
Sono diversi gli insegnamenti, o meglio gli spunti di riflessione, che l’ultima giornata di campionato ci ha fornito, soprattutto in relazione alla nostra partita, ma anche per quanto successo su alcuni degli altri campi.
Noi sapevamo che l’Inter da qualche tempo non è più al top della condizione psicofisica, dopo un campionato massacrante per il ritmo straordinario e unico a cui è stato condotto.
Il tempo dei 4 gol a partita, consecutivi, rifilati a Roma, Salernitana, Lecce e Atalanta è definitivamente passato.
Dopo di allora:
- Inter – Genoa 2-1
- Bologna – Inter 0-1
- Atletico Madrid – Inter 2-1
- Inter – Napoli 1-1
- Inter – Empoli 2-0
- Udinese – Inter 1-2
Con Genoa e Bologna abbiamo sofferto molto, con l’Atletico dal punto di vista complessivo, della qualificazione, ci siamo fatti rimontare un vantaggio di ben due reti, prima di sbagliare i rigori.
Con il Napoli abbiamo ottenuto solo un pari interno, subendo la loro rimonta; con l’Empoli abbiamo ottenuto una vittoria abbastanza complicata, resa sicura solo da un gol del subentrato Sanchez, nel finale.
Quella di Udine è storia recente.
L’amico Kelle ha citato alcuni dati statistici che riporto qui per comodità di tutti:
- Possesso palla 77%-23%,
- Passaggi 709-215,
- Precisione nei passaggi 88%-59%,
- Tiri totali 23-3,
- Tiri in porta 6-1.
Tutti a nostro vantaggio ovviamente.
Numeri che vanno interpretati, come sostengo da sempre, ma che in ogni caso testimoniano una nostra prevalenza indiscutibile.
Resta però il fatto che abbiamo vinto solo al 95′, con un gol di un subentrato.
Se questi e altri dati che esamineremo confermano il netto divario tra le due squadre (del resto l’Udinese è solo due punti sopra il baratro della retrocessione, attualmente), sembra plausibile ritenere che una nostra flessione rispetto al periodo migliore ci sia stata e che la stessa, se non sembra evidenziarsi sul piano ‘fisico’ appare indiscutibile almeno sul piano mentale, della lucidità delle giocate che nei periodo migliori ci riuscivano in modo e in quantità irresistibili.
Naturalmente questa non è una critica, ma un elogio al gruppo intero : nessuno può superare i limiti dell’umano e i ragazzi in maglia nerazzurra quest’anno ci stanno andando vicini.
Perché il discorso sia ancora più chiaro, basterà ricordare che oltre ad aver vinto una massacrante Supercoppa (due partite e il trasferimento in Arabia) e ad aver passato il girone di CL con due turni di anticipo, a sette giornate dal termine del campionato i nostri hanno rifilato ai principali avversari questi distacchi:
- Milan: 14 punti
- juve: 20 punti
- Roma: 27 punti
- Atalanta: 32 punti
- Napoli: 34 punti (Campioni d’Italia!)
- Lazio: 36 punti
Dopo un simile percorso non avere un flessione sarebbe stato impensabile, ma c’è di più: nonostante la ‘flessione’ nelle ultime cinque di campionato abbiamo ottenuto 13 punti dei 15 disponibili.
In queste 5 partite solo il Milan ha fatto meglio (15 punti) e quindi ce ne ha rosicchiati 2.
Questi elementi a mio parere confermano che
- Abbiamo una rosa molto forte (tra l’altro, ma è solo un esempio, le ultime due vittorie sono state ottenute o messe al sicuro da due gol di giocatori subentrati), capace di tener botta, se non di dominare come in precedenza, anche nelle fasi meno positive.
- Di conseguenza non possediamo solo un gruppo di grandi calciatori, ma anche di grandi uomini, determinati e compatti sempre
- Il mister, con il suo staff si sono superati nella gestione della forma atletica, nella gestione tattica delle partite, nella gestione motivazionale del gruppo.
Tutto questo però ci dice anche che si è trattato di una stagione irripetibile, tra l’altro in qualche modo ‘favorita’ (sic!) dall’uscita ai rigori negli ottavi di CL: avessimo avuto altre partite, sicuramente avremmo pagato in campionato lo stress aggiuntivo di impegni massimi eccedenti con il contenuto di maggior usura, di rischi infortuni ecc., che questo avrebbe comportato.
Del resto la difficoltà di far bene in entrambe le competizioni è confermata anche dal percorso dell’ultima stagione, nella quale a fronte di un percorso netto che ci ha portati alla finale di CL, abbiamo dovuto sacrificare una prima parte di stagione dall’andatura piuttosto lenta.
Infatti nelle ultime 8 partite avevamo ottenuto 7 vittorie e una sola sconfitta a Napoli contro i dominatori.
Avessimo tenuto tutto l’anno la media del finale avremmo chiuso tra i 99 e i 100 punti.
E la stessa cosa, con andamento ‘rovesciato’ era accaduta un anno prima
Io non so se davvero è possibile programmare la preparazione atletica di una squadra in modo tale da arrivare al top nel momento della stagione che si considera cruciale.
Tra l’altro a determinare i risultati nel calcio oltre alla condizione atletica ci sono moltissimi altri fattori.
Ma è fuori discussione il fatto che l’Inter vista nell’ultima parte della stagione scorsa, CL compresa, fosse ben altra cosa rispetto all’Inter della prima parte, mentre quest’anno (ripeto per vari motivi che probabilmente non dipendono solo dalla preparazione), c’è stata una differenza, meno marcata ma percepibile, tra l’Inter pre Madrid e l’Inter post Madrid.
Ribadito ancora a scanso di equivoci che il comportamento della squadra è, almeno per il momento, eccezionale ANCHE IN QUESTA FASE, mi sembra giusto chiedersi dove si è verificata questa lieve flessione che non sembra essere di natura atletica.
Lautaro non segna da 5 partite, proprio le 5 ‘incriminate’. L’ultimo gol lo ha fatto all’Atalanta, nell’ultimo 4-0 della serie.
Da 5 partite, oltre alle due di assenza per infortunio, non segna Thuram
Arna dal 6 gennaio ha giocato circa 200 minuti segnando 1 gol e 1 assist . Anche lui l’ultimo gol l’ha fatto alla Salernitana.
Un po’ meglio Sanchez, che sempre nelle cinque partite incriminate ha fatto due gol e un assist, giocando 195 minuti.
Insomma da 5 partite di campionato in qua le punte dell’Inter hanno all’attivo solo 2 gol.
E per di più del vituperato (anche un po’… giustamente) Sanchez.
E’ vero che a Udine Thuram si è procurato il rigore e Arna ha fatto l’assist per Lauti (palo e ribattuta in rete di Frattesi).
Resta il fatto che il calo di rendimento in termini di gol e assist delle 4 punte (o almeno delle due principali) è coinciso con l’aumento delle difficoltà incontrate dalla squadra.
Detto che per le due riserve non si può parlare di calo di rendimento perché non hanno mai dato tanto, almeno sotto questo aspetto, credo si possa aggiungere che il calo di rendimento di Lauti e Thuram non è ascrivibile a un declino fisico, perché i due stanno fornendo, come ha detto lo stesso Inzaghi, un contributo fondamentale alla squadra e ai suoi risultati.
Dunque la ThuLa segna poco perché è meno lucida e/o perché deve aiutare di più.
Ma a questo punto si pone il dubbio: la squadra stenta (in modo relativo) perché risente del calo realizzativo degli attaccanti, o gli attaccanti pagano con un calo realizzativo la minor supremazia in termini costruttivi della squadra?
Io non so rispondere a questa domanda, forse coesistono entrambe le concause.
Però osservo anche quanto succede nelle altre squadre.
E avanzo un’ipotesi: in Serie A tra le prime sei sette compagini non ci sono di norma differenze straordinarie di valori squadra: Inter Milan e juventus sono probabilmente un po’ meglio di Roma Lazio Napoli e Atalanta, ma alla fine la differenza la fa l’annata (o il momento) delle punte.
Pensiamo al campionato dello scorso anno di Kvara e Osimhen e confrontiamolo con quello di quest’anno (pur considerando che sono cambiate molte cose, dal mister ad alcuni giocatori importanti).
Pensiamo alla ‘ripresa’ del Milan quando le loro punte si sono messe a segnare abbastanza regolarmente, pur mancando ai rossoneri il top paragonabile a Lauti.
Pensiamo alle difficoltà della juve per il rendimento mediocre di Vlahovic e Chiesa.
Questi due giocatori, al top della condizione potrebbero garantire almeno 40 gol a campionato.
Invece Dusan è a 15 (in 26 partite, che comunque non è pochissimo) e Chiesa è a sette gol.
Le due punte titolari della juve, sommate, hanno segnato meno di Lautaro.
C’è chi dice che sia colpa di Allegri, e forse è vero.
Io non ho la pazienza di andare a controllare se le punte di Allegri, quando lui ha vinto, hanno segnato sempre poco.
Ma in ogni caso sembra che il rendimento delle squadre sia strettamente legato alla prolificità delle punte (si pensi anche alla Lazio quando aveva Immobile al top, o anche alla Roma quando può schierare Lukaku e Dybala ‘in condizione’).
Nel suo primo anno, Inzaghi per rispondere alla flessione delle punte ha tenuto la squadra alta e ha finito per prendere qualche imbarcata di troppo.
Nel secondo anno siamo partiti più lenti, come detto ma le eccessive sconfitte (12 in tutto, ma 11 prima delle ultime otto) dimostrano che l’atteggiamento era troppo spregiudicato, almeno in rapporto alla disponibilità di uomini (un dato che si deve sempre tener presente, quando si fanno questi confronti fra annate).
