“Chi non risica non rosica”: Lecce – Inter 0-4

Foto: Lecce – Inter 0-4, nella foto l’esultanza di Stefan de Vrij, autore del quarto goal nerazzurro.

Questa volta parto dalla formazione, poi spiegherò il perché.

Se consideriamo l’undici titolare, facendo ricorso alle presenze, al minutaggio, ma soprattutto alle presenze nelle partite cruciali, ieri nel primo tempo l’Inter aveva in campo solo 3 titolari: Miki, Dimarco e Lauti.

Insomma Inzaghi ha affrontato una trasferta sempre pericolosa (il Lecce in casa ha ottenuto quasi tutti i punti che gli consentono di avere una classifica dignitosa, avendo tra l’altro battuto Lazio e Fiorentina e avendo pareggiato con Milan e Bologna) con la difesa completamente composta da seconde linee (portiere e tre difensori), il centrocampo senza due titolari su tre, un esterno su due e un attaccante su due.

Io sinceramente non ero per nulla tranquillo.

Se non vinci a Lecce e tre giorni dopo hai la partita difficilissima contro l’Atalanta rischi in 3 giorni di sprecare quasi tutto il vantaggio costruito con mesi di duro lavoro e mesi di prodezze.

Considerando anche che poi ti aspetta un ciclo di partite di fuoco, ravvicinate, a differenza di quanto accade alle avversarie dirette, ormai quasi solo la juve, il pericolo non sembrava indifferente.

Quando ero un ragazzotto e come tale piuttosto ignorante e presuntuoso, ero solito in situazioni simili pronunciare giudizi tranchant sull’allenatore.

Oggi ho messo un po’ (poco) di giudizio e mi astengo, in questa e in tante occasioni simili in cui mi verrebbe da giudicare l’operato di chi è per curriculum più competente di me e ha molte più conoscenze delle mie.

Il che non significa che io non esprima dubbi o non avanzi delle ipotesi alternative pensando che potrebbero essere  preferibili.

In fondo poter giocare a fare l’allenatore in pectore è uno dei motivi per cui il calcio appassiona tanti.

Per esempio prima del match (ma anche ora) mi rendevo conto perfettamente della necessità di fare turn over, ma avrei pensato a un turn over scaglionato: magari tre giocatori con il Lecce, due con l’Atalanta, altri 2 o 3 col Genoa.

Sperando poi che in qualche gara, l’acquisizione di un vantaggio consistente mi consentisse di risparmiare minuti ad altri titolari.

Dice una nota canzone che si nasce incendiari e si muore pompieri.

Di certo qualcosa in me è scattato col tempo.

Ora so che in qualsiasi campo un professionista con un grande curriculum è più competente di me per quanto io possa essere appassionato.

So che ha molte più conoscenze di me.

Per esempio, nel caso specifico, Inzaghi conosce i problemi fisici e psicologici dei giocatori con i quali lavora quotidianamente, è più in grado di me di valutarne la ‘condizione’ effettiva, dispone di dati strumentali che ben oltre l’impressione visiva gli forniscono elementi oggettivi per valutare le condizioni di forma, le necessità di riposo, ecc.

Ha il problema, quando se ne verificherà la necessità, di disporre di tutte le alternative esistenti al top della loro forma (Inzaghi l’ha detta così: non devo perderne uno): quindi deve considerare anche la necessità di dare il giusto minutaggio a tutti, per una questione fisica e anche psicologica.

Ha quindi anche il problema di programmare il raggiungimento dei minutaggi richiesti, tenendo conto anche degli infortuni che in una stagione così massacrante sono inevitabili.

Insomma voglio dire che oggi non sarei mai drastico nel dire Inzaghi (ma è solo un esempio, vale per qualunque professionista di sicuri valore) ha sbagliato.

No, direi: “a me pare che si potesse fare in un altro modo senza correre tutti quei rischi”.

Forse.

La differenza è sottile, ma esiste, nel senso che so benissimo che persino…Guardiola può sbagliare, ma se io ho un’opinione diversa dalla sua la dico e ne discuto, con la consapevolezza che è più facile che sia  io a sbagliare.

Alla fine del primo tempo, noi eravamo in vantaggio per 1-0, ma io ero molto preoccupato perché non avevo visto la solita Inter.

