Magari fosse sempre Viktoria Plzen

Foto: Henrikh Mkhitaryan e Edin Dzeko, assoluti protagonisti nella vittoria contro il Viktoria Plzen.

Inter -Viktoria Plzen  4-0

Inter U19  – Viktoria Plzen U19 4-2

Nel giorno in cui la prima squadra si riscatta da un inizio di stagione pieno di incertezze (per altro con qualche giustificazione) conquistando un risultato strepitoso e per molti versi inattesi, preferisco non unirmi solo al coro  dei (giustamente) plaudenti e dedicare le mie riflessioni  anche a un successo meno vistoso e ‘popolare’ ma altrettanto inatteso: il secondo posto ottenuto nel girone, lo stesso girone impossibile della prima squadra, dalla nostra U19.

Prima però qualche breve notazione sulla partita della prima squadra, tanto per andare un po’ contro corrente.

Numero uno. Sono sempre stato convinto che, o hai un giovane straordinariamente bravo e precoce o nelle partite decisive, dove la pressione è enorme l’essere temprati per queste situazioni, anche a parità di valori tecnici e atletici sia un vantaggio determinante.

A Firenze e ieri Dzeko e Miki (ma anche Acerbi) dal mio punto di vista hanno dimostrato la verità di questo assunto.

In un certo senso l’ha dimostrato anche Dimarco, che a 21 o 22 anni non avrebbe mai potuto giocare una partita di questa difficoltà mentale e atletico,  al livello di come l’ha giocata  ieri.

Ho ancora negli occhi le figuracce del promettente Di marco, giovinetto intorno ai vent’anni, in una partita contro il Bayern, tra l’altro amichevole, se non ricordo male.

Tutta la squadra, a parte i primi dieci minuti, ha giocato un grande match. Tutti però hanno giustamente esaltato le prove super di Dimarco, Dzeko, Miki e anche Bastoni, quest’ultimo soprattutto  per il contributo offensivo: la fascia sinistra nostra è stata irrefrenabile.

Concordo, naturalmente, ma a me è parsa straordinariamente meritevole la prova di Bastoni anche in fase difensiva. Alcune chiusure sono state determinanti.

Allora mi viene in mente che a Firenze ha giocato braccetto di sinistra Acerbi, e ha fatto malino, mentre oggi da centrale è stato molto sicuro.

Di conseguenza sospetto che il mestiere dell’allenatore sia molto più complicato di quanto noi sapienti da tastiera riteniamo.

Forse Acerbi è stato sacrificato ieri in una posizione che non è ottimale per lui, al fine di avere oggi un Bastoni lucido e al top e forse ha dovuto giocare lì perché non abbiamo un altro braccetto di sinistra: avremmo dovuto spostarvi Skriniar, con D’Ambro a destra, ma sarebbe stata scombussolata la difesa.

Anche certi cambi che a uno fuori dai giochi reali possono sembrare sbagliati (esempio la sostituzione del Toro, sempre a Firenze) hanno un senso dal punto di vista di chi deve gestire il minutaggio complessivo dei migliori riducendo il rischio di infortuni e cercando di preservare la brillantezza dall’eccessivo affaticamento fisico e /o mentale.

Chi non ha giocato, o non ha giocato partite di questo ‘peso’ atletico e mentale, fatica a capire certe situazioni. Però basterebbe guardare a molti risultati ottenuti dalle ‘grandi’ (non tutti, certo) dopo partite decisive di coppe e dopo strisce di match ravvicinati, per averne almeno un sospetto.

Non sto dicendo che Inzaghi abbia fatto tutto giusto e neppure che non si possa criticare.

Tutti commettono degli errori, persino… Guardiola. Ma personalmente preferisco rischiare l’errore di un tecnico competente che le certezze di un leone da tastiera (io per primo, eh… non mi riferisco a nessuno e a tutti).

E adesso continuo a fare il bastian contrario.

Tutto è andato al meglio siamo usciti con due successi da due match cruciali, dunque tutto bene, non abbiamo più problemi?

Per me non è così, anche se mi rendo conto di rompere le scatole, pur senza minimamente voler scalfire la legittima gioia di tutti per i recenti successi.

