Di squadra, con la testa e col cuore: Inter – Genoa 2-1

Foto: uno scatto di Mkhitaryan in azione contro il Genoa. Anche nell’ultimo turno di campionato l’armeno è stato uno dei migliori giocatori in campo.

Prima del match c’erano moltissimi indizi che lasciavano presagire una serata piena di difficoltà.

Indizi tecnici e indizi… scaramantici.

Sugli indizi scaramantici sorvolo, perché sono… privati.

Ne cito solo uno: il papà di un nostro ex giocatore, un minuto prima di ognuna delle 11 o 12 vittorie consecutive di quest’anno mi aveva mandato un sms dal tenore sempre uguale: ‘Forza ragazzi’.

Bene, ieri non mi è arrivato.

Un segnale piccolissimo, ma vi assicuro che era solo uno dei tanti.

Lasciando da parte gli scherzi, veniamo ai fattori tecnici e agonistici che giustificavano  previsioni non del tutto serene.

Intanto la lunghezza della nostra serie positiva: dall’inizio dell’anno abbiamo vinto tutte le  partite.

Non è semplicemente un discorso sui grandi numeri (prima o poi deve accadere che non si vinca): il fatto è che due mesi di vittorie implicano necessariamente un dispendio di energie fisiche e nervose notevole, per altro testimoniato dal numero insolito di infortuni registrati ultimamente.

Questo discorso rimanda a un altro: il fatto che in presenza di infortunati, il numero di giocatori da far entrare nelle necessarie turnazioni diminuisce. Anche contro il Genoa, non potevamo schierare dall’inizio Acerbi, Calhanoglu, Frattesi, Thuram: lasciando fuori per turnazione o squalifica Bastoni e Darmian la scelta si assottigliava e comunque anche considerando Frattesi solo una prima alternativa, mancavano 5 ‘titolarissimi’.

L’imminenza, sempre nell’arco di pochi giorni, di tre partite difficilissime come la trasferta di Bologna, il ritorno di CL e l’incontro con il Napoli aumentava quelle che a me parevano (e credo si siano dimostrate tali) legittime preoccupazioni.

Poi c’erano quelle legate alla qualità e al momento dell’avversario.

Che il Genoa fosse una buona squadra si sapeva.

Intanto era l’unica (forse insieme alla Roma di De Rossi nel primo tempo) che ci aveva messo seriamente in difficoltà ed era una delle 4 che erano riuscite a strapparci punti.

Contro le grandi aveva ottenuto diversi risultati importanti: due pareggi col Napoli, vittoria a Roma con la Lazio, pareggio a Bologna, pareggio con la Juve, oltre che con noi.

Infine avrebbe pareggiato contro il Milan senza… un gol di mano di Pulisic.

Ma non basta, il grifone veniva da un periodo estremamente  positivo 18 punti nelle ultime 11 partite (con una sola sconfitta): una media quasi da accesso alla CL.

Sul campo le cose si sono rivelate ancora più difficili di quanto prevedibile, probabilmente per una concomitanza di cause:

  • La condizione fisica dei genoani, certamente più brillante della nostra.
  • L’atteggiamento e la disposizione tattica azzeccate (per una volta posso dire che l’allenatore avversario ha imbrigliato l’Inter mettendola in difficoltà anche sotto il profilo della disposizione degli uomini in campo).
  • Il Genoa, abbastanza a sorpresa per chi non l’ha seguito assiduamente, ha dimostrato infine di possedere diversi giocatori di qualità, un po’ in tutti i reparti.

I primi due fattori sono certamente più importanti, perché è evidente che sul piano della qualità dei singoli l’Inter resta comunque molto superiore

Gilardino ha studiato a fondo il sistema di gioco inzaghiano e si presenta con una squadra schierata con un modulo variabile che in  teoria sarebbe un 352 a specchio ma  in fase di costruzione la difesa passa a 4 con De Winter che si allarga e l’esterno sinistro che si abbassa. Le ‘carte’ che si gioca il mister gioca sono:

  • Messias che svaria su tutto il fronte d’attacco creando, dove si sposta, superiorità numerica e costringendo uno dei nostri centrali a rompere la linea…
  • e lo stesso Gudmunsson che fa tutto tranne che la punta pura e statica.

