Gli insegnamenti dell’europeo, i giovani e l’Inter 2024/25

Foto: Mehdi Taremi. L’attaccante iraniano è ufficialmente un nuovo giocatore dell’Inter.

Come sempre accade, quando la nostra nazionale in una competizione importante delude, si apre il processo al nostro calcio e ogni volta gli imputati additati al facile ludibrio delle genti sono due:

  • L’eccessivo numero di stranieri.
  • L’inadeguatezza del settore giovanile.

Sul primo punto basterà constatare come, se è vero che tra le grandi nazionali ‘storiche’ noi siamo quelle con più stranieri in serie A (solo il 38% dei giocatori sono italiani), la seconda, con una percentuale vicinissima alla nostra è proprio una finalista degli europei: l’Inghilterra.

Si potrebbe aggiungere che nel nostro campionato militavano tanti stranieri anche quando abbiamo vinto gli europei nel 2021.

A me il discorso pare semplicemente insostenibile, perché se si considera il 38% su 30 giocatori per 20 squadre, giocano in serie A almeno 230 italiani che ovviamente sono i migliori della nostra produzione, altrimenti avremmo una miriade di convocati che giocano… in B o addirittura in C perché non trovano spazio nella massima serie.

Pensare che un giovane di 18-19 anni che gioca nelle serie inferiori possa un domani raggiungere la A e magari la nazionale, è possibile, perché fa parte del processo di formazione e i casi sono numerosi.

Pensare che un giocatore di 25-27 anni se gioca in B è perché pur essendo potenzialmente bravissimo ha avuto la carriera tarpata dagli stranieri (e perché non dai 230 italiani ai quali non si è dimostrato superiore?), non mi sembra credibile.

Il giocatore straniero toglie di mezzo i peggiori, non i migliori italiani.

E, quando è bravo, aiuta la crescita degli indigeni bravi, elevando il livello del confronto.

Anche il giocatore straniero che si rivela ‘scarso’ (un acquisto sbagliato, come può sempre accadere) non toglie il posto a un italiano bravo, ma a un italiano eventualmente più scarso di lui. O almeno scarso quanto lui.

Potrebbe avere un senso il ragionamento se si parlasse di ‘stranieri’ nel settore giovanile, in realtà però solo in Primavera alcune squadre ne hanno tanti (il Lecce, per esempio), ma tranquillizziamoci: se avessero aspiranti campioncini italiani li porterebbero avanti comunque anche lì.

Il fatto è che i giovani italiani bravi costano molto e vengono rastrellati precocemente dalle poche squadre che possono spendere, allora tra un italiano medio e uno straniero meno costoso ma che lascia intravedere qualità il Corvino di turno sceglie la seconda soluzione.

E a perderci (forse) è l’italiano mediocre.

Il secondo argomento è la critica al settore giovanile.

Intendiamoci, tutto è criticabile, a partire da una conoscenza reale delle situazioni e dei problemi e con un intento costruttivo, senza generalizzazioni e luoghi comuni. O interessi di parte.

Da un lato si sostiene che il settore giovanile nazionale ottiene buoni risultati a livello di selezioni ‘inferiori’ (dagli U17 in su), ma poi i giovani non ‘maturano’ secondo le aspettative.

Qui ci sono due possibilità: o la selezione e la preparazione dei ragazzi presenta delle manchevolezze (si selezionano ragazzi con caratteristiche sbagliate, tali da potersi affermare subito ma non di poter competere in prospettiva), oppure c’è qualcosa di negativo non nel settore giovanile, ma nell’ “uscita” dal settore giovanile.

Io mi posso sbagliare ma credo che nessuna delle due ipotesi abbia un fondamento.

Non credo assolutamente, infatti, che giovani con le potenzialità di un Bastoni, di un Barella, di un Calafiori, ma anche di qualunque altro nazionale attuale si possano essere persi per incompetenza o per problemi ‘formativi’.

Tanto meno per mancanza di coraggio.

Se in nazionale gioca Scamacca vuol dire che sino ad ora non sono emersi dal nostro settore giovanile elementi più talentuosi, nel suo ruolo.

Lo stesso discorso vale per Jorginho o per Di Lorenzo.

Che qualcosa di meglio si possa fare è sempre vero, ma nessuna delle critiche totalizzanti che leggo la ritengo sostenibile sulla base della mia esperienza… ravvicinata:

  • Non è vero che i giovani ‘si prendono a peso’.
  • Non è vero che nelle giovanili si soffocano le abilità individuali con il tatticismo.
  • Non è vero che si lavora poco (o male) prima sulla tecnica individuale, poi su quella collettiva.
  • Non è vero che non si dà un’impronta di gioco moderna e propositiva (naturalmente se gioca il Sudtirol – con grande rispetto – contro l’Inter, la tattica di gara sarà un po’ più accorta; ma anche la squadra ‘ minore’ non butterà via la palla, non rinuncerà a giocare e a ripartire accorciando in avanti, ecc.).

Ribadito che c’è sempre da migliorare a livello organizzativo, di selezione e di formazione, perché fermarsi significa arretrare, personalmente sono convinto che le cause della relativa stasi produttiva (poi cercherò di spiegare perché ‘relativa’) sono da ricercarsi in fattori economico sociali, culturali in senso lato e soprattutto ambientali.

I veri insegnamenti degli Europei

Dal mio punto di vista i veri insegnamenti che emergono anche da questi europei sono altri.

Anzitutto il livellamento dei valori e di conseguenza il ruolo decisivo dei pochi giocatori capaci di indirizzare o risolvere una partita.

Questo proprio perché i sistemi di preparazione e di gioco con la globalizzazione si stanno avvicinando notevolmente e tutte le nazionali dispongono di molti giocatori di buon livello. Se ne deduce che, a discapito di quanto sostengono i… Sacchi di turno (e i suoi seguaci) la differenza la fanno quei 20-30 di livello superiore.

SUL PRIMO PUNTO (L’equilibrio di valori)

Proviamo a esaminare l’insieme dei risultati, finale compresa.

Credo che due dati saltino agli occhi:

  • La carenza di risultati larghissimi e
  • Le difficoltà incontrate dalle squadre storicamente più forti opposte a formazioni considerate sulla carta molto inferiori.

Difficoltà, a mio parere non solo nello ‘sfondare’ difese super guarnite, ma anche (in qualche caso raro con l’eccezione della Spagna) nel prevalere sul piano della gestione del match.

Riporto qui qualche esempio significativo:

  • Danimarca – Inghilterra 1-1
  • Spagna – Italia 1-0
  • Olanda – Francia 0-0
  • Svizzera – Germania 1-1
  • Albania – Spagna 0-1
  • Croazia – Italia 1-1
  • Olanda – Austria 2-3
  • Francia – Polonia 1-1
  • Inghilterra – Slovenia 0-0
  • Danimarca – Serbia 0-0
  • Ucraina Belgio 0-0
  • Repubblica Ceca – Turchia 1-2
  • Georgia – Portogallo 2-0
  • Inghilterra – Slovacchia 2-1
  • Francia – Belgio 1-0
  • Portogallo – Slovenia 0-0 (poi rigori)
  • Austria – Turchia 1-2
  • Spagna – Germania 2-1 (ai supplementari)
  • Portogallo – Francia 0-0 (poi rigori)
  • Inghilterra – Svizzera 1-1 poi rigori
  • Olanda – Turchia 2-1
  • Spagna – Francia 2-1
  • Olanda – Inghilterra 1-2

Su 53 partite:

  • Sono finiti con due gol di differenza (2-0, 3-1) solo 10 match.
  • Con due gol di scarto (3-0, 4-1) solo 6 e tra di esse le prime tre partite.
  • Ben 37 partite (il 70%) sono finite in parità o con una sola rete di differenza, spesso anche dopo supplementari e rigori

Di fronte a questi dati mi sembra incontestabile la seconda considerazione.

