
I due Martinez e l’abnegazione di tutto il gruppo, ci tengono a galla (e poi la sconfitta del Napoli addirittura ci rilancia, almeno sul piano numerico… mentre però si profila minaccioso il recupero dell’Atalanta, fuori dalle coppe e con una rosa, lei si, vastissima) in una partita che, oltre alla solidità di un Genoa messo benissimo in campo e ricco di uomini con gamba e buona tecnica, ha confermato il momento di chiara flessione che stiamo vivendo.
Confermato perché già lo score delle quattro precedenti gare lo aveva evidenziato: 4 punti nelle ultime 4 partite giocate, è vero, contro Fiorentina (2) Milan e juve, ma comunque pochi per una squadra che aspira a vincere lo scudetto.
Avessimo giocato queste partite in novembre i punti all’attivo sarebbero stati sicuramente di più.
La flessione per me è assolutamente normale ed era prevedibile.
L’Inter ha giocato sino ad ora 37 partite ufficiali, come ha ricordato Inzaghi e i molti nazionali anche sei in più.
La rosa non era così competitiva come sostenevano gli interessati fautori delle ‘due squadre’, e a questo si è aggiunto il fatto che proprio nel momento in cui sarebbe stato necessario ricorrere a un turn over ragionato, l’infortunio di alcuni giocatori chiave e la confermata scarsa efficienza di alcune alternative hanno accentuato la condizione di disagio.
Che la flessione sia un dato reale e che si riferisca sia a una minor lucidità nelle giocate, sia a un calo fisico abbastanza pronunciato, lo dimostrano le statistiche del match, che vedremo più avanti.
Qui basterà accennare all’xG che a fine primo tempo era il più basso della stagione, per noi, mentre ci superava, ancora per la prima volta nella stagione, un Genoa che giocava fuori casa ed era votato ad un’accorta e intelligente difesa con poche ripartenze organizzate.
Nel secondo tempo le cose sono un po’ cambiate, perché nel bene e nel male abbiamo un gruppo ‘sano’ di uomini con grande orgoglio che hanno dato fondo a tutte le energie, sulle orme del capitano, di Barella e di Acerbi, per provare a cambiare le sorti del match.
Abbiamo attaccato con maggior determinazione, creato qualcosa in più, pur correndo anche un grosso rischio, e confermando sia i limiti storici nell’aggredire le difese chiuse, sia la mancanza di lucidità che ci caratterizza in questo periodo.
La mancanza di uomini di peso, in area, per l’assenza di Thuram e l’indisponibilità di Arna, ci ha costretti a giocare con due elementi, prima Correa poi Taremi, che tutto hanno (si fa per dire) tranne le caratteristiche della prima punta.
Questo ci ha nuociuto due volte: primo perché un uomo di peso favorisce l’inserimento a sorpresa in area di centrocampisti e difensori, un classico della manovra inzaghiana; poi perché l’uomo d’area ha dovuto farlo Lautaro che essendo l’unico da marcare veramente, veniva chiuso nella morsa dei difensori.
Che poi Lauti, generosissimo come sempre, oltre a fare l’uomo d’area abbia dato una grande mano alla squadra, è un altro discorso.
In questa condizione i cross erano praticamente inutili, per sfondare centralmente non c’erano spazi… e uomini e le uniche possibilità risiedevano nei calci piazzati e nei tiri da fuori che però erano resi difficili dalla fitta schermatura di difensori genoani al centro dell’area.
Per inciso, ho letto diverse critiche sul fatto che raramente tiriamo da fuori e in linea di massima concordo, naturalmente.
Però se il tiro da fuori è ‘forzato’ e davanti c’è una fitta rete di avversari, spesso diventa un’occasione sciupata e una palla regalata.
Secondo me il tiro da fuori va sempre scoccato quando il giocatore arriva a calciare con assoluta convinzione: poi può anche sbagliare l’esecuzione, ma a quel punto concludere diventa doveroso.
Fatto sta che dopo i primi dieci minuti giocati con grande aggressività e con la lucidità dei tempi migliori, la nostra impotenza offensiva è parsa subito evidente.
Appariva spuntata anche l’arma di emergenza: l’accentramento di Dumfries a fare la punta di peso, soprattutto sulle palle alte e sui cross da sinistra, in mancanza di destinatario di ruolo.
Oltre a ciò Dimarco e soprattutto Miki apparivano lontani dal loro standard prestazionale abituale, persino in alcune giocate squisitamente tecniche e questo, unito alla scarsa utilità di una delle due punte, costringeva gli altri a un super lavoro anche in fase di tamponamento ma soprattutto rendeva difficile le uscite in ripartenza sull’aggressione avversaria, che sono invece la specialità della casa.
La sterilità dell’azione offensiva e la giornata mediocre di alcune fonti di gioco non lasciavano presagire nulla di buono, perché sarebbe bastata una distrazione difensiva, un rientro fatto con un attimo di ritardo, un rimpallo sfortunato, per darci un colpo letale.
Ed in effetti proprio da un contrasto perso è nata l’unica vera occasione da gol loro, con Ekuban il quale si è trovato a disposizione la palla gol sventata da un’uscita tempestiva di Martinez che ha chiuso con il corpo lo spazio in cui far passare il pallone.
Tutto considerato abbiamo rischiato ancora poco, perché oltre all’episodio citato ricordo solo un intervento meraviglioso e disperato di Acerbi, che con il suo recupero ha evitato una rete quasi certa.
Se, pur avendo difficoltà a sfondare, abbiamo lasciato poco a una squadra con grande gamba e freschezza, è proprio per quelle doti umane e caratteriali del gruppo, ricordate in precedenza, che hanno permesso di mantenere compattezza ed equilibrio tra i reparti.
A questo proposito però si impone una riflessione su alcuni principi di fondo.
