
Prima del match avevo scritto delle mie sensazioni davvero poco positive.
Trattandosi di sensazioni e non di elementi fondati su di un’analisi razionale della situazione, ovviamente non ci sono spiegazioni alla base del mio pessimismo.
Tuttavia, pur se non c’è dubbio che l’Inter era nel suo insieme una squadra più forte di quella giallorossa, l’avvio di campionato per noi non è stato dei più esaltanti, anzi.
Da un lato il numero insolitamente elevato di gol subiti era fonte di apprensione.
Fatico a credere che infatti che la ‘responsabilità’ di questo fattore sia da ricondursi esclusivamente al fatto che alcuni difensori che avevano concluso la stagione scorsa da dominatori (22 reti subite in 38 partite), per 4 mesi di età in più siano crollati facendo diventare la difesa un colabrodo.
Lo “Zio” Bergomi giustamente aveva rilevato come con questi difensori è poco raccomandabile farli uscire a pressare alti, ma è anche vero che questa considerazione valeva anche 4 mesi fa.
Dunque anche ammesso che ci sia stato un lieve calo di rendimento individuale, sempre possibile a prescindere dall’età, non poteva essere questa la causa della ‘regressione’.
O almeno non l’unica.
Anche considerando che quella regressione si era manifestata soprattutto nelle partite contro Genoa, Monza e Udinese, mentre nelle partite più difficili (Atalanta, oltre alle trasferte di Manchester e Roma), miracolosamente questa regressione si era arrestata.
Probabilmente quindi c’era una questione di approccio alle gare e forse, di conseguenza, anche un problema di equilibri in campo che venivano a mancare.
C’era poi anche, indiscutibilmente il fattore della preparazione estiva, fatta a spizzichi e bocconi, come suol dirsi, con molti atleti arrivati in ritardo, dopo una pausa-recupero molto breve, dopo aver saltato parte della preparazione di base e in qualche caso senza aver smaltito completamente le fatiche con le rispettive nazionali.
Mi rifaccio, a questo proposito alle dichiarazioni di Dzeko: “La partita col Liverpool in coppa ci ha tolto energie fisiche e mentali per un mese intero”. E’ chiaro che anche nelle partite importanti delle nazionali il fisico degli atleti venga sollecitato in maniera molto importante.
In questo avvio di stagione le prestazioni non sempre eccezionali di Lautaro, per esempio, sembrerebbero avere almeno come concause quelle citate.
Che poi il Toro, essendo un grande campione, anche quando non è al top fornisca sempre un rendimento positivo, è un altro discorso.
Ma c’erano almeno altri due fattori che inducevano a riflettere:
- Lo scorso anno l’Inter aveva ottenuto il record di vittorie in trasferta, quest’anno dopo tre trasferte, sulla carta non impossibili, aveva vinto solo a Udine, pareggiando a Genova e col Monza.
- Inoltre in queste 3 partite aveva subito 5 gol e in 7 partite complessive ne aveva subiti 9.
Infine la Roma, che non arrivava benissimo a questo match, aveva da poco cambiato allenatore portando in panchina un tecnico estremamente realista ed efficace; oltre a disporre, a mio parere, di una rosa sottovalutata, per la presenza di molti ottimi elementi e soprattutto di importanti variabili offensive (basti pensare che nella formazione iniziale mancavano, fra gli altri, Soulé, Baldanzi, El Shaarawy).
Per tutti questi motivi la partita presentava inizialmente grandi difficoltà: aumentate, poco dopo l’inizio, dagli infortuni subiti da Acerbi e Calha (dunque anche da uno che anziano non è…, come del resto non lo è Asllani e neppure Zielinski).
Nella prima part del match, con Acerbi veniva a mancare il centrale con più fisicità, meglio adatto a marcare l’insidioso Dovbyk; mentre l’infortunio di Calha, dopo quello di Asllani ci veniva a privare del regista… insostituibile e del suo… sostituto.
Non solo, sempre per infortunio ci mancava appunto l’altro nostro centrocampista di qualità, Zielinski, riducendo il numero di utilizzabili, anche fuori ruolo, a tre, il minimo indispensabile.
Se consideriamo tutti questi elementi dobbiamo ammettere che la prova dei nostri, almeno sul piano della mentalità, della compattezza e dello spirito di sacrificio sembra essere tornata quella della stagione d’oro (in attesa di verifiche) e che solo con una prestazione così si poteva pensare di portar via dall’Olimpico i tre punti.
Con tutte le difficoltà che abbiamo incontrato, grazie anche a questo successo, siamo ancora lì, a due punti dalla vetta e davanti a tutte tranne al Napoli.
Se questa vittoria sofferta sarà il punto di partenza che ci condurrà a una crescita continua sul piano prestazionale, e dei risultati, a fine stagione risulterà fondamentale; se invece si rivelerà una vittoria di ‘corto muso’ di allegriana memoria (sgraaat) alla quale non riusciremo a dar seguito di prestazioni convincenti, il discorso cambierebbe.
Fatto salvo che… aver vinto è meglio in ogni caso.
La partita
Lo scorso anno molti critici, esagerando volutamente, ci definivano ‘ingiocabili’.