Quest’anno Simone è riuscito nell’improbo compito di avere una difesa fortissima e nel contempo una fase offensiva irresistibile.
I numeri fantastici dei clean sheet, dei gol subiti e di quelli realizzati , oltre naturalmente ai punti fatti, dimostrano che sino ad ora Simone e i suoi giocatori sono riuscirti a mantenere SEMPRE un equilibrio estremamente funzionale tra le due fasi
In questo modo è riuscito a sopperire con i gol e gli assist di centrocampisti e difensori alla flessione realizzativa delle punte, ma al tempo stesso, anche grazie al sacrificio delle punte, è riuscito a non esporsi troppo alle ripartenze avversarie.
Ritorno alla partita di Udine per esemplificare.
Loro hanno fatto un tiro in porta, che non era neppure un tiro, entrato per puro caso e per un fraintendimento dei difensori.
I difensori hanno commesso qualche imprecisione in uscita, anche pericolosa, ma la disposizione in campo e l’aiuto reciproco hanno evitato gravi danni da queste situazioni o dalle pochissime in cui la manovra friulana aveva costruito un pericolo: il recupero di Miki, prodigioso, forse nell’unica occasione in cui ci siamo fatti davvero sorprendere è esemplare da questo punto di vista.
E’ chiaro infatti che quell’intervento vale più di un gol fatto, perché probabilmente lì avremmo perso la partita, anziché vincerla come è stato.
E’… sempre toccando ferro, un’annata eccezionale per il percorso in campionato ed è chiaro che una eventuale vittoria + eliminazione agli ottavi di CL è meglio di un terzo posto in campionato e un secondo in CL.
Ma secondo me sono state due stagioni comunque eccezionali, perché noi avevamo già conquistato uno status da grandi in Italia e certo non l’abbiamo perso con quel terzo posto, ma DOVEVAMO assolutamente cominciare a sederci alla mensa dei potenti d’Europa.
Oggi l’Inter è una squadra universalmente considerata e apprezzata e può essere un obiettivo importante per qualsiasi calciatore.
Tutto questo grazie ai ragazzi che hanno giocato per i nostri colori in questi anni, grazie allo staff tecnico, grazie anche agli operatori di mercato.
Ma l’insegnamento che se ne trae è che adesso non ci si può fermare (il Napoli per esempio ha perso nei nostri confronti una cinquantina di punti in una sola stagione, sia pure con qualche attenuante): ora bisogna andare avanti, tenendo conto del fatto che una stagione così, con queste forze è praticamente irripetibile.
Serve ampliare la rosa (non è necessario stare a ricordare l’incredibile lievitare degli impegni CERTI per il prossimo anno), rafforzare alcuni punti deboli, immettere altra qualità.
Questo è indispensabile per non arretrare.
Da parte mia ho piena fiducia nelle scelte societarie, so che c’è anche il problema di ringiovanire, tesi cara ad alcuni di noi, ma fino a un certo punto condivisa da tutti.
Il punto è che bisogna ringiovanire senza perdere qualità nell’immediato (il futuro è la consolazione dei perdenti).
E questa, sempre dovendo fare mercato a costo zero, è la vera sfida che ci aspetta.
Tornando alla partita: l’Udinese si è trovato in vantaggio e ha giocato una partita giudiziosa, praticamente solo difendendosi.
Ha perso per un gol al quinto minuto di recupero e per un errore del suo portiere, per altro fortissimo, nel calcolare i tempi dell’uscita.
Questo spiega in gran parte i dati statistici visti e quelli che vedremo.
I friulani, che hanno 54 punti meno di noi, sono andati comunque a un soffio dal portare a casa un punto. Giocando così.
Io rispetto tutte le teorie, anche quelle degli esaltatori dell’offensivismo sfrenato.
Che vedere un 2 a 7 sia divertente per lo spettatore neutrale non c’è dubbio. Ma il tifoso della squadra destinata a soccombere per evidente inferiorità tecnica atletica (e… finanziaria) preferirebbe portare a casa uno zero a zero speculativo, piuttosto che prendere sette gol, con la consolazione di averne segnati due.
Il calcio è fatto da 3-4 squadroni che possono comperare chiunque sul mercato e sommare campioni su campioni (anche pagando un giovane di 15 anni 70 milioni), di squadre medie e di squadre scarse.
Le prima devono attaccare e basta. Se prendono due o tre gol ne possono fare sette. E lo ‘spettacolo’ o meglio il divertimento, ne guadagna.
Le squadre medie (relativamente al livello europeo) devono necessariamente essere scrupolose anche nell’atteggiamento difensivo.
In modo particolare ovviamente se affrontano uno degli squadroni mondiali, ma anche in Italia, quando affrontano… chiunque.
Le nostre disavventure nei primi due anni di Inzaghi, lo dimostrano,
Un’Inter accorta non avrebbe mai subito 12 sconfitte nel campionato italiano e non si sarebbe fatta rubare 7+2=9 punti in poche partite nell’anno della rimonta rossonera.
Inzaghi, bravissimo sempre, ha capito che il calcio, quello vero, quotidiano, è fatto di due fasi attacco e difesa.
Lui ha sempre fatto benissimo la prima fase, ora fa benissimo anche la seconda: la differenza secondo me è attestata dal numero di gol subiti ed esemplificata dal recupero di Miki a Udine.
Senza quell’intervento di copertura difensiva, probabilmente avremmo perso la partita.
Il discorso si fa ancora più chiaro se parliamo non dell’Inter, comunque una delle prima 10 in Europa, ma della piccole che giocano contro le grandi.
Il campionato italiano è il più stressante perché puoi perdere con chiunque. Se prendi un gol si chiudono e passare è difficilissimo: la partita di Udine ne è la testimonianza.
L’Udinese si è messa in pratica, almeno dopo il gol, con un 3-6-1 molto basso e compatto, tutti dietro la linea della palla e con la zona centrale occupata da ben otto giocatori: abbiamo fatto 23 tiri in porta, ma abbiamo segnato su rigore e al 5′ di recupero su una palla respinta dal palo.
Quello che non si vuole capire, a mio modesto parere, è che esiste il calcio e la super lega di fatto, composta da 4 o 5 squadre, non di più.
A tutti piacerebbe attaccare a pieno organico, infischiandosene se prendi uno, due o tre gol , tanto sai che ne farai sette o otto.
Ma se non hai giocatori all’altezza rischi di prenderne tanti e di farne… zero.
La stragrande maggioranza delle squadre italiane ed europee non può permettersi un atteggiamento spregiudicato: si può attaccare si, anche con tanti uomini, ma in modo responsabile, con le marcature preventive e le coperture indispensabili.
Inzaghi è stato molto bravo a tener unite le due cose.
Ma la stagione è stata eccezionale, vediamo se sarà ripetibile (magari vincendo il campionato, anche con pochi punti di vantaggio, e andando avanti un po’ di più in CL).
Secondo me sarà ripetibile solo se la rosa verrà non solo ringiovanita, ma soprattutto rinforzata.
Abbiamo già accennato al motivo tattico che ha contraddistinto la partita di Udine, preparata dai friulani con una grande densità centrale e un atteggiamento conservativo ovviamente acuito dall’inopinato vantaggio ottenuto.
Noi abbiamo risposto nel modo consueto, con tanti sganciamenti, con una mobilità accentuata, soprattutto Dimarco che spesso si spingeva centralmente o addirittura a destra, e nello stesso tempo con una grande attenzione nell’evitare le ripartenze, favorita dal sacrificio delle punte nelle situazioni di palla persa.
Abbiamo dominato i friulani, ma ancora una volta, la loro difesa accorta unita a qualche imprecisione dei nostri hanno tenuto il risultato in equilibrio fino all’ultimo.
Diciamo che la partita l’ha vinta Simone con i cambi, perché Sanchez per Calha ha dato qualità sulla tre quarti e Arna ha servito l’assist a Lauti per il palo e successivo gol mentre Frattesi appena entrato ha segnato.
Tornando ai dati statistici…
Impressiona soprattutto quello relativo ai tiri dell’Udinese: uno, quello del gol (che poi non era neppure un tiro) a dimostrazione di come in questa stagione l’atteggiamento offensivo della squadra non sia andato a discapito delle necessarie coperture.
Gli altri dati sono tutti nettamente a nostro favore, ma a confermare le nostre difficoltà di ‘sfondamento’ c’è il dato relativo ai nostri tiri in porta da area: solo 3 di cui due finiti in rete e di cui uno su rigore.
Per il resto, ovvia la schiacciante supremazia nei cross, nei corner, nei passaggi (mentre la percentuale di passaggi riusciti non è altissima – 80% – a testimonianza forse di un certo nervosismo o di minor lucidità rispetto al solito).
Anche i recuperi sono significativamente a nostro favore (40 contro 28) mentre a loro… favore c’è solo il dato delle parate del portiere: 4 per il loro (alcune importanti) e zero per Sommer.
A livello individuale Lauti ha tirato molto più di tutti: 8 volte, contro i 4 di Calha e Frattesi (!) ma ha inquadrato la porta solo due volte, meno di Calha (3)
I nostri tre centrocampisti sono di gran lunga primi per passaggi nella tre quarti avversaria riusciti, mentre per i passaggi riusciti in assoluto i nostri difensori primeggiano, avendo cercato spesso il giro palla prima di appoggiare sui centrocampisti che verticalizzavano.
Per quanto concerne le occasioni da gol fa un po’ specie il fatto che fra i primi 5 non ci sia Lauti: Dimarco addirittura con 5, Thuram con 3 e poi a seguire Calha, Arna e Carlos.
