Con un Tucu di classe, anzi due: Hellas Verona – Inter 1-3

Joaquin Correa. Il Tucu, al suo esordio in maglia nerazzurra, è stato subito decisivo, andando a segno due volte contro l’Hellas Verona.

Due partite, di quelle che i faciloni definiscono non impossibili e 6 punti, con 7 gol fatti e 1 subito.

Se si guardano le cose solo da lontano la situazione sembra davvero entusiasmante.

Da vicino, mi spiace, ma la realtà appare più complessa.

Contro il Genoa  non ci sono stati problemi, ma mi è sembrato giusto sottolineare due particolarità:

  • La modesta opposizione fornita dai rossoblu che si sono mostrati una squadra ancora in costruzione come organico (cfr. Gli acquisti di peso realizzati nell’ultima settimana) dal punto di vista tattico e del sistema di gioco più efficace;
  • Le sfasature evidenziate dai nostri nella transizione difensiva, pur contro una squadra poco attrezzata a livello di punte.

Verona è stata una partita completamente diversa e si sapeva.

In fondo è questo il bello del campionato italiano: ogni domenica le problematiche da affrontare cambiano radicalmente e, piaccia o non piaccia, l’esasperato tatticismo imperante pone ogni volta problemi nuovi da affrontare anche a chi è teoricamente superiore.

Se  continuiamo  a guardare da lontano, resta anche di questa partita il risultato positivo, scaturito però sostanzialmente da una serie di episodi che ne hanno scandito le svolte:

  • L’errore di Handa che ha portato i gialloblu in vantaggio,
  • L’incredibile pareggio di Lauti, trovatosi solissimo al centro dell’area dopo una rimessa laterale spizzata,
  • Il rigore negato a Lauti su una delle poche ripartenze efficaci dei nostri,
  • La verticalizzazione efficace di Vidal, la corsa puntigliosa di Darmian e il cross. Lo stacco imperioso del Tucu (primo gol di testa in Italia, non una specialità della casa…),
  • La totale solitudine in cui ancora il Tucu viene pescato da Barella, nei minuti di recupero e la grande conclusione vincente dell’argentino che ha il tempo di aggiustarsi la palla, girarsi e concludere.

In realtà l’unico episodio, fortuito (si fa per dire, temo che sarà una regola), è quello del rigore negato.

Negli altri casi ci sono state indiscutibilmente colpe (dei difendenti) e meriti (degli attaccanti).

Ma queste non bastano a spiegare situazioni che si sono verificate in conseguenza delle scelte di gioco delle due squadre, scelte che hanno favorito e reso possibili sia gli errori sia le buone giocate individuali  (il pallonetto di Ilic, le belle conclusioni di Correa soprattutto).

Poi esamineremo le altre questioni e situazioni, ma  le scelte in questo caso fondamentali, nel bene e nel male e come dire, reciprocamente influenti, mi sono sembrate due.

  • La scelta di Inzaghi di giocare sempre la palla dal basso, dal portiere (scelta per altro obbligata, quando non hai più Lukaku, non hai più un contropiedista come Hakimi e hai un Lauti non al top),
  • La scelta di Di Francesco di pressare alto, accettando l’uno contro uno teorico (contando sulla furia agonistica che permette aggressioni e ‘ritorni’) giocando però con un finto nueve che marcava la fonte del nostro gioco (Brozo), infilando centralmente soprattutto Ilic tra le linee e costringendo de Vrji a uscire o a temporeggiare.

Giocando in questo modo il Verona ci metteva in difficoltà a sviluppare il nostro gioco, perché

  • I difensori, pressati, non avevano agio di impostare la manovra con calma e lucidità,
  • I centrocampisti dovevano giocare palla in spazi ristretti (numerosi sono stati gli errori di ‘appoggio’),
  • Le punte non avevano le caratteristiche per dare (e suggerire) profondità, tanto è vero che in questo esercizio il più insidioso per un lungo periodo è stato Perisic.

Questo sistema di gioco veronese però aveva, come tutti,  i suoi lati negativi, i punti deboli:

  • Chiedeva a tutti un enorme sforzo atletico, difficile da sostenere alla distanza,
  • Comportava una perdita di lucidità col trascorrere dei minuti
  • Esponeva ai rischi di vari uno contro uno quando le squadre si sarebbero allungate e i rientri sarebbero stati meno tempestivi.

E l’uno contro uno, con avversari più forti tecnicamente, è un comportamento molto rischioso.

Quello che è successo poteva non accadere, in tutto o in parte, ma solo apparentemente è stato un caso.

Frutto delle scelte delle due squadre è stato l’errore di Handa.

Nessuna giustificazione, ovviamente, ma ad Handa anche i detrattori avevano riconosciuto l’abilità con i piedi: lo zio Bergomi lo aveva addirittura segnalato nel pre partita.

Handa ha sbagliato perché si può sbagliare, ma soprattutto perché non aveva punti di appoggio agevoli, a causa del pressing alto dei veronesi.

Dopo l’errore, il nostro portiere ha preso a lanciare lungo, per timore di ripetere la frittata, ma la palla veniva sempre presa dai veronesi (soprattutto Dzeko veniva sempre anticipato dal suo marcatore), che ripartivano.

Tanto è vero che Inzaghi ha dovuto rincuorare Handa e invitarlo a continuare a costruire dal basso, per non regalare loro la palla.

Subìto il gol e per tutto il resto del primo tempo i nostri soffocati dal loro pressing  e dalla giornata non eccezionale dei centrocampisti (in parte determinata proprio dal pressing avversario) non riuscivano mai ad innescare le punte, le quali per altro quasi non esistevano, perché Dzeko ama rientrare a dirigere e poi non ha lo spunto di… Lukaku per andarsene e Lauti per quel tipo di gioco avrebbe bisogno di uno che gli facesse da sponda davanti.

Alla fine del primo tempo ero veramente depresso perché non vedevo, nella situazione, sbocchi possibili.