SUL SECONDO PUNTO

Mi sembra innegabile il ruolo decisivo avuto dalla presenza, in alcune nazionali, di uno o più campioni capaci per le loro qualità individuali di indirizzare o risolvere le partite ispirando o concludendo con giocate determinanti.

E nella stragrande maggioranza dei casi questi giocatori sono di origine non comunitaria o comunque di nazionalità acquisita.

Per esempio hanno origini straniere 22 francesi (tutti tranne Clauss, Pavard e Rabiot), 13 inglesi, 16 olandesi, ecc.

Potrei continuare praticamente con tutti gli altri Paesi dell’Europa occidentale.

E’ vero che ci sarebbero solo 4 spagnoli (fonte Repubblica) ma la stessa fonte ci spiega:

“Una novità sta rendendo multirazziale una delle poche nazionali (l’Italia è l’altra) che non ha ancora una quota consistente di nuovi europei: la federazione spagnola ha già setacciato 125 giovani con la doppia nazionalità: 107 di questi hanno scelto di rappresentare la Spagna. Tra loro Ansu Fati e Balde”.

Scriveva ancora la Repubblica, prima delle semifinali:

“La cosa bella è non farci più caso, non notare il miscuglio di culture e l’incrocio di flussi migratori che stanno formando la generazione di calciatori che da oggi a domenica si giocherà l’Europa: dei 103 ancora in corsa, 55 hanno origini diverse dal Paese che rappresentano e scelto di rappresentare, in alcuni casi perché li ha adottati da adulti (Laporte e Le Normand, francesi diventati spagnoli per ragioni di calcio), in molti altri perché ha adottato i loro genitori o i nonni”.

Ancora la Repubblica racconta qualche caso particolare di immigrati:

“La storia più particolare è quella di Camavinga: il padre, un angolano-congolese, e la madre, angolana, scapparono dalla guerra nella Repubblica Democratica del Congo e si rifugiarono in un campo profughi di Miconje, nella regione di Cabinda, un’enclave dell’Angola stretta tra i due Congo: il piccolo Eduardo venne messo al mondo lì”.

E le altre:

“È nota anche la storia di Nico Williams, figlio di due profughi ghanesi che attraversarono il Sahara a piedi ed entrarono in Europa scavalcando la recinzione di Melilla. Quando accadde, la mamma era incinta di Iñaki, il primogenito, che rappresenta la nazionale del Ghana. Anche il francese Barcola (Togo) e l’olandese Gravenberch (Suriname) hanno fratelli che giocano per la patria di origine. Come Drenthe, cugino di Wijnaldum, è pure lui nazionale surinamese”.

Le origini lontane arrivano da ogni continente: l’olandese Reijnders ha mamma indonesiana, il francese Aréola genitori filippini, Griezmann ha padre tedesco, madre portoghese e vive in Spagna da quando aveva 14 anni: con Théo Hernandez, che è cresciuto a Madrid, compensa i due francesi che hanno scelto la Roja.

Moltissimi sono figli di coppie miste, come Bellingham (il padre è inglese, la madre ha radici nigeriane), o hanno i genitori di due immigrazioni diverse, tipo Mbappé (padre camerunese, madre algerina).

C’è anche un mezzo americano, Alexander-Arnold.

Il fenomeno, dal quale l’Italia in parte è esclusa per ragioni storiche, in parte si è auto esclusa (basti pensare a qualche immigrato in altri paesi, arrivato sui barconi e che ora gioca nelle nazionali d’accoglienza, mentre noi i ragazzi immigrati li mandiamo in campi custodia, magari ubicati… in Albania) il fenomeno, dicevo, ha già una consistenza più che decennale.

Ecco il titolo (e un brano dell’articolo) di un giornale del 2010:

Undici «stranieri». Gioca la Germania dell’integrazione (2010)

“Ai Mondiali di calcio del 2006 la Germania aveva schierato tre giocatori di origine immigrata o mista, ai Mondiali del 2010, su 23 convocati i calciatori di seconda generazione erano undici, con ascendenze in paesi come Ghana, Nigeria, Polonia, Tunisia e Turchia.
Il terzo posto ottenuto in quei Mondiali ha dato un nuovo forte impulso a questo processo (un po’ come era avvenuto dopo la vittoria della Francia black, blanc, beur ai Mondiali di calcio del 1998). D’altra parte, l’anno prima, a vincere il titolo di campione del mondo Under 17, era stata la Nazionale svizzera di calcio, che aveva in lista giocatori di ben dodici diverse origini.” (Ndr. Gli svizzeri, come noi, non hanno un passato ‘coloniale’ importante calcisticamente).

Un osservatore acuto come Franco Arturi su La Gazzetta dello Sport del 22 novembre 2013 ha così risposto ad un lettore “autarchico”:

“I problemi nel nostro Paese non sono un paio di oriundi nella nazionale di calcio, ma semmai migliaia di nuovi italiani Under 18, sprovvisti di nazionalità, che non possono esercitare un loro diritto: quello di fare sport e impegnarsi per le loro squadre e il loro nuovo Paese”.

Ritornando a un discorso più generale sembra difficile poter negare che in una situazione di grande equilibrio e livellamento come quella attestata dalle partite e dai risultati degli europei, un ruolo determinante, forse decisivo lo abbia giocato la possibilità di alcune nazioni di attingere a piene mani a bacini di utenza di origini ‘neo europee’ in grande crescita calcistica, capaci di esprimere giocatori decisivi come Maignan, Camavinga, Nico Williams, Barcola, Yamal, Bellingham, Mbappè, Arnold, Gravenberch, Watkins, Vargas, Lukaku, Doku, Tielemans, Leao, Nuno Mendes, Xakha, Akanji, Ndoye, Rudiger, Gundogan, Musiala, Kanté, Dembelé, Upamecano, Thuram, Saka, Arda Guler… e mi fermo qui, citandone solo alcuni tra i più forti e considerando che tanti altri non arrivano a questi livelli, ma sono comunque importanti.

Certo ci sono anche diversi giocatori ‘autoctoni’ di grande qualità, qualcuno lo hanno gli altri e qualcuno lo abbiamo anche noi.

Ma pensate a cosa saremmo noi con alcuni dei campioni citati e a cosa sarebbero quelle nazionali senza le loro punte di diamante ‘straniere’.

In un contesto, ripeto, di equilibrio generale nel quale la differenza la fanno i singoli capaci di una super giocata…

Che c’entra il discorso sui giovani con quello sull’Europeo e poi… sull’Inter?

