La partita contro la Roma regala conferme di cui alcune sono “universali”, ovvero largamente attese e previste da molti, mentre altre hanno un carattere più “soggettivo”. Tra le prime sicuramente la conferma che anche quest’anno l’Inter è una squadra forte, trascinata da un nucleo storico compatto e solido. Questo nonostante la naturale “consunzione” dei senatori, lo shock dello scorso finale di stagione, il cambiamento di allenatore e del suo staff. Più un mercato rivolto solo ai giovani e privo di veri “colpi” rivitalizzanti. Per quanto questo sia una valutazione se vogliamo più di carattere soggettivo. Quattro squadre comunque appaiono attrezzate per lottare per lo scudo: Inter, Juventus, Milan e Napoli (in ordine alfabetico). La Roma e una outsider (il Como?) potrebbero inserirsi. Con un paio di colpi di alto profilo saremmo stati probabilmente i favoriti, mentre così, se abbiamo sicuramente rafforzato le seconde linee in attacco, per il resto dobbiamo dire che il mercato ha portato solo giovani forse futuribili. Dunque lo scudetto resta l’obiettivo massimo, mentre sotto il quarto posto sarebbe una tragedia sportiva. Contro i giallorossi positiva la prova di tutto il pacchetto difensivo (Sommer e i tre centrali), a centrocampo spiccano le prestazioni di Barella e di Mkhitaryan, mentre davanti Bonny, autore del goal decisivo, ha offerto una prestazione di tanta corsa, sacrificio e pericolosità continua. Meglio di così, Chivu e la squadra nelle ultime partite non potevano fare. Segue il report sulla gara della Primavera. L’Under 20 di Benito Carbone vince contro i pari età del Napoli. Risultato finale: tre a zero. A segno Iddrissou, Zouin e Pinotti. Da segnalare, tra gli altri, un’ottima prestazione di Marello, insuperabile in difesa, “bastoniano” nella corsa de nell’appoggio e “dimarchiano” nei cross.
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Con il codice 2.4: “Pazzo di te” di Zhang-Marotta-Inzaghi
Per il sessantaquattresimo Festival di Sanremo, il nostro voto va a "Pazzo di te". Solo che non si tratta della canzone di Renga e Nek, ma del nostro amore per questa straordinaria Inter, costruita da Zhang, Marotta e Inzaghi, che sabato pomeriggio ha battuto quattro a due la Roma in trasferta dopo una partita difficile (nel primo tempo eravamo inguardabile) e dove su tutti per noi ha spiccato il maestro d'orchestra Henrikh Mkhitaryan. Il cambio di allenatore ha dato al gruppo romanista le motivazioni giuste, come si era visto anche nelle gare precedenti. De Rossi ha riportato tutti i giocatori al top e ha evidentemente migliorato anche l'assetto tattico. La Roma ha cominciato subito aggressiva e ha mantenuto per i primi quarantacinque di gioco un ritmo straordinario, mettendoci sotto e, sebbene noi fossimo andati in vantaggio con una rete abbastanza casuale (goal di testa di Acerbi sugli sviluppi di un calcio d'angolo con tanto di spizzata sbagliata proprio dall'ex Lukaku), hanno chiuso il primo tempo in vantaggio. Nel secondo tempo siamo riusciti invece a imporre il nostro gioco e la Roma non è riuscita a impedircelo. Sicuramente questo è dovuto agli accorgimenti di Inzaghi, ad esempio nel tenere gli esterni più alti, ampliando così lo spazio a disposizione per attaccare, ma dobbiamo anche considerare il fatto che per la Roma fosse impossibile mantenere per tutta la gara lo stesso ritmo che nei primi quarantacinque minuti di gioco. L'abbiamo sbloccata dopo quattro minuti e abbiamo poi oggettivamente dominato tutta la seconda frazione di gioco con venticinque minuti di calcio veramente di alto livello. Una grande dimostrazione di forza e di qualità della squadra quindi, che ha saputo rovesciare una situazione, in termini di risultato ma anceh di gioco, che si stava facendo preoccupante. I numeri sono oggettivamente sorprendenti. Siamo primi dopo 23 partite con 60 punti su 69 disponibili; 55 goal fatti (una ventina circa in più della seconda in classifica); 12 goal subiti; sei punti su sei contro Roma e Fiorentina, tre su tre contro Milan, Napoli, Lazio e Atalanta, quattro su sei contro la Juventus...
