
E’ stata una partita bellissima, tra due squadre molto forti, dotate di un tasso tecnico elevato e capaci di esprimere altissima intensità.
Nel primo tempo, nettamente meglio noi, che siamo riusciti ad aggredire alti e, sulla pressione bergamasca, una volta riconquistata palla siamo usciti con sontuose giocate sullo stretto (loro marcavano a uomo e in questa situazioni gestire la palla in uscita, con l’idea di verticalizzare, è sempre rischioso e richiede tanta tecnica, fisico e lucidità).
Qui si è visto un nostro limite attuale, qualcosa su cui lavorare ancora, perché non è la prima volta che questa situazione si evidenzia: giochiamo bene, ma poi ci manca l’ultimo passaggio o la conclusione vincente.
Se giochi un gran primo tempo e non concretizzi abbastanza, poi è normale che nella ripresa, con un piccolo calo, finisci per soffrire.
Tante rimonte subite si spiegano anche così.
Ieri, diciamo la verità, ci è girata bene, anche se ci siamo meritati questo favore della sorte.
Nella ripresa l’Atalanta ha prima rimesso in equilibrio il match sul piano dl gioco e, dopo aver incassato lo svantaggio, lo ha fatto girare decisamente dalla sua parte.
Credo di non ragionare da tifoso, se dico che osservando il match nel suo complesso, la vittoria di misura è comunque meritata.
E’ altrettanto vero che rispetto ad altre occasioni meno felici la suerte, che spesso ci aveva puniti, in questa situazione ci ha agevolati, perché il vantaggio si è concretizzato nel periodo meno favorevole e grazie a due errori davvero clamorosi, insoliti, degli avversari: Djimsiti che passa la palla a Pio per il nostro gol, Samardzic che sbaglia una conclusione incredibile a due passi dal portiere.
Ridotta all’essenziale, la partita è tutta qui, ma in mezzo c’è stata una buonissima dimostrazione di calcio ad alto livello da parte delle due squadre.
E qui il discorso necessariamente si allarga: perché nel secondo tempo spesso abbiamo un calo consistente oppure, più raramente, incominciamo morbidi per poi crescere alla distanza?
Intendiamoci, ci sono anche gli avversari, che possono alzare ritmi e pressione, e inoltre un certo calo è fisiologico, ma la differenza fra l’Inter del primo tempo e l’Inter degli ultimi 20 minuti mi pare un po’ troppo netta per attribuirla alla normale dinamica di qualunque match.
Perché spesso accade che, una volta in vantaggio, ci abbassiamo troppo, non riusciamo più a pressare alti, ma soprattutto non riusciamo più a giocare la palla in uscita, la calciamo lontano e gli avversari si ripresentano subito, a configurare quasi un assedio?
E’ anche vero che nella fase di difesa quasi a oltranza, l’unico rischio reale lo abbiamo subito in una situazione di loro ripartenza, in cui ci siamo trovati scoperti (l’azione dell’errore di Samardzic).
Ma io non credo che quella di schiacciarci e non riuscire a uscire pericolosamente, se non in rare occasioni, sia stata una scelta conservativa: in queste situazioni si vede e si sente sempre Chivu sbracciarsi e urlare ai suoi di salire, di non appiattirsi.
Bisogna capire se sono le energie e la lucidità che vengono a mancare o se si tratta di una questione anche psicologica e tattica (l’Atalanta per esempio aveva messo 4 punte e questo induceva i nostri esterni a star bassi, per non lasciare in inferiorità numerica la linea difensiva).
Però è anche vero che un’Inter in salute dovrebbe approfittare degli spazi vuoti lasciati dagli avversari, utilizzando corsa e qualità tecniche dei suoi uomini migliori.
Affrontare questo problema a mio parere diventa fondamentale quando stiamo per approcciare un mese in cui gli impegni saranno di altissimo profilo e molto ravvicinati.
E qui il discorso rimanda alla struttura delle squadre di vertice, nel nostro campionato e alle nostre ambizioni.
Secondo me con tutti i titolari, riposati, non siamo inferiori a nessuno un Italia e a pochissimi in Europa.
