Ha avuto ragione Inzaghi, che ha schierato la formazione migliore dal primo minuto, e il suo lavoro ne esce ulteriormente rafforzato. Noi siamo l'Inter e non possiamo evitare di giocarci tutte le nostre chance nella semifinale di una coppa che, come è stato scritto e detto autorevolmente, ha poca importanza solo... per chi non la vince. L’Atalanta, dal canto suo, è prima in classifica, vede la possibilità di un traguardo che nobiliterebbe tutta la sua storia e non può metterlo a rischio spremendo oltre misura i giocatori che lavorano per questo obiettivo storico. Ma i bergamaschi avevano perso per 4-0 in campionato e non avrebbero potuto rischiare figuracce sconvolgenti, come sarebbe accaduto se le 'riserve' impiegate dall'inizio non fossero state quasi dello stesso livello dei titolari. Questo Gasp lo sapeva, ovviamente e per questo ha potuto rischiare. Il suo discorso era chiaro: risparmiare gli uomini migliori per il campionato, confidare nel fatto che le 'riserve' per il loro valore sarebbero riuscite a tenere in partita la squadra per un'oretta circa e poi provare a dare il colpo di grazia mettendo i campioni, freschi, per l'assalto finale… Il risultato finale premia ad ogni modo la nostra Inter e il mister Inzaghi: non si sa più come elogiarlo per la qualità del suo lavoro. Schiera la formazione migliore ed è un rischio, la cui opportunità si valuterà nelle prossime partite. Lui però allena l’Inter e non può affrontare una semifinale rischiando molte alternative ai titolati. MVP della gara: Denzel Dumfries, che nel primo tempo ha una importante palla gol che non riesce a sfruttare per un mezzo fallo da rigore subito. Nella ripresa si scatena con due gol da grande bomber. Nel mezzo una prestazione di assoluto livello.
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Un’Inter stellare, ma è solo una delle 70 partite che speriamo debba giocare: Inter – Atalanta 4-0
Un'Inter stellare. Contro l'Atalanta vinciamo quattro a zero, un successo netto e una prestazione convincente per diversi motivi inaspettata. Abbiamo giocato con la formazione titolare dello scorso anno (la differenza tra "titolari" e alternative c'è e si è vista) e abbiamo incanalato subito la partita nel verso giusto per noi, grazie a un ottimo approccio alla gara e anche grazie a un po' di "suerte": l'autogoal sul primo tiro in porta, la prodezza di Barella, al quale va riconosciuto un merito enorme ma che, sinceramente, fosse chiamato a ripetersi, non sappiamo quante volte ci riuscirebbe. Parlare di Inter "non giocabile" come fanno i nostri avversari (alcuni allenatori e addetti ai lavori, praticamente tutta la stampa) ha chiaramente un intendimento distruttivo: quello di sminuire il valore di eventuale succeso e soprattutto creare ostacoli, inducendo nell'ambiente processi anche inconsapevoli di sottovalutazione delle difficoltà enormi che ci aspettano. Ci sono ovviamente molti aspetti su cui lavorare e che in questo momento meritano grande attenzione ed è probabilmente anche per questo che Inzaghi e è in un certo modo "conservatori", nel senso che i nuovi, soprattutto se giovani, al di là delle loro qualità personali, devono apprendere perfettamente i meccanismi di squadra e agire con sagacia tattica, prima di ottenere un posto in squadra. Questo spiega, un esempio su tutti, perché continui a preferire Pavard, protagonista di una prestazione sontuosa, a un giocatore che ha comunque mostrato finora ottime capacità come Bisseck. Da segnalare, oltre le grandi prestazioni di Pavard e di Bastoni, il moto perpetuo di Barella (oltre il grandissimo goal realizzato), la personalità di Calhanoglu e la corsa di Mkhitaryan, la seconda doppietta stagionale di Marcus Thuram che alle sue già note qualità, sta adesso aggiungendo l'istinto del bomber rapinatore. Vittoria per due reti a zero della Primavera contro la Cremonese. Giocata sotto un caldo torrido, con alcuni dei più attesi che non sono apparsi ancora al top della condizione, arriva la prima vittoria stagionale decisa da due prodezze personali del giocatore rivelatosi in questo frangente di gran lunga il migliore del gruppo (splendida la seconda conclusione, degna del migliore Barella). Trattasi di Berenbruch, autore di una prestazione da centrocampista totale e trascinare della squadra al successo.