Per esempio: lo splendido Dimarco può essere determinate in una gara d’attacco, quando ha le spalle coperte e deve preoccuparsi soprattutto di spingere, quando Miki e Bastoni coprono la sua zona in fase difensiva e quando non ha contro un quinto (o un terzo d’attacco) dotato di estro fantasia e scatto. Oppure uno fortissimo sulle palle alte che va a incrociare.

Quindi se gioca Dimarco contro avversari di questo tipo vanno trovate misure compensative efficaci e poi bisogna…riuscire a realizzarle nella pratica.

Più in generale la difesa nostra continua a soffrire gli attacchi avversari schierati a tre con i due esterni rapidi ed estrosi.

Il Viktoria non aveva queste caratteristiche e tutto è stato più facile.

Il problema della relativa permeabilità della difesa continua a esistere e i sei gol subiti contro Barca a Viola, insieme ai 17 gol subiti in undici partite di campionato (la Lazio ne ha subiti 5, tanto per citare) stanno a testimoniarlo.

Un altro elemento di riflessione è che l’Inter scade quando i suoi elementi chiave non sono al top, lo si è visto nelle prime giornate di questo campionato e nelle ‘sette punti in sette partite’ dello scorso.

Ma ritorniamo al problema inziale: se non hai una rosa completa devi necessariamente fare rotazioni dolorose e insidiose per risparmiare agli uomini più importanti anche solo pochi minuti.

Abbiamo però la conferma che il complesso dei giocatori, pur con qualche limite, è di prima fascia e in condizioni ottimali può giocarsela con tutti (cito come esempio le due partite col Barca e quella di Liverpool) e che l’allenatore, può piacere o non piacere, ma non è lo sprovveduto che a volte le critiche sui social fanno ritenere.

La madre di tutte le questioni è comunque quella relativa alla proprietà.

Le dichiarazioni di Zhang sono insieme tranquillizzanti e preoccupanti.

Dimostrano quanto siano in torto coloro che lo insultano.

Steven si è davvero appassionato all’Inter in modo incredibile e sta tentando disperatamente di non mollare la sua creatura e nello stesso tempo, in grandi difficoltà finanziarie, di mantenerne la competitività.

Il pericolo, reale, è però quello di passare altre stagioni di mercato senza poter fare colpi di un certo spessore in ingresso, rischiando addirittura di perdere qualcuno.

Ricostruire dal basso è difficilissimo, come provato da noi dopo il triplete, dal Milan del post Berlusconi, dalla juve attuale, dal Napoli post Maradona.

Ci vogliono anni. Per questo, se hai una squadra forte devi ancor più integrarla tempestivamente con nuovi innesti di valore e rinnovare i pezzi determinanti appena si… deteriorano.

Noi qualche ‘buco’ in rosa l’abbiamo e qualche giocatore ancora fondamentale ma che si avvia a fine corsa ce l’abbiamo.

Per esempio: se fra due anni Asllani sarà diventato per valore un nuovo Brozo, tutto bene, se non ne sarà all’altezza avremo un problema in più e se i soldi da spendere sono pochi, non sarà facile azzeccare integrazioni e ricambi.

Naturalmente se il livello della squadra scende per mancanza di interventi tempestivi sul mercato (e un po’ è sceso, per conto mio rispetto a due anni fa) azzeccare tutte le sostituzioni subito diventa quasi impossibile. 

In conclusione anche se non c’entra molto (forse) voglio sottolineare le parole di Miki e di Asllani.

L’armeno ha dimostrato la sua classe anche a livello di dichiarazioni:

“È una grande soddisfazione per noi aver costretto un allenatore come Xavi e una squadra come il Barcellona, a guardare la nostra partita con grandissima apprensione.”

L’albanese ha dimostrato di avere piedi per terra e testa sulle spalle.

I tifosi giovanilisti lo vorrebbero più spesso in campo, ma lui è il primo a riconoscere che quando hai davanti Barella, Brozo, Chala, Miki puoi solo imparare e lavorare duro per arrivare al loro livello.

Bravissimo!