  • C’entra perché i giovani già raffermati come stelle sono quasi tutti nuovi europei: c’è anche qualche indigeno (l’inglese Palmer, i tedesco Wirtz e pochissimi altri).
  • C’entra, dal mio punto di vista, perché i campioni e pure i buoni giocatori, anche tra quelli di origine extra comunitaria nascono più facilmente da una base di selezione molto ampia.

E da noi nelle giovanili i giocatori di origine non italiana sono molto meno numerosi che in Francia, Inghilterra, Portogallo, Svizzera, Olanda, Belgio, Germania, ecc.

Poiché io non credo che Musiala, Nico Williams, Mbappé, Yamal se fossero cresciuti in Italia oggi giocherebbero in C o fra i dilettanti e nel contempo non credo che Fois o Akinsanmiro in Spagna sarebbero nazionali e leader della squadra, ritengo che il problema sia l’ampiezza della base piramidale e quindi la probabilità di ‘estrarvi’ qualche campione.

In più c’è il discorso che per motivi di… fibre muscolari alcune tipologie di giocatori raggiungono prima il top atletico.

Questo spiega anche il fatto che facciano una carriera più rapida nelle giovanili, per cui quando noi facciamo bella figura con l’U17 è anche perché i migliori U17 loro giocano già con selezioni più grandi

Può darsi che con qualche ritocco ‘organizzativo’ si possa formare qualche buon giocatore un più, non certo, a parer mio qualche campione in più.

Fatico a credere che Yamal, Williams, Rodri, Pedri, Ansu Fati siano diventati campioni perché in Spagna (per la prima volta, credo) hanno nominato allenatore della nazionale un funzionario della federazione anziché un professionista ‘privato’ affermato.

Credo che da noi qualcosa sia stato fatto e molto si possa fare per migliorare la produttività del settore (provvedimenti a diversi livelli, non solo calcistici in senso stretto) ma se persisterà questa difficoltà di pescare in bacini chiaramente emergenti in senso calcistico pagheremo sempre un po’ di dazio.

A livello di società sarebbe necessario diffondere la cultura che i soldi spesi per i giovani (parlo dei giocatori dai 13 ai 18 anni) sono un investimento tra i più redditizi.

Le grandi società in quella fascia di età dovrebbero avere i mezzi per poter scegliere alcuni tra i migliori giovani prima in Italia, poi in Europa e nel resto del mondo: si troverebbero in casa futuri campioni e buoni giocatori da vendere e nel contempo favorirebbero la crescita degli ‘indigeni’ dotati di talento.

Per fare questo però bisogna avere una fiducia illimitata nel proprio settore tecnico, scegliere (e pagare) tecnici di comprovato valore e naturalmente dotare le squadre di strutture d’avanguardia.

Oltre a considerare i soldi per il settore degli investimenti e non delle spese.

Questo discorso ci porta più direttamente a considerare la situazione attuale della società Inter.

Oggi si discute, anche sul nostro blog, delle scelte di mercato: ci sono i fautori della linea “investire sui giovani” e i (pochi) fautori della linea “investire sui forti”.

Da quello che ho scritto si potrebbe pensare che io, appassionato del settore giovanile e sostenitore dell’investire sui giovani, sia favorevole alla prima ipotesi.

Naturalmente non è così e chi mi conosce lo sa.

Sono favorevole a investire PRECOCEMENTE sui giovani: prendere italiani forti a quindici anni (prima non è possibile se non con operazioni complicate), europei forti a partire dai sedici, immigrati forti a ogni età, extra comunitari forti a partire dai 18 (prima si possono bloccare ma vanno lasciati lì, a meno che non abbian un genitore italiano).

Se si facesse questo probabilmente col tempo di ritroveremmo18-19enni pronti anche per la prima squadra.

Non conosco i nostri due nuovi arrivi diciottenni, ma ne sono contento. Spero di vederli venerdì alla prima amichevole della Primavera, anche se credo siano aggregati alla prima.

Contento anche del probabile arrivo di Tessman, ma per un motivo molto semplice: a settembre avrà 23 anni e nonostante questo giocherà un anno in prestito, forse all’estero.
Sono dispiaciutissimo del probabilmente mancato arrivo di Leoni, un diciassettenne con già numerose presenze in serie B, l’unico che conosco un po’ e che considero fortissimo (alcuni amici doriani mi hanno confermato questa impressione) e che piace molto anche ai nostri tecnici.

Intendiamoci magari poi Leoni non si afferma come sperato, ma è indubbiamente una grande promessa a cavallo tra mondo giovanile e professionismo: è uno di quei giocatori da non perdere.

Diverso è il discorso sulla prima squadra.

Dal nulla e senza spendere soldi sul mercato, anzi guadagnandone, siamo diventati forti allestendo rose di 2 giocatori fatti, pronti, bravi, per ruolo.

Molti parametri zero, molti in età.

Alcune sono risultate operazioni gioiello, altre non sono riuscite.

Ma con questa politica abbiamo vinto tante coppe uno scudo alla grande (quello di Conte non lo cito perché lì si spendeva ancora), abbiamo disputato una finale di CL, siamo sempre arrivati in CL e siamo testa di serie, siamo al mondiale per club e godiamo di una considerazione internazionale sconosciuta dal 2011.

A me non interessa se il numero due deve giocare 30 o 5 partite. Tendenzialmente se le partite saranno settanta ne dovrebbe poter giocare, senza far scadere il livello, almeno una trentina.

Ma se anche ne giocasse 5 e per infortunio del titolare ci fossero comprese alcune decisive che rischieremmo di perdere, io come numero due preferisco un trentatreenne campione che un giovinetto speranzoso.

Naturalmente farei un altro discorso se avessimo soldi per prendere un giovane davvero fortissimo, da far giocare subito, ma non è così.

Sono anche consapevole che il trentatreenne può più facilmente infortunarsi o avere un calo: ci sono state queste situazioni.

Ma è troppo facile citare i ‘casi’ pro o contro la propria tesi.

Io guardo ai risultati complessivi di una politica attuata nella situazione data.

La mia valutazione è di soddisfazione sconfinata e dunque vorrei che se non cambiano le disponibilità finanziarie questa linea venisse proseguita.

Devo sostituire un trentacinquenne? Se non ho i soldi per prendere i top di mercato giovani o di media età, benissimo prendere per un anno o due un trentatreenne campione a parametro zero.

Il rischio infortuni o cali (ci sarebbe comunque, un po’ meno frequente nel primo caso altrettanto frequente in caso di inadeguatezza del giocane che posso prendere spendendo poco) si potrebbe attenuare con una rosa di 25 anziché di 23 o prevedendo qualche giocatore polivalente.

Del resto non mi risulta che Conte al Napoli cerchi giovinetti speranzosi: sta prendendo tutti quelli su cui… non siamo arrivati noi, da Buongiorno a Hermoso, ha preso il miglior laterale mancino d’Italia, però dal fisico fragilissimo, probabilmente prenderà Lukaku.
E il Napoli non è la juve come disponibilità finanziaria.

La quale juve ha come… motto di Motta il ‘largo ai giovani”.

Infatti i bianconeri stanno ringiovanendo, ma con i 26enni Douglas Luiz, Di Gregorio; con il 23enne K. Thuram, nazionale francese e probabilmente con il ventiseienne Koopmeiners. E non è finita lì.

