La felicità e la disperazione

Prendo spunto dalle considerazioni di Ga ber perché, anche se non le condivido, le considero significative.

In pratica rispetto alle affermazioni di Ga ber mi trovo d’accordo solo con la prima:

“Tra felicità e quotidiano dilanio ci sono diverse alternative”.

Per addentrarci in un’analisi della situazione dobbiamo considerare il rapporto fra ‘fatti’ e ‘parole’ o ‘opinioni’.

Proviamo a chiarire, prima di tutto, il concetto di fatti: tra i ‘fatti’ consideriamo anche le parole, o no?

E se consideriamo ‘fatti’ le parole, si devono considerare tali tutte le parole, quelle pro e quelle contro una determinata tesi

Per esempio, se Marotta ha davvero parlato di seconda stella (come obiettivo del prossimo anno), la proprietà ha parlato di attivo da conseguirsi sul mercato e di forte riduzione dei costi di gestione (ingaggi).

E Conte ha parlato di programma inadeguato per un allenatore ambizioso (per la verità è stato Stellini, ma parlava chiaramente per conto del mister).

Il ridimensionamento, almeno a livello finanziario sembra proprio essere un fatto. Anche se un fatto per ora verbale.

Quanto inciderà sulle prestazioni sportive è presto per dirlo.

Ma avere un po’ di delusione, dopo i proclami degli anni scorsi che promettevano un’Inter presto sul tetto del mondo, mi sembra legittimo.

Provare un po’di rincrescimento perché le nuove linee di comportamento vengono assunte proprio dopo una stagione esaltante, quando con un ulteriore sforzo si poteva davvero raggiungere il vertice europeo, mi sembra il minimo.

Poi magari arriva il miracolo (riesci a vincere anche ridimensionando spese e investimenti) ma i miracoli si chiamano così proprio perché avvengono molto di rado, comunque non tutti gli anni.

Io sono rincresciuto e sereno: rincresciuto per la piega che OBIETTIVAMENTE stanno prendendo gli avvenimenti, sereno perché credo che con Marotta in ogni caso riusciremo a fare la squadra migliore possibile nelle condizioni date.

Ma per il momento i ‘fatti’ di cui possiamo parlare sono pochissimi e, fino all’ultimo giorno di mercato, o stiamo zitti e ci prendiamo una vacanza risentendoci tutti a settembre, oppure parliamo delle nostre impressioni, delle nostre ansie, delle nostre speranze, alla luce delle voci che circolano e dei pochissimi fatti appurati.

In realtà neppure a settembre il discorso sui fatti sarà completo, perché troppo spesso non solo i tifosi ma tutti sono stati soddisfatti di un mercato che poi non ha reso come si prevedeva o son stati insoddisfatti  di un mercato che poi si è rivelato positivo.

Tra la conclusione del mercato e i risultati finali c’è il frutto di un’altra incognita imprevedibile a priori: il lavoro.

E anche nel lavoro c’è qualcosa di non prevedibile a priori: quest’anno abbiamo cominciato malino, poi Conte è riuscito e trovare i correttivi che magicamente hanno trasformato la squadra:

  • baricentro più basso;
  • difesa più fitta che consentiva le ripartenze di giocatori con gamba oltre che con classe (Hakimi, Perisic, Barella, Lautaro, Lukaku, ma persino Darmian e Young); 
  • Lauti impiegato alla Eto’o, anche se più centralmente, per consentire di far posto a Eriksen, importante come lo era stato Wes;
  • conseguente miglioramento della fase di transizione
  • la crescita di Bastoni che, oltre a chiudere difensivamente ha saputo uscire dalla linea a tre per liberare le giocate del danese;
  • la stagione eccezionale di Skriniar, ben diversa dalla precedente, che ha contribuito a ‘liberare’ la corsa di Hakimi, ecc.

Una squadra di successo non è mai la semplice somma di uomini, ma è un assemblaggio unico, strepitoso e irripetibile.

Non è detto che sostituire un ingranaggio con  un altro anche considerato migliore sia sempre un vantaggio: se il ‘nuovo’ ha caratteristiche diverse dal sostituito cambia tutto il meccanismo e si deve trovare un equilibrio nuovo e funzionale.

