La partita nel suo contesto, considerazioni in… libertà: Atletico Madrid – Inter 1-2

In questa stagione, con le sole eccezioni delle partite con Udinese e Roma, abbiamo perso con le squadre forti, spesso non sfigurando; vinto con le altre, a volte segnando parecchio. La tendenza è chiara: segnare abbastanza, magari non tanto con le punte che sarebbero deputate a ciò, ma subire troppo. Soprattutto non riusciamo a gestire le situazioni favorevoli, una volta conquistate. Andare in vantaggio o recuperare un risultato per noi infatti non è quasi mai una garanzia di conclusione positiva del match: spesso veniamo rimontati sia esponendoci comunque al contropiede, sia quando ci abbassiamo troppo e non riusciamo a “uscire”. Le marcature sui calci piazzati e sui traversoni lasciano spesso a desiderare. Contro l’Atletico siamo risultati primi per possesso palla, tiri verso la porta, tiri in porta, percentuale di passaggi riusciti, passaggi per la tre quarti avversaria e addirittura negli ultimi trenta metri, per xG… Ma tutto questo non è bastato, non basta e non può bastare. Contro l’Atletico abbiamo pagato: a) La mancanza di un portiere all’altezza; b) La mancanza di un centrocampista di peso e di sostanza atletica; c) Nonostante l’arrivo di Bonny, sicuramente un innesto positivo, il mancato acquisto di un attaccante in grado di sgretolare con iniziative individuali, il sistema difensivo avversario. Certo, l’improvviso calo di Sommer, forse, non si poteva immaginare, anche se il fatto che ricorrano da mesi le voci su interessamenti per altri portieri sembra indicare il contrario. Le altre due carenze erano state però individuate ed erano stati anche trovati i giocatori che avrebbero potuto colmarle (Koné e Lookman)… Nel post anche considerazioni sull’Under 23 e sulla Youth League. Malino, come sempre, l’U23: non tanto sul piano dei risultati, ma per quello che riguarda i giocatori che si mettono in mostra, visto che sarebbe questo l’obiettivo di questa squadra… La squadra di Youth League, invece, ha pagato l’eccesso di… gioventù. Le speranze principali sono qui riposte su Jamal Iddrissou.

Perché sono “contiano”

Perché siamo "contiani". Lo spiega Luciano Da Vite con questo post, alla vigilia di una probabile eliminazione in CL (anche se "spes ultima dea") e in un momento in cui la squadra sta rendendo al di sotto delle aspettative. Gli aspetti affrontati sono diversi: dalla scelta coraggiosa del mister di scegliere l'inter nonostanate il suo passato in bianconero alle discussioni che riguardano gli aspetti più critici. Il modulo, prediligere la fisicità e la grinta rispetto alla tecnica, la questione del mercato. In particolare si propone una analisi sulla sfida ultima di Champions League, la sconfitta casalinga contro il Real Madrid, che serve a individuare le criticità e che tipo di lavoro bisognerà fare per continuare a crescere. Conta il lavoro di lungo periodo e i risultati di quello. Il primo anno Conte ha fatto benissimo. Adesso siamo alla vigilia di una possibile eliminazione dalla CL e non abbiamo garanzie sul fatto che in campionato riusciremo a agganciare la vetta e lottare per il titolo. Ma abbiamo buoni motivi per ritenerlo possibile, se società, mister, squara e tifosi sosterranno compatti questo progetto almeno fino alla fine del campionato.