Una piccola impresa… meridionale: Manchester City – Inter 0-0

L’arrivo di Steven Zhang, di Antonio Conte, di Beppe Marotta e poi di Simone Inzaghi hanno trasformato l’Inter in qualche cosa di grande che va anche oltre i meri calcoli economici. Siamo forti anche a livello europeo, ormai è assodato, e siamo andati a Manchester a giocare una partita importante contro una delle squadre più forti nel panorama calcistico internazionale e che ha uno strapotere sul piano finanziario e economico con una disponibilità di spesa (dovuta a introiti diversi, senza considerare tuttavia anche le numerose infrazioni finanziarie, 115 per l’esattezza, per le quali sono sotto processo) che è spropositata rispetto alla nostra. Sta di fatto che il peso della Champions si farà sentire in campionato e del resto è vero che quando siamo andati in finale, abbiamo lasciato punti in campionato e allo stesso modo, quando abbiamo stravinto la Serie A lo scorso anno, siamo usciti, sia pure ai rigori, troppo presto dalla competizione europea. In discussione non è la nostra forza, ma la capacità del gruppo di reggere al top in entrambe le competizioni, che tra l'altro hanno visto aumentare numero di gare e il livello di competitività delle avversarie. Per venire alle giovanili, la nostra Primavera ha ottenuto in Youth League una vittoria netta: i nostri ragazzi hanno battuto il City fuori casa con il risultato di quattro reti a due (doppietta di Berenbruch, Lavelli Alexiou) prendendo peraltro due goal con dei nostri errori (“degli autentici regali”) e non per delle azioni efficaci imbastite dagli avversari. L’Under 17 invece batte i pari età del Brescia per sei reti ad uno. Si vede la mano di Handanovic e la partita dei ragazzi è stata veramente entusiasmante. Forse con Handa si apre una stagione nuova per il nostro settore giovanile (ovviamente qui non si vuole esagerare, né essere precipitosi): il mister ha scelto quasi tutti uomini agili, rapidi e tecnici e ha chiesto loro di giocare sempre la palla, anche in difesa e anche se marcati, e ha imposto di giocare la palla a terra, di prima o massimo a due tocchi… Movimento continuo e apertura di spazi erano la conseguenza. Sono venuti sei goal e altri sono stati sbagliati di un niente. Gli uomini non saranno forse forti come quelli della cantera catalana, ma sembrava proprio di veder giocare una squadra blaugrana.

Dal calcio giocato (in amichevole) al calcio parlato. Anzi, il contrario

Nel post qualche considerazione sull'ultima gara amichevole disputata contro la Pergolettese (abbiamo vinto con il risultato di due reti a uno), più una specie di allenamento che una partita vera e propria. Quindi le considerazioni sulla prestazione dei nuovi arrivati (si conferma giocatore molto intelligente Taremi, ancora a segno), le note positive (Bisseck, Mkhitaryan, Cocchi, Kamate..) e quindi considerazioni sulla composizione della rosa in generale e sulle prospettive per quello che riguarda il calciomercato dove restano alcune questioni che sicuramente meritano di essere valutate con attenzione: la scommessa Arnautovic davanti; la possibilità che Darmian possa ancora fare il quinto con la stessa forza e resistenza; la mancanza di una punta "estrosa"; la questione che riguarda il difensore mancino e i centrali della difesa a tre. Il contenuto del post però riguarda due punti sostanziali e cioè: 1. Quali sono le prospettive della nuova proprietà e quali sono i suoi programmi per garantire, possibilmente e comeauspichiamo noi "tifosi con la sciarpa" (non ce l'ho neppure io, tanto più che in questi giorni fa veramente molto caldo), una gestione più ricca di successi di quella realizzata dalla proprietà uscente? 2. La domanda delle domande: meglio la politica dei parametri zero già pronti o investire su giovani futuribili (purché costino davvero poco)? Sono due temi evidentemente molto discussi tra i tifosi interisti e tra tutti gli "osservatori" a vario titolo al mondo Inter. Le argomentazioni portate avanti nel post sono veramente tante che riassumerle con poche frasi è impossibile. Detto che tutti noi auspichiamo che l'Inter di Oaktree possa anche migliorare i risultati ottenuti dalla proprietà Zhang e detto che senza dubbio Oaktre sa fare il suo mestiere (e che le sue scelte e i suoi interessi e quelli dell'Inter in questo caso devono per forza di cose coincidere) e che il curriculum dei due dirigenti del fondo che seguiranno il nostro club da vicino è impressionante, non possiamo non considerare cosa è accaduto negli ultimi anni, quando a fronte di restrizioni finanziarie, Steven Zhang abbia dato l'indirizzo (es. ridurre il disavanzo di tot. euro), ma poi lasciao il settore tecnico di operare entro quei paletti. Il risultato di questa politica è stato positivo sul piano tecnico e su quello finanziario (riduzione progressiva del passivo di bilancio aiutata anche dalla crescita degli introiti, a sua volta favorita dal miglioramento della squadra). Quali strategie, specie sul mercato (che è la questione che tiene banco in questi giorni, evidentemente), adotterà Oaktree non ci è dato saperlo, ma l'azienda calcio ha caratteristiche particolari che richiedono efficacia nelle politiche di gestione finanziaria, ma anche nella gestione tecnica e richiedono soprattutto, per avere successo, una straordinaria condivisione o meglio "complicità" tra i due livelli.