In cambio sembra che, sempre per… ringiovanire, cederà Hujisen e Soulé, ha ceduto i fenomeni Iling Junior, Barrenechea, Kaio Jorge e De Winter.

Anche il Milan sembra in procinto di rafforzarsi con il giovane… Morata.

Certo Milan e juve erano un po’ dietro di noi sulla carta, come potenziale e quindi hanno problemi parzialmente diversi ma la tesi di investire su giovani a poco costo e di prospettiva, anche finanziaria, dovrebbe valere anche per loro. O almeno io lo speravo.

Quindi come valutare il nostro operato sul mercato, ad oggi?

Dal mio punto di vista le cose migliori le abbiamo fatte quando governava ancora… Suning.
Magari falliranno entrambi ma Taremi e Zielinski a zero sulla carta sono grandi colpi, nel senso che sarebbero due titolari ovunque.

Poi… sempre sulla carta, il grande colpo preparato e poi… bloccato è quello di Gundmunsson.

Il genoano oltre al biglietto da visita di molti gol e assist puà giocare da seconda punta, da trequartista, da mezz’ala e forse anche da esterno con compiti particolari.

Può costituire la variante tattica e strategica invocata da Inzaghi per affrontare la stagione con più soluzioni offensive.

Può anche non affermarsi, come ogni nuovo arrivo (ricordate Bergkamp, il miglior giocatore del mondo?) ma il suo arrivo o mancato arrivo darà il segno di questo mercato.

Per il resto, se dobbiamo dar credito alle voci, Dumfries resterà, abbiamo sostituito il secondo portiere con la seconda scelta (Martinez costa qualche milione in meno di Bento che sembra poter essere un fenomeno e così pensavano anche i nostri tecnici), tuttavia sempre secondo i ‘si dice’ sarebe stato Inzaghi a preferire l’ex genoano perché giocherebbe meglio con i piedi.

Fingiamo di crederci.

Infine per il difensore, sempre secondo i si dice, la prima scelta era Buongiorno, troppo caro, la seconda scelta Kim, ma non lo danno in prestito, la terza scelta Bijol, troppo… boh, la quarta scelta Hermoso (troppo vecchio, infatti andrà al Napoli di Conte).

Adesso dovremmo gioire per la quinta scelta.

Intendiamoci, io non lo conosco abbastanza e mi fido moltissimo dei nostri big di mercato, per cui magari si rivelerà un affarone, ma sempre la quinta scelta sarebbe.

Sulla carta, perché qui parliamo prima della prova del campo.

In sintesi, secondo me il mercato, considerando anche che avremo molti più impegni e che gli avversari si stanno rafforzando parecchio, per il momento è solo sufficiente.

Riporto qui qualche considerazione che non considero infondata, riportata da Libero:

“E poi ci sono quei campanelli d’allarme suonati già nel corso della passata stagione, ignorarli sarebbe un peccato capitale: Darmian non ha più il fisico per reggere il ruolo di quinto, Dumfries è un calciatore che punta tutto sul fisico, Acerbi è in condizioni fisiche allarmanti e va per i 37 anni, infine Arnautovic, le cui statistiche sono al limite del drammatico”.

Nonostante tutto per me il mercato potrebbe diventare buono se arrivasse Gudmunsson o una quinta punta di valore.

Luciano Da Vite

32 pensieri riguardo “Gli insegnamenti dell’europeo, i giovani e l’Inter 2024/25

  1. Considerazioni indubbiamente interessanti per cui, innazitutto, grazie.

    Su alcune non sono molto concorde e ovviamente ci sta. Mi/vi faccio alcune domande a partire dai punti sollevati.

    Capitolo giovani. Secondo me si sottovaluta il coraggio e la competenza che possono essere (e personalmente credo siano) diversi altrimenti saremmo tutti uguali e….ovviamente non è così, in nessun campo, calcio incluso.

    Capitolo competenza. Se entro con un mio amico esperto di funghi nello stesso bosco, è automatico che lui esca con una quantità di porcini superiore alla mia. Eppure entrambi li avevamo li a portata, ma l’occhio esperto ha il suo valore. Quando Repubblica scrive che la federazione spagnola setaccia i talenti la domanda è: noi facciamo altrettanto? La Spagna, per restare all’esempio, non è gli Usa in termini di immigrazione, o la Francia che da secoli è fatta non solo da bianchi (eppure anche i blues ci hanno impiegato tempo per creare il centro di Clairefontaine). Ma un paese con 40 mn di abitanti (contro i ns 60) e flussi migratori inferiori ai nostri. Quindi, forse, sono in questo momento un po’ più bravi a scovarli e formarli? Non credo che siamo tutti uguali altrimenti perchè ci sono tecnici di club pagati 20 milioni l’anno e altri 100k? O ds che creano Chievo, Atalanta e Bologna e altri che bucano subito? Se tutti possono copiare i metodi, basta prenderne uno a caso…..

    Capitolo coraggio. Secondo me si parla troppo poco del percorso dei ragazzi. Prendiamo due dei nostri maggiori talenti, Frattesi e Calafiori. La Roma li ha “scartati” per puntare sui profili sicuri, da Smalling a Paredes, ecc. Roma che dovrebbe avere super professionisti (li hanno tutti) a valutare le potenzialità dei giocatori. Davide finisce al Sassuolo e gioca il suo primo match europeo a 24 anni suonati. Eppure la fisicità è anni che l’aveva, il carattere anche ma……resta a Sassuolo fino a quell’età in cui altri “talenti” invece hanno già fatto coppe e partecipato a match nazionali importanti. Calafiori finisce addirittura in Svizzera e poi, toh guarda, Sartori (a proposito di fiuto) lo rilancia (anche se al Bologna mentre le big italiane puntano Kjaer, Smalling, ecc.) e ora pare destinato all’Arsenal. Ma potrei continuare con il nostro Dimarco che fa una trafila lunga per affacciarsi anche lui 25enne sul grande palcoscenico perchè chiuso da Biraghi, Young, ecc. Questo, per me, è un elemento che ritarda ed in alcuni casi ferma la carriera di un calciatore.

    Se sei un fenomeno emergi? Certamente. Ma i campioni, come scrivi, tu saranno una ventina AL MONDO. Qui si parla di buoni calciatori che migliorano meglio e più velocemente se giocano in contesti più competitivi senza….aspettare i 25 anni. D’altronde che l’Italia sia il campionato più vecchio d’Europa lo dicono i numeri e, forse, qualcosa vuol dire anche considerando hd un campionato di trasizione (cit. Marotta con cui concordo) dovrebbe essere un campionato mediamente giovane per formare giocatori poi destinati a top club europei.

    Capitolo Inter: i campioni al mondo sono pochi – pianamente concorde – e tra questi rientrerebbe Hermoso (e prima Onana, Skriniar, il 35enne Perisic, ecc.)? Boh, mi sembra un contraddizione. Un campione che a metà luglio è ancora senza contratto non è propriamente normale. Forse è un solo un buon giocatore e molte società, tra cui noi, stanno valutando se ci siano giocatori ugualmente buoni più convenienti e con….margini per diventare magari più che buoni.