E, allora non lo sapevo, ma non ero l’unico.

Ecco per esempio cosa ha detto Capello: “a dirla tutta, per un occhio attento nei primi 45’ si è visto che l’undici nerazzurro non aveva i soliti automatismi: difesa e centrocampo non erano coordinatissimi tra loro. Il Lecce, dal canto suo, ha provato a giocarsela a viso aperto, ma così facendo si è esposto alla feroce ripartenza del primo gol, capitalizzata da Lautaro”.

Dichiarazione che fa il pari con quella formulata dal mister D’Aversa: “fino al secondo gol, abbiamo giocato sostanzialmente alla pari. L’occasione di Blin poteva cambiare il match.”

In effetti non si era vista la solita Inter, soprattutto dietro, dove il pressing dei salentini creava problemi ad uscire e la difesa appariva meno sicura del solito.

Naturalmente l’Inter possiede, anche rimaneggiata, giocatori di qualità e di gamba che, se superano indenni la pressione avversaria, negli spazi possono far male.

E così è stato, con il nostro vantaggio, ma con una prestazione non del tutto rassicurante.

Dopo che, a inizio ripresa, il Lecce ha avuto la palla per pareggiare, in due minuti abbiamo confezionato la svolta: prima Bisseck, palla al piede ha seminato avversari in progressione e aperto per Sanchez che ‘vede’ Frattesi e lo serve per il 2-0.

Subito dopo è Frattesi, lanciato da Sanchez, a mettere in mezzo una palla bassa sulla quale si avventa il Toro per la doppietta personale.

A questo punto la partita è finita e i timori (legittimi, a mio parere) si sono squagliati definitivamente.

C’è solo spazio per altri cambi, per qualche buona iniziativa dei salentini che cercano di ridurre lo svantaggio, ma su corner de Vrij di testa fissa il punteggio definitivo.

Inizialmente l’Inter ha un po’ rischiato, come si diceva, ma è riuscita a contenere il grande sforzo offensivo del Lecce che nel primo tempo oltre al nostro gol ci ha concesso poco, ma nella ripresa è calato vistosamente e ci ha permesso di chiudere da dominatori.

In qualche altra occasione, quando siamo stati pressati alti abbiamo incontrato difficoltà maggiori, magari uscendone ugualmente bene, ma evidentemente il Lecce non aveva negli ultimi 20 metri gli uomini con il colpo del ko: ci hanno provato Piccoli, Gallo, Blin e Almqvist, ma con scarso successo, mentre Sansone e Rafia sono apparsi sotto tono o comunque neutralizzati senza particolari affanni.

Tatticamente la considerazione più importante è questa: rispetto al passato la squadra ‘inferiore’, anziché accorciare e fare densità dietro per provare le ripartenze, ha cercato di metterci in difficoltà aggredendoci con il ritmo, l’intensità e la pressione alta, come ormai accade spesso.

E questo è un bene per il calcio.

Non so se per le squadre ‘inferiori’.

Infatti questo atteggiamento, stante il divario di valori evidente anche dopo il nostro turn over, ha retto per meno di un’ora e la squadra ospitante  ha finito per venir travolta.

Come ha riconosciuto il presidente del Lecce: “abbiamo subito il secondo gol e a quel punto abbiamo pagato anche una prima parte della gara particolarmente dispendiosa per noi e l’Inter ne ha approfittato per chiudere i giochi”.

Le statistiche

Non dispongo dei dati suddivisi per tempo che potrebbero eventualmente confermare, anche con i numeri,  la percezione secondo cui nel primo tempo abbiamo incontrato molte più difficoltà, svanite quando il pressing del Lecce si è dissolto.

Vediamo comunque se c’è qualche dato interessante.

Scontato che il possesso sia a nostro favore (61 a 39), la sorpresa viene dal numero di conclusioni: ben 14 loro contro 11 nostre.

Credo non sia mai successo, quest’anno.

La situazione si… normalizza però con il numero dei tiri finiti nella luce della porta: 7 a 2 per noi.

Da notare tuttavia  che squadre più forti dei salentini di recente non avevano mai tirato in porta contro di noi.

Anche il dato delle occasioni manifesterebbe una relativa sofferenza, essendo favorevole a loro per 12 a 9.