Dunque spesso, non sempre e non tutti, i ‘fatti’ si verificano solo a posteriori. Prima si deve parlare solo di impressioni, speranze e timori.

Naturalmente ci sono impressioni più fondate (equilibrate) e altre più dettate dall’emotività che nel tifoso è sempre un fattore decisivo.

Però, come dicevo, qualche fatto esiste già: si tratta di dargli il giusto peso, la giusta interpretazione.

Per esempio, Conte se ne è andato. E‘ un fatto

Marotta è rimasto. E’ un fatto

Marotta + Conte sono meglio di Marotta senza Conte è già un’interpretazione.

Quanto fondata e ragionevole?

Nessuno lo può sapere: solo a fine stagione, quando valuteremo il lavoro di Inzaghi si potrà essere più sicuri (relativamente).

Ma intanto che facciamo?

Non diciamo il nostro parere su questo cambio?

Non ci scambiamo impressioni, timori, anche rassicurazioni, ognuno con la propria sensibilità?

Di certo però Conte ha fatto un lavoro eccezionale.

Speriamo che lo faccia anche Inzaghi e prepariamoci a sostenerlo perché se farà anche solo benino (cioè se disturberà il manovratore che non può accettare di essere… depistato per due anni di seguito) subirà attacchi di ogni tipo anche e soprattutto dal mondo dei tifosi.

C’è un’altra ricostruzione impressionistica (perché non abbiamo assistito alle riunioni decisive) che però sembra abbastanza plausibile se non oggettiva:

  • Conte ha rotto con la società già la scorsa estate nell’ormai celebre incontro di villa… non ricordo.
  • A Conte, al momento dell’assunzione, era stato promesso di più, dal punto di vista tecnico, lui non era disposto ad accettare il ridimensionamento dei programmi e delle prospettive: l’Inter non poteva licenziarlo e pagargli due anni di contratto (26 milioni netti, 52 lordi) e lui non poteva rinunciare a quei soldi dimettendosi. Una transazione sarebbe stata comunque molto onerosa per la società che poi avrebbe dovuto mettere a stipendio un altro allenatore.
  • E’ stato possibile realizzare l’operazione quest’anno perché i milioni risparmiati con la transazione coprono quelli spesi per Inzaghi e generano un utile.
  • Conte dal canto suo guadagna una somma non indifferente e non mette in gioco la sua reputazione di vincente,  con una squadra che considera inadeguata per ambizioni grandi e… mondiali.

Quanto meno una cosa possiamo dire con la certezza di un ‘fatto’: non solo i tifosi disfattisti, ma anche Conte che lavorando ogni giorno sul gruppo ne conosce limiti e possibilità, considera il ‘progetto’ attuale inadeguato.

D’altra parte non è che siamo diventati una squadra mediocre, tutto d’un colpo. Anche con due cessioni importanti (cosa che temo avverrà) un gruppo forte, anche se ristretto, rimarrà e molto dipenderà dalla funzionalità dei sostituti, che potrebbe essere elevata anche con spese non clamorose.

E per questo dobbiamo avere fiducia in Marotta.

Ma da questo punto di vista è normale che i nomi che circolano (anche se poi magari non saranno quelli scelti) suscitino speranza in alcuni, perplessità in altri. E che di questo si discuta, su questo ci si confronti costruttivamente.

“Tra felicità e quotidiano dilanio ci sono diverse alternative… potremmo ripercorrere gli ultimi quattro anni e ogni mese il tifoso pensava di avere un motivo per manifestare disappunto.

Eppure i fatti si sono spesso rivelati altri. Al tifoso non piacciono i fatti, piacciono i sogni (e gli incubi) e le personali ricostruzioni. Quindi due parole molto in voga sono e sono state: smantellamento e ridimensionamento”.

Io non so quali rassicurazioni siano state fornite alla Nord due settimane fa, ma qualunque esse siano state, non le considero attendibili rispetto ai FATTI.