    Più in generale definire campione un 34enne in calo mi sembra una forzatura: un campione, per essere definito tale, devi ancora esserlo non esserlo stato. Al contrario, io credo si tratti di tanti buoni giocatori che devono essere valorizzati. Altrimenti non si capisce come Atalanta prenda Koop o Lookman o altri e li…valorizzi. Lo stesso abbiamo fatto noi con Dimarco, Bastoni, Lautaro, ecc.

    Le esigenze societarie sono diverse: chi parte dietro e vuole recuperare subito è più probabile cerchi gente da inserire subito tra i titolari. Chi, invece, può contare su ossatura già definita può anche pensare di inserire profili differenti più futuribili (posto che poi noi stessi abbiamo visto che Bisseck non ha offerto un rendimento inferiore a un De Vrj quando chiamato in causa, anzi).

    Vedremo come evolverà la situazione ma da quanto si legge la nuova proprietà sostiene che per creare valore – dei bilanci frega niente a nessuno ma se dobbiamo oggi stringere la cinghia è per scelte non proprio lungimiranti perpretate nel recente passato – serve puntare certi profili forse potrebbe essere vero.

    Vedremo anche come si muoveranno gli altri ma la gobba, aimè, sta già dimostrando che i “giovani” le stanno consentendo di fare un mercato importante: il famoso valore richiamato da Oaktree. Il Napoli è agganciato a Conte ma se cederà Osimeh per Lukaku sarà il classico o la và o la spacca (speriamo per noi la seconda).

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  2. Non per essere ripetitivo, ma mi trovo sempre in linea col tuo pensiero, caro Luciano.

    Un pensiero sul calciomercato. La mia sensazione è che il grande successo dello scorso anno, oltre all’accresciuta esperienza e motivazione generale, abbia un nome e cognome: Marcus Thuram.

    Se ci pensate rispetto alla stagione precedente la grande novità è stata lui, un attaccante dotato di grande potenza, velocità, difesa della palla e dribbling. Tutte caratteristiche di cui il nostro capitano è manchevole e con cui si sposa benissimo. Non credo sia un caso che in coppia col Lukaku di qualche stagione fa abbiano fatto sfracelli, mentre con Dzeko alternavano grandi prestazioni ad altre meno buone, in base alla partita.

    Quindi capisco che non sarà per niente facile per questione prettamente economiche, però ritengo che la priorità assoluta del calciomercato, se davvero vogliamo migliorarci, debba essere quella di trovare un suo sostituto.

    Cosa ne pensate?

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  3. Spero di non venir considerato sprezzante o presuntuoso, ma più leggo le presunte obiezioni che vengono rivolte alla mia modesta analisi, più vengo confortato nelle mie opinioni.

    A me sembra che le critiche (ben accette) in realtà non siano indirizzate a quanto io ho sostenuto, ma piuttosto a idee che mi vengono arbitrariamente attribuite.

    Capitolo giovani. Secondo me si sottovaluta il coraggio e la competenza che possono essere (e personalmente credo siano) diversi altrimenti saremmo tutti uguali e….ovviamente non è così, in nessun campo, calcio incluso”.

    Sarei un folle se pensassi che siccome la globalizzazione ha portato a uniformità dei metodi di organizzazione e formazione, tutti sono diventati uguali i non c’è più un singolo migliore di un altro.

    Come in tutti i rami del sociale ci saranno singoli più bravi e altri meno bravi anche nell’applicare concetti comuni e condivisi.

    Ci saranno dirigenti bravi in Italia come in Messico e allenatori bravi in Italia come in Kazakistan..

    Il fatto che agli europei persino le finaliste abbiano stentato molto contro le ex cenerentole dimostrerebbe, a mio parere, che ormai tutti sanno preparare al meglio i buoni giocatori (il che non vuol dire che tutti gli allenatori della Georgia siano bravi come quelli della Francia e viceversa..)

    Vuol dire che anche in Canada sanno preparare gruppi di media competitività e che la differenza la fa la nascita del campione e che oggi a differenza del passato è più frequente che si possa affermare un campione anche in paesi che prima non producevano granché.

    Secondo me la Georgia è diventata una squadra più che discreta perché ha un sistema di formazione al passo con i tempi, non per le buone o cattive individualità dei formatori.

    Se poi ‘trova’ (non ‘forma’) un campione come Kvara, meglio ancora. Ma Kvara sarebbe diventato un campione in Georgia, in Spagna, in Iran e persino nella reietta Italia.

    Il punto è: è possibile negare che ci sia stato un tendenziale livellamento in alto e che questo livellamento è ascrivibile all’adozione di sistemi operativi a grandi linee unificati?

    Per me è innegabile e ho cercato di portare risultati a conforto di questa tesi.

    Vent’anni fa la stessa Inter non avrebbe mai preso un iraniano e un canadese e non per motivi razziali.

    Non sto parlando di fuoriclasse ma di giocatori di ottimo livello che, questi si, possono venir aiutati a formarsi con sistemi di preparazione e allenamento moderni.

    Capitolo competenza. Se entro con un mio amico esperto di funghi nello stesso bosco, è automatico che lui esca con una quantità di porcini superiore alla mia. Eppure entrambi li avevamo li a portata, ma l’occhio esperto ha il suo valore. Quando Repubblica scrive che la federazione spagnola setaccia i talenti la domanda è: noi facciamo altrettanto? La Spagna, per restare all’esempio, non è gli Usa in termini di immigrazione, o la Francia che da secoli è fatta non solo da bianchi (eppure anche i blues ci hanno impiegato tempo per creare il centro di Clairefontaine). Ma un paese con 40 mn di abitanti (contro i ns 60) e flussi migratori inferiori ai nostri. Quindi, forse, sono in questo momento un po’ più bravi a scovarli e formarli? Non credo che siamo tutti uguali altrimenti perchè ci sono tecnici di club pagati 20 milioni l’anno e altri 100k? O ds che creano Chievo, Atalanta e Bologna e altri che bucano subito? Se tutti possono copiare i metodi, basta prenderne uno a caso…..

    Mi ritengo un esperto cercatore di funghi avendo esercitato questa attività per tre mesi all’anno da quando di anni ne avevo 4.

    Non c’entra nulla l’occhio, ma la conoscenza dei posti.

    Se vado in un bosco che conosco io trovo più funghi io, se vado in un bosco che conoscono gli altri, trovano più funghi loro.

    Questo in linea generale, poi c’è sempre il.. lato b.

    Ma non voglio attaccarmi a un esempio che considero sbagliato.

    Piuttosto mi piacerebbe che si leggesse quello che non io ma Repubblica ha scritto e che non gli si opponesse qualcosa di inesistente.

    Repubblica non ha scritto che la Federazione spagnola setaccia talenti, ma che ha preso a setacciare giovanissimi immigrati per assicurarsene, nel caso di una crescita importante , l’utilizzo attraverso la scelta precoce della nazionalità (cosa resa possibile dallo ius soli sportivo).

    Cito nuovamente per chi non l’avesse letto nel testo del post il pensiero di Franco Arturi, già nel 2013, che non è vangelo ma che condivido:

    .

