Sgombriamo subito il campo dal discorso arbitraggio. Pairetto ha infierito contro l'Inter scientemente e ha determinato, con una direzione provocatoria, il risultato finale. Tutto questo è vero e fa arrabbiare… Ma un'Inter normale avrebbe vinto largamente anche contro i dodici avversari. Non è colpa di Pairetto se i nostri sono apparsi sin dall'inizio poco brillanti e nel secondo tempo sono calati vistosamente. Abbiamo sbagliato qualche facile occasione, ma abbiamo pur sempre segnato due reti: non è lì il problema, a mio avviso. Il problema è aver preso due gol in casa, da una squadra buona ma non eccezionale. Due gol presi nello stesso modo, con la difesa che si schiaccia, centrocampisti e attaccanti che tardano a chiudere, avversari lasciati liberi di concludere da fuori (già c'era stato l'avvertimento di una grande parata di Sommer, sempre su tiro da fuori prima dei gol). Nei (pochi) risultati insoddisfacenti dell'Inter in questa stagione c'è sempre questa costante: squadra che non ha più energie per attuare il pressing alto, che si appiattisce sulla linea di difensori, lasciando troppa libertà di conclusione da fuori per i centrocampisti avversari. Una tendenza negativa accentuata qui dall'assenza di due giocatori mostruosi nel vedere in anticipo il gioco e quindi nel posizionarsi tempestivamente davanti alla difesa come Calhanoglu e Mkhitaryan. La squadra non è apparsa in difficoltà tanto sul piano fisico, come dimostrano anche i dati, quanto invece affaticata mentalmente. Minor concentrazione, movimenti ritardati, riflessi più lenti del solito. Ormai la partita è alle spalle: adesso la questione preoccupante è come affronteremo domenica l'Empoli e poi la serie di partite che si susseguiranno ogni 2-3 giorni. Se vedremo la stessa Inter, quali che siano gli uomini schierati, le prospettive rischiano seriamente di non essere all'altezza delle nostre attese e ancor più di coloro che non hanno sborsato i soldi per i rinforzi indispensabili.
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La lotta per… il secondo posto è apertissima: Udinese – Inter 2-3
La considerazione potrà attirare rancori e scongiuri da parte di molti tifosi e non si deve cedere di un millimetro, ci sono comunque tutte le possibilità di ripeterci, ma ci sono anche segnali abbastanza evidenti che questo potrebbe non essere il nostro anno, bensì quello di una società che ha potuto permettersi un bilancio in negativo di 200 milioni quest'anno e di oltre 900 milioni (poco più di 130 all'anno) negli ultimi sette anni. A parte questo c’è il fatto che dopo sei giornate la Juventus non ha ancora subito un goal. Si tratta di un dato che nel campionato italiano prelude alla conquista dello scudetto, soprattutto se consideriamo che l’attuale apparente difficoltà dei “gobbi” nell’andare in rete, sembra del tutto contingente, perché la squadra torinese dispone di un potenziale offensivo di assoluto valore. Ovviamente le perplessità sono legate anche a quanto abbiamo noi mostrato in questa parte di stagione. Non siamo davanti alla stessa Inter brillante, spietata e super concentrata dello scorso anno e le “distrazioni” forse solo distrazioni non sono. Al centro, prima del commento alla partita con l’Udinese, ci sono considerazioni che passano per forza di cose su quelle che sono le strategie di Oaktree. Se i mancati rinforzi, che hanno portato il bilancio in parità, comportassero la perdita di posizioni sportive in ambito nazionale e internazionale, si avvierebbe un avvitamento negativo: meno risultati uguale meno introiti, meno introiti uguale meno possibilità di fare mercato sostanzioso. Oaktree che aveva già una squadra forte, con qualche segno di possibile usura, si è preoccupata non di renderla ancora più competitiva, ma di avvicinare il pareggio di bilancio. Del resto la sostenibilità è un mantra ma la si può raggiungere in diversi modi: con gli squadroni e le vittorie e quindi la dilatazione degli introiti oppure con i risparmi e l'oculatezza. Le considerazioni sul settore giovanile non sono molto positive, al di là dei risultati. La Primavera (Under 20), in attesa del match di Youth League di oggi, vince uno a zero con la Sampdoria (Spinaccé). Partita deludente per l’Under 18, che pareggia uno a uno con il Parma (Iddrissou). Ancora una bella vittoria per l’Under 17 di Handanovic (quattro a zero al Sudtirol), prima in classifica da sola, con ventiquattro goal segnati in cinque partite e soli due goal subiti. L’Under 16 vince due a uno con il Cittadella (i nostri ragazzi sono a punteggio peno alla pari del Milan e di Atalanta e Monza). L’Under 15, sempre contro il Cittadella, vince tre a zero.