Barella è quello che ha corso di più tenendo anche la miglior velocità media, mentre allo sprint il migliore è stato Thuram, davanti a Kamara e a Buchanan.
Infine i nostri hanno percorso circa un km in più e in pratica alla stessa velocità media dei friulani.
Siamo stati superiori anche nel numero dei km percorsi allo sprint.
Questi dati confermerebbero l’impressione per cui la lieve flessione, se c’è stata o è in atto, non riguarda l’aspetto atletico, ma la lucidità ‘mentale’.
Mi sembra superfluo, dopo due giorni il ricorso alle pagelle.
Diciamo che Sommer condivide con Dumfries la responsabilità sul gol; Pavard si è dedicato soprattutto a spingere, senza grandi risultati; Acerbi, ha sbagliato qualcosa in uscita, ma come spesso gli accade vince i corpo a corpo.
Ecco qui un problema: bisogna trovare un sostituto, magari giovane ma già all’altezza. Solo che questo sostituto deve avere le stesse caratteristiche: il dominio atletico. Quando serve uno che imposti abbiamo già de Vrij.
Carlos se l’è cavata tranquillamente in un ruolo che non predilige; Dumfries oltre alla corresponsabilità sul gol , ha combinato poco di buono e sbagliato un po’ troppo, mentre Darmian lo ha sostituito con la consueta affidabilità.
Barella e Calha sono stati come sempre tra i migliori, autentici motori della squadra e Sanchez ancora una volta è entrato in modo importante, dando qualità sulla trequarti e avviando l’azione del gol di Frattesi.
Miki per me è il vero uomo partita, insieme a Frattesi.
Dimarco è stato molto attivo e anche incisivo; Buchanan ha fatto vedere qualcosa, ma è ingiudicabile; Thuram è sempre importante ma sembra aver perso un po’ dello smalto offensivo; Arna con un colpo di tacco ha liberato al tiro Lauti in occasione del gol vittoria (e non è la prima volta), mentre proprio Lauti non si sblocca ma è sempre imprescindibile nell’economia di questa squadra.
Infine Inzaghi l’ha vinta con i cambi e anche con un adeguamento del modulo (dal play al trequartista) per l’urgenza di acciuffare la vittoria.
Adesso l’imperativo è battere il Cagliari, poi… sarà quel sarà.
LE GIOVANILI
Nel fine settimana ho potuto assistere alle partite di Under 19, Under 16, Under 15, e poi Under 18, mentre a Bergamo ha giocato e vinto l’Under 17
Primavera
Di Inter – Frosinone, giocata sabato si è già parlato sul blog.
Diciamo che il match ha confermato che la squadra non è nel suo momento migliore e soprattutto (così ci ricolleghiamo al discorso sull’importanza delle punte fatto per le prime squadre) soffre la mancanza di una punta centrale travolgente, mentre a livello realizzativo anche la seconda punta Kamate ha rallentato
Calligaris al rientro è stato poco impegnato; Aidoo ha spinto ma stavolta con poco costrutto; Stante ha confermato le sue doti gladiatorie e la grande concentrazione che lo caratterizzano; Alexiou è risultato insuperabile negli uno contro uno; mentre Motta ha spinto con continuità e in modo pericoloso.
In mezzo al campo per me Di Maggio ha giocato un grandissimo primo tempo, sbagliando un gol ma mettendo sempre in difficoltà la difesa avversaria; Stankovic non sembra al top, svolge tanto lavoro oscuro ma non riesce a dare qualità. ‘Bere’ svolge un ottimo lavoro per continuità e qualità. Solo pochi minuti per i centrocampisti subentrati
Davanti Kamate è sempre insidioso… teoricamente, ma non riesce più a trovare spunti vincenti; Spinaccè per il momento si conferma attaccante di manovra più che di sfondamento. Owusu che lo ha sostituito nella ripresa, si è prodotto in grandi spunti in contropiede che però ha vanificato sbagliando l’ultima giocata. Comunque meglio da esterno.
Quieto ha il merito del gol e comunque ha dato vivacità e imprevedibilità all’azione offensiva. Buono il debutto di Lavelli che in pochi minuti si è fatto vedere pericolosamente un paio di volte
Under 18: Inter – Genoa 2-3
Grandissima delusione ma partita che può fornire insegnamenti importanti per il futuro.
Il percorso di questa squadra è caratterizzato da un’alternanza di prestazioni, spesso anche all’interno della stessa partita, inquietante.
Il che forse ha una spiegazione: la squadra ha tanti elementi di qualità, ma pochi che abbinano qualità e potenza atletica, per cui quando è superiore sforna prestazioni super, ma quando trova avversari di stazza atletica superiore va in difficoltà e non riesce più a esprimere la sua tecnica potenziale.
Una volta si accusava l’Inter di prendere i giocatori… a chilo, oggi forse si esagera nel senso opposto, perché giocatori di limitate risorse atletiche quando gli avversari crescono sotto quel profilo, non riescono più neppure ad esprimere per intero le loro qualità.
Il Genoa ha avuto un po’ di fortuna, essendo andato in vantaggio dopo pochi minuti per un incredibile errore dell’ottimo portiere Tommasi, che si è attardato nel rinvio con i piedi e poi ha calciato addosso all’unico genoano presente nella nostra meta campo. Così la palla è rotolata in rete.
L’Inter ha profuso il massimo sforzo e l’ha ripresa, sempre nel primo tempo, prima con una conclusione ravvicinata di Dalla Mora, lesto a ribadire in rete una grande conclusione di De Pieri.
Poi è stato ancora DePi ad involarsi, a liberarsi in area con un dribbling stretto sul suo marcatore, costretto ad atterrarlo.
Rigore e conclusione implacabile dello stesso giocatore.
La partita sembra essere in discesa, ma non è così. Nel secondo tempo il Genoa mostra di avere molti giocatori magari non bellini, ma veri, pronti, e mentre noi ci produciamo solo in attacchi sterili, loro la ribaltano definitivamente.
Adesso in classifica ritorna tutto in discussione, ma questo è il meno: sono le prospettive di alcuni di questi giocatori che sembravano interessanti a rischiare di venir ridimensionate. Forse alcuni genoani meno famosi potranno avere più chance nel calcio vero.
Non darò pagelle, ma mi limito a dire che mi sono piaciuti abbastanza i terzini (Dalla Mora e Jean), Venturini a centro campo e De Pieri, di gran lunga il migliore, davanti.
Il mio pupillo Lavelli questa volta ha fatto solo benino e non è riuscito a incidere.
Under 17: Atalanta – Inter 0-2 (‘Cerpe’, ‘Mosco’)
Questa partita ovviamente non l’ho vista, per la concomitanza con altri match, ma ne ho parlato con alcuni giocatori nel dopo gara e sostanzialmente risulta confermata l’opinione che mi ero fatto da tempo.
L’U17 non è una squadra fortissima in assoluto, ma si tratta di un gruppo che una volta trovato l’assetto e l’equilibrio ideali con il tempo, dopo anche il periodo degli esperimenti iniziali, può dire la sua forse con tutti, tranne il Milan.
A Bergamo la squadra ha sempre controllato la partita, guadagnandosi il vantaggio nel primo tempo con il centrocampista Cerpelletti e poi mettendo al sicuro il risultato con il gol di Mosconi.
Era una squadra finalmente quadrata, con un solido 442 che vedeva sue centrali di centro campo: Mantini e Cerpelletti, a destra stava Mancuso che ovviamente aveva possibilità di accentrarsi e Iddrissou a sinistra, che si scambiava con El Mahboubi (poi Moressa) nel ruolo di esterno e di seconda punta.
Questa squadra è staccata 14 punti dal Milan, ma con i punti fatti, nell’altro girone sarebbe seconda a soli due punti dalla juve.
E certamente ha lasciato parecchi punti per strada prima di trovare il giusto equilibrio che è garantito dalla crescita di alcuni giocatori e soprattutto dallo schieramento di due centrali di centrocampo come il nazionale Mantini e il bravo e combattivo Cerpelletti.
Anche la soluzione di Verre terzino sinistro e lo schieramento in mezzo alla difesa di Bovio (2008) e Kamgasniemi, nazionale della forte Finlandia U17 ha contribuito a dare solidità alla squadra.
Staremo a vedere si i ragazzi sapranno crescere ancora e soprattutto dare continuità si loro progressi.
I talenti, potenziali, non mancano.
Ecco la formazione:
Taho
Ballo, Kangasniemi, Bovio, Verre (Sorino)
Mancuso, Mantini, Cerpelletti, Iddrissou (Kukulis)
Mosconi (Tassotti), El Mahaboubi (Moressa)
In panca: Michielan, Luchetti, Stante, Rovere, Umanes, Gomes.
Under 15: Inter – Feralpi 5-0 (Nese 2, Rocca, Dade, Benatti)
Davvero un’ottima partita dei nostri Under 15 anche se bisogna tener conto della levatura non troppo impegnativa degli avversari.
A due giornate dal termine conduciamo con due punti sul Milan ma ci aspetta una dura trasferta a Udine, mentre i rossoneri saranno impegnati in casa contro il Cittadella, ultimo.
Poi la grande conclusione con il derby che deciderà del primato
Formazione:
Galliera (21′ st Sebastiani)
Masetti (14′ st Benatti), Donato, Evangelista, Rocca (21′ st Tosolini)
Nese (Donati), Pannuto, Piva (14′ st Carboni)
Calò (14′ st Salviato), Limido
Matarrese (14′ st Dade Lombardi)
A disposizione: Puricelli.