Probabilmente ha ragione Roberto quando sostiene che nel calcio odierno velocità intensità forza sono spesso decisive, almeno se il gap tecnico non è troppo elevato.
Per altro è una cosa che sostengo… anch’io, dopo aver visto per anni giovinetti di talento finire al massimo in C o in D per non aver messo una potenza muscolare adeguata.
Solo che io aggiungo che il nostro problema non è l’età media molto elevata, anche perché non abbiamo i soldi per sostituire gli ‘anziani’ con giocatori giovani ma in possesso della stessa qualità.
Il problema è che alcune seconde linee, indipendentemente dall’età, non vengono ritenute dall’allenatore all’altezza, (come dimostrano le scelte, più che le dichiarazioni ufficiali) di garantire un rendimento almeno molto vicino a quello dei titolari.
Il problema più grave è davanti, dove se manca uno dei titolari siamo proprio in difficoltà.
Ed è vero che le alternative davanti sono ‘stagionate’: ma io sono convinto che un giovane in via di completamento della formazione non avrebbe più opportunità.
E la conferma mi viene dagli altri ruoli, perché per esempio Frattesi, Carlos, Bisseck, Asllani, Zalewski, (il cui rendimento non è paragonabile, in positivo, a quello delle punte di riserva) se i titolari stanno bene in una partita di cartello non li vedi mai in campo a far turnare chi ha giocato tanto.
Quindi dal mio punto di vista di semplice tifoso se sono stati sbagliati gli arrivi o le conferme di Arna, Taremi e Correa, questo lo si era visto benissimo nei primi mesi di stagione e a dicembre sarebbe stato necessario rimediare almeno con un giocatore vero in quel ruolo, anticipando di qualche mese una spesa che dovrà comunque essere fatta a giugno.
Avere comunque un attacco con sempre in campo due punte efficienti fa giocare meglio tutta la squadra e consente agli altri di non sdoppiarsi in un super lavoro..-
Adesso si fa il nome di Topalovic.
Parliamoci chiaro: pensare a due punte più Topalovic per me sarebbe pura follia.
Poi magari sbaglio io.
Il discorso potrebbe forse cambiare se parlassimo di una punta più Topalovic (almeno in Coppa Italia).
Peggio di Correa o Taremi non potrebbe comunque fare.
Ma con Correa o Taremi in campo si è visto che tutta la squadra va in difficoltà, soprattutto ora che Miki e Dima sono in evidente flessione.
Lo sloveno ha sicuramente un piede raffinato ed è bravissimo nelle conclusioni dal limite.
In piccolo mi ricorda Eriksen, elemento che sa prodursi in singole giocate eccezionali ma non garantisce una continuità e un ritmo adeguati (perciò dico che c’è del paradossale nella mia ‘disputa’ con Roberto, perché io mi trovo a difendere la qualità e lui ritmo e fisicità: ma forse i problema è solo posto male e magari non diciamo cose molto diverse).
Chi sostiene che Inzaghi dovrebbe variare schemi tattici, almeno quando manca una punta titolare, forse pensa al 433, ma a me pare che data la natura offensiva di Dumfries e Dima, noi giochiamo già con due esterni alti, ma anche con due punte.
Quindi dal punto di vista delle capacità di offendere in teoria col 433 dovrebbe andare peggio.
Ma naturalmente sono tutte ipotesi.
C’è anche un altro discorso da fare, dal mio punto di vista: non credo sia corretto considerare di pari importanza tutti i ruoli.
Voglio dire che tra un centrale (Acerbi de Vrij) e un esterno Dima e Carlos) può esserci anche un 20% di differenza nel rendimento tra titolare e riserva senza che la squadra ne risenta troppo.
Ma per il play, per almeno una mezzala e per le due punte il discorso è diverso.
Se Asllani vale il 20% meno di Calha, non è come se Carlos vale il 20% in meno di Dima.
Se Frattesi vale il 20% meno di Barella non è grave come se Arna valesse il 20% meno di Thuram (a parte che il divario è maggiore) o Taremi di… Lautaro
Acerbi (che però con de Vrij ha le spalle coperte) Calha, Barella, Lauti e Thuram non solo sono più forti delle loro riserve ma costituiscono la spina dorsale della squadra.
Lo stesso magnifico Bastoni, importantissimo, non è così determinante.
Ritornando alla partita, è evidente che certe situazioni tattiche le soffriamo comunque, ma se a questa si aggiungono l’assenza di Thuram e la mediocre condizione di due facitori di gioco come Miki e DiMa, le difficoltà si moltiplicano.
Tuttavia l’impressione è stata che non ci fosse solo questo: tutta la squadra è apparsa meno reattiva del solito, meno brillante nell’impostazione, meno pronta nel liberarsi della palla e meno propensa a vince i duelli di forza e a conquistare le seconde palle.
Anche se è vero che il secondo tempo, comunque migliore del primo, potrebbe far pensare a una notevole incidenza del fattore mentale.
Vediamo in estrema sintesi se davvero il secondo tempo è stato migliore.
Nella prima frazione non c’è stato in pratica nessun tiro in porta dei nostri, mentre nel secondo tempo, pur se abbiamo corso qualche pericolo in più soprattutto per palle perse quando eravamo in controllo, sono venute alcune occasioni e il gol.
- Al 49′ conclusione alta di Dumfries,
- Al 65′ tiro di Taremi salvato sulla linea a portiere battuto da Bani,
- Sulla respinta, la rovesciata di Pavard sulla quale Leali si salva in tuffo,
- Al ’70 Barella colpisce in pieno l’interno dell’incrocio dei pali,
- Al 72′ Lautaro di testa manda alto,
- Al 78′ il gol di Lautaro,
- All’89’ Taremi solo in area calcia sul portiere da ottima posizione,
- Al 93′ Darmian solo in area anziché concludere cerca Lauti e l’azione sfuma,
- Al 94′ sombrero di Lautaro che si invola, ma Leali gli devia la conclusione.