Va notato però, scusate la ripetizione, che questo dato non ha nulla di ‘scientifico’ ma è estremamente soggettivo.

Grande vantaggio nostro, come sempre, per numero di passaggi riusciti e in termini percentuali (riusciti l’87% dei nostri contro l’83% dei loro. Ricordo che si considera di valore internazionale una media di almeno 90%).

Noi abbiamo utilizzato molto di più il passaggio lungo 37 contro 19.

Invece c’è equilibrio per il numero di palle recuperate.

A livello individuale notiamo che…

Il giocatore che ha avuto più occasioni è Almqvist (49), quello che ha giocato più palloni è Bisseck, davanti ad Audero e Gallo (loro hanno cercato molto di sfondare sulla fascia sinistra, mentre a destra si sono presentati forse in modo più insidioso, ma sporadico).

Bisseck è anche il primo per passaggi riusciti  (75) davanti a Carlos (54).

Solo Piccoli ha al suo attivo due dribbling riusciti.

Poi alcuni (pochi) giocatori con 1 dribbling.

A conferma del fatto che in genere si dribbla poco nel nostro campionato, c’è poco spazio per l’estro, o forse scarseggiano i giocatori con queste caratteristiche.

Carlos ha percorso più km di tutti, davanti a Blin, ma Piccoli ne ha percorsi di più allo sprint, ancora davanti a Blin.

Infine Lindqvist ha raggiunto una punta di velocità davvero eccezionale (35,87), davanti a Gallo (33,86) e a Frattesi (33,05).

Complessivamente abbiamo percorso circa 1 k più di loro, a velocità leggermente superiore.

Le pagelle

Audero:

gioca tantissimi palloni e in alcuni casi provoca qualche brivido per eccesso di rischio.

Para due tiri facili che gli arrivano in bocca anche se scoccati da buona posizione.

In un’occasione esce dall’area con personalità per sbrogliare con i piedi una situazione difficile.

6+

Bisseck:

dalle sue parti agisce Sansone, del quale l’Inter non ha un buon ricordo, ma dopo qualche incertezza iniziale lo ‘doma’ completamente e va a prendersi gloria con una percussione verticale irresistibile che porta al gol del 2-0.

7

de Vrij:

inizialmente avevo qualche timore perché per il suo avversario, Piccoli, avrei ritenuto più adatto Acerbi.

Invece, pur lasciandogli due conclusioni, lo controlla bene, perché è in ottima condizione di forma.

Bravissimo nel colpire di testa per il gol del 4-0.

7

Carlos Augusto:

dalla sua parte arriva spesso in corsa un indiavolato Almqvist.

Lui lo controlla con sapienze e fisico, senza dimenticarsi che il braccetto a volte deve sganciarsi

6.5

Dumfries:

se gioca concentrato e non commette errori in fase difensiva, come ieri, è sempre un elemento importante perché quando spinge crea problemi a tutti.

Davanti però qualcosa sbaglia.

6.5

Frattesi:

nel primo tempo non ero entusiasta della sua prova.

Certo correva, contrastava e si rendeva molto utile, ma l’Inter faticava a ‘uscire’ in ripartenza rispetto ad altre occasioni anche perché nella costruzione Frattesi non è Barella e Asllani non è ancora Calha (oltre a mancare due abilissimi nel proporsi come Pavard e Bastoni).

Nella ripresa con più spazi anche per il calo dei leccesi, diventa l’uomo partita con un gol strepitoso per tempo di inserimento e un assist perfetto.

(Akinsanmiro:

un quarto d’ora in cui conferma di avere personalità e tiene il campo con buona sicurezza, all’esordio.

6)

Asllani:

dovrebbe giocare di più per poter raggiungere in fretta i livelli che si intravvede gli competano.

L’assist per il gol di Lauti è una vera chicca, però non c’è dubbio che al momento Calha in mezzo al campo si ‘sente’ molto di più e con maggior continuità.

6.5

(Barella:

poco più di mezz’ora con ingresso  a vantaggio acquisito e quindi con il solo compito di gestire senza affanni e rischi  la situazione.

6)

Mkhitaryan:

non la sua prova più spettacolare, ma sempre tanta sostanza ed eleganza  nel sostenere l’azione offensiva.

Ha la possibilità di concludere a rete da buona posizione, ma non riesce a coordinarsi al meglio.

