Due-tre considerazioni dopo la partita di Praga

L’analisi della partita, e della nostra situazione attuale l’ha già fatta, in modo assolutamente pregevole, Emiliano nel suo post.

Io mi riprometto semplicemente di ritornare su qualche argomento che mi sembra abbia suscitato, non tanto qui, ma genericamente in rete, un dibattito discretamente vivace.

La prima questione è sicuramente quella del rapporto fra risultato, arbitraggio e utilizzo del VAR.

Il fatto che arbitraggio e VAR non abbiano inciso sul risultato finale non deve portare, a mio parere, a sottovalutare quanto è accaduto.

Lo scorso anno siamo usciti dalla coppa neppure per un gol di differenza, ma, a parità di gol, per averne segnato uno più in casa e quindi uno meno in trasferta.

Rispetto a chi è andato in finale.

Quest’anno importava solo vincere: avendo il Borussia perso a Barcellona, vincendo con qualunque risultato avremmo rinviato la questione qualificazione alla partita col Barça.

Vincere 5-0 o 3-1 era per noi esattamente la stessa cosa. Ma le regole del calcio devono andare oltre la situazione contingente.

Partiamo dall’espisodio più facile e indiscutibile. L’annullamento del gol del 4-1.

Ho già citato la testimonianza di un giornale terzo, credo spagnolo o comunque di lingua spagnola:

“El gol anulado a Lukaku terminando el encuentro era totalmente válido. Ojalá no haga falta en el último juego.”

E non si tratta solo di opinioni, perché l’affermazione è sostenuta da un fotogramma che non può lasciare il minimo dubbio.

Ammetto che nella concitazione del momento non ho capito se la decisione sia stata presa dopo consultazione del VAR o direttamente dall’arbitro.

Premetto che non mi interessa l’eventuale rispetto della normative o procedura: se il rispetto delle procedure falsa il risultato ottenuto sul campo, sono da cambiare le procedure.

Qui i casi sono due: o ha sbagliato il VAR se è intervenuto (e questo dovrebbe porre problemi a tutti) o ha sbagliato l’arbitro e in questo caso non si capisce che senso abbia il VAR se l’arbitro può decidere a suo piacimento, prescindendo dal riscontro del mezzo meccanico.

Si può sostenere che, ai sensi della normativa vigente, l’arbitro dopo essere stato richiamato dal VAR sul calcio di rigore accordato, non lo sia stato sul gol annullato…

Perché non si trattava di un palese grave errore.

Ma in questo caso si impone una domanda:

Il VAR può decidere che un sospetto intervento da rigore (solo sospetto, anche dopo aver visionato le immagini) è un grave errore dell’arbitro, mentre l’annullamento di un gol regolarissimo è un piccolo errore sul quale si deve soprassedere?

Ma aldilà di tutto, la domanda è:

Possibile che l’introduzione del VAR nella stessa partita danneggi una squadra quando viene utilizzato e la danneggi quando non viene utilizzato?

Voglio fare un’altra domanda, un po’ provocatoria, magari anche tendenziosa:

Come è possibile che per un fallo in area contestato si sospenda il gioco e per un fallo magari un metro fuori dall’area no?

La partita di ieri ha dimostrato che sulla ripartenza di un fallo dato o non dato si può segnare o subire un goal.

Ndr. Tra l’altro mi è arrivato da poco un filmato che documenta come a Barcellona il goal di Suarez sia stato segnato su una ripartenza dopo un intervento assolutamente identico a quello di de Vrji, subìto da un nostro attaccante.

Ma più in generale, che logica c’è nel fatto che un goal venga annullato per un fallo che la squadra realizzatrice avrebbe provocato nella sua area, mentre se il fallo avviene un metro fuori area il VAR non può intervenire e l’eventuale gol conseguente viene convalidato?

Capisco che non si può interrompere il gioco per poi magari decidere che si poteva proseguire, perché la partita verrebbe falsata; ma non si può neppure far proseguire la partita, magari per dei minuti, e poi dire che si è scherzato e che quei minuti… non si sono giocati.

Quello che è successo a Praga secondo me deve far riflettere, non per l’interesse dell’Inter, per la credibilità del calcio.

L’altro argomento per fortuna è molto meno noioso.

Concordiamo tutti sul fatto che i nostri hanno disputato una grande prova.

Il mister ha detto che abbiamo vinto perché abbiamo avuto più fame.

