Partita tosta, vittoria importante: Genoa – Inter 1-2

Non era per nulla un match facile: l'Inter veniva da una sconfitta pesante in CL che, per il modo in cui era maturata, poteva lasciare il segno. Genova è sempre un campo ostico, perché il pubblico rossoblù è trascinatore, potendo contare anche sulla vicinanza degli spalti rispetto al campo. Per di più la squadra, con l'arrivo di De Rossi in panchina, si era trasformata, realizzando due vittorie e due pareggi nelle ultime 4 partite: una media da accesso alla CL. Da non trascurare il fatto che tra turnover e infortuni, Chivu ha dovuto schierare inizialmente una squadra priva di ben 7 teorici titolari. Se andiamo oltre l’impatto emotivo del finale, dove abbiamo subito la pressione del Genoa, e esaminiamo la gara nel suo complesso, si deve obiettivamente riconoscere una nostra superiorità complessiva giustamente concretizzatasi. Riducendo tutto all’essenziale, certo, va detto che la differenza l’ha fatta la giocata di un campione – Lautaro Martinez – perché le altre due reti sono frutto di una certa casualità, sotto forma di errori inusuali di un portiere e di nostri due difensori. C’è stato quindi anche un briciolo di “suerte”, perché l’incertezza di Leali – poi protagonista in occasione di una grande parata su Tikus – ci ha permesso di indirizzare il match nel modo più favorevole: e infatti per tutto il primo tempo i locali non sono mai apparsi in grado di reagire, avendo subito anche la mazzata del secondo gol. La squadra appare in salute, anche se si continua a temere il possibile calo di condizione, e c’è pertanto solo da gioire per primato momentaneo. Chivu si conferma un grande uomo e un allenatore preparato: certo resta molto da migliorare, ma con l’applicazione del gruppo, che sembra seguirlo con convinzione, e magari con qualche aiuto sul mercato, può darci soddisfazioni. Per quello che riguarda le prestazioni individuali, da segnalare su tutti la gara di Lautaro Martinez e poi di Barella, Zielinski e Bisseck, autore della rete che ci ha portato in vantaggio. Poi qualche risposta alle domande pervenute sul blog sul settore giovanile e in particolare riferite alla crescita della squadra - ci si riferisce in particolare all’Under 20 – e su se ci siano ragazzi che possano aspirare nel tempo alla prima squadra. La crescita della squadra appare evidente ed è sotto gli occhi di tutti, non solo a livello di risultati, mentre sui singoli è sicuramente difficile esprimersi. Ci sono sicuramente tuttavia dei giocatori che sembrano essere più avanti degli altri e ci sono grandi speranza sul gruppo dei 2008. Per quasi tutti loro, ovviamente, molto dipenderà dalla forza che riusciranno a mettere nelle ultime stagioni di preparazione al grande salto.

Il “fattore” Martinez: Inter – Genoa 1-0

I due Martinez e l'abnegazione di tutto il gruppo, ci tengono a galla in una partita che, oltre alla solidità di un Genoa messo benissimo in campo e ricco di uomini con gamba e buona tecnica, ha confermato il momento di chiara flessione che stiamo vivendo e già evidenziato dallo score delle quattro gare precedenti. Si tratta di una flessione assolutamente normale e prevedibile: l'Inter ha giocato sino ad ora 37 partite ufficiali, come ha ricordato Inzaghi e i molti nazionali anche sei in più. Inoltre la rosa non era così competitiva come sostenevano gli interessati fautori delle “due squadre”, e a questo si è aggiunto il fatto che proprio nel momento in cui sarebbe stato necessario ricorrere a un turn over ragionato, l'infortunio di alcuni giocatori chiave e la confermata scarsa efficienza di alcune alternative hanno accentuato la condizione di disagio. Tutta la squadra è apparsa meno reattiva del solito, meno brillante nell'impostazione, meno pronta nel liberarsi della palla e meno propensa a vince i duelli di forza e a conquistare le seconde palle. Anche se è vero che il secondo tempo, comunque migliore del primo, potrebbe far pensare a una notevole incidenza del fattore mentale. Positivo l’esordio in campionato con la maglia dell’Inter di Josep Martinez, mentre è stata determinante la prova delle colonne della squadra: Acerbi, Lautaro, Barella e – quando è entrato in campo – Chalanoglu. Hanno trascinato i compagni alla vittoria. Una Under 20 non all’altezza delle ultime prestazioni vince comunque tre a zero in trasferta a Bologna (Topalovic, Lavelli, Cocchi). Facciamo il punto anche sull’Under 15: squadra che ha vinto il campionato nazionale Under 13 e Under 14 e che dopo la vittoria contro la Cremonese (3-1) è seconda in classifica. Da segnalare le prove di Foroni, Bagnara, G. Omini e Marchesi. L’Under 18 vince 3-2 contro la Sampdoria a Genova. Note positive da Kartelo e Vukoje.

