
Una premessa: faccio la mia analisi, senza polemiche, ma anche scrivendo quello che vedo e quello che penso.
Non posso far altro, solo per cercare di risultare accomodante.
La fine di un ciclo
L’ho scritto lo scorso anno dopo aver perso due tituli: lo scudo in casa con la Lazio, la CL nel modo che sappiamo.
Ricordo di aver equiparato quel finale di stagione a quello degli anni ’60, quando in 4 giorni perdemmo lo scudo a Mantova e la CL contro il Celtic.
Dopo un tentativo di riprendere la navigazione, fallito, allora se ne andarono il Mago e Allodi.
Poi anche Moratti lasciò, a un presidente che non aveva soldi per l’Inter.
Ma almeno era appassionato.
Questa volta la situazione era o mi appariva meno compromessa, ma l’allenatore, artefice di un percorso ricco di successi, lasciava e, cosa altrettanto preoccupante, la proprietà lanciava il suo diktat: ripartire con giocatori giovani, con ingaggio basso e costo sotto i 25 milioni.
Il nuovo allenatore, giovane e interista dentro, oltre che un gran signore, accettò con entusiasmo, senza porre condizioni.
Del resto sapeva benissimo che i giocatori chiave sarebbero rimasti e sapeva pure che non erano alla frutta: i Bastoni, i Calha, i Barella, i Dimarco i Dumfries, i Thuram e i Lautaro sono nel pieno della loro maturità.
Akanji aveva sostituito Pavard direi vantaggiosamente
C’erano poi giocatori di grande classe o rendimento inarrivabile ma un po’… stagionati: Miki e Ziello tra i primi, Acerbi de Vrij e anche Darmian tra gli altri.
Altri giocatori senza esser campioni erano di sicuro livello: il nazionale Frattesi, Carlos, forse mi sfugge qualcuno…
Ma secondo me c’era un problema, almeno possibile, se non certo: questi giocatori erano stati assemblati per un altro allenatore.
Perché fossero ancora funzionali al discorso di un nuovo mister servivano almeno un paio di innesti di sostanza e qualità, pronti, che consentissero davvero e subito di attuare le variazioni di gioco che il mister voleva proporre
Un po’ come aveva preteso Inzaghi, con Acerbi e Correa.
Parlo di caratteristiche tecniche: un centrale invalicabile e una punta veloce e molto mobile.
Poi il centrale di Inzaghi è stato un successo, la punta, no, e si è dovuto riprovare, ma questo è un discorso diverso.
In ossequio ai dettami della proprietà sono arrivati 5 giocatori giovani, tutti costati entro i 25 milioni, quasi tutti molto meno.
Al momento si può dire che 4 dei cinque nuovi arrivi sono stati sostanzialmente azzeccati, solo Luis Henrique lascia perplessi.
Date le premesse, 4 su 5 azzeccati mi sembra una buona media.
Ma nessuno di questi è attualmente in grado di trascinare la squadra nel momento di necessità.
Forse lo saranno tra un paio d’anni.
Al momento sono in grado di dare un buon contributo quando le cose vanno bene, non certo di far svoltare nelle difficoltà.
La mia opinione è che la squadra non era ‘finita’, per i motivi che ho detto prima, ma doveva in qualche modo essere aiutata a ripartire e andava rafforzata nelle strutture portanti.
Posso sbagliarmi, ovviamente, sono solo un tifoso che osserva dal di fuori, ma questo è ciò che penso.
Per me servivano due titolari forti, magari uno anche in età, e a parametro zero, purché fosse un campione.
E’andata così e adesso quando giochi una semifinale senza Acerbi, Calha, Dumfries e Lautaro (solo uno su quattro usurato… dall’età), magari giochi anche bene ma soffri e rischi.
Le costanti
Siamo circa a un terzo della stagione, abbiamo già disputato più di venti partite ufficiali, abbiamo perso un possibile titulo, ma siamo in corsa negli altri tre (campionato, Coppa Italia, CL) e in campionato siamo addirittura primi.
Ma in questo periodo si sono verificate, nel bene e nel male, una serie di situazioni ripetute con una tale puntualità da far ritenere che non si tratti di casualità, bensì di elementi connessi alla struttura del gruppo e/o al suo modo di giocare
Partiamo dalle costanti positive, che sono purtroppo meno numerose:
1. Segniamo molti gol
Abbiamo segnato in campionato 10 gol più del Milan, 12 più del Napoli, 15 più della juve e 18 più della Roma.
