Un miglioramento si è visto: Feyenoord – Inter 0-2

I segni di ripresa psico fisica sembrano confortanti, mentre sotto il profilo caratteriale si è avuta una ulteriore conferma della straordinaria compattezza del gruppo. Questa volta anche i giocatori impiegati di necessità fuori ruolo e quelli che giocano meno sono apparsi all'altezza delle aspettative. Oltre agli assenti, qualcuno per noi fondamentale è ancora in fase di recupero della condizione (Thuram, Calhanoglu), ma alcune seconde linee hanno finalmente convinto in pieno (Zielinski, de Vrij, gli stessi stesso Josep Martinez e Bisseck). Persino Frattesi che ha giocato pochi minuti ha mostrato progressi nella fase di contenimento e nel palleggio. Restano le lacune strutturali che abbiamo 'denunciato' più volte, ma abbiamo già dimostrato che quando stiamo bene possiamo convivere anche con questi (relativi) buchi di organico. Questo gruppo è primo in campionato, ha fatto sino ad oggi una CL strepitosa, è semifinalista in Coppa Italia e ha giocato la finale di Supercoppa. Va solo elogiato e ringraziato. Altro discorso è ragionare sul calo di energie psico fisiche che si è visto in alcune partite e che potrebbe ripresentarsi, soprattutto se continueranno gli infortuni che limitano le possibilità di turn over. Per quanto riguarda la Primavera invece, la vittoria dei ragazzi di Zanchetta è un ennesimo exploit di un percorso strepitoso, fatto di otto vittorie consecutive, battendo tra l'altro avversarie del calibro di City, Arsenal e appunto Bayern Monaco. Il successo è arrivato ai rigori, anzi all'ultimo rigore, dopo un match tiratissimo, ma è certo che vincere a Monaco, eliminando il Bayern, sia pure con una squadra giovanile, è sempre un soddisfazione grandissima. Il commento alla gara è anche l’occasione per ritornare su un’amichevole discussione di questi giorni tra gli amici del blog su questa Primavera.

Bella senz’anima, o meglio, senza punti: Inter – Real Madrid 0-1

Questa volta raddoppiamo. Dedichiamo infatti il post sia alla doppia sfida contro il Real Madrid. Prima la partita disputata dai "grandi" di Simone Inzaghi e finita con la vittoria degli spagnoli per una rete a zero (goal di Rodrygo). Poi ampio spazio dedicato alla Primavera di Christian Chivu che ha pareggiato 1-1 grazie a una rete in pieno recupero di Nunziatini con una storica rovesciata. Ma il racconto della partita della Primavera è anche l'occasione per un'ampia riflessione sulla squadra di quest'anno e il lavoro che è stato fatto e viene fatto dallo staff delle giovanili. Tornando alla prima squadra, non ci sono dubbi sul fatto che la partita contro i madrileni potesse andare diversamente. Gli spagnoli hanno fatto solo due tiri in porta: un goal e uno non pericoloso. Noi abbiamo tirato 18 volte, di cui sei, da distanza ravvicinata, entro la luce dei pali. Courtois ha fatto un paio di grande parete, altre volte si è trovato la palla tra le braccia, ma non è un titolo di merito, si è trattato di errori di esecuzione dei nostri. C'è stata una dosa di cattiva suerte, certo, ma nel post analizziamo punto per punto che cosa non ha funzionato, contenti della prova fornita dalla squadra (nonostante tutto) ma consapevoli che c'è un grosso lavoro da fare per colmare le lacune di questo gruppo.

Il dispiacere di Colonia non cancella una stagione positiva, adesso va sciolto il nodo allenatore