Di fatto non c’è stata mai partita, per la netta superiorità dei nostri.
Mi sono molto piaciuti i soliti Evangelista (un centrale forte e ‘pulito’); Pannuto che non ha molto fisico ma sa giocare a calcio con fosforo e piedi ed è il play della squadra; Limido, un centrocampista di sostanza e qualità; e Dade, autore di un gol strepitoso per potenza ed acrobazia.
Ma il migliore è stato probabilmente Nese, non solo per i due gol (di cui uno con una conclusione estremamente pregevole) ma perché abbina fisico e buona qualità.
Bene anche i due terzini, con Rocca che conoscevo poco, ma mi ha impressionato per la spinta.
Non giudicabili Sebastiani e Carboni, da me molto attesi per motivi… di parentela.
Under 16: Inter – Feralpi 3-1 (La Torre, Franchi, Carrara)
Formazione:
Farronato (Dorigo)
Lissi, Medina, Peletti (Pavan), Suppa (Pirola)
Grisoni, La Torre (Moranduzzo), Orlacchio (Leoni), Virtuani
Carrara, Franchi (Gjeci)
Come si sa, questa squadra è molto forte: ha vinto lo scorso campionato e comanda la classifica con 9 punti sul Monza e 10 su Milan e Atalanta.
In questa partita poteva fare ancor meglio, ma due giocatori chiave, Grisoni Fasana e Virtuani si sono espressi leggermente al di sotto di quanto ci avevano abituati, forse un po’ di stanchezza.
Grandissima prestazione di Lissi e del solito La Torre, che mi incanta sempre più. Sempre pericolosi Carrara e Franchi (quest’ultimo è un po’ esile, ma ha il fiuto del gol e fa i movimenti giusti).
Positiva la prestazione di tutti gli altri.
Luciano Da Vite
Alcune considerazioni sparse.
Il match è stato sostanzialmente dominato e questo….mi consola. Temevo un calo più netto che sembra non esserci (in questo giocare un match a settimana aiuta…vero Juve?). Lo dimostrano le statistiche del match ma anche l’atteggiamento nostro e quello degli avversari. Non hanno mai fatto nemmeno un cross pericoloso e hanno segnato su uno svarione clamoroso del nostro portiere su una sorta di passaggio centrale.
Io credo che gli episodi incidano: diversi match li abbiamo vinti tanto a poco (spesso a zero) perchè avevamo avuto la bravura (ma serve sempre anche un pizzico di fortuna) di aprire la scatola abbastanza presto. E li, non ppena gli altri sono costretti a spostare il pullman, li abbiamo ammazzati. Sarebbe potuto accadere anche lunedì se nei primi 20 minuti fossimo passati in vantaggio come avremmo certamente meritato. A Udine non abbiamo concretizzato quanto prodotto nel primo tempo: sia a causa di paratone del portiere avversario sia a causa di una maggiore imprecisione dei nostri, sia nei tiri sia in fase di finalizzazione (anche se poi nei due gol c’è comunque il loro zampino).
Su questo punto io sono sempre stato concorde con il mitico Osvaldo Bagnoli secondo cui le punte condizionano (in bene e in male) tutta la squadra. Molto molto più di ogni altro giocatore. Oggi i nostri due punteros sono in fisiologica fase calante e quindi si fa un po’ più fatica. Vero che compensiamo con i gol degli altri (qui bravissimo Inzaghi) ma è normale che “gli altri” difficilmente possano garantireil bottino degli attaccanti. Soprattutto in squadre che di punte ne hanno in campo due come noi (ormai non la maggioranza dei team).
Cosa si può fare per migliorare la squadra? Io vedo due necessità
La prima rinforzare il reparto d’attacco dietro la Thula. Sanchez non è più una punta ma …. a centrocampo non può giocare: anche a Udine ha mostrato di non avere i tempi e l’accortezza di un centrocamposta perdendo un pallone sanguinoso che rischia di far tirare in porta pericolosamente i friulani al 97esimo. Meglio avere un centrocampista/trequartista vero per fare …..quel ruolo. Arna ha confermato di essere soggetto a infortuni ed, inoltre, è decisamente poco mobile senza avere la classe ….di Dzeko. Acquisto per me sbagliato (non lo dico certo da oggi). Questi due ci potevano costare caro se Thula non avesse vissuto una stagione pazzesca (solo ora stanno rifiatando).
La seconda provare ad inserire un paio di giocatori con dribbling e tiro da fuori. Il bilan soffre meno le barricate perchè Leao e Theo, ma non solo loro, sono dribblomani che saltano uomo e fanno saltare le marcature rigide italiane. Proprio perchè siamo in Italia, questo fatto aiuterebbe in molti match riducendo le fatiche della squadra. Capisco che non è gente da 352 ma avere in panchina qualcuno che sappia saltare l’uomo mi renderebbe più tranquillo quando si decide, per sbloccare il risultato, di inserire il trequartista. Anche tiratori da distanza sono utili per aprire le scatole: a parte Chala i nostri tendono a volere entrare in area con il pallone. Con spazi stretti non è semplice. Zelinski, se è vero arriverà, rappresenta una soluzione intelligente.
Chiudo sul tema atteggiamento offensivo o meno. Io sono d’accordo al 100% che serva equilibrio. Quello che contesto è il “come” molte squadre italiane interpretano questo equilibrio. Io vedo una diffusa propensione, perchè insito nella nostra cultura calcistica di cui Allegri è il presidente onorario, ad usare “sempre” un approccio sparagnino che rende i match noiosi e bloccati.
Inter e Juventus, come scrivi giustamente, partono grosso modo alla pari per forze che possono mettere in campo. Però se si guarda ai due match contro di loro, io ricordo una squadra che gioca chiusa a riccio e un’altra che tiene palla per l’80% del tempo cercando di scardinare il muro. Ma questo atteggiamento lo si vede in molti altri match. Qual è il risultato? Che il ritmo è spezzettato, si chiedono (e ottengono) molti falli per “caduta” al solo scopo di guadagnare tempo, i palloni laterali spariscono sempre, ecc. In sostanza poco gioco effettivo che inevitabilmente paghiamo, come movimento e come nazionale, quando si gioca a ritmi più sostenuti anche contro avversari tecnicamente meno dotati. Ma che sono abituati a passare il pallone avanti, a proporsi, ad accettare l’1vs1, ecc.
Fortunatamente la scuola sta cambiando e ora anche qui ci sono sempre più esempi di tecnici che preferiscono giocarsela di più che non significa andare allo sbaraglio stile Zeman ma nemmeno rinunciare per principio a giocare sperando solo ed esclusivamente nel guizzo individuale o nel gol da calcio da fermo.
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Da “italiano” confesso che quando vedo il Liverpool prendere gol in contropiede su corner a favore al 120esimo in FA cup contro il ManU o il City ieri sera prendere gol su ripartenza da Rodrigo quando sono sul 1a1 e hanno appena subito il pari, la prima reazione è “ma guarda che polli, basta essere più accorti e il gol non lo prendi”.
Poi però penso a come hanno vinto e costruito e loro carriera, Guardiola e Klopp, ricca di trofei: e vedo un atteggiamento volto ad imporre tendenzialmente il proprio gioco (che non vuol dire non voler mai fare un cambio conservativo o mai chiedere alla squadra di arretrare per “porzioni” di match…lo fanno, eccome se lo fanno) perchè sanno, altrimenti sarebbero sciocchi e non credo lo siano visto quel che hanno vinto e contro chi lo hanno fatto, che i vantaggi sono maggiori dei rischi.
E questo atteggiamento li ha portati a fare match incredibili, a fare rimonte pazzesche, a vincere molti titoli. Quindi mi dico che il pollo sono io quando, di fronte ad un caso isolato, mi ritiro subito dietro l’italianissimo approccio del non prenderle sperando poi in qualche colpo di fortuna.
Nel calcio moderno le barricate pagano di meno: ci sono molti più rigori, palloni leggeri che consentono più gol da fuori, i 5 cambi che danno un vantaggio alle squadre più forti, ecc. Non è, di nuovo, un caso per me che questo periodo storico coincida con il peggiore della storia del calcio italiano sia a livello di club (vero il gap economico ma almeno qualche europa league sarebbe arrivata..) e della nazionale.
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Guardiola e Klopp hanno costruito la loro carriera di allenatori guidando sempre squadre fortissime, che avevano uno strapotere tale da poter attaccare come gli indiani. Vorrei vederli ad allenare il Frosinone attaccando a tutto spiano contro il Real o il City.
Non esiste un gioco migliore di un altro, se non per il divertimento (spesso altrui). Per il risultato esiste il gioco migliore per affrontare quella precisa situazione, quel preciso rapporto di forze.
Chi chiude gli spazi ne riparte, non rinuncia ad attaccare, attacca nel modo che le sue forze gli consentono. E gioca comunque per vincere.
Ci riesce raramente? Certo, ma se accettasse il confronto in campo aperto, non solo non ci riuscirebbe mai, ma andrebbe incontro a tremende goleade.
Capita invece che chi attacca in modo totale vinca meno di quello che le sue forze gli permetterebbero con un gioco totalmente offensivo (se sei più forte devi fare un gioco un po’ offensivo, perché sono gli altri che te lo impongono ritirandosi)
Chi sceglie di aspettare e ripartire punta a vincere, con i mezzi di cui dispone. E con tanto realismo
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Milan, Pioli: “Real-City? Non siamo distanti” C’è anche chi quella partita l’ha vista in modo diverso…
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Il futuro dell’Inter si gioca in questi giorni, perché p un questi giorni (e anche prima…) che si gettano le basi per le trattative di mercato.