Io credo che abbia avuto i suoi buoni motivi per sostenere questa tesi (soprattutto il fatto che lui lavora molto sulla motivazione dei giocatori e che, intelligentemente, ha voluto dare tutto il merito ai giocatori), ma non la condivido.

Se una partita la vince chi ha più fame, significa che noi nella partita di andata non avevamo abbastanza fame? E neppure nel secondo tempo di Dortmund? E nel secondo di Barcellona?

E’ mia modesta opinione che la ‘fame’ in partite di questo livello ce l’hanno tutti sempre.

La verità a me sembra un’altra: le partite si vincono o si perdono per una grandissima quantità e complessità di elementi.

Non basta neppure, ovviamente, la superiorità tecnica, altrimenti, poichè noi siamo mediamente molto superiori allo Slavia, la nostra non sarebbe affatto stata un’impresa.

Una partita di calcio è sempre a rischio perché a determinarne il risultato è un’enorme massa di variabili.

La tecnica, certo, ma anche la corsa, la forza, la personalità, le condizioni di forma individuali, l’esperienza, la freschezza atletica, l’equilibrio, l’atteggiamento tattico, le decisioni degli allenatori, la giornata di grazia di un fuori classe, l’evoluzione del match, un errore individuale inaspettato.

Noi a Praga siamo stati superiori in tutto, ma prima del match non si poteva saperlo.

Abbiamo giocato con elementi quali Borja, Vecino, Candreva, Biraghi, che a volte vengono considerati delle nullità.

Con Handa, al quale incredibilmente molti tifosi restano ostili.

Con Godin che era in sospetto di ‘pacco vecchio’ e che è stato tra i migliori in assoluto.

Tutti, oltre ad essere assolutamente determinati, sono stati messi in campo bene e hanno avuto DISPOSIZIONI PRECISE CHE ERANO IN GRADO DI RISPETTARE.

Complessivamente il livello di esperienza nelle grandi sfide internazionali era elevato: Handa, Godin, de Vrji, Skriniar, Vecino, Brozo, Lukaku, Lautaro, lo stesso Candreva hanno decine di presenze nelle rispettive nazionali e Borja ha un’esperienza da veterano.

Alcuni di questi giocatori hanno una personalità da leader, altri una forza fisica dirompente, tre o quattro hanno dei colpi da fuoriclasse resi determinanti da una struttura atletica assolutamente competitiva.

A grandi linee erano gli stessi uomini che in una giornata diversa, in condizioni di gioco diverse, con un livello di preparazione più carente (soprattutto per quanto riguarda la consolidata abitudine di giocare insieme, di ripetere certi movimenti e certe giocate) avevano faticato moltissimo a raggiungere in casa il pareggio, contro questi stessi avversari.

Nelle singole partite a determinare l’esito è la coincidenza di tanti fattori per cui basta un elemento ‘stonato’ per sovvertire il naturale, logico e ‘prevedibile’ andamento.

Tralascio volutamente le decisioni arbitrali, ma in una partita che abbiamo dominato, per numero di occasioni da rete, a poco dal termine eravamo in parità ed è stato uno scivolone di un loro difensore ad aprirci la porta della vittoria.

E prima Handa aveva salvato di piede, in modo incredibile, su un tiro ravvicinato.

Dipende dalle partite e dalle situazioni, ma bisogna capire che nel calcio un D’Ambrosio (che peraltro non ha giocato) può essere più utile alla squadra di un Cancelo, atleticamente e tatticamente da completare, come quello visto a Milano.

Perché non basta sommare le figurine più belle, il calcio è tante altre cose.

Per esempio, qualcuno ha fatto giustamente notare come sia a Torino (dove abbiamo dominato) sia a Praga (dove abbiamo dominato) abbiamo giocato con un atteggiamento diverso dal solito, secondo me facendo di necessità virtù.

Non li abbiamo pressati alti, li abbiamo aspettati (bassi ma non bassissimi) non abbiamo esagerato nel possesso palla, abbiamo tendenzialmente scalvalcato il centro campo cercando subito le punte, devastanti nello spazio che gli avversari ci concedevano.

A dimostrazione del fatto che non esiste un solo tipo di gioco ‘bello’, non esiste un solo modo produttivo di giocare, esistono singole situazioni che vanno affrontate nel modo più funzionale.