6.5

(Klaassen:

che sappia giocare a calcio lo si sa, entra a 25′ dal termine e contribuisce a gestire la partita in tranquillità e senza strafare.

6)

Dimarco:

probabilmente è un po’ stanco e non riesce quasi mai a prodursi nelle sue proverbiali incursioni che scassano le difese avversarie.

Anche perché dalle sue parti arrivano avversari incursori dotati si buona gamba.

Cresce con tutta l’Inter nel secondo tempo  e su angolo serve un ottimo assist per de Vrij.

6.5

(Buchanan:

poco più di un quarto d’ora per lui. A differenza di commenti che ho letto, non mi aveva convinto del tutto nella prima prova e non mi ha convinto ieri.

Secondo me dovrà lavorare molto per adeguarsi alla gestione del ruolo che gli chiede Inzaghi, anche se già qualche progresso si nota.

La sua dote migliore sembra il dribbling ed è una qualità che in genere ci manca, ma gli esterni di Inzaghi devono soprattutto coprire l’intera fascia.

Destinato a migliorare.

6)

Sanchez:

primo tempo di sacrificio, perché l’Inter riparte un numero limitato di volte e per lo più lo fa con lanci lunghi o con percussioni portando palla.

Nella ripresa è molto più nel vivo del gioco, viene cercato maggiormente in uscita, lavora una quantità di palloni, regge i contrasti (di solito il suo limite maggiore) e esprime tutta la sua classe.

Prima manda a sedere l’avversario in area con una finta e serve l’assist per Frattesi.

Suo il successivo servizio delizioso per lo stesso Frattesi che regala il 3-0 di Lautaro.

Determinante.

7.5

Lautaro:

due tiri due gol.

Una media da autentico cecchino.

Sul primo si invola dopo l’assist di Asllani, resiste al ritorno del difensore e brucia Falcone  con un diagonale imprendibile.

Sul secondo anticipa tutti i difensori per deviare in porta lo splendido assist di Frattesi.

Oltre a questo, svolge il solito lavoro, utile per la squadra.

8

(Arna:

25 minuti per consentire a Lauti, a partita di fatto chiusa, di poter tirare il fiato.

Deve solo gestire e lo fa senza difficoltà.

6)

All. Inzaghi:

la squadra gioca a memoria, chiunque lui scelga per interpretare la partita.

Certo, alcuni ‘titolari’ hanno qualcosa in più, ma se quando sostituisce otto di loro vince 4-0 a Lecce il suo merito (e quello dei suoi dirigenti) appare chiarissimo.

8

Può essere interessante un giudizio-valutazione che ho letto su D’Aversa, purtroppo non ricordo dove

All. D’Aversa 4,5: idea ambiziosa quanto pericolosa quella di giocare il match a viso aperto in cui prevale la seconda (cioè la pericolosità, ndr) visto che il pressing altissimo ha creato voragini al centrocampo  costringendo Ramadani e Blin a correre su tutti i portatori dell’Inter. Nel primo tempo la squadra riesce a costruire qualche occasione ma i nerazzurri trovano ampi spazi quando ripartono e il secondo tempo ne è riprova.

Questo significa che pressare alti, senza concedere spazi, se non è una soluzione realizzata alla perfezione e con giocatori importanti  e in grande  condizione, è un esercizio difficilissimo e rischioso.

Ancora maggior merito a Inzaghi, ai suoi giocatori e a chi ha formato il gruppo, se giocando tendenzialmente  in questo modo l’Inter ha subito fino ad ora solo 12 gol in 25 partite.

Non resta che sperare… in un proseguimento altrettanto efficace.

Veniamo ora alle due partite che ho visto delle giovanili.

Under 15: Inter – Lecco 4-1 (Calò, Dade 2, Nese)

Domenica alle 11.00 a Interello è andato in scena il match tra i 2009 di Inter e Lecco.

Il match era importante perché i nostri contendono a Milan e Atalanta il primato in classifica e con la sconfitta del Milan a Udine, la vittoria li avrebbe proiettati al primo posto in solitudine, come di fatto è avvenuto.

I lariani non sembravano un avversario particolarmente difficile, perché viaggiano nella parte medio bassa della classifica, ma la lettura della nostra formazione ha riservato parecchie sorprese.