Qualche miglioramento, ma troppo poco per essere fiduciosi: Chelsea – Inter 1-1
Ultima amichevole precampionato e ultime considerazioni prima del debutto nella nuova Serie A 2024/2025. Sabato infatti, alle ore 18.30, si scende in campo allo stadio Luigi Ferraris di Genova contro i rossoblu allenati da Gilardino. Sarà una partita difficile. Contro il Chelsea, risultato finale 1-1, la squadra ha mostrato qualche progresso (in particolare la difesa per circa un'ora ha retto bene, anche perché aiutata dagli altri reparti che hanno giocato da squadra, poi hanno inciso il calo di condizione, le sostituzioni e i cambi di ruolo, così come per l'avversario è stato importante l'ingresso in campo di due giocatori forti come Palmer e Sterling) è apparsa ancora incompleta in alcuni reparti, abbastanza lontana dalla forma e dalla condizione migliore. Speriamo ovviamente in ulteriori miglioramenti sul piano della condizione in questi giorni e in qualche recupero per quello che riguarda gli infortunati. Tutto questo mentre intanto, al di là del rincorrersi delle voci, sul mercato siamo fermi e non sembra al momento possano arrivare dei nuovi giocatori del livello necessario per accrescere davvero la qualità del gruppo, anche alla delle imposizioni date dalla nuova proprietà. Nel post un report sull'amichevole con il Chelsea (migliori in campo per noi: Sommer, Bisseck, Thuram) che è chiaramente legato a considerazioni che riguardano lo stato della squadra nella settimana che ci porta al debutto ufficiale in una stagione che sarà lunghissima e la composizione della rosa. Con il tema degli attaccanti e dell'assortimento del reparto offensivo che tiene banco. Il punto di arrivo del post è la composizione della griglia di partenza a poche ore dall'inizio del campionato, un compito che è particolarmente arduo dato che devono trascorrere ancora parecchie giornate prima che si concluda il calciomercato e a volte può bastare un'operazione importante in più o in meno per cambiare le carte in tavola. I presupposti: difficilmente arriverà un attaccante di spessore con le caratteristiche eclettiche e polivalenti di un Gudmunsson o chi per lui (arriverà probabilmente un "braccetto" futuribile, o almeno lo si spera); le avversarie stanno investendo, hanno investito e se si deve dar credito alle trattative in corso, tutte per nomi importanti, investiranno ancora...