Insomma sembrerebbe proprio che nella ripresa i nostri magari facendo appello alla forza di volontà più che alla lucidità abbiano creato molto di più.
Del resto questo fattore è confermato dall’ xG che citavo prima: valore modestissimo ma addirittura favorevole a loro nel primo tempo, valore a favore nostro tanto da capovolgere abbastanza radicalmente il dato complessivo, nella ripresa.
Ma vediamo gli altri dati statistici.
il possesso palla, come è ovvio, dovendo fare noi la partita, è stato nostro per il 62%
La differenza è più netta nel primo quarto d’ora, quando noi ci siamo espressi al meglio e loro non riuscivano a uscire, e nella parte centrale della ripresa, fino al gol.
Netta prevalenza nostra nei tiri verso la porta (18 a 10) e più contenuta, ma tale da giustificare il risultato finale, per quanto concerne i tiri in porta (5 a 2).
Anche se un po’ meno di noi (8 a 10) il Genoa è comunque riuscito spesso a tirare da dentro l’area, mentre la quantità di tiri respinti da un difensore, 8 per noi, fa pensare che questa soluzione sia anche stata cercata, ma senza fortuna.
Ridicolo, come al solito il dato sulle occasioni da gol: sarebbero state 2-1 per il Genoa (cioè noi che abbiamo fatto un gol, preso l’interno di un palo, visto un tiro respinto sulla linea, sbagliato un gol con Taremi liberissimo centralmente che calcia sul portiere, avremmo avuto… una sola occasione da gol).
Il Genoa ha commesso il doppio dei nostri falli, il che indicherebbe una determinazione più feroce.
Che sarebbe confermata anche dall’alto numero di recuperi, di poco superiore al nostro (52 a 50, ma di solito in questo prevaliamo nettamente).
Sostanziale parità per il numero dei cross utili/tentati e per il numero dei dribbling riusciti.
Molto meglio noi per numero di passaggi riusciti e anche per la percentuale di passaggi ‘giusti’.
Anche se qui il valore nostro, 85%, non è all’altezza delle migliori prestazioni.
A livello individuale i primi 5 tiratori sono tutti nostri, come anche i primi tre per tiri finiti nella luce della porta.
Ma sostanzialmente anche in quasi tutte le altre classifiche individuali troviamo i nostri ai primi posti.
Parità tra Barella e Frendrup per quanto riguarda i km percorsi, ma il genoano ha sprintato per quasi 300 metri in più.
La velocità media più elevata tenuta tra tutti i giocatori visti in campo è di… Correa (18,847) che precede di poco Ekuban e Taremi.
Zanoli invece ha raggiunto il picco di velocità massima, quasi 29 km/h precedendo di poco Venturino e Bastoni.
Infine a livello di squadra loro hanno percorso più km (3,6) di noi e hanno sprintato per circa 500 metri in più.
Ribadisco il dato degli xG: 1,52 contro 1,1 per noi con un ribaltamento della situazione dopo il primo tempo.
Le pagelle
J. Martinez:
al suo esordio da titolare dell’Inter in seria A, se la cava con buona disinvoltura nell’ordinaria amministrazione. Viene impegnato seriamente in una sola occasione, quando esce con grande intuito a coprire col corpo lo spazio per la conclusione a rete, da tre metri, di Ekuban
6.5
Pavard:
deve fronteggiare un avversario insidioso, lo ferma con autorevolezza e quando avanza sa sempre cosa fare della palla.
Pericoloso nell’area avversaria non solo per la rovesciata deviata da Leali.
6.5
Acerbi:
a trentasette anni compiuti è ancora una delle colonne portanti della squadra.
Oggi lui, Lauti, Barella e quando è entrato Chala, hanno trascinato i compagni alla vittoria.
Strepitoso il salvataggio in recupero su Miretti.
7
Bastoni:
doveva fronteggiare Zanoli, velocissimo e con un passo più rapido del suo. Qualche volta il genoano gli sfugge, ma con l’aiuto dei compagni rimedia. Per necessità, davanti si vede meno del solito.
6
(Dall’80’ de Vrij:
s.v.)
Dumfries.
l’approccio alla gara è molto positivo: una sua conclusione viene deviata da… Correa. In un altra occasione calcia a lato.
Cala alla distanza e da una sua palla persa nasce uno dei pochi pericoli portati dai genoani.
6
Barella:
inizia con la solita verve, ma non trova la collaborazione dei compagni desiderata e non ha la consueta lucidità.
Nel secondo tempo però è lui a suonare la carica, insieme a Acerbi, Lautaro e poi Calha. Sfortunato sulla conclusione da cineteca che, violentissima, incoccia nella parte interna dell’incrocio.
6.5
Asllani:
si muove, gioca tanti palloni ma quasi sempre in modo scolastico.
Non riesce a dettare tempi e posizionamenti dei compagni e in fase di interdizione non eccelle.
Purtroppo non è cresciuto quanto si sperava.
5
(Dal 65′ Calhanoglu:
entra e cambia volto alla squadra. Non c’è nulla da fare, la personalità non si insegna e non si compra Quando poi a questa dote di aggiungono visione di gioco forza nei contrasti e abilità di calcio, si diventa insostituibili.
Suoi l’assist per i legni di Barella e per il gol di Lauti.
7)
Mkhitaryan:
resta prezioso come elemento equilibratore, per la sua intelligenza tattica, ma appare in flessione psico fisica (è uno dei pochissimi a cui Inzaghi non concede mai riposo).
Davanti crea poco e perde un paio di palloni preziosi in un modo che non è da lui.
5
(Dal 65′ Zielinski:
fa il suo dovere sia nella fase di copertura sia col pallone tra i piedi.
Il cambio di passo non sembra essere nelle sue corde, almeno attualmente e questo non gli consente di andare oltre una prestazione ordinata e onesta.