Oltre a Taremi serve assolutamente almeno un altra punta di qualità (non una quinta punta, per intenderci), posto che uno tra sanchez e Arna dovrebbe restare (e fare lui la quinta punta).
A centrocampo potremmo essere a posto con Zielinski, ma visti gli impegni se riuscissimo a scovare un giovane interessante a prezzo abbordabile, per fare il settimo in una stagione lunghissima, non guasterebbe. A Fabbian farei fare ancora un anno in prestito. E’ un 2003, se arriva all’Inter a 22-23 anni con già una buona esperienza, va bene.
In difesa la cosa più urgente è l’alternativa a Acerbi, considerando l’età e il fatto che anche l’altro centrale non è giovanissimo.
In difesa i miei preferiti sono Kim e Bongiorno, ma temo siano inarrivabili. Sulle ‘candidature’ straiere, soprattutto se vengono da squadre che seguo poco, non mi pronuncio. dare giudizi su una o due partite viste in tv è troppo rischioso, anche per un semplice tifoso
Però so le caratteristiche che il giocatore deve avere che devono ricalcare quelle del sostituendo Acerbi: deve saper giocare, ovviamente e questo lo decideranno i dirigenti, ma soprattutto deve essere sul metro e novanta ed essere dirompente sull’uomo in marcatura.
Per questo, poi magari si rivelerebbe un fenomeno (mi sono sbagliato mille volte) non vorrei Hermoso (1,82 secondo transfermarkt).
C’è poi da vedere la sorte di Dumfries: pensando anche all’età di Darmian Buchanan da solo non basterebbe e quindi servirebbe un terzo capace di fare le due fasi da esterno, considerando anche che Darmiian in alcune occasioni potrà essere utilizzato come braccetto.
Oltre ai due già presi servirebbero quindi 3-4 altri arrivi, di cui almeno uno (il centrale) dovrebbe essere un top, se non come fama, almeno come rendimento.
Questa per me la situazione ideale. Poi c’è il problema dei soldi…
A questo prposito splendida la risposta di un ex giocatore, tra l’altro non nostro, (non ricordo il nome) allo sciacallo sacchi, nei confronti delle sue…riflessioni del resto provo da tempo sincera pena
Il valore dell’impresa Inter è valutato dalle banche attorno al miliardo e oltre. Su questa base le banche hanno dato al proprietario (non all’Inter) un ingente prestito che è coperto con abbondanza dal valore dell’azienda.
Io come proprietario di un’azienda ho tutto il diritto di chiedere (e ottenere) dalle banche un prestito per accrescere la competitività della mia azienda.
E’ il principio base dell’economia di mercato (o liberale, o capitalista, fate voi): io devo solo garantire la copertura di tutti gli obblighi finanziari connessi all’attività dell’azienda. Poi se il mio investimento è giusto, ci guadagno io, se è sbagliato ci perdo io. L’importante è che l’azienda non vada in fallimento. ma se pago puntualmente tutto ciò che devo pagare, questo non può accadere.
Tra l’altro non tutto il prestito ottenuto da Steven è stato usato per l’Intere, se sommiamo il prezzo d’acquisto della società - quella di ET per intenderci – al debito contratto, e se il valore della società è superiore a 1000 milioni, credo (ma è solo una curiosità) che alla fine la proprietà non ci perderà, anzi.
E nel frattempo la proprietà ha reso famosi i suoi brand nel mondo.
Confesso di non capire molto di finanza, ma mi chiedo: dov’è lo scandalo?
Nella mente dei sostenitori, delusi, delle altre squadre, annichiliti dallo strapotere esercitato dai nerazzurri negli ultimi 4 anni
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Sacchi dice che vincere facendo debiti significa barare. E’ incredibile la faccia come il …. e, aggiungo, l’ignoranza di certi presunti addetti ai lavori che rilasciano interviste che i nostri mediocrissimi organi di informazione riportano come fossero pareri auterovoli di persone preparate che fanno analisi accurate e professionali. Vorrei ricordare ai nostri fratelli più giovani che giustamente (e aggiungo beati loro) non hanno vissuto l’epopea del Milan degli olandesi che Berlusconi per allestire quella squadra in sole due stagioni acquistò i seguenti giocatori nessuno dei quali a parametro zero ma pagando per intero il cosiddetto cartellino:
1986/87 Giovanni Galli (che per lo più fece panchina), Dario Bonetti (fece solo panchina), Roberto Donadoni, Stefano Borgonovo (panchina), Giuseppe Galderisi (panchina), Daniele Massaro (panchina e l’anno dopo prestato gratutamente alla Roma)
1987/88 Carlo Ancelotti, Daniel Borghi (mai visto il campo), Ruud Gullit, Marco Van Basten
In soli due anni Berlusconi acquistò calciatori che ai giorni nostri varrebbero una cifra non inferiore a 500/600 ml di euro. Pochissimi anni dopo, quando vi era il limite di schierare in campo massimo tre stranieri, ne aveva in rosa ben sei tutti di primissimo piano, alcuni dei quali addirittura palloni d’oro. Berlusconi per far vincere il maestro di Fusignano spese delle cifre mai viste in precedenza neanche lontanamente. Vi era una sproporzione di forza economica tra quel Milan e gli avversari oggi inimmaginabile. la Juventus di Gianni Agnelli, rispetto a quel Milan, sembrava una piccola provinciale. Certo … a quel tempo non si parlava di debiti, il fairplay finanziario era inimmaginabile. C’era il proprietario che metteva i soldi di tasca sua ed era libero di indebitarsi fino all’infinito o di pompare tutto il suo denaro privato sulla squadra. Se però, come il vate di Fusignano vorrebbe intendere, volessimo una competizione tra squadre che hanno forze economiche paragonabili in modo tale che la sfida sia equilibrata e si veda veramente chi è più bravo e non chi è più ricco, bè! ….. allora la sproporzione e il disequilibrio che vi fu nel suo periodo d’oro è molto ma molto ma molto più elevato di quello che c’è oggi. Come sempre gli accade negli ultimi anni ha perso l’ennesima occasione per stare zitto e non diro enormi inesattezze. Per non dire enormi cazzate.
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Sacchi è un bollito e si conferma tale.
L’Inter come società ha dei debiti (non esiste solo il bond di Oaktree ma anche quello societario di 400 e rotti milioni) ma se paghi e trovi che lo finanzia ovviamente si va avanti. Credo che anche altre società li abbiano, nessuno (o quasi) lavora senza una posizione debitoria.
Piuttosto il tema della parità competitiva andrebbe rivolta all’Uefa. Il gap economico tra campionati cresce sempre di più e rischia di rendere la massima competizione europea un torneo tra pochi eletti, soprattutto se i sorteggi non si divertiranno più a proporre incroci tra squadroni sin dai primi turni eliminatori.
Ciò detto credo che proseguire il percorso di risanamento economico sia necessario per assicurare, innzitutto, stabilità all’Inter. Indipendentemente da chi sia la proprietà.
Certo, la sfida di restare competitivi ed economicamente equilibrati è diffiicile ma io credo che, stando così le cose, un ciclo di successi in Italia sia obiettivo realistico. Raggiungere, e magari vincere, la CL resta inveceun sogno molto difficile da realizzare visto il gap economico rispetto ai top team europei.
Il bilan su questo fronte temo purtroppo sia un po’ più avanti di noi visto che ha tagliato prima. Comunque il livellamento di forze economiche offre buone chance se si è bravi
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Il direttore sportivo Marino:
“A livello di spettacolarità non c’è paragone tra quanto offerto l’altra sera dalle squadre di Ancelotti e Guardiola, rispetto ai match in cui sono impegnati i nostri club – afferma -. Detto questo, non dobbiamo dimenticare che il calcio italiano è al primo posto nel Ranking Uefa per nazioni, e questo è dovuto alla bravura dei nostri allenatori, in particolare dei più giovani: sono stati capaci di surrogare i potenziali tecnici delle squadre con studi tattici accurati, anche se questo, inevitabilmente, si è tradotto in una minor spettacolarità”.
Dossena (non un tifosotto) “solo l’Inter può giocarsela alla pari con il liverpool”: Liverpool Atalanta 3-0.
Ora intendiamoci bene. Io non faccio nessuna crociata contro il gioco offensivo. Anzi, mi diverte molto. Nelle situazioni in cui ce lo si può permettere.
Però nonostante le valanghe di milioni in più che le squadre inglesi soprattutto ma anche spagnole possono impiegare, non credo affatto che siamo molto distanti da quei livelli.
Real City sarà stato uno spettacolo, ma noi col Ciry abbiamo giocato alla pari. Ed è finita 1-0 per alcuni nostri errori clamorosi in fase conclusiva. Però City Inter è stata partita vera e avvincente come City Real.
Ranieri ha vinto un campionato in Inghilterra guidando una squadretta.
Ancelotti in Italia veniva considerato (ed era) un difensivista accorto, non certo un offensivista spumeggiante.
Però dipende dalla macchina che devi guidare: fa tutta la differenza del mondo.
Non difendo neppure il cosiddetto catenaccio, che per altro non esiste, non può esistere ed è solo un falso storico. Non difendo il difensivismo.
Lo considero un’arma a disposizione di chi è palesemente inferiore e deve cercare di limitare i danni, condizione principale per poter far male ripartendo.
Se la mia squadra sfoggia uno spettacolare gioco offensivo e vince sempre o quasi sono felicissimo.
Se la mia squadra per vincere deve avere un atteggiamento tattico più accorto, e così vince, sono ugualmente felice.
Purtroppo sono un tifoso.