L’Inter tra sogno di seconda stella e futuro con qualche ansia
Siamo alla vigilia di una partita importantissima contro il Bologna e a cui rivolgiamo tutta la nostra attenzione. Sappiamo che sarà una battaglia e che non sarà l’unica in un finale di campionato che sarà difficilissimo. Se non vinceremo – facciamo scongiuri – non sarà solo per i punti persi nel periodo di flessione. Anche perché flessioni in un campionato equilibrato poi ne hanno tutti. Hanno pesato probabilmente anche punti persi nel girone d’andata quando pur dominando le avversarie abbiamo perso tre punti con la Lazio e due con Samp, Milan, Atalanta e Juventus… Quando domini l’avversario non puoi lasciargli tutti quei punti. Ciononostante non dobbiamo mollare: tutti vogliamo vedere la seconda stella… E non mancano in questo post di Luciano Da Vite alcune inquietudini sul prossimo futuro. Dirigente tecnica e allenatore sono fortissimi, ma senza ingenti investimenti questo non basterà per poter vincere. Facciamo allora una prima valutazione sul prossimo calciomercato e con una “puntata” per quello che riguarda la situazione relativa il futuro dei nostri giovani.
Parliamo dei nostri giovani
Dedichiamo alla prima squadra solo qualche annotazione. Un riferimento per dire che non ci sono nella attuale rosa delle nostre giovanili giocatori pronti a entrare subito nella lista dei primi ventidue della prima squadra. Significa che per rafforzare la rosa in vista del prossimo campionato bisognerà guardare fuori e rivolgersi al mercato cercando giocatori giovani, ma già affermati e con molti anni di carriera davanti. Il post è comunque esclusivo sulle giovanili, ci concentriamo sul tema della formazione dei giovani, dei livelli di crescita individuale e del lavoro fatto a livello di settore giovanile per quello che riguarda la "tecnica collettiva". Poi dedichiamo in particolare la nostra attenzione alla partita dell'Under 17. Dopo quattro sconfitte consecutive pesantissime i nostri ragazzi hanno giocato ad Interello contro il Monza, squadra di classifica medio alta. Un avversario forte, ben mezzo in campo e aggressivo, ma che siamo riusciti a battere nettamente con il risultato di tre reti a zero. In campo solo tre giocatori classe 2006. Sugli scudi Thomas Berenbruch (autore di una doppietta) e Kevin Martins (autore di un goal). Si confermano su ottimo livello Di Maggio e Pio Esposito, meno lucido e devastante rispetto ad altre occasioni e non in grande condizione (aveva giocato pochi giorni prima i quarti di Viareggio Cup con l'Under 18) ma che ha generosamente lavorato con gli altri, spesso con giocate illuminanti. Si conferma in ogni caso l'esigenza di schierare subito tutti i migliori, per piegare la resistenza degli avversari, che poi calano e possono essere affrontati anche con le cosiddette seconde linee.
Le ultime chiacchiere: poi si torna ai fatti
Sul blog in questi giorni, in assenza del calcio giocato, si è sviluppata una interessante discussione sul calciomercato. In particolare i nodi della discussione si concentrano su se e quanto ci siamo rinforzati; sul confronto con le altre principali squadre del nostro campionato, a partire dalla Juventus, la nostra rivale storica; sulle prospettive future per la prossima stagione secondo le voci più attendibili di mercato. Il nostro mercato invernale si è concluso con le "uscite" di Sensi e Kolarov e l'acquisto di Gosens e Caicedo. I due in uscita praticamente non hanno mai giocato e possiamo dire che ci siamo rafforzati anche se Caicedo ha i suoi anni e ha giocato poco in un Genoa disastrato e Gosens deve ancora riprendersi da un infortunio molto serio. In particolare mancherà sicuramente nella fase più "calda" della stagione. Perdiamo comunque un'alternativa di qualità in mezzo, mentre in attacco (il reparto meno assortito della nostra rosa) Caicedo potrebbe sopperire alle possibili défaillance di due giocatori fragili come Sanchez e Correa. Nel post una ampia discussione e analisi e un confronto tra noi e le nostre rivali per il presente e per la stagione prossima. In ultimo un breve "capitolo" dedicato al derby della Primavera, una squadra che è appare migliorata sul piano della grinta e della compattezza e del maggiore aiuto reciproco e che è adesso seconda in classifica, dopo tre vittorie consecutive.