6)
Dimarco:
dal punto di vista fisico sembra abbastanza in palla, copre discretamente e si propone un’infinità di volte.
Purtroppo al momento del cross non è molto preciso. Oppure oggi con una sola punta d’area, per di più non un colosso fisicamente, era difficile trovare il compagno in un’area affollata.
5.5
(Dall’85’ Darmian:
s.v.)
Correa:
non mi piace infierire, ma non entra mai veramente in partita.
Quando parte sembra sempre che debba creare cataclismi, ma poi finisce con regolarità per infrangersi mollemente sul primo ostacolo che gli si para davanti.
5
(Dal 46′ Taremi:
un po’ meglio del compagno che sostituisce, ma ancora non basta.
Una punta di una squadra da scudetto deve essere aggressiva e potente, non può limitarsi a qualche giocata in appoggio.
Sbaglia anche una conclusione abbastanza agevole.
5.5)
All. Lautaro:
sono contrario alle metafore guerresche e piuttosto che un guerriero o un capitano preferisco definirlo ‘un toro’. Trascina i suoi con l’esempio e la determinazione feroce, non si rassegna mai all’inerzia della situazione.
Segna un gran gol, di testa, prendendo il tempo ad almeno 3 avversari più alti.
Al 92′ dopo una gara generosissima si libera di un avversario con un elegante sombrero e trova ancora la forza di lasciarlo sul posto e andare a concludere, impegnando severamente Leali.
7.5
All. Inzaghi:
presenta una squadra che, al netto di importanti infortuni, sembra aver lasciato alle spalle il periodo di splendore atletico e mentale.
Il gioco non scorre più così fluido ed efficace, ma la forza del gruppo e la mentalità da prima della classe, costruite negli anni, restano.
Le prossime partite ci diranno se bastano per restare in lizza fino alla fine e se in qualche modo sarà possibile recuperare brillantezza ‘in corsa’.
6.5
Personalmente, visti i risultati delle altre, che sono tutte fuori dalle coppe, oltre al Napoli io temo l’Atalanta e anche un rientro della juve, per la felicità di Sergio (scherzo eh).
Under 20: Bologna – Inter 0-3 (Topalovic, Lavelli, Cocchi)
Può sembrare strano, dopo una vittoria per 3-0 in trasferta, ma confermo il giudizio non molto positivo espresso dopo il primo tempo: non si è vista una grande Inter, per intenderci una squadra all’altezza delle ultime prestazioni.
Ci possono essere molte giustificazioni: il susseguirsi di impegni ravvicinati, il turn over, l’atteggiamento piuttosto rinunciatario del Bologna nel primo tempo, forse anche un terreno di gioco non ideale.
Fatto sta che contro la terzultima in classifica la squadra ha fatto tre gol grazie a due prodezze individuali da fuori area e a un calcio d’angolo.
Su azione raramente è arrivata a impegnare il portiere avversario.
Vero che Zamarian è stato praticamente inoperoso, ma in ogni caso eravamo noi a dover ‘fare’ la partita.
Nel secondo tempo le cose sono un po’ cambiate, probabilmente per effetto del gol di Topalovic dopo due minuti, che ha sconvolto gli atteggiamenti tattici.
Ma i nostri sono stati anche più ‘presenti’ perché hanno cominciato a vincere contrasti, a conquistare le seconde palle e a sbagliare meno nella costruzione.
L’Inter si è schierata con il consueto 433:
Zamarian
Aidoo, Re Cecconi, Maye, Cocchi
Bere, Bovo, Topalovic
De Pieri, Lavelli, Quieto
Il Bologna attuava un modulo speculare, ma si preoccupava soprattutto di restringere gli spazi nella sua metà campo e di provare qualche contropiede.
Noi non siamo riusciti a costruire con continuità e fluidità: in pratica solo sulla corsia di destra DePi e Aidoo creavano pericoli ma poi non trovavano nessuno dentro l’area per ‘chiudere’ l’azione.
Per contro i nostri hanno commesso alcune incredibili leggerezze sbagliando facili appoggi in zona difensiva creando di fatto gli unici pericoli portati dai bolognesi e fortunatamente sventati per la bravura e la concentrazione dei difensori centrali.
Nella ripresa giocando in spazi più larghi e spesso ingaggiando degli uno contro uno in campo aperto, la superiorità tecnica e… balistica dei nostri è emersa.
Le pagelle
Zamarian:
sbriga in tutta sicurezza le pratiche di ordinaria amministrazione che gli si presentano.
6.5
Aidoo:
deve fronteggiare il giocatore più pericoloso del Bologna, ma non gli concede nulla. Solo una volta Ravaglioli approfitta di un errore banale di Mike in disimpegno per rendersi pericoloso, ma viene stoppato da ReCe.
Nel primo tempo i pochi pericoli costruiti dall’Inter nascono sull’asse di un’ottima intesa Aidoo-DePi. Nella ripresa saggiamente riduce le sue proiezioni offensive
7
Re Cecconi:
in assenza di Alexiou è lui il leader e il regista della difesa. Al suo attivo un’altra prestazione impeccabile, perché vince tutti i duelli, a terra o sulle palle alte e avvia con sicurezza la transizione offensiva.
7
Maye:
prestazione pienamente sufficiente nonostante qualche leggerezza soprattutto nella fase iniziale. Alla distanza diventa anche lui insuperabile.
6+
Cocchi:
nel primo tempo anche lui ha qualche battuta a vuoto in fase di costruzione. Nella ripresa sale di tono e spinge meglio, senza più concedere nulla dietro. Conferma di avere un sinistro con pochi rivali. Mezzo voto in più per il gran gol.
7
(Motta:
conferma che all’occorrenza su di lui si può puntare a occhi chiusi.
