Abbiamo subito due sconfitte decisive in tre giorni, subendo quattro gol ma soprattutto non segnandone neppure uno. In queste partite erano assenti gli unici due uomini della rosa capaci di dare profondità e peso alla squadra e di far risplendere le doti del campione più fulgido, che senza assistenza deve battersi come un umile gregario, e per altro lo fa. Nel primo tempo si è vista un'Inter buonissima, ancorché priva del migliore nel ribaltare l'azione (Calhanoglu) e soprattutto dei due elementi che potevano rendere letale la transizione offensiva (Thuram e Dumfries). Subìto il primo gol nel momento in cui avevamo creato molto senza riuscire a sbloccarla, la situazione è chiaramente cambiata. Più ancora che la rete subita in chiusura di primo tempo, ha però inciso sulla situazione tattica del match, il secondo gol, subìto con un pizzico di sfortuna a inizio ripresa, quando tutto poteva essere ancora aperto. Loro hanno vinto meritatamente, per qualche distrazione difensiva nostra e per le nostre difficoltà davanti. Per giocare così come gioca l’Inter di Simone Inzaghi e avere successo, in tutte le competizioni, bisogna avere gli uomini giusti e in numero giusto. Bastano due o tre giocatori non all'altezza perché alla lunga, in una stagione massacrante, le... imperfezioni di organico ti penalizzino inesorabilmente... Adesso sarà tutto più difficile, non solo per la conclusione di questa stagione (questo è ovvio), ma anche per realizzare tutti i movimenti indispensabili nel prossimo mercato.
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Il tracollo, prevedibile e previsto, è arrivato: Fiorentina – Inter 3-0
Il tracollo, prevedibile e previsto, non è il risultato, ma la prestazione. Nel derby si erano viste le prime incertezze a livello tecnico e di brillantezza, ma almeno a livello di spirito agonistico sembravamo ancora in linea. A Firenze è mancato tutto: squadra molle, svuotata di energie, priva di lucidità, che perdeva i duelli fisici individuali e sbagliava giocate elementari. Basti citare il passaggio assurdo che ha mandato in gol Kean per il 3-0. Tutto è ancora in gioco, in campionato, in Europa, persino in Coppa Italia, ma questa Inter non può che preoccupare: il crollo psicofisico di tutti è evidente e non c'è tempo per lavorare a un rilancio della condizione, dovendo giocare ogni tre giorni e avendo i giocatori chiave che devono comunque essere in campo anche se non toccano palla. Siamo di fronte a un gruppo straordinario per qualità e generosità che dà tutto da anni senza ricevere mai integrazioni vere e credibili che consentano una significativa rotazione. L'ultimo acquisto vero, pagato discretamente è Frattesi, arrivato dal Sassuolo nel '23. È una situazione anomala nel mondo intero, a questi livelli: questa estate si doveva trovare il modo di comprare una punta vera, alternativa credibile a Lauti e Thuram, un play credibile come alternativa di Calha, un centrale che facesse il titolare, relegando de Vrij e Acerbi al ruolo di alternative e un'ala di scatto e fantasia, capace di variare in certe situazioni un modo di giocare ormai noto a tutti che prendono le necessarie contromisure… Ora non c'è più tempo di rimediare, la rosa è questa, il logorio dei giocatori cardine è un fatto, bisogna sostenere questo gruppo e i suoi tecnici (che comunque se lo meritano) e sperare che il lavoro, tra mille difficoltà perché è davvero difficile programmare un rilancio delle condizioni atletiche mentre si continua a giocare ogni tre giorni, porti a qualche segnale di ripresa.
Una partita esemplare, da far studiare agli aspiranti allenatori: Inter – juve 2-1
Parliamo solo di calcio. Anche perché l'esito finale ha fatto per una volta giustizia di ogni prepotenza. L'Inter vince la Supercoppa Italiana al termine di una partita fantastica, esemplare e che ha visto fronteggiarsi due squadre molto forti ma in qualche maniera "incomplete". Allegri non doveva dimostrare nulla a nessuno. Inferiore all'Inter sul piano del palleggio ha scelto gli uomini e l'atteggiamento tattico più adatto per far rendere al meglio i suoi giocatori. Probabilmente meglio di così con gli assenti non poteva giocarsela. Inzaghi non gli è stato da meno. In poco tempo l'Inter di Conte è diventata l'Inter di Inzaghi e i risultati, almeno per ora, non sono stati certo inferiori. Anzi. Per il momento possiamo dire che sia riuscito nel difficile compito di aumentare la qualità offensiva del gioco e senza che questo sia andato a discapito della solidità difensiva. Il gruppo era già solito ma lui ha fatto un grandissimo lavoro: il goal della vittoria contro la Juventus lo hanno costruito tre "cambi". Tre nuovi ingressi: Dimarco che ha crossato in area, Darmian che si è inserito sul tocco di Alex Sandra, Sanchez che ha chiuso in porta. Una vittoria meritata, siamo stati nella giornata nettamente superiori all'avversario, anche se poi alla resa dei conti vale quel goal, realizzato al 125' e senza il quale la superiorità sarebbe stata sterile. Dopo questa vittoria possiamo guardare con ottimismo alle prossime gare, a partire dalla trasferta di Bergamo, ma non aspettiamoci un percorso in discesa, sarebbe un errore imperdonabile. Per ora, dopo questo successo però dobbiamo dire bravi tutti e bravo il mister. Amala.