Un’estate tra polemiche, “ansie” di mercato e prime verifiche sul campo
Il primo punto di questo post è chiudere o provare a chiudere una volta per tutte le polemiche sulla proprietà uscente che ha ricostruito l'Inter tra mille difficoltà con tanti investimenti, quando ha potuto, e soprattutto formando un gruppo dirigente di assoluto livello sul piano professionale a tutti i livelli. Proprio la capacità di costruire un gruppo dirigente è del resto il segno della bravura di una proprietà. Capitolo due: il mercato. Detto che un paio di colpi che già si stanno rivelando di ottimo livello (Taremi e Zielinski) sono già stati messi a segno da tempo, c'è adesso un'impressione di stasi che desta qualche inquietudine. Ci sono difficoltà nel reperire le ultime pedine occorrenti, mentre le rivali (Juventus e Napoli in testa) non stanno certo a guardare e portano avanti il loro impegno nel cercare di rafforzarsi e prendersi una rivincita importante e clamorosa nei nostri confronti. Le questioni fondamentali che tengono banco sono quello della quarta punta (servirebbe al di là di tutto una batteria di attaccanti completa tecnicamente e tatticamente) e quella del braccetto di sinistra in difesa, ma qualche "problemino" nel reparto arretrato c'è anche per l'età dei due centrali e di Darmian, che costituiscono elementi chiave del nostro pacchetto arretrato. Sul campo intanto la squadra ha dato ottimi segnali nell'amichevole con il Las Palmas, dove è apparsa molto migliorata rispetto a quanto visto contro la Pergolettese. Siamo partiti bene, poi abbiamo avuto una piccola fase di rallentamento, ma con l'ingresso in campo di numerosi reduci dagli impegni con le nazionali abbiamo mantenuto tranquillamente il controllo della situazione. Poi abbiamo colpito con la qualità della nostra azione con un gran goal di Federico Dimarco. Note positive: Bisseck e Fontanarosa, la grandissima prestazione di Zielinski, il gran goal di Dimarco, ancora una volta Taremi e ovviamente Mkhitaryan, giocatore che è sempre presente dove serve ed è sempre strepitosamente lucido nelle giocate. Non ci sono più parole per descriverlo.
Dal calcio giocato (in amichevole) al calcio parlato. Anzi, il contrario
Nel post qualche considerazione sull'ultima gara amichevole disputata contro la Pergolettese (abbiamo vinto con il risultato di due reti a uno), più una specie di allenamento che una partita vera e propria. Quindi le considerazioni sulla prestazione dei nuovi arrivati (si conferma giocatore molto intelligente Taremi, ancora a segno), le note positive (Bisseck, Mkhitaryan, Cocchi, Kamate..) e quindi considerazioni sulla composizione della rosa in generale e sulle prospettive per quello che riguarda il calciomercato dove restano alcune questioni che sicuramente meritano di essere valutate con attenzione: la scommessa Arnautovic davanti; la possibilità che Darmian possa ancora fare il quinto con la stessa forza e resistenza; la mancanza di una punta "estrosa"; la questione che riguarda il difensore mancino e i centrali della difesa a tre. Il contenuto del post però riguarda due punti sostanziali e cioè: 1. Quali sono le prospettive della nuova proprietà e quali sono i suoi programmi per garantire, possibilmente e comeauspichiamo noi "tifosi con la sciarpa" (non ce l'ho neppure io, tanto più che in questi giorni fa veramente molto caldo), una gestione più ricca di successi di quella realizzata dalla proprietà uscente? 2. La domanda delle domande: meglio la politica dei parametri zero già pronti o investire su giovani futuribili (purché costino davvero poco)? Sono due temi evidentemente molto discussi tra i tifosi interisti e tra tutti gli "osservatori" a vario titolo al mondo Inter. Le argomentazioni portate avanti nel post sono veramente tante che riassumerle con poche frasi è impossibile. Detto che tutti noi auspichiamo che l'Inter di Oaktree possa anche migliorare i risultati ottenuti dalla proprietà Zhang e detto che senza dubbio Oaktre sa fare il suo mestiere (e che le sue scelte e i suoi interessi e quelli dell'Inter in questo caso devono per forza di cose coincidere) e che il curriculum dei due dirigenti del fondo che seguiranno il nostro club da vicino è impressionante, non possiamo non considerare cosa è accaduto negli ultimi anni, quando a fronte di restrizioni finanziarie, Steven Zhang abbia dato l'indirizzo (es. ridurre il disavanzo di tot. euro), ma poi lasciao il settore tecnico di operare entro quei paletti. Il risultato di questa politica è stato positivo sul piano tecnico e su quello finanziario (riduzione progressiva del passivo di bilancio aiutata anche dalla crescita degli introiti, a sua volta favorita dal miglioramento della squadra). Quali strategie, specie sul mercato (che è la questione che tiene banco in questi giorni, evidentemente), adotterà Oaktree non ci è dato saperlo, ma l'azienda calcio ha caratteristiche particolari che richiedono efficacia nelle politiche di gestione finanziaria, ma anche nella gestione tecnica e richiedono soprattutto, per avere successo, una straordinaria condivisione o meglio "complicità" tra i due livelli.