Questa non è stata certamente una prestazione da ingiocabili, ma un match che abbiamo portato a casa meritatamente (non dimentichiamo un paio di clamorosi danneggiamenti dovuti a inspiegabili decisioni arbitrali – come la mancata espulsione di Cristante – proprio nella giornata in cui Napoli, juve e Milan hanno goduto di favori arbitrali clamorosi).
L’abbiamo vinto grazie alla tecnica collettiva superiore, ma questo in altre partite si è visto che non basta, e grazie a un’organizzazione di squadra finalmente ritornata efficace per il contributo totale, fisico e mentale di tutti gli interpreti.
Anche di quelli comunque non apparsi al top della condizione.
In particolare non mi sono sembrati al loro meglio gli esterni, che per noi sono fondamentali: Dimarco era chiaramente provato dopo gli impegni in nazionale e Darmian, che merita sempre la sufficienza, si è limitato al compitino, svolto con giudizio e senso di responsabilità.
Tatticamente la partita si è svolta come si pensava: Inter con il solito 352 e Roma con un 3421, che in fase difensiva diventava un 3511 perché Pellegrini scendeva sulla linea dei mediani, mentre in fase offensiva offensiva diventava un 3412, con Dybala che si affiancava a Dovbyk, mentre Pellegrini, alle loro spalle, cercava spazi svariando sulle fasce sovrapponendosi a Celik e all’avanzante Mancini, braccetto di destra con molta spinta.
Con il sacrificio di Dybala e Pellegrini la Roma cercava di impostare la partita con tanti uno contro uno, ma nei primi minuti l’Inter è stata più pericolosa perché Calha con le sue giocate riusciva a scompaginare il sistema di marcature giallorosso.
Dopo l’uscita del turco le cose sono cambiate perché Barella, preziosissimo per altre caratteristiche, è meno efficace nell’organizzare le ripartenze in palleggio.
La Roma così ha preso campo, alzando il baricentro, ma la compattezza dei nostri ha fatto fa sì che i giallorossi non fossero quasi mai pericolosi.
Davanti un Thuram in grande giornata veniva contenuto dall’ottimo N’Dicka, altrettanto poderoso e aiutato all’occasione (anche… irregolarmente) da Cristante.
Inzaghi ha cercato di eludere le marcature a uomo con una rotazione continua dei centrocampisti e delle punte, mentre gli esterni restavano più bloccati del solito.
Nei primi minuti la soluzione si è rivelata positiva, perché registriamo tre buone conclusioni nostre:
- al 5′ Lautaro calcia alto da buona posizione,
- al 7′ Lauti serve Thuram il cui bolide viene deviato in angolo e
- subito dopo Svilar devia fortunosamente una conclusione di Miki.
L’unica azione pericolosa della Roma, dopo l’approccio interista avviene grazie a… Sommer al quale scivola dalle mani un innocuo pallonetto di Pellegrini, che per fortuna nostra finisce però sul palo.
I primi 20′ restano dunque di marca interista anche perché si deve registrare una clamorosa conclusione da fuori di Miki che incoccia nella traversa.
Ma la Roma cominciava a prendere campo.
La partita non decollava, con le due squadre che si temevano e con la Roma che cercava il palleggio preparatorio mentre l’Inter aspettava o cercava di provocare l’errore per ripartire con la consueta abilità.
Dopo l’episodio contestato del fallo di Cristante su Thuram, da ultimo uomo, l’Inter ha ripreso ad essere più efficace.
Infatti nel finale di tempo si registrano solo un paio di ottime ripartenze dei nostri, neutralizzate dalle uscite tempestive di un attentissimo Svilar.
Negli ultimi 5′ la Roma ha prodotto il massimo sforzo e prima ha avuto un’occasione con Pellegrini, ben neutralizzata da Sommer, poi ha provato la conclusione con un colpo di testa di Celik, a lato.
La ripresa inizia con lo stesso cliché delle fasi finali del primo tempo: Roma con grande possesso palla ma che non trova sbocchi, l’Inter che chiude aspetta, cerca di rubar palla e di verticalizzare.
Dopo un quarto d’ora la tattica dell’Inter viene premiata: Frattesi ruba palla a Zalewski e si invola, diagonale per Lauti che sfrutta un rimpallo con Celik e scaraventa in rete.
Subito dopo l’Inter potrebbe raddoppiare ma, al termine di una grande azione, Celik con un intervento prodigioso impedisce a Dimarco di chiudere in porta.
C’è ancora più di mezz’ora da giocare, alcuni giocatori dell’Inter sono sulle gambe, palesemente e la Roma progressivamente inserisce i suoi uomini offensivi (tra gli altri Baldanzi e Soulé) per tentare l’ultimo forcing.
Anche Inzaghi ricorre alle ultime sostituzioni possibili: ineccepibili i cambi di Darmian con Dumfries, che in pochi minuti va vicinissimo due volte al raddoppio, e di Bastoni con Bisseck.
Lascia qualche perplessità il cambio di Lauti con Correa, probabilmente giustificato dal fatto che Lauti doveva rifiatare e Correa è più adatto di Arna a giocare in spazi larghi.