E’ chiaro che in un campionato dove tu sei più forte della quasi totalità delle avversarie, devi essere capace di imporre il tuo gioco, quasi sempre, perché saranno gli avversari ad aspettarti e, finché ne hanno, a ripartire, rischiando di farti molto male se hanno gli uomini giusti per questi compiti.

In teoria, era la stessa situazione di Praga, perché noi siamo superiori a loro.

Ma lì giocavano in casa, avevano una classifica deficitaria, dovevano rischiare per rientrare in classifica, davanti al loro pubblico e avevano il precedente di San Siro, dove, sia pure in una situazione totalmente diversa, ci avevano sorpresi giocando anche con aggressività.

E’ chiaro del resto che se avessimo avuto Sensi e Barella al top probabilmente avremmo giocato in modo diverso, cercando il gol ANCHE con manovre più articolate.

Perché la questione è sfruttare le debolezze altrui ma anche riuscire a ridurre il peso delle proprie e a sfruttare al meglio le qualità che in quel frangente specifico sei in grado di mettere in campo.

I limiti e i valori individuali sono importantissimi, ma se fossero risolutivi sarebbe inutile giocare le partite: tanto si sa che l’Inter è più forte del Parma e anche dello Slavia e si sa che è meno forte del Barcellona (per tasso di classe e esperienza di sfide decisive).

Invece non è così, le singole partite sono sempre da giocare e l’allenatore di qualità deve fare attenzione a mille particolari.

Poi, se non si sbaglia troppo, nel lungo periodo i valori reali (quelli riconosciuti teoricamente) di solito emergono.

Nella singola partita, dico per assurdo e tocco tutti i ferri del mondo (perché vorrei vincerle entrambe) noi possiamo perdere con la Spal e vincere col Barça.

Il Barça resterebbe però più forte di noi (per il momento… stiamo arrivando) e la Spal più debole.

A Praga alcuni grandi giocatori hanno fornito una prestazione super, ma tutti, ciascuno al proprio livello, si sono espressi al meglio e questo non può accadere sempre.

Formidabili in assoluto sono stati Godin, Lautaro e Lukaku.

Non ci sarebbe necessità di citare i dati statistici, perché tutti abbiamo ancora negli occhi e nella mente le prodezze di questi giocatori (io in verità ho anche ben presente la prodezza di Handa, ma lasciamo perdere).

Tuttavia le cifre danno maggiore sostanza a queste valutazioni.

1. Godin ha toccato più palloni di tutti, ha ingaggiato 21 duelli vincendone il 90,5%. Otto duelli aerei, tutti vinti, ha guadagnato nove possessi ed effettuato 61 passaggi, più di quelli riusciti ai centrocampisti.

2. Lautaro ha segnato due gol fantastici (il secondo premiato dall’UEFA come miglior gol di questo turno di gare e in effetti quella girata al volo, per coordinazione potenza e direzione ha avuto del portentoso), ha concluso a rete 7 volte, ha pressato per tutto il tempo i difensori avversari per infastidire sin dall’origine la loro transizione offensiva. Si è prodotto in movimenti offensivi fantstici sempre in perfetta intesa con Lukaku.

Credo che oggi sia molto difficile trovare, nel mondo, un attaccante ventiduenne con questa realtà e questa potenzialità di crescita.

3. Lukaku ha segnato tre gol (la cancellazione di due di essi, per motivi assurdi nulla toglie al suo exploit) ha preso una traversa, ha fornito gli assist per due gol, ha letteralmente asfaltato i malcapitati difensori ceki, ha costantemente lavorato mettendo l’interesse collettivo davanti al proprio personale, sapendo, da giocatore intelligente, che se giochi per la squadra ne trai un grande vantaggio anche personale.

E tuttavia anche queste prestazioni non sarebbero risultate decisive senza il contributo fondamentale, costante, generoso, intelligente, altruista, degli altri compagni anche di quelli che non hanno magari le stesse qualità ‘di piede’ fuori dal commune, di quelli che spesso definamo sprezzantemente ‘mediocri’ o peggio.

E’ tutta la squadra che ha concluso a rete 13 volte, molte di più degli avevrsari, che ha dominato nei duelli individuali, che ha lasciato ai ceki il possesso palla, ma ha saputo renderlo improduttivo e al contrario ha colpito con straordinaria efficacia: come ha scritto qualcuno, quasi ogni palla giocata alle spalle del centrocampo avversario si è rivelata pericolosa.

