Gli europei, il mercato e il futuro prossimo dell’Inter

Il punto di partenza di questo editoriale sono riflessioni sugli europei. Perché? Perché questa competizione sta dimostrando che (quasi) tutti gli interisti nel corso della stagione hanno sovra performato. Pochi di loro, infatti, presi singolarmente stanno confermando i valori assoluti espressi in campionato. Chiaramente questo parziale ridimensionamento potrebbe in parte essere dovuto al diverso sistema di gioco, all'assemblaggio inconsueto, alla stanchezza di una stagione durissima, ma si tratta in ogni caso di segnali di cui tenere conto, specie se l'obiettico è cercare una riconferma (che sarà certamente meno netta e clamorosa) in Italia e contemporaneamente restare nel gruppo delle squadre che contano a livello internazionale. Per perseguire questo obiettivo sarà infatti necessario allestire un gruppo in cui tutti potranno giocare qualunque partita in piena serenità. Servono almeno 22-23 giocatori completi, forti, "fatti", poi magari quattro-cinque giovani speranze (possibilmente concrete). Altrimenti il rischio è quello di trovarsi a fallire in entrambi gli obiettivi sportivi e, per conseguenza, anche finanziari. Nell'ordine sono qui affrontate diverse questioni che riguardano il calciomercato e quali politiche adottare per costruire la squadra in vista della prossima stagione (detto che sono stati già acquistati Zielinski e Taremi e che sembrerebbe certo l'arrivo del portiere Josep Martinez dal Genoa...): la composizione del nostro centrocampo; la questione che riguarda Frattesi e la gestione del gruppo; l'offerta del Bayern per Calhanoglu e come lui (tanto quanto Bastoni, Barella e Lautaro) sia un pilastro di questa squadra e un giocatore insostituibile; i giovani e la necessità di fare maggiori investimenti su giocatori nella fascia di età tra i 16 e i 18 anni; la necessità di prendere un centrale forte e che possa sostituire Acerbi più che de Vrij; i dubbi su Buchanan e Arnautovic; che cosa fare di Dumfries e come sostituire l'olandese se dovesse effettivamente partire; la questione Gudmunsson... Non mancano poi riflessioni anche di carattere tattico su questa prima fase dei campionati europei che meritano una certa attenzione se consideriamo che si tratta comunque di una competizione internazionale in cui sono impegnati i migliori calciatori del nostro campionato e delle nostre rivali in Champions.

Che cosa serve per aver successo nel calcio di oggi?

Che cosa serve per avere successo nel calcio di oggi? Le componenti che servono per diventare un grande calciatore sono molteplici e proprio questo elemento spiega la difficoltà di azzeccare la valutazione dei giovani (soprattutto, ma non solo). In questo post ritorniamo a parlare di giovani con delle considerazioni di Luciano Da Vite che esulano dal normale dibattito che avviene sul web. Il punto è che è quasi impossibile comprendere in anticipo come un giovane continuerà a sviluppare i suoi punti di forza e allo stesso tempo quanto recupererà sui fattori che sono naturalmente più lacunosi per lui. Senza considerare l'evoluzione caratteriale, psicologica e di personalità, ancora più difficili da determinare. Eppure fondamentali. Nel post si citano alcuni esempi: Pinamonti, Zinho, Merola, Gnonto. Più una parte dedicata a uno dei nostri pupilli: Marco Sala. "Marchino" (il suo cartellino è di proprietà del Sassuolo) questa stagione gioca in prestito alla SPAL in Serie B. L'unico dubbio sui possibili livelli che potrà raggiungere sono nella relativa carenza di potenza fisica e la struttura poco muscolare. Se completerà il processo di crescita sotto questo aspetto, il ragazzo potrà affermarsi almeno a buoni livelli nel campionato di Serie A.