Mancavano infatti molti che solitamente sono titolari (solo alcuni di essi erano  in panchina).

Cito a memoria, tra i non presenti nella formazione iniziale: lleshi, Masetti,  Bettelli, Limido, Evangelista, Calò, Salviato, Gjieci, Matarrese.

Uno squadrone, in pratica.

Così la partita è diventata subito difficile, perché i nostri giocavano bene ma sbagliavano l’ultimo passaggio e non avevano peso in area: Dade era troppo isolato perché Carboni (il terzo della dinastia) si muoveva bene ma manca ancora della fisicità necessaria e l’altra punta, il 2010 Serantoni, mostrava buone doti ma anche limiti fisici.

Così era il Lecco ad andare in vantaggio, dopo soli 5′ con un bel tiro da fuori, imprendibile, e il tempo si chiudeva sullo 0-1.

L’Inter aveva schierato:

Galliera

Benatti, Cassini, Tosolin, Pirola

Nese, Pannuto, Donati

Carboni

Dade, Serantoni

In panca: Costante, Bettelli, Puricelli, Masetti, Calò, Ariù, Salviato.

In particolare Gjieci dopo un inizio entusiasmante tra Under 15 e Under 16 sembra scomparso dai ranghi.

In tribuna ho sentito parlare di un centravanti ‘che è il più forte di tutti’ ma si è rotto il crociato. 

Di chiunque si tratti, speriamo che siano voci infondate.

Fatto sta che nella ripresa con alcuni nuovi ingressi e grazie anche al lavoro ai fianchi fatto nel primo tempo dai titolari iniziali, la situazione si è ben presto capovolta e dopo che loro hanno sfiorato il 2-0 è stato tutto un crescendo dei nostri che hanno messo al sicuro largamente il risultato

Determinanti, dicevo, i cambi, soprattutto Calò e Bettelli, che hanno dato maggior ‘peso’ alla fase offensiva.

E’ proprio Calò, entrato con grande qualità e determinazione a ottenere il pareggio con un tiro dal limite deviato leggermente da un difensore.

Poi si scatena Dade, con una bellissima doppietta di prepotenza e nel finale Nese, su angolo propizia la quarta rete.

La squadra ha mostrato un gioco pregevole, molto portato alla costruzione e al fraseggio.

Come dicevo, nella prima fase è mancato solo un po’ di peso.

Poco impegnato il portiere Galliera, mentre tra i migliori si segnalano Pirola, che ha spinto con continuità, Pannuto, come sempre bravissimo in regia, Nese e il subentrato Bettelli.

Determinanti e in questa partita una spanna sopra tutti Calò e Dade

Under 16: Inter – Lecco 2-1 (Grisoni Fasana, La Torre).

Qui la partita si presentava più complicata perché i lariani, anche dopo questa sconfitta restano dentro la zona play off, quindi sono certamente una buona squadra.

I nostri hanno premuto per tutto il primo tempo, anche con interessanti trame, ma senza riuscire a concludere e verso la fine sono stati puniti da conclusione sotto misura dell’ottimo Manzinali, ex difensore centrale e ora centrocampista da tener d’occhio veramente.

Nella circostanza sul calcio piazzato che spioveva in area, Farronato si elevava di mezzo metro sopra tutti e afferrava la palla, che poi gli sfuggiva e veniva messa in rete.

Vibrantissime le proteste di tutti i nostri per un presunto fallo sul portiere (che restava a terra dolorante per alcuni minuti).

Ho scritto presunto perché da dove era io risulta praticamente impossibile un giudizio sereno.

Certamente c’è stata una mischia, un grappolo di uomini che saltavano in un metro quadro o anche meno, ma la mia visuale ne risultava coperta.

Lo scontro col portiere c’è stato ma potrebbe essersi trattato  anche di un difensore.

Nella ripresa era Grisoni Fasana con una serie di dribbling in area e conclusione angolata a riportare l’Inter in parità.

La partita continuava su un piano di relativo equilibrio, con i nostri che attaccavano maggiormente ma con i lariani bene in partita, sinché intorno a metà tempo, La Torre dopo una grande percussione trovava l’angolino con una strepitosa conclusione da fuori.