Sinteticissime valutazioni

Onana: 6 +

Mai impegnato seriamente sul alcuni traversoni non mi ha dato un senso di sicurezza.

Skriniar: 6.5

Non avendo grandi problemi in marcatura ha spinto parecchio con risultati solo discreto.

Acerbi: 6.5

Nelle rotazioni con de Vrji probabilmente si è tenuto conto del fatto che il Viktoria ha un centravanti di 1,95, che poi è entrato solo nel finale. In difficoltà da braccetto a Firenze, sicurissimo ieri.

Bastoni: 7.5

Abbiamo assolutamente bisogno di un bastoni così nelle due fasi, anche se ieri l’avversario non era di quelli che un po’ soffre.

Dumfries: 6+

Si sbatte molto ma come lucidità nelle giocate non è al top.

Barella: 7

Giocatore fondamentale, quando gira lui, gira tutta l’Inter. Tampona, corre, suggerisce, conclude.

Calha: 7

Fondamentale in fase di interdizione, dove spende anche qualche fallo strategico, alla distanza impone la sua regia costruttiva.

Asllani: 6

Un paio di aperture che mostrano classe e personalità.

Miki: 7.5

In partite come queste è un giocatore che ti dà qualcosa in più, in fase realizzativa e per la gestione del match.

Gagliardini: sv

Dimarco: 7.5

Sulla sinistra impazza per tutto il match, con continuità e soprattutto qualità. Pazzesca la giocata in occasione del gol del raddoppio di Dzeko.

Gosens:6

Entra e fa il suo senza strafare, non era necessario.

Dzeko: 8

Una prova semplicemente mostruosa che acuisce il rimpianto per… non averlo preso con qualche anno di anticipo. Tecnica, intelligenza e in questo momento anche fisicità.

Correa: 6-

L’assist per Lukaku è da 8, il gol che si mangia da 4. Facciamo la media.

Lautaro: 7

Questa volta resta all’asciutto un po’ per qualche imprecisione, un po’ per altruismo. Ma è sempre trascinatore e uomo squadra.

Lukaku: 7

Rientra dopo 2 mesi di assenza e in 4 minuti lascia il segno alla sua maniera.

All. Inzaghi:

Passa il turno in un girone impossibile e di conseguenza lascia qualche punto di troppo in campionato. Se riesce a ‘rientrare’, fa un capolavoro. Può piacere o non piacere ma non è uno sprovveduto come lo vedono tanti critici da tastiera.

Under 19: Inter – Viktoria Plzen 4-2

Anche Chivu passa il turno nel girone, in questo caso a spese di un Bayern che a Milano era apparso molto forte.

Impresa che sembrava impossibile non solo per la qualità delle avversarie, ma soprattutto per il disastroso cammino in campionato.

In realtà questa partita che ho seguito con particolare interesse mi è sembrata confermare alcune considerazioni sulla squadra che le prove precedenti mi avevano suggerito.

Le sintetizzo:

  • Questa squadra per essere competitiva deve mettere in campo sempre i migliori, o meglio i più pronti. Considerando le assenze forzate, la rotazione non può interessare più di uno o due giocatori per volta.
  • Quando giocano i più pronti, la squadra risulta molto solida, ma rispetto ad altre stagioni e a qualche rivale, il tasso di qualità nella costruzione della manovra soprattutto, ma anche in altri reparti non è elevatissimo.
  • Di conseguenza raramente vedremo questa squadra ‘giocare bene’, cioè ‘fare’ la partita con continuità imponendo la propria capacità di manovra.
  • Con la solidità complessiva, il sacrificio di tutti e la qualità di un paio di giocatori in avanti, la nostra Primavera è comunque in grado di lasciarsi alle spalle il periodo deludentissimo e scalare qualche posizione in classifica.

Teniamo presente, in  via preliminare che rispetto alla squadra attesa in estate mancano ancora due elementi che se recuperati al top per esperienza struttura atletica e anche qualità potranno dare un contributo importante: mi riferisco a Matjaz e soprattutto a Zuberek.