6)
Berenbruch:
anche lui cresce molto nella ripresa, dopo un primo tempo vivace ma non sempre precisissimo in fase di costruzione.
Nell’ultimo quarto d’ora quando esce Topalovic sostituito da Venturini e lui passa a sinistra, si mostra ancor più a suo agio.
Sembra confermato che il prossimo anno giocherà a Modena, in B.
7
Bovo:
ancora una buona partita da play, presente sia nello schermare la difesa sia in proiezione offensiva.
Anche lui gioca con maggior autorevolezza alla distanza.
6.5
Topalovic:
primo tempo di grande difficoltà, in ben due occasioni facili passaggi sbagliati, da ultimo uomo, innescano pericolosi attacchi dei rossoblu. Lotta e nei contrasti è tutt’altro che debole. Segna il gol che sblocca la partita con una vera prodezza balistica e serve a Lavelli l’assist per il due a zero.
Anche lui gioca meglio quando gli spazi si fanno più larghi.
7 (mezzo voto in più per il gran gol)
(Venturini:
solo un quarto d’ora che però gli serve per ribadire quanto lui nel centrocampo sia comunque prezioso.
6)
De Pieri:
nel primo tempo la capacità offensiva dell’Inter è limitata all’asse di destra, dove lui, con l’aiuto di Aidoo crea molte occasioni vincendo dribbling e servendo pssaggi all’indietro verso il centro area, dove però nessun compagno approfittava.
Conclude la gara in modo un po’ meno pimpante, ma restando sempre insidioso.
7
(Pinotti:
entra carico di voglia e di energia e mette sempre scompiglio nella difesa avversaria, ormai a maglie più larghe, necessariamente.
6)
Lavelli:
lotta da solo in area, ma per quel lavoro al momento Spinaccè è sicuramente più pronto. Tanto lavoro oscuro e poche occaioni, ma quando gli capita, sul corner di Topalovic, non fallisce.
6.5
(Spinaccè:
meno di dieci minuti che gli bastano per far capire chi è….
6)
Quieto:
al rientro da un lungo infortunio, non è apparso brillantissimo, ma non condivido alcuni giudizi negativi che ho letto, sulla sua prova.
Cerca il dribbling, la giocata, e raramente gli riescono, ma con un Bologna molto chiuso quello doveva fare e comunque si muove con molta vivacità e intraprendenza.
6
(Mosconi:
dà il suo contributo in termini tecnici e dinamici, senza strafare. Continuo a pensa che renderebbe maggiormente da seconda punta.
6)
All. Zanchetta:
prosegue nel suo turn over programmato e lo può fare perché la rosa è vasta: questa volta fa riposare Calligaris, Alexiou, Venturini e Spinaccè, mentre l’assenza di Zanchetta figlio probabilmente è conseguenza di un infortunio.
Incombono partite decisive, con la Fiorentina e per la Youth League e quindi le rotazioni sembrano razionali.
7.5
Under 15: Inter – Cremonese 3-1 (Bagnara, G. Omini, Di Carlo)
Partita davvero interessante per uno ‘studioso’, sia pure come dilettante, del calcio.
I nostri hanno vinto il campionato nazionale U13 e U14 sono secondi in classifica a un punto dal Milan e affrontano una Cremonese che sulla carta è una buona squadra, ma non dovrebbe creare problemi insormontabili.
Invece il primo tempo è quasi incredibile.
Non tanto perché si chiude con la Cremonese in vantaggio per 0-1: il gol infatti mi sembra causato da un pasticcio tra portiere e difensore centrale.
Ma la questione è diversa: per tutta la frazione i nostri mostrano un’impotenza preoccupante e vengono schiacciati agonisticamente da una squadra che ha più corsa, più forza, più determinazione.
Mi vengono in mente le diatribe, più volte ricordate anche qui, tra esponenti del settore giovanile agonistico e responsabili della pre agonistica sulle scelta dei giocatori.
Di fatto noi abbiamo in campo diversi giocatori bellini ma poco prestanti fisicamente, mentre i due o tre che sono all’altezza sul piano atletico, appaiono meno abili con la palla nei piedi.
Forse per la prima volta guardando una partita delle nostre giovanili, a fine primo tempo mi viene il pensiero che è inutile affrontare i rigori invernali perché non c’è nulla di interessante da vedere, in prospettiva.
E’ chiaro che quando guardi una giovanile per cui tifi ti interessa il risultato ma soprattutto individuare ragazzi di prospettiva, da seguire con speranza. E qui non sembrano essercene.
Invece incredibilmente (è il bello del calcio) la situazione si capovolge.
I nostri crescono in maniera esponenziale (o forse gli avversari avevano speso troppo per contrastarci e ora calano: chi lo sa ?).
Inoltre può essere che i cambi abbiano contribuito a darci maggior spinta ed equilibrio.
Fatto sta che cominciamo a dominare largamente, creiamo tante occasioni e rimontiamo segnando ben tre reti, al termine di manovre di notevole efficacia.
I ragazzi adesso sembrano tutti ‘completi’ perché uniscono tecnica e qualità atletiche.
Difficile individuare uno che si stacchi prepotentemente, ma tutti appaio determinati, forti e ispirati.
Di colpo tutti o quasi sembrano giocatori importanti, anche di prospettiva.
Secondo me questo è il fascino del calcio, perché non c’è mai nulla di scontato, di definitivo.
Domenica prossima c’è in programma lo scontro col Milan, al Vismara e quella sarà l’occasione per testare la vera consistenza, individuale e collettiva, di questo gruppo.