In quel contesto infatti l’impotenza dei nostri sembrava evidente.

A differenza che nella partita col Genoa, l’unica… consolazione mi veniva dalla transizione difensiva che mi sembrava solidissima.

In pratica il Verona poteva segnare solo… su errore del portiere nell’appoggio, perché il suo sistema di gioco senza una punta centrale e con due punte esterne letteralmente ‘divorate’ da Skriniar e Bastoni non poteva crearci pericoli (e infatti se non ricordo male oltre al gol non hanno fatto un tiro).

Però occorreva una svolta per cambiare l’inerzia della partita con loro che soffocavano le nostre offensive, non riuscivano a essere pericolosi, ma questo, considerato il vantaggio non li… turbava.

La svolta poteva venire da un qualche cedimento atletico o di concentrazione individuale o da una giocata di un nostro campione.

Invece per nostra fortuna è venuta subito, al primo minuto del secondo tempo, in una situazione, questa sì casuale, sulla rimessa laterale di Perisic, spizzata da qualcuno e arrivata a Lauti solo davanti al portiere

Ho detto casuale perché non mi sento di attribuirla al sistema di gioco: non credo che la stanchezza o i riflessi provati siano la causa per cui il marcatore di Lauti se l’è perso in quella occasione, su una palla giocata da fermo, al primo minuto di gioco dopo l’intervallo.

Fatto sta che due eventi in parte casuali hanno cambiato completamente il volto della partita: prima l’hanno consegnata ai veronesi, poi l’hanno riaperta.

È evidente infatti la differenza tattica e psicologica per i veneti tra il giocare il secondo tempo a difendere un vantaggio e il dover cercare, dopo le fatiche della prima frazione, di giocarsela ancora in campo aperto.

Anche perché, e qui ha ragione Di Francesco, i nostri cambi possibili avevano ovviamente un altro spessore rispetto ai loro.

C’è stato così un periodo di nostra supremazia, con una certa pericolosità, segnato tra l’altro dal mancato rigore su Lauti.

Ma dopo un quarto d’ora, a conferma della giornata non eccezionale di alcuni, la capacità offensiva si è attenuata visibilmente.

Lì è intervenuto Inzaghi, con cambi azzeccati e, bisogna riconoscerlo, anche un pochino fortunati (non è un demerito, anzi: io preferisco un mister con un po’ di fortuna – studiata – piuttosto che uno  sfigato).

E lì sono accaduti gli episodi… da tre punti, perché Dimarco ha dato nuova spinta subentrando a un buonissimo Perisic, Vidal ha sostituito uno spento Brozo e soprattutto Correa ha rilevato Lauti, sfinito anche per l’incompleta preparazione.

Il colpo di grazia l’hanno dato poi gli ingressi di Sensi e Vecino, ma lì la… tortilla a quel punto era già stata preparata ed era risultata molto gustosa

Dunque i gol sono venuti tutti per clamorose manchevolezze difensive, ma non ci sarebbero stati senza la qualità straordinaria dei vari interpreti.

Perché loro hanno pressato con i tempi giusti, tutti insieme e poi la qualità di Ilic gli ha permesso il delizioso colpo sotto.

Loro hanno commesso gravi errori difensivi (e non è un caso, se hanno subito 6 gol in tre partite), ma Lauti si è fatto trovar pronto e  poi Vidal, Darmian, Barella e soprattutto il Tucu si sono resi protagonisti di giocate straordinarie.

Distinguerei queste fasi del match:

  1. I primi 15’ nei quali forse loro erano timorosi e noi senza strafare sembravamo padroni del gioco.

    In questa fase c’è stata una sola vera palla gol, di lauti che dopo un rimpallo in area ha scaricato fulmineo a rete da posizione piuttosto angolata, trovando Montipò pronto alla parata.
  2. La seconda parte va dal gol del Verona sino alla fine del tempo e in questo periodo a mio avviso sono emersi i nostri limiti anche potenziali.

    Intendiamoci, il Verona costruisce una sola occasione in ripartenza, con Zaccagni per Barak e da questi a  Cancellieri che sbaglia la conclusione da buona posizione. Tuttavia averli contenuti non poteva bastare, visto lo svantaggio: al contrario nella costruzione e quindi nella conclusione noi siamo stati del tutto inefficaci.

    In mezz’ora si registra solo il gol di Lauti giustamente annullato per fallo su Montipò. La squadra evidenzia una mancanza di potenza, di profondità e anche notevole difficoltà nel costruire l’azione, incalzata dalla pressione di massa degli scaligeri Il gol abbastanza fortuito di inizio ripresa cambia anche psicologicamente, oltre che tatticamente la situazione.

    Fino a 10-15 dal termine il Verona si vede solo con una deviazione di Faraoni su corner, che attraversa tutta la luce della porta.

    Noi ci crediamo e attacchiamo in forze (numericamente) ma stentiamo ancora a costruire occasioni limpide, anche se il ritmo degli scaligeri comincia a calare.
  • Al 55’ Lauti al volo spedisce fuori una palla tutt’altro che facile
  • Al 58’ l’episodio del rigore negato
  • Al 69’ una progressione di Bastoni che arriva al tiro sul quale Montipò si esibisce in una bella parata. Quella di ‘Basto’ però è un’iniziativa isolata e personale,  che conferma indirettamente la difficoltà di costruire gioco con manovre collettive

L’ultima fase, dopo l’ingresso di Vidal, Dimarco e Correa ci vede più incisivi sino alla realizzazione delle due reti, anche se fra il primo e il secondo gol del Tucu loro hanno ancora una palla buona per pareggiare. Ancora con una pericolosa deviazione di testa su corner che non trova nessuno pronto alla deviazione vincente.

L’abbiamo portata a casa e questo conta, ma secondo me sono emersi, insieme a note positive, anche alcuni motivi di preoccupazione che sarebbe sbagliato sottovalutare.