    I problemi nel nostro Paese non sono un paio di oriundi nella nazionale di calcio, ma semmai migliaia di nuovi italiani Under 18, sprovvisti di nazionalità, che non possono esercitare un loro diritto: quello di fare sport e impegnarsi per le loro squadre e il loro nuovo Paese”.

    Ecco a me pare difficile…preselezionare questi ragazzi

    Sui ragazzi che si possono pre selezionare, la nostra federazione agisce come tutte (SPAGNA COMPRESA): ogni anno vengono radunati e visionati centinaia di ragazzi molto giovani, quasi bambini, in diverse località del nord del centro e del sud (per il nord solitamente la località prescelta è Novarello) e naturalmente gli osservatori sparsi in tutta la penisola sono pronti a segnalare eventuali nuove ‘integrazioni’.

    Che poi in Italia a differenza degli altri paesi europei, nonostante la propaganda ‘terroristica’ (nel senso che mira ad incutere terrore) di alcune forze, i giovani ‘nuovi europei’ siano molto meno numerosi che in altri Paesi e che gli altri Paesi a differenza nostra da lì attingano fondamentali risorse, è solo una conseguenza.

    Allora a questo punto si ritorna sul fatto che non siamo tutti uguali e c’è chi è più bravo e chi meno.

    Cosa che nessuno ha mai messo in dubbio, si è sempre parlato di confronti di ‘sistema’ e comunque io non credo che tutti i bravi siano in Spagna e tutti gli scarsi siano in Italia.

    Poi si torna anche alla storia dei bravi ds di Chievo Atalanta e Bologna (io ci aggiungerei il Lecce).

    Sempre continuando a non considerare che loro fanno un altro mestiere rispetto ai direttori delle grandi squadre.

    I primi devono procurare i soldi per continuare a esistere, i secondi devono assolutamente provare a vincere.

    Quando si voleva criticare, giustamente o meno, Allegri ci si domandava perché non è mai andato al Real o al Chelsea ecc. oggi la questione non vale più: come mai il fenomeno Sartori non venga richiesto non dico dal Liverpool o dal Bayern, ma almeno dall’Inter, oppure come mai il fenomeno Corvino a Firenze abbia fallito, questo non conta più.

    Io Sartori lo prenderei subito, come responsabile del settore giovanile, ma non credo che lui accetterebbe

    Capitolo coraggio. Secondo me si parla troppo poco del percorso dei ragazzi. Prendiamo due dei nostri maggiori talenti, Frattesi e Calafiori. La Roma li ha “scartati” per puntare sui profili sicuri, da Smalling a Paredes, ecc. Roma che dovrebbe avere super professionisti (li hanno tutti) a valutare le potenzialità dei giocatori. Davide finisce al Sassuolo e gioca il suo primo match europeo a 24 anni suonati. Eppure la fisicità è anni che l’aveva, il carattere anche ma……resta a Sassuolo fino a quell’età in cui altri “talenti” invece hanno già fatto coppe e partecipato a match nazionali importanti. Calafiori finisce addirittura in Svizzera e poi, toh guarda, Sartori (a proposito di fiuto) lo rilancia (anche se al Bologna mentre le big italiane puntano Kjaer, Smalling, ecc.) e ora pare destinato all’Arsenal. Ma potrei continuare con il nostro Dimarco che fa una trafila lunga per affacciarsi anche lui 25enne sul grande palcoscenico perchè chiuso da Biraghi, Young, ecc. Questo, per me, è un elemento che ritarda ed in alcuni casi ferma la carriera di un calciatore.

    Anche in questo caso non su vuole considerare la realtà dei diversi ‘mestieri’ di chi fa le formazioni di Inter Roma Milan juve, ecc e di chi fa le formazioni di squadre che non mirano ai vertici anche se qualche volta ci arrivano vicine.

    Le squadre ambiziose hanno bisogno di giocatori forti, non di giocatori di prospettiva: quelli è normale che maturino lavorando in squadre intermedie.

    Altrimenti, come mai il divino Sartori, che pure ha lavorato in società intermedie, non li ha presi tutti a 19-20 anni, lui che ci vede così bene? Non sarà che a 19-20 anni quei giocatori non erano in gradi di fare i titolari neppure nella rosa di una squadra di media classifica?

    Tutti gli allenatori e i direttori di grandi squadre italiane che mandano giovinetti con del talento a crescere fuori sono incapaci e incompetenti?

    Allora basta prendere allenatori e direttori solo dalla Spagna, dove invece sono tutti bravi…E coraggiosi

    Probabilmente i buoni giocatori (non i fenomeni) emergerebbero prima se giocassero in contesti più competitivi, come dici tu ma il problema è che le grandi squadra proprio perché è un campionato di transizione (io direi di semi transizione) non possono diventare la chioccia che guarda gli altri volare perché è intenta a curare i suoi pulcini: devono avere sempre giocatori al loro top e questo innalza inevitabilmente l’età

    Personalmente preferisco vincere il campionato dominando con l’età più alta che avere la soddisfazione di allevare qualche campioncino che poi, proprio perché meno sono competitivo e meno soldi ho a disposizione, se per caso si affermano, devo cedere.

    Per me sulla prima squadra non si discute: per l’Inter voglio 23 (almeno) giocatori veri: i giovani maturino pure al Sassuolo, alla Samp, nella serie A svizzera o in quella olandese.

    Se diventeranno giocatori veri torneranno.

    Sono tutte soluzioni molto competitive e formative per un giovane uscito dalla Primavera

    Capitolo Inter:

    i campioni al mondo sono pochi – pianamente concorde – e tra questi rientrerebbe Hermoso (e prima Onana, Skriniar, il 35enne Perisic, ecc.)? Boh, mi sembra un contraddizione. Un campione che a metà luglio è ancora senza contratto non è propriamente normale. Forse è un solo un buon giocatore e molte società, tra cui noi, stanno valutando se ci siano giocatori ugualmente buoni più convenienti e con….margini per diventare magari più che buoni.

    Più in generale definire campione un 34enne in calo mi sembra una forzatura: un campione, per essere definito tale, devi ancora esserlo non esserlo stato. Al contrario, io credo si tratti di tanti buoni giocatori che devono essere valorizzati. Altrimenti non si capisce come Atalanta prenda Koop o Lookman o altri e li…valorizzi. Lo stesso abbiamo fatto noi con Dimarco, Bastoni, Lautaro, ecc.

    Le esigenze societarie sono diverse: chi parte dietro e vuole recuperare subito è più probabile cerchi gente da inserire subito tra i titolari. Chi, invece, può contare su ossatura già definita può anche pensare di inserire profili differenti più futuribili (posto che poi noi stessi abbiamo visto che Bisseck non ha offerto un rendimento inferiore a un De Vrj quando chiamato in causa, anzi)”.

    Hermoso a me personalmente non piace, quindi io ne faccio un discorso generale.

    Se per dirigenti e allenatore è la prima scelta possibile io vorrei che lo prendessero.

    Del resto qualche esempio di campioni non giovanissimi ancora eccezionali ne abbiamo avuti.

    Lui non è senza contratto a luglio, ha più offerte (non dal Servette o dal Lugano) e le sta vagliando.

    E torniamo sempre al discorso di come è brava…l’Atalanta.

    Ma valorizzare i giovani è il suo mestiere.