Giocare come se dovessimo vincere la seconda stella: Genoa – Inter 2-2

Nessun disfattismo e nessun processo ai singoli e/o alla squadra, occorre - anzi - essere positivi e consapevoli della forza che abbiamo (restiamo una squadra forte, ritroveremo la condizione ottimale e speriamo anche la "ferocia") e essere determinati al massimo. Si impone allo stesso tempo una severa riflessione su ciò che, speriamo occasionale, non siamo riusciti ad esprimere nella prima sfida di campionato contro il Genoa. Siamo una squadra abbastanze forte per lottare fino all'ultimo per la vittoria del campionato, anche se non daremo venti punti alla seconda come lo scorso anno, e la partita contro il Genoa ha evidenziato alcune lacune, prima tra tutte quella di avere mancato l'acquisto di un giocatore dalle caratteristiche di Gudmunsson, a lungo inseguito e finito alla Fiorentina, che in rosa non abbiamo e che avrebbe rafforzato l'organico. Certo le cose sarebbero andate diversamente in una situazione di condizione fisica normale, ci sono ovviamente anche dei problemi contingenti e qualche cosa di migliorabile ce l'avranno tutti, ma il campionato sarà "tirato" e bisogna prestare attenzione a ogni particolare che alla lunga potrà rivelarsi decisivo. Male, per quello che riguarda i singoli, Sommer, Bisseck e Mkhitaryan, molto bene Thuram e Frattesi il cui ingresso è stato molto importante e ha fatto svoltare la squadra. Segnali positivi da Taremi.

Di squadra, con la testa e col cuore: Inter – Genoa 2-1

Che il Genoa fosse una buona squadra si sapeva, ma le cose sul campo si sono rivelate ancora più difficili di quanto prevedibile per una concomitanza di cause: 1. La condizione fisica dei genoani, certamente più brillante della nostra; 2. L'atteggiamento e la disposizione tattica azzeccate (per una volta si può dire che l'allenatore avversario ha imbrigliato l'Inter mettendola in difficoltà anche sotto il profilo della disposizione degli uomini in campo; 3. Il Genoa possiede diversi giocatori di qualità, un po' in tutti i reparti. Gilardino ha studiato a fondo il sistema di gioco di Simone Inzaghi, si presenza con una squadra schierata con un modulo variabile, che in teoria sarebbe un 352 a specchio, ma in fase di costruzione la difesa passa a quattro con De Winter che si allarga e l'esterno sinistro che si abbassa. Mettono in difficoltà le posizioni in campo di Messias, che svaria su tutto il fronte d'attacco creando, dove si sposta, superiorità numerica, costringendo uno dei nostri centrali a rompere la linea; di Gudmunsson, che fa tutto tranne che la punta pura e statica. A causa del loro atteggiamento non riusciamo a essere pericolosi attaccando a pieno organico e cerchiamo la giocata di classe in disimpegno, che sorprenda fuori posizione i difendenti genoani. La cosa succederà almeno tre volte nel primo tempo: con l'occasione sbagliata da Barella, con il goal di Asllani e anche con l'azione che porta al rigore... Il primo tempo vede così una netta superiorità del Genoa nell'imporre il proprio gioco, ma abbiamo comunque creato tre occasioni clamorose che hanno fruttato due goal. La ripresa è invece nel segno della maggiore freschezza fisica dei genoani, che non avevano nulla da perdere e si sono buttati in attacco. È stata un'altra partita, specie dopo il goal di Vasquez. Non siamo stati capaci di sfruttare appieno le ripartenze e dire di avere sofferto tantissimo nell'ultima mezz'ora, prima di riuscire alla fine a mettere i tre punti in cassaforte. Adesso ci aspettano tre sfide difficilissime in serie (la trasferta di Bologna, la sfida di Champions, lo scontro con il Napoli). La squadra è un po' stanca, ma si può capire con la cavalcata impressionante che sta facendo da agosto e con gli impegni che si sono susseguiti nelle ultime partite. Speriamo che con il lavoro e con i cambi disponibili il mister possa condurre i ragazzi a ritrovare la brillantezza necessaria.

