L’estasi e l’inquietudine

Nel giorno dei festeggiamenti più sfrenati e gioiosi, una preoccupazione forte e fondata agita i cuori nerazzurri. Difficilmente Steven Zhang (la proprietà più vincente della storia dell'Inter dopo la famiglia Moratti) riuscirà a trovare una soluzione che gli consenta di restare al timone: questo significa che siamo davanti alla chiusura di un ciclo e all'apertura di una nuova fase, ricca di prospettive e di incognite. Parlare di un salto nel buio non è purtroppo sbagliato e questo genera inevitabilmente una profonda inquietudine. Siamo al top o quasi e migliorare appare a questo punto impossibile, mentre il rischio di un ridimensionamento di ambizioni e di successi è invece reale. E possiamo già considerare che la stampa stia già manifestando una certa soddisfazione e un malcelato senso di rivalsa possibile dopo avere masticato amaro in questi ultimi anni. Le incognite sono tante, il mondo del calcio italiano è ricco di insidie che conosciamo bene, in attesa di chiarezza ed i nuove indicazioni non sappiamo che cosa succederà per quello che riguarda le operazioni di mercato e i rinnovi più costosi... Come tifosi quello che possiamo e dobbiamo fare è stringerci comunque attorno alla squadra (anche per questa ragione troverete nel post un'ampia sezione dedicata alle giovanili con i report delle gare di Under 19, Under 18, Under 16 e Under 15...) e "chiedere" prima di tutto la garanzia che la nuova proprietà (se ci sarà) rispetti la rettitudine morale che caratterizza storicamente la nostra società. La seconda è che si mantenga almeno l'attuale competitività e il fascino crescente che i nostri colori incontrano in ogni parte del mondo. Chiaramente la speranza è che si possa in qualche modo comporre un disegno unico, accettato e condiviso tra tutti, proprietà, gruppo dirigente, settore tecnico e giocatori, una fiducia e una stima reciproca che sono stati il tratto dominante e la vera forza dell'Inter in questa fase storica. Forza Inter!

I sogni e la realtà: Inter – Sampdoria 2-1

Inter - Sampdoria è stata una partita piena di contraddizioni sulla scorta di quasi tutte le precedenti. Mi riferisco anche a prima della lunga pausa della stagione calcistica a causa della pandemia. Alla fine l'abbiamo spuntata con il risultato di 2-1 (Lukaku, Lautaro) ma non è stata una partita facile (affatto) e abbiamo subito dopo un buon inizio il solito calo di rendimento. Migliore in campo probabilmente Lukaku (ma bene anche Skriniar, Candreva, Eriksen...) che grazie alla sua forza fisica riesce a tenere sotto scacco gli avversari anche se non è al top. La situazione di fatto è chiara: abbiamo un gruppo capace di buone e anche ottime frazioni di gara, ma pure di cadute rovinose, spesso all'interno della stessa prestazione. Le qualità di Antonio Conte, sa scegliere quale 11 mandare in campo, non sono in discussione, ma la squadra va spesso in crisi: stanchezza, quindi modulo troppo sfiancante se non ci sono alternative del valore dei titolari; oppure scarsa maturità tecnica e psicologica, quindi carenza di qualità di campioni veri. Speriamo di fare un salto di qualità già in questo scampolo di stagione, ma sarà molto difficile. La verità è che non siamo ancora una grande squadra, l'obiettivo ragionevole è chiudere bene, fare bella figura e magari toglierci qualche soddisfazione e migliorare ancora... Aspettative ragionevoli e motivi che ci separano da qui alla fine della stagione, nonostante i tanti dubbi e le riserve da sciogliere e di cui parliamo in questo post a corredo del commento sulla gara contro i blucerchiati di ieri.