Ma in fondo la posizione assunta da Correa nel finale e da Dybala in tutta la partita è un po’ la sintesi del match: entrambi gli attaccanti argentini hanno dovuto forzare la loro natura, Correa schierandosi sulla linea mediana e Dybala impegnandosi in più di un recupero difensivo profondo, qualità sconosciuta del suo repertorio.
I due allenatori si temevano e hanno chiesto alla squadra compattezza e sacrifico.
In conclusione a me la vittoria è sembrata ampiamente meritata, perché il maggior pericolo creato da loro è stato… un errore del nostro portiere (poi c’è stata la conclusione di Pellegrini da dentro l’area ben neutralizzata); mentre noi, a parte la mancata espulsione di Cristante, oltre al gol siamo andati sicuramente più vicini alla marcatura tanto che si può tranquillamente sostenere che il loro portiere si stato uno dei migliori in campo.
L’equilibrio relativo è comunque attestato dai dati statistici per i quali le conclusioni verso la porta hanno visto una leggera prevalenza romanista, mente le conclusioni in porta nostre sono state il doppio delle loro (6 a 3).
Il dato dei passaggi riusciti, in percentuale non è soddisfacente né per noi né per loro, a conferma del fatto che entrambe le squadre hanno attuato un pressing forte sul portatore di palla, che rendeva difficile liberarsene con precisione.
Pagelle
Sommer:
un paio di belle parate su tiri impegnativi ma non difficilissimi. Poi l’errore con la palla finita sul palo e un dribbling in area riuscito, ma… che non si fa.
6.5 (ma se in una di quelle due occasioni non gli fosse andata bene, il voto sarebbe stato ben altro)
Pavard:
sembra in netta crescita. A Roma non ha spinto molto, ma in fase di contrasto si è fatto valere con autorevolezza.
6.5
Acerbi:
s.v.
Bastoni:
a me è piaciuto moltissimo in entrambe le fasi. Poi si è tolto lo sfizio di un tunnel a Dybala…
7
Darmian:
forse non è al top della condizione, ma da lui la sufficienza è sempre certa.
6
Barella:
parte nel solito ruolo poi diventa play. Non è Calha, ma il suo contributo quantitativo (km percorsi, palle giocate) è importante. All’ultimo minuto potrebbe far gol, ma arriva stanco e alza la mira.
6.5
Calha:
senza… giocare dimostra di essere indispensabile.
s.v.
Miki:
in netta ripresa rispetto all’avvio di campionato, Chiude con la consueta intelligenza, fa ripartire l’azione, si presenta a concludere e… coglie la traversa.
7
Dimarco:
è stanco e si vede. Le sue incursioni sono ridotte di numero e meno pericolose del solito. In fase difensiva si arrabatta al meglio.
6
Thuram:
per me è il vero uomo partita. La mole di lavoro è enorme, spesso c’è anche una qualità fuori dal comune. Con una progressione inarrestabile fa espellere Cristante. Per tutti tranne che per arbitro e var.
7.5
Lautaro:
certo, il gol è importante, ma bisogna mettersi in mente che Lauti non è solo una punta e non va giudicato solo per i gol che fa o non fa. Lui gioca con la squadra e per la squadra.
7
de Vrij
il suo avversario non è della tipologia che… preferisce. Entra a freddo e lo controlla benissimo, lasciandogli solo le briciole.
7
Frattesi:
non eccezionale quando si deve costruire l’azione, ma incontenibile quando può contrastare e agire negli spazi. Sua una parte del merito per il gol di Lauti.
6.5
Dumfries:
prestazione molto positiva, in pochi minuti si procura due palle gol una sventata benissimo dal portiere in uscita, l’altra non sfruttata da Dima, per un intervento miracoloso, credo di Celik.
E’ tra i più in forma.
7
Bisseck:
Inzaghi lo manda a sinistra e lui contribuisce con la sua forza e le sue qualità a innalzare il muro finale.
6.5
Correa:
credo che Inzaghi lo metta in campo con l’ordine di partire dalla linea mediana, per fare da primo schermo ed eventualmente proiettarsi negli spazi, situazione che gli è più congeniale che a Arna.
Fa il soldatino.
s.v.
All. Inzaghi:
questa partita con tutto quel che è capitato prima e durante, si poteva vincere solo così. Un allenatore completo sa quando cercare lo spettacolo e quando essere realista.
7
La domenica delle giovanili
Continua il declino complessivo delle nostre giovanili:
- la Primavera pareggia a Lecce ed è solo ottava in classifica, anche se ha la giustificazione parziale del buon comportamento in YL;
- l’Under 18 in vantaggio di tre gol a Sassuolo si fa rimontare sul 3-3 ed è undicesima in classifica, a 12 punti dal Cesena capolista;
- l’Under 17 perde il derby col Milan e si fa raggiungere in vetta alla classifica;
- solo l’Under 16 si conferma a buoni livelli, battendo il Cagliari nettamente e conservando il primato in classifica;
- infine l’Under 15 subisce un vero tracollo casalingo, sempre contro il Cagliari, subendo un 2-5 avvilente per una squadra che 4 mesi fa aveva stravinto il titolo nazionale.