L’estasi e l’inquietudine

Nel giorno dei festeggiamenti più sfrenati e gioiosi, una preoccupazione forte e fondata agita i cuori nerazzurri. Difficilmente Steven Zhang (la proprietà più vincente della storia dell'Inter dopo la famiglia Moratti) riuscirà a trovare una soluzione che gli consenta di restare al timone: questo significa che siamo davanti alla chiusura di un ciclo e all'apertura di una nuova fase, ricca di prospettive e di incognite. Parlare di un salto nel buio non è purtroppo sbagliato e questo genera inevitabilmente una profonda inquietudine. Siamo al top o quasi e migliorare appare a questo punto impossibile, mentre il rischio di un ridimensionamento di ambizioni e di successi è invece reale. E possiamo già considerare che la stampa stia già manifestando una certa soddisfazione e un malcelato senso di rivalsa possibile dopo avere masticato amaro in questi ultimi anni. Le incognite sono tante, il mondo del calcio italiano è ricco di insidie che conosciamo bene, in attesa di chiarezza ed i nuove indicazioni non sappiamo che cosa succederà per quello che riguarda le operazioni di mercato e i rinnovi più costosi... Come tifosi quello che possiamo e dobbiamo fare è stringerci comunque attorno alla squadra (anche per questa ragione troverete nel post un'ampia sezione dedicata alle giovanili con i report delle gare di Under 19, Under 18, Under 16 e Under 15...) e "chiedere" prima di tutto la garanzia che la nuova proprietà (se ci sarà) rispetti la rettitudine morale che caratterizza storicamente la nostra società. La seconda è che si mantenga almeno l'attuale competitività e il fascino crescente che i nostri colori incontrano in ogni parte del mondo. Chiaramente la speranza è che si possa in qualche modo comporre un disegno unico, accettato e condiviso tra tutti, proprietà, gruppo dirigente, settore tecnico e giocatori, una fiducia e una stima reciproca che sono stati il tratto dominante e la vera forza dell'Inter in questa fase storica. Forza Inter!