Fossi un appassionato alla ricerca di bellezza sarei indiscriminatamente per il gioco offensivo: le partite che finiscono 3-3 mi entusiasmerebbero, invece così mi entusiasmo di più se la mia squadra vince 1-0 in contropiede.
Riconosco però che chi vince giocando offensivamente ha più pubblico, più introiti pubblicitari, quindi accresce ulteriormente la sua forza.
Ho delle convinzioni che sono certamente bislacche, ma sono le mie e le esprimo.
L’Inter ha rifilato 4 gol all’Atalanta. L’Atalanta ha vinto a Liverpool 3-0.
La proprietà transitiva nel calcio non conta: ogni partita fa storia a sé.
Ma ogni partita ha la sua storia pregressa.
Quando ho scritto che fare bene in campionato e in CL, in Italia, è quasi impossibile, sono stato sbeffeggiato. Ma per i motivi espressi dal direttore Marino (e per altri motivi che finalmente ho letto non so dove in questi giorni; nel campionato italiano c’è più pressione, più stress) continuo a credere che il campionato italiano sia molto più logorante degli altri.
Per questi motivi e anche perché noi non possiamo permetterci rose megagalattiche o di acquistare quindicenni a 70 milioni sono convinto che avere continuità nella stagione da noi è più difficile che per City, PSG, o Real..
Io non credo, come qualche buontempone mi ha attribuito, che l’Atalanta abbia vinto a Liverpool perché ha scherzato in campionato e ha fatto finta di giocare. Ma credo che se l’Atalanta avesse giocato tutte le partite alla morte (psicologicamente prima che fisicamente) perché in lotta per il primato, a Liverpool non avrebbe vinto. Non così
E credo che l’Inter se avesse affrontato l’Atletico staccata in campionato di una ventina di punti e con al passivo una decina di sconfitte, avrebbe superato il turno.
Così come credo che se lo scorso anno avesse condotto un campionato di testa non sarebbe arrivata in finale di CL.
Tutte cose che non si possono dimostrare perché nel calcio la controprova non esiste..
naturalmente se anche le mie idee avessero un qualche fondamento, resta il fatto che ogni regola può avere un’eccezione e dunque ogni tesi esprime solo linee di tendenza.
In astratto penso che le migliori squadre italiane se la giocherebbero contro chiunque con buone possibilità se arrivassero allo scontro nelle medesime condizioni di…usura.
Non vedo questa inferiorità del nostro calcio, non per patriottismo (figuratevi che non guardo le partite della nazionale maggiore perché mi annoio).
O meglio, riconosco che alcune (poche) squadre estere sono più spettacolari e divertenti (soprattutto perché possono permettersi di prendere tutti i migliori campioni) ma non tanto più competitive delle nostre migliori.
E penso che il calcio vero contempli anche il tatticismo come arma da sfruttare. Quando serve può addirittura diventare determinante.
Ultima considerazione: non credo al ‘comunismo nel calcio’. Eppure mi considero un ‘comunista utopista’. Ma l’uguaglianza delle condizioni di partenza per cui vinca il migliore esiste solo nei sogni, nelle utopie.
Magari mia figlia disoccupata a 45 anni avesse avuto le stesse opportunità dei figli di Agnelli e …chi è più bravo si fa valere di più…
No, viviamo nel sistema capitalistico dove chi è ricco diventa sempre più ricco e chi è povero è bravo se riesce ad arrabattarsi e sopravvivere. Alcuni nati poveri riescono a vivere…come l’Atalanta.
Non ho nessun rancore verso chi può spendere quello che vuole.
Faccio un esempio: noi prendiamo Zielinski a zero ed è un colpaccio. La juve se prende Koopmainers a 40 milioni prende un giocatore ancora migliore. Beati loro che possono.
Ma allo stesso modo se il mio presidente ritiene di poter investire centinaia di milioni nella squadra, supportando ogni anno ingenti passivi di bilancio, e lo fa facendosi prestare dei soldi dalle banche, sono fatti suoi e…gioia mia.
Del resto se c’è chi trova un presidente disposto a sobbarcarsi oneri ingenti e non vuol cedere nonostante i debiti, mentre altri non riescono a trovare simili magnati, un motivo ho il sospetto che ci sia.
Così come sul lato opposto, se il campionato inglese produce più soldi dalle tv e ha maggiore audience mondiale è normale che attragga maggiormente i magnati della finanza.
Non mi conviene, eppure sono contrario alle regole del FFP, che ritengo illiberali e liberticide
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Della serie consigli per gli acquisti.
Io un pensierino e anche qualcosa di più su Spinazzola a cui scade il contratto con la Roma e si prenderebbe a parametro zero lo farei. Contro: come età è un po’ in la ma non più di tanto (è del ’93 … abbiamo fatto di molto peggio), è purtroppo per lui soggetto a infortuni. Pro: quando sta bene è molto ma molto forte (ieri sera contro il Milan l’ho visto veramente bene), è versatile e può giocare indifferentemente a dx e sx, penso che non servirebbe un ingaggio pesantissimo.
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Dimenticavo un pro molto importante per noi su Spinazzola. Quando sta bene ha buonissima capacità di saltare l’uomo, dote del tutto sconosciuta a nostri giocatori ad esclusione di Thuram.
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Tutto può essere ma se ben ricordo questa discussione nacque intorno ad Allegri.
Quando scrivi, e io concordo, “il catenaccio lo considero un’arma a disposizione di chi è palesemente inferiore e deve cercare di limitare i danni, condizione principale per poter far male ripartendo”, mi domando: la gobba è inferiore al 90% delle squadre italiane considerando che quasi tutti i match, o comunque una parte preponderante di essi, li gioca così? Con la Fiorentina, per restare all’ultima partita, dopo aver segnato è stato imabarazzante…ultimo esempio di una lunga serie.
Sul fatto che il campionato italiano sia più logorante non lo so ma, parere personale, non concordo.
Il calcio è capitalista, senza dubbio: lo è sempre stato e ora, con i costi lievitati all’inverosimile, lo è sempre di più. Basti vedere l’albo d’oro del campionati: in A 3 squadre la fanno, da sempre, da padrone. Tre suqadre che hanno sempre speso più di altre tranne in rari casi (lazio di Cragnotti e Roma di Sensi che sono poii di fatto fallite).
Ora altri campionati hanno molti più soldi di noi: con i soldi tendenzialmente attiri gente di maggiore qualità fisico/tecnica. E laddove aumenta tale qualità, per me, è più diffiicle primeggiare. Quindi, sempre per me, è un campionato più difficile/logorante.
Non avremo mai la controprova, ma sono ragionevolemente convinto che i top team inglesi su 38 partite da noi finirebbero per prevalere praticamente sempre. Diverso è il singolo match influenzato da mille fattori a partire da infortuni e motivazioni (sono curios di vedere il ritorno a Bergamo che atteggiamento avranno le due squadre).
Sul tema del ritmo io, che seguo abbastanza la premier e in parte la Liga, vedo differenze enormi rispetto all’Italia. Certamente la qualità influisce perchè è indubbio che sia più facile far giocare a ritmi elevati Sakha e Odegard rispetto a Madragora e Beltran, però questo è quello che vedo.
Praticamente nessuno fa quella melina irritante fatta di perdite di tempo costante e spezzettamente del gioco che vedo, invece, in molti campi nostrani. Meglio farla per strappare un punto? Può essere ma, per me, alla lunga la paghi. E la nazionale di calcio è li a dimostrarlo.
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Kelle, a me Spinazzola piace moltissimo, ma credo che da anni abbia pochissima continutàper motivi di fragilità fisica.
Ci sono delle affermazioni sulle quali si può discutere e altre sulle quali è palesemente inutile perché non si tratta di vere affermazioni ma di esagerazioni volute per fini dialettici, di iperboli, insomma.
Una di queste è certamente l’affermazione secondo cui Allegri alla guida della juve (e prima del Milan) avrebbe un atteggiamento di difensivismo a oltranza nel 90% delle partite che disputano le sue squadre.
Una cosa non si può negare: che rispetto per esempio alla ‘liquidità’ di Inzaghi per cui i difensori sono spesso attaccanti a sorpresa (vedi i gol dei braccetti in qualche caso su assist di un altro braccetto), gli esterni finiscono spesso per fare le punte (quante volte abbiamo sentito Inzaghi dire a Dumfries di accentrarsi quando una punta cerca spazio a sinistra e quante volte abbiamo visto anche di recente, Di marco in posizione di centravanti o addirittura più a destra….) e gli attaccanti arretrano sulla linea dei difensori mentre i centrocampisti a volte si trovano addirittura dietro (vedi il recupero di Mikhi a Udine), rispetto a questa liquidità, dicevo Allegri pratica un gioco più posizionale.
Che non significa più difensivo o almeno non nel senso esagerato che si vorrebbe far credere.
Perché se tu attacchi con 2 punte e 4 centrocampisti (o 3+3) attacchi con sei uomini; se attacchi con una punta, due esterni, un braccetto e due centrocampisti, attacchi sempre con sei uomini.
Nel secondo caso hai il vantaggio del fattore sorpresa e ‘scombussolamento’ ma devi avere la squadra sempre al top (fisico e soprattutto mentale)per garantire i rientri compensativi che devono essere attuati con un sincronismo totale.