Ma quel che più conta non si intravedono tanti giocatori completi (cioè che uniscano tecnica, intelligenza calcistica e fisicità) e che AL MOMENTO possano dare speranze di una rapida ascesa.
In settimana ho visto la partita della nazionale Under 21. C’erano ben 6 giocatori di formazione interista: il portiere Desplanches, il terzino Zanotti, i centrocampisti Fabbian e Casadei, gli attaccanti Gnonto e Pio Esposito. Quasi tutti, insieme a due altri nazionali, Fontanarosa e il kosovaro Hoti facevano parte dei 2003: per dire che squadra costruivamo allora.
Oggi non si investe più, probabilmente Samaden se ne è andato per questo (ed è una perdita sanguinosa) e noi fatichiamo sia a formare ottimi giocatori, sia a prelevarli sul mercato.
Io ricordo benissimo la volta in cui i nostri giovani hanno cominciato la scalata alle posizioni di vertice che avrebbero tenuto poi per oltre 25 anni.
Era il 1997, da tempo non vincevamo nulla ma gli Under 15 guidati da Beppe Baresi, dopo un campionato trionfale, vinsero la finale a Montecatini (ero presente) battendo 6-1 il Bari di Cassano.
Quell’anno l’Inter, già forte, acquistò sul mercato il portiere del Milan, il centrale difensivo del Milan e il miglior giocatore del campionato, la mezz’ala Trezzi sempre dal Milan.
Oltre al cannoniere del Varese e a qualche altro giocatore.
Da allora i nostri prima con Corso direttore, poi con Baresi, poi con Samaden, ogni anno per l’U15 (prima annata in cui si possono far venire giocatori da fuori regione) acquistavamo 8-10 giocatori, tra i quali sempre 4-5 tra i migliori d’Italia.
Poi per U16 e U17 si poteva acquistare all’estero e arrivavano anche lì ottimi giocatori.
Dai 18 anni era la volta degli extra europei.
Investivamo, vincevamo molto, formavamo ottimi giocatori, anche se più per il mercato che per la prima squadra.
Oggi è ufficialmente finita un’era: gli investimenti sono ridotti al minimo e i risultati (vittorie e formazione di ottimi professionisti), sono destinati a latitare.
Almeno rispetto al recente passato, a cui avevamo fatto il palato.
Primavera: Lecce – Inter 0-0
Ancora una conferma del fatto che l’Inter di campionato stenta molto, a differenza di quanto, almeno per ora, sembra fare l’Inter di YL.
Priva di Berenbruch, degli attaccanti De Pieri, Mosconi, Pinotti e, sino a poco dal termine, Lavelli, nonché dei centrocampisti Bovio e Zarate (quest’ultimo entrato nel finale) e dell’esterno Cocchi, la squadra ha faticato molto contro i salentini, correndo parecchi rischi sulla parte destra della difesa, dove Delle Monache e Bertolucci, con l’ausilio di Addo che saliva spesso, hanno messo in difficoltà il nostro reparto arretrato.
In particolare Aidoo, praticamente privo di protezione perché Romano non aiutava, è stato spesso saltato di netto dal suo avversario che ha creato diversi pericoli.
Nonostante questo la buona prestazione dei centrali e segnatamente di Re Cecconi (un mio ‘pallino’ da anni) ha consentito alla retroguardia di reggere.
Il centrocampo, con Zanchetta per Bovio, con Topalovic che doveva dare qualità ma ha un ritmo compassato, parzialmente compensato dalla corsa e dall’intensità di Venturini sull’altro lato, ha retto discretamente in fase difensiva ed è riuscito sia pure a sprazzi a costruire qualche buona azione.
Davanti, con Romano e Quieto esterni (anche se l’ex veneziano si accentrava spesso) la squadra era costretta a cercare Spinaccè con palle lunghe, perché facesse salire i compagni; oppure a cercare di aggirare la difesa leccese grazie ai dribbling degli esterni, per cercare di servire ancora Spinaccè con i cross.
In sostanza mi è sembrato di vedere qualche miglioramento rispetto ad altre uscite, soprattutto in fase di costruzione, ma questa squadra nel complesso ha la classifica che si merita e non ha nulla a che vedere con quelle che in passato erano assolute protagoniste in campionato.
Pagelle
Calligaris:
reattivo in un paio di interventi importanti, commette una sola leggerezza che però poteva costare cara.
6.5
Aidoo:
si sa che è forte nella spinta, ma questa volta, non adeguatamente protetto, soffre troppo in marcatura, venendo saltato di netto in più di un’ occasione dal suo avversario
5.5
(Della Mora 66′:
meglio di Aidoo, per me. Puntuale in marcatura, sa anche spingere ma ha poche occasioni per farlo.
6.5)
Re Cecconi;
fortissimo di testa, impeccabile in marcatura e buono anche nell’avviare la ripartenza, verticalizzando.
7.5
Alexiou:
più ‘ruvido’ di ‘Rece’ ma ugualmente solido e difficile da superare.
