È stata una domenica "bestiale" per la nostra Inter. Perché abbiamo riconquistato la vetta della classifica; perché abbiamo battuto largamente il Cagliari; perché i ragazzi hanno vinto e ci hanno pure fatto divertire; perché alcuni giocatori su cui si registrava qualche scetticismo si stanno invece affermando alla grande; perché abbiamo potuto permetterci un minimo di turn over e fatto giocare un classe 2001 (Satriano) e fare esordire un classe 2003 (Zanotti); perché nelle prime nove partite avevamo subito 12 goal e nelle ultime 8 solo 3, di cui due ininfluenti sul risultato; perché vinciamo da cinque partite e abbiamo segnato più goal di tutte; perché (questa volta in negativo, estendendo il lasso di tempo però a lunedì) abbiamo beccato uan squadra fortissima come il Liverpool agli ottavi di finale nel sorteggio di Champions League. Diciamolo chiaramente: non eravamo scarsi quando eravamo a sette-otto punti dal vertice e non siamo dei fenomeni oggi. Siamo una squadra forte che può competere con tutti e che oggi dà maggiore fiducia per quelle che sono le nostre possibilità rispetto a un mese fa. È statp raggiunto un maggiore equilibrio. Lo dicono i numeri (il numero dei goal subiti e in presenza di una percentuale di goal fatti comunque elevati). Lo dice la crescita imperiosa in particolare di due giocatori chiave che in precedenza avevano lasciato a desiderare: Calhanoglu e Dumfries. I due giocatori devono adesso restare su questi livelli per tutta la stagione e anche - in particolare - contro le rivali dirette. Allo stesso modo tutti i titolari sono in un periodo di forma straordinario. Manca qualcosa: un centravanti di peso e un altro centrocampista che unisca qualità e forza. Vedremo che cosa succederà nel mercato invernale. Per il momento, meglio non si poteva fare. Simone Inzaghi merita solo un grande plauso: vince, è primo, fa contenti i fautori del gioco ultra offensivo e che riesce a praticare senza rischiare. Quindi anche i fautori dell'equilibrio.
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La felicità e la disperazione
"Tra felicità e quotidiano dilanio ci sono diverse alternative". Il ridimensionamento, almeno a livello finanziario, sembra proprio essere un fatto. Anche se un fatto per ora "verbale". Quando inciderà sulle prestazioni sportive è presto per dirlo, ma avere un po' di delusione dopo i proclami degli anni scorsi, che promettevano un'Inter presto sul tetto del mondo, è legittimo. Soprattutto se le nuove linee di comportamento vengono assunto dopo una stagione esaltante. Tuttavia per il momento i "fatti" di cui possiamo parlare sono pochissimi e comunque fino alla fine del mercato e anche dopo, potremo solo esprimere quelle che sono le nostre impressioni, le nostre ansie, le nostre speranze. Naturalmente ci sono impressioni più fondate (equilibrate) e altre più dettate dall'emotività, che nel tifoso è sempre un fattore decisivo. Sicuramente è tuttavia presto per fasciarsi la testa. Marotta è rimasto e questo è un fatto. Conte ha fatto un lavoro eccezionale ed è andato via, ma dobbiamo sostenere Simone Inzaghi, sprando che anche lui riesca a fare qualche cosa di importante. Certo saremmo più tranquilli se gli 8-9 titolari venissero confermati in blocco. Probabilmente non accadrà, ma la speranza è che al prossimo giro si presenti una squadra ancora forte e che possa essere competitiva per lottare per lo scudo. La seconda stella.

