Una prestazione super di Lautaro Martinez porta a una vittoria in trasferta per 4-0 e il primo posto in classifica a pari con il Milan. Tutte le altre al momento sono dietro, abbiamo vinto sei partite su sette, segnato più goal di tutte e subito meno goal delle altre. Situazioni che in tempi non lontanissimi (parliamo di quattro anni fa, prima dell'arrivo di Conte) non contemplavamo neppure nei sogni più appagati. Ma restano degli aspetti e alcune considerazioni che non ci lasciano tranquilli. Partendo da lontano si ritorna sulla perdita nel mercato estivo di cinque giocatori importanti (Onana, Skriniar, Brozovic, Dzeko e Lukaku) con in particolare la perdita a metà campo di un campione (Brozovic) per un aspirante campione (Frattesi) e la perdita davanti di due fuoriclasse e di Correa per un campione (Thuram) e un buon giocatore avanti con gli anni (Arnautovic) più Alexis Sanchez. Mentre gli ultimi risultati smentiscono nella pratica la tesi portata avanti da chi sostiene che l'Inter abbia due squadre, a Salerno abbiamo visto cose migliori rispetto alla trasferta di Empoli e soprattutto al match con il Sassuolo, ma dopo un buon approccio, non abbiamo costruito nulla fino alle sostituzioni e all'ingresso di Mkhitaryan e Lautaro Martinez che, con Thuram, sono stati i due giocatori che hanno cambiato la partita. Spazio poi alle giovanili. La Primavera vince quattro a zero con il Torino: finalmente un'Inter bella, pratica e convincente, dove la forza sta nei reparti offensivi, la qualità straordinario e il ritmo delle mezze ali e le giocate sublimi per la categoria delle ali (la squadra gioca con il 433). Partita delutente per l'Under 17, costretta al pareggio dal Venezia e in classifica solo quarta, a quattro punti dal Milan e dietro pure al Verona, che incontreremo nel prossimo fine settimana. Nette vittorie dell'Under 16 (tre a uno) e dell'Under 15 (quattro a zero) contro i pari età del Brescia.
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Grazie Roberto Samaden: la fine di un’epoca storica
Chi segue questo blog lo sa benissimo: particolare attenzione, storicamente, è sempre stata dedicata al settore giovanile. Probabilmente (sicuramente) nessuno come Luciano Da Vite ha raccontato con passione e competenza sul web le vicende che hanno riguardato - e che riguardano - il nostro settore giovanile. È inevitabile, pertanto, che una notizia così importante, come la rinuncia di Roberto Samaden, storico dirigente del nostro settore giovanile ("il dirigente del settore giovanile italiano più prestigioso della storia"), che lascia la sua carica dopo tantissimi anni in società vissuti da professionista ma anche da interista, meriti tutta la nostra attenzione. Il post ci racconta "brevemente" (ma lo dico perché so che Luciano ci potrebbe raccontare tantissime altre cose su tutti questi anni che hanno visto il nome di Samaden abbinato ai nostri colori, l'excursus che lo ha portato, da allenatore negli esordienti sotto la guida del responsabile "Màgia" Mereghetti ("Magia" con l’accento sulla a perché in milanese significa "macchia" soprannome affibbiatogli quando giocava nell’Inter poi nell’Udinese e nell’Atalanta perché aveva una macchia di capelli già bianchi) al ruolo di dirigente responsabile delle giovanili. Dal giorno del suo insediamento, l'Inter è sempre stata la principale pretendente al titolo nazionale, in tutte le categorie giovanili. Sotto la guida di Robert Samaden le giovanili dell'Inter hanno disputato ben 22 finali scudetto, vincendone 16 (in più hanno vinto: una Next Generation europea, tre edizioni del Viareggio, una Coppa Italia Primavera, cinque Supercoppe). Non sappiamo chi gli succederà nel ruolo (probabile che si proceda per linee interne...) ma siamo davanti a quello che si prospetta come un cambiamento radicale che purtroppo non può prescinere dalla carenza di fondi oramai in atto da tempo. Nel post ne parliamo ampiamente oltre a dedicare spazio alla gara di campionato della prima squadra contro il Lecce e poi a tre partite delle giovanili: Inter - Lecce Primavera; Inter - Spal Under 16; Inter - Parma Under 18.