6.5
Motta:
bravo in fase offensiva, dove però si esibisce a fasi alterne, fa il suo nel chiudere gli spazi difensivi.
6
Venturini:
tanta quantità, corsa e abnegazione, sempre al servizio della squadra.
6
Zanchetta:
regista di qualità, anche buono in fase di contenimento, ma un pochino toppo compassato.
6.5
(Zouin 87′:
s.v.)
Topalovic :
continua a non convincermi. Ha fisico e sicuramente è ottimo con la palla nei piedi, ma il calcio è anche tante altre cose che al momento mi sembra gli manchino. Paradossalmente può far meglio nelle gare internazionali.
5.5
(Zarate 86′:
s.v.)
Romano:
ogni volta che ha la palla parte in dribbling e non ‘vede’ i compagni. Andrebbe anche bene se ne vincesse un certo numero e poi sapesse sfruttare il risultato. Scarso in copertura.
5.5
Spinaccè:
fa un gran lavoro perché di fatto è l’unica punta e non può neppure contare sugli inserimenti di Berenbruch . Chiamato spesso a battersi su palle lunghe, lo fa con vigore e buone capacità di smistamento. Segna anche un bel gol, annullato per fuorigioco reale ma millimetrico.
6.5
(Lavelli 74′:
s.v.)
Quieto:
porta un po’ di scompiglio con i suoi dribbling e i movimenti tra le linee difficili da leggere, a volte si accentra a cercare la giocata, a volte si sovrappone in fascia e mette il cross, sul quale però Spina è sempre accerchiato.
All. Zanchetta:
la squadra, rimaneggiatissima, non gioca certo la sua peggior partita… Speriamo che i suoi ragazzi confermino la maggior propensione per la YL
6.5
Under 16 e U15 giocavano in casa, alla stessa ora, contro il Cagliari…
Per fortuna delle mie coronarie ho scelto di vedere la partita dell’U16, perché dall’altro campo arrivavano continuamente notizie da tragedia (anche se solo calcistica).
Qualche considerazione sulla partita che ho visto, mentre sulle altre (U18, U17 e U15) riporterò solo le formazioni inziali.
Under 16: Inter – Cagliari 4-0 (Donato, Salviato 3)
Era una partita difficilissima perché il Cagliari era primo in classifica, sia pure a pari punti con noi e il Milan, il quale ospitava la Cremonese, seconda a un punto.
Noi abbiamo vinto e siamo in testa da soli perché la Cremonese ha vinto 0-3 al Vismara.
Ma il nostro largo risultato non deve trarre in inganno, perché effettivamente per un lungo tratto la partita è rimasta aperta.
Solo dopo la mezz’ora, in due minuti, grazie a una deviazione di Donato su corner e a una bella conclusione di Salviato il match si è sbloccato.
Ovviamente a quel punto tutto è diventato più semplice e sono venuti gli altri due gol sempre di Salviato.
Il Cagliari è una squadra forte, con buoni giocatori e un campioncino per la categoria, il numero 4, capitano, di cui però non ricordo il nome, che è un giocatore interessantissimo, anche in prospettiva.
La forza della squadra comunque sta nel modo di giocare: non solo molto corti, ma anche strettissimi: in pratica stanno tutti nei 20 metri quadri in cui si gioca il pallone e così per gli avversari riesce difficile uscirne e anche cercare il cambio di gioco.
A me ha ricordato un po’ la Ternana di Viciani, ma parlo di… tanti anni or sono.
Ovviamente una volta scardinato il dispositivo in qualche modo hanno dovuto rischiare per provare a riacciuffare il risultato e a quel punto la differenza di qualità tecnica è emersa.
Questa la nostra formazione:
Galliera
Bettelli (Calò), Donato, Evangelista (Donati), Pirola
Limido (Pannuto), Nese (Tosolini), Morosi (Allasufi), Owusu (Cassini)
Salviato, Dade (Matarrese)
Le pagelle
Galliera:
ha sbrigato con sicurezza le… pratiche che gli si presentavano.
6.5
Bettelli:
tenacia, forza e concentrazione mi sono sembrate le sue doti migliori. Quasi insuperabile.
7
Donato:
sempre sicuro in ogni intervento, ha il merito di aver sbloccato una partita difficile.
7
Evangelista:
solita prestazione di ottimo livello, di uno dei pochi nazionali della squadra.
7
Pirola:
ha sbagliato qualche pallone in appoggio, ma ha percorso la fascia decine di volte e nei cross si è dimostrato bravissimo.
7
Limido:
mi è piaciuto davvero molto, sulla fascia destra era imprendibile e spesso faceva seguire da belle giocate le sue progressioni.
7+
Nese:
prestazione di sostanza e buona qualità
6.5
Morosi:
come il compagno di reparto si è disimpegnato con sicurezza nel duplice compito di contenimento e rilancio
Owusu:
ha aggiunto fantasia e creatività a un reparto forte e ordinato ma un po’ prevedibile.
7
Salviato:
tre gol la dicono lunga sul livello della sua prestazione. Il centravanti ex padovano è stato una costante spina nel fianco della difesa isolana.
8
Dade:
potenza e velocità incredibili. In pratica un avversario non basta mai per fermarlo. Mi è sembrato in grande crescita.