In questo modo è soprattutto Miki che deve uscire su De Winter, perché Dima viene tenuto basso ad aiutare Carlos, alle prese con Sabelli e l’insidioso Messias mentre dall’altra parte Barella e Dumfries si devono alternare ad aiutare Pavard.

Persa palla e/o conclusa l’azione, la difesa genoana torna a 3 e si ricompatta, con i quinti bassi e i due centrali di centrocampo vicinissimi alla linea difensiva.

A turno anche una delle mezze punte (più spesso Gudmunsson) arretrano a dar manforte centralmente.

Il tecnico genoano si prende tutti i rischi necessari, ma attua un pressing altissimo, contando sulla brillantezza fisica dei suoi uomini.

Di fatto si può dire che Gilardino ha… appreso la lezione di Inzaghi: pressing alto quando possibile, squadra corta e conseguente grande ‘liquidità’ dei giocatori in campo

L’Inter sembra sorpresa da questo ritmo e dall’aggressività dei rossoblù, fatica a contenerli, a ripartire ma  ancor più ad alzare la squadra in modo compatto.

Perdiamo quasi tutte le seconde palle e molti scontri fisici, inoltre in alcune ‘uscite’ anche agevoli, sbagliamo la giocata, favorendo la loro ripartenza.

Naturalmente, poiché abbiamo giocatori di grande tecnica in mezzo e di grande gamba per le incursioni, ci aspettiamo tutti una ripartenza letale, ma per i primi venti-venticinque minuto soprattutto, soffriamo.

L’impressione infatti è che quando loro attaccano in massa trovino agevolmente gli spazi fino al limite e sulle fasce mentre noi nelle poche occasioni in cui saliamo tutti andiamo a sbattere contro uno sbarramento centrale costituito dai 3 difensori e dai tre centrocampisti.

Si potrebbe trovare spazio sulle ali, ma Dumfries non è ‘ispirato’ e Dima, come detto viene tenuto basso dal suo avversario.

Il Genoa per altro riesce benissimo a ricompattarsi in fase di non possesso o addirittura a riconquistare spesso palla con la pressione alta.

Le nostre punte devono uscire a creare gioco, perché le vie centrali sono sbarrate e se restano in posizione rischiano di vederla davvero poco.

Servirebbe allora l’incursione dei centrocampisti o dei braccetti o il movimento ad accentrarsi degli esterni (soprattutto Dumfries) negli spazi lasciati liberi dallo svariare delle punte, ma queste operazioni riescono raramente.

Proprio perché il Genoa ci tiene bassi e le distanze da percorre aumentano rispetto a quando la difesa sale a metà campo e braccetti e mezze ali trovano più agevole l’inserimento (e il recupero).

L’Inter non riesce ad essere pericolosa attaccando a pieno organico e deve cercare la giocata di classe in disimpegno, che sorprenda fuori posizione i difendenti genoani.

Cosa che succede almeno tre volte nel primo tempo.

Con l’occasione sbagliata da Barella, il gol di Asllani e anche con l’azione che porta al rigore (parlo dell’azione in sé, indipendentemente dalla concessione della massima punizione).

Loro appaiono molto pericolosi grazie soprattutto al movimento di Gundmunsson e Messias, che ‘entrano’ nel campo e si piazzano fra le linee, svariando moltissimo senza dare punti di riferimento ed ingenerando nel sistema difensivo interista ‘ritardi’ ed equivoci nella marcatura.

Con il risultato che i due genoani vengono spesso ‘pescati’ liberi tra le linee, attirano un difensore, quasi sempre uno dei braccetti, e aprono sull’esterno che tenta l’uno contro uno o cerca in mezzo a un’area parzialmente svuotata la testa di Retegui.

Solo che l’argentino, per quanto bravo riesce raramente a prevalere sulle palle alte.