Se allarghiamo il discorso alle rose, le cose cambiano, perché noi abbiamo anche alcune ottime seconde linee, ma abbiamo altresì dei buchi sui quali non si è ritenuto di intervenire con investimenti adeguati.
Il che costringe alcuni titolarissimi a un super lavoro e favorisce il verificarsi di infortuni o magari scadimenti di condizione.
Da questo punto di vista io ho considerato positiva la scorsa stagione: perché come ha detto ieri Chivu anche a proposito di questa, il nostro obiettivo è restare competitivi fino all’ultimo.
Se punti solo sul campionato, per esempio, la rosa può essere sufficiente.
Se punti ad arrivare in fondo a tutte e magari a vincerne una, no.
Questo intendo quando dico: “Siamo l’Inter”.
Non uno stupido riferimento al passato glorioso, che appunto passato è.
Invece un riferimento alle ambizioni proclamate per l’oggi.
Il Napoli per esempio, ha vinto il campionato e si è oggettivamente rinforzato, prendendo giocatori che il suo allenatore considera superiori a quelli ceduti (si legga in proposito l’articolo sul mercato del Napoli apparso su FCInter1908).
So che ci sono anche altre questioni oltre agli investimenti di mercato (monte ingaggi, vendite) ma se per esempio noi cedessimo Frattesi, che stenta a inserirsi nel progetto, e lo sostituissimo non con un giovinetto pieno di speranze futuribili, ma con un esterno o un centrale difensivo che sia forte subito e fortissimo quando i titolari cederanno, ne sarei felice anch’io.
Per quanto concerne l’analisi della partita, mi ritrovo con coloro che sono felici per il risultato e per il gioco espresso in gran parte del match, ma allo stesso tempo notano il reiterarsi di situazioni preoccupanti.
Come avevo già accennato in precedenza.
Uno dei pochi giornalisti che stimo molto, Cavasinni, vede nella nostra incapacità di chiudere le partite sfruttando meglio le situazioni create, un limite e un pericolo.
Come non essere d’accordo?
Le punte non inventano giocate, i centrocampisti e gli esterni segnano poco.
E’ vero, indubbiamente. Ma… abbiamo segnato più gol di tutti, 8 più del Milan, 11 più del Napoli, 12 più della juve.
Anche togliendo qualcuno dei gol in eccesso (contro Torino e Como) saremmo comunque davanti e, non ho trovato le statistiche, ma credo che siamo anche andati in gol con parecchi giocatori (a oggi sono 13).
Quindi?
Faccio un ragionamento non so se giusto, ma certo più complesso.
Il volto a questa squadra l’ha dato Inzaghi (poi Chivu ha integrato).
Tutte le scelte tattiche e di organico hanno dei pro e dei contro, a meno che tu non sia una di quelle squadre che si possono permettere 30 campioni completi.
La scelta di Inzaghi è stata di attuare un modulo a 3 molto diverso da quello, per esempio, di Conte (per intenderci, non credo che Inzaghi avrebbe mai schierato Gagliardini al posto di Eriksen).
Inzaghi voleva che almeno i due braccetti sapessero giocare la palla e appoggiare l’azione.
Solo il centrale doveva essere in assoluto un dominatore della sua area e il dubbio era tra Acerbi (imbattibile in questo) e de Vrij un po’ meno marcatore ma più… direttore d’orchestra.
I tre centrocampisti dovevano avere prima di tutto straordinarie abilità di palleggio.
Quando per integrare gli si è preso un cc incursore, questi non si è affermato come le sue qualità pretendevano.
Gli esterni devono essere prima di tutto gente che ha nelle gambe 70/80 metri, perché sono soli a gestire l’intera fascia.
Un esterno come Zalewski, brillante e fantasioso può regalarti la giocata (come nel derby e in poche altre occasioni) ma ciò che ti dà non compensa ciò che ti toglie nei meccanismi complessivi.
Ma persino le punte devono essere di gamba e non di estro.
Un Dybala potrebbe giocare, certo, ma questo richiederebbe una profonda revisione dei compiti individuali e dei meccanismi generali.
