Che non fosse la nostra annata, almeno per lo scudo, lo si era capito sin dalle prime giornate, con una difesa colabrodo e con i punti buttati un po' ovunque, a cominciare da Genova, proprio nella giornata d'esordio. La forza oggettiva della squadra, quando ha tutti gli uomini e i migliori sono in condizione, ci ha permesso di superare queste disavventure e riconquistare la testa della classifica. E ci ha fatto illudere, anche se non siamo mai caduti nella trappola incensatoria dei giornalisti prezzolati e interessati. La questione era semplicissima: il campionato italiano, piaccia o non piaccia, è diverso dagli altri. Tranne rarissime eccezioni, lo si vince lottando sino alla fine, in tutte le partite e quando si è sul filo del rasoio diventa determinante non avere buttato punti nei momenti in cui eri al meglio e stavi amministrando le gare. Genoa, Monza, Juve, Bologna, Napoli, Parma: troppe volte avevamo la partita in pugno e ci siamo fatti rimontare per cali di tensione (anche comprensibili visti gli impegni e la rosa, non è questo il punto)… Nel post il racconto della partita contro la Roma. La Roma del “difensivista bieco” Ranieri contro cui la diversità di condizione atletica è apparsa evidente: erano loro ad avere le energie per pressarci alti, i giallorossi schieravano persino due punte vere e un quinto offensivo come Soulé... Quindi considerazioni sulla composizione della nostra rosa attuale e anche in proiezione “futura”, fermo restando che adesso la priorità è concludere bene la stagione e in particolare cercare di fare bene in semifinale di Champions contro il Barcellona, detto che il campionato a questo punto appare essere definitivamente sfumato. Ci sono poi dei riferimenti di carattere storico cui guardare e da cui cercare di trarre degli insegnamenti, detto che la parabola di questa squadra – ci auguriamo che ovviamente il finale possa essere differente – ricorda quella dell’Inter di Helenio Herrera del 1966/1967. Allora avevamo condotto il campionato sempre in testa, dalla prima alla penultima giornata e avevamo dominato in Europa, dove ci restava solo l’ultimo step, sulla carta il più agevole, contro il Celtic Glasgow. Ma eravamo arrivati al momento decisivo della stagione con la squadra sfinita, incapace di battere un Napoli modesto a San Siro, alla penultima, e di segnare un solo gol a Mantova, contro i locali già retrocessi… La clamorosa flessione psico-fisica sarà poi confermata nella finale in Portogallo, contro il Celtic, aiutata anche lì dal fattore “assenze”: mancava infatti il “leader maximo” Luisito Suarez. Augurandoci che le cose possano andare diversamente, per il futuro ci viene ancora in soccorso il confronto con l’Inter di HH che perse tutto all’ultima giornata. Allora si decise di rifondare, vennero presi 10 giocatori nuovi, ma 10 giocatori in un colpo, per motivi finanziari, non potevano che essere mediocri. Si dovettero aspettare 5 anni per rivincere e fu comunque possibile solo grazie all'apporto dei leader storici: i difensori, Corso trasformato in regista, Mazzola e Boninsegna. Attenzione quindi a come bisognerà muoversi, consapevoli che per ovvie ragioni gli interventi importanti potranno essere pochi. Non potremo permetterci di sbagliare.
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Idee più chiare sulla nostra stagione: Salernitana – Inter 0-5
Contro la Salernitana abbiamo giocato benissimo e abbiamo dominato la partita. Una corretta analisi ci costringe a tenere in considerazione la differenza netta tra i due indici, ma si possono comunque esprimere delle valutazioni nel merito. Non è stata del resto solo la qualità a essere superiore a quella degli avversari, ma anche la condizione atletica e mentale. Forse al nostro top. Alcune indicazioni sui singoli: D'Ambrosio non vale Skriniar, ma si è rivelato un sostituto dignitoso; Brozovic è un giocatore sempre insostituibile; appaiono incompatibili Barella e Vidal così come sarebbe necessario recuperare Sensi; Gagliardini è un giocatore capace di dare sempre un valido contributo; Sanchez se in condizione può essere ancora un giocatore importante; Perisic e Dumfries sono giocatori fondamentali e devono confermare di poterlo essere con continuità nell'arco dell'intera stagione. Ma sorprendono i numeri di Calhanoglu: primo per occasioni da goal, passaggi chiave, numero di palle giocate, numero di palle recuperate, dribbling, secondo per km percorsi, terzo per punta di velocità espressa nello sprint... Siamo davanti a un giocatore con grandi qualità tecniche, ma in straordinarie condizioni di forma atletica e una personalità e autostima che in questo momento, gli consentono di svettare. Un occhio infine alla grande prestazione e la netta vittoria dell'Under 17 di mister Polenghi che batte nettamente i pari età dell'Hellas Verona per quattro reti a zero. Sugli scudi giocatori che sono oramai delle certezze come Aleksandar Stankovic e Di Maggio. Poi Zefi. Ma questo qui è un gruppo che promette e sta facendo benissimo e che riesce a fare benissimo anche nonostante molte assenze importanti.