L’entusiasmo di tutti gli interisti è grande e non va certo mortificato, ma dobbiamo anche essere consapevoli che non sarà possible che la squadra si esprima sempre a questi livelli sia come complesso che come prestazioni dei singoli.

La valutazione reale di una squadra non è mai su una singola partita, positiva o negativa che sia.

A volte, come sappiamo per triste esperieza, neppure l’andamento di metà campionato può essere esaustivo: è necessario misurare anche i livelli più bassi e la loro durata, per un giudizio fondato.

Certo, ora noi sappiamo che questo gruppo quando si esprime al top può reggere con chiunque: i 34 punti su 39 in campionato, i primi tempi di Barcellona e Dortmund, l’intera partita di Praga hanno sciolto ogni dubbio in proposito.

Non sappiamo per quante gare sarà in grado di esprimersi al meglio e di quanto potrà flettere: qualche esempio dei rischi che si corrono l’abbiamo avuto contro il Parma, nel secondo tempo di Sassuolo e in quello di Dortmund.

Anche in alcune porzioni di partite comunque vinte.

Recupereremo dei giocatori, sicuramente importanti, ma l’incalzare degli impegni e l’intensità che richiederanno potranno quasi inevitabilemnte creare qualche altra defezione più o meno temporanea e le soluzioni di fortuna possono essere risolutive solo in limitate situazioni.

CL o EL (che resta la soluzione più probabile, non me ne vogliano i tifosi maxiottimisti), Campionato e Coppa Italia riempiranno di impegni, oltre alle nazionali, anche la seconda parte della stagione.

Oggi è uscita una notizia di stampa secondo la quale Suning ha investito sino ad ora nell’Inter 700 milioni, più di qualunque altra proprietà ‘nuova’.

Nessuno fa il benefattore a questi livelli e se investono avranno i loro interessi. Ma si dà il caso che, nello specifico, questi coincidano… con i miei e tanto mi basta.

La proprietà sta facendo il possible e sono convinto che farà gli altri sforzi necessari, perché la squadra è compatta, dà tutto ha qualità e lo merita; perché il mister sta dimostrando anche agli scettici la bontà e serietà del suo lavoro; perché il pubblico sta fornendo un sostegno e un entusiasmo straordinari, degni di grandi risultati.

Verranno anche momenti difficili, prove dure, magari prima del prevedibile in questi giorni di esaltazione, ma questa volta si può ragionevolmente sperare, anzi pensare, che tutti insieme, ognuno con le sue respnsabilità grandi o piccole, sapremo reagire e superarli restando uniti e risultando sempre più forti

Luciano Da Vite

Foto: primo piano per Diego Godin. Il centrale uruguayano è stato uno dei grandi protagonisti nella vittoria per tre reti a uno in casa dello Slavia.

32 pensieri riguardo “Due-tre considerazioni dopo la partita di Praga

  1. Dal punto di vista arbitrale il post è poco condivisibile.
    Discutere il var su un caso di fuorigioco, in cui è per lo più automatico, vuol dire o parlare di malafede o discutere la tecnologia. Mi sembra assurdo.
    Il fatto ci siano immagini di giornali spagnoli, può fuorviare per la prospettiva (ricordiamo il fuorigioco di candreva con il parma?).
    Per quanto riguarda invece il caso di gol annullato e rigore contro, il vero abbaglio è aver ritenuto un chiaro ed evidente errore il fallo di de vrij per me non cosi netto, ma può anche esser stato l’arbitro stesso ad aver chiesto l’aiuto del var e in tal caso da protocollo è corretto annullarr il gol seguente e assegnare il calcio di rigore.

    Il var è sicuramente migliorabile ma è uno strumento assolutamente utile, se utilizzato con correttezza (non come a bergamo domenica ad esempio…)

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  2. Quanto hai detto sul VAR caro Luciano è assolutamente condivisibile: un fallo è un fallo in qualunque zona del campo lo fai. Allora il VAR deve sempre intervenire? Non sono un esperto di regolamenti ma sembra che il tutto venga interpretato quasi sempre a nostro sfavore. Non me ne voglia Fabio ma il fuorigioco di Candreva con il Parma è molto dubbio e non è paragonabile ai casi citati da Luciano.
    Tuttavia questa discussione è interessante e ritengo l’utilizzo del VAR in campo internazionale più oggettivo di quanto avviene in campionato, che vedo alquanto falsato.