Formazione:
Bettinelli
Foroni, Lucarelli (Di Carlo), Poltronieri (Forlani), Bagnara (Barcella)
Omini G., Ferri (Marchesi), Omini P. (Seghezzi)
Penta (Palmini), Serantoni, Castellarin (Menegazzo)
Il Milan conserva un punto di vantaggio su di noi, ma domenica, come dicevo, ci sarà il derby, al Vismara e i rossoneri potranno contare sul nuovo fenomeno, il 2011 Jadid, che da sotto età ha già al suo attivo 23 gol e 12 assist…
Non mi sembra il caso di stilare pagelle, perché tutti i ragazzi si sono mantenuti su un livello sufficiente o poco più.
Volendo proprio indicare qualcuno che mi ha colpito maggiormente, direi i due terzini, Foroni e Bagnara, il centrocampista Omini G. e la mezz’ala Marchesi.
Al contrario mi sono sembrati leggermente al disotto delle mie aspettative il centrale Poltronieri, che in altre occasioni mi aveva colpito per la sua velocità, il bomber Serantoni che si è visto poco e l’esterno Castellarin, veloce ma confusionario e un po’ monocorde nelle soluzioni cercate (tenta sempre il dribbling rientrando sul destro).
Da Genova, sponda Samp, dove gli Under 18 hanno vinto 3-2 rimanendo in corsa per le prime posizioni, arrivano buone notizie sulla prestazione di due giocatori davvero interessanti: i centrocampisti Kartelo e Vukoje (2 gol e un assist nelle prime tre partite dopo il suo arrivo, per il montemegrino, giocando sotto età come del resto Kartelo).
Luciano Da Vite
concordo al 100% con questa affermazione di Biasin:
“Non esistono allenatori che hanno paura di lanciare i giovani, semmai allenatori che hanno paura di lanciare giovani non ancora pronti. Date Nico Paz a qualunque tecnico e state tranquilli che gli troverà spazio anche se ha solo 20 anni. Per questo “puntare sui giovani” vuol dire tutto e niente: dipende da chi sono “i giovani”.
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https://m.fcinternews.it/copertina/marotta-il-ciclo-di-inzaghi-all-inter-non-e-finito-vogliamo-tornare-a-investire-puntando-su-questi-profili-976168
Stranissimo che parli di cambio approccio e necessità di adeguarsi ad abbassamento età media della A.
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Non c’è nulla di strano, tutti siamo contenti se invece che essere costretti a prendere parametri zero a fine carriera abbiamo i soldi per prendere campioni giovani, come abbiamo sempre fatto nella nostra storia fino ai i tempi (ahimé lontani) in cui prendevamo i Bastoni, Barella, Hakimi e Lukaku…). Un po’ meno se prenderemo i Palacios e i Zalewski perché…costano poco
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Sentite Cavasinni
” parlare di Inter che “ha anche speso tanto sul mercato” da un lato fa sorridere e dall’altro fa incazzare non poco i tifosi nerazzurri, che rimproverano alla società proprio questa assenza di investimenti ormai da anni”.
Siamo in milioni a pensarla così, ma siamo solo plebaglia incolta. Terrapiattisti mancati
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Luciano, io sto evitando di intervenire perché non voglio creare polemiche parlando e spiegando sempre del perché invece stiamo investendo e che certi articoli andrebbero cestinati, però non approfittarne, dai… :)
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Specifico meglio “Stiamo investendo quasi tutto ciò che possiamo investire”.
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Se mi permetto di intervenire sulla diatriba giovani di pseudo belle speranza e vecchi del “chissà se camminano” ( non voglio offendere nessuno eh).
Penso che in mancanza di risorse come negli ultimi 4 anni, perchè indubbiamente si parla di mancanze di risorse dato che in 4 anni abbiamo speso un quarto di bilan e rube, i nostri uomini di mercato non hanno agito proprio malissimo perchè il trade-off non è stato : prendere giocatori giovani e forti vs prendere giocatori vecchi e bolliti. Ma diventa più o meno questo: se non ci sono giocatori a zero, con le disponibilità che ho devo prendere 1) giocatori giovani, neanche minimanente affermati, che se vanno bene possono diventare o Bisseck/Di Marco/Carlos A. o se va male, diventare Asllani/Palacios (che è tutto da vedere che sia scarso)/Zielenski. 2) giocatori sulla linea del tramonto che possono darmi tanto adesso in quanto già maturati, ma che possono rivelarsi una palla al piede. Non c’è molta differenza fra le due categorie, nel senso, se ci sono degli errori non sono giganteschi. Quindi ritengo che i nostri dirigenti hanno agito al meglio possibile, facendo qualche errore e magari vero che potevano anche non puntare su giocatori obbiettivamente già scarsi prima di venire da noi (Arnautovic e Correa su tutti), però non hanno fatto errori gravissimi eh.
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Domanda a tutti invece riguardo l’acquisto di Frattesi. Molti lo ritengono un acquisto sbagliato ma tecnicamente penso invece che è stato un acquisto giusto ai tempi. La pecca che si da a frattesi è il fatto di essere distratto in fase difensiva sia nella trequarti sia nei nostri ultimi 30 metri. Vi chiedo, è più facile insegnare a un giocatore la parte tecnico/tattica della difesa oppure dell’attacco? Secondo me è più facile insegnare a difendere che attaccare. Questo è uno dei motivi per cui ritengo l’acquisto di Frattesi non un errore.
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Matteo, sono d’accordo con te su tutto, al 100%. Penso che tutta la discussione si basi su un equivoco, su un gioco di parole. I tifosi interisti vorrebbero più investimenti sul mercato. Gli esperti rispondo che la società ha comunque investito. Tralasciano la parte più importante: sul mercato. E’ come se uno dicesse alla moglie (o al marito): è tanto che non compriamo più frutta. E l’altro di rimando : ma se spendiamo tantissimo per la pasta…
Su Frattesi pure sono d’accordo con te: avercene di questi acquisti sbagliati: nazionali giovani pagati fior di milioni. Il rischio che uno nuovo non si inserisca al meglio c’è sempre, ma se proprio accade vendendolo prenderai sempre i soldi per provare con un altro di pari livello.
