Benfica - Inter finisce tre a tre. Una partita a due facce: nel primo tempo abbiamo visto un'Inter rinunciataria, quasi mai in partita, il Benfica ha fatto la partita senza interruzione e concedendoci solo un paio di ripartenze pericolose; nel secondo tempo la squadra è invece apparsa trasformata sotto tutti gli aspetti. Le divergenze e eventualmente l'attribuzione delle responsabilità (al netto del riconoscimento di quanto prodotto dai lusitani) sono oggetto di analisi di questo post che si concentra sui diversi aspetti che abbiano inciso perché la partita si sia svolta in questo modo. Gli aspetti individuati sono: la sottovalutazione della difficoltà del match e della sua importanza; il conseguente eccesso di turn over; l'altrettanto conseguente (in parte) approccio sbagliato alla gara; l'inadeguatezza manifestatasi sul campo delle seconde linee a sostituire in blocco i titolari; la prestazione straordinaria ma dispendiosa dei lusitani nel primo tempo; l'atteggiamento tattico tenuto dai nostri nel primo tempo, come prodotto di situazioni di carattere psicologico e di composizione dell'organico; il grande ritmo, abbinato alla tecnica, sfoderato dagli avversari. Chiaramente, alla luce dello svolgimento della gara e per come è svoltato il match nel secondo tempo, possiamo considerare siano emerse indicazioni comunque buone e qualche altra più preoccupante, ma sulle quali sembra ci sia la possibilità di lavorare. I punti che sono qui ampiamente analizzati e discussi (su tutti: la sottovalutazione della difficoltà del match e della sua importanza; l'eccesso di turn over; l'approccio sbagliato alla gara) costituiscono spunti di riflessione che riguardano non solo la partita contro il Benfica, ma la nostra stagione nel suo complesso, per quello che abbiamo fatto fino a questo momento (e qui il bilancio è positivo, dobbiamo essere contenti dell'insieme: in CL tre vittorie e due pareggi, in campionato primato in classifica, 10 vittorie, tra cui in 5-1 al Milan, due pareggi e una sconfitta, più goal fatti e meno goal subiti...) e per quello che sarà e dovrà essere il nostro cammino a partire dal prossimo futuro, che ci vedrà già domenica sera impegnati in una difficile traserta in casa del Napoli.
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Qualità individuali e spirito di squadra: Inter – Frosinone 2-0
Scegliamo un'immagine esemplificativa di Inter - Frosinone per dare una morale a questa partita e a questo inizio campionato. Nei minuti finali, sul vantaggio per due reti a zero, il Frosinone continua ad attaccare per rientrare in partita. Palla a Soulé sulla fascia laterale, all'altezza della nostra area. Siamo scoperti. Da metà campo, dopo quasi novanta minuti tirati alla morte, capitan Lautaro parte in un recupero ultra energentico, raggiunge Soulé e ingaggia un duello tutto fisico con lui, dal quale esce vincitore e fa ripartire la squadra. La morale è che abbiamo un gruppo di grandi giocatori, umili e disposti a spendersi per il bene comune. La partita è stata incanalata a nostro favore non tanto da una evidente superiorità di prestazione, ma da due episodi legati alla qualità individuali dei giocatori. Questo tuttavia non sminuisce il valore della nostra vittoria. Anzi per certi aspetti lo potenzia, perché è proprio delle grandi squadre possedere una ricchezza di soluzioni che, accompagnata allo spirito di sacrificio, ti permette di vincere anche quando incontri difficoltà. Capitolo giovanili. Nel post il report delle partite degli Under 15 (tre a zero contro il Como, tripletta di Gjeci); degli Under 16 (tre a uno al Como, goal di Curcio e doppietta di Carrara); della Primavera (uno a uno contro l'Hellas Verona, goal di Kamate). Due sconfitte nelle altre partite delle giovanili: Under 17 (contro il Milan) e Under 18 (contro il Genoa).