Le note positive sono la tenuta difensiva, le buone prove degli esterni la vena che sembra ritrovata di Vidal (e speriamo di Sensi e Vecino), la sicurezza di Dimarco, la conferma delle qualità di un Lauti ancora non al top ma già ispirato, l’imprevedibile prestazione goleadoristica del Tucu e forse la condizione che può migliorare.

La principale nota negativa secondo me è la difficoltà dei nostri centrocampisti di imporsi su avversari assatanati (per Barella dovrebbe essere un caso, ma Brozo e soprattutto Calha se non c’è un grande movimento di smarcamento di tutti i compagni (per andare incontro alla palla ma anche per dettare la profondità) non riescono a fare la differenza.

La seconda preoccupazione è proprio la mancanza di penetrazione, perché Dzeko preferisce ‘uscire’ a giocare e poi non ha più la progressione per ripresentarsi in area e Lauti da solo viene più  facilmente bloccato.

A centrocampo potremmo avere delle carte per modificare all’occorrenza una situazione di difficoltà, mentre in avanti, anche sperando che Correa si ripeta, potrebbe mancare il centravanti boa, di potenza, capace di segnare e di liberare al tiro i compagni in arrivo.

Secondo me con Correa in rosa al posto di Sanchez e un simil Zapata, saremmo molto più tranquilli.

Il campionato italiano non è una gara sui 100 metri, ma una maratona dove la potenza (forza + corsa) ovviamente accompagnata da una decente dose di qualità, alla lunga è determinante .

L’Inter potrebbe essere in molte situazioni più bella di quella dello scorso anno.

Il dubbio, secondo me lecito, è se sarà anche almeno altrettanto concreta e continua.

Credo che le STATISTICHE ci offriranno il quadro, solo parzialmente realistico, di una partita dominata.

  • Parzialmente perché a 10 dalla fine il risultato era in parità,
  • e sia il loro che il nostro gol erano scaturiti da situazioni anomale.

Ma vediamo cosa è accaduto sotto questo profilo (dei numeri statistici, appunto).

A livello di possesso palla un po’ meglio noi (55% a 45%), ma sappiamo che questo dato conta poco, se non per gli esteti.

Poi arrivano dati travolgenti a nostro favore…

Zero parate di Handa proprio zero, (è…credo sia record assoluto), contro 5 di Montipò, di cui 2 decisive

I tiri sono stati 15 a 4 per noi (ovviamente i loro 4 sono stati il gol e tre tiri fuori)

I tiri nella luce della porta da area sono stati 5 a 1, le occasioni da gol 6 a 2 per noi

Sostanziale equilibrio nei falli fatti

Molto meglio noi come numero di passaggi, ma la percentuale di passaggi riusciti è calata vistosamente (dal 91 all’80) rispetto alla partita col Genoa.

Molto più numerose le palle recuperate da loro (48 a 29)

Noi abbiamo attaccato meno a destra (solo il 22%), loro quasi mai centralmente (conseguenza secondo me dello schema senza prima punta).

Correa Lauti e Vidal primi per numero di conclusioni (2), davanti a… Ilic (1, il gol)

Le occasioni sono capitate a Lauti (3), Cirrea (2 percentuale di realizzazione…. buona).

Per loro il gol di Ilic e un’occasione per Cancellieri.

Un assist a testa per Barella e Darmian

Dal punto di vista quantitativo (recuperi, palle giocate, km percorsi) domina Barella, mentre Vecino ha tenuto la più elevata velocità media e Lazovic è stato il migliore allo sprint, (33,47) davanti a Darmian (33,03)

Molto bene anche Gunter che a me è piaciuto molto perché ha quasi sempre dominato Dzeko.

Infine a livello di squadra abbiamo percorso un km più di loro a una velocità media leggermente superiore (6,8 contro 6,6).

Le pagelle

Handa:

4,5 senza il passaggio sbagliato avrebbe preso sv. Giornata di riposo assoluto.

Skriniar:

7- dalla sua parte agivano i più pericolosi tra gli scaligeri. Con la collaborazione di Darmian non ha lasciato loro nulla. Colonna.

de Vrji:

6.5 domina il centro area dove però… non si presenta nessuno. Forse poteva alzarsi di più, ma vito l’esito finale va bene così.

Bastoni:

7  dalla sua parte il ragazzino Cancellieri non la vede mai. L’unica occasione quando si sposta al centro. L’ex romanista viene sostituito ma il suo sostituto non fa meglio. ‘Basto’ invece prova anche a spingere

Darmian:

7-  prezioso. Chiude un paio di diagonali con grande successo, si fa sempre trovare pronto e propositivo, anche se poco sollecitato in fase offensiva. Crede a una palla lunga e mette il cross del 2-1.

Barella:

7- non è ancora il miglior Barella, ma lotta, corre si batte, si impone alla distanza e consegna al Tucu la palla del 3-1. In una giornata non felice per il centrocampo, lui non tradisce.

Brozovic:

6 non una grande giornata ma non solo per sue responsabilità. Braccato dagli scaligeri che vogliono spegnere la fonte  del gioco interista, non vede compagni che si smarcano per offrirsi al passaggio. Sbaglia qualche tocco di troppo. Secondo Simone, ha stretto i denti, giocando con un problema fisico

Calhanoglu:

5.5 quando il gioco si fa duro lui non riesce più a dispiegare tutte le sue qualità. Praticamente non pervenuto in fase di sostegno, almeno si batte per contenere gli avversari.

Perisic:

7  ancora uno dei migliori. Perfetto nel ruolo di tornante, recupera e spinge. L’unico attaccante che aggredisce  la profondità e quando lo servono lui arriva sempre al cross, di destro o di sinistro. È in un buon momento e speriamo che continui.

 Lautaro:

7- con tre giorni di allenamento nelle gambe fa il massimo. Fin quando è in campo, l’attacco dell’Inter è lui, perché Dzeko lavora lontano dall’area. Almeno in trasferta avrà sicuramente bisogno di aiuto davanti.

Dzeko:

5.5 resta un giocatore importante per la personalità e le qualità tecniche, ma se gioca troppo lontano dall’area  o i centrocampisti e gli esterni (con i tagli) si inseriscono o lascia l’altra punta troppo isolata. Non ha più il passo per la progressione da lontano e soffre molto la marcatura di Gunter che lo anticipa anche sulle palle alte.

Vidal:

7 sostituisce Brozo e rivitalizza la squadra. E’ un centrocampista incursore, mentre utilizzato dietro fa paura… ai nostri. Ma in due spezzoni di partita dimostra che può essere una carta molto importante per Inzaghi.

Dimarco:

6/7 entra bene, con determinazione e con forza, confermando una crescita costante. Il piede non si discute  e anche lui potrà rivelarsi prezioso.

Correa:

9 diciannove minuti e due gol spettacolosi oltre a tanta voglia e iniziativa. Di più non si può chiedere a nessuno. Il difficile viene adesso perché deve confermarsi, soprattutto nelle doti realizzative.

Vecino:

6+ sei minuti al posto di Calha. Sembra aver ritrovato salute e condizione. Prezioso nel finale concitato, potrà esserlo se troverà continuità, nel corso della stagione.

Sensi:

6 di stima. Difficile valutare una prestazione di sei minuti. Però, sarà un caso ma anche senza una partecipazione diretta, andiamo al terzo gol dopo il suo ingresso.

All. S. Inzaghi:

7 quando i cambi decidono una partita si dà un grande merito al mister anche se bisogna ricordare che i suoi cambi erano in teoria di livello (pur se spesso in passato alcuni non avevano mantenuto le aspettative). Secondo me ha ancora tanto da lavorare e alcuni problemi da risolvere. Per fortuna a parte la punta di peso, ha buone varianti in tutti i ruoli.

Luciano Da Vite

149 pensieri riguardo “Con un Tucu di classe, anzi due: Hellas Verona – Inter 1-3

  1. Purtroppo la memoria spesso mi tradisce con i nomi, anche molto conosciuti. Adesso non lo ricordo, ma mi tornerà in mente. Comunque ne avevo parlato e forse qualche amico se ne ricorderà. Ps sono passati più di due anni dall’ultima volta che l’ho visto ed era veramente piccolo, tanto che non mi meraviglierei se non fosse neppure più all’Inter. Con i pari età, da bimbetto era veramente il messi della situazione

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  2. Mi sembra Luciano che anche tu, giustamente per me, ogni volta citi i parametri fisici dei ragazzi.
    Ormai nel calcio per emergere sono imprescindibili, molto più della tecnica. Che pure serve ovviamente ma quella si può, almeno un po’, imparare
    Poi per come la vedo io fisicità non è solo altezza/peso ma soprattutto potenza che ti fa correre, reggere i contrasti, sradicare pallone ad avversari.
    Chi ha le cosiddette gambette, a parer mio, avrà sempre meno spazio nel calcio di vertice.

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  3. Mi è venuto in mente: si chiama Ballone. me cha fatto ricordare un titolo di SeS dopo una sua grande prestazione: “Ballone d’oro” Ma ripeto, era così piccolo di statura che non so neppure se l’inter lo ha confermato: Spero di si perché in teoria è un talento che non avevo mai visto alla sua età (di 2-3 anni fa)

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  4. perfetto: le gambette e le… spallette. L’altezza invece può servire, soprattutto in alcuni ruoli, ma non è essenziale. essenziali sono la forza nelle gambe, nei contrasti e la velocità, Ci sono giocatori potentissimi che militano nei dilettanti (potenti e veloci, non credo)ma anche moltissimi di tecnica raffinata che non vanno oltre i dilettanti, dove pure faticano ad emergere.
    Se qualcuno ne ha voglia scorra l’elenco delle nostre ultime 10 Primavere e vedrà quanti ‘bravi’ si sono persi. E naturalmente anche quanti potenti (ma non veloci) e poco tecnici.
    Per me se arrivi in A devi essere almeno da sette sia in tecnica/personalità, sia in potenza/velocità/grinta.
    Se diventi un campione devi essere almeno da 8/9 in una, da 8 nell’altra. scambievolmente

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  5. DeLigt titolare solo una volta. de Vrji (purtroppo) in tutte e tre le partite. Alla domanda di un giornalista: “perché Delgt non è più titolare, come prima?” Van goal ha risposto: “perché prima l’allenatore non ero io”
    Un’altero che pensa che DeLigt abbia ancora molto da imparare.. come bergomi, Van Bastee e…Luciano

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  6. ho sempre considerato delight un bluff sicuramente esagero . ha anche perso un anno senza allenatore ora con allegri farà meglio.
    finalmente tutti si sono accorti che DeVrij è di un livello superiore

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  7. è stato pagato come un top top
    noi per poco meno abbiamo preso Lukaku

    mezzi fisici li ha ma anche Ranocchia li aveva.. lo vedo scoordinato e sempre poco attento. l’espulsione in nazionale è roba da 3 categoria

    ha il tempo di imparare (ad oggi non lo sostituirei con nessuno dei miei titolari)

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  8. Quindi ritieni molto probabile che -al di la dei discorsi tecnico tattici e nonostante l’assenza di esperienza- Satriano sia più maturo atleticamente degli altri? (Pina Salcedo etc.)

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  9. Sergio, il mio discorso era diverso: giocatori di straordinaria tecnica ma fisicamente competitivi a livello locale (diciamo fino a 12- 13 anni) non vengono ritenuti adatti a competere a livello nazionale, quando in un contesto tecnico discreto, le doti fisiche sono indispensabili. A quel punto l’Inter manda i giocatori molto bravi a farsi le ossa,m perché nella nostra squadra non giocherebbero. Difficilmente i nostri tecnici sbagliano, tanto che io non mi ricordo di giocatori tornati indietro L’unico che ricordo è biraghi, che però ha sempre avuto grande fisicità. stesso discorso per i gemelli Moretti, di ritorno dal Novara. ma per il momento parliamo di livelli diversi.
    però non eludo la tua domanda: Pina al momento per me è più giocatore di Satriano (ha anche due anni in più), ma striano ha una progressione fatta di potenza che potrebbe permettergli di affermarsi prima. Striano va di agilità e se non incrementa la potenza la vedo dura che sfondi a certi livelli, anche se ha un terzo tempo da cestista

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  10. Non volevo mettere in dubbio il discorso, ampiamente condivisibile. Grazie per la precisazione su Satriano.
    Intanto primo gol per oristanio al volendam (esce sempre al 60/65 esimo, problema di resistenza ai suoi ritmi?)

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  11. Primavera che mi piace davvero pochissimo.
    Incomprensibile poi come una squadra che dovrebbe esser difensiva e votata al contropiede prenda 3 gol a partita ..
    Per me pochi che dan del tu al pallone, tanti giocatori fisici, potenti e di corsa (soprattutto lunga) ma pochissima qualità di gioco.
    Poi potranno anche ottenere risultati… Ma si vede un calcio di poca qualità.

    Malissimo hodt, bene peschetola subentrato ( ma che errore il cross alla fine)

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  12. Sicuramente molto peggio della partita precedente. Può darsi tuttavia che la Fiorentina abbia una signora squadra

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  13. Primavera: Inter Fiorentina 3-3 (Abiuso 2, Fabbian)

    Seconda partita di campionato e seconda delusione da parte dei nostri ragazzi, dominati prima dall’Atalanta (nonostante la vittoria che nel calcio non è…ininfluente) e dominati dalla viola, che la domenica prima era stata sconfitta in casa dalla juve (la quale a sua volta ha preso poi 4 gol dall’Atalanta).

    Se guardiamo la classifica è quasi lusinghiera.

    Se guardiamo alle due partite e pensiamo per esempio, alla prossima contro il real, vengono davvero i brividi.

    Penso che avesse ragione bernazzani quando alla mia considerazione: sulla carta sembra che abbiamo una squadra forte, ha risposto, “forse sulla carta, ma i fatti spesso sono un’altra cosa”.

    Come già con l’Atalanta, siamo stati dominati sul piano atletico: quasi tutte le seconde palle erano loro, in quasi tutti i contrasti entravano con più forza, ma soprattutto i viola, come i bergamaschi, avevano 4-5 giocatori così superiori nel passo, che bastava loro allungare la palla e correre per andarsene indisturbati.

    Su ogni allungo prendevano tranquillamente 3-4 metri ai nostri.

    I pericoli maggiori venivano sulla destra della nostra difesa e infatti Chivu ha cercato di rimediare togliendo un terzino per mettere a destra un centrale (ovviamente più marcatore) inserendo in mezzo Hoti.

    Ma non è andata meglio: Moretti non riusciva a frenare gli avversari e Hoti addirittura si è fatto superare sullo scatto come un ragazzino contro un professionista in occasione del terzo gol e non solo.

    Inutile parlare di gioco a parer mio. Il gioco lo fa chi prende la palla e se la prendono sempre loro quale gioco avremmo voluto fare, non si sa.

    Di fatto noi siamo stati in partita per i primi 5 minuti del primo tempo.

    L’unica manovra che di sicuro è riuscita (2 volte) è stata l’apertura sulla fascia con cross per la testa implacabile di Abiuso. Operazione riuscita al 5’ da Goffi e quasi al 45’ da Pelamatti.

    Per il resto, il gol in mischia (toh, ancora di Fabbian, come contro l’Atalanta) e una palla gol sprecata indecorosamente da Jurgens (sarebbe stato il 4-3 per noi, ma poi loro hanno sprecato ancora e colto un palo clamoroso).

    La filosofia di Chivu è emersa chiaramente prima dalle sue parole sul campo, poi da quelle negli spogliatoi.

    Sul campo l’ho sentito chiarissimamente dire ai nostri giocatori offensivi: ‘vai a far gol, divertiti, cosa te ne importa di quello che fanno dietro, se la sbrigheranno loro’

    E ancora: ‘uno contro uno, uno contro uno’.

    E nel finale, non me ne frega nulla del pari voglio vincere.

    Cose che possono anche essere positive, dipende dalle situazioni: se nell’uno contro uno la vincono sempre loro, questa logica, legata almeno al contingente, qualche perplessità me la suscita

    Negli spogliatoi ha spiegato che “non siamo in serie a, dove si lotta per il punto, i ragazzi devono essere liberi di mostrare le loro qualità e l’obiettivo è arrivare a fine stagione con un quadro chiaro delle potenzialità di ciascuno. Per questo non è giusto parlare di turn over: i ragazzi devono giocare tutti, non c’è una squadra base”

    Io sono un tifoso di Chivu, anche come allenatore, ma questa logica, come ho detto, qualche perplessità me la lascia: per esempio, a parte vincere o perdere, così abitui i ragazzi a esercitarsi in uno sport totalmente diverso da quello che dovranno praticare da professionisti.

    Per tute queste considerazioni non capisco perché Fabio sostenga che “la fase difensiva dovrebbe essere il nostro forte. Non è l’Inter di Vecchi e neppure quella di Madonna e il fatto di essere passati dalla difesa a 5 a quella a 4 ne è una conferma.

    Come lo è il fatto di far giocare ragazzi palesemente più giovani o comunque inferiori sul piano fisico.

    Ripeto: può darsi che alla lunga e in termini di formazione dei ragazzi siano scelte giuste: lo dirà il tempo.

    Di certo non dovremo aspettarci, se si proseguirà su questa strada, competitività a certi livelli in campionato e in Coppa.

