La partita con la Roma presentava tutta una serie di difficoltà importanti. L'avvio di campionato per noi non è stato sicuramente esaltante. Il numero insolitamente elevato di goal è fonte di apprensione: le responsabilità non sono da ricondursi esclusivamente al fatto che alcuni difensori che avevano concluso la stagione scorsa da dominatori, per quattro mesi in più siano crollati, facendo diventare la difesa un colabrodo. Pesano una questione di approccio alle gare e di conseguenza un problema di equilibri in campo che vengono a mancare. C'è poi il problema della preparazione estiva e quello dei tanti impegni e con quelli più importante che sollecitano il fisico dei giocatori in manieradeterminante. La prova dei nostri contro la Roma è stata tuttavia sul piano della mentalità, della compattezza, dello spirito di sacrificio, pari a quella della stagione d'oro e del resto solo così avremmo potuto portare via dall'Olimpico i tre punti. L'auspicio è che questa vittoria sofferta sia il punto di partenza che ci condurrà a una crescita continua sul piano prestazionale e dei risultati. Continua intanto il declino complessivo delle nostre giovanili. Praticamente si conferma a buoni livelli solo l'Under 16, che batte nettamente il Cagliari e e mantiene il primato in classifica. Pari per la Primavera a Lecce (ottava in classifica); l'Under 18, in vantaggio di tre goal aSassuolo si fa rimontare 3-3 ed è undicesima in classifica, a 12 punti dal Cesena capolista; l'Under 17 perde il derby con il Milan e si fa raggiungere in vetta alla classifica; l'Under 15 subisce un vero e proprio tracollo casalingo, subendo un 2-5 avvilente contro il Cagliari. Quel che più conta è che al momento non si intravedono tanti giocatori completi (cioè che uniscano tecnica, intelligenza calcistica e fisicità) che possano dare speranze di una rapida ascesa. Non si investe più e fatichiamo sia a formare ottimi giocatori, sia a prelevarli sul mercato. Investivamo, vincevamo molto, formavamo ottimi giocatori, anche se più per il mercato che per la prima squadra. Oggi è ufficialmente finita un'era: gli investimenti sono ridotti al minimo e i risultati (vittorie e formazione di ottimi professionisti), sono destinati a latitare. Almeno rispetto al recente passato, a cui avevamo fatto il palato.
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La contraddizione: Frosinone – Inter 0-5
Due partite in trasferta, quella di Reggio Emilia contro il Sassuolo e quella di Frosinone, con due risultati differenti contro squadre di bassa classifica. Una sconfitta e una vittoria, a fronte di un bilancio nelle precedenti sedici traserte che, con n modesto turn over, per lo più legato a necessità reali, ci aveva visto fare una media punti a partita di 2,88. Questo è il punto di partenza su una riflessione che non riguarda solo l'ultima partita di campionato, dove abbiamo ottenuto una netta vittoria con il risultato di cinque a zero contro il Frosinone (cinque goal con cinque tiri in porta), ma una prima valutazione sulla nostra straordinaria stagione nel suo complesso e chiaramente delle considerazioni, portata a casa la vittoria del campionato, sul prossimo futuro. Vado alle conclusioni, ma le argomentazioni sono tutte contenute nel post dedicato. La domanda è: che cosa hanno dimostrato anche queste due partite? Perché ovviamente ogni considerazione che si possa considerare come un "bilancio" deve tenere conto di una stagione che ci ha visto dominare in campionato in una maniera che è e sarà irripetibile, ma non avere evidentemente una rosa adatta per competere anche in Champions (sebbene l'eliminazione sia arrivata solo ai calci di rigore contro un avversario di livello come l'Atletico Madrid). Intanto il nostro portiere si è rivelato all'altezza della situazione. Se dovesse arrivare, così come sembra, Bento, da questo punto di vista siamo a posto. Qualche perplessità ci sta sul perno centrale di difesa, dove abbiamo due giocatori forti, ma anziani. Potrebbero avere un calo improvviso e qui un arrivo ci starebbe bene, mentre invece siamo sicuramente a posto per quello che riguarda i "braccetti". E lo stesso si può dire per i sei centrocampisti centrali, con l'arrivo di Zielinski nonostante qualche perplessità su Asllani, che non pare ancora pronto e il fatto che Miki avrà un anno in più sulle spalle... Ma si tratta di un giocatore che è apparso come irrinunciabile. Sulle fasce siamo a posto a sinistra, mentre a destra va capito che cosa ne sarà di Dumfries. La "chiave" però sembrerebbe essere in attacco. Preso Taremi, avremmo tre giocatori sulla carta di qualità. Potrebbe anche restare Arnautovic, che ha comunque dato un suo contributo, ma un giocatore come Gudmunsson (o simile) sarebbe l'ideale per completare la rosa e ci garantirebbe un salto di qualità importante. Tutto questo fermo restando quelle che saranno le disponibilità finanziarie e i limiti relativamente la composizione della rosa, stante l'obbligo di inserire due giocatori di scuola Inter che allo stato attuale mancano...
Un ritorno al passato? O al futuro?
Pensare che il girone di ritorno non sarebbe stato sullo stesso livello di quello d'andata non era un'osservazione da acuti specialisti, ma un gioco da ragazzi. La Serie A è difficilissima, solo la Juventus può tenere un ritmo da 100 punti a campionato. Antonio Conte dopo la partita con il Lecce, terminata con il risultato di 1-1 (Bastoni, Mancosu), ha dichiarato che "noi possiamo vincere solo andando a mille all'ora". È la verità, siamo destinati al momento a pagare qualciasi flessione psicologica od atletica. Soprattutto di concentrazione. La seconda verità è che ci manca esperienza in ruoli chiave e determinanti e in particolare a centrocampo dove, senza nulla togliere ai bravissimi Barella e Sensi (che già adesso stanno dimostrando di poter giocare ad alti livelli) servirebbero anche giocatori con l'abitudine ad esprimersi al vertice con continuità.