E quando lo fa, per nostra fortuna, non è preciso nell’indirizzarle verso la porta.

Proprio su un’azione congegnata nel modo che ho detto (trequartista pescato tra le linee che apre sulla sinistra e cross per Retegui) si verifica la prima palla gol della partita ed è a favore del Genoa.

Sommer, sulla conclusione insidiosa dell’argentino, smanaccia la palla e due altri genoani (soprattutto Gundmunsson che arriva a colpire sbilanciato) falliscono da due passi la deviazione vincente.

Questo tipo di gioco è assolutamente funzionale, ma richiede che non ci sia nessuna sbavatura nella transizione difensiva.

Perché quando questa si verifica, la classe dei nostri ragazzi porta a un’inevitabile punizione.

Tirando le somme il primo tempo ha visto una netta superiorità del Genoa nell’imporre il proprio gioco, che ha anche prodotto la prima occasione da gol, ma, se dobbiamo riferirci alle fredde cifre, ha visto anche almeno tre occasioni clamorose dei nostri che hanno fruttato i due gol.

E la cosa interessante è che le due squadre hanno costruito le loro non numerose occasioni proprio attuando alla perfezione gli schemi che i relativi mister avevano preparato.

Già al settimo abbiamo un’anticipazione della soluzione possibile per l’Inter: Barella si inserisce e taglia profondamente per Lautaro che in area arriva con una frazione di secondo di ritardo

Poco dopo abbiamo l’esempio  di costruzione preparata dal Genoa: è Gudmunsson che trova spazio tra le linee, serve Martin sulla sua sinistra e sul cross arriva Badelj che però viene ostacolato da de Vrij all’atto di concludere

Intorno al 20 su angolo Retegui anticipa di testa i nostri difensori ma spedisce fuori.

Poco dopo grande nostra azione in verticale che libera al tiro Barella sul centro destra. Bare calcia al volo di piatto mettendo alto di poco. Si poteva far meglio, forse. Concludendo di pieno collo o cercando un compagno a centro area.

Ma subito dopo ecco la citata colossale occasione per il Genoa: Sabelli crossa da destra per Retegui, che batte sul tempo Pavard e schiaccia di testa con violenza. Grande intervento di Sommer ma sulla respinta si avventa Gudmunsson che da pochi passi calcia a lato.

Tra il 30′ e il 35′ arrivano i due gol dell’Inter, a seguito di entusiasmanti azioni in verticale.

Sul primo Barella pesca Sanchez che è uscito dalla marcatura, geniale apertura del cileno e palla a giri contati per Asllani, inseritosi intelligentemente senza palla.

La conclusione dell’albanese non lascia scampo a Martinez.

In occasione del secondo gol invece è Lauti, uscito a giocare sulla tre quarti,  a compiere un autentico capolavoro, mettendo Barella solo davanti al portiere (in posizione di centro sinistra, a proposito di… liquidità).

Non è rigore e secondo me non si discute.

Però io ricordo un’uscita di Sommer con i pugni, che prende la palla e poi l’avversario e l’arbitro Marelli che commentava (rigore… giusto perché  “Non è una situazione di chi arriva prima vince: l’episodio è L’IMPRUDENZA, il portiere deve stare attento a come usa le mani. Sicuramente non controlla le mani ed è da giallo e rigore perché è un pugno. E’ un fallo involontario, ma è un giallo per imprudenza e non rosso”)

Poi, prima della fine del tempo c’è solo un evidente fallo di mano, in area, di Bani, che viene giudicato non punibile  e un’altra geniale invenzione di Lauti che smarca Miki davanti al portiere ma un difensore, rinvenendo, riesce a deviare il tiro con la punta del piede.

Come si vede supremazia del Genoa, ma il computo delle occasioni, finché siamo rimasti in buona condizione, parla decisamente a nostro favore.

La ripresa ha avuto un segno totalmente diverso: sfruttando la maggior freschezza fisica i genoani, che non avevano nulla da perdere, si sono buttati all’attacco.