Con il codice 2.4: “Pazzo di te” di Zhang-Marotta-Inzaghi

Per il sessantaquattresimo Festival di Sanremo, il nostro voto va a "Pazzo di te". Solo che non si tratta della canzone di Renga e Nek, ma del nostro amore per questa straordinaria Inter, costruita da Zhang, Marotta e Inzaghi, che sabato pomeriggio ha battuto quattro a due la Roma in trasferta dopo una partita difficile (nel primo tempo eravamo inguardabile) e dove su tutti per noi ha spiccato il maestro d'orchestra Henrikh Mkhitaryan. Il cambio di allenatore ha dato al gruppo romanista le motivazioni giuste, come si era visto anche nelle gare precedenti. De Rossi ha riportato tutti i giocatori al top e ha evidentemente migliorato anche l'assetto tattico. La Roma ha cominciato subito aggressiva e ha mantenuto per i primi quarantacinque di gioco un ritmo straordinario, mettendoci sotto e, sebbene noi fossimo andati in vantaggio con una rete abbastanza casuale (goal di testa di Acerbi sugli sviluppi di un calcio d'angolo con tanto di spizzata sbagliata proprio dall'ex Lukaku), hanno chiuso il primo tempo in vantaggio. Nel secondo tempo siamo riusciti invece a imporre il nostro gioco e la Roma non è riuscita a impedircelo. Sicuramente questo è dovuto agli accorgimenti di Inzaghi, ad esempio nel tenere gli esterni più alti, ampliando così lo spazio a disposizione per attaccare, ma dobbiamo anche considerare il fatto che per la Roma fosse impossibile mantenere per tutta la gara lo stesso ritmo che nei primi quarantacinque minuti di gioco. L'abbiamo sbloccata dopo quattro minuti e abbiamo poi oggettivamente dominato tutta la seconda frazione di gioco con venticinque minuti di calcio veramente di alto livello. Una grande dimostrazione di forza e di qualità della squadra quindi, che ha saputo rovesciare una situazione, in termini di risultato ma anceh di gioco, che si stava facendo preoccupante. I numeri sono oggettivamente sorprendenti. Siamo primi dopo 23 partite con 60 punti su 69 disponibili; 55 goal fatti (una ventina circa in più della seconda in classifica); 12 goal subiti; sei punti su sei contro Roma e Fiorentina, tre su tre contro Milan, Napoli, Lazio e Atalanta, quattro su sei contro la Juventus...

A un passo dal cielo: Inter – Manchester City 0-1

La premessa (doverosa): in 68 ani l'Inter è riuscita sei volte a giocare una finale di Champions League, una ogni 10,3 anni. Ma terminato il periodo Moratti - Herrera, dal '72 ad oggi, in 51 anni, abbiamo giocato due finale - una volta ogni 25 - vincendone una e perdendo l'altro. Questo semplice pro memoria è il punto di partenza che, se non basta a mitigare la delusione, ci fa comunque rivalutare la grandezza dell'impresa compiuta, tanto più in un calcio profondamente cambiato, nel quale altrove si fanno investimenti annuali di centinaia di miliardi e, se non bastasse, con alcune delle rivali più ricche (Juventus, Barcellona, lo stesso City), che hanno fatto ricorso a comportamenti finiti sotto il tiro della giustizia sportiva e non solo. È il punto di partenza del racconto di un finale di stagione esaltante e poi di una finale di Champions League che abbiamo affrontato da sfavoriti, perché la potenza economica delle due squadre non è paragonabile e questo non poteva non influire sulla loro potenzialità soprattutto a livello di organico esteso. Però poi abbiamo finalmente giocato la partita e se è vero che noi umani olitamente chiamiamo fortuna o sfortuna le nostre e le altrui imprecisioni e quindi loro in un'occasione sono stati più precisi, è innegabile che sul piano dell'organizzazione del gioco ci siamo espressi almeno alla pari. Nel post si propone una analisi della partita e di come sia noi che il nostro avversario, il City di Guardiola, abbiano affrontato la finale. Non manca però una ampia parte dedicata a considerazioni sulle prospettive future con il tentativo di dare risposte a domande fondamentali. Lavorare per il futuro o provare a restare competitivi? Che giudizio diamo sulla proprietà, su Marotta, su Ausilio? Nelle nostre condizioni, meglio puntare sulla competitività in campionato o su un bis di un grande percorso in Europa? Inzaghi ha meritato la conferma, ma in ogni caso, meglio una tipologia di allenatore come Conte/Allegri o come Inzaghi/Klopp? La sensazione finale è che possiamo fidarci e sentirci tranquilli principalmente se rimarrà questa dirigenza che ha sempre, finora (certo, qualche sbaglio è sempre da mettere in conto), estrarre dal cappello il coniglio giusto.