Non è un caso che l’Inter per affiancare Lauti abbia cercato Lukaku, Dzeko e poi Thuram.
Questo modo di giocare non è l’unico e forse non è il migliore, non saprei.
Credo che i sistemi e le scelte di Conte e persino di Allegri possano essere più produttivi.
Avrei certo goduto di più se avessimo vinto di più in questi anni, anche se non abbiamo vinto poco.
Però io sono contento: ho ottenuto buoni risultati (ottimi rispetto al passato recente) e in tantissime partite ho visto giocate e brani di calcio altamente spettacolari, oltre ad aver visto l’appeal dell’Inter in Europa e forse non solo, crescere enormemente.
Si può sempre provare a migliorare, prima di tutto col lavoro e poi avendo i soldi, e Chivu ci ha provato in estate andando su Lookman e su un cc che fosse incontrista ma avesse anche i piedi.
Solo che questi giocatori costano.
Quindi la mia opinione è che sicuramente si deve lavorare per ridurre il gap tra occasioni create e reti realizzate, ma questo è solo il rovescio parzialmente negativo di una medaglia dall’immagine molto accattivante.
Senza trascurare questo aspetto, a me sembra primario risolvere la questione alla quale ho più volte accennato della nostra difficoltà strutturale nel difendere il vantaggio (o anche il punteggio comunque favorevole, come nelle ultime due partite di CL).
Curiosamente, ma forse non troppo, abbiamo vinto con le grandi solo nelle trasferte di Roma e Bergamo e entrambe le volte, per 1-0 perché siamo riusciti, pur subendo, a difendere il vantaggio.
Insomma a Bergamo, secondo me si sono visti due limiti sui quali lavorare: sprechiamo troppe occasioni e siamo in difficoltà nel contenere alla distanza il ritorno altrui, se veemente.
C’è però un’altra contraddizione, per quello che a me pare di vedere: a difesa schierata soffriamo molto ma concediamo pochissimi tiri.
Anche la palla di Samardzic non nasce da un’offensiva tambureggiante, ma da una loro rara ripartenza che sorprende fuori posizione due nostri difensori.
Sbaglierò, ma penso che la scelta di giocare con due play davanti alla difesa, attuata da Chivu a Bergamo, nasca proprio da questa consapevolezza, oltre che dal desiderio di sganciare un po’ di più Barella, sempre all’interno di un sistema di alternanze.
Le sostituzioni nel finale, credo siano dovute più che altro all’esigenza di impiegare forze fresche e alla necessità di ricreare un diverso equilibrio: così Miki ha sostituito Barella, ma contemporaneamente Carlos ha preso il posto di Dima; e più tardi Ziello è stato sostituito da Frattesi + Diouf, con l’uscita di una punta, quando loro sono passati a 4 davanti (e noi al 451, però con 2 elementi di gamba nei 5).
Le statistiche
Si diceva prima che la vittoria è apparsa oggettivamente meritata e i dati numerici del match lo confermano.
Cominciamo con gli xG: 1,15 a 0,77 per noi.
Il che ribadisce la nostra superiorità ma ridimensiona un po’ il computo delle occasioni sbagliate (anche se va ricordato che spesso più che nell’errore di tiro la ‘pecca’ è stata nell’ultimo passaggio.
- Il possesso palla è stato di 55 a 45 per noi,
- Siamo stati più precisi nei passaggi (88% contro 85%),
- Abbiamo tirato verso la porta 15 volte contro 7 e…
- in porta 4 volte contro 0
- Abbiamo creato 12 chance contro 3,
- Gli attacchi sono stati portati in egual misura sulle due fasce (36% ciascuna) mentre loro hanno attaccato di più la sinistra della nostra difesa,
- Dall’interno dell’area abbiamo tirato 11 volte contro le loro 3 conclusioni,
- Netta prevalenza nostra in tutti i tipi di passaggi (corti, lunghi, nella loro tre quarti…),
- L’8% dei nostri cross ha avuto successo, contro il 6% dei loro,
- Abbiamo portato 10 tackle contro 8, ma loro con 7 ne hanno vinto uno in più,
- 60 volte abbiamo recuperato palla contro le loro 48,
- Abbiamo percorso 121 km contro 110 di cui allo sprint circa 3km per entrambe.