In CL abbiamo segnato tanti gol come il City e uno meno del Real.
Ma il contesto internazionale conta relativamente, perché non c’è omogeneità con le avversarie incontrate.
Si dice che segniamo tanto con le piccole ma poi non segniamo con quelle forti: in parte è vero, ma con le forti sino ad ora abbiamo questo score di reti realizzate:
- Atletico 1 (tr)
- Liverpool 0
- juventus 3 (tr)
- Roma 1 (tr)
- Napoli 1 (tr)
- Milan 0
- Como 4
Non segniamo moltissimo, certo, ma con una difesa più solida potremo avere qualche punto in più
2. Contro le squadre medio basse perdiamo pochissimi punti e spesso diamo anche spettacolo
Infatti questo secondo aspetto positivo mi sembra correlato al primo: sì, perché se noi abbiamo perso tanti punti contro Juve Napoli e Milan, ma siamo primi in classifica, significa che ci rifacciamo contro le medio-piccole, lasciando davvero poco, a differenza di altre grandi che ci stanno dietro.
Insomma, se dovessimo… vincere il campionato grazie al fatto di cannibalizzare le medio piccole… non mi dispererei
Le costanti negative
1. Prendiamo molti gol
In realtà è meno vero di quanto si pensi. Solo Roma e Lazio hanno subito qualche gol in meno; la juve ne ha subiti tanti come noi, Milan, Napoli e Bologna uno solo in meno.
2. Spesso non riusciamo a gestire il vantaggio
E questo sembra essere il nocciolo della questione, il punto su cui chi di dovere deve lavorare.
Si può risolvere il problema con varianti tattiche o scelte diverse?
Oppure questa struttura di squadra non è ottimale per ‘amministrare’ le partite?
3. Contro le squadre forti e nelle partite decisive o fondamentali andiamo sovente in difficoltà
In parte ne abbiamo già parlato sopra, c’è però un punto ulteriore da sviscerare: oltre a non fare i punti desiderati, andiamo anche in difficoltà nell’esprimere il nostro tipo di gioco?
Un altro modo di porre la domanda potrebbe essere: è vero che contro le grandi non capitalizziamo abbastanza? Io non sono in grado di rispondere, perché dovrei rivedere quanto realizzato in rapporto a ciò che si è costruito, nelle partite citate sopra.
Immagino però che in società abbiano il quadro di questa situazione.
Probabilmente, come è normale, in quelle partite creiamo di meno (questo penso succederà a tutte) ma troppo di meno o comunque sfruttiamo troppo poco le occasioni?
4. Soffriamo le squadre di grande ritmo, che giocano con moduli non speculari e hanno attaccanti rapidi sugli esterni
Di questo sono convinto.
In generale noi abbiamo più classe delle rivali (in Italia, ovvio), ma diverse squadre hanno più ritmo e fantasia, almeno in determinate fasi della partita: proprio Bologna Inter in questo è esemplare, come vedremo.
Ma non è certo l’unica.
Questa credo sia stata una scelta fatta soprattutto da Inzaghi: si pensi ai tre centrocampisti che ha scelto, ma anche al fatto che ha privilegiato braccetti tecnici rispetto a grandi marcatori che so, tipo Skriniar.
A quella situazione si è pensato di porre qualche correttivo:
- di modulo (3412) e
- di uomini (il centrocampista cursore e incontrista).
Ma non è stato possibile.
Questo spiegherebbe perché noi paghiamo più di altre il calo atletico e mentale, che è fisiologico nell’arco di una partita (Chivu parla spesso di acquisire capacità di leggere le diverse fasi del match).
Perché nei momenti in cui siamo al top, nessuno in Italia ci supera nel pressing alto, con valore offensivo ma anche difensivo.
Ma quando molliamo un po’, sia mentalmente che atleticamente, il calo diventa molto significativo.
E veniamo alla partita col Bologna, che per molti aspetti ingloba diverse delle costanti enumerate.
A me ha ricordato un po’ quella con l’Udinese, nel senso che abbiamo trovato subito il gol, ci siamo un po’ rilassati perdendo parte della ferocia agonistica e subendo molto il loro forsennato ritorno.
Siamo una squadra forte, comunque e abbiamo concesso pochissimo anche in questa situazione: il loro gol è venuto casualmente (anche se le leggerezze di Bisseck sono un po’ troppo frequenti per essere definiti casuali) e in tutto un tempo di pressione al loro attivo c’è stato solo un tiro centrale di Bernardeschi.