Anche in questa partita direi che i nostri hanno mostrato tanta qualità in avanti, soprattutto con Sorino (un terzino che in realtà fa l’ala), Virtuani, Moressa e Grisoni Fasana, (dinamici e con ottimo piede) mentre dietro spiccava il centrale Medina, il continuo Moranduzzo e soprattutto, in mezzo, La Torre.

Non mi è sembrato in giornata positiva l’unica punta-punta- di cui disponevamo, Carrara, di solito assolutamente vincente, ma ieri stranamente impreciso sotto porta.

Questa la formazione:

Farronato

Moranduzzo, Medina, Breda, Sorino

Leoni (Franchi), La Torre, Virtuani (D’Agostino)

Carrara (Suppa), Moressa, Grisoni Fasana (Orlacchio)

Questo anche se in realtà Virtuani e Grisoni si trovavano spesso a fare gli esterni e Moressa giocava in linea con Carrara, punta centrale.

Da notare che schieravamo solo 5 panchinari, a conferma del fatto che è un momento in cui per motivi vari le nostre giovanili sono un po’… decimate: mancavano per esempio (cito ancora a memoria e ne dimentico di sicuro…) Pavan, Peletti, Stefani, Vukai, Curcio, oltre a Gjieci (2009, che ha spesso giocato qui) e Bovio, che invece spesso gioca con i 2007.

Per concludere: la situazione di classifica delle giovanili è ottima:

  • Primavera prima.
  • Under 18 seconda (ma può arrivare in vetta se vincerà il recupero di martedì a Bologna).
  • Under 17 seconda.
  • Under 16 prima.
  • Under 15 prima.

Solo l’under 17, seconda ma a 12 punti dal Milan ha oggettivamente dei problemi.

Sono comunque consapevole che questi dati contano, ma relativamente… Per dire una battuta: cederei al Milan tutti i nostri primati se in cambio loro ci dessero… Camarda.

Luciano Da Vite

24 pensieri riguardo ““Chi non risica non rosica”: Lecce – Inter 0-4

  1. Pochi minuti fa l’Under 19 ha chiuso la partita a Boologna, vincendo per 3-1 e conquistando la vetta della classifica. Di Mosconi, Lavelli (di tacco, su asssit di De Pieri e dello stesso De Pieri i gol.
    Formazione:

    Tommasi, Della Mora, Castegnaro, Bovo, Garonetti, Maye, Venturini, Zarate, Lavelli, De Pieri, Mosconi.

    A disposizione: Zamarian, Re Cecconi, Luchetti, Sardella, Fois, Sotgia, Pavesi, Vanzulli, Pinotti.
    Allenatore Zanchetta

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  2. Bene speriamo la prima squadra prenda esempio, la prossima volta che incontra il Bologna :-)

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  3. Considerazioni sempre interessanti, anche se su alcuni punti non la vediamo allo stesso modo (ma è il bello del calcio in democrazia).
    Sull’importante punto che sollevi – se inferiori stare bassi o pressare? – io la vedo così: entrambe le soluzioni ti portano a non avere la palla per molto tempo perchè l’avversario la controllerà nella tua metà campo se stai basso, oppure tenderà a palleggiare dietro per farti girare a vuoto se stai alto.
    Senza palla, per me, finisci per dover correre di più e consumare anche maggiori energie mentali (coperture preventive, marcature, raddopipi, mantenimento distanze, ecc.).
    Per cui ritengo sia normale una squadra più debole che aplichi uno di questi approcci cali o comunque non riesca ad apllicare bene la strategia scelta per 90 minuti. La qualità della grande squadra e, per me contano, anche gli episodi incidono. Match simili io ne ricordo parecchi lo scorso anno: per un motivo o per l’altro venivano quasi sempre puniti. Quest’anno anche su questro fronte va meglio oltre ad avere indubbiamente meno ansia derivante da una sicurezza indubbiamente acquisita.

