A parte Calhanoglu, è la politica dei giovani a basso costo (consideriamo anche i precedenti di Pio e soprattutto Bonny) a dare i primi risultati, bisogna ammetterlo. Anche se Bisseck ha venticinque anni ed è alla terza stagione di Inter e se Sucic ne ha ventidue ed è un nazionale croato. Comunque sono stati pagati “poco” a dimostrazione che qualche colpo con questa strategia di mercato, lo si può realizzare. se mantengono le promesse e continuano a crescere, tra un po' avremo quattro titolari giovani per rinfrescare la squadra (Sucic, Bonny, Pio Esposito, Bisseck). Comunque, fatti i dovuti elogi alla “nouvelle vague”, sarebbe ingiusto e ingeneroso ridurre Inter - Fiorentina a questi discorsi. Ci sono i meriti di Chivu, naturalmente quelli dei campioni come Bastoni, Akanji, Calhanoglu (autore di una doppietta e in particolare dal primo goal che sblocca la partita) soprattutto, Dimarco, Dumfries. Lauti non si è preso il proscenio, come tante altre volte, ma ha lavorato molto per la squadra e poi è stato determinante in occasione del gol di Sucic e del rigore su Bonny. Minore forse, rispetto al solito, l'apporto di Barella, che ha dato tantissimo come sempre sul piano dinamico e sollecitando i compagni con le sue iniziative, ma – soprattutto nel primo tempo – è sembrato troppo lezioso. La vittoria con la Fiorentina è stata importante, ma servono continuità e verifiche ancora più impegnative per la squadra (dobbiamo avere continuità con le medio-piccole e toglierci ogni complesso con le squadre di alta classifica) e proprio per i “giovani”, che devono far bene anche contro le grandi. È la fase difensiva in particolare che manda segnali di pericolo: bisogna scendere al 10° posto per trovare una squadra che ha subito più di noi e il nostro campionato spesso lo vince chi subisce meno.
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Comunque finisca, abbiamo una grande squadra: Union Saint-Gilloise – Inter 0-4
Abbiamo una grande squadra. Considerando gli ultimi sei anni, da quando, nell’estate del 2019, venne nominato direttore Beppe Marotta, che chiamo alla guida della squadra Antonio Conte, siamo stati una grande squadra, anche quando non abbiamo vinto. E ci sono tutte le speranze legittime per continuare ad esserlo anche quest’anno. Giochiamo quasi sempre molto bene, andiamo in fondo pressoché a tutte le competizioni, anche a quelle internazionali più importanti… Nessuna squadra italiana ci avvicina, ad oggi, come continuità di vittorie e piazzamenti ma anche come qualità del gioco espresso e come incremento di prestigio. Contro il Saint-Gilloise abbiamo disputato una grande partita, contro avversari non eccelsi tecnicamente, ma di buon livello complessivo: avevano preso una sonora scoppola contro il Newcastle, ma erano andati a vincere 3-1 in Olanda col PSV. Noi non siamo entrati in campo con l'atteggiamento giusto e questo non ci ha consentito di mantenere le distanze adeguate tra i reparti, oltre a renderci un po' rilassati nelle marcature, ma i pericoli corsi, davvero notevoli, hanno determinato la correzione, psicologica e tattica. Le distanze tra le linee sono diminuite, la squadra ha alzato il baricentro senza scoprirsi in modo avventuroso, ha cominciato a spostarsi in avanti ma restando compatta e a pressare alta, avversari sicuramente un po' meno brillanti per tecnica. A quel punto la nostra superiorità di palleggio, il movimento degli attaccanti a creare spazi e di conseguenza la possibilità di verticalizzare, ha fatto la differenza. Tra i migliori in campo, Sommer, Bastoni, Dumfries, Calhanoglu, Zieinski, Pio Esposito e soprattutto Lautaro Martinez. Se non si guardano solo i colpi di tacco e i tunnel, è in modo molto credibile candidato al pallone d’oro.