Grande prestazione e la conferma che non è anno per lo scudo: Inter – VAR 1-1
Commento amaro dopo il pareggio casalingo di domenica sera. Simone Inzaghi prepara la partita come meglio non si potrebbe, ingabbia la Juventus perfettamente e per almeno un'ora governa il gioco con qualità, organizzazione ed equilibrio. Il mister non ha sbagliato le scelte, né l'impostazione della gara, confrontandosi alla pari con un grande allenatore come Massimiliano Allegri. Che però aveva i singoli e le alternative a disposizione che a noi mancano. Le scelte individuali di Inzaghi e i cambi sono stati obbligati. Abbiamo fatto il massimo con un Lautaro fuori condizione e senza Sensi che sarebbe l'unico a poter creare qualche variante di gioco in una squadra dove manca evidentemente qualcosa a livello di rosa per poter competere a alto livello per 38 partite di campionato più quelle di coppa (una terza punta di buon livello, un centrocampista forte e completo...). C'è stato un furto evidente, senza il quale avremmo vinto la partita, ma è anche vero che nel secondo tempo non siamo praticamente mai riusciti a ripartire e in queste condizoni l'episodio negativo, tanto più se giochi contro la Juventus, può accadere. Non ci si può consolare solo pensando alla bella prestazione. Non vincere partite così (contiamo anche quelle contro l'Atalanta e la Lazio e contro il Real Madrid in Champions) non può dipendere solo dalle colpe degli altri. Di queste quattro partite ne abbiamo giocate tre in casa, facendo due punti e una in trasferta (zero punti). Sono numeri che ci condannano. È chiaro che non basterà fare bottino pieno nelle prossime gare (a partire da domani sera a Empoli) ma poi fare risultato e vincere, anche giocando "male", nelle sfide che contano.
Non è una bocciatura, rimandati in alcuni… ruoli: Inter – Juve 1-2
Barcellona - Inter e Inter - Juventus erano due partite fondamentali, dopo una partenza superiori alle aspettative. Dovevano dire a tutti (ma molti di noi conoscevano già la risposta) se i progressi fatti fossero tali da permetterci di bruciare le tappe e aspirare da subito a grandi traguardi. Nel doppio scontro, qui ci concentriamo in particolare sulla partita di domenica, è emerso il fatto che contro queste compagini, tra le prime in Europa e nel mondo, c'è ancora un certo gap da ridurre. I ragazzi non possono e non devono avere nessuna flessioni nell'entusiasmo e nella convinzione: l'obiettivo è la crescita, ma solo la simbiosi e la convinzione di star lavorando tutti insieme per un grande progetto, anche se "futuribile", potranno permetterci di farlo. Tutti devono capire che hanno la possibilità di crescere molto individualmente solo se cresceranno come squadra e che lo possono fare, con Conte e con questa società.
La situazione attuale (un tentativo di “leggere” il nostro momento con equilibrio)
A pochi giorni dall'inizio del campionato, facciamo il punto sulla situazione attuale dell'Inter, provando a leggere il momento della nostra squadra attraverso una analisi equilibrata e con un minimo fondamento. Lo facciamo con una ricostruzione storica e concentrando in particolare l'attenzione sui due anni della gestione di Luciano Spalletti e poi sulle premesse e l'andamento di questa sessione di mercato estiva e del pre-campionato. Al momento non c'è certezza che in termini di puro organico ci si sia rafforzati. Molto dipenderà dalla cessione di Icardi, il vero salto di qualità ci sarà solo se arrivassero da qui alla fine del mercato due fuoriclasse a centrocampo e in attacco. Aspettiamo, adottando in ogni caso come tifosi nerazzurri i motti Fiducia (dal ragionamento) e Speranza (dalla passione).