Siamo ancora forti, i prossimi mesi diranno quanto: Inter – Genoa 4-0

L'Inter non si è sciolta come neve al sole con gli addii di Conte, Lukaku e Hakimi. Sono tre partenze importanti, su questo non ci sono dubbi, ma se contiamo i tre centrali, Barella, Brozo, Perisic, Lautaro (contro il Genoa assente), possiamo dire di avere sette grandissimi giocatori di movimento su dieci. Abbiamo inoltre ottimi complimenti, altri giocatori che dopo una stagione tribolata fisicamente possono ritornare a prestazioni di livello e ci sono i nuovi arrivi. Giocatori che con dei limiti e delle pause, daranno comunque un loro contributo. E Inzaghi è un mister affermato e di grande temperamento. Marotta in una situazione difficilissima è riuscito a presentare un gruppo in partenza competitivo: bisognerà vedere poi ovviamente se terremo per tutta la stagione, in campionato e in CL, le incognite sono tantissime. Contro il Genoa abbiamo disputato una gran partita, siamo stati nettamente superiori, in particolare è emersa la straordinaria capacità di fare gioco del centrocampo, che contava su cinque giocatori super tecnici: Barella, Brozovic, Calhanoglu, Sensi e poi lo stesso Dzeko, che fungeva da regista offensivo. Tra i motivi di inquietudine invece: la transizione difensiva e la difficoltà di organizzazione e suddivisione dei compiti difensivi quanto siamo sotto attacco in forze. Piccole osservazioni che possono irritare dopo una partita stravinta, ma con la convinzione che si debba sempre cercare di migliorare.

Nel segno di Calhanoglu: Inter – Genoa 4-0

Nel segno di Calhanoglu (ma non solo) nasce l'Inter di Simone Inzaghi, che nella prima di campionato vince 4-0 contro il Genoa. Subito determinante Calha, dicevamo, che nei primi dieci minuti prima mette la palla sulla testa di Skriniar, che fa 1-0; poi con una conclusione da fuori segna personalmente la rete del raddoppio. Indirizzata bene la gara, nella ripresa la controlliamo dimostrando contro un avversario non irresistibile, buone capacità di palleggio e soprattutto grande fisicità e una buona condizione atletica: spiccano nel contesto le prestazioni di Ivan Perisic, il solito Brozovic, Barella, il trio difensivo. Sono delle certezze di un gruppo già consolidato e che rappresentano il segno che il buon lavoro di Antonio Conte sia qualche cosa che è destinato a restare. Se Simone Inzaghi riuscirà a fare suo questo "patrimonio" e ovviamente metterci poi del suo, allora potremo veramente giocarcela anche quest'anno per lo scudetto. Aggiungiamoci che dalla sua potrebbero esserci alcune variabili che se si rivelassero positive, darebbero ulteriore vigore alla squadra. Penso ad esempio a un giocatore come Vidal, che l'anno scorso non ha sicuramente disputato una buona stagione, ma che ieri in quindici minuti ha fatto goal e fornito l'assist per la prima rete in nerazzurro (un imperioso colpo di testa) di Edin Dzeko. Goal importanti e indicazioni che danno adito a considerazioni positive nel post-gara. Adesso vediamo se ci saranno novità dal mercato e al lavoro per i prossimi impegni, senza farsi prendere da facili e ingiustificati entusiasmi.

Primavera da sogno, estate da incubo

L'estate è oramai alle spalle e il calciomercato è giunto agli sgoccioli. Adesso si comincia a fare sul serio: il Genoa non giocherà con leggerezza e sarà una partita durissima. L'augurio è che si un inizio festoso, che ci ripaghi delle sofferenze patite in estate a causa dell'addio di Conte e delle cessioni di Hakimi e Lukaku. Conosciamo tutti la crisi finanziaria in cui versa la società, è enorme, e questo costituisce un dato oggettivo. Nella situazione data, Marotta ha creduto nelle sue capacità personali di superare comunque le difficoltà operando con un "mercato creativo": con meno di quindici milioni ha preso Dumfries, Calhanoglu e Dzeko. Il valore dei tre giocatori in assoluto non è pari a quello di Hakimi, Eriksen (non conosciamo ancora il suo futuro) e Lukaku, ma sono tre buoni giocatori e qualche cosa da qui alla fine del calciomercato potrebbe ancora succedere: se arrivasse un altro attaccante e Nandez, la squadra sarebbe sicuramente competitiva per potere lottare per il titolo. Intanto è arrivato un nuovo allenatore: Simone Inzaghi. Non ha il curriculum di Antonio Conte, ma ha fatto bene con la Lazio, è ambizioso e molto motivato. È anche lui un "martello". L'incognita maggiore è la capacità di gestire al meglio il gruppo, con una proprietà assente e una "canea" di giornalisti pronti a dare addosso a lui e all'Inter con qualunque pretesto. Ha delle carte positive da giocare (la presenza di Marotta, l'Inter è comunque una buona squadra, un sistema di gioco che con alcune varianti è comunque consolidato...) ma dovrà misurarsi con una pressione incredibile e reggere in quella che l'immaginifico Trap ha definito a suo tempo "una centrifuga". Buon campionato a tutti i cuori nerazzurri.

