
Non c’è dubbio che per le qualità morali, lo spirito di squadra, la compattezza del gruppo e anche per le doti tecniche esibite in tante situazioni, questi ragazzi meriterebbero di concludere trionfalmente la stagione.
Per le difficoltà incontrate a tutti i livelli (mercato forzatamente inesistente, infortuni, calendario ‘punitivo’, diffusa ostilità dei media, ecc.) credo che qualunque tifoso firmerebbe per portare a casa almeno una vittoria finale.
Purtroppo, se ragiono senza ascoltare il cuore, temo che non si sia favoriti a questo punto, in nessuna delle tre competizioni.
In Coppa Italia il Milan si presenta in condizioni ottimali dopo essersi allenato tutto l’anno, come mostra il distacco di 20 punti da noi, il nono posto in classifica e l’eliminazione precoce dalla CL.
Il Milan è una squadra ricca di buonissimi giocatori, ma fino ad ora non è riuscito ad essere un gruppo coeso e determinato.
Contro di noi si giocherò l’ultima chance di salvare la stagione, mentre noi lo affronteremo dopo le due tremende partite col Bayern, tre giorni dopo la trasferta di Bologna e tre giorni prima del match con la Roma, gare che possono decidere il campionato
In campionato abbiamo un vantaggio di tre punti ma un calendario impossibile rispetto al Napoli, anche per la somma di impegni di altissimo livello e quindi molto usuranti, mentre loro lavoreranno e hanno sempre lavorato solo in funzione del campionato.
In CL affronteremo il ritorno col Bayern con un gol di vantaggio, con alcune assenze come loro, anche se loro nonostante le assenze, come ha detto Kompany, hanno concluso in porta 50 volte in due partite contro Inter e Borussia, due delle squadre più forti d’Europa.
Loro hanno senza dubbio una rosa più ampia e completa, disputano un campionato meno logorante e soprattutto hanno una capacità di tenere i ritmi alti e di aggredire a tutto campo, che noi non possiamo emulare.
Noi abbiamo giocatori dalla classe (misto di tecnica, personalità, visione di gioco, schemi e identità di gruppo) straordinaria, che però sarà messa a dura prova da avversari con ritmo e forza da leader europea.
Ho comunque totale fiducia nel fatto che il gruppo, con i suoi tecnici e preparatori faranno il possibile e anche di più.
Non sono sicuro che possa bastare e ancora una volta mi resta un grande rimpianto: arrivare a questo punto con un paio di campioni in più, acquisiti sul mercato estivo o di gennaio, ci avrebbe aperto ben altre prospettive.
Sbaglierò, ma sono convinto che qualche investimento sul mercato avrebbe fruttato grandissimi risultati sportivi e di conseguenza finanziari.
Comunque vada a finire, per la dirigenza, l’allenatore e i ragazzi, deve essere chiaro, si è trattato di una stagione straordinaria.
Ci hanno regalato una sessantina di partite tutte ‘decisive’ e quindi tutte ad alto tasso adrenalinico.
Ci hanno fatto restare in tensione ad ogni partita fino alla fine di aprile e quasi sempre questa tensione si è stemperata alla luce di giocate e di risultati eccezionali.
Credo che la portata dello straordinario sforzo compiuto dai ragazzi, con una partita decisiva ogni tre giorni e con una (conseguente) marea di infortuni possa essere data da questa semplice cronologia:
30 Marzo: Inter – Udinese 2-1
(Primo tempo 2-0, secondo tempo 0-1)
2 Aprile: Milan – Inter 1-1
5 Aprile: Parma – Inter 2-2
(Primo tempo 0-2, secondo tempo 2-0)
8 Aprile: Bayern – Inter 1-2
(Primo tempo 0-1, secondo tempo 1-1)
12 Aprile: Inter – Cagliari 3-1
(Primo tempo 2-0, secondo tempo 1-1)
In 13 giorni l’Inter ha giocato 5 partite e in 4 di queste il risultato del primo tempo è stato migliore di quello del secondo tempo.
Abbiamo tutti pensato che questa ‘serie’ di secondi tempi meno esaltanti non può essere casuale e alcuni di noi (io per esempio) l’hanno attribuita a un atteggiamento conservativo-speculativo anche comprensibile, dopo il vantaggio ottenuto e in presenza di un tour de force pesantissimo.
Altri hanno pensato a un calo fisico, sempre possibile, appunto in queste situazioni di emergenza e logorio
Questa ultima tesi potrebbe essere smentita da un’altra considerazione: l’abitudine a farsi rimontare nei secondi tempi è… diffusa e radicata, in questa stagione.
Il primo esempio è venuto proprio all’esordio in campionato: Genova.
Subito dopo c’è stato il secondo esempio a Monza.
Non ricordo se non ce ne siano stati altri sino al clamoroso crollo (da 4-2 a 4-4) contro la juve.
Anche senza contare il match con la juve, basterà ricordare che con i 4 punti persi con Monza e Genoa, oggi saremmo quasi sicuramente campioni d’Italia.
E non considero le rimonte subite che però non hanno inciso sul risultato.
Esistono anche gli avversari, certo, ma esistevano anche lo scorso anno quando mi pare di ricordare che se passavamo in vantaggio… la partita era vinta.
Sono questioni su cui penso debbano ragionare proprietà, dirigenza e allenatore, ma il sospetto che alla base di tutto ci sia una rosa inadeguata per affrontare una serie di impegni quasi… sovrumani esiste.
E rende ancora più meritevole il cammino fatto fino ad ora.
Senza che ciò costituisca un mettere le mani avanti per la conclusione della stagione.
Infatti, vista la statura morale dei nostri, questo rischio credo che proprio non esista.
Un’altra considerazione è la seguente: a me sembra (ma vado a memoria e quella ormai spesso mi tradisce) che almeno nelle ultime due gare prima di far girare la partita dalla nostra parte abbiamo concesso agli avversari qualche palla gol clamorosa, per errori nostri evidenti nella gestione della palla o nelle marcature e anche i due gol subiti, più che a prodezze degli avversari siano dovuti a disfunzioni del sistema difensivo.
E in questi casi solo un prodigioso Sommer e un insolito errore dell’attaccante (soprattutto Kane) hanno impedito il capovolgimento della dinamica del match.
Ovvio che quando sei sotto attacco continuo qualcosa può andar storto, ma quando stai giocando bene e hai in pugno le redini del gioco non ci si possono permettere errori piuttosto banali.
Comunque sono tutte situazioni sulle quali allenatore e squadra lavoreranno, per quanto è possibile nelle condizioni attuali.
A me sembra che al momento ci sia un’assoluta centralità: il ritorno col Bayern e non perché è la prima difficoltà in ordine cronologico, ma perché è lo snodo decisivo di questo finale di campionato.
Da un lato passare il turno vorrebbe dire aver già raggiunto un risultato incredibile: essere tra le prime quattro d’Europa, per la seconda volta in tre anni e nell’altra occasione con l’obiettivo non raggiunto per un rigore sbagliato.
Il passaggio del turno ci darebbe una grande carica, ma ci costringerebbe anche a nuovi impegni onerosissimi che non potrebbero che incidere su campionato e Coppa Italia.
D’altro canto anche un’eventuale insuccesso confermerebbe la buonissima stagione internazionale: il monte ingaggi del Bayern è di gran lunga il più alto d’Europa e secondo una statistica pubblicata di recente l’Inter sarebbe addirittura prima nel ranking annuale sulla base dei risultati.
Nello stesso tempo. In quella deprecabile eventualità avremmo maggiori possibilità di concentrarci sulle altre due competizioni, ma probabilmente dovremmo scontare il colpo ‘morale’ dell’eliminazione dopo la grande prestazione in trasferta.
Chiro che io, e credo tutti, festeggeremmo come un successo strepitoso l’eventuale passaggio del turno, al quale credo saremmo pronti a sacrificare più difficoltà nelle altre competizioni.
La partita
Inter rimaneggiata come ormai capiterà in tutte le partite se resteremo in corsa su tutti i fronti: rispetto a Monaco sono state ben sei le sostituzioni e in particolare sono stati tenuti a riposo Pavard, Bastoni, Acerbi, Miki, Darmian e Thuram.
I nostri sono partiti fortissimo, pressando alti e verticalizzando una volta riconquistata palla, tanto che il Cagliari non riusciva a uscire.
Dopo sei o sette minuti Lauti ha avuto già una buona palla gol, ma ha calciato sull’esterno della rete.
Poi a seguito di una grande azione corale Arna ha segnato il gol del vantaggio.
A questo punto la concentrazione è calata e in contropiede Piccoli ha avuto a dispsizione una clamorosa occasione, che ricorda quella di Kane.
Questa volta non è stato il palo, ma un grande intervento di Sommer a salvarci.
Gol sbagliato gol subito. Sulla ripartenza visionario lancio di Arna per Lauti che ha anticipato il portiere e con un morbido pallonetto l’ha messa in rete.
Il resto del tempo è trascorso con l’Inter che continuava a premere sull’acceleratore, per evitare la beffa subita a Parma.
A Inizio ripresa però ecco quello che non doveva accadere: Augello ha avuto l’opportunità di avanzare senza venir raddoppiato, ha crossato a centro area dove Piccoli saltando assolutamente indisturbato realizza.
Sono situazioni che l’Inter non si può permettere perché dopo meno di 50 minuti di partita dominata ha consentito a un Cagliari certo ben messo in campo e con giocatori di gamba, ma tutto sommato non eccelsi, di avere due occasioni monumentali.
E’ ripartita l’Inter e prima Dimarco ha concluso al volo, costringendo Aprile a parare in tuffo, poi su corner Bisseck è andato in cielo a ripristinare le distanze.
L’Inter a quel punto ha pensato a gestire, mentre è cominciata la serie dei cambi, da entrambe le parti.
Nessuna delle due squadre è riuscita a creare pericoli fino all’80’ circa, quando ancora Piccoli, libero, ha calciato a botta sicura, ma de Vrij con un intervento straordinario di testa ha alzato alza sopra la traversa una palla indirizzata nel sette.
Non è successo più nulla, ma resta l’impressione di una ripresa ancora in tono minore, con una sola vera palla gol su corner e con un gol e una grande occasione concessei agli isolani.
Naturalmente ci sta un rallentamento in vista del Bayern, ma c’è la riconferma del fatto che la squadra è costruita per fare la partita e aggredire alta, senza rilassamenti e disattenzioni perché tre palle gol nitidissime lasciate al Cagliari sono davvero troppe.
Statistiche
Come era prevedibile, l’Inter primeggia in quasi tutte le indicazioni fondamentali.
Il possesso palla è 62 a 38 e i nostri prevalgono in tutte le frazioni di partita, anche se, ancora una volta, il momento meno netto è il primo quarto d’ora della ripresa.
Netto il predominio a livello di tiri (13 a 8), ma il computo dei tiri nello specchio della porta lancia un campanello d’allarme: solo 4 a 4.
Le occasioni da gol sono 3 a 2 (ma ancora una volta non capisco i criteri di questa rilevazione).
Equilibrio su altri dati: corner, cross utili, recuperi, ecc.
Invece netto predominio nostro sui passaggi riusciti (buona la nostra percentuale, 90% e sufficiente quella degli isolani, 86%) e vantaggio loro, al solito, per dribbling riusciti (3 a 6).
Nel ranking individuale emerge un dato non favorevole: Lauti ha calciato a rete più di tutti (contro i 3 di Piccoli) ma l’argentino ha centrato la porta una sola volta, l’ex bergamasco tutte e tre le volte.
Questo dice che in fondo il cagliaritano ha colpito da posizione molto più favorevole e lascia qualche dubbio sul nostro sistema difensivo.
Barella Calha a e Carlos si dividono i primi tre posti nelle graduatorie per palle giocate, passaggi riusciti e passaggi riusciti nell’ultimo terzo.
Dima e Arna sono primi nei passaggi chiave.
Adopo ha corso più di tutti, davanti a Barella, ma a livello di metri percorsi allo sprint è Zortea a prevalere di poco su Frattesi.
Pavoletti e ancora Zortea precedono Asllani come velocità media, mentre Piccoli precede Barella come punta massima di velocità (non particolarmente elevata)
Infine le due squadre hanno percorso lo stesso numero di km e più o meno la stessa quota allo sprint.
Resta il dato forse più significativo che sembra confermare la ‘legittimità ‘ del 3-1: gli xG sono 1,82 contro 0,73 per noi
Le pagelle
Sommer:
dopo Monaco si ripete, grande intervento su Piccoli e prestazione che infonde sicurezza in tutti i compagni.
7
Bisseck:
sfrutta la sua fisicità sulle palle alte e nelle progressioni. Difensivamente presenta ancora qualche lacuna: non sempre l’allineamento è ottimale e non scivola (come si dice oggi) su Piccoli in occasione del gol subito. Però la sua incornata vincente scaccia gli incubi.
6.5
de Vrji:
svolge benissimo il ruolo di vice Acerbi nel dirigere la difesa. Alcuni salvataggi (come quello sulla conclusione di Piccoli a botta sicura) sono da applausi, Sul gol subito qualche concorso in… colpa.
6.5
Carlos:
solita grande partita, di sostanza e rendimento. E’ affidabile nelle due fasi, ha corsa ed è tempestivo nel ripiegare. Partecipa all’azione del primo gol
6.5
Zalewski:
non riesce mai a incidere, ma si impegna al massimo nel coprire la fascia, aiutando i compagni. Leggerino.
6-
(Bastoni:
venticinque minuti di ordinaria amministrazione, fa il suo senza strafare.
6.5)
Frattesi:
le sue caratteristiche ormai sono stranote. Bravo negli strappi e inserimenti, combatte in fase di non possesso, ma non è baciato dal dio Eupalla quando si deve costruire
6
Calhanoglu:
sempre prezioso in tutte le situazioni. Giocate importanti, copertura difensiva assidua, capacità di dettare i tempi di gioco.
7
(Asllani:
dieci minuti scarsi, di normale gestione.
s.v.)
Barella:
moto perpetuo e intelligente, alcune grandi giocate sul piano tecnico.
In Europa non se ne vedono di sicuramente migliori.
7
Dimarco:
Dio e… il ghiaccio preservino il suo piede mancino. Quando l’Inter attacca è il classico uomo in più: assist, ma anche conclusioni velenose
7.5
(Darmian:
per lui una mezz’ora nella quale senza fare cose eccezionali, si dimostra affidabile, come sempre.
6+)
Lautaro:
generosissimo come sempre, sta più avanti perché il compito di raccordo tra le linee lo lasci ad Arna. Smarcato in area da Dima, in posizione un po’ defilata, cerca il primo palo anziché incrociare e coglie l’esterno della rete.. Poi però segna un gol splendido per tempismo e abilità nel tocco sotto.
7.5
(Thuram:
per lui venticinque minuti finali, durante i quali non sembra particolarmente ispirato.
6-)
Arnautovic:
prova spettacolosa per continuità, corsa, abilità nelle giocate, fiuto del gol.
Quando sta bene e gioca un po’ di più diventa un’alternativa di valore assoluto.
8
All. Inzaghi:
ha un compito difficilissimo in questo finale di stagione: gestire al meglio un gruppo incompleto per struttura e per assenze nonché logorato da una stagione intensissima.
La qualità è tanta, ma lui ci mette molto del suo, nell’organizzazione di gioco, nella crescita dei singoli, nel ‘compattamento’ del gruppo.
Comunque vada a finire, un lavoro straordinario.
8
Settore giovanile
Tutte in trasferta le nostre squadre che hanno giocato e quindi ho visto solo la Primavera, in tv.
Questi i risultati.
- Primavera: Cremonese – Inter 0-1 (De Pieri)
- Under 17: Mantova – Inter 2-2 (Fofana 2)
- Under 16: Monza – Inter 0-1 (Morosi)
- Under 15: Monza – Inter 0-2 (Ferri, P. Omini)
Non sono risultati esaltanti, ma tutti molto utili.
In particolare la Primavera ha giocato una partita mediocre, a mio parere perché dopo aver raggiunto il vantaggio in apertura di gara ha disputato un match sotto ritmo, abbastanza in controllo, ma senza particolari squilli.
Il risultato comunque è utile perché a prescindere dal risultato di Roma – Sassuolo, i nostri si confermano definitivamente parte integrante del terzetto che è in cima alla classifica.
Non penso sia il caso di dilungarmi in un’analisi del match e e delle prestazioni individuali.
L’Under 17 con il pareggio di Mantova credo abbia perso l’occasione di classificarsi prima nel girone con un turno di anticipo. Dovrà vincere l’ultima partita, perché se non sbaglio ha solo 2 punti di vantaggio sul Milan.
Missione primo posto in classifica compiuta con anticipo per U16 e U15, che hanno disputato un bellissimo campionato, mettendo in evidenza individualità interessanti.
Ma saranno le gare di play off, per tutte le categorie, a dare un responso più attendibile, perché le gare verdranno impegnate in una sorta di dentro o fuori le migliori squadre giovanili nazionali.
Luciano Da Vite
Una cosa deve essere chiara: se guardiamo alle due rose, al monte ingaggi e al percorso nella stagione delle due squadre, i miracolo non sarebbe la rimonta del Bayern, ma l’eventuale superamento del turno da parte dell’Inter
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Concordo, sarebbe un’impresa.
Non a caso, pur in stagioni in cui siamo stati ipercompetitovi, non abbiamo mai eliminato squadre più ricche di noi nella fase ad eliminazione diretta.
Forza ragazzi!
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nel giorno più importante della nostra stagione, per la prima squadra, una piccola riflessione sulle giovanili.
U15 e U16 sono arrivate prime con una giornata di anticipo
U17 ha due punti di vantaggio sulla seconda, prima dell’ultima giornata
Un po’ meno bene U18 e U20 che comunque andranno ai play off..
la prima idea è che la base di selezione e crescita sia ottima, poi quando su questa base si devono inserire SOLO ritocchi di alta qualità e quindi piuttosto costosi, le cose si complicano un po’.
Tuttavia va considerato un altro elemento: le classifiche fino a U17 sono su base territoriale, mentre per U18 e U20 sono gironi unici nazionali.
Quindi per una valutazione più attendibile bisogna aspettare l’esiuto dei paly off, per tutte.
Ricordando che comunque vincere è sempre importante, ma il primo compito delle giovanili è sfornare buoni giocatori e , se capita, un campione ogni tanto
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Una mia personalissima considerazione su Inter Bayern: secondo me i bavaresi hanno un attacco quasi incontenibile. per questo credo che noi non avremo speranze di passare il turno se non segneremo almeno due gol
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spiego perché sapendo che sbagliare è sempre possibile io mi fido più delle scelte dei professionisti scelti (e pagati) da una società di vertice, piuttosto che di quelle di un tifoso, per quanto bravo sia (per esempio fabio che secondo me è bravissimo e competentissimo.
Ve lo spiego raccontando una storia che ho già raccontato più volte: quella di Julio Cesar. Non perché sia andata a finir bene, ma perché l’ho saputa dalla viva voce del protagonista.
Dunque, gli osservatori dell’Inter in Brasile segnalano che c’è un portiere davvero interessante. Le segnalazioni positive si susseguono.
Allora l’Inter decide di mandare un osservatore che ha…qualche competenza sui portieri: Giaguaro Castellini.
Castellini parte per Rio, dove si fa 15 giorni nel miglior albergo.
Tutte le sere va a vedere gli allenamenti, esce qualche volta con Julio, ne sonda il carattere, assiste a un paio di partite.
Torna entusiasta e dice: è da comperare.
L’Inter lo acquista, ma per sicurezza lo dà per un anno in prestito al Chievo dove impara a conoscere la serie A. Poi viene all’Inter e…il resto è noto.
Ora, io capisco che non va sempre così, ci sono occasioni di mercati che si aprono all’improvviso e che devi sfruttare e lasciar perdere.
Ci sono giocatori offerti da procuratori di cui ti fidi perché non ti hanno mai tirato pacchi. Ma anche in quei casi confronti le relazioni del procuratore con quelle dei tuoi osservatori e guardi tante cassette.
Allora, non si può sbagliare mai? Certo che si sbaglia. Il calcio è pieno di errori a tutti i livelli (ma se un giocatore costa tanto vuol dire che per la legge di mercato devono essere numerosi operatori di grandi squadre a essersi sbagliati).
E un tifoso che vede qualche partita in tv non piò mai azzeccarci?
Certo che si.
Ma tu presidente pagatore, ti fidi delle impressioni di un ottimo tifoso o dal lavoro di squadra, sistematico, minuzioso, di un gruppo di competenti che tu hai scelto e retribuisci?
Non è un problema di bianco o nero
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Certamente Luciano ma, parlo almeno per me, non è tanto se tizio sia bravo o meno – ovvio che bisognerebbe osservarlo a lungo e…..si rischia di sbagliare ugualmente – ma di topologia di scelta.
Se, ad esempio, i calciatori in Italia costano di più per mille motivi (inutile sviscerarli) e il mio budget non è illimitato (anche qui poco importa, in questo ragionamento, se per motivi regolamentari come sostiene qualcuno o per tirchieria della proprietà come dicono altri) io mi domando: è giusto “accontentarsi” del profilo maturo in uscita dal Bologna di turno oppure è giusto “provare” a prendere da fuori un calaciatore, ovviamente già valido ma con margini, sperando cresca in un contesto competitivo come Inter?
Parlo di contesto competitivo perchè inserire OGGI un giocatore nell’Inter – squadra solida con identità precisa, forte di un tecnico che è li da diverso tempo e di titolari ben amalagamati – è ben diverso da inserirlo dieci anni fa quando ogni stagion era un tiro al piccione sperando di arrivare ad una svolta che….non arrivava mai (e i debiti si accumulavano).
Non avremo la controprova ma sono pressocché certo che un Bisseck, per fare un esempio, nell’Inter che alternava tecnici e giocatori con la stessa frequenza con cui i politici cambiano idea, sarebbe naufragato. E svenduto all’Atalanta di turno per quattro euro salvo poi magari rinascere e finire in qualche squadra europea di vertice. Oggi, invece, il ragazzo si inserisce nell’Inter con buona rapidità – pur alternando prestazioni ottime ad altre meno eccellenti (come peraltro fanno anche i più maturi) – perchè non deve essere lui a tirare la carretta.
Questo per dire che, per me, le scelte dovrebbero essere tarate in base alla situazione della squadra: serve rifarla o è già forte? E’ mediamente giovane o anziana? Evitando, con tali scelte, rischi di “rivoluzioni” dettate dall’esaurirsi del nucleo storico – per questioni anagrafiche o di mercato – senza che sia stata sviluppata una seconda guardia in grado di subentrare, quanto meno garantendo continuità identitaria.
Ecco perchè io non criticherò mai l’errore Asslani – sempre che di errore si tratti (purtroppo temo di si ma….c’è ancora speranza) – perchè scelta molto logica sia da un punto di vista tecnico (si spera(va) crescesse) sia economico. Poi certo che si può sbagliare Asslani come si sbaglia Taremi (qui non credo ci siano molti margini di …redenzione, appunto). Il ragazzo avrà mercato e consentirà di avere risorse per trovare…un nuovo Asslani oppure un prospetto più forte se si deciderà di concentrare le risorse disponibii su un numero più contenuto di nomi.
Tanto il successo o meno del’Inter, oggi, non dipende dalle prestazioni di Asslani o Zelinski ma di quelle di Chala e Barella.
Non è, come si dice erroneamente, ragionare come Atalanta o Bologna: queste società il Barella/Lautaro/Thuram lo cedono e lo rimpiazzano con 2/3 ragazzi convinti che almeno uno di loro diventerà forte. Noi, invece, fortunatamente affianchiamo un giocatore al Barella di turno. Fa tutta la differenza del mondo.
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le possibilità di successo dell’Inter dipendono anche dal fatto che se in una partita fondamentale manca Calha, non lo puoi sostituire con Asllani, ma devi metterci piuttosto Zielinski (per fortuna ce l’hai) o Barella, entrambi fuori ruolo. E se manca Acerbi, ci metterai De Vrj, non certo Bissech.
E la riserva utile di Bastoni è Carlos, non Palacios, come la riserva utile di Dumfries è Darmian e la riserva più utile delle due punte è Arna.
Se vuoi lottare su tutti i fronti devi avere due giocatori pronti e sicuri per ogni ruolo, poi puoi aggiungerci 3-4 giovani speranze.
Per dire, con 22 giocatori veri, 23, 24, 25 possono essere anche Pio, Ale, magari Fabbian. ma se sono le prime alternative ai titolari, per me no
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Stasera, dura , dura, partitona vera.
Speriamo di avere energie a sufficienza e testa .
Buona Serata & Buona Partita
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Grandi, anche con sofferenza come era stato ampiamente previsto. Cioe’ la finale si gioca a MONACO, non scherziamo, abbiamo eliminato una corazzata che aveva la finale in casa.
Applausi
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Grandi ragazzi.
Applaudono al Toro, capitano vero: mai anticipato, da tutto ed esce stremato.
Impressionante differenza vs Taremi che entra fresco e va alla metà…
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Mkhitaryan: “Nel 2023 dissero che eravamo stati fortunati col tabellone, ora che diranno? Come ho detto in conferenza stampa, non ci interessa di chi parla fuori dal campo. Noi facciamo di tutto per andare avanti malgrado la gente che parla da fuori”.
Mikhi grande sul campo e fuori
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nel primo pomeriggio, il post
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post inviato
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Ciao Luciano, cerco di pubblicarlo stasera.
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Post online: https://buu.zone/2025/04/17/tu-chiamale-se-vuoi-emozioni-inter-bayern-2-2/
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