Vi immaginate una dirigenza che affronta un curva di estremisti dicendo: “Siamo costretti a smantellare la squadra, ci spiace, ma non abbiamo soldi non possiamo fare altrimenti…”?

Ma c’è di più, credo che non abbiano fatto questa ammissione perché convinti che le cose non andranno così.

Proprietà e dirigenti si giocano i loro soldi e il loro prestigio, cercheranno sicuramente di restare comunque competitivi, e l’hanno pure detto: costruiremo una squadra capace di restare nelle quattro.

Perché a me sembra che non ci sia solo un mare fra disperazione e grandi sogni, ma anche un mare tra dominare il mondo (promessa fatta a suo tempo) e cercare di restare in CL.

Ora, se ricordiamo il passato a medio termine, la situazione è certo migliore, se consideriamo il passato più recente (il titulo, che è diverso da una Supercoppa di Lega, per altro eventuale), lo scarto appare evidente.

Di fronte a questo scarto, è lecito che qualcuno si rattristi e qualcuno invece se ne faccia una ragione e valorizzi quel che potrà venire.

Alcune voci o previsioni di mercato non si sono avverate.

Normale e sarà così per tante altre. Però le linee di tendenza sono abbastanza chiare: c’è chi deve vendere e chi pensa agli acquisti.

Io preferirei essere nella lista di coloro che eventualmente vendono per rafforzarsi e non in quella di chi vende per pagare i debiti.

Poi magari i fatti mi smentiranno, ma il timore al momento esiste.

Anche se non sono certo alla disperazione

Poi succede anche che PSG e City si rinforzino a dismisura tutti gli anni e non vincano mai, perché il calcio non è scienza.

“Un anno fa di questi tempi (più o meno) i problemi erano la fase difensiva di Hakimi e l’impossibilità di prendere Tonali e Kumbulla”.

Dal mio punto di vista non è così: il problema un anno fa è stato l’impossibilità di prendere Kumbulla, Tonali, Kulu e Chiesa, RICHIESTI DALL’ALLENATORE e trattati a lungo.

Poi finiti a rivali più danarose.

Oltre a Kanté e Palmieri rimasti dov’erano

Ma non era un problema mio, semmai dell’allenatore chiaramente ed esplicitamente  scontento delle scelte societarie.

Poi ha vinto lo stesso.

Bravissimo, ma quest’anno non se l’è più sentita di continuare a quelle condizioni, perché sa molto bene quanto è costato ottenere il risultato con un gruppo pieno di lacune, almeno a livello di alternative di valore. Figurarsi se si cedono uno o due fuoriclasse.

Si può sicuramente vincere anche senza Kumbulla e Tonali, come no?

Quest’anno chi ha vinto ha fatto a meno anche di CR7, Messi, Neymar, Mbappé, Haaland…figuriamoci di Tonali.

Non preoccupavano i nomi in sé, ma il fatto che non ci fossero soldi per accontentare un allenatore ambizioso e che gli avversari invece li avessero.

Sui miracoli che sono tali perché non si ripetono spesso, mi sono già espresso.

Anche su Lautaro la mia opinione è diversa da quella di chi ritiene che si sia sacrificato, a suo danno.

Credo anch’io che in un contesto costruito in un certo modo possa essere una prima punta straordinaria.

Ma per come ha giocato in questa stagione è un giocatore straordinario, non solo una punta, ma un fenomeno quasi unico: 17 gol  (un solo rigore) in campionato, con 10 assist, facendo un lavoro enorme per la squadra.

Lo scorso anno 14 gol e 5 assist.

Sono d’accordo invece sul fatto che non toccherei la catena di destra: Hakimi per me è ineguagliabile e con Barella ha un affiatamento perfetto, mentre Skriniar costituisce l’argine che permette ai due davanti a lui di esprimersi al meglio.

Purtroppo o tutte le voci sono infondate o sembra proprio che la catena verrà toccata e che forse anche Lautaro andrà a dimostrare le sue doti di fuoriclasse altrove.

Questo non significa che, magari non per il titolo, non si possa restare competitivi, perché qualcuno arriverà e magari si rivelerà una sorpresa.