    Sui singoli mi sembrano un po’ in appannamento Micky e Dimarco mentre De Vrj sta eccellendo e Augusto crescendo molto sul piano fisico.
    Molto bene Frattesi – soprattutto come incursore – che per me è molto utile per compensare i vuoti offensivi di Sanchez che arretra molto il suo raggio d’azione (zero conclusioni per il cileno in 90 minuti in una partita vinta 4a0), quindi direi che si abbina bene alla presenz ain campo del cileno. Mentre Asslani pari essere mentalmente un po’ frenato dalla paura di non commettere errori. Poi fa un’ottima giocata sul gol del Toro ma in generale mi sembra un po’ timido, ci sta.
    Bisseck si conferma una bella sorpresa: ragazzo fisicamente dirimponente e con grande personalità (si veda il secondo gol)

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  4. D’accordo su Di ma e in parte su Michi. D’accordo su De vrji e Carlos . Su Frattesi ho letto una sua bellissima intervista, in cui si dimostra molto saggio. Soprattutto dove riconosce che deve crescere sul piano della costruzione del gioco. Con i tre titolari abbiamo tre grandi costruttori, in quanto sono tutti abili, e due incursori. Se gioca Frattesi abbiamo un costruttore in meno (per il momento perché spero possa crescere in questo).
    tanto è vero che tu dici che compensa un po’ l’attitudine a rientrare di sanchez.
    Che è reale, Sanchez non è più una punta, ma un trequartista, uno che cuce la parte alta dell’azione..
    Il fatto che non abbia mai tirato in porta è vero, ma in sè, a parer mio non è così grave: Lauti che è Lçauti ha tirato 2 volte….abbstanza bene.

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  5. Quanto a Bisseck e Asllani la mia opinione è questa: se non siamo costretti a schierarli nelle partite chiave sono più tranquillo. Bisseck all’inizio ha avuto qualche incertezza difensiva, poi,si è ripreso dimostrando come dici tu, strapotenza fisica e personalità. Asllani mi sembra effettivamente un po’ timido. fa il compitino, ogni tanto qualche bella giocata, ma non ha la ‘presenza’ di Calha

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  6. Personalmente oltre a Mosconi e De pieri sto seguendo con molto interesse Lavelli. Curioso di vedere come si comporteranno questi tre in Primavera.

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  7. D’accordo sui ragazzi.
    Però averli in rotazione per 20 minuti in match normali o 90 contro avversari più morbidi, per me, è il modo migliore per farli crescere e sperare, se si è visto giusto, di avere tra un paio d’anni dei titolari affidabili in ….casa.

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  8. Analisi interessante. Io mi guardo bene dal negare i meriti di Inzaghi, tuttavia non condivido questa analisi se non in parti ridotte. Inzaghi ha sicuramente insegnato bene, ma la gamba a Bisseck, la qualità a Sanchez, che sarà anche bollito ma resta un campione, l’istinto della profondità a Frattesi (noi…l’abbiamo conosciuto bene anche a Sassuolo) non gliele ha certo date lui.
    Poi, se dico che oggi non cambierei Inzaghi nemmeno con…Guardiola (di cui sono per altro un ammiratore-…tiepido), ci sarà un motivo. E comunque per me Allegri avendo vinto sei titoli e disputato due finali di CL resta un ottimo allenatore

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  9. Per chiarezza: in questo momento non cambierei mai Inzaghi con Conte. Ma non vorrei che Conte andasse al Milan, alla juve, al Napoli o alla Roma. E neppure T. Motta. Sono allenatori tanto diversi, ma comunque bravi

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  10. Credo che a nessuno sfugga l’estrema delicatezza e difficoltà dell’incontro di oggi con l’Atalanta.
    Vincendolo porteremmo il nostro vantaggio sulla juve a 12 punti che in realtà sarebbero 13 avendo gli scontri diretti a nostro favore (cioè la juve da qui alla fine dovrebbe fare 13 punti più di noi, per superarci).
    Il milan andrebbe a 16 che potrebbero considerarsi 17 se non perdessimo il derby con 4 gol di scarto.
    In caso contrario tutti i giochi resterebbero aperti,.
    Non sarebbe una. tragedia, certo, perché il vantaggio resterebbe consistente, ma le partite da giocare sono ancora tante e noi avremo ancora almeno un tremendo match di CL (spero più di uno) .
    Per il momento, con diverse assenze dovremo giocare contro Atalanta appunto , quinta in classifica e che viene da 4 vittorie consecutive più un pareggio a Milano con i rossoneri.
    Poi il genoa, anch’esso in fase positiva e certamente più riposato di noi e quindi il Bologna, quarto in classifica e che viene da 5 vittorie consecutive.
    Insomma, non vincere (sgraaat!) non sarebbe una tragedia, ma vincere darebbe più tranquillità e la possibilità di gestire meglio le inevitabili rotazioni

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  11. Ho letto da qualche parte che quest’anno, in caso di arrivo a pari punti, non vale la regola degli scontri diretti ma si va direttamente allo spareggio.

