e determinanti e in particolare a centrocampo dove, senza nulla togliere ai bravissimi Barella e Sensi (che già adesso stanno dimostrando di poter giocare ad alti livelli) servirebbero anche giocatori con l'abitudine ad esprimersi al vertice con continuità.

Il marchio di Conte: Inter – Cagliari 4-1

Con la vittoriosa partita di Coppa Italia contro il Cagliari, terminata con il risultato di quattro a uno, i nostri strappano la qualificazione ai quarti di finale. Ma è stata una partita interessante sotto molti profili per le indicazioni fornite. Principalmente due: la prima è che Conte vuole trasformare l'Inter in una grande squadra e una grande squadra non può soffrire di supponenza e non può prendere sottogamba nessuna partita; la seconda è che questa Inter è fortissima e competitiva con tutti, fino a quando riesce a esprimere intensità e aggressività. Non è una squadra costruita per gestire il risultato palleggiando o ritirandosi. Per giocare novanta minuti senza andare sotto ritmo è necessario che i giocatori siano tutti sempre al top della condizione fisica e con un carico totale di energie psicofisiche e questo è possibile solo con una gestione ottimale dei 22 "titolari". L'obiettivo per essere competitivi fino alla fine sarà bilanciare la rosa e limitare la possibile "emorragia" di punti contro le medio-piccole in un girone di ritorno dove sarà materialmente molto difficile ripetere l'andamento avuto fino a questo momento.