Nei commenti al post precedente Luciano ci ha raccontato dell’ultima partita della nostra Primavera (quattro a uno a Udine, in calce al post riporto il commento con tutte le considerazioni espresse sulla partita) e ha espresso alcune considerazioni anche in proiezione Under 23, dato che l’anno prossimo anche noi avremo una nostra squadra che parteciperà al campionato di Serie C, così come Juventus, Atalanta e Milan. Da qui la domanda, sul piano delle prospettive, su quanto il percorso giovanili – Under 23 – prima squadra possa essere effettivamente percorribile. Cioè se l’Under 23 possa essere effettivamente una via intermedia "proficua" in un percorso di crescita e di formazione di un giocatore delle nostre giovanili per poi finire in prima squadra o comunque a giocare in Serie A. Giustamente Luciano ha osservato che questo tipo di considerazione ha senso solo se facciamo riferimento a giocatori che vengono effettivamente dal vivaio (la cosiddetta squadra B poi va comunque integrata con giovani di un certo livello e degli acquisti) e ha poi espresso il sospetto “giustificato” che “quelli bravini stentano nella prima stagione in C o comunque non eccellono, mentre quelli bravi la C la saltano (es. Pio Esposito, Ale Stankovic, Oristanio, Gnonto, Filip Stankovic, ecc.), oppure ci vanno due anni sotto età (Camarda) peraltro facendo dentro e fuori addirittura con la prima squadra”. Fare uno “studio” nel merito richiederebbe troppo tempo, però nel post si riporta qualche dato che riguarda l’unico caso possibile da prendere in esame per quello che riguarda il calcio italiano, che è l’Under 23 della Juventus (dato che il percorso di Atalanta e Milan in questo senso è veramente troppo breve). Senza esprimere nessun giudizio di merito sulla “bontà” del lavoro dei bianconeri, più che esprimere delle sentenze, si sono voluti ricercare alcuni spunti di riflessione. Spazio poi al report sulla gara della Primavera, che vince quattro a uno a Udine dopo essere passata in svantaggio. Reti di Aidoo, Berenbruch, Pinotti, De Pieri.
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Di squadra, con la testa e col cuore: Inter – Genoa 2-1
Che il Genoa fosse una buona squadra si sapeva, ma le cose sul campo si sono rivelate ancora più difficili di quanto prevedibile per una concomitanza di cause: 1. La condizione fisica dei genoani, certamente più brillante della nostra; 2. L'atteggiamento e la disposizione tattica azzeccate (per una volta si può dire che l'allenatore avversario ha imbrigliato l'Inter mettendola in difficoltà anche sotto il profilo della disposizione degli uomini in campo; 3. Il Genoa possiede diversi giocatori di qualità, un po' in tutti i reparti. Gilardino ha studiato a fondo il sistema di gioco di Simone Inzaghi, si presenza con una squadra schierata con un modulo variabile, che in teoria sarebbe un 352 a specchio, ma in fase di costruzione la difesa passa a quattro con De Winter che si allarga e l'esterno sinistro che si abbassa. Mettono in difficoltà le posizioni in campo di Messias, che svaria su tutto il fronte d'attacco creando, dove si sposta, superiorità numerica, costringendo uno dei nostri centrali a rompere la linea; di Gudmunsson, che fa tutto tranne che la punta pura e statica. A causa del loro atteggiamento non riusciamo a essere pericolosi attaccando a pieno organico e cerchiamo la giocata di classe in disimpegno, che sorprenda fuori posizione i difendenti genoani. La cosa succederà almeno tre volte nel primo tempo: con l'occasione sbagliata da Barella, con il goal di Asllani e anche con l'azione che porta al rigore... Il primo tempo vede così una netta superiorità del Genoa nell'imporre il proprio gioco, ma abbiamo comunque creato tre occasioni clamorose che hanno fruttato due goal. La ripresa è invece nel segno della maggiore freschezza fisica dei genoani, che non avevano nulla da perdere e si sono buttati in attacco. È stata un'altra partita, specie dopo il goal di Vasquez. Non siamo stati capaci di sfruttare appieno le ripartenze e dire di avere sofferto tantissimo nell'ultima mezz'ora, prima di riuscire alla fine a mettere i tre punti in cassaforte. Adesso ci aspettano tre sfide difficilissime in serie (la trasferta di Bologna, la sfida di Champions, lo scontro con il Napoli). La squadra è un po' stanca, ma si può capire con la cavalcata impressionante che sta facendo da agosto e con gli impegni che si sono susseguiti nelle ultime partite. Speriamo che con il lavoro e con i cambi disponibili il mister possa condurre i ragazzi a ritrovare la brillantezza necessaria.