Ho grande considerazione per Frattesi, al punto che non lo venderei mai in Italia.
L’unica cosa su cui parzialmente non concordo sulla tua analisi sono i presunti limiti. Credo anch’io che a uno vigoroso e con scatto come Frattesi si possa insegnare a difendere meglio. ma secondo me il suo piccolo limite non è questo: consiste nella costruzione e nel palleggio. Lui è uno che va, non che costruisce. Questo in un contesto diverso dal nostro può essere un pregio grandissimo. ma da noi i centrocampisti devono avere nel palleggio la loro dote migliore: Mikhi gioca sempre per questo (oltre che per l’intelligenza nelle chiusure), ma anche il dinamico Barella sa palleggiare e costruire, come del resto Calha e Zielinski. Asllani è stato preso perché buon palleggiatore.
Il Napoli per esempio ha tutti centrocampisti di grande corsa: è una scelta diversa, consueta per il modo di giocare ci Conte. Quando era da noi preferiva nelle partite importanti persino Gagliardini a Eriksen. E io, in modo impopolare, ero d’accordo in quel contesto di gioco..
certo l’ideale è Barella che è forte (stavo scrivendo un fenomeno: chiaramente un’ iperbole e mi sono corretto perché so che non piacciono a Roberto) in entrambe le cose, ma di Barella ce ne sono pochi
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Matteo, hai ragione ma come più volte detto devo far delle scelte. O come dice Luciano se posso spendere 100 (che in Italia è tanto, inutile tornanrci) se voglio la frutta non spendo 90 sulla pasta.
Io invece ritengo che, a torto o ragione, l’approccio dei nostri sia stato praticamente sempre, salvo rare eccezioni, metto tutto ciò che ho sui profili maturi perchè mi danno più sicurezza. Una scelta ben consapevole che ha anche pagato buoni dividendi con due scudetti. Ma ti espone poi ad un rischio, per me grande, di ricambio traumatico.
Ovvio che se rinnovo i miei forti – e io concordo al 100% – non avrò il budget per spendere centinaia di milioni sul mercato come vorremmo: i nostri numeri finanziari sono li da vedere.
Quindi io prsonalmente, in questa situazione, avrei visto di buon occhio qualche “rischio” – chiamiamolo così, in più su chi posso sperare cresca fino a diventare un buono, e perchè no, ottimo giocatore, rispetto a chi se mi va bene mi fa un anno e poi stop. E mi riduce ulteriormente il margine di spesa, a patto di non fare vero player trading cedendo uno dei big e reinvestendo la cifra incassata su due/tre profili più giovani ma dal costo importante.
Ho spesso letto che con Arna e Taremi si è provato a fare quello che è stato fatto con Dzeko. Io mi limito solo a dire che la carriera di questi giocatori non è minimamente paragonabile. Quindi se quello che posso permettermi è Arna, io proverei a rischiare su un giovane con certe potenzialità 8che magari non esprimerà mai, magari si). Tanto i destin idi una stagione non dipendono ne da Arna ne da X
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E invece purtroppo non è così. i destini di una stagione dipendono dai titolari e dalle riserve.
Se Arna avesse reso da sette e Palacios avesse reso da sette (e lo stesso Taremi e Asllani) adesso saremmo in un’altra situazione.
Alla base di tutto sta il fatto che vedo squadre che con passivi maggiori del nostro investono tranquillamente centinaia di milioni.
Dunque si può. E’ una scelta della proprietà limitarsi a mettere i soldi per la gestione corrente o investire per migliorare.
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marotta avrebbe detto, nel CdA (uso il condizionale perché non ho sentito la registrazione):
“vogliamo ringiovanire e fare patrimonio tecnico TORNANDO A INVESTIRE grazie a Oaktree”.
Ma come, non investivamo tantissimo anche negli anni precedenti? Anche lui distingue le spese di gestione dagli investimenti per migliorare?
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Marotta ha detto “La proprietà vuole tornare a fare investimenti anche su giocatori giovani” quindi non solo su parametri zero dall’ingaggio importante.
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Il virgolettato che ho letto io su uno dei siti aggregatori è diverso da quello che riporti tu.
Non so quale sia giusto, ma certo il concetto di investire su parametri zero mi suona strano
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Vista la formazione contro la Lazio sarà l’occasione per vedere se davvero…abbiamo due squadre
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https://www.corriere.it/sport/calcio/serie-a/25_febbraio_25/inter-oaktree-nuova-strategia-marotta-12cc6023-19c5-49b6-9839-8f57bbd9exlk.shtml
Nel frattempo, ancorchè riconosco di no nessere sportivo la notiza che Anguissa salterà il big match di sabato per un problema muscolare non mi dispiace affatto. Con McTomnay è il pericolo offensivo principale dei partenopei (peraltro già privi anche di Neres)
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Eh, Luciano, è il solito tema del bilancio, ma non mi va di stare ancora a parlarne…
Sul fatto che abbiamo 2 squadre, lo possono dire solo coloro i quali vogliono metterci in difficoltà. Ne abbiamo anche 5 se schieriamo tutte le giovanili. Poi che siano di pari livello è un altro tema.
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Phragrance: mi scuso, sinceramente, ma a me hanno insegnato che i soldi deputati alla gestione ordinaria (per esempio quelli per il personale) si chiamano spese. Quelli finalizzati all’innovazione e ai miglioramenti si chiamano investimenti.
Probabilmente hanno sbagliato i miei insegnanti o ancor più facilmente ho capito male io..