Comunque sul piano delle occasioni i primi 10 minuti sono ancora dell’Inter che manda al tiro Lautaro (tiro a giro che finisce alto), Darmian , servito magistralmente da Sanchez (palla ribattuta) e infine Miki (tiro troppo centrale).

Nel frattempo per loro una sola occasione teorica, con il solito Messias che si smarca sulla destra, mette in area per Retegui che viene però ben contrastato da de Vrij.

Inaspettato, arriva il loro gol, ben costruito ma casuale nella realizzazione.

Infatti un trequartista trova sulla destra Badelj spintosi in avanti, cross sul quale de Vrij riesce a intervenire deviando di testa, ma la palla arriva a Vasquez, anche lui avanzato. Gran tiro al volo di sinistro, che passa tra una selva di gambe nerazzurre e si infila nell’angolino opposto, dove Sommer non può intervenire.

Adesso inizia un’altra partita, con la pressione genoana che si fa insistente e l’Inter che per una decina di minuti ha ancora la forza per tentare la ripartenza.

L’Inter delle ultime partite avrebbe sfruttato al meglio questa situazione di generoso ma inevitabilmente disordinato atteggiamento tattico degli avversari, punendoli.

Invece abbiamo solo due opportunità: prima Barella con un lancio strepitoso pesca Dimarco in area, ma l’esterno non ha un controllo felicissimo, perde un tempo di gioco e il tiro gli viene ribattuto.

Poi è Carlos che si libera al tiro, calcia con violenza, ma Martinez in tuffo respinge.

Il Genoa mette una seconda punta, Vitinha e sostituisce un esterno per avere più presenza in centro area e più freschezza sulla fascia sinistra.

Inzaghi vede il pericolo e sostituisce Dimarco con Acerbi, spostando in fascia Carlos.

Dopo il gol annullato a Vitinha per fuori gioco, Simone sostituisce anche Pavard con Bisseck, per dare più centimetri alla linea difensiva.

La dinamica dell’azione che aveva portato al gol Vitinha è infatti diversa da quelle a cui avevamo assistito: non una palla sul trequartista che apre in fascia e cross per Retegui, ma l’argentino che esce a prender palla e la rifinisce di testa per il compagno di reparto, che ha eluso la sorveglianza di Pavard.

Con Vitinha infatti il Genoa è passato allo schieramento con due punte centrali, di posizione.

A questo punto Inzaghi tiene basso Darmian e immette Bisseck appunto per chiudere la fascia e avere più densità in centro area.

Ma la difesa dell’Inter ora è piuttosto affannosa, non riusciamo a gestire la palla e di conseguenza a provare l’uscita

A 15′ dal termine un’altra occasione per il Genoa, con Retegui che va a prendere la palla di testa, (in un centro area che contava su Bisseck, de Vrji e Acerbi!) ma la mette fuori di poco.

L’ingresso di Arna, al posto di uno sfinito Lautaro, ci dà un po’ più di vigore (da qualche minuto era in campo anche Thuram per Sanchez), ma l’Inter ormai cerca solo di congelare la palla con una rete di passaggi in sicurezza.

Tuttavia i nostri hanno ancora un colpo di coda: Arnautovic di tacco libera Thuram, tunnel su Bani e, dal fondo di sinistra, cross per Barella, che dal limite calcia di prima intenzione.

E’ una buona occasione, ma la palla finisce alta.

Ormai tutte le disposizioni tattiche sono saltate, Gilardino prova l’assalto finale immettendo una terza punta, il velocissimo e interessante Ekuban.

L’Inter controlla e Arnautovic, entrato benissimo, si crea ancora un’occasione, ma il portiere Martinez riesca a respingere la sua conclusione.

Tanta sofferenza (della squadra e dei… tifosi) nell’ultima mezz’ora, ma i tre punti sono in cassaforte.