Arrivederci Rom(elu): Inter – Roma 1-0
La partita con la Roma era ricca di significati. C'era infatti un motivo emozionale, legato al ritorno di Lukaku a San Siro dopo il grande "tradimento". C'era il ritorno di Mou, c'era la presenza di altri ex, c'erano nella Roma ex milanisti come El Shaarawy e Cristante. C'era la necessità psicologica di rispondere alla Juventus, che ci aveva temporaneamente scavalcati al primo posto. C'erano soprattutto dei motivi e delle pressioni più decisamente di natura tecnico-tattica: l'opportunità di guadagnare punti; l'esigenza di dare conferma della buona condizione; l'esigenza di capitalizzare al massimo questo periodo di buona condizione; l'occasione per confermare quanto si sostiene circa la presunta disponibilità di due squadre di pari valore. Abbiamo ottenuto una grande vittoria e confermato un paio di cose che sembrano certe, anche dopo i passi falsi contro Bologna e Sassuolo, cioè che il gruppo è forte e che la squadra sembra al momento fare tesoro dell'esperienza passata e avere rtovato un migliore equilbrio. Sugli scudi Acerbi, che annulla completamente Lukaku; Chalanoglu; Asllani; Dimarco; Marcus Thuram, non solo per il goal, quando brucia sul tempo il suo marcatore e insacca con freddezza. Nel post il report sulla gara della Primavera, che vince tre a due in casa del Bologna, e i risultati delle altre giovanili con l'aggiornamento last-minute sulla partita dell'Under 18. Ottime notizie da Parma, dove Kevin Zefi, infatti, ha mantenuto la parola: non solo ha giocato ma anche segnato una doppietta decisiva per il nostro 3-2 finale. Se davvero il giocatore rimarrà in nerazzurro, potrebbe rivelarsi un grande colpo di prospettiva non molto lontana.
Non è tutto oro quello che luccica: Empoli – Inter 0-1
Quattro partite, quattro vittorie. In ordine: prima squadra, Under 16, Under 19, Under 18. Quattro vittorie, tutte e quattro molto importanti, ma come recita il titolo del post, non è tutto oro quello che luccica. Chiaramente il riferimento va, in primis, alla prima squadra. Qui c'è ovviamente molto da rallegrarsi: il successo in una trasferta rivelatasi ostica come quella di Empoli (nonostante i numeri dicono chiaramente che il match sia stato dominato) segna la quinta vittoria su cinque partite di campionato e giunge peraltro in contemporanea con la perdita di qualche punto di alcune rivali. Ovviamente tutte le squadre italiane vorrebbero essere in questo momento al nostro posto e tutti avremmo strafirmato per un cammino simile (compreso il pari in trasferta in CL). Ma ci sono ragioni di ansietà e questioni che non hanno almeno parzialmente convinto nella partita di Empoli, dove abbiamo rivisto la "storia" di tante partite dello scorso campionato in cui noi, contro squadre piccole che fanno densità davanti alla loro area, "creavamo" (facciamo gli scongiuri per il prosieguo della stagione) decine di occasioni senza riuscire ad andare in goal e molte, troppe volte venivamo poi puniti al primo contropiede avversario. In situazioni simili a quella di Empoli lo scorso anno abbiamo perso sei sconfitte. Praticamente 18 punti, più o meno quelli che hanno fatto la differenza rispetto al Napoli. Partiamo da qui nelle considerazioni che seguono la gara di Empoli per poi passare all'ottimo avvio di stagione dell'Under 16 (tre a due contro l'Atalanta alla prima di campionato di fronte alla squadra di chi ha creato con l'Inter il più grande settore giovanile d'Italia ma non solo); alla vittoria in trasferta con il Frosinone della Primavera di Christian Chivu (siamo all'inseguimento qui di un Milan che sembra una vera macchina...); alla vittoria del derby Under 18, ottenuta con un 2007 in campo e altri quattro in panchina tra cui uno, Iddrissou, autore del goal decisivo.