Un Natale di gioia e speranza: Inter – Genoa 4-0

L'Inter sotterra il Genoa sotto quattro reti, dominandolo per tutti e novanta minuti. Raccogliamo i peana di tifosi e cronisti il mattatore Lukaku e la giovane stella Sebastiano Esposito, che segna il suo primo goal in Serie A, diventando il più giovane marcatore nella storia nerazzurra dopo Mario Corso. Ma questa partita "natalizia" ha festeggiato anche giocatori che sono di solito considerati come alternative ai titolari: Bastoni, Biraghi, Borja Valero, Candreva, Gagliardini... Antonio Conte sta tirando fuori il meglio dai singoli e dal collettivo: la sua Inter non parte mai battuta contro nessun avversario e se possiamo trarre un primo bilancio, prima della pausa natalizia e prossimi alla fine del girone d'andata, possiamo dire principalmente una cosa. Ovvero che l'Inter non mollerà. Probabilmente non manterremo il ruolino di marcia avuto fino a questo momento, ma tutto lascia pensare che saremo nettamente al di sopra dei nostri ultimi piazzamenti. Intanto arriva la pausa e facciamo i nostri più sinceri auguri a tutti i tifosi interisti e gli amici del blog. Per i dirigenti, invece, saranno giorni di lavoro... Nel calcio non c'è mai nulla di acquisito e di definitivo.

“Verità” ancora non chiarita, servono risposte immediate e perentorie

Il "momento della verità" era ed è l'immediato post-Barcellona: la trasferta di Firenze e il prossimo match casalingo contro il Genoa, una partita difficilissima prima della pausa per le festività natalizie e una ripresa che ci vedrà subito affrontare due big come Napoli e Atalanta. È arrivata la "tempesta", ma a differenza del passato ci sono apparentemente tutte le condizioni perché la squadra vi possa resistere. Da questo punto di vista la partita di Firenze, il pareggio con il risultato di 1-1 (reti di Borja Valero e di Vlahovic) non si può valutare in maniera univoca: la situazione è interlocutoria e il pareggio delude per il modo in cui ci si è arrivati, ma la prestazione non è stata negativa. La squadra vive un momento di comprensibile difficoltà, ma resta unita, concentrata, conscia delle proprie possibilità e con la volontà di uscire al più presto da questa parziale impasse e rilanciarsi alla grande con intatte ambizioni, anche se il risultato ha determinato variazioni importanti in classifica: abbiamo perso due punti su Juventus, Lazio e Roma: i biancocelesti in particolare dopo una partenza incerta, hanno messo il turbo e ora appaiono rivali pericolosissimi.

Comincia il Campionato, a che punto siamo

Oggi comincia il Campionato di Serie A 2019/2020. L'Inter scenderà in campo lunedì sera a San Siro contro il Lecce per la prima stagionale.. Facciamo il punto della situazione e una valutazione complessiva della rosa, in rapporto alla stagione scorsa e alle avversarie. Ma è una valutazione che può essere ancora una volta "parziale" o comunque limitata da evoluzioni possibili che riguardano il mercato sia in entrata che in uscita. Un giudizio oggettivo sulla composizione della rosa sottolinea l'assenza di tre giocatori, un esterno sinistro, un centrocampista e un attaccante. Senza questi tre "pezzi" la rosa è incompleta o comunque è difficile da considerare superiore a quella della scorsa stagione. Tagliati i tre "top player" per quello che riguarda il nostro gioco d'attacco (Icardi, Nainggolan, Perisic) ne è entrato solo uno: Romelu Lukaku. In attesa della crescita e della verifica sul campo di Nicolò Barella. Oltre Biraghi (ammesso l'operazione vada in porto) serviranno un forte centrocampista e un forte attaccante per completare la rosa. Una mission difficile da portare a termine per Marotta in un mercato che appare bloccato e non solo per quello che ci riguarda.