E’ venuta a mancare totalmente, però la nostra fase propulsiva, quando la transizione efficace è forse di solito la nostra arma migliore…
Mancava qualche giocatore chiave, ma soprattutto eravamo sopraffatti dal loro ritmo e intensità.
Stentavamo a uscire palleggiando e abbiamo cercato la verticalizzazione immediata, ma i loro difensori (eccellente Lucumi, per me) avevano sempre la meglio e il risultato era che la palla tornava subito nella nostra metà.
Nel secondo tempo siamo cresciuti noi o, più probabile, abbiamo approfittato del loro calo inevitabile, le cose sono cambiate totalmente.
Con un loro pressing meno asfissiante non avevamo più necessità di lanci lunghi scontati e avventurosi, ci siamo imposti con la tecnica e la qualità del palleggio, costringendoli nella loro metà e creando almeno 5 palle gol nitide, non andate a buon fine, mentre loro hanno avuto solo l’occasione di Fabbian a tempo scaduto quando noi eravamo disperatamente in avanti.
Qui è emersa l’altra costante, l’incapacità di ‘chiudere’ la partita.
Sbaglierò, ma ancora una volta il numero di occasioni create mi fa pensare che non c’entri il fatto che segniamo solo con le piccole: non penso che i nostri non abbiano concretizzato perché preoccupati che… l’avversario non era piccolo.
Nell’arco dei ’90 (anzi dei 100) abbiamo fatto meglio.
Ma nel calcio non vince chi fa meglio.
Oppure, un po’ cinicamente, chi vince è perché ha fatto meglio.
Pagelle
J. Martinez:
nel primo tempo, qualche uscita e una parata su tiro centrale di Bernardeschi, poi quasi inoperoso fino alla paratona al 95′ su Fabbian.
Parerebbe anche un rigore, ma non basta.
Più in difficoltà rispetto a Sommer nel far ripartire l’azione
7
Bisseck:
una buona prestazione rovinata dall’episodio, ricorrente e sempre determinante, del rigore causato.
Immaginatevi Acerbi su quella palla…
6–
de Vrij:
ma Castro giocava? Io me ne sono accorto dopo un po’ per qualche recupero difensivo.
Sempre pulito e preciso negli interventi, l’olandese sbaglia solo… un gol, quando tutto solo colpisce di testa e manda fuori. Mezzo voto in meno
6.5
Bastoni;
spettacolo in occasione del primo gol, come ho sentito da qualche parte, anticipo da difensore, progressione da attaccante e cross da ala.
Il modulo con i due esterni larghi è quello che ci fa più soffrire, ma dalla sua parte pericoli zero.
7
Luis Henrique:
prestazione del tutto anonima, si rende un po’ utile in fase di contenimento, per il resto un solo acuto con conclusione parata.
5
(Diouf:
progressioni, dribbling, tanta iniziativa. Giocatore da aspettare e far crescere. Avendo tempo.
6+)
Barella:
dinamismo e giocate, come sempre.
Uno di quelli a cui non si può rinunciare.
7
Zielinski:
è un elemento di grande classe, che sa stare in campo e dà sempre ordine e sicurezza con le sue giocate sopraffine.
7
(Sucic:
pochi minuti. Evidentemente perché si sta lavorando per renderlo ‘pronto’ a questi livelli.
s.v.)
Miki:
chiaramente non è al top, non si vedono i suoi tradizionali strappi, ma anche a…tre quarti di servizio è uno su cui fare affidamento.
6
(Frattesi:
6, di stima)
Dimarco:
fa il suo senza particolari acuti, rendendosi comunque utile nelle due fasi.
Al suo attivo un paio di conclusioni insidiose
6+
Thuram:
inizia con un grandissimo gol, ma poi viene un po’ oscurato dalle marcature pressanti dei difensori bolognesi e dalla…imprecisione dei lanci tentati dai compagni
6/7
(Lautaro:
con lui in campo, la musica si fa diversa e meno gradevole per i difensori avversari.
7)
Bonny:
non riesce mai a liberarsi dalla marcatura dei difensori, anche se si dà molto da fare e lotta per la squadra.
Non basta.
5/6
All. Chivu:
da capire il motivo di quel primo tempo in sofferenza, con troppe palle buttate lunghe, quando era chiaro che prevalevano i loro difensori.
Quando loro sono calati e abbiamo ripreso a giocare si è vista l’Inter.
Giusta la preoccupazione di risparmiare a turno qualche giocatore. Le nostre partite sono tutte importanti.
6
Primavera: Inter – Genoa 3-1
Continua l’ascesa degli uomini di Benny Carbone, che appaiono in un momento di condizione brillantissima nonostante le continue rotazioni di giocatori (con U18 e U23) e nonostante l’età media molto bassa.
Contro i rossoblù, che in classifica ci incalzavano da vicino e che dispongono di elementi maturi e insidiosi, praticamente non c’è stata partita.
Anche se abbiamo chiuso il primo tempo in svantaggio, sull’unica loro conclusione (di testa, su corner).
Quando nella ripresa abbiamo alzato i ritmi sono venuti i tre gol e tante occasioni.
Questa squadra ha davvero molti talenti e potrebbe nel tempo regalarci anche qualche bella sorpresa a livello di individualità importanti.
Intanto fa punti e gioca benissimo.
Questi gli uomini schierati da Carbone:
Farronato,
Della Mora (dal 88′ Conti), Bovio, Nenna, Marello
Cerpelletti (dal 88′ Vukoje), La Torre, Mancuso (dal 62′ Putsen)
El Mahboubi, Kukulis (dal 72′ Carrara), Moressa (dal 62′ Pinotti),
A disp: Pentima, Romano, Virtuani, Sorino, Vukoje, Mackiewicz, Breda.
Pagelle
Farronato:
incolpevole sul gol, impegnato solo in alcune uscite alte. Molto sicuro.
6.5
Della Mora:
efficace sia in marcatura sia nell’appoggio. Coglie la traversa con una grande conclusione.
7
(Conti:
pochi minuti.
s.v.)
Bovio:
prestazione di assoluto livello, contro un avversario fortissimo.
Giocatore in grande crescita e promettentissimo.
8
Nenna:
anche per lui una prova senza sbavature e di grande sostanza.
7
Marello:
ha mezzi tecnici e atletici di assoluto rilievo. Prestazione super.
8
Cerpelletti:
il capitano, insieme a Pit la Torre prende per mano la squadra e la trascina al successo.
7.5
(Vukoje:
troppo poco per una valutazione.
s.v.)
La Torre:
che spettacolo ragazzi. Dirige il traffico, copre, costruisce e conclude. Con sicurezza e sapienza incredibili.
Il gol è un gioiello, anche per me che da anni sono abituato ad apprezzarne le qualità balistiche.
8
Mancuso:
non brillantissimo come contro il Cagliari, ma sempre tecnico, fantasioso e in area opportunista.
7
(Putsen:
centrocampista completo, sempre più convincente.
Dino è giocatore di prospettiva.
7.5)
El Mahboubi:
non lo fermano proprio mai e sforna assist a ripetizione. Quando gioca così è incontenibile.
8
Kukulis:
fa un bel gol e lavora molto per la squadra, difendendo a alla e facendo salire i compagni.
Anche lui sta ingranando.
7
(Carrara:
Una ventina di minuti per far vedere che si può contare anche su di lui, l’ennesimo 2008 della squadra.
s.v.)
Moressa:
meno ispirato del solito, il ‘mio’ ‘More’ raramente riesce a sfondare sulla fascia, ma non si rassegna mai e ci prova con determinazione.
6.5
(Pinotti:
si rende molto pericoloso. In un’occasione passa tra due avversari, smentendo la legge che vorrebbe l’impenetrabilità dei corpi.
7)
All. Carbone:
presenta una squadra bella, efficace e molto giovane.
Che volere di più?
8
Luciano Da Vite
Davvero una grande crescita di questi ragazzi…dovendo salire molti in under 23 (dove crescono perché poi quando tornano per esempio in youth league sono decisivi) i 2008 stanno giocando con costanza contro 2006 (molti) 2007. Inizialmente il gap di età ha rallentato ma progressivamente sono cresciuti sul piano fisico, del ritmo e della concentrazione…al di la del talento noto e meno noto a settembre non era preventivabile questa crescita. Evidentemente molto bravo anche il mister che sta lanciando e recuperando tanti giocatori. Luciano Gjeci non è stato piu portato in under 20
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Volevo chiederti, hai notizie su di lui?
Recentemente mi sembra di aver letto tra i marcatori Cristiano Carboni, come procede la sua crescita?
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