A un passo dal cielo: Inter – Manchester City 0-1
La premessa (doverosa): in 68 ani l'Inter è riuscita sei volte a giocare una finale di Champions League, una ogni 10,3 anni. Ma terminato il periodo Moratti - Herrera, dal '72 ad oggi, in 51 anni, abbiamo giocato due finale - una volta ogni 25 - vincendone una e perdendo l'altro. Questo semplice pro memoria è il punto di partenza che, se non basta a mitigare la delusione, ci fa comunque rivalutare la grandezza dell'impresa compiuta, tanto più in un calcio profondamente cambiato, nel quale altrove si fanno investimenti annuali di centinaia di miliardi e, se non bastasse, con alcune delle rivali più ricche (Juventus, Barcellona, lo stesso City), che hanno fatto ricorso a comportamenti finiti sotto il tiro della giustizia sportiva e non solo. È il punto di partenza del racconto di un finale di stagione esaltante e poi di una finale di Champions League che abbiamo affrontato da sfavoriti, perché la potenza economica delle due squadre non è paragonabile e questo non poteva non influire sulla loro potenzialità soprattutto a livello di organico esteso. Però poi abbiamo finalmente giocato la partita e se è vero che noi umani olitamente chiamiamo fortuna o sfortuna le nostre e le altrui imprecisioni e quindi loro in un'occasione sono stati più precisi, è innegabile che sul piano dell'organizzazione del gioco ci siamo espressi almeno alla pari. Nel post si propone una analisi della partita e di come sia noi che il nostro avversario, il City di Guardiola, abbiano affrontato la finale. Non manca però una ampia parte dedicata a considerazioni sulle prospettive future con il tentativo di dare risposte a domande fondamentali. Lavorare per il futuro o provare a restare competitivi? Che giudizio diamo sulla proprietà, su Marotta, su Ausilio? Nelle nostre condizioni, meglio puntare sulla competitività in campionato o su un bis di un grande percorso in Europa? Inzaghi ha meritato la conferma, ma in ogni caso, meglio una tipologia di allenatore come Conte/Allegri o come Inzaghi/Klopp? La sensazione finale è che possiamo fidarci e sentirci tranquilli principalmente se rimarrà questa dirigenza che ha sempre, finora (certo, qualche sbaglio è sempre da mettere in conto), estrarre dal cappello il coniglio giusto.
Qualcosa di meraviglioso: Inter – Milan 1-0 (3-0)
Nel doppio confronto la nostra superiorità è apparsa netta. Il tre a zero complessivo chiude la porta ad ogni discussione: non sempre nel calcio i numeri esprimono tutta la verità (intendo in una singola partita) ma questa volta la differenza l'hanno fatta i nostri attaccanti che hanno sfruttato le occasioni costruite. La storia non si fa con i se e con i ma, ma è vero che le due grandi occasioni sbagliate dai rossoneri nel primo tempo avrebbero potuto quanto meno mettere a ben altro rischio le nostre coronarie. D'altra parte in una semifinale di CL è quasi impossibile non concedere un paio di occasioni nel corso degli oltre 180 minuti di gioco. Resta il fatto che noi siamo a Istanbul, il Milan resta a casa e che nei quattro derby del 2023 loro non sono riusciti a segnarci neppure un gol e li hanno persi tutti. Sebbene loro abbiano vinto per due punti lo scorso campionato, resta confermato che al momento abbiamo ancora un buon vantaggio di qualità complessiva. In termini di prospettive, nella situazione data abbiamo ottenuto il massimo (con un grande interrogativo non tanto su Istanbul, quanto sull'accesso alla CL ancora in discussione, con un calendario tremendo) e quindi la politica societaria di cercare di restare competitivi (coniugando il dogma della competitività con quello del contenimento dei costi, sarà molto probabilmente così anche nel prossimo futuro) è stata azzeccata, ma adesso bisognerà coniugare la esigenza di restare competitivi con quella del ringiovanimento e di una riduzione dei costi(anche se, potendo, sarebbe meglio ottenere un incremento delle entrate). Pertanto, prima del racconto della partita, si dedica ampio spazio a come - in un percorso che possiamo dire sia cominciato con l'arrivo di Beppe Marotta all'Inter nel dicembre del 2018 - siamo arrivati a questo punto e con quali criteri e sistemi di valutazione è stata costruita questa squadra, facendo pure un raffronto con le altre due squadre protagoniste di questa stagione calcistica in Italia, cioè Napoli e Milan, e individuando i problemi (ce ne sono in tutti i reparti) che bisognerà cercare di risolvere nella prossima sessione di mercato. Fermo restando che c'è una stagione da finire e che tutti gli impegni che abbiamo davanti sono certamente anche entusiasmanti (come definire altrimenti una finale di Champions e abbiamo ovviamente anche una finale di Coppa Italia da giocare) ma soprattutto ad elevato quoziente di difficoltà.
Ancora conferme, nel bene e nel male: Inter – Milan 1-0
Il Toro è scatenato e quando vede rosso(nero) non lo fermano né le banderillas, né i toreri più arcigni. Vinciamo nettamente il derby con la squadra che, al di là dei singoli episodi, ha saputo mantenere alta la concentrazione e ha giocato sempre con la ferocia di un gruppo in cui tutti si sacrificano per il bene comune. Sugli scudi Lautaro Martinez e un gigantesco Acerbi in difesa, mentre Simone Inzaghi si può dire che praticamente abbia azzeccato tutte le scelte e nel solco di una serie di cambiamenti che possiamo anche considerare nei risultati dell'ultimo periodo, è riuscito a mettere a nudo le intervenute insicurezze rossonere. Una vittoria netta dunque (il Milan non ha praticamente mai calciato in porta, probabilmente record assoluto per un derby...) e ancora conferme, nel bene e nel male, per una squadra che, da dominatrice che era, dopo aver perso giocatori fondamentali che non ha potuto rimpiazzare in modo adeguato, è diventata un gruppo sempre forte ma "normale" a livelli alti. Potevamo fare di più? Difficile da dire. Sicuramente siamo comunque gli unici ad avere già vinto qualcosa e, oltre che essere secondi in campionato, siamo in corsa in tutte le competizioni. Per il resto va detto che a quanto pare tutta una serie di problemi si riscontrano in tutte le altre nostre dirette concorrenti. Eccetto il Napoli che a quanto pare ha trovato la squadra vincente. Nel post parliamo anche delle giovanili. La larga vittoria dell'Under 17 contro i pari età dell'Udinese (doppiette di Mosconi e Spinaccè), la dodicesima vittoria in dodici partite dell'Under 15 contro l'Hellas Verona (D'Agostino e Franchi) e la sconfitta dell'Under 16, sempre contro l'Hellas Verona per una rete a due.
La partita delle verità (non tutte buone, ma quasi): Milan – Inter 0-3
Inzaghi ha preparato la partita al meglio. Le due squadre, con le loro caratteristiche, si conoscono a memoria e le scelte tecniche e tattiche del mister sono determinanti in una partita decisa anche dal fatto di essersi presentati a questo match fondamentale in condizioni psicofisiche ottimali. Siamo stati nettamente superiori al Milan, anche al di là del risultato, che pure nel calcio è tutto, ma non dobbiamo ritenerci assolutamente superiori, perché andremmo incontro a delusioni. Tatticamente è stato fondamentale il lavoro dei giocatori di destra: Skriniar-Barella-Darmian hanno vinto il confronto con i pericolosi Theo, Tonali e Leao. I loro uomini migliori (Hernandez, Giroud, Leao) hanno deluso; Acerbi ha annullato Giroud e Miki ha aiutato Bastoni e Dimarco a coprire le avanzate di Calabria; i nostri hanno avuto per gran parte dela partita la condizione fisica e mentale, l’orgoglio e la personalità per proporsi a ribaltare l’azione con grande qualità e trovandosi a memoria, in questo aiutati dai movimenti e dalle giocate di Dimarco, Lautaro e soprattutto uno straordinario Dzeko. È stata la partita delle "verità": da tre anni in qua, nonostante le molte difficoltà finanziarie, abbiamo una squadra competitiva e che però purtroppo è competitiva nei 14, massimo 15 titolari e alcuni di questi sono insostituibili. Nell'arco della stagione abbiamo dei cali di condizione inevitabili e la sfida è proprio continuare sul buon livello di rendimento complessivo visto contro il Milan, altrimenti andremo incontro a delusioni. In campionato, se la lotta per lo scudo appare seriamente compromessa, per le altre posizioni tutto è aperto e ogni punto perso o guadagnato può essere decisivo: è d'obbligo non rilassarsi e sperare in un rapido recupero di Brozo e Lukaku, a patto però che siano al loro top.
Non tutti gli 1-0 sono uguali: Inter – Hellas Verona 1-0
I risultati di corto muso possono essere letti in due modi: sono grandi valori se per rosa della squadra e calendario ritieni di essere destinato a crescere, sono campanelli di allarme nel caso in cui si valuta che quello che esprimi sia il tuo top. La nostra situazione è questa: abbiamo vinto a fatica tre delle ultime quattro partite e pareggiato disastrosamente la quarta, a Monza. Abbiamo margini di crescita? Possiamo considerare la vittoria per uno a zero con il Verona un ottimo risultato? Rispondere è difficile ed è oggettivamente difficile pensare che fra un paio di mesi saremo nella condizione di ringraziare per la vittoria sull’ Hellas vista come punto di partenza.Tre vittorie nelle ultime quattro partite possono essere un buon segnale. Sul piano del gioco però solo il match con il Napoli si sono visti segnali apprezzabil, mentre nelle altre abbiamo fatto poco e sofferto abbastanza a lungo squadre tecnicamente inferiori. Abbiamo assoluta necessità di ritrovare subito al top titolari importanti e di vedere crescere qualche alternativa per poter sperare in una qualificazione tranquilla alla prossima CL e per giocarci le speranze di vincere qualcosa e di superare il turno (difficile) in CL. Spazio dedicato anche al derby Primavera, vinto dai nostri ragazzi con il risultato di uno a zero. Infine report sull'amichevole disputata dall'Under 16 contro i pari età dell'Empoli.
Magari fosse sempre Viktoria Plzen
Magari fosse sempre Viktoria Plzen! Sia la prima squadra che l'Under 19 di Christian Chivu con la doppia vittoria contro i cechi, si qualificano al prossimo turno e entrambe le squadre lo fanno dopo un'ottima prestazione che ha dato solo segnali positivi e confortanti anche in considerazione delle difficoltà incontrate nel cammino in campionato fino a questo momento. Per quanto riguarda la prima squadra, sono premiate le scelte dell'allenatore Simone Inzaghi. Sugli scudi le prestazioni di giocatori più esperti come Dzeko, Mkhitarya e Acerbi, che hanno dimostrato la verità che nelle partite decisive, dove la pressione è enorme, l'essere temprati per queste situazioni, anche a parità di valori tecnici e atletici sia un vantaggio determinante (lo stesso è stato anche per la partita di campionato di Firenze). Benissimo Dimarco e anche Bastoni per il contributo dato in fase offensiva. Tutto bene quindi ma restano problemi che riguardano le sofferenze della difesa, il fatto che tutto giro bene solo quanto i nostri elementi chiave sono al top e poi la madre di tutte le questioni, ovvero quella relativa alla proprietà. Come abbiamo detto, poi, anche l'Under 19 passa il turno nel girone, alle spese di un Bayern che a Milano era apparso molto forte. Un'impresa che sembrava impossibile dato che in campionato il cammino qui è a dir poco disastroso. Nel post ci sono diverse considerazioni interessanti per quello rche riguarda questa squadra e ci si sofferma poi in particolare su due giocatori come Iliev e Valentin Carboni che sono senza dubbio due tra gli elementi da tenere d'occhio. Per il resto fiducia nel mister Chivu che interprete della nuova filosofia societaria, sta rischiando in prima persona.