    Il mestiere dell’Inter è competere e se possibile vincere.

    Sono proprio due lavori diversi. Koop e Lookman sono scommesse riuscite di uno che fa di mestiere (bene) lo scommettitore.

    Ma tu non puoi spendere soldi per puntare su una scommessa sperando che domani ti ripagherà.

    Del resto noi Di Marco Barella e Bastoni li abbiamo presi quando non erano più scommesse, ma si erano affermati in serie A.

    Bare e Bastoni anche precocemente, a dimostrazione che se hai qualità ti puoi affermare precocemente anche facendo il titolare nel Parma e nel Cagliari, più che facendo la riserva nell’Inter): è questo il motivo per cui non vorrei Valentin quinto attaccante nell’Inter. Meglio titolare fra 2 anni, se si confermerà.

    Gli investimenti giovanili non si possono fare a danno della prima squadra e l’esempio della juve, che prende tutti ventiseienni e lascia i talentuosi ventenni lo conferma.

    Perché si, con i giovani la juve fa un bel gruzzoletto (come noi, spendendo meno per altro) ma si trattava di giovani presi per le giovanili, non per…indebolire la prima squadra.

    Oggi dobbiamo stringere la cinghia perché avevamo una squadra che a ottobre era fuori da tutti i giochi, non aveva appeal, aveva scarso pubblico, scarsi diritti e scarsi sponsor.

    In poco tempo siamo tornati ai vertici e non può essere un’operazione indolore tanto più se nel contempo ci si è messo il covid e il mutamento di indirizzo politivo del governo cinese.

    L’anno di Conte abbiamo speso 130 milioni + ingaggi paurosi per due soli giocatori.

    Io ne sono stato felice, visto che ancora adesso pur con i sacrifici che ne sono conseguiti, siamo al top e stiamo pure avvicinandoci al pareggio di bilancio.

    Quindi per me, avanti così.

    Se poi, prendendo giovani di poco costo anziché i Darmian, Acerbi, Mikhi, Dzeko, Arna Taremi di turno, continueremo a vincere …mi andrà bene lo stesso.

    PS se Conte prende Lukaku per me la va, eccome, Purtroppo.

    Come la va se il Milan prende Morata (31 anni)

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  4. sull’attaccante sono perfettamente d’accordo ma io ho anche qualche timore sulle condizioni fisiche di Acerbi e sulla qualità che può ancora epsrimere Farmian come esterno a 5 (come braccetto, ok)

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  5. Su Bento si legge oggi che l’Athletico Paranaense p avrebbe accettato un’offerta di circa 18 mln di euro arrivata dall’Arabia Saudita. Per lui si avvicina quindi il trasferimento nella Saudi Pro League e in particolare giocherebbe nell’Al-Nassr, la squadra di Cristiano Ronaldo.

    Non mi sembra uno scarto di cartellino così rilevante dai 13/15 si dice pagati al Genoa per Martinez. Forse lo stipendio strappato in Arabia ha spinto lui e il procuratore a fare muro non solo verso di noi ma verso tutti i club europei dotati di maggiori disponbilità finanziarie

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  6. Ma guarda che sull’innalzamento del livello medio globale diciamo la stessa cosa ma letta in modo…diverso.

    Per me significa, come ho scritto più volte, che il mercato è ormai globale per cui uno scouting di qualità permette all’Atalanta di turno di competere ai massimi livelli e vincere pure in Europa nonostante risorse infinitamente inferiori di altri club. Perchè oggi puoi trovare in Canada o Austrialia un giocatore che vale come e più di uno in A pagandolo il 10%….e così liberi risorse per altro.

    Vuol dire che per fare la differenza, a livello di nazionali, non basta più fare quello che si faceva 20/30 anni fa. Quindi chi ha saputo “investire” correttamente oggi si trova sopra la media (che si è alzata) mentre chi sperava di vivere di rendita è stato riassorbito e quindi deve….muoversi senza aspettare la nascita casuale.

    Io sono strafelice delle risorse di cui dispone l’Inter (rispetto ai competitor di serie A) e spero siano utilizzate per garantire competitività attuale (che c’è già) e sostenibilità interna con un buon mix. Se, come leggo, anche Oaktree vuole questo non può che farmi personalmente piacere e non mi fascio certo la testa se al posto di Hermoso si vuole inserire Cabal (parliamo del 21esimo in rosa)

    Personalmente aspetterei ad essere terrorizzato che ogni acquisto degli avversari sia in grado di sconvolgere le gerarchie. Certo alcune squadre si rinforzeranno come è normale che sia ma devono trovare tutte nuovi equilibri. Non mi sembra siano arrivati Haaland e Mbappe, Yamal o Nico Williams.

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  7. che c…o! dopo che il Napoli ci ha soffiato due obiettivi per la difesa e siamo passati alla quinta scelta, ora la juve ci ha fregato pure quellla. ma niente paura, troveremo un sesta scelta a meno che dopo due mesi di trattativa per limare mezzo milione, non salti fuori il Bologna o il Genoa…

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  8. a memoria futura: non sto dicendo che senza Cabal non si può giocare a calcio. Non ho nessun giudizio perché non lo conosco abbastanza. Dico solo che se è vero quello che scrivono tuttim dopo che nom è stato possibile prendere il primo obiettivo della dirigenza, né ol secondo, né il terzo, né il quarto, per risparmiare qualcosa sul quinto è arrivata la juve e in un giorno lo ha chiuso. Poi magari il sesto obiettivo sarà il più forte di tutti. ma quando farete i confronti tra Giuntoli e Marotta/Ausilio, ricordate anche le diverse modalità operative

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  9. il confronto sarebbe davvero irriverente: da una parte un dirigente messo nelle condizioni di prendere prime scelte e quindi di non sbagliare e dall’altra dirigenti che devono riuscire/sperare di non sbagliare con la 7 scelta perché la proprietà non vuole mettere un centesimo (sembra anzi che voglia essere pagata). Da esterno e da utente gravido di pregiudizi antiamericani già all’insediamento di oaktree, nel leggere che il resp. Comunicazione è l’ex uomo fidato di Agnello mi sono deciso a prendere le distanze da un calcio in cui a me pare che tutte le proprietà/fondi (es. Roma e Milan) siano legate in qualche modo a exor. Non parlo necessariamente di cavallo di troia ma ….con tutti i limiti legati ai limitati investimenti degli ultimi anni Zhang (lo riconosco anche io) ha avuto sempre rispetto lasciando carta bianca per rendere competitiva la squadra come giocatori in scadenza ma efficienti. E l’arrivo di zielinski e Taremi lo devi alla vecchia pianificazione…..gli amerigani vogliono giovani al costo di un parametro zero….io non credo che alla speculazione pura ci credano pure loro per mantenere l’asset attuale competitivo ma ho la sensazione che non vogliano affatto il bene della squadra. Tengo per me il resto, preferisco evitare qualsiasi commento futuro e “lasciare” con buoni ricordi la lettura di questo spazio davvero prezioso. Un saluto a tutti

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  10. Ma Seba Esposito ceduto con diritto di riscatto con un contratto che scade nel 2025???

    Mi puzza sta cosa..