In più devi avere …i Mikhi (non a caso il più presente) che legge in anticipo cosa può succedere in campo. E questa non è una caratteristica di nessuno dei centrocampisti juventini. Tutti forti ripeto, ma tutti monocordi e un po’…gnucchi
Posto che nel calcio moderno le squadre sono tutte corte, per cui non si possono immaginare due attaccanti davanti, isolati (tra l’altro verrebbero messi automaticamente in fuori gioco) né 4 difensori bloccati ai limiti della propria area e 4 centrocampisti agire in pochi metri a cavallo della linea mediana, è evidente che ad attaccare possano essere gli uomini istituzionalmente deputati a questo (per esempio le due punte e i quattro centrocampisti e raramente i difensori) e la fase difensiva possa essere affidata quasi esclusivamente a difensori e centrocampisti, oppure si può immaginare un sistema più fluido, di interscambi (sarebbe tra l’altro il cosiddetto calcio totale di Cruijff).
Premesso che stiamo discutendo di sottigliezze, perché anch’io se ho i mezzi (gli uomini) per sostenerlo preferisco il calcio fluido se attuato nelle condizioni per cui possa portarmi alla vittoria (e infatti a differenza di altri io sono soddisfattissimo del rendimento oltre che del gioco dei nostri anche negli ultimi tre anni) e quindi che preferisco attualmente Inzaghi e i suoi sistemi a Allegri e i suoi, tuttavia non penso che uno sia il diavolo e l’altro l’acqua santa.
Perché sono due sistemi di cui non c’è uno giusto e l’altro sbagliato.
Dipende da un’infinità di variabili: ne cito solo alcune: le caratteristiche della rosa (tecnica, potenza, velocità sul lungo e sul breve, resistenza, intelligenza calcistica, ecc), dal tipo di competizione (resto dell’idea che se tutti devono fare il centravanti e il libero tutti spenderanno di più che se giocano più di posizione: quindi il gioco liquido è solitamente straordinario per vincere gare importanti e competizioni brevi, deve essere valutato attentamente in relazione alle forze di cui si dispone, nelle cosiddette maratone).
In che senso allora io continuo a ‘temere’ Allegri: nel senso che lui mi pare più adatto di altri a tener in gara QUESTA juve, dove ci sono diversi ottimi giocatori e grandi campioni muscolari, forti nella progressione, ma pochi giocatori dal tocco sopraffino e dalla notevole intelligenza tattica.
Sotto questi ultimi due profili non c’è un loro giocatore che preferirei ai nostri tre centrocampisti, a Di Marco, allo stesso Darmian, a Pavard e, naturalmente, a Bastoni.. Forse non hanno neppure un De Vrji.
Hanno giocatori forti, ma non con queste caratteristiche (forse un paio di attaccanti giovani, interessanti ma non ancora in grado di prendersi la squadra).
Avrei un’enorme timore di una juve guidata, come è probabile, oltre che da Giuntoli, da T. Motta, ma perché so che loro hanno i soldi e le…complicità più o meno lecite, per assicurasi giocatori che stravolgano la struttura e le caratteristiche della rosa attuale.
Faccio un solo esempio: se prendono un simil Koopmeiners e un simil Zirkzee, magari torna Soulé e ‘trovano’ almeno un difensore o un esterno molto tecnico oltre che forte fisicamente, già la situazione cambia.
Quindi la mia opinione è: mi tengo Inzaghi che con la squadra giusta ottiene risultati e diverte, ma so che anche Allegri, credo lo abbia dimostrato, con la squadra giusta può fare molto bene, soprattutto in competizioni come il campionato.
La squadra giusta non è un dettaglio secondario, perché Inzaghi alla Lazio non ha ottenuto risultati eclatanti né in campionato né tanto meno in CL e perché con questa juve non hanno ottenuto risultati neppure Sarri e Pirlo, non solo Allegri, quindi forse un motivo c’è.
Del resto anche allenatori ben più famosi di Allegri in alcune annate, senza la squadra giusta, non hanno ottenuto risultati soddisfacenti.
Sul fatto se il campionato italiano sia più logorante o meno, riconosco che la maggior parte almeno dei giornalisti è convinta del contrario. Io invece ne sono convintissimo e nell’intervento precedente ho riportato due pareri, minoritari, di esperti che la pensano come me e spiegano perché il nostro è estremamente stressante: Perché grazie – o per colpa – del tatticismo quasi ogni partita è a rischio e quindi se vuoi vincere non puoi avere NESSUNA giornata in cui ti rilassi; e perché da noi c’è una pressione assolutamente maggiore che altrove.
Non lo dico io, lo dicono alcuni esperi e persone (minoritarie numericamente) che hanno giocato nei due campionati
Poi io ho citato dei fatti: un anno l’Inter ha perso lo sudo per aver cercato di andare in fondo in CL; l’anno dopo per arrivare in fondo in CL ha subito 12 sconfitte in campionato.
Ma c’è arrivata.
Quest’anno sta battendo tutti i record in campionato, ma è uscita in CL.
L’Atalanta ha vinto a Liverpool, ma è staccata di 32 punti in campionato.
Se fosse a lottare per il primo posto, credo che non avrebbe vinto a Liverpool.
Per lo stress di ogni partita e anche per il dispendio che un gioco liquido come il nostro e come quello di Gasp, può comportare.
Questo significa che va preferito l’altro gioco? No, perché questo gioco ci sta tenendo al top in Italia e in Europa e sta elevando la considerazione universale che si ha di noi. Quindi anche gli introiti.
Significa solo che tutte le soluzioni, anche le più efficaci hanno dei punti deboli e io in questo caso penso che per ovviarvi si debba il più possibile incrementare la rosa.
Se non sarà possibile pazienza.
Ma pensando che con questo gioco (anche con un …altro sistema, anzi ancor peggio) si possa puntare a vincere tutto (che non significa vincere, solo puntare), per me si commetterebbe un errore.
Ecco perché dico: puntiamo su un obiettivo fondamentale e cerchiamo di fare del nostro meglio negli altri, oppure proviamo a costruire una rosa di 25-27 titolati più 2-3 giovani.
Se non è possibile ci accontenteremo e se i risultati saranno quelli degli ultimi 4 anni…sarà un bell’accontentarsi
NB. “L’Inter rimane al sesto posto nella classifica Uefa per club, che vede sempre il Manchester City in testa con 146.000 punti, seguito dal Bayern Monaco a 139.000 e dal Real Madrid con 127.000. Quarto il PSG (113.000), quinto il Liverpool (112.000) e sesti i nerazzurri a 101.000.
Solo due squadre inglesi ci precedono, ma certo, qualunque squadra inglese nel nostro campionato vincerebbe tutte e 38 le partite.
Del resto il liverpool l’ha appena dimostrato. Ma anche noi co Liverpool e col City siamo stati travolti
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Ogni opinione è lecita.
Però se a settembre la gobba è considerata la favorita su tutte è perchè forse, ha gli uomini per poter vincere il campionato. E se hai gli uomini forse si può praticare un gioco più idoneo a farglielo vincere. Uomini che dopo 3 anni e i (molti) soldi spesi è probabile abbia scelto lui.
Poi è così forte da preferigli…Inzaghi, Motta e altri che sono stati citati. Che hanno cv vuoti.
Ma chi se ne frega di Allegri. Per quanto mi riguarda può stare su quella panchina altri 100 anni. Basta non venga sulla mia.
Non ho mai detto che qualunque squdra inglese vincerrebbe 38 partite…ah proposito di esgaerazioni.
Se poi il campionato italiano è più stressante perchè lo dice la ….minoranza, va bene, ne prendo atto.
Io do il mio umile giudizio guardando le partite, non sulla base di ciò che dicono altri.
Chiedo a chi le guarda con una certa continuità di dare il proprio giudizio. Altrimenti ci si attacca a concetti astratti come è il più tattico – come se all’estero fossero tutti soloni e sempliciotti – ed è il più stressante.
Per cosa? La stampa? Basta ricordare su questo fronte che in Inghilterrà i tabloid distruggono un personaggio per ogni minimo fatto. Quindi forse la pressione è altrettanto, se non di più, alta.
Io credo che se si hanno più riorse si attirano i campioni. E con più campioni le difficoltà aumentano.
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Spero che il Milan acceleri il suo precorso virtuoso, magari cominciando subito a lasciar andare a parametro zero, per non pagare stipendi eccessivi, Leao Maignan e Theo.
Quanto a Allegri non si può far finta che il discorso sia su allegri, che anche a me importa come a Roberto.
La verità è che si confrontano due modi di vedere il calcio: l’uno, che io considero integralista, per cui il calcio iper offensivo è l’acqua santa e il calcio ‘speculativo’ il diavolo.
Io oggi se ci sono le condizioni (preciso:se e le condizioni sono tante) prferisco il calcio iper offensivo ( cum juicio) a quello più tattico.
Però non considero il secondo il male assoluto e credo anzi che in diverse situazioni paghi di più
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Il Milan, aimè (dico aimè da tifoso interista sfegatato quale sono), non ha bisogno di vendere Maignan Theo e Leao per due diversi motivi. Primo perchè nessuno dei tre va a scadenza nel 2025 e secondo perchè il percorso virtuoso l’hanno completato e la gestione economica ormai ha il pieno equilibrio economico-finanziario avendo chiuso l’anno scorso il bilancio in utile. Evidentemente gli americani hanno una filosofia del business diversa da quella dei cinesi (ed io sono contento che abbiamo come proprietario Zhang anzichè un fondo americano perchè pur nelle difficoltà continua a pompare denaro sulla squadra, cosa che gli americani non fanno). Poi magari se gli arriva un’offerta per uno di questi giocatori al limite dell’indecenza come è accaduto per gli 80 ml di Tonali l’anno scorso forse lo vendono e, per come vedo io il calcio oggi, farebbero bene. Nel calcio di oggi vedo solo un giocatore al di sopra degli altri che veramente quasi fa la diferenza che è Mbappè. Gli altri sono tutti sostituibili.
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Hai ragione, è così (purtroppo).
Ma è anche vero che i fondi americani non vogliono perdere denaro, quindi bilan fuori da CL subito incassa meno e…..spenderà meno.
Se uno sei loro top avrà offerta alta, partirà e prenderanno altri.
Se poi saranno bravi a pescare sarà un problema, altrimenti possiamo legittimamente sperare di restare favoriti. A me spaventaxla gobba per forza economica e giocatori che ha già. Se al posto di Allegri prendono un tecnico buono sarà dura
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sarà, ma io preferisco che loro sostituiscano i migliori e noi ci teniamo i nostri migliori
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Bastoni:
Ci racconta com’è nata l’Inter di quest’anno? Perché lo scambio di posizioni è un piacere e un anno fa non era così.
“Il mister ci ha suggerito l’idea di mobilità che si vede. Ma tutto ha origine dalla disponibilità e dall’atteggiamento mentale generale: se io vado in attacco, Lautaro o Mkhitaryan sanno che devono andare in difesa. Tutti difendono, tutti attaccano: c’è un codice che rispettiamo, sappiamo ciò che dobbiamo fare ed ecco che viene fuori l’Inter che vedete voi”.
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Palladino non ha dubbi: “Di Gregorio è un fenomeno, non lo cambierei con nessun portiere”.
Io di calcio capisco poco, altrimenti mi avrebbero preso per fare il direttore sportivo di uno squadrone. Di portieri ancora meno. Ma ho seguito tutta la crescita di DiGre, sin da quando era un pulcino, non alto e rotondetto. Ricordo di aver chiesto, quando erano allievi, al giaguaro castellini un giudizio su chi fosse più forte fra lui e Radu. Non mi ha voluto rispondere, ovviamente, ma le scelte successive hanno dimostrato che puntavano più su Radu. Io puntavo su Digre che secondo me aveva enorme potenza e esplosività, mentre per Radu il punto forte era l’agilità. Tra l’altro Digre ha avuto il vantaggio di avere in Belloni un procuratore eccezionale sul piano umano e professionale, che lo ha sempre guidato esclusivamente per il bene del ragazzo.
Quando si sottostima il vivaio nerazzurro bisognerebbe. ricordarsi di giocatori come lui, come Fabbian, come Zanotti, come Casadei, come Oristanio, come i fratelli Esposito, come F. Stankovic e tanti altri. Tutti cresciuti in casa, non comprati a 18 anni da grandi club o comunque già costosi e affermati nei loro Paesi d’origine. Se hai i soldi prendere un giovane bravo a 18 anni è facilissimo. Costruirlo in casa (e magari non farselo poi scappare) è un’altra cosa.
Intanto oggi può essere un giorno importante. Guardiamo a noi: battere il cagliari sarà difficilissimo perché loro sono una buona squadra, hanno un buon allenatore (mi sembra che con una buona squadretta difensivista una volta abbia sbaragliato il campionato delle stelle mondiali iperoffensive) e faranno di tutto per uscire con un risultato positivo..
Intanto si intensificano le voci su una vendita della società.
la mia opinione è questa: Z Steven ormai è un grande tifoso dell’Inter: se vende è perché proprio nella sua situazione attuale ritiene di non potercela più fare, quindi bisogna accettare la cessione e sperare che sia azzeccata la scelta del compratore.
resti o venda a Steven va tutta la mia gratitudine: ha preso un’inter che galleggiava a metà classifica, fuori da tutto a ottobre, con pochissimi sponsor, e quindi poche entrate, con una media pubblico di 35 mila presenza che ha raddoppiato, con un management di seconda fascia, senza offesa per alcuno; ha portato risultati sportivi insperabili e insperati, ha fatto dell’Inter una potenza mondiale oggi ritornata ai fasti degli anni 60 nella considerazione di tutti.
Ultima cosa: oggi vedrò solo l’unica partita delle giovanili che si gioca nei dintorni: Inter 17. Spero che confermi le mie impressioni dopo la vittoria di Bergamo: non sarà uno squadrone, ma con il necessario equilibrio (che non è una brutta parola, significa solo creare un assetto che garantisca le soluzioni difensive, premessa indispensabili per poter attaccare molto e con molti uomini. Soprattutto mi aspetto conferme sulla crescita di alcuni giocatori
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con il necessario equilibrio… può dire la sua contro chiunque (mi è saltato il secondo rezzo della frase)
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Under 17 Inter Sudtirol 2-0 (Sorino Kukulis)
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Under 18: Lazio Inter 1-1 (Zarate)
Under 15 Udinese Inter 0-1 (Salviato)
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Anche da parte mia va un ringraziamento a Zang.
Ma se il tifo di Zang significa rifinanziamento la cosa non mi lascia molto contento poiché la maggior parte dei soldi gudagnati se ne andranno in interessi e i miracoli di Marotta per allestire una squadra competitiva non possono perpetrarsi all’infinito
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Però Ferlibero, mettiti d’accordo con Roberto: Marotta sta facendo miracoli (come penso anch’io) o no?
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Miracolissimi….è incredibile essere davanti all’Atalanta e alle romane che erano giudicate in partenza delle corazzate al nostro livello se non di più….per non parlare del Napoli affidato ad un tecnico che aveva deciso di andare in pensione anticipata in Arabia.
Battute a parte, a inizio anno davo favoriti noi e la gobba in quanto “potenze” economiche della A. Loro anche in virtù del riposo settimanale e dall’aver sulla panchina, per il terzo anno, il tecnico con il cv più ricco d’Italia, una sorta di certezza per lo scudetto forte del muro/bus costruito sulla linea di porta.
Mi sono sbagliato sui gobbacci e…sono felice, molto felice.
Ho sottovalutato anche il lavoro di Inzaghi e, di nuovo, sono felicissimo per l’errore, per la sua crescita e per la scelta di Marotta di confermarlo. Un grosso bravo ad entrambi.
Comunque il mio discorso non è mai stato su Marotta – sicuramente scaltro – ma sul drago Ausilio che ormai ci accompagna da tanti anni e il cui operato è stato per me (ripeto per me) insufficiente per i motivi più volte spiegati e su cui non voglio tornare. Per quali motivi Marotta abbia deciso di tenerlo non lo so: può essere che sia bravissimo e abbia fatto fatica a dimostrarlo, può essere anche che sia un personaggio che non dia fastidio ed esegua. Chi lo sa. Ma io temo molto cosa potrà fare Giuntoli allorquando potrà scegliere un tecnico che faccia giocare a calcio la sua squadra. E financo il bilan che è molto giovane e se azzeccasse un paio di acqusiti sarebbe temibile (alla fine anche quest’anno dietro di noi ci sono loro), forte anche del fatto che non hanno bisogno di risanare perchè lo hanno già fatto.
Tornando al calcio giocato, ieri sera c’è stata un po’ di normale rilassatezza, accentuata a mio avviso dal pareggio del milan. Comunque bene così, i punti di vantaggio restano gli stessi con una partita in meno.
Se posso fare un appunto ad Inzaghi, forse insiste troppo sugli stessi anche quando appaiono – come è normale che sia – in deficit di condizione atletica. E’ innnegabile che Acerbi, Micky e Darmian su tutti, credo anche considerando le non poche primavere sulle spalle, stiano mostrando un po’ il fiatone.
Ieri si è mosso bene Sanchez pur senza pungere davanti ma quando è lui ad essere il migliore diffiiclmente si vince. Arna francamente credo abbia finito le chance. Anche da fresco si è mosso pochissimo, non incide sui palloni alti….in sostanza inutile. Spero trovino qualche società araba disposto a prenderlo e pagargli il lauto stipendio che percepisce.
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L’unico motivo che non viene considerato è quello più probabile: perché lo apprezza molto. Quanto al fatto che possa essere un signorsi, mi propongo. Sono disposto ad ubbidire e farei quel lavoro gratis. Tra i motivi ‘dimenticati’: potrebbe essere l’amante di qualche sua parente. Un altro ancora: viene ricattato da qualche mafia
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Anch’io temo molto la juve perché conosco importanza in italia e metodi degli Agnelli
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peccato per il pareggio subito su rimonta, per ben 2 volte.
Al primo goal subito, ero quasi “contento” perche’ avevo capito che giocando in pantofole, come stavamo facendo, qualche cosa ci sarebbe successo. E quindi prima arrivava la “sveglia”, meglio sarebbe stato. Speravo pero’ che avremmo evitato di ricaderci una seconda volta (al di la’ del goal irregolare subito). Atteggiamento pessimo, francamente pensavo che Viola il colpo di testa del 2-3 lo mettesse dentro.
Non ho capito il ns primo tempo, il gioco “fluido” funziona fino a che tiri in porta, ma se lo fai “solo” per fare mille passaggi e il tuo “braccetto” di destra e’ sempre piazzatto in attacco e l’esterno sinistro svaria su tutto il fronte d’attacco, non segnando, poi quando gli avversari ripartono son dolori. Soprattutto quando ce n’e’ qualcuno particolarmente veloce …
Per carita’, siamo messi benissimo in classifica, ma e’ palese che di testa e di piede siamo stanchi.
Spero che Inzaghi riesca a trasferire piu’ “cattiveria” alla squadra per il Derby.
Quando gioca l’Inter io nn sopporto neanche di perdere il testa o croce per palla/campo a inizio partita, figurarsi un Derby…
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A chi lo dici, Becca!
Comunque post inviato
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Ciao Luciano, ho visto la mail, pubblico il post in giornata. ;)
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Nuovo post: https://buu.zone/2024/04/16/due-conferme-squadra-forte-ma-gruppo-in-evidente-flessione-inter-cagliari-2-2/
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