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    1. Il var ha dei limiti di intervento.
      Viene utilizzato nei rigori, nei gol, nelle espulsioni dirette, negli scambi di persona, nei fuorigioco.
      Il protocollo prevede questo. Analizzare tutto il match sarebbe infattibile.

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    1. Ma chi lo dice che il fuorigioco non ci fosse? Mettere in dubbio la tecnologia del var sui fuorigioco è mettere in dubbio l’onestà di chi lo utilizza. Per un 4 a 1 a tempo scaduto?…

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      1. No so neppure se è stato rivisto al VAR. So che, indiscutibilmente, perché le immagini sono chiarissime, il fuori gioco non c’era

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  3. Preoccupante il calvario di Sensi, la cui fragilità ai tempi del Sassuolo era comunque conclamata: considerando il ragazzo anche sul piano dei contrasti non sono sicuro se conviene riscattarlo a certe cifre alla fine dell’anno. Voi azzardereste l’investimento? Personalmente se si riscattasse a cifre dimezzate per non essere il titolare ma una riserva correrei il rischio. Continuo a pensare che un giocatore più solido di contrasto e regia come veretout sarebbe meno estroso ma più efficiente nell’economia della squadra rispetto a sensi

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  4. Quindi il Var è qualcosa a cui per lo stesso fallo si può ricorrere o non ricorrere. A questo punto forse sarebbe meglio far arbitrare (arbitri onesti e preparati) ma concedere a ogni allenatore di rivedere tre situazioni a partita, a sua scelta

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    1. Non è il VAR “qualcosa”, sono gli uomini. Uomini che senza VAR spadroneggerebbero ancora più
      Io non capisco questa “battaglia” , siccome viene, spesso, usato male riduciamolo o eliminiamolo; la “battaglia” dovrebbe essere usiamolo BENE e di più. Su tanti aspetti, chiamiamoli “oggettivi”, già OGGI, senza la necessità dell’occhio umano (assolutamente erroneo), in tempo REALE eliminerebbe gli errori.
      L’obiettivo dovrebbe essere “non sbagliare” per un senso di giustizia; la ratio di fondo (cit. Luciano) del mio esempio nel post precedente, il cronometro coi millesimi, porta a questo, si attribuisce una vittoria o un record con una misurazione non rilevabile e non percepita dall’uomo perché più esatta ergo più GIUSTA. Non sbagliare un angolo o una rimessa, un fuorigioco, un gol, un fallo di mano, attribuendo al software la decisione darebbe più giustizia, tutto qui.
      p.s.) Sul fuorigioco di Lukaku, io che seguo il volley posso garantire che le imagini tridimensionali con le proiezioni danno, spesso, risultati diversi non solo dall’occhio ma ANCHE dalle “normali” immagini televisive. Quello che è assurdo è NON farle vedere…
      p.p.s) Nelle mie considerazioni ho tenuto volutamente fuori il giudizio sui “contrasti”; oggi prevale la teoria che solo l’uomo-arbitro possa valutare l’entità di un contrasto o una spinta…io ne dubito ma accetterei questo “postulato” se su TUTTO il resto ci fosse l’onestà di sfruttare a pieno il supporto tecnologico.

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      1. Intendevo dire che con le regole attuali il VAr è qualcosa a cui per lo stesso fallo si può ricorrere o meno. Ovvio che la macchina è la macchina. lo ripeto la mia critica non è sulla macchina. E’ sul fatto che il modo di utilizzarla, almeno nel calcio fino ad ora non mi convince e per me crea più ingiustizie di quelle che risolve

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        1. Ma sono gli ARBITRI a VOLERLA usare male e poco; sono le regole ad essere stravolte se e quando convenga.
          La “macchina”, attenzione, essendo un software potrebbe essere più di una “macchina”, potrebbe decidere…
          L’uomo fissi le regole, persino l’interpretazione UNICA (vedi Rizzoli sul fallo di mano con il disegno di Leonardo), poi il software utilizzi la sua estrema precisione…capita, quasi sempre, in medicina, dove il medico fa la diagnosi ma la robotica interviene più della “mano”.

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  5. Da Twitter:

    Cob
    @Cobretti_80
    ·
    1h
    Altro rigore enorme non dato al Lecce, addirittura trasformato in fallo in attacco, siete speciali
    @aia_it
    4
    26

    Hendrik “Amen” v.d. Decken
    @Milestemplaris
    ·
    1h
    Chissà cosa si inventeranno ora per giustificare che il VAR non può intervenire in questi casi.