Io non mi fascio la testa, ma dico solo che sarei più tranquillo se gli 8-9 titolari della squadra venissero confermati in blocco. Cosa che non accadrà.

Nemmeno l’eventuale vittoria della supercoppa nazionale potrebbe compensare l’altrettanto eventuale  perdita dello scudo: la speranza è che si presenti al prossimo giro una squadra ancora forte, magari da completare a breve.

Certo che per uno della mia età, anche solo 2-3 anni di attesa potrebbero essere… troppi, soprattutto quando il Paradiso sembrava a portata di mano

Nb. Ho letto un bellissimo articolo di Simone Togna su FcInterNews: “Meglio sognare con cautela”, rispetto al quale sono in disaccordo solo su una affermazione.

Io resto convinto che anche se si dovessero concretizzare cessioni importanti, potrebbe nascere una squadra altamente competitiva. Vi ricordate Ibrahimovic con Eto’o? O Marotta che vendette a più di 100 milioni Pogba e rafforzò la Juventus?” 

Ecco, non sono d’accordo, perché Ibra e Pogba non furono venduti per pagare dei debiti: con i soldi di Ibra arrivò Eto’o ma anche altri 4 campioni. Stessa cosa per Pogba.

Sinceramente, vorrei che il contesto fosse il medesimo, ma l’insieme dell’articolo dimostra il contrario.

Comunque sempre forza Inter!

Luciano Da Vite

Foto: Lautaro Martinez. L’attaccante argentino ha disputato una stagione straordinaria. 17 goal (un solo rigore) in campionato. 10 assist. Ha fatto un lavoro enorme per la squadra.

29 pensieri riguardo “La felicità e la disperazione

  1. E’ stato ovviamente un puro caso, ma su twitter a chi proponeva pronostici su Italia Turchia ho scritto: 3-0 per noi.
    Enormemente superiori ai turchi sul piano tecnico. Tutta via questa superiorità ha potuto concretizzarsi solo perché eravamo superiori anche sul piano atletico

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  2. Steven “Milano rappresenta la moda, la creatività, il centro del mondo per la formazione di artisti e designer. L’Inter rappresenta la città o almeno metà di essa. Lavorare qua ormai da cinque anni , viaggiando avanti e indietro, è praticamente diventata casa mia. Vedere i tifosi di questa città così felici ha creato per me delle emozioni e una connessione molto profondi. L’Inter per noi non è solo un business, ma anche passione, connessione, scambio culturale tra paesi. Quando andremo via le persone saranno felici per la storia che abbiamo scritto per il club e guardando nella stanza dei trofei ci saranno molte nuove collezioni e le persone saranno fiere e felici del nostro percorso”.
    testo ripreso da fc inter 1908
    Se leggete tutta l’intervista senza pregiudizi capirete che ci saranno difficoltà economiche, questo è certo, ma siamo in mano a persone di grandissimo spessore aziendale e umano

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  3. Sì…ho visto l’intervista con Marianella su Sky…leggendo quello che Moratti diceva di lui ,ho sempre provato simpatia e ..fiducia per Steven e ,le parole che hai riportato, sembrano confermare queste sensazioni.Certo in qualche risposta resta molto sul vago,ma speriamo sia solo un aspetto legato alla loro filosofia di relazionare e comunicare.

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  4. Anzitutto tanti auguri a Luciano.

    Mi è piaciuto molto il post, equilibrato, e temevo che la parola “dilanio” fosse risultata eccessiva.
    Risponderò più tardi magari con un commento un po’ più lungo… adesso mi limito a dire che per me il sacrificio di Lautaro non è stato a suo danno. Il Lautaro di quest’anno è più continuo e completo, quello dell’anno scorso ai primi errori si innervosiva e intestardiva; anche il sacrificarsi è una qualità e gli sarà utile in carriera. Se non avesse dovuto fare un lavoro tale da renderlo uno dei giocatori più sostituiti del campionato (credo sia così ma non ne ho la certezza, mi sembra comunque che non molte volte abbia giocato per novanta minuti), avrebbe ulteriormente migliorato i propri numeri.