Comunque adesso dovrebbe essere tutto chiaro. Chiamiamo investimenti anche i costi per la manodopera e quindi è vero che le ultime proprietà hanno fatto investimenti importanti, lo riconosco. E’ solo questione di intendersi
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Un paio di precisazioni: quando dico che una riserva non ti svolta la stagione, intendo che se deve sostituire su base continuativa un top perchè questo si rompe per 4 mesi, che ci sia l’esperto Arna o il giovane X, la chance di vittoria calano drasticamente. Almeno questo vale per il 99% dei club tolti Real e pochi altri. La stessa ricca gobba out Bremer per la stagione è passata da Danilo al prestito di Veiga….non mi sono spiegato bene, colpa mia.
Sul tema investimenti, sarcasmo a parte, non si fa riferimento al costo del personale, ma ai cartellini spesi. SOLO che se vuoi calcolare la “spesa” di una società di calcio (il famoso costo squadra) le componenti sono due: stipendi (chiamala costo del personale) e ammortamento cartellini, oltre a commissioni per gli “economici” P0).
Quindi quando Marotta parla di abbassare il monte stipendi e tornare a fare investimenti non è come intendi tu: riduciamo le spese. Perchè se calano stipendi (escono vecchi onerosi) e aumentano investimenti (cartellini) la somma resta la stessa. Anzi, quest’anno è aumentata.
So che questa cosa tu non la digerisci perchè vai a guardare solo la spesa sul mercato, nemmeno il saldo tra entrate e uscite perchè ti abbiamo postato dati in base ai quali il saldo è praticamente identico tra noi e Napoli dopo la loro essione di Kvara. Ma è così.
Ogni tanto potresti anche fidarti di chi queste cose le analizza e le conosce un po’ di più. E pazienza se questo fa venir un po’ meno le lodi all’operato di chi vuoi tu.
Visto che ha definito la rosa dell’Atalanta quella si profondissima, non hai ai risposto ad una mia semplice domanda: faresti a cambio tra le due rose?
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Sul tema investimenti ha detto tutto Roberto.
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ripeto: a me hanno insegnato la differenza tra costi di gestione e investimenti, ma sbaglierò io.
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Forse non farei lo scambio tra e due rose, ma sarei piuttosto incerto
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Sì Luciano, mi spiace, ma su questa cosa sbagli tu.
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Viste le premesse, ottima partita dell’Inter.
Arnautovic, già prima del gol, si vedeva che aveva una gamba diversa da quanto visto fino a poco tempo fa. Ad oggi penso sia la terza punta dell’Inter.
Correa già dalla partita precedente, in cui è stato bocciato da tutti i quotidiani, aveva fatto vedere spunti dal punto di vista fisico interessanti, confermati stasera.
Martinez, il portiere, sembra forte forte, sia tra i pali, nel chiudere lo specchio e nelle uscite, oltre a non essere male neanche coi piedi. Urgono ulteriori verifiche, ma le premesse sono ottime.
Volevo spendere due parole negative su Taremi, ma dopo aver sentito Inzaghi dire che non stava bene e ha giocato con antidolorifici, mi sento di ringraziarlo per l’impegno.
Nota fortemente negativa Asslani, e ciò mi dispiace tanto. Oggi mi ricordava Bellanova con l’Empoli, completamente perso con un San Siro mugugnante. Secondo me ha tante qualità, ma temo si stia bruciando da noi e forse ripartire da altre piazze potrebbe fare bene alla sua carriera.
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Lettura corretta di Capt Cambiasso anche se Taremi onestamente non è che abbia giocato in modo diverso quando stava bene: indubbia generosità ma tutto fatto sempre troppo lentamente, con scarsa intensità e…..senza mai concludere verso la porta avversaria.
Su Asslani purtroppo io non vedo qualità che speravo emergessero dopo tre anni di Inter: non mi sembra abbia grande peersonalità, intensità e nemmeno robustezza per ritagliarsi un ruolo da interditore.
Il vantaggio è che ha mercato – le offerte respinte di cui si è parlato questa estate lo dimostrano – per cui può essere un asset per inserire gente diversa.
Ora purtroppo abbiamo un’emergenza esterni proprio alla vigilia di un duro ciclo: vedremo se Inzaghi varierà effettivamente modulo come fatto nel finale ieri: in quel modo sia Bastoni sia Pavard possono scalare a terzini. Io non credo lo userà se non quando Dima e Dum dovessero essere cotti: che ne pensate?
Chiedo a Luciano: nessuno in primavera può fare quel ruolo anche per 20 minuti a partita?
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Secondi me, se stai vincendo in casa almeno 2-0 contro l’ultima in classifica, gli ultimi 20 minuti li possono fare sia Cocchi a sinistra, sia DePi a destra
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Ricordo (forse in male) nelle amichevoli estive della prima squadra un ragazzo di colore, di cui non ricordo il nome, che giocava esterno a tutta fascia esembrava avere buona gamba e ottimo fisico.
E’ ancora in primavera o è stato ceduto?
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Credo tu faccia riferimento a Kamate. Ha giocato in Portogallo e ora è al Modena in B da gennaio. Non ti so dire su come stia andando.
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Si grazie Emiliano, mi sembra fosse lui.
Peccato, mi sembrava da quel poco che avevo visto uno con molta gamba che, parere mio, per tappare un’emergenza aiuta sempre
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Ma…nel mezzo di tutte queste analisi e considerazioni previsionali economico/finanziarie ,leggere u n commento con un accenno di “mea culpa” per le critiche alla Dirigenza per aver usufruito di gran parte del budget a disposizione per l’acquisto di Martinez ?
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post inviato
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Anzi, non riesco a inviarlo, riproverò tra un po’
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Ricevuto Luciano, cerco di pubblicarlo già stasera.
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ma come hai fatto a riceverlo, visto che a me non allega il file?
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Post online: https://buu.zone/2025/02/26/il-collettivo-e-i-colpi-inter-lazio-2-0/
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Bella domanda Luciano. Non ne ho idea. :)
Però avevo ricevuto il post già con la tua e-mail delle 20.14. Ho visto ora che poi l’hai inoltrata di nuovo. Misteri del web…
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