7.5
Domenica prossima match importante a Cremona, contro la seconda in classifica che appunto ha appena rifilato 3 gol al Milan, al Vismara.
Veniamo ora alle partite che non ho visto, per le quali quindi mi limiterò a riportare formazioni e marcatori.
Under 18: Sassuolo – Inter 3-3 (Zarate, Zouin, Iddrissou)
In vantaggio di tre reti, i ragazzi di Benny Carbone subiscono 3 gol negli ultimi 20 minuti e, come dicevo vedono precipitare la loro classifica: sono undicesimi a 12 punti dalla prima. E hanno all’attivo una sola vittoria, nel derby. Proprio contro quel Milan, cioè, che è ultimo in classifica, con un solo punto in sei partite e con ben 19 reti al passivo.
Il Milan forse ha fatto altre scelte, portando alcuni primavera nella squadra B e di conseguenza alcuni U18 in Primavera.
Tra i nostri si segnalano le prove del portiere Taho, incolpevole sui tre gol dopo aver parato un rigore, di Zarate e Iddrissou. Da notare che il mister ha tenuto in panchina i due nazionali Ballo e Mantini (quest’ultimo è entrato nel finale).
Formazione:
Taho
Conti (Nenna), Bovio, Kangasniemi, Verre (Carbonara)
Tigani, Cerpelletti, Zarate (Mantini)
Zouin (Kukulis), Iddrissou, El Mahboubi (Humanes Gomez)
Domenica affronteremo il Verona che… sta ancora peggio di noi.
Under 17: Milan – Inter 3-2 (Sorino, Vukaj)
Un’altra partita incredibile in questa domenica negativa, con i nostri anche qui due volte in vantaggio che finiscono per farsi prima recuperare e poi sorpassare.
Eppure le premesse non erano negative perché comandavamo la classifica a punteggio pieno, con tre punti sul Milan, che ora ci ha raggiunto, e molti di più su tutte le altre.
Non vale come giustificazione neppure la presenza fra i rossoneri di alcuni giocatori di ottima quotazione come Ibrahimovic, La Mantia, e soprattutto Lontani e Pisati.
Perché anche i nostri dispongono di alcuni giocatori sulla carta non inferiori ai loro.
In realtà nessuno dei nostri sembra essersi espresso al meglio, tranne forse Sorino e Vukaj, non a caso autori delle due reti.
Questa la formazione:
Farronato
Lissi (Moranduzzo), Pavan, Peletti, Sorino
D’Agostino (Leoni), La Torre, Virtuani
Vukaj ( Orlacchio), Carrara (Franchi), Moressa (Fofana)
Domenica prossima affronteremo a Interello il Como che è terzo in classifica dopo noi e il Milan
Il risultato più clamoroso comunque è quello ottenuto dall’Under 15 battuta clamorosamente in casa 5-2 dal Cagliari che veleggiava nelle zone basse ed era staccato da noi di ben 7 punti (in 5 gare).
In precedenza i rossoblu avevano perso con ben tre reti di scarto contro Mantova, Cremonese e Milan.
Under 15: Inter – Cagliari 2-5
In questo caso dispongo di pochissime informazioni, non verificate, secondo le quali il mister avrebbe fatto un ampio turn over e in parte il risultato sarebbe dovuto anche al fatto di aver giocato gran parte della partita in 10 per l’espulsione di un nostro giocatore.
Tutte situazione che, se anche venissero confermate non cambierebbero il giudizio su una débacle inspiegabile della squadra che pochi mesi prima si era laureata Campione d’Italia, stracciando letteralmente tutte le avversarie.
Tra l’altro anche in questo caso non ci siamo trovati di fronte a una squadra irresistibile, visto che gli isolani nelle 4 precedenti partite avevano ottenuto solo 3 punti.
Formazione iniziale:
Barale (2011)
Bassani, Lucarelli, Forlani, Bagnara
Marchesi, Ariu, Omini G.
Omini P.
Serantoni, Menegazzo
A disposizione:
Gualdo (2011)
Poltromieri
Di Carlo
Ferri
Porcu
Sacco
Pentas
Palmini
Comelli.
Nb: brutto esordio per il nuovo acquisto, difensore centrale, figlio e nipote d’arte, Lucarelli. La squadra che aveva subito 5 gol in 4 partite, ne ha subiti 5 in un sola…
Anche l’U15 giocherà la prossima a Cremona, affrontando una squadra che è solo a tre punti da noi…
Luciano Da Vite
Analisi in gran parte condivisibile. Aggiungo alcune considerazioni personali.
Io non credo Inter abbia mai sbagliato approccio alle partite. Anche nelle pessime prestazioni contro Genoa e Monza i primi 15 minuti – quindi approccio – abbiamo dominato creando nitidissime palle gol. Come domenica con la Roma. La differenza è che mentr con la Roma l’errore puntualmente arrivato (di Sommer nel caso) non si è tradotto in gol subito per buona sorte, con le altre si. E poi abbiamo trovato noi il gol beneficiando di una deviazione e di una scivolata. In sostanza la buona sorte, che serve, domenica ci ha un po’ sorriso e prima meno. Il derby ha rappresentato una versione leggermente differente ma li la squadra. dopo manchester, era palesemente inferiore ai bilanisti dal punto di vista fisico e ha finito per soccombere quasi per…inerzia: ci mangiavano in testa non per voglia ma per palese superiorità atletica.