Eriksen e gli altri, la mission (possibile) di recuperare condizione atletica e la giusta concentrazione
Si avverte una certa "tensione" nell'ambiente nerazzurro. Gli ultimi due mesi hanno visto un calo sia per quello che riguarda i risultati che la qualità delle prestazioni dei nostri ragazzi e la squadra è adesso reduce da tre pareggi consecutivi, di cui gli ultimi due contro Lecce e Cagliari. In tutti e tre casi siamo passati in vantaggio e siamo stati ripresi negli ultimi quindici minuti. Al netto degli "episodi", c'è un problema di condizione e di "ritmo". Il mister lo ha detto chiaramente, questa squadra per vincere deve dare sempre il 100%. Sarà quindi indispensabile recuperare la giusta condizione fisica e mentale. L'arrivo di nuovi giocatori (ieri è arrivato Eriksen, sicuramente uno dei più forti centrocampisti in circolazione) e il recupero a pieno regime di chi nella prima parte del campionato ha giocato poco o niente (Barella, D'Ambrosio, Sensi + Alexis Sanchez) sono le condizioni per ottenere quel "surplus" in particolare nei due settori chiave di centrocampo e per quello che riguarda gli esterni e dove la "fatica" e il sacrificio richiesti sono maggiori.
Un Natale di gioia e speranza: Inter – Genoa 4-0
L'Inter sotterra il Genoa sotto quattro reti, dominandolo per tutti e novanta minuti. Raccogliamo i peana di tifosi e cronisti il mattatore Lukaku e la giovane stella Sebastiano Esposito, che segna il suo primo goal in Serie A, diventando il più giovane marcatore nella storia nerazzurra dopo Mario Corso. Ma questa partita "natalizia" ha festeggiato anche giocatori che sono di solito considerati come alternative ai titolari: Bastoni, Biraghi, Borja Valero, Candreva, Gagliardini... Antonio Conte sta tirando fuori il meglio dai singoli e dal collettivo: la sua Inter non parte mai battuta contro nessun avversario e se possiamo trarre un primo bilancio, prima della pausa natalizia e prossimi alla fine del girone d'andata, possiamo dire principalmente una cosa. Ovvero che l'Inter non mollerà. Probabilmente non manterremo il ruolino di marcia avuto fino a questo momento, ma tutto lascia pensare che saremo nettamente al di sopra dei nostri ultimi piazzamenti. Intanto arriva la pausa e facciamo i nostri più sinceri auguri a tutti i tifosi interisti e gli amici del blog. Per i dirigenti, invece, saranno giorni di lavoro... Nel calcio non c'è mai nulla di acquisito e di definitivo.
Non è una bocciatura, rimandati in alcuni… ruoli: Inter – Juve 1-2
Barcellona - Inter e Inter - Juventus erano due partite fondamentali, dopo una partenza superiori alle aspettative. Dovevano dire a tutti (ma molti di noi conoscevano già la risposta) se i progressi fatti fossero tali da permetterci di bruciare le tappe e aspirare da subito a grandi traguardi. Nel doppio scontro, qui ci concentriamo in particolare sulla partita di domenica, è emerso il fatto che contro queste compagini, tra le prime in Europa e nel mondo, c'è ancora un certo gap da ridurre. I ragazzi non possono e non devono avere nessuna flessioni nell'entusiasmo e nella convinzione: l'obiettivo è la crescita, ma solo la simbiosi e la convinzione di star lavorando tutti insieme per un grande progetto, anche se "futuribile", potranno permetterci di farlo. Tutti devono capire che hanno la possibilità di crescere molto individualmente solo se cresceranno come squadra e che lo possono fare, con Conte e con questa società.
Un passo indietro che non preoccupa e può dare indicazioni importanti: Valencia – Inter 1-1
Contro il Valencia si vede in campo un'Inter adeguata a questo livello di prestazioni ed avversari sul piano dell'impegno e dell'orgoglio. Conte ha trasmesso alla squadra la volontà di non arrendersi mai, di lottare con grinta e tenacia per non uscire sconfitti. Ma sul piano tattico e dell'organizzazione di gioco c'è ancora da lavorare. Così come l'organico deve ancora essere completato. La squadra è incompleta e al di là di che cosa succederà sul mercato, mancavano Godin, Lazaro e Lukaku. Probabilmente nella prima partita di CL vedremo in campo una formazione completamente diversa. Il punto sulla situazione con il racconto della partita e il commento alle prestazioni individuali.





