
Non so gli amici del blog, ma io sinceramente non ci speravo in un successo così netto e in una prestazione così convincente.
Non ci speravo per diversi motivi:
- la squadra mi sembrava, comprensibilmente, ancora abbastanza indietro con la preparazione, come avevano dimostrato a mio parere non solo il precampionato ma anche le prestazioni di Genova e in casa con il Lecce,
- alcuni giocatori importanti erano apparsi ancora lontani dalla condizione migliore e per altri, più avanti come età, c’era il sospetto che una stagione in più potesse aver inciso sulla brillantezza atletica
- l’Atalanta, nonostante l’immeritata sconfitta di Torino veniva da una campagna acquisti sontuosa e appariva in buona forma, ancorché priva di titolari importanti (di questo parleremo in seguito).
La lettura e il confronto delle due rose a me personalmente sembrava premiare la nostra squadra, ma non così drasticamente da produrre l’effetto di un disarmante (per loro) 4-0 accompagnato da una superiorità schiacciante, almeno in termini di occasioni costruite.
Tanto che lo stesso Gasp, noto rosicone, non ha potuto negare la legittimità della nostra vittoria ma ha dovuto attribuirla a fattori in parte accidentali (le loro assenze e i nostri gol iniziali ‘trovati’ fortunosamente) e in parte oggettivi (“soffriamo troppo la velocità delle loro punte”).
Invece che cosa è successo?
Noi abbiamo giocato con la formazione titolare dello scorso anno.
A dispetto di quanti ci ‘accusano’ di avere due squadre, la differenza fra ‘titolari’ e alternative si è vista, fosse anche solamente per l’abitudine a giocare insieme
Effettivamente la partita si è subito incanalata nel verso giusto per noi, perché l’abbiamo approcciata nel modo migliore, ma anche perché per una volta abbiamo avuto un po’ di suerte: l’autogol sul primo tiro in porta, la prodezza di Barella al quale va riconosciuto un merito enorme ma che sinceramente, fosse chiamato e ripetersi, non so quanto volte ci riuscirebbe.
L’Atalanta non ha giocato mettendo il bus al centro della sua area di rigore, situazione che soffriamo.
Non lo ha fatto un po’ per naturale propensione, un po’ perché costretta dal doppio svantaggio iniziale
Le loro assenze hanno effettivamente pesato nell’aumentare il gap tecnico-atletico tra le due squadre: mancavano ben tre centrali titolari (Scalvini, Hien, Kolasinac), oltre a Zaniolo Lookman e Sacamacca, con Toloi entrato solo nel finale perché convalescente e Cuadrado non impiegato perché privo di allenamenti con la squadra.
Queste considerazioni sminuiscono l’importanza della nostra prova e del nostro successo?
Certamente no, però secondo me è prudente tenerne conto in un momento in cui i nostri avversari (alcuni allenatori e addetti ai lavori, ma tutta la stampa) tentano di accreditare la realtà di un’Inter “non giocabile”, di un’ estranea rispetto al nostro campionato.
E’ chiaro l’intendimento distruttivo presente in questi azzardi voluti: sminuire il valore di un eventuale successo e soprattutto creare ostacoli inducendo nell’ambiente processi anche inconsapevoli di sottovalutazione delle difficoltà enormi che ci aspettano.
Ancora una volta, contro avversari che non si chiudono ma a loro volta amano sganciare persino i difensori e comunque attaccare con molti elementi, diventa determinate il sincronismo degli stessi e questo si ottiene oltre che con l’organizzazione degli spostamenti (entro certi limiti, perché in avanti c’è margine per l’iniziativa e la scelta personale di soggetti abilissimi nel cercarsi la posizione e la giocata e comunque tutti di grande esperienza) la differenza la fanno la tecnica, l’altruismo, l’esperienza e la condizione.
Proprio questo è il problema principale perché è certo che gli uomini chiave (gli ‘insostituibili’ soprattutto) non potranno giocare sempre al top in una stagione così massacrante e solo alcuni dei sostituiti, se immessi a piccole dosi, danno un affidamento simile.
Poi c’è il problema delle partite contro avversari che si chiudono o nelle quali comunque fatichiamo a sbloccare il risultato e dobbiamo prendere più rischi con gli inserimenti da dietro che del resto sono la nostra arma migliore, insieme alla velocità e alla sapienza tecnico tattica delle punte.
Un problema che, da fifone quale sono se c’è di mezzo l’Inter, ho visto anche ieri consiste nel fatto che quando gestiamo la partita (situazione inevitabile perché non si possono giocare novantacinque minuti d’assalto) i nostri difendenti (ho usato volutamente questo termine e non difensori) tendono a schiacciarsi sulla linea più bassa, lasciando abbastanza spazio di manovra agli avversari ai limiti dell’area e sulle seconde palle.
Con l’Atalanta questa scelta ha avuto successo perché i bergamaschi non sono mai andati al tiro pericolosamente e in qualche occasione proprio la presenza di un uomo in più in posizione centrale sulla linea più bassa ha stroncato situazioni pericolose.
E che questo quasi sempre funzioni lo ha dimostrato lo scorso anno l’elevato numero di clean sheet, però a me crea apprensione la facilità concessa agli avversari di passarsi la palla ai limiti della nostra area per cercare la soluzione migliore (per l’Atalanta ieri è stato l’aggiramento e il cross).
Soprattutto mi è sembrato che in alcune occasioni sia stato lasciato troppo spazio per le sue iniziative a Samardzic, certamente il più ispirato tra loro, dimostratosi uomo da …Inter.
Con un gioco ‘liquido’ come il nostro è fondamentale che chi si sgancia lo faccia con abilità e intelligenza calcistica che devono essere anche le doti di chi contestualmente ‘copre’ .
Ed è evidente che la liquidità richiede giocatori in grado di coprire più ruoli e di muoversi in più zone del campo, per creare superiorità e pericoli.
Per questo Inzaghi, a mio parere è in un certo modo ‘conservativo’ nel senso che i nuovi, soprattutto se giovani, aldilà delle loro qualità personali devono apprendere perfettamente i meccanismi di squadra e agire con sagacia tattica.
Faccio un esempio: Bisseck ha più forza fisica, più velocità di Pavard e ha anche una discreta tecnica.
Ma l’intelligenza tattica di Pavard, sia nella fase difensiva sia quando si spinge in avanti giocando da ala ma anche da centrocampista aggiunto (come di Bastoni dall’altra parte) è al momento notevolmente superiore e induce a preferire il ‘titolare’.
Bisseck ha le teoriche possibilità di diventare in futuro anche più forte di Pavard. Ma io voglio cercare di vincere OGGI.
Stessa cosa avviene per Miki, di fatto insostituibile anche quando non è al top (il che accade raramente), oltre che per la tecnica, proprio per la capacità di essere sempre al posto giusto.
Stesso discorso si potrebbe fare per Calha/Asllani, anche se qui la differenza di personalità e ‘peso’ è più netta.
Sono curioso invece di vedere l’inserimento di Zielinski che in precampionato aveva lasciato intravedere di parlare la stessa lingua dei Barella, dei Miki, dei Chala.
Comunque una cosa era chiara e a mio parere è stata solo ribadita: il gruppo è molto forte e se è vero che poteva venir perfezionato (con un difensore più giovane e reattivo, in stile Buongiorno, per esempio, ma non c’era solo lui e con un attaccante fantasioso) resta un complesso di primissimo livello.
L’incognita è legata da un lato alla crescita delle avversarie e poi alla nostra tenuta fisica e mentale sulla lunghissima distanza. Reduci come siamo da una stagione entusiasmante ma che ha prosciugato molte energie
Come al solito, rivediamo le fasi salienti, con brevi cenni di cronaca.
- 4′ Miki si sposta a destra, con l’avanzata di Pavard crea superiorità in quel settore e imbuca per Thuram il cui tiro cross è deviato da Djimsiti e finisce alle spalle di Carnesecchi. Gol un po’ fortunoso, ma azione perfetta.
- 7′ punizione conquistata in attacco: tiro violentissimo di Calha, ben deviato dal portiere
- 10′ rimessa laterale di Bastoni, lunga in area. Ruggeri la devia ma arriva Pavard che di testa la rimette fuori per Barella, li cui sinistro al volo merita di entrare nella storia.
Dieci minuti fantastici con la suerte abbondantemente giustificata dalla ferocia e dalla qualità dell’approccio.
- 13′ l’Atalanta reagisce con Zappacosta che calcia fortissimo, Sommer respinge centralmente, ma Retegui da distanza ravvicinata, infastidito da Pavard colpisce male e calcia alto. Autentica occasione da gol. Forse l’unica.
- 24′ ancora Retegui ha una buona palla in area, si gira rapidamente ma, pressato, calcia alto. Quando l’Atalanta sale in forze qualche pericolo ce lo crea.
- 40′ una delle situazioni delle quali ho parlato in precedenza: dopo un lungo palleggio bergamasco, i nostri si schiacciano sulla linea difensiva e Samardzic trova lo spazio per calciare dal limite. Palla fuori di poco.
- 58′ rimessa di Bastoni, lunga Un difensore alza la sfera a campanile, quando ricade Thuram è il più lesto a colpirla e a infilare. Secondo gol nato da una rimessa di Bastoni.
- 52′ magnifica azione collettiva dell’Inter, rientrata con grande furore (e con idee chiare). Alla fine Dimarco pesca Lautaro che colpisce al volo sfiorando il palo.
- 56′ azione sulla destra con cross deviato da Thuram che finisce a Miki. L’armeno pesca ancora Thuram che infila ancora in mischia.
L’Atalanta preme, anche immettendo forze fresche, ma non crea grandi pericoli.
- All’82’ ripartenza dell’Inter e gol di Dimarco che era in fuorigioco di centimetri. Gol annullato, ma l’Inter conferma la sua abilità nel ribaltare il gioco.
Nel finale il subentrato Arna si mette in notevole evidenza, dialogando con Taremi e creando un paio di occasioni senza chiuderle per eccesso di generosità nel cercare ancora il compagno.
Cenni statistici
Il possesso palla è a nostro favore: 56 a 44. Ovviamente dopo un ‘ora è più nella nostra area, perché gestiamo e cerchiamo le verticalizzazioni.
Teorico equilibrio nei tiri verso la porta: 13 a 11 per noi.
Ma nei tiri in porta (4 a 4 perché non viene calcolato l’autogol) si vede la diversa consistenza degli attacchi e un po’ anche la citata suerte, perché non capita tutti i giorni di fare 54 gol con 4 tiri).
La superiorità di manovra è confermata dai tiri in porta scoccati da dentro l’area, 2-0 per noi. Questo anche se in realtà entrambi sono conseguenti ad azioni da palla ferma.
Le occasioni da gol (9 a 9) invece attesterebbero un certo equilibrio: ma qui, come sempre è il concetto di reale occasione ad essere discutibile.
La fatica costata agli atalantini per arginarci è dimostrata anche dal numero di falli commessi: 6 sa noi e 15 da loro.
Un dato su cui ancora una volta dobbiamo riflettere è quello sui fuorigioco fischiati: 5 a noi, uno solo a loro. È evidente che quando siamo in vantaggio soprattutto e gli altri ci attaccano, cerchiamo la verticalizzazione, ma i tempi dello smarcamento e dell’imbucata devono essere scelti con più attenzione, per non rischiare di rendere inutili potenziali azioni da gol.
I cross tentati e la percentuale di cross riusciti sono a loro favore: noi ci abbiamo provato 8 volte riuscendoci 4. Loro ben 14 volte riuscendoci 5. Questo conferma a mio parere sia la loro debolezza offensiva – si liberano soprattutto sugli esterni e poi crossano, ma a centro area, con Brescianini che svaria molto si trova solo Retegui, tra tanti difensori – sia il fatto che il nostro vantaggio precoce ci ha consentito di verticalizzare, mentre contro le squadre chiuse l’aggiramento diventa l’arma fondamentale.
Il numero di dribbling riusciti è come al solito a favore dei nostri avversari: 8 a 4. ma questa è una carenza nota e ricorrente.
Sostanziale parità nel numero dei passaggi e nella percentuale di quelli riusciti (a conferma del fatto che i bergamaschi sono una squadra ricca di qualità tecniche).
In equilibrio anch il numero di recuperi.
Le curiosità tra i dati individuali
Retegui e Thuram sono andati al tiro più volte (4 ciascuno) ma l’unico loro tiro in porta è di Zappacosta.
Solo cinque atalantini ai primi posto per numero di palle giocate nella tre quarti avversaria, a conferma, mi sembra, della relativa libertà che concedevamo loro di manovrare fuori dalla nostra area.
Pavard, a conferma di una prestazione sontuosa da onnipresente (con juicio) ha giocato il maggior numero di palloni: ben 82 contro i 63 del secondo (Miki).
Sempre Pavard è primo per numero di passaggi riusciti (88), davanti a Pasalic, Ruggeri e Miki, a conferma che il francese è riuscito ad essere spesso nel vivo del gioco, dietro, in mezzo e persino in avanti
Per i dribbling riusciti a sorpresa il più bravo è stato Brescianini (3). Per noi solo i 2 di Barella, come Samardzic tra loro.
Poi i dati sulla corsa: il fenomeno Miki ha corso più di tutti (11,8 km) davanti a Ederson (11,0), ma l’atalantino ha sprintato leggermente di più (1,87 km contro gli 1,78 dell’armeno).
Anche questo dato è comunque stupefacente: stiamo parlando di un venticinquenne opposto a un trentacinquenne…
Asllani ha tenuto la più alta velocità media (11,08) ancora davanti a Miki (0,90) e a Bellanova.
La punta di velocità massima è stata toccata da Ederson (35,5 davanti a Calha con 34, 08 e ancora a Pavard (34, 05)
Infine abbiamo percorso come squadra 1 km circa più di loro a una velocità media leggermente superiore
Le pagelle
Sommer:
attento e ben posizionato. In occasione del tiro di Zappacosta respinge un po’ troppo centralmente. Regalando una mezza opportunità Retegui, opportunamente contrastato.
6.5
Pavard:
partita mostruosa per mobilità, intelligenza tattica e qualità sia in fase difensiva sia negli inserimenti e negli appoggi.
Determinate nelle azioni di ben due reti.
7.5
Acerbi:
sempre puntuale in marcatura su Retegui, spesso anticipato , prova anche qualche sortita offensiva
6.5
Bastoni:
Forse per il doppio vantaggio ottenuto inizialmente spinge un po’ meno che in altre occasioni, bilanciando saggiamente l’attitudine offensiva di Pavard.
Implacabile sull’uomo e solerte nell’aiutare i compagni.
7
(dal 61′ Carlos Augusto:
entra quando la partita è in cassaforte, fa il suo senza bisogno di forzare eccessivamente.
6)
Darmian:
al suo solito, lavoro prezioso in entrambe le fasi. Sempre puntuale, sempre al posto giusto, sempre efficace.
6.5
Barella:
solito moto perpetuo, solito impegno intelligente per la squadra, solita qualità. In questa occasione gli riesce anche la giocata da cineteca in occasione del secondo gol, che gli frutta un punto in più.
7.5
(dal 79′ Frattesi:
entra e ha molta voglia di mettersi in evidenza, non gli capitano occasioni pericolose, ma il risultato è al sicuro e basta gestire la situazione dalle sue parti.
6)
Calhanoglu:
perno del centrocampo, insostituibile per personalità, capacità di copertura e di contrasto, visione di gioco, senso della posizione e numero di palle giocate.
Ispira il quarto gol
Speriamo che l’affaticamento sia leggero.
7
(dal 61′ Asllani:
è sempre sufficiente, quando entra, ma non dà mai l’impressione di aver fatto il salto di qualità per diventare un leader, come il suo ruolo richiederebbe.
6)
Mkhitaryan:
corre più di tutti, a una velocità elevata, ha una resistenza incredibile che unita ai piedi buoni, alla visione di gioco con annessa capacità di lettura delle situazioni e quindi alla saggezza tattica, lo rendono un ‘collante’ indispensabile.
7
Dimarco:
gioca sempre molto alto, per aprire la difesa atalantina.
E’ già in buona condizione e sa rendersi insidioso senza perdere lucidità nei recuperi non frequentissimi.
6.5
Thuram:
se alle sgroppate che lacerano le difese avversarie, alla fisicità che serve a far salire la squadra, alla buona capacità di ‘giocare’ con i compagni e far giocare i compagni, unisce, come oggi, l’istinto del bomber rapinatore, diventa eccezionale.
8
(dal 79′ Taremi:
pochi minuti a partita largamente chiusa, non consentono una valutazione, anche se si vede ch già si muove bene, in sintonia con la squadra.
s.v.)
Lautaro:
non è al top e con grande intelligenza si mette al servizio della squadra, da vero capitano. Gli capita una sola palla gol, ma la sua conclusione forte e ben indirizzata, esce di un soffio a portiere battuto.
6.5
(dall’83’ Arnautovic:
anche per lui pochi minuti ma a me è piaciuto si procura due palle gol ma per generosità le appoggia su un compagno e l’azione sfuma.
Se sta bene può fare un’ottima stagione.
Non ha il dribbling secco, ma possiede estro e fantasia nelle giocate che possono aiutarci.
s.v.)
All. Inzaghi:
se la quadra farà 70 partite più o meno su questi livelli, gli darà 10.
Primavera: Inter – Cremonese 2-0 (Berenbruch 2)
Partita difficile da interpretare, per lunghi tratti noiosa, con poche occasioni e gioco che non riusciva a decollare per l’evidente equilibrio esistente in campo…
Match poi deciso da due prodezze personali del giocatore rivelatosi in questo frangente di gran lunga il migliore del gruppo (splendida la seconda conclusione, degna… del miglior Barella).
Diciamo che ancora una volta in questo inizio di stagione dall’Inter ci si aspettava molto di più, non tanto in riferimento al risultato, questa volta, ma alla qualità del gioco esibita e allo sperato emergere di giocatori con prospettiva prima squadra.
Va detto che alcuni dei più attesi non sono apparsi ancora al top della condizione e questo ha inciso sicuramente.
Si cono costruite poche occasioni ma per la prima volta non si sono subiti gol e la Cremonese non è stata quasi mai pericolosa.
Poi però si deve considerare il caldo torrido, ben oltre i 34 gradi e un altro fattore: la Cremonese nella precedente giornata a Roma contro i giallorossi era stata capace di raddrizzare un 3-0 portandolo a 3-3 anche se poi nel finale ha subito il gol della sconfitta.
Dunque un avversario tosto, rivelatosi pericoloso a Roma in fase offensiva, ma ben bloccato dai nostri.
Il lungo penare per realizzare i gol della vittoria è probabilmente ascrivibile ai fattori citati: calura, equilibrio in campo, giornata non positiva delle punte.
Forse c’è stato anche qualche errore di scelta da parte dell’allenatore: per esempio nel secondo tempo il colombiano Zarate è parso molto più incisivo e determinante rispetto a Topalovic, poi sostituito. E forse Mosconi, confinato sulla linea laterale sinistra è risultato un po’ troppo sacrificato.
Questo anche se nel primo tempo le azioni più pericolose sono venute sulle fasce laterali ad opera dei tandem Aidoo – De Pieri a destra e Motta – Mosconi a sinistra.
Nel secondo tempo con l’ingresso di Zarate e Quieto, che giocava molto più accentrato rispetto a ‘Mosco’ il centrocampo ha avuto più dinamismo e pericolosità, anche se Bovio, che aveva iniziato benino ha perso qualche palla potenzialmente letale, prima di venir anche lui sostituito.
In panchina il nuovo acquisto Romano (l’argentino proveniente dalla Grecia), ancora assente l’ex madridista Alex Perez come anche l’infortunato Cocchi.
Tra gli assenti pure Pinotti.
Questa comunque la formazione, con i cambi effettuati e i giocatori rimasti in panchina.
Calligaris
Aidoo (90′ Re Cecconi), Garonetti, Alexiou, Motta
Topalovic (55′ Zarate), Bovo (90′ Venturini), Berenbruch
De Pieri, Spinaccè (81′ Lavelli), Mosconi (55′ Quieto)
A disposizione: Zamarian, Zanchetta, Maye, Della Mora, Pinotti, Romano.
Le pagelle
Calligaris:
mai chiamato a interventi decisivi, gioca con una protezione in viso che non gli impedisce di essere deciso e sicuro nelle uscite alte.
6
Aidoo:
decisamente uno dei più in forma. Spinge moltissimo e va anche vicino al gol. La velocità eccezionale gli permette, come sempre importanti recuperi difensivi
7
(Dal 90′ Re Cecconi:
s.v.)
Garonetti:
finalmente una prestazione senza pecche del centrale italo nigeriano. Implacabile in marcatura (ricorre spesso all’anticipo), pur avendo come avversario gabbiano autore di tre gol e un assist nelle prime due di campionato e abile nelle uscite senza palla.
7
Alexiou:
solido e potente difensivamente, non esita ad allontanare di forza, senza fronzoli e rischi, quando è necessario
6.5
Motta:
spinge molto e nel primo tempo con buona efficacia.
Cala un pochino alla distanza, come è naturale per chi deve arare la fascia con quel clima…
6
Topalovic:
ancora una prova deludente.
Si vede che ha stile ed eleganza e anche buona visione di gioco, ma il calcio è anche agonismo, intensità, ritmo e personalità.
Diamogli il tempo di crescere.
5
(Dal 55′ Zarate:
con lui il centro campo smette di soffrire. Mostra subito corsa, determinazione, aggressività e gli riescono alcune verticalizzazioni importanti.
Il colombiano è elemento da seguire con fiducia.
6.5)
Bovo:
in decisa crescita rispetto alle ultime prestazioni a livello di personalità e di efficacia sia nella protezione difensiva sia nell’appoggiare l’azione.
Probabilmente stanco sbaglia qualche pallone nel finale e viene sostituito proprio allo scadere.
6
(Dal 90′ Venturini:
s.v.
Berenbruch:
prestazione sontuosa da centrocampista totale, mostra di possedere qualità e gamba. Trascina la squadra al successo con due reti personalissime. La prima con dribbling a rientrare e conclusione sul primo palo che anticipa il portiere, nell’occasione un po’ incerto, ma in precedenza autore di un paio di interventi importanti. La seconda, come detto con una conclusione al volo proprio nel sette per emulare la prodezza di… Barella.
8
De Pieri:
un ottimo primo tempo per il neo convocato nella selezione nazionale under 20.
Si rende pericoloso con alcune incursioni in sovrapposizione con Aidoo e impegna su punizione il portiere avversario a compiere due grandi interventi.
Cala un po’ alla distanza
6.5
Spinaccè:
tanto lavoro di sacrificio in mezzo alla difesa avversaria. Gioca per la squadra, ma a una punta si chiede anche di rendersi pericoloso.
5.5
(Dal 80′ Lavelli:
s.v.
Mosconi:
mi sa che gli schemi dell’Inter (segnatamente il modulo 433) costringendolo a giocare molto largo soprattutto contro difese ‘con l’autobus in mezzo’, non lo favoriscono.
Rende di più come seconda punta in un 442, perché è bravo a scambiare sullo stretto e soprattutto ha più occasioni per esplodere il suo sinistro micidiale.
6
(Dal 55′ Quieto:
in teoria parte anche lui da sinistra, ma si accentra molto a fare quasi il trequartista dietro le due punte e in quella posizione partecipa al gioco con maggior continuità.
6)
All. Zanchetta:
questa volta la fase difensiva funziona meglio, ma davanti con questo modulo e questi uomini non si riesce a essere molto incisivi
Oggi però la squadra ha avuto equilibrio, sono un po’ mancate le giocate di qualità in avanti.
6.5
Luciano Da Vite
Ecco, questi sono i post per i quali ti leggo, con piacere, da anni.
Ora torno a fare il lettore silenzioso.
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Ottimo match con anche alcune congiunture favorevoli (che ci vogliono, ben inteso).
Atalanta per me, con anche doppio impegno, non sarà da scudetto. Match di venerdì, per quel che conta, credo lo confermi.
Il bilan è un garbuglio: individualmente ribadisco che, per me, sono quasi tutti buonissimi giocatori ma sembrano assemblato male e guidati da un allenatore che sembra, ma è presto, non avere enorme personalità.
Il Napoli mi preoccupa di più perché fa punti facendo abbastanza schifo: Conte per me è un po indietro rispetto ai programmi ma se fa punti così può essere una rogna
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Per me puoi intervenire quando vuoi. Meglio se porti idee o anche obiezioni e non insulti
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No, non porto insulti.
E le poche idee che potrei portare riguardano un ambito che – anche correttamente – interessa poco i tifosi, per quanto sia necessario comprendelo al giorno d’oggi quando si parla, in particolar modo, di mercato. E, credimi, lo dico con dispiacere perché vorrei tanto che si potesse fare come parecchi anni fa, ma – ahimé – non va più così.
Per il resto, davvero, quando parli di calcio concordo praticamente sempre con ciò che scrivi.
Come te ritengo che la dirigenza abbia fatto un lavoro straordinario, con la sola differenza che tu pensi lo abbiano fatto lavorando con forti restrizioni economiche, io penso abbiano avuto risorse importanti (a oggi, per esempio, come monte ingaggi, siamo quelli che spendono di più in Italia, ma non voglio entrare nuovamente in questi discorsi, scusa…). Ma quando vinci, il lavoro di tutti è straordinario perché, in un settore non monopolista, non è comunque scontato che chi ha maggiori risorse, sia anche in grado di prevalere.
Sulla questione anziani/giovani mi trovo forse più in linea con Roberto, nel senso che preferirei qualche sostituto un po’ più giovane, ma finché si vince, per me, possono investire in 40enni e hanno ragione loro, poi mi piacerebbe avere qualche giovane in più per creare valore e risorse economiche anche col player trading, ma – come dicevo – se dei 50enni ogni anno mi portassero ai risultati degli ultimi anni, firmo col sangue per continuare così, visto che comunque, il fine ultimo, rimane quello.
Dico “comunque” perché, purtroppo, con il passare del tempo, il “calciomercato” sta diventando uno sport che sembra quasi più importante del calcio stesso. Vuoi per i social, per i cosiddetti insider e mille altre cose, ma a me sembra che tante questioni di mercato vengano vissute, e le discussioni polarizzate, in maniera eccessiva.
Poi, per fortuna, c’è il campo e tutto quello che scrivi tu nel post.
Ecco, un altro punto comune con Roberto che mi lascia abbastanza ottimista sono le quote dei bookmakers che, difficilmente, buttano soldi. Poi può capitare di tutto, ma il fatto che ci vedano ancora favoriti, tende a farmi – nella mia ignoranza calcistica – pensare in maniera ottimistica.
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Per chi usa X (ex Twitter), ho aperto un profilo del blog: https://x.com/buupuntozone
Si può accedere anche direttamente dalla testata con l’apposito “pulsante”.
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Una domanda: il Mondiale per club si giocherà a giugno/luglio. Come faremo con in contratti in scadenza? Abbiamo più di qualche giocatore in scadenza che – personalmente – non rinnoverei (non tutti quanto meno), ma posto anche che trovino un accordo per farli giocare al Mondiale, se io fossi un giocatore in scadenza, magari nemmeno più giovane, con che spirito giocherei sapendo di potermi infortunare a un mese dall’inizio del nuovo campionato e rischiare così di non trovare un contratto in un’altra squadra?
Capisco che non sia un tema di estrema attualità, ma se conosco un po’ Marotta, prolungherà di un anno chi reputa utile al Mondiale per dargli serenità, non mi aspetto quindi una gran rivoluzione nemmeno nel prossimo mercato a parità di proprietà e investimenti possibili.
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L’Inter ha pubblicato l’elenco completo dei movimenti in entrata e in uscita relativi al settore giovanile.
Tra i movimenti in uscita, a parte i Primavera di cui era già tutto noto, non ci sono grandi novità se non la partenza del bomber Curcio (ex milanista) per la Spagna. Ma anche questo trasferimento era noto da tempo.
Tra i movimenti in entrata sembra confermata l’attitudine al…risparmio.
I nuovi sono provenienti dall’estero per a Primavera, ma da squadre di seconda fascia se si esclude Perez del Betis, per altro preso in prestito con diritto, perché proviene da ungrave infortunio
L’Unico investimento serio…finanziariamente dovrebbe essere quello su Fofana del Brescia, giocatore che conosco e che è sicuramene interessante. Poi altri due stranieri per l’U17 sempre da società minori
Per l’U16 l’unico arrivo è quello di Baah, dal Sarnico, societò affiliata come il Donatello.
Otto gli arrivi per l’UNDER 15, i più numerosi perché è il primo anno in ci si possono prendere giocatori fuori regione. Spesso sOno stati già bloccati negli anni precedenti in attesa di poterli tesserare
Ecco comunque l’elenco
U19
Alejandro Perez Adam (2006) | a titolo temporaneo con diritto di opzione dal Real Betis
Thiago Romano (2006) | a titolo definitivo
Luka Topalovic (2006) | a titolo definitivo dall’NK Domzale
U18
nessuno
U17
Aliou Fofana (2008) | a titolo definitivo dal Brescia
Dino Putsen* (2008) | a titolo definitivo dallo Jonkopings
Sodra Dominik Kartelo* (2008) | a titolo definitivo dall’HNK Sibenik Wilberforce
U16
Owusu Baah (2009) attaccante, dal Sarnico
U15
Matias Bettinelli (2010) Portiere dal Giana Erminio
Michelangelo Castellarin (2010) Attaccante italo ivoriano, nato a Brescia, dal Donatello (Udine) 1.84, piede destro
Francesco Comelli (2010) esterno offensvo, dal San Luigi Calcio (Trieste) Allenamenti integrati da novembre scorso
Alessio Di Carlo (2010) difensore centrale, dalla Romulea (la stessa società da cui proviene Evangelista, centrale 2009 e nazionale. Evangelista è una vera promessa
Tom Keqi (2010) trequartista nato in Italia ma di origine albanese proprio come Gjeci, arrivato all’Inter lo scorso anno, sempre dal Donatello di Udine. Si dice abbia una tecnica eccezionale
Leonardo Menegazzo (2010) esterno offensivo del Cittadella anche di lui si dice sia fortissimo e avrebbe ‘stregato mezza Italia, prima di venir preso dall’Inter
Nicola Palmini (2010) centrocampista, trequartista e seconda punta. Nato a Brescia, arriva dl Lumezzane. Anche di lui si dice che sia un talento cercato da mezza Italia
Saverio Vanacore (2010) esterno offensivo mancino, nato a Napoli ha già giocato nel Napoli e nella Roma, da cui proviene dopo che l’Inter ha battuto la concorrenza della Fiorentina
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Non lo so.
In alcune trasmissioni televisiva parlavano di deroga per i giocatori in scadenza ma non so se sia già ufficiale o un’ipotesi.
E anche fosse vedo male un giocatore rischiare infortunio grave senza certezze contrattuali.
Quello che scrivi può essere vero anche se Oaktree non so se avallera’ Il rinnovo di molti anziani
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Di questi due nomi per l’U17, Putsen e Kartelo, si sa qualcosa?
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Una Roma ordinata ha fermato la gobba, bene così.
Sarebbe positivo guadagnare qualche punto in questo inizio di stagione visto che avversarie hanno cambiato molto mentre noi no.
Speriamo sia cosi.
Secondo voi Correa troverà spazio, magari quando serviranno tre punte o è dato per finito?
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Se confermati, direi che la Roma con il trio Hermoso, Manolas e Hummels blinda a chiave la difesa e si candida di prepotenza per il titolo nazionale.
Speriamo sempre per far loro spazio girino altrove i Calafiori e i Frattesi di turno in quanto non pronti.
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In serata un post sull’attualità
Roberto;: non credo che con de Rossi cederanno senza recompra i giovani forti ma non pronti, che non possono giocare al posto di Hummels Manolo ed Hermoso. Magari invece diei nuovi acquisti avessero fatto giocare i bravi giovani della Primavera!
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Personalmente finchè la Roma continua con questa politica sono solo felice, guardando a cosa combina.
Come sempre non si tratta di schierare il Calafiori di turno 30 partite ma farli partire dietro i Mancini e Ndicka che già hanno.
Comunque affari loro se credono di migliorare con Manolas, Hummels ed Hermoso che vanno a sostituire….Smalling, altro preso per fare questo (e abbiamo visto come è andata)
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Per fortuna non sono l’unico ignorante che dà importanza ai soldi spesi dalle squadre europpe e italiane sul mercato per rafforzarsi, basta leggere su fcInter 1908 l’articolo basato sulle cifre del CIES (è intitolato “juve smascherata” o qualcosa di simile. Impressionante.)
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Se confermati, direi che la Roma con il trio Hermoso, Manolas e Hummels blinda a chiave la difesa e si candida di prepotenza per il titolo nazionale.
Ooh, l’hai scritto tu, non io.
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Ovvio, hanno esperienza.
Direi che nel calcio è fondamentale….poco importa se sono a fine corsa.
Se li hanno presi significa che è per definizione la scelta migliore.
Quindi sono diventati una contender per lo scudo
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Questa volta hai usato il sarcasmo benissimo e lo trovo divertente, A me piacciono le cose ben fatte. Solo non vorrei che altri (non tu) che odiano il sacasmo, poi accusassero solo me di ricorrervi.
Comunque da interista ti dirò: i nuovi potranno o non potranno far bene. In ogni caso, io avrei preferito che giocasserro con …i Primavera, così bravini (hanno retto l’urto con la terribile Cremonese predendo solo 3 gol)
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Ricevuto Luciano, lo pubblico in mattinata.
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Loro possono fare quello che vogliono: negli anni hanno prodotto buonissimi giocatori che….hanno lasciato per puntare su Cristante, Smalling, ecc.
Non hanno ottenuto nulla, affari loro, salvo indebitarsi a più non posso.
Ma sono certo che con quei tre, se saranno confermati, non si spostano di un cm da ciò che sono ne oggi ne tanto meno domani.
Se vinceranno – per me difficile ma nel calcio nulla è impossibile – sarà perchè i giocatori che han già preso (alcuni sono buoni giocatori) faranno una stagione straordinaria. Perchè avere Manolas o Palacios, nell’immediato cambia pochissimo. Ma tra 4/5 mesi chissà….
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Nuovo post: https://buu.zone/2024/09/05/de-rebus-interistis/
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https://www.tuttomercatoweb.com/editoriale/e-un-mercato-sempre-piu-internazionale-al-minimo-gli-azzurri-o-azzurrabili-2008685
Aldilà della convenienza economica direi che questi numeri – visto che non è che all’estero ci giocani fiori di campioni italiani – certificano una bella crisi del movimento calcistico italiano, inteso come nazionale.
Sulle responsabilità si è scritto di tutto e di più ma questo è quanto: una popolazione da 60 milioni di persone, storicamente calciofila e tra le più forti al mondo, ha perso il treno.
Vedremo se i dirigenti federali sapranno imboccare una strada di risalita, sempre che si sia già toccato i lfondo (non ne sono certo)
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