La partita delle conferme: Roma – Inter 0-1
La partita contro la Roma regala conferme di cui alcune sono “universali”, ovvero largamente attese e previste da molti, mentre altre hanno un carattere più “soggettivo”. Tra le prime sicuramente la conferma che anche quest’anno l’Inter è una squadra forte, trascinata da un nucleo storico compatto e solido. Questo nonostante la naturale “consunzione” dei senatori, lo shock dello scorso finale di stagione, il cambiamento di allenatore e del suo staff. Più un mercato rivolto solo ai giovani e privo di veri “colpi” rivitalizzanti. Per quanto questo sia una valutazione se vogliamo più di carattere soggettivo. Quattro squadre comunque appaiono attrezzate per lottare per lo scudo: Inter, Juventus, Milan e Napoli (in ordine alfabetico). La Roma e una outsider (il Como?) potrebbero inserirsi. Con un paio di colpi di alto profilo saremmo stati probabilmente i favoriti, mentre così, se abbiamo sicuramente rafforzato le seconde linee in attacco, per il resto dobbiamo dire che il mercato ha portato solo giovani forse futuribili. Dunque lo scudetto resta l’obiettivo massimo, mentre sotto il quarto posto sarebbe una tragedia sportiva. Contro i giallorossi positiva la prova di tutto il pacchetto difensivo (Sommer e i tre centrali), a centrocampo spiccano le prestazioni di Barella e di Mkhitaryan, mentre davanti Bonny, autore del goal decisivo, ha offerto una prestazione di tanta corsa, sacrificio e pericolosità continua. Meglio di così, Chivu e la squadra nelle ultime partite non potevano fare. Segue il report sulla gara della Primavera. L’Under 20 di Benito Carbone vince contro i pari età del Napoli. Risultato finale: tre a zero. A segno Iddrissou, Zouin e Pinotti. Da segnalare, tra gli altri, un’ottima prestazione di Marello, insuperabile in difesa, “bastoniano” nella corsa de nell’appoggio e “dimarchiano” nei cross.
Monaco val bene… Parma: Bayern Monaco – Inter 1-2
Se Parigi val bene una messa, una vittoria a Monaco val bene un pari a Parma. A Monaco di Baviera abbiamo vissuto una serata esaltante: rientriamo nel gruppo ristretto dei top team europei e con i ricambi giusti, siederemo ancora, di diritto, al tavolo dell’aristocrazia calcistica. E un'altra cosa è certa: con la sua capacità di compattare il gruppo, con la sua intelligenza calcistica, quasi con il suo saper essere visionario, con la sua identificazione nel progetto Inter, mister Inzaghi si è guadagnato il diritto di disporre di una rosa adeguata, per numero e qualità dei componenti, a lottare alla pari sempre contro tutti e su tutti i fronti. Lui il suo l'ha fatto. Adesso tocca alla proprietà. Contro un Bayern fortissimo l’Inter ha sfruttato al meglio le sue qualità: chiudere gli spazi soprattutto stando alta, finché ci riesce, uscire dal basso prendendo rischi ma sfruttando le doti di palleggio e l'intelligenza dei centrocampisti, di Bastoni e di Lauti (ieri non a caso decisivo in entrambe le reti), sfruttare la progressione di Thuram e di Dumfries, quando c'è, e gli inserimenti a sorpresa di Frattesi. Il ritorno sarà un'altra prova terribile che potremo superare se ancora una volta tutti riusciranno a dare il 100%, se non sbaglieremo nulla tatticamente e se saremo anche assistiti da quel po' di fortuna che è necessario quando affronti per superarla una rivale che obiettivamente ha qualcosa in più rispetto a te. Dal punto di vista tattico sarà una partita ancora più complicata, ne verremo a capo solo se non sbaglieremo nulla, ma proprio nulla.