In assenza dei due citati, la formazione era probabilmente la migliore e la più equilibrata

Botis in questo momento si fa preferire sicuramente al talentuoso ma inesperto Calligaris

Zanotti e Pelamatti sono senza ombra di dubbio i due esterni che danno maggiori garanzie rispetto agli altri visti sino ad ora, compreso l’interessante Perin.

Fontarosa è imprescindibile, mentre per l’altro centrale Guercio si fa leggermente preferire a Stabile e Stante

A centrocampo la scelta è caduta su tre U18 che garantiscono appunto solidità estrema: Silas, Bonavita e Grygar.

Proprio la scelta di questi tre atleti finisce per caratterizzare nel bene e nel male le possibilità della squadra.

Sono uomini estremamente solidi, di ottimo passo, forti nell’interdizione e nella spinta, ma non sono costruttori di gioco.

In positivo questo vuol dire che rendono possibile giocare con tre attaccanti, di cui due sono gli elementi più qualitativi del gruppo (Valentin Carboni  e Iliev) e il terzo può essere o il dinamico Curatolo o Pio Esposito, più adatto a giostrare da prima punta.

A Carboni e Iliev non si può chiedere di sfiancarsi nei rientri, se li si vuole avere lucidi davanti:  quindi avere una linea di ‘guerrieri’ subito dietro, accompagnati da esterni di ‘peso’ diventa indispensabile.

Questo comporta, come dicevo la scelta di non imporre il proprio gioco manovrato, ma di restare compatti dietro, per cercare spesso le punte o per puntare su strappi che per definizione non possono essere continui.

Forse per alzare il tasso tecnico del centro campo si poteva pensare a inserire Di Maggio, ma evidentemente il mister conoscendo le possibilità dei suoi non ha ritenuto opportuno giocarsi dall’inizio questa alternativa che avrebbe potuto pesare eccessivamente sugli equilibri.

Il risultato è stato che non abbiamo certo dato spettacolo, ma abbiamo rischiato pochissimo e comunque siamo andati a rete quattro volte mettendo in difficoltà in altre occasioni la difesa ospite.

E non ingannino i due gol subiti, frutto di situazioni assolutamente casuali. Su un traversone innocuo da destra l’ottimo Fontanarosa  ha liberato con il suo piede …fasullo e calciando d’esterno ha infilato la propria porta.

Il secondo gol è venuto da due rimpalli …aerei fortunosi in area. Ma complessivamente il nostro portiere è stato poco impegnato.

Ancora qualche considerazione sparsa:

Ho sempre sostenuto che Iliev se fa l’esterno mancino o comunque se parte da quella posizione defilata non riesce a  esprimere il suo notevole potenziale tecnico: deve restare più nel vivo del gioco e vicino all’area, perché la sua abilità in spazi stretti gli consente soluzioni precluse ad altri.

Mi sembra che ieri si sia avuta la conferma, perché il bulgaro più spesso ha agito da seconda punta, con Valentin alle spalle, anche se i due erano molto mobili e non tenevano ruoli fissi. Ne sono usciti 4 gol segnati in tutti i modi possibili; di testa, di piede, a coronamento di azioni collettive o in mischia

Ho seguito con particolare attenzione in tutta la gara la prova di Valentin Carboni, osservandolo anche nei movimenti senza palla. Riassumo le impressioni che ne ho riportato.

Ci troviamo in presenza di un giocatore che ha qualità tecniche eccezionali, ma anche qualche aspetto da migliorare ancora.

E’ un giocatore che fa quasi solo movimenti offensivi, spostandosi per il campo per lo più in orizzontale o quasi, per cercare lo smarcamento.

Non è un giocatore a cui si può chiedere ritmo, sembra che abbia un’andatura ciondolante, ma quando gli viene indirizzata la palla le va incontro precedendo quasi sempre il marcatore e dimostrando di saperla difendere anche con energie e posizionamento del corpo adeguato.

Con la palla tra i piedi, poi, è in grado di fare qualunque cosa: anche di uscire ‘pulito’ da una marcatura triplicata o quadruplicata.

Ha visione di gioco e ottimo calcio.

Qualche volta esagera nel dribbling superando due o tre marcatori per poi lasciare il pallone al quarto che subentra. 