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  11. Mah, gli americani del Bilan sono stati spesso qui indicati come iper spendaccioni …..cosa non vera se si leggono i costi dei cugini ma tant’è.

    Comunque a prescindere bisogna capire cosa sia realmente accaduto: il CdS, ad esempio, parla di passo indietro dell’Inter. Chissà.

    In ogni caso il mondo è pieno di Cabal.

    Piuttosto sono curioso di capire se si cercherà veramente un profilo futuribile come si legge voglia la proprietà oppure si andrà sull’usato classico stile Hermoso.

    A prescindere da questi due, lo ritengo interessante per capire l’orientamento di Oaktree

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  12. Se mettono a bilancio spese per ostriche e champagne, non mi interessa. Io guardo ai saldi di mercato e secondo transfermarkt nell’ultima stagione hanno un passivo superiore ai 20 milioni, noi un attivo di 2.

    Poi se non è vero e noi abbiamo più disponibilità di spesa (sempre sul mercato) non posso che eserne contento.

    Su Cabal io non ho detto (l’ho anche specificato, anticipando le immancabili critiche) che è l’unico giocatore al mondo fortissimo in quel ruolo.

    Ho detto anzi che non lo conosco.

    ma ho fatto un ragionamento del tutto diverso: se le notizie sono vere l’eventuale nuovo acquisto sarebbe il sesto ripiego rispetto alla scelta iniziale.

    magari il sesto si rivelerà il nuovo Pelé DEL RUOLO, MA IO DA TIFOSO SAREI STATO PIù CONTENTO SE LA DIRIGENZA AVESSE AVUTO LA POSSIBILITà DI PRENDERE LA PRIMA SCELTA.

    Non so se la juve ci ha ‘scavalcati o se l’Inter si è tirata indietro, ma non cambia nulla: noi ci siamo tirati indietro per non spendere 2 milioni in più dopo settimane di trattativa, mentre la juve si è fiondata subito a chiudere

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  13. Io sono contento se dirigenza e allenatore riescono a prendere la prima scelta. Che abbia 60 anni o 12 non mi interessa. Se loro ritengono che quel sessantenne sia più forte di quel dodicenne, io mi fido. salvo avere un parere diverso ma con l’uniltà di chi non si paragona per conoscenze calcistiche a Marotta Ausilio e Inzaghi

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  14. Come fai a dire sesto o terzo o nono…..

    Si legge Inter segue A, B, C, D, E……chi dice che B è la prima scelta?

    Il suo procuratore e qualche giornalista amico (che peraltro fino a ieri pomeriggio dicevano Cabal in chiusura…..come no), poi quando compreranno D i dirigenti diranno che D è sempre stata la prima scelta, come è normale che sia.

    Francamente di questa cosa chi se ne frega: più interessante, per me, è capire il profilo che arriverà perchè potrà offrire indicazioni sull’orientamento della nuova proprietà

    Sul portiere tutti a dire Bento prima scelta, ecc. poi impossibile per le alte richeiste della squadra brasiliana che…poi lo cede per 18 milioni in Arabia vs i 15 che noi pagheremo al Genoa per Martinez. A me vien da pensare che o la prima scelta fosse lo spagnolo (per i piedi?) oppure il brasiliano ha asparato cifre così alte che nemmeno le potenze economiche europee hanno voluto assecondare lasciandolo andare nel campionato arabo

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  15. Chi ti dice chi è la prima scelta?

    Biasin? Marchetti?

    O te lodicono Marotta/Ausilio oppure è aria fritta

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  16. Però + anche possibile che cominci a trattare per un mese la decima scelta, poi se non ci riesci passi alla nona, quindi all’ottav…eccsai, i dirigenti dell’Inter sono strani. Trattavano Bento da gennaio ma in realtà volevano Martinez, era tutto un trucco per ingannare le rivali….

    Quanto all’orientamento della proprietà, posto che non vogliono/possono spendere per giovani forti, prendano almeno giocatori forti anche se maturi. Come abbiamo fatto con…discreti risultati, fino a Taremi e C.

    Se invece prenderanno giovani che costano poco…speriamo in Dio

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  17. Mah, io tutta questa convizione su chi sia la prima e chi la seconda scelta non ce l’ho.

    Poi può anche essere che Bento fosse chiuso con la società ma il ragazzo dice no perchè vuol fare il titolare o perchè l’Arabia gli offre così tanti soldi da metterlo fuori mercato o per qualche altro motivo.

    I fondi americani risanano e gesatiscono per guadagnare, su questo non ci piove.

    Al bilan lo fanno da anni ma quando veniva evidenziato non ci si credeva

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  18. ragazzi, sto vedendo l’Under 19: non c’è nulla da fare, purtroppo il Milan ha due giocatori (Camarda e Zeroli) che tra 2-3 anni saranno all’altezza dei migliori giovani spagnoli tedeschi e inglesi visti a questo europeo.

    bene Di maggio, unico dei nostri, ma comunque…di altra pasta.

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  19. Da interista spero Camarda punti i piedi per giocare presto in prima squadra in modo stabile ma, essendo chiuso dai giocatori esperti che il Milan ha preso (Morata) e forse prenderà (Fulkrug), chieda la cessione al dortmund/lipsia di turno che gli garantiranno da subito minuti importanti.

    Ne gioverebbe anche la nazionale

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  20. Purtroppo per noi, il Milan è una società seria e non poteva partire con un sedicenne titolare. Camarda giocherà alcune partite in prima squadra e se continuerà a progredire così velocemente èptrà anche aspirare a diventare un titolare nel corso della stagione. Ma è cosa diversa dall’avere ambizioni e partire con lui titolare.

    Il Lipsia è bravissimo di fare il suo lavoro, ma io preferisco tenermi gli scudi e le coppe che abbiamo noi piuttosto che… le loro

    Oggi ho visto l’under 19 di Zanchetta e mi è molto piaciuta. probabile che mancasse qualcuno aggregato alla prima, ma i ragazzi si sono destreggiati bernissimo. Naturalmente c’è da tener conto del possibile…demerito egli avversari .

    Comunque non c’era nessun nuovo, tutti 2006 e 2007.

    sarei un po’ stufo di una società che individua buoni giocatori (i famosi…giovani) e non li prende per poche lire. Così per samardzic, così per Tessaman, così verosimilmente per Leoni. E mettiamoci pure Cabal

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  21. Inzaghi è un grande gestore del gruppo. ma non ha l’autorevolezza di Conte e Motta. Quelli dicono: per accettare mi dovete prendere questi giocatori. E glieli prendono, costi quel che costi. Alle cessioni si penserà poi. Persino il semi carneade Fonseca avanza pretese esclusive. Inzaghi si accontenta di quello che gli danno. Vuole Gudmunsson…ma prima si deve vendere. Sperando che nel frattempo…vada altrove, così si risparmia. Vuole hermoso, ma prima si deve vedere se troviamo un giovinetto che venga gratis….

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  22. Ho mandato un post sulle giovanili. Non ci sono novità di acquisti per il momento, ma spesso nei giovani un’estate provoca trasformazioni importanti Staremo a vedere

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  23. “l’Inter piomba su Renan”. Lo abbandonerà a favore della diciannovesima scelta, se costerà 100.000 euro più della cifra stanziata

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