Chi sono i nostri giovani che possono emergere?
Post dedicato alle nostre giovanili e con considerazioni che riguardano le qualità individuali dei nostri ragazzi a partire da quelli che hanno fatto parte della Primavera nel corso dell'ultima stagione (classe 2004 e 2005) e a seguire dei ragazzi classe 2006, classe 2007 e classe 2008. Considerazioni che qui si accompagno anche al resoconto di quella che è stata un'amichevole disputata nella giornata di ieri tra i nostri ragazzi e le giovanili del Sunderland, una partita che è stata vinta con il risultato di tre reti a zero (Pinotti, Spinaccé, De Pieri) contro un avversario che per la verità è apparso essere relativamente "modesto". Il post traccia brevemente, giocatore per giocatore, un profilo individuale di ciascuno con la considerazioni che chiaramente nel 98% dei casi le previsioni saranno sbagliate. Del resto, da questo punto di vista basta confrontare i nomi che nelle giovanili erano considerati come degli autentici crack e che poi non hanno mantenuto le premesse (lo lo hanno fatto parzialmente) per rendersi conto che l'impresa di individuare nelle squadre giovanili attuali giocatori destinati a una carriera di un certo livello è quasi impossibile. Dai "Primavera" classe 2004 e 2005 ai classe 2006, 2007, 2008, tracciamo un profilo individuale dei giocatori più rappresentativi delle nostre selezioni giovanili con l'amara notazione che proprio nell'amichevole disputata contro il Sunderland dalla Primavera non c'erano in campo giocatori di nuova acquisizione. Segno che evidentemente alla nuva proprietà piacciono i giovani, così come ci è stato raccontato nel corso di queste ultime settimane, ma solo se non costano... Considerazione che ovviamente ci auguriamo possa essere poi smentita dai fatti.
Gli europei, il mercato e il futuro prossimo dell’Inter
Il punto di partenza di questo editoriale sono riflessioni sugli europei. Perché? Perché questa competizione sta dimostrando che (quasi) tutti gli interisti nel corso della stagione hanno sovra performato. Pochi di loro, infatti, presi singolarmente stanno confermando i valori assoluti espressi in campionato. Chiaramente questo parziale ridimensionamento potrebbe in parte essere dovuto al diverso sistema di gioco, all'assemblaggio inconsueto, alla stanchezza di una stagione durissima, ma si tratta in ogni caso di segnali di cui tenere conto, specie se l'obiettico è cercare una riconferma (che sarà certamente meno netta e clamorosa) in Italia e contemporaneamente restare nel gruppo delle squadre che contano a livello internazionale. Per perseguire questo obiettivo sarà infatti necessario allestire un gruppo in cui tutti potranno giocare qualunque partita in piena serenità. Servono almeno 22-23 giocatori completi, forti, "fatti", poi magari quattro-cinque giovani speranze (possibilmente concrete). Altrimenti il rischio è quello di trovarsi a fallire in entrambi gli obiettivi sportivi e, per conseguenza, anche finanziari. Nell'ordine sono qui affrontate diverse questioni che riguardano il calciomercato e quali politiche adottare per costruire la squadra in vista della prossima stagione (detto che sono stati già acquistati Zielinski e Taremi e che sembrerebbe certo l'arrivo del portiere Josep Martinez dal Genoa...): la composizione del nostro centrocampo; la questione che riguarda Frattesi e la gestione del gruppo; l'offerta del Bayern per Calhanoglu e come lui (tanto quanto Bastoni, Barella e Lautaro) sia un pilastro di questa squadra e un giocatore insostituibile; i giovani e la necessità di fare maggiori investimenti su giocatori nella fascia di età tra i 16 e i 18 anni; la necessità di prendere un centrale forte e che possa sostituire Acerbi più che de Vrij; i dubbi su Buchanan e Arnautovic; che cosa fare di Dumfries e come sostituire l'olandese se dovesse effettivamente partire; la questione Gudmunsson... Non mancano poi riflessioni anche di carattere tattico su questa prima fase dei campionati europei che meritano una certa attenzione se consideriamo che si tratta comunque di una competizione internazionale in cui sono impegnati i migliori calciatori del nostro campionato e delle nostre rivali in Champions.