Questo è indice della sicurezza (ben riposta) nei suoi mezzi, a questa età può essere consentito, ma più avanti quando incontrerà avversari di altro livello, dovrà imparare a liberarsi prima della palla.

In conclusione è uno dei giocatori più qualitativi visti negli ultimi tempi: se diventerà un buon giocatore o un grande giocatore lo dirà solo il tempo e …la sua testa.

Pagelle sintetiche

Botis: 6.5

Una sola parata seria, che io ricordi. Ma una presenza che ha dato sempre sicurezza. Sui gol incolpevole.

Zanotti: 6.5

Non la sua migliore prestazione. Primo tempo quasi solo in controllo, alla distanza si vede il vero Zanotti anche nella spinta.

Guercio: 6.5

Se la cava senza grandi difficoltà e chiude tutto quel che c’è da chiudere.

Fontanarosa: 7

Non lo penalizzo per l’autogol sfortunato, perché nell’insieme è stato l’anima della squadra, un trascinatore che ha imitato…Bastoni, giocando però in una difesa a 4.

Stabile: sv

Pelamatti: 6

Dalla sua parte sono venuti nel primo tempo i pericoli maggiori. L’avversario era forte e spesso veniva raddoppiato. Alla fine lo ha… domato vincendo il duello.

Andersen: 7

Non è un virtuoso del tocco, ma ha fisicità, corsa e determinazione. Nel secondo tempo se ne è andato con una progressione devastante di 70 metri, ma poi non essendo …Nicolino Berti, è arrivato stanco alla conclusione.

Bonavita: 6

Per me, che lo ricordo nelle giovanili, non è un play e infatti Chivu lo richiamava spesso chiedendogli movimenti diversi e più tempestività nelle chiusure. Però ha dato il suo contributo fisico e quantitativo.

Martini: sv

Grygar: 7

Una delle sue migliori prestazioni. Corre molto, contrasta e si inserisce fino alla sostituzione finale. Ancora lucido, serve ad Iliev un’imbucata eccezionale per il quarto gol poco prima della sostituzione finale.

Stankovic: sv

Carboni: 8

Parte dietro le punte ma svaria a destra , preferibilmente, e a sinistra. Gioca moltissimi palloni e  dimostra di possedere aver un livello tecnico assolutamente fuori categoria.

Zefi: sv

Iliev: 8

In area e dintorni è un vero castigo di Dio per i poveri difensori del Victoria. I giocatori importanti si vedono nelle situazioni decisive: 5 gol in 2 partite di YL.

Curatolo: 6.5

Il ‘lupo’ (così l’hanno soprannominato i compagni di prima squadra) sta in agguato e porta insidie con al sua velocità e mobilità. Non trova il gol , ma si rende molto utile.

Esposito: 6.5

A me continua a piacere moltissimo. E’ più prima punta del Lupo e gioca per la squadra con grande qualità e fisicità.

All. Chivu: 7

Lui sa quale formazione si dovrebbe schierare, ma si fa interprete della nuova filosofia societaria, anche rischiando molto in prima persona.

Luciano Da Vite

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8 pensieri riguardo “Magari fosse sempre Viktoria Plzen