    Che branco di asini somarizzati, ammesso che sia solo somaraggine.

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  6. Ciò che continua a stupirmi in Conte è il livello intelelttivo e culturale delle sue analisi. francamente lo credevo diverso, molto più sprovveduto. non so perché ma era la mia impressione.
    O forse a me sembra bravo perché…condivido quasi tutte le sue affermazioni

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  7. Quando parlo del VAR non parlo di una macchina, altrimenti ne utilizzerei il nome. parlo di un’organizzazione che utilizza una macchina e si dà regole non funzionali e mette ad eseguirele persone che non sempre le applicano correttamnte. Se le regole non consentissero agli arbitri di sbagliare, gli arbitri non potrebbero sbagliare

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  8. Primo tempo magistrale, secondo tempo di sofferenza. Non ci speravamo, ma è arrivato inatteso il primato in classifica.

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  9. Giornata gioiosa la prima squadra vince , la primavera vince u15 e U16 vincono il derby. Stasera Luciano festeggia
    FORZA INTER!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  10. Ri esprimo i concetti di cui specificavo riguardo al var, per cui concordo con amstaf.
    Il var è uno strumento molto utile, con un protocollo perfettibile, ma di buon livello.
    L’utilizzo che viene fatto sui fuorigioco è pressoché perfetto, in quanto geometrico e non interpretabile (a meno che non ci sia un dolo nei confronti di una delle squadre, ma diventerebbe palese e quindi difficilmente applicabile).
    Diverso è invece l’uso fatto per i contatti in area o da cartellino rosso e i falli di mano, in cui si hanno possibili interpretazioni.
    Il concetto base sui falli di mano è la congruità del movimento delle braccia rispetto al movimento corporeo e al non provare ad aumentare volontariamente il proprio volume corporeo al fine di intercettare il pallone, cosi come il concetto di braccio verso il pallone rispetto a pallone verso il braccio.
    Per i contatti in area o da rosso diretto si parla invece di chiaro errore.
    Questi sono concetti però in molte casistiche interpretabili, e quindi soggetti a diverse interpretazioni anche in una stessa partita/giornata ( ma ovviamente NON dovrebbe esser cosi).
    Il problema è che in queste giornate di campionato stiamo assistendo ad un utilizzo del var totalmente contro il regolamento.
    Mi limito a ieri in cui il rigore su duncan di Deligt e il fallo in area di mano da parte della Spal sono episodi EVIDENTI, senza alcuna possibilità di interpretazione se non l’assegnazione del calcio di rigore.
    Qui dall’interpretazione si passa alla non applicazione del regolamento… Questo deve spiegare l’aia. Non come interpretano, ma perché non applicano il regolamento, in situazioni evidenti.

    (Sui fuorigioco… Le immagini trigonometriche da più telecamere, non sbagliano, mentre la prospettiva può ingannarci)

    Ho detto non parlerò più della squadra e così sarà…
    Ma di certo FORZA INTER!

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  11. resto del’idea che il protocollo del VAR sia inaccettabile perché snatura il principio stesso del gioco del calcio. Due falli vanno ugualmente puniti, sia che si verifichino in area, sia un metro fuori. Non ha alcun senso che si stabilisca a priori un regime di controllo diverso. Su un fallo non visto un metro fuori dalla mia area posso far gol. Se avviene un metro dietro non segno io e segna la squadra avversaria. la distizione tra chiaro errore e errore veniale o ‘possibile’ (con conseguente chiamata o meno del VAR) è un obbrobrio giuridico.
    Sul fuori gioco geometrico e tridimensionale probabilmente non si sbaglia. resta il fatto che a Dortmund qualcuno ha sbagliato

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  12. Alessandro Cavasinni
    @Alex_Cavasinni
    ·
    5h
    Segnalo anche un rigore netto su cui si è sorvolato a Milano per fallo di mano di Tomovic in #InterSPAL. Silent-check rimasto silent. Una buffonata.
    1
    4
    50

    4-3-3
    @saltaluomo
    ·
    6h
    E niente neanche a tiki taka riescono a dire che su Duncan è rigore, conigli,col Pinocchio Zampini (unici seri Cassano e Vieri)

    Con l’attuale protocollo VAR possono danneggiarti più volte: ad esempio attuando il silent check quando conviene

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