Magari fosse sempre Viktoria Plzen

Magari fosse sempre Viktoria Plzen! Sia la prima squadra che l'Under 19 di Christian Chivu con la doppia vittoria contro i cechi, si qualificano al prossimo turno e entrambe le squadre lo fanno dopo un'ottima prestazione che ha dato solo segnali positivi e confortanti anche in considerazione delle difficoltà incontrate nel cammino in campionato fino a questo momento. Per quanto riguarda la prima squadra, sono premiate le scelte dell'allenatore Simone Inzaghi. Sugli scudi le prestazioni di giocatori più esperti come Dzeko, Mkhitarya e Acerbi, che hanno dimostrato la verità che nelle partite decisive, dove la pressione è enorme, l'essere temprati per queste situazioni, anche a parità di valori tecnici e atletici sia un vantaggio determinante (lo stesso è stato anche per la partita di campionato di Firenze). Benissimo Dimarco e anche Bastoni per il contributo dato in fase offensiva. Tutto bene quindi ma restano problemi che riguardano le sofferenze della difesa, il fatto che tutto giro bene solo quanto i nostri elementi chiave sono al top e poi la madre di tutte le questioni, ovvero quella relativa alla proprietà. Come abbiamo detto, poi, anche l'Under 19 passa il turno nel girone, alle spese di un Bayern che a Milano era apparso molto forte. Un'impresa che sembrava impossibile dato che in campionato il cammino qui è a dir poco disastroso. Nel post ci sono diverse considerazioni interessanti per quello rche riguarda questa squadra e ci si sofferma poi in particolare su due giocatori come Iliev e Valentin Carboni che sono senza dubbio due tra gli elementi da tenere d'occhio. Per il resto fiducia nel mister Chivu che interprete della nuova filosofia societaria, sta rischiando in prima persona.

Eviti di leggere chi è convinto che ci aspettino solo “magnifiche sorti e progressive”

Chi è convinto che ci aspettino solo "magnifiche sorti e progressive" eviti di leggere questo post e magari pure di seguire il blog. Nessuna polemica e nessuna voglia di scontrarsi con altri tifosi nerazzurri. Questo blog è sempre stato aperto anche a pareri che vanno contro quelli che vengono espressi nei post e in particolare in quelli di Luciano Da Vite. Anche questa volta, se non siete d'accordo, esprimete liberamente il vostro disaccordo con le relative motivazioni, ma evitate - possibilmente - di attribuire la linea di questo blog a misteriose seconde intenzioni. Le voci fuori dal coro favoriscono la dialettica, mettiamoci pure tutti in discussioni, ma gli insulnti non sono e saranno accettati. Sono e saranno apprezzate sempre tutte le critiche che stimolano un confronto di carattere costruttivo e che stimolino discussioni nel rispetto delle parti. In questo post, a distanza di un bel po' dalla pubblicazione dell'ultimo su queste "pagine" (sebbene virtuali), Luciano esprime pareri che saranno forse "indigesti" alla maggior parte dei tifosi che fanno dell'entusiasmo la loro bandiera ma che sono fondate su considerazioni che entrano nel merito dei fatti e che analizzano il nostro operato sul mercato così come quello delle nostre principali contendenti al titolo. Suning si barcamena tra esigenza di ridurre il disavanzo e di allestire comunque una rosa competitiva. È un dato di fatto, il calcio è una professione per i calciatori e per i dirigenti, ma pure per i proprietari investitori. Bene il ritorno di Lukaku (comunque reduce da una stagione deludente), che di fatto ad oggi sostituisce Sanchez, ma gli altri acquisti (Bellanova, Asslani, Mkhitaryan) rinforzano le seconde linee, non certo la squadra titolare e il mancato arrivo di Dybala, così come la partenza di Perisic, in qualche modo sono due passaggi mancati nella costruzione di una squadra che punta alla vittoria del campionato. Correa e Dzeko non danno garanzie e sulle fasce abbiamo sicuramente perso qualcosa, manca un altro difensore centrale di piede destro... Mentre le nostre rivali, a partire dalla Juventus, si sono nettamente rinforzate. Speriamo di sbagliare, ma le previsioni per il prossimo futuro non sono catastrofiche, ma sicuramente non sono affatto rosee e alla griglia di partenza non siamo sicuramente in testa alle altre (Juventus e il Milan detentore dello scudetto in primis, la Roma e il Napoli...).