  1. Io sarei stracontento se Dzeko e micky ecc ci trascinassero a vincere scudetto. Ma, purtroppo, temi non succederà.
    Il mio pensiero, ci tengo a chiarirlo, non è giovani a prescindere.
    Ma nella nostra situazione ormai da un paio di anni, caratterizzata da undici ben definito ed esperto e pochi quattrini da spendere, ritengo utile costruire un backup ( i cd titolari li ho già) futuribile.
    Faccio esempio cc: avendo tre titolarissimi la scelta di prendere Asslani è perfetta. Dovesse poi rivelarsi errata per non soddisfacente evoluzione e giocatore, pazienza, capita. Ma come giustamente hai scritto prima o poi Brozo (o gli altri) scenderanno di livello, avranno piu acciacchi, magari saranno ceduti. E NON AVENDO GRANDE POTERE DI SPESA, poter contare su risorsa giovane, cresciuta da backup (non titolare inamovibile, sia chiaro) ma già in squadra è,per me, un grosso vantaggio.
    Certo, poi bisogna rischiare facendo giocare tale giocatore nelle partite in cui il titolare è assente, altrimenti la crescita sarà lentissima. Ritengo più agevole per un giovane entrare in un meccanismo rodato quale siamo noi da alcuni anni piuttosto che, negli sciagurati anni passati, chiedere che il giovane (esempio di Kovacic) faccia lui la differenza.
    Se invece puntiamo i vidal, sanchez, micky ecc. usandoli come primi backup, ogni anno devi trovarne di nuovi, ammesso e non concesso che ti concedoano stagione intera positiva (difficile vista età).
    Abbiamo esempio Lukaku: se ne va, il backup è Sanchez che ormai il meglio lo ha dato ed è spesso rotto. Devi andare a prendere sul mercato un giocatore pronto perché non hai un interno in fase di ascesa (non lo hai preso preferendo cileno 34enne): se sono city zero problemi, prendo Haland. Se posso spendere una cifra normale ….prendo Correa.
    Io questo intendo quando critico operato.
    Altri, inclusi i dirigenti inter, la vedono diversamente, nessun problema.
    Però coerenza vuole che se viene considerata scelta migliore e i risultati non arrivano (perché con girandola anziani devi vincere subito) le critiche a chi queste scelte le ha fatte ci stanno tutte. Troppo semplice poi risalire a proprietà: l’impegno economico non si può giudicare solo da mercato. Ho già spiegato come Micky abbia un costo annuo per società nettamente superiore ad Asslani. Quindi li sono scelte precise della dirigenza che solo quest’anno sembra aver invertito in parte tendenza con Asslani e Bellanova.
    Solo in Italia,poi, c’è reticenza con i ragazzi. Il benfica di martedì ha fornito grande esempio. Fanno errori? Certo. Ma guardate il saldo positivo che hanno, altro che il nostro -30mn. Sono semplicemente approcci diversi. Speriamo il nostro paghi ma un so scudetto sarebbe troppo poco. Da qui le mie critiche ad Inzaghi per l’enorme occasione cestinata lo scorso anno. Ciò detto forza Inzaghi e forza Inter, sempre

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  2. Non sono d’accordo su nulla perché non sono d’accordo sulle considerazioni 8anzi sui fatti) che stanno dietro tutto lo sviluppo del ragionamento.
    Bisogna partire dai fatti reali.
    dal 2011 al 2018 avevamo fatto pena, spesso non arrivavamo neppure in EL, la squadra era debolissima e fuori da tutto a novembre.
    Da QUEL PUNTO DI PARTENZA IN 4 ANNI ABBIAMO RAGGIUNTO
    -sempre almeno il quarto posto in campionato
    -sempre la qualificazione in CL
    -Una finale di EL e , nello stesso anno, il secondo posto in campionato a 1 punto dalla prima
    – Uno scudo
    – Un secondo posto in campionato a due punti dalla prima, una coppa Italia, una supercoppa, il superamento dei gironi in CL
    – Il superamento del girone di CL considerato il più difficile. Una supercoppa una coppa Italia e un campionato ancora da giocare.
    Il tutto con una pazzesca flessione finanziaria negli ultimi due anni che ci ha costretti a rinunciare a Conte, a Lukaku, a Hachimi, a Eriksen e a sostituirli o con giovanetti di belle ma fragili speranze (i giovani davvero bravi costano troppo) e con campioni anziani a parametro zero.
    Si può sempre fare meglio ma non riconoscere che si è fatto davvero tantissimo è ingeneroso e per me ingiusto

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    1. Giusto. Ma abbia o fatto all in salvo poi dover rientrare.
      Il bilan di Fassone fece all-in ai tempi del cinese, sbagliano miseramente, per poi dover rientrare.
      Ripeto, strategia legittima che va giudicata dai titoli.
      Io infatti mi riferisco agli ultimi anni quando con Spalletti e soprattutto Conte abbiamo creato base solida.
      Si è poi scelto di inserire vecchi campioni al declino, sguarnendo il presente/futuro, tanto che peso rimane sempre sugli stessi.
      Il campo ci dirà se è stata scelta giusta. Spero ovviamente tu abbia ragione e lo sia

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