Il dispiacere per la sconfitta nella finale di Colonia contro il Siviglia non cancella quella che si può a pieno titolo definire come una stagione positiva. La bilancia, al termine del campionato, pende nettamente a favore del lavoro di società, dirigenza, allenatore e giocatori. In particolare è stato decisamente positivo il lavoro fatto dal mister Antonio Conte: secondo posto in campionato e finale di Europa League. È vero, quando giochi una finale, conta vincere, se perdi hai comunque "fallito", ma razionalmente nessuno avrebbe neppure pensato di potere arrivare a giocarsi il trofeo. A mente fredda, in questo post riassumiamo i contenuti principali della finale persa contro il Siviglia e si affronta poi il tema che riguarda l'allenatore, che ha manifestato in maniera chiara la sua volontà di andare via e chiudere dopo una sola stagione la sua esperienza in nerazzurro. Le ragioni apparentemente non riguardano il calciomercato e il mancato arrivo di giocatori di sua preferenza, ma le difficoltà sul piano caratteriale nello stare sulla panchina nerazzurra, una esperienza che a suo tempo un grande come il Trap definì come "stare dentro una centrifuga". Detto che il suo addio non è ancora scontato, società e dirigenza avranno comunque il dovere di fare scelte che vadano nella direzione di una crescita ulteriore la prossima stagione. Più si alza l'asticella, tante più saranno le pressioni. Conte o Allegri o chi per loro, avrà davanti una mission difficilissima e non saranno ammessi cedimenti.

Ciao, Gigi, vorremmo tanto farti un grande regalo, alzarla di nuovo con te, la TUA coppa

La partita con lo Shakhtar è stata forse la nostra migliore partita stagionale. Eravamo più forti dell'avversario, ma non abbiamo vinto perché eravamo più forti. L'Inter di Conte gioca da squadra, stretti, compatti, ognuno è disponibile e pronto ad aiutare gli altri. La condizione fisica e la possibilità di mettere in campo l'undici che in questo momento dà al mister le migliori garanzie e la determinazione feroce e la consapevolezza di giocare partite decisive e in cui se sottovaluti l'avversari e lo affronti con sufficienza, perdi, hanno fatto la differenza in questo ultimo periodo e nella partita contro lo Shakhtar. Non abbiamo vinto quindi perché "siamo l'Inter", ma perché abbiamo fatto tutto al meglio, dalla preparazione teorica all'esecuzione pratica. Contro il Siviglia per vincere una coppa e dimostrare di aver fatto il salto definitivo, servirà un'altra prova perfetta, dovremo fare ancora meglio che con lo Shakhtar. Tutti, società, giocatori e tifosi, vogliamo fortemente il successo finale e rivivere le emozioni di Parigi. Il pensiero nelle giornate della vigilia va a un grande allenatore e un grande uomo, Gigi Simoni, indimenticato allenatore dell'Inter 1997/98 vincitrice della Coppa UEFA in finale contro la Lazio e scomparso lo scorso maggio. Speriamo di fare anche a lui questo regalo.

Gli implacabili: Inter – Shakhtar 5-0

Un'Inter strepitosa "strapazza" gli ucraini dello Shakhtar Donetsk e si qualifica per la finale di Europa League. Dieci anni dopo Madrid, i nerazzurri tornano a disputare una finale europea al termine di una stagione calcistica che, tra mille contraddizioni, si deve considerare positivamente. Il secondo posto finale a un punto di distacco dalla Juventus e il raggiungimento di una finale sono perfettamente in linea con gli obiettivi stagionali. Grande merito al mister Antonio Conte e il suo staff. Negli ultimi due mesi la squadra è progressivamente cresciuta fino a esprimere adesso un calcio convincente. Questa Inter ha una sua identità specifica e che "impone" a modo suo sugli avversari. La condizione fisica è ottimale e ieri si è "ritrovato" anche Lautaro Martinez, autore di una doppietta e "man of the match". In finale, venerdì sera a Colonia, ci aspetta il Siviglia. È chiaramente un avversario di livello, che vinto questa competizione tre volte negli ultimi dieci anni ed ha una maggiore abitudine rispetto a noi a giocare in Europa e partite di questo tipo. D'altra parte apparentemente non abbiamo nulla meno che gli spagnoli. Se fisicamente stiamo bene e giocheremo con la stessa intensità di gioco e la stessa voglia mostrata nell'ultimo periodo, potremo portare a casa la coppa. Non sarà facile, però adesso possiamo fare veramente il "colpo grosso" che sarebbe il giusto premio per i tifosi e poi per la società, la dirigenza e soprattutto l'allenatore e i giocatori, protagonisti di una grande stagione.