    In conclusione, questa volta non mi sento di compilare pagelle. Dico solo che a me sono piaciuti Pelamatti per la grinta, il carattere indomito e la reattività (anche se evidentemente ha ancora dei limiti tecnici), Abiuso nel primo tempo, perché poi si è spento a causa dell’immane lavoro svolto, Nunziatini e nel finale Fabbian.
    Peschetola ha buona tecnica, non capito che il suo avversario lo sovrastava nella corsa per cui era inutile incaponirsi nell’uno contro uno in velocità. Vero che da un’insistenza è venuto il gol del pareggio, grazie a un rimpallo casuale (ma va dato merito all’ostinazione), ma bisognava giocare di più con i compagni.

    Infine Jurgens è sicuramente molto più pronto di Enoch, si è battuto, ma ha il grande demerito di aver sprecato il gol del possibile 4-3

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  14. Io ne ho viste squadre scarse, ma come la Juve degli ultimi tempi mai (e la squadra della mia città è in serie C, eh). Se Sergio continua a esaltare Chiesa così come fatto con McKennie, de Ligt e Kulusevski, entro due mesi la Juve lo dà in prestito secco alla Ternana. Ma comunque, speriamo di arrivare quarti quest’anno, ci vorrà un miracolo….

    Perdonatemi il sarcasmo, ma sto godendo…

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  15. Ieri ho visto una squadra, la Fiorentina, che giocava da squadra, e una che giocava, l’Inter, un po’ come veniva. Sarà che Aquilani allena da un po’ la Viola, e Chivu ha appena iniziato per cui bisogna lasciargli tempo, però la fotografia di ieri non è stata molto incoraggiante.
    A discolpa diciamo che mancavano Zanotti e Carboni, entrambi tra i migliori nella prima partita, e Silvestro non mi è piaciuto.
    Diciamo anche che la Fiorentina è una bella squadra, soprattutto li davanti, e per me sarà una protagonista per il titolo quest’anno, e quindi diamo valore all’avversario.
    Dalle dichiarazioni post partita però mi sembra che Chivu anteponga la crescita dei giocatori ai risultati, ma un giocatore cresce anche grazie al lavoro della squadra.
    Tra le note positive sicuramente Abiuso, due palloni nel primo tempo toccati, due bei gol di testa, Goffi nel primo tempo, e Pelamatti.
    Male Hoti, troppo leggero su i due gol del secondo tempo, oltre a Silvestro.
    Sangalli invece non mi ha mai particolarmente convinto, ma forse mi sbaglio io .

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  16. Gaber nella tua osservazione “gaudiosa” ci sono cose che non ho mai detto o che ho detto in modo diverso …adesso dopo la prestazione di oggi voglio chiederti:
    Finito l’effetto conte e con giocatori che non avrebbero nessuna considerazione con quest’ultimo (e a ragione) come chalanoglu sei sicuro di non dover mettere sullo stesso piano Napoli juve e Inter? (Roma e Milan si giocano lo scudetto a mio parere). Io vedo la fase difensiva dei vinobesi più forte… comunque si capiranno meglio le forze a dicembre altrimenti dopo oggi juve Inter e Napoli sarebbero poco competitive

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  17. Cosa non hai mai detto? Non hai esaltato Kulu, McKennie e de Ligt? Certo, con McKennie, Pirlo e col Borussia Monchengladbach (ottava in Bundesliga con una “organizzazione DI UN ALTRO Livello” rispetto alla squadra che ha dominato campionato italiano) ti sei superato.
    La fase difensiva della Juve potrà, forse, essere migliore perché è una squadra che campa sui due centrali italiani, sugli strappi di Chiesa, di Cuadrado e, se si ricorderà di essere un giocatore di calcio professionista dopo una parabola discendente di quattro anni, su Dybala. Squadra che deve stare dentro la sua area e ripartire forte: fin quando ha fatto così era in vantaggio a Udine di due gol. Ma senza trascinatori, si è in balia degli eventi.

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  18. Su kulu ho espresso critiche spesso rispetto al modo di stare in campo e su mckennie mi sono ricreduto se non altro perché è molto poco professionale. Ora è semplicemente un discreto/buon giocatore come tanti.
    Resto ampiamente della mia idea su chiesa e su delight (ricorda che chiellini alla sua età non era ancora nessuno e i difensori crescono dopo). D’accordo su cuadrado e dybala con te. L’ultima critica sull’olandese di Luciano in risposta a felice (mi pare) la trovo interessante
    In champions abbiamo fatto davvero poco sia atleticamente che come organizzazione

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  19. Malino l’inter oggi. L’assenza di Bastoni si fa sentire nella sicurezza difensiva. Con un pizzico di precisione in più si poteva portare a casa.
    Meglio un pari però che una sconfitta.
    Sensi va considerato una non risorsa…e in estate doveva esser chiaro

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  20. Indipendentemente dal risultato, oggi sono più pessimista di ieri sul futuro di questa squadra in campionato. Potevamo anche vincere ma la prestazione mi ha deluso.piccola consolazione: ho visto gli U17 vincere 7-0 col Cittadella (che, vedrete, non è affatto una squadra scarsa). Ho visto anche dal vivo giocare kefir. Finalmente abbiamo una squadra fortissima con individualità importanti. credo che farò il report sulla partita dei giovani, per prima cosa, onde smaltire un po’ la delusione della prima squadra

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  21. Ad un certo punto temevo il risultato della passata stagione,anche se oggi la Samp ci ha impensierito maggiormente. Nonostante le tre nostre grandi occasioni fallite , la partita sembrava in controllo ,ma dopo il loro pareggio ci siamo sgonfiati ;mi sembra che anche fisicamente molti giocatori abbiano accusato un calo (comprensibile visto gli impegni con le nazionali). Mi è piaciuto poco il centrocampo ,quasi mai compatto …cmque tutto sommato un pareggio che ci può stare.

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  22. Concordo su tutto . Sul discorso Sensi, mi spiace per il ragazzo, ma non è certo da quest’ultimo infortunio che ho perso le speranze di vederlo protagonista con i nostri colori. Speravo che da Verona arrivasse anche Zaccagni .

