Un’Inter che fatica, come è giusto: Inter – Lecce 2-0

Le due partite col Genoa e con il Lecce, diverse per risultato e per andamento, hanno certificato un paio di cose importanti. La prima è che in questo momento facciamo fatica, anche contro squadre non eccelse, ma forse più avanti come condizione. La seconda è che tutte le squadre sanno che abbiamo difficoltà nel saltare l'uomo e che non possono affrontarci in campo aperto. Contro il Lecce siamo andati in vantaggio dopo quattro minuti, con un'azione bella per come è stata concepita, ma favorita da una grande disattenzione (o disorganizzazione) della difesa ospite. Questo avrebbe dovuto/potuto favorirci, ma in realtà il Lecce ha continuato ad attuare il piano di gara previsto prima dello svantaggio, cercando di infittire il suo centro area e di infastidirci con la velocità e l'intraprendenza di un paio di attaccanti molto rapidi... È servito che i nostri ritrovassero la ferocia agonistica e l'altruismo, che ha portato tanti giocatori a eseguire importanti rientri, raddoppi, persino diagonali profonde da una parte all'altra del campo, perché si portasse a casa il risultato. Qualche progresso, se non sul piano delle occasioni create, ma come compattezza di gruppo e concentrazione, rispetto alla partita con il Genoa, c'è stato. Deludente la prova della Primavera, che perde tre a due contro la Lazio. Parecchi aspetti inquietanti, ma il principale è sicuramente la questione della fase difensiva: tre goal subiti dalla Lazio e due dal Bologna. Due sono le risposte possibili: o i giocatori impiegati non sono all'altezza, oppure ci sono problemi nella capacità di organizzare la fase difensiva... Potrebbe anche essere che a Zanchetta si chieda più che di fare risultati, di curare il gioco e la crescita dei ragazzi negli aspetti costruttivi, ma sinceramente questa ipotesi, così drastica, pare largamente improbabile.

Un ritorno al passato? O al futuro?

Pensare che il girone di ritorno non sarebbe stato sullo stesso livello di quello d'andata non era un'osservazione da acuti specialisti, ma un gioco da ragazzi. La Serie A è difficilissima, solo la Juventus può tenere un ritmo da 100 punti a campionato. Antonio Conte dopo la partita con il Lecce, terminata con il risultato di 1-1 (Bastoni, Mancosu), ha dichiarato che "noi possiamo vincere solo andando a mille all'ora". È la verità, siamo destinati al momento a pagare qualciasi flessione psicologica od atletica. Soprattutto di concentrazione. La seconda verità è che ci manca esperienza in ruoli chiave e determinanti e in particolare a centrocampo dove, senza nulla togliere ai bravissimi Barella e Sensi (che già adesso stanno dimostrando di poter giocare ad alti livelli) servirebbero anche giocatori con l'abitudine ad esprimersi al vertice con continuità.