Ogni salita è anche una discesa

La realtà è chiara: abbiamo una proprietà abile e capace, ma che non è in grado di competere con le 20 finanziariamente più potenti in Europa. I problemi si sono cominciati ad avvertire da un paio di stagioni già in relazione al settore giovanile (vi dedichiamo anche spazio nel post, con particolare attenzione alla Primavera) ma adesso dobbiamo prendere atto del fatto che non ci sono i soldi per mantenere l'Inter al vertice e che se eravamo a un passo dal Paradiso calcistico, adesso dobbiamo ridimensionare le nostre aspettative. La proprietà fa il possibile, ma le dichiarazioni rilasciate in questi giorni da Steven Zhang ci dicono che sono obiettivi dichiarati la riduzione dei costi e ottenere ricavi dal mercato. Oltre che costruire la squadra con l'allenatore e restare competitivi... A quale livello però lo sapremo solo alla fine della prossima sessione di mercato. Mentre viene data grande fiducia a Simone Inzaghi ("Giovane, con grande potenziale, adatto alla conformazione della nostra squadra") e chiesto tempo e supporto e pazienza ai tifosi.

Il presente e il futuro: Inter – Sampdoria 5-1

Sono i giorni della felicità per il ritorno di un successo che mancava da oltre un decennio e arriva dopo stagioni che sono state anche umilianti per una squadra con il nostro blasone. La partita contro la Sampdoria è stata emblematica di un presente trionfale. Abbiamo visto in campo una squadra in grado di demolire una buona Samp schierando molte riserve le qualii, in virtù del sistema di gioco ormai memorizzato, sono apparse fortissime. Se non al livello dei titolari. Mi riferisco a Ranocchia, Gagliardini, Ashley Young, Vecino, Alexis Sanchez, Pinamonti, D'Ambrosio, Radu, lo stesso Eriksen che oltre che la mezzala o il "secondo play", ha dimostrato di poter giocare con profitto anche da play unico. I meriti sono di Conte, che ha dato all'Inter un "giuoco" e ha prodotto un incredibile miglioramento nelle prestazioni di quasi tutti i giocatori. Ma "è un momento difficile", come ci ricordano le parole di Beppe Marotta. La continuità della proprietà sembra confermata, Suning continuerà il cammino iniziato per arrivare sempre più in alto, ma bisognerà vedere con quale libertà di manovra. Le prossime settimane e i prossimi mesi ci dovranno dire molto su proprietà, dirigenza tecnica, allenatore e giocatori (e il discorso, va da sé, anche se in misura meno significativa, riguarda l'insieme dei nostri giovani, della Primavera, ma soprattutto dei nostri giovani di maggior valore in giro a fare esperienza...) con fiducia e consapevoli che per la natura del calcio italiano è difficilissimo fare un percorso importante sia in CL che in campionato.

Cresce la società e cresce la squadra: Inter – Paris Saint Germain 1-1

Ancora una buona prestazione durante la tournée asiatica e nell'ultima partita della International Champions Cup. Contro il Paris Saint Germain, l'Inter passa in svantaggio, poi pareggia con una rete di Samuele Longo e infine vince ai calci di rigore. Quello che conta, al di là del risultato, è che si è trattata di una prova incoraggiante e che segna una ulteriore crescita della squadra, di pari passo a quello che è stato finora il lavoro della società. Abbiamo delle certezze e sappiamo che cosa ci manca per migliorare. Pochi dubbi che si farà il possibile per accontentare Antonio Conte e completare la rosa nel migliore dei modi.