Dall’inquietudine a un cauto ottimismo
Nell'ultimo periodo sono successe un sacco di cose. Siamo passati dalla felicità per uno scudetto conquistato stra-dominando e che va trasformandosi adesso in un piacevolissimo ricordo (come è naturale) alla grande inquietudine per il futuro della squadra e adesso a un sentimento di attesa vigile ma fiduciosa. L'avvenimento fondamentale, in questo breve lasso di tempo è stato il definitivo passaggio di proprietà dalla famiglia Zhang al fondo di investimenti americano Oaktree. Oggi conosciamo qualcosa di più della nuova proprietà, delle intenzioni dichiarate e persino di qualche loro atto concreto: hanno espresso parole rassicuranti e dichiarato di non avere intenzione di cedere la società almeno per qualche tempo e poi di volerla risanare finanziarmente continuando nel contempo l'opera di rafforzamento tecnico in corso da anni. Un discorso ambizioso non facile da tramute in comportamenti virtuosi ed efficaci su entrambi i fronti e che lascia alcuni dubbi sulla possibilità di tenere uniti gli obiettivi nel tempo. Certo è che se Oaktree fa investimenti per poi rivendere, lucrando proprio sull'aumento del valore di impresa, dovrà considerare che è necessario che la competitività della squadra resti e anzi aumenti e questa è in un certo senso l'assicurazione che abbiamo noi tifosi: l'obiettivo di restare ai vertici sportivi è imprescindibile anche finanziariamente, perché in una situazione contraria perderemmo i soldi delle coppe internazionali, degli sponsor e anche dei proventi da stadio e da riprese televisive. Il post si dedica a quelle che sono e che sembra saranno le scelte societarie, facendo ovviamente il punto poi sul piano tecnico e sugli impegni futuri e su quali scenari si prospettano dal punto di vista del calciomercato. Non manca come sempre un occhio alle nostre selezioni giovanili.
Primavera da sogno, estate da incubo
L'estate è oramai alle spalle e il calciomercato è giunto agli sgoccioli. Adesso si comincia a fare sul serio: il Genoa non giocherà con leggerezza e sarà una partita durissima. L'augurio è che si un inizio festoso, che ci ripaghi delle sofferenze patite in estate a causa dell'addio di Conte e delle cessioni di Hakimi e Lukaku. Conosciamo tutti la crisi finanziaria in cui versa la società, è enorme, e questo costituisce un dato oggettivo. Nella situazione data, Marotta ha creduto nelle sue capacità personali di superare comunque le difficoltà operando con un "mercato creativo": con meno di quindici milioni ha preso Dumfries, Calhanoglu e Dzeko. Il valore dei tre giocatori in assoluto non è pari a quello di Hakimi, Eriksen (non conosciamo ancora il suo futuro) e Lukaku, ma sono tre buoni giocatori e qualche cosa da qui alla fine del calciomercato potrebbe ancora succedere: se arrivasse un altro attaccante e Nandez, la squadra sarebbe sicuramente competitiva per potere lottare per il titolo. Intanto è arrivato un nuovo allenatore: Simone Inzaghi. Non ha il curriculum di Antonio Conte, ma ha fatto bene con la Lazio, è ambizioso e molto motivato. È anche lui un "martello". L'incognita maggiore è la capacità di gestire al meglio il gruppo, con una proprietà assente e una "canea" di giornalisti pronti a dare addosso a lui e all'Inter con qualunque pretesto. Ha delle carte positive da giocare (la presenza di Marotta, l'Inter è comunque una buona squadra, un sistema di gioco che con alcune varianti è comunque consolidato...) ma dovrà misurarsi con una pressione incredibile e reggere in quella che l'immaginifico Trap ha definito a suo tempo "una centrifuga". Buon campionato a tutti i cuori nerazzurri.