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  23. Under 17: Inter Cittadella 7-0 (Zefi 2, Miconi 2, De Piero 2 Esposito)

    Dopo la delusione piuttosto forte e indipendente dal risultato provata con al prima squadra, corro a Interello per vedere all’opera quella che, dalle prime avvisaglie, sembra essere la più forte squadra del nostro settore giovanile.

    Anche qui inizialmente le cose non vanno bene. Arrivo trafelato e scopro che nonostante greenpass, mascherina a tutto quello che serve, non posso entrare: infatti la partita è a inviti e possono entrare solo i genitori che si sono iscritti.

    Naturalmente nessuna comunicazione era stata data in proposito e io, come altri nella mia condizione, magari venuti da lontano, dovevamo restare fuori, dove a causa dei teloni oscuranti alti almeno tre metri non si può vedere assolutamente nulla.

    Per fortuna ci sono state alcune rinunce di iscritti e alla fine qualcuno (me compreso) è riuscito a entrare

    La squadra inizialmente si è schierata così:

    Tommasi (2006)
    Miconi Bovo Stankovic Gallo
    Ciuffo Guercio Fois (2006)
    De Pieri (2006)
    Esposito Zefi

    In panca il portiere Zamarian (2006), poi Aidoo, Casani, Stabile, Djibrill (2006) Berembruch Di Maggio, Vedovato Martins.

    Come si vede mancano, o restano in panchina diversi giocatori del 2005 (e anche del 2006 come Spinaccé) molto importanti.

    Mi aspettavo una grande squadra, perché i sei giocatori convocati in nazionale di categoria e la netta vittoria sulla Roma, al memorial Scopigno senza appunto i sei nazionali (mentre la Roma non ne aveva) lasciavano pensare a questa realtà.

    Invece… i ragazzi di Polenghi sono andati oltre ogni previsione.
    Fa testo il primo tempo, terminato sul 4-0 (con due gol nei primi 10’) con molte altre occasioni costruite.
    Poi con i cambi si è persa un po’ di fluidità di gioco, ma sono stati segnati altri tre gol e ne sono stati sbagliati molti (su tutti uno di Martins che grida ancora vendetta).

    Attenzione: posso sbagliare ma ormai un po’ di esperienza di categoria ce l’ho e credo che il Cittadella non sarà affatto una cenerentola del girone, anzi: sono fisicamente molto bene messi, stanno in campo con ordine e hanno un gioco efficace: certo, la differenza di classe è netta e si è vista tutta.

    Ma va detto anche che negli ultimi anni con il Cittadella nelle giovanili siamo spesso usciti sconfitti.

    Non voglio fare previsioni sul futuro dopo una sola partita vista dal vivo (chissà se mi sarà consentito assistere ad altre? Forse solo …fuori casa) ma l’impressione è che questa volta abbiamo costruito uno squadrone all’altezza delle nostre tradizioni recenti, leggermente offuscate negli ultimi anni.

    La squadra mi sembra molto forte e soprattutto, con le dovute cautele, alcuni giocatori mi sembra possiedano le caratteristiche per fare molta strada a livello individuale: cito, ma spero che non siano gli unici, il meraviglioso Stankovic, grande regista difensivo ma anche capace di uscire a costruire l’azione, poi il centrocampista offensivo De Pieri, geniale e inarrestabile nel primo tempo 9ricordo che è un 2006), Pio Esposito che…minaccia di superare il fratello Seba e Zefi, del quale parlerò più avanti. Per ora basta ricordare i due gol e i tre assist collezionati all’esordio.

    La squadra in questi due anni è stata molto rafforzata e si vede l’ottimo lavoro di tutta la dirigenza e in particolare del maestro di scouting giovanile, Giavardi.

    Ricordo sempre che alcuni 2005 giocano in Under 18 e uno addirittura in Primavera.

    Nel primo tempo la squadra gioca benissimo, con Ciuffo che si allarga a formare il binario di destra con Miconi e con gallo e Zefi che lavorano a sinistra. Esposito svaria su tutto il fronte d’attacco e de pieri si inserisce negli spazi aperti dai movimenti dei compagni.
    I primi due gol sono veri gioielli.

    Da notare anche alcuni ‘cambiamenti’ di ruolo: già contro la roma avevo segnalato l’arretramento a terzino di Ciuffo (oggi tornato nel suo ruolo d’origine) e di Stankovic (anche lui nel secondo tempo tornato a centro campo). Oggi ho visto Gallo, che se non ricordo male era un attaccante, anche lui arretrato a terzino. Miconi, inizia a destra, ma poi passa a sinistra e in quella posizion esenga una bellissima doppietta.

    In mezzo al campo Guercio mette forza e qualità, completandosi bene con Fois e con quello tra centrali che avanza a impostare.

    Nella ripresa entrano quasi tutti, tranne, se non sbaglio, Berembruck e Di maggio e tutti fanno bene anche se ormai il gioco diventa meno lineare ed efficace

    Le prestazioni dei singoli

    Tommasi: bel fisico e molta sicurezza tra i pali e in uscita

    Miconi: non altissimo, spinge con grande efficacia senza mai perdere la marcatura difensiva anche se spesso dalla sua parte partiva il più pericoloso degli avversai, Yabré. Quando passa a sinistra addirittura oltre a creare occasioni segna due gol.