Ps. Un consiglio disinteressato per i milanisti: perché non prendono Gilardino come allenatore? Secondo me sarebbe l’uomo ideale, oltretutto ex milanista: fa giocar bene la squadra, ottiene punti e soprattutto contro le grandi non subisce. Potrebbe essere una soluzione anche per provare a minacciare il predominio dell’Inter nei derby…

Le statistiche

Se la rilettura della partita conferma solo in parte la grande sofferenza dimostrata sul campo e… provata a livello psicologico dai tifosi, i dati statistici, mostrano invece che qualcosa è davvero cambiato rispetto alle precedenti nostre prestazioni del tutto dominanti.

Sì, il numero delle occasioni costruite ci premia sempre, ma in modo meno netto del solito e con alcune contraddizioni

Ad esempio il dato sul posseso palla è come quasi sempre a nostro favore (62 a 38, con prevalenza loro solo nella parte centrale del secondo tempo, quando hanno spinto al massimo e noi soffrivamo).

Al tiro però abbiamo fatto registrare un 15 a 10 per noi, non eccelso considerato anche che giocavamo in casa.

Anche per i tiri in porta la nostra prevalenza è stata netta (6-2).

Però abbiamo tirato meno del solito e per quanto strano possa sembrare  i 2 tiri in porta subiti sono più che in diverse altre occasioni.

Anche il dato, soggettivo, delle occasioni come dicevamo, ci arride: 12 a 8. la differenza si assottiglia rispetto ad altre gare, ma sono numeri che non confermano la percezione di difficoltà  subita dai nostri.

Il rapporto tra falli commessi (6) e subiti (17) dice invece parecchio sulla intensità e la foga con cui i genoani hanno approcciato il match.

Il numero di cross è stato simile, ma noi abbiamo una percentuale maggiore di situazioni andate a buon fine…

Sui passaggi li surclassiamo (558 a 305) come pure sulla percentuale di passaggi giusti (90% a 82).

Noi abbiamo fatto meglio anche nelle verticalizzazioni riuscite  (42 a 16) e nei recuperi (42 a 26).

Insomma qualche piccola dissonanza rispetto ad altre gare la si nota, ma poca roba se la si confronta con la percezione, penso condivisa, di un match che ci ha creato difficoltà.

A livello individuale impressionano le conclusioni verso la porta di Retegui (primo con ben 7 tentativi) seguito a distanza da Barella (3).

Solo che Retegui è la prima punta, Barella un centrocampista.

Se invece esaminiamo i tiri finiti nella luce della porta, troviamo ben 8 giocatori a pari merito, ma tutti con un solo tiro.

Barella e Miki sono i primi nella graduatoria dei passaggi riusciti nella trequarti avversaria, seguiti da Badelj, Gudmunsson e De Winter

Gudmunsson è anche il giocatore che ha avuto più occasioni, 4.

A proposito Gudmunsson mi era molto piaciuto nella gara di andata quando aveva giocato molto più offensivo, ma mi è piaciuto molto anche nel ritorno  quando ha dimostrato di poter essere un giocatore universale.

Poi mi è piaciuto ancora di più quando… non è riuscito a chiudere in porta da pochi passi.

Solo interisti ai primi posti per palle giocatepassaggi riusciti e passaggi chiave (in questa graduatoria guida Lauti, davanti a Dima).

L’84% per cento delle transizioni offensive tenta dall’Inter si sono rivelate pericolose, contro il 52% dei genoani.

Nel computo delle azioni manovrate invece prevalgono di poco i genoani (88 a 82): per questo però bisogna tener conto delle diverse fasi della partita: all’inizio, come detto, il loro pressing alto ci costringeva dietro e quindi la loro manovra doveva essere più avvolgente, mentre noi potevamo verticalizzare subito.

Dopo il doppio vantaggio si è accentuato il divario tra pressione offensiva di massa (quindi manovrata) loro e possibilità di ripartenza nostre.

Per questo dico che un’Inter più lucida avrebbe chiuso prima la partita come è sempre avvenuto di recente.

Nell’ultimo quarto d’ora siamo stati noi a scambiarci ripetutamente la palla per gestire l’andