Le due partite col Genoa e con il Lecce, diverse per risultato e per andamento, hanno certificato un paio di cose importanti. La prima è che in questo momento facciamo fatica, anche contro squadre non eccelse, ma forse più avanti come condizione. La seconda è che tutte le squadre sanno che abbiamo difficoltà nel saltare l'uomo e che non possono affrontarci in campo aperto. Contro il Lecce siamo andati in vantaggio dopo quattro minuti, con un'azione bella per come è stata concepita, ma favorita da una grande disattenzione (o disorganizzazione) della difesa ospite. Questo avrebbe dovuto/potuto favorirci, ma in realtà il Lecce ha continuato ad attuare il piano di gara previsto prima dello svantaggio, cercando di infittire il suo centro area e di infastidirci con la velocità e l'intraprendenza di un paio di attaccanti molto rapidi... È servito che i nostri ritrovassero la ferocia agonistica e l'altruismo, che ha portato tanti giocatori a eseguire importanti rientri, raddoppi, persino diagonali profonde da una parte all'altra del campo, perché si portasse a casa il risultato. Qualche progresso, se non sul piano delle occasioni create, ma come compattezza di gruppo e concentrazione, rispetto alla partita con il Genoa, c'è stato. Deludente la prova della Primavera, che perde tre a due contro la Lazio. Parecchi aspetti inquietanti, ma il principale è sicuramente la questione della fase difensiva: tre goal subiti dalla Lazio e due dal Bologna. Due sono le risposte possibili: o i giocatori impiegati non sono all'altezza, oppure ci sono problemi nella capacità di organizzare la fase difensiva... Potrebbe anche essere che a Zanchetta si chieda più che di fare risultati, di curare il gioco e la crescita dei ragazzi negli aspetti costruttivi, ma sinceramente questa ipotesi, così drastica, pare largamente improbabile.
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La paura fa solo 93: Lecce – Inter 1-2
Avessimo pareggiato la partita con il Lecce non sarebbe stato un dramma "aritmetico", ma i tre punti ci consentono di attenuare le preoccupazioni che lo svolgimento del match ha evidenziato. Contro un avversario non irresistibile di positivo c'è da registrare soprattutto il risultato: vincere partite così estreme è fondamentale per aspirare allo scudo. Nel complesso non si può dire che abbiamo fatto male, ma abbiamo mostrato le stesse pecche che ci sono costate il "titulo" nella scorsa stagione. La principale: quando noi riusciamo a uguagliare o meglio superare l'intensità, il ritmo e il pressing degli avversari, allora emerge l'ottima qualità di parecchi nostri giocatori. Ma non riusciamo a tenere concentrazione e intensità per tutta la partita e quando abbassiamo il ritmo, la differenza diventa troppo netta e anche un Lecce orgoglioso ci mette in difficoltà. Siamo partiti benissimo, poi abbiamo volutamente abbassato i ritmi e questa è una cosa che non sappiamo fare. Poi abbiamo prodotto un forcing disperato, tornando a dominare l'avversario e in extremis siamo riusciti a rimontare e portare a casa la vittoria. C'è troppa differenza tra le fasi in cui spingiamo al massimo e quelle in cui decidiamo di gestire e quando attacchiamo contro difese schierate facciamo abbastanza fatica perché non abbiamo giocatori che saltino l'uomo: dobbiamo necessariamente cercare la manocra insistita, per trovare l'appoggio su un esterno e sfruttare il suo cross in area infittendola di giocatori. Registriamo comunque che il gruppo caratterialmente c'è e anche tecnicamente nel suo insieme, così come l'atteggiamento dell'allenatore. Simone Inzaghi deve trovare il migliore equilibrio possibile ma ha dimostrato di volere a tutti i costi la vittoria, rischiando il tutto per tutto. Ovviamente non potrà andare sempre così e urge un riallineamento della squadra. L'atteggiamento a schiena dritta nelle interviste (pretende la conferma dell'organico e l'arrivo di un difensore) è sicuramente positivo. Bravo.