Eppure, con queste cifre abbiamo vinto solo grazie a due loro errori clamorosi.
Questo è il calcio
Le pagelle
Sommer:
sempre molto attento nelle uscite, una sola parata, inutile perché l’azione era viziata da fuori gioco
6
Bisseck:
forza fisica e grande passo, ma queste non sono novità. Come non lo è l’errorino, in compartecipazione con qualche compagno, quando si perde Samardzic in piena area.
6,5
Akanji:
avevo qualche timore, considerato che l’avversario era Scamacca al quale regala qualche centimetro.
Invece lo svizzero lo anticipa sempre lo soffoca e lo costringe a girare al largo.
Viene tagliato fuori solo su un cross alto, ma per fortuna neppure Scamacca ci arriva.
7.5
Bastoni:
De Ketelaere gli dà molto da fare.
L’ex milanista dimostra ancora una volta che i giovani se non sono fenomeni assoluti devono crescere in realtà meno esigenti.
Oggi, dopo aver semi fallito al Milan è un gioiellino.
‘Basto’ deve impegnarsi molto, ma riesce ugualmente a confezionare un paio di assist.
7
Luis Henrique:
spreca un’occasione clamorosa cercando di dribblare il portiere.
A parte questo, occupa con applicazione e corsa la fascia di pertinenza e si rende utile, senza fare nulla di speciale, ma è già tanto.
6+
Barella:
fallisce un’occasione colossale.
Servito da Basto al centro dell’area liscia clamorosamente la conclusione.
Per il resto, il solito lavoro fondamentale.
6.5
(Miki:
fa rifiatare Barella nel finale, interrompe le linee di passaggio avversarie, ma in qualche occasione sbaglia l’appoggio, cosa anormale per lui.
6)
Calhanoglu:
marcato a uomo nel tentativo di oscurare le fonti dl nostro gioco, si deve abbassare per far ripartire l’azione.
Cresce alla distanza e nel finale partecipa con successo alla fase difensiva.
6.5
Zielinski:
anche ieri, come ormai gli succede spesso, il migliore dei centrocampisti.
Geniale nella pulizia e nello smistamento dei palloni.
A voler essere proprio pignoli, rispetto al miglior Miki (non quello di ieri) tende a prodursi in un tocco in più, perdendo un tempo di gioco.
7.5
(Diouf:
ho letto un giudizio negativo.
Ma come si fa?
s.v.)
Dimarco:
deve inizialmente stare in zona perché De Ketelaere crea qualche difficoltà.
Quando gli prendono le misure può avanzare e servire un grande assist a L. Henrique, che purtroppo non lo sfrutta.
6.5
(Carlos Augusto:
Si perde De Ketelaere libero di appoggiare a Samardzic a centro area.
A volte un solo errore basta a condannarti, altre volte ti va meglio…
6-)
Thuram:
segna un grandissimo gol da bomber vero, purtroppo giustamente annullato per un fuori gioco di pochi centimetri di Lautaro.
Fa un gran lavoro, anche se oscuro, per tutto il match.
6+
(Esposito:
appena entrato è decisivo nell’azione che sblocca il match.
Lotta benissimo per far salire la squadra e guadagnare tempo prezioso.
7)
Lautaro:
credo che sia l’ottava volta in stagione in cui il suo gol sblocca la partita.
Ma non fa solo quello.
E’ l’anima e il trascinatore della squadra e quando arretra si esibisce da numero 10.
Mezzo voto in meno per il gol sbagliato.
7.5
(Frattesi:
sembra più nel vivo del gioco rispetto al solito, ma sta in campo troppo poco per ricevere una valutazione.
s.v.)
All. Chivu:
gli altri hanno Conte, Allegri, Spalletti, ma io mi tengo il rumeno.
Conoscenza del calcio e dello spogliatoio.
Competenza e maestro di signorilità in un mondo non proprio esemplare.
Luciano Da Vite