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  12. Son d’accordo con te Luciano, le prossime 2 partite con Atalanta e Genoa saranno fondamentali per mantenere i punti di vantaggio sulla Buve ed arrivare più “tranquilli” all’impegno di Champions (speriamo IMPEGNI).

    Sia Atalanta che Genoa hanno reso meno, finora, in trasferta e noi siamo in un grande momento con in più avendo fatto riposare quasi tutti i titolari nell’ultimo match. Entrambe però sono squadre in forma e molto pericolose, dovremo essere bravi a non abbassare la concentrazione ed a non sottovalutarli. Basta un filotto di 2-3 “sfortunate” e ci ritroveremmo le inseguitrici alle calcagna.

    In ogni caso, qualsiasi cosa succeda
    FORZA INTER!

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  13. Concordo stasera altro match importantissimo, fisicamente sicuramente dovremo soffrire . Sulla sinistra indubbiamente siamo “stanchini”, dare una chance a Buchanan potrebbe non essere una scelta cosi’ estrema …
    Cmq sia, forza Inter.

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  14. Chi mettereste tra Asllani e Frattesi con Barella in mezzo?

    Certo che il romano che subentra, se ha spazio ti spacca il match.

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  15. Bravi ragazzi, peccato per infortunio Frattesi.
    Indubbiamente sembra si abbia anche un po di fortuna che per vincere serve: gli episodi sono stati sanati da Var ma la buonasorte che fa carambola palla su braccio myranciuk, non fa uscire pallone e non entrare Dima in area troppo presto su rigore è stata dalla nostra.

    Ribsdisco: santo Var, strumento utilissimo che sana errori di cui i beneficiari sarebbero gli stessi che ora stanno ricostruendo e torneranno competitivi nel 2028 solo se l’attuale tecnico verrà rinnovato

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  16. Ieri sera quando ho visto che Gasperini schierava in attacco De Katelaere, Miranchuk e Koopmeiners ho pensato che gli orobici molto ma molto difficilemente ci avrebbero segnato. Volevo anche scriverlo qui ma poi per scaramanzia ho preferito tenermelo per me. Ci vuole ben altro per scardinare la nostra difesa. Per carità … sono tre bei giocatori molto tecnici …. ma nessuno dei tre è veloce e aggressivo sotto porta negli ultimi 30 metri. Noi per contro abbiamo difensori molto tecnici e molto intelligenti anche se non velocissimi (a parte Pavard che ha una discreta gamba). Perfetti per neutralizzarli.

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  17. Molto bene ieri, vittoria importantissima, per la classifica, il morale (ns e quello degli avversari) per mettere fieno in cascina …
    Devo dire che i primi 20 minuti ero preoccupato, l’Atalanta pressava molto alta, facevamo tanta fatica ad uscire bene e piu’ di una volta mi e’ sembrato fossimo ad un niente dal patatrac. Anzi, con l’errore di Pavard ci eravamo anche arrivati …
    Ecco, sara’ voler cercare il pelo nell’uovo, ma secondo me (almeno per le mie coronarie) se a volte buttassimo la palla lontano e la regalassimo 50m piu’ avanti anziche rischiare di perderla nella ns area di rigore, starei meglio …
    Certo che quando acquisiamo fiducia e scioriniamo il gioco “a memoria” che Inzaghi e’ riuscito a dare alla squadra, e’ veramente un piacere vederci giocare.
    Va beh, sul 2-0, con difficolta’, posso accettarlo , ma, francamente, Inzaghi deve riuscire a far capire a Lautaro che e’ un grandissimo giocatore, ma i rigori non sono il suo pane. Bastono sempre Sanchez, ma non ho problemi a dire che ieri mi e’ piaciuto come e’ entrato. Anche se sono imbarazzato a sentire anche solo il prendere in considerazione un suo possibile rinnovo di un anno. Grande Frattesi, che peccato il suo infortunio cosi’ vicino al precedente … Certo, ora si fa davvero fatica a “volare bassi”, speriamo la squadra riesca a restare concentrata e “cattiva”.

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