    Bovo: l’ex Chievo è una rivelazione per me che non lo conoscevo. Forte sull’uomo, bravo ad alternarsi negli sganciamenti con Stankovic

    Stankovic: capitano e vero uomo squadra. Insuperabile in fase difensiva, sfrutta il suo passato da centrocampista per eccellere anche in fase di impostazione

    Gallo: gioca dalla parte opposta a quella in cui mi trovo. Da rivedere la fase difensiva (non perché abbia sbagliato nulla, ma per poterlo…osservare meglio) quando avanza crea sempre pericoli

    Ciuffo: centrocampista di destra, capace di allargarsi in fasci e dotato di una buonissima progressione. Era già un giocatore interessante oggi lo è ancor più

    Guercio: forse il più oscuro ma certo non il meno prezioso tra i lavoratori del centrocampo. Ottimo il suosincronismo di movimenti quando avanza un centrale e il sostegno agonistco dato al reparto

    Fois: piccolo, ma agile e molto dinamico, è dotato di tecnica e inventiva e riesce ad offrire un surplus di qualità al centro campo

    De Pieri: l’ex Liventina è stato per me la vera grande sorpresa perché unisce (pur giocando sotto età) ottime qualità fisiche e tecniche. Notevole la capacità di scambiare in corsa e il possesso dei tempi di inserimento. Quando punta l’area sembra inarrestabile. Cala alla distanza, comprensibilmente

    Esposito: come dicevo, Pio minaccia di oscurare la fama del fratello Seba. Attaccante puro, centrale, sa fare tutto. Sa giocare spalle alla porta, sa svariare su entrambe le fasce sa puntare l’avversario, è ottimo nella conduzione di palla e nell’uno-due, vede la porta ed è dotato di un grande tiro. L’avevo lasciato ragazzino bravo ma fragile, oggi mi trovo davanti un giocatore vero e completo anche dal punto di vista fisico

    Zefi: molta curiosità naturalmente. Io speravo che fosse un acquisto per la Primavera, ma è ancora proprio un ragazzino, anche se un ragazzino con qualità straordinarie (anche se prudenzialmente aggiungo: potenziali). Salta gli avversari come birilli, ma non indulge in leziosità, con la palla nei piedi, in categoria è davvero inarrestabile, se non con dei falli. Sa puntare la porta e giocare con i compagni, anche se col tempo forse qualche volta imparerà a liberarsi prima della palla. Sicuramente una grande promessa, ne seguiremo con curiosità i progressi e l’evoluzione.

    I subentrati hanno fatto bene ma dal mio punto di vista sono da rivedere in una situazione meno…incanalata.

    Polenghi: mi sembra stia lavorando benissimo. Anche lui va seguito con entusiasmo

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  24. Purtroppo oggi è emersa una scarsa compattezza difensiva. Il secondo gol Doriano lo scorso anno non lo avremmo mai preso. È questo che temo di Inzaghi, un tecnico che bada più all’attacco: strategia ammirevole ma che storicamente in campionato non paga.
    Oggi più che altro pessima gestione dei cambi: sprecare 5 cambi in 10 minuti quando stavamo tra l’altro dominando….poi con 30 minuti davanti il rischio di un infortunio è alto. In ogni caso la squadra si è sfilacciata.
    Inzaghi deve dimostrare di poter reggere pressioni e non impanicarsi alla prima difficoltà. Da questo suo, spero, step passeranno per me le nostre fortune

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  25. Ormai non mi sorprendo nemmeno più….forse non vi ricordate i gol che incassavamo all’inizio dello scorso campionato e forse non vi ricordate nemmeno le polemiche sui mancati cambi di Conte. Oggi ho sentito uno storico giornalista/opinionista di fede nerazzurra criticare Inzaghi per il cambio Brozo-Vidal e soprattutto per aver fatto l’ultimo cambio disponibile con Sensi. Questa dei cambi i più o meno indovinati la ritengo una delle tante sciocchezze che servono solo a riempire i tempi delle trasmissioni o le pagine dei giornali ; intendiamoci un conto è la capacità di un allenatore di leggere la partita e modificare con i cambi l’assetto della squadra o cmque cercare di rimediare a situazioni di difficoltà,altra cosa è esaltare eccessivamente l’allenatore per aver messo in campo un giocatore che segna poi un gol o criticarlo per aver inserito un giocatore che si infortuna o che non entra in partita.

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  26. Ciao tumarco, il tema dei cambi l’ho sollevato io. Dici bene con leggere la partita e rimediare, attraverso sostituzioni, a momenti di difficoltà. Il problema, per me, è che noi stavamo dominando la samp: tre palle gol nitide, eravamo in controllo totale. Il vortice isterico dei cambi (5 in 10 minuti) ha stravolto mezza squadra chem sarà un caso, dopo non ha più tirato in porta. Infortunio di Sensi è sfortuna ma anche in questo caso il rischio con 30 minuti davanti te lo sei portato in casa.
    Io ricordo Inzaghi fare cambi assurdi, e ricevere guste critiche, con il bilan nel match di san siro (rimonti e togli immobile e savic che escono con facce stranite), con noi (Parolo in difesa su Lukaku): ecco, temo Inzaghi sia ancora propenso a reggere tensione e si faccia un po’ travolgere dal momento. Spero migliori perchè nostri obiettivi sono diversi da quelli della Lazio dove proliferavano i 3a3 e non esistevano gli 1a0. Ma sono ahimè questi ultimi che ti fanno andare avanti in campionato

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  27. verona inter
    fallo su lautaro in area. l’arbitro non vede e valuta regolare. il var non può intervenire (cit )

    milan lazio
    fallo di immobile su kessie. l’arbitro vede e giudica regolare . interviene il var e da rigore (giustissimo)

    non capisco

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  28. A questa domanda , da quando esiste questo Blog, ho sempre risposto che per noi le regole sono differenti dal regolamento. In caso di dubbio sempre contro l’INTER . 🐍💙🖤

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  29. Roberto, per quanto riguarda la partita di ieri , purtroppo quando fallisci tre occasioni colossali come le nostre,tutto il resto passa in secondo ordine. A Verona ,Inzaghi aveva fatto cambi centrati , ieri forse meno indovinati,ma spesso entra in gioco anche la variabile fortuna o se preferisci ,la” giornata storta “. Senza conoscere le motivazioni , Brozo lo avrei cambiato anch’io ..non è in un periodo di forma ed era stato ammonito….sulle altre bisogna considerare gli impegni delle nazionali e giudicare le condizioni dei vari giocatori. Comunque ..mi hai fatto ricordare i cambi contro il Milan che avevano sorpreso anche me al momento,spero non sia un indizio negativo …:)

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