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  5. Ti dirò ero incerto se utilizzare ‘dilanio’ (che non ho trovato su nessun vocabolario) o “dilaniamento” che ho trovato solo sul Devoto Oli- Non mi piaceva nessuno dei due e nel titolo ho utilizzato disperazione che mi piace ancor meno e che risulta drammatico e ridondante.
    Che ci vuoi fare, invecchio anche nel…possesso della lingua

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  6. Christian sta meglio e possiamo tornare a parlare di calcio.

    Alle 19.00 la Primavera affronta il Bologna in una partita fondamentale per noi. la samp ha pareggiato a Firenze e vincendo la supereremmo di due punti. ma soprattuto in questo modo terremo a distanza juve Roma e Atalanta che hanno tutte vinto. Nell’ultimo,turno infatti noi andremo proprio a Bergamo contro i locali che con un grande girone di ritorno si stanno avvicinando moltissimo. battere (speriamo) il Bologna non sarebbe comunque sufficiente, senza una grande prova a Bergamo, per finire tra le prime due, Il che ci proietterebbe alla final four senza bisogno di rischiosi e faticosi spareggi

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  7. Quale sarà il futuro di Eriksen come calciatore per ora nessuno lo sa. L’importante è che abbia un futuro come persona, e questo sabato scorso ad un certo punto non era per niente scontato.

    Detto questo volevo sottoporre a Luciano, dopo aver visto la partita con il Bologna della Primavera la mia impressione su Oristanio.
    A suo modo mi ricorda un po’ Zaniolo, un grande talento che però mi dà l’impressione di essere un po’ troppo egoista, di prediligere la giocata personale piuttosto che l’appoggio ad un compagno meglio piazzato.
    Poi per carità avercene di giocatori così che spaccano le partite quando entrano e che hanno numeri tecnici come i suoi.
    Però mi piacerebbe vederlo a volte un po’ più al servizio della squadra, e meno di se stesso.
    Anche quando segna, spesso si specchia, con le sue espressioni facciali, in se stesso.

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  8. Ciao, Massfra, non cedo che tra Ori e Zaniolo ci siano molte somiglianze, né a livello tecnico, né sul piano caratteriale. Zaniolo da noi forse era un po’ immaturo dal punto di vita comportamentale. Ori lo conosco meglio e per quanto mi risulta è un ragazzo con la testa sulle spalle, come suo dirsi Atleticamente zaniolo era più pronto: forse troppo. Ne avevo studiato da vicino la muscolatura e mi aveva lasciato stupito: neppure in serie a erano frequenti simili ‘prodigi’. nello stesso tempo attribuivo a questa struttura pesante le sue frequenti pause, l’impossibilità di tenere un ritmo elevato e continuo. Forse era solo un po’ di pigrizia o supponenza. Adesso però penso che la struttura così massiccia sia una delle cause dei suoi infortuni: per dire, Spillo Altobelli non ha avuto infortuni né muscolari né alle articolazioni in tutta la sua carriera.
    ori è un dribblomane, ma io penso che lo sia perché gioca in una squadra che non ha…facitori di gioco. Solo lo scorso anno, con una squadra più forte ed equilibrata non era così…Narciso. Ori è molto più mobile e meno potente, è più punta, anche se gli piace svariare e partire da lontano. Zaniolo è cc di inserimento, in fascia o in mezzo, ma allora in mezzo sesso non copriva, dopo una progressione. penso gli abbiano trovato il ruolo giusto e si sia sacrificatolki, migliorando. Non vedo ori titolare in A il prossimo anno, mentre zaniolo, lo vedevo, certo non alla Roma

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  9. Carissimi amici, vinto lo scudo, ci sta andando tutto storto. Abbiamo perso il mister, mezza squadra in vendita e ora la vicenda Eriksen. Un sincero in bocca al lupo al ns campione.

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  10. D’acccordo con Luciano sull’accostamento Oristanio-Zaniolo…anche se qualche volta vorrei che Oristanio “alzasse la testa”,ma può essere ,come scrive Luciano, che i compagni non lo aiutino ad essere un pò meno egoista.

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