Il tratto comune a tutte queste partite è che i ritmi alti visti per lunghi tratti della scorsa stagione, finora si sono visti per….15/20 minuti a match. Purtroppo non sempre è sufficiente se non ti gira bene in quel frangente. Se sia frutto della preprazione non lo so – speriamo, così fosse cresceremo – ma io non ne sono convinto: alcuni giocatori, su tutti Thuram e Dimarco, mi sembrano in ottima forma. E sono tra quelli che hanno giocato in nazionale sia l’Europeo che le partite di Nations League. Altri, invece, mi sembra accusino una serie di acciacchi fisici che, essendo solo ad ottobre, qualche campanella d’allarme la lanciano.
Gli infortuni/acciacchi muscolari finora, con l’eccezione di Barella, hanno riguardato essenzialmente over 30 (Chala e Zelinski lo sono, mentre Asslani soffre di un infortunio traumatico). Ora io non so se c’entri l’età, anche se credo fibre giovani recuperino dagli sforzi più velocemente, almeno così sento dire dai medici. Poi chiaro ci siano le eccezioni in negativo (Sensi) e in positivo (Micky) ma credo che in questo calcio sempre più caotico – match vicinissimi – e fisico – se non hai intensità di sola tecnica fai poco – questo aspetto stia diventando sempre più preponderante: squadre con giocatori che recuperano megli oe più velocemente avranno sempre un vantaggio. Come lascia intendere Bergomi foclaizzandosi su difesa ma è un ragionamento, a parer mio, applicabile ovunque.
Sui singoli: con tutto il bene che voglio a Darmian, non credo possa essere lui il titolare di una squadra di vertice da esterno a tutta fascia nel 352. Gli avversari gli lasciano tranquillamente campo tanto lui non affonderà mai e si limiterà all’appoggio indietro per la mezzala, facendo densità invece sul centro sinistra. Dum rappresenta, di solita fisicità, una spina nel fianco sia quando ha campo sia con gli inserimenti da quinto a quinto. Le difese questa cosa non possono ignorarla così si allargano con benefici per tutti. Spero Inzaghi lo reinserisca tra i titolari e con il recupero di Buchanan utilizzo Matteo magari come cambio di un Pavard che non mi sta per nulla piacendo.
Thuram è fortissimo: sarà un caso ma anche qui parliamo di un giocatore che domina fisicamente ancora prima che tecnicamente. Forte di testa, con buono spunto in velocità. Completo. E sufficientememente giovane per tenere botta anche in match ravvicinati.
Infine la gobba: il doppio match è una grande insidia per tutti, specie per chi come Motta è alla sua prima esperienza di questo tipo. Speriamo paghino dazio. Domenica si affronteranno due squadre in emergenza infortuni però spero l’amalgama faccia la differenza: li noi dovremmo essere nettamente più avanti. Ma sarà complicatissimo.
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Ciao Luciano, grazie per il bel post. Speriamo veramente di stare recuperando un po’ della sicurezza difensiva dello scorso anno.
È un periodo molto delicato questo.. come al solito siamo costretti a fare risultato nelle prossime 2 partite, di un importanza fondamentale.
In Svizzera perché non possiamo perdere punti con le squadre sulla carta più abbordabili. Qui temo fortemente la trappola dell’eccesso di sicurezza..aggiunta al turnover massiccio ed al centrocampo in grande affanno.. insomma servirà una grande prestazione.
Contro la buve domenica sera che dire.. è LA partita. Loro sono fortissimi, sembra che chiunque giochi faccia sempre bene..in trasferta hanno segnato 6 goal e subiti 0, vuol dire che sono pericolosissimi nelle transizioni e quasi imperforabili dietro. In più avranno 1 giorno di riposo in più senza trasferte e noi il centrocampo decimato ed in apnea. Che dire, servirà una prova da INTER!
Forza ragazzi!
Forza INTER!
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Vittoria importantissima perchè il nostro girone è veramente difficile e contro le squadre più deboli è importante fare bottino pieno.
Per il resto credo che la partita avvia confermato alcune cose.
Primo: non è vero, come sostenuto da molto giornalai, che abbiamo due squadre semi-equivalenti. La fisicità e il dinamismo (marchio di fabbrica degli svizzeri ma anche di molte squadre medio-piccole europee) sono in grado di annullare il gap tecnico. Gli svizzeri hanno tecnica modestissima, altrimenti nel 4/5 nitide ripaertenze che abbiamo concesso negli ultimi 20 mnuti ci avrebbero fatto molto male, ma hanno più che compensato con una pressione costante e un’intensità che in Italia siamo poco avvezzi a vedere (anche Brugges e Stoccarda, con qualità superiore, sono venuti a giocarsela con Bilan e gobba)
Secondo: non è vero che soffriamo solo le squadre chiuse. Lo Young Boys non si è affatto chiuso, an<i è venuto a prenderci molto alto. Soffriamo, come è normale che sia, squadre con un passo importante perchè…ti tolgono il respiro e per superarle serve tecnica sopraffina (che le nostre seconde linee non hanno). Passo su cui diversi dei nostri non eccellono.
Terzo: i rinforzi estivi, Taremi e Zelinski, celebrati come eccellenti finora stanno deludendo molto tra acciacchi (il polacco) e scarsissima incisività offensiva (l’iraniano). Speriamo crescano perchè davanti le alternative si chiamano Arna e Correa. L’attacco confermo essere il reparto che più determina i destini di una squadra. Non parlo solo di gol ma di movimenti e capacità di permettere l’elusione della pressione. I due di ieri hanno deluso molto. Arna, aldilà del rigore sbagliato che può capitare, non da nulla: no profondità, sponde modeste (di testa, nonostante la massa, è regolarmente anticipato…..con Dzeko, pur anche lui poco mobile, questa qualità poteva essere sfruttata) e sembra mancargli pure la personalità (basta vedere come si deprime, non solo ieri, al primo errore). Reparto su cui serve concentrare le risorse che, finalmente, si libereranno con la scadenza di un paio di contratti. Perdonatemi la battuta: i nostri sulle punte fanno bene quando spendono zero di cartellino (Thuram e Dzeko) rispetto a quando vanno a comprare qualcuno (Correa-Arna).
Quarto: nel piattume generale fatto di giocate scolastiche, gli unici che hanno provato a rompere la monotonia, magari pasticciando un po’ ma dando vivacità, sono stati Bisseck e Dumfries. Credo non a caso due che per potenza e forza non sono secondi a nessuno. Poi ovvio che abbiano dei limiti dal punto di vista tecnico e/o tattico ma sono il prototitpo di giocatore che può giocare a un certo livello sfruttando la potenza. Ovvio che se miglioreranno di tecnica e tattica (margini per Bisseck ci sono) diventeranno dei top, ma poichè non si possono prendere tutti top almeno è gente che sul dinamismo non cede un centimentro, anzi.
Comunque la squadra ha almeno avuto carattere e un pizzico, di nuovo, di buona sorte che è sempre utile. In ogni caso mi sembra una stagione in cui siamo più simili a due anni fa rispetto alla scorsa stagione. Spero ovviamente di sbagliarmi
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Mah, io onestamente non vedo tutto questo dramma. Ricordiamoci che soltanto 2 titolari di movimento sono partiti titolari nel loro ruolo (Mhiki e Pavard), non credo esista una squadra in Europa che giocando con 8/11 riserve faccia sfracelli.
Più che altro sarebbe da capire se appunto tutto questo rischioso turn over era necessario.. però abbiam vinto quindi ha avuto ragione Inzaghi, giù il cappello.
Note positive, secondo me, la condizione di Pavard che ho visto in grande crescita rispetto le ultime uscite ed un migliore approccio all’equilibrio complessivo.
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Partita comunque non facile ,per molti motivi,vinta anche con un pò di fortuna. Una costante sono le troppe occasioni non sfruttate …mettiamoci anche i portieri ,che fanno miracoli ma sono componenti di una squadra e quindi…Taremi lo considero un ottimo acquisto,ieri non ha avuto molta assistenza ed a volte è sin troppo generoso. Chi invece mi lascia perplesso è Zielinski ; ieri sera impalpabile ed un’occasione sprecata malamente. Fino a d ora,complice anche qualche acciacco, non ha mai inciso (eccetto con il City). Infine per me Frattesi sufficiente ,perchè comunque si è fatto in quattro per contenere gli avversari
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Temo che il turn over pesante fosse dovuto, ci sono veramente tante partite in questo periodo. E se non lasci riposare un po’ Lautaro/Thutam/Di Marco/Bastoni col Young Boys, quando mai riposano. Bisogna essere realisti, anche se io per primo vorrei sempre in campo la squadra migliore. A mio giudizio, il nostro vero problema e’ il centrocampo : mancando Chala, Asslani e’ un livello sotto (anche se non mi sembra cosi’ “scarso” come qualcuno sembra vederlo). Mancando cmq pure lui, Inzaghi fa giocare Barella in quel ruolo. Che pero’ non mi sembra avere i tempi e “la testa” per farlo (poi se la cava egregiamente perchè e’ bravo in assoluto). Ma questo ci toglie il Barella che conosciamo, col suo gioco a tutto campo. Mkhitaryan lo vedo sbagliare ancora molto ( e non prende piu’ la porta). Frattesi sappiamo essere una forza della natura avanti, ma copre poco, tatticamente non e’ eccelso. Zielinski & Taremi per ora mi stanno deludendo, speriamo mi facciano ricredere al piu’ presto, se no sono dolori per la squadra.
Ieri sera ho sperato fino alla fine di vincere, sopratutto entrati i titolari, ma temevo anche la beffa, francamente …
Bene cosi’ ed ora prepariamoci al meglio contro le forze del male, li’ davvero niente sconti !!
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Ricevuto Luciano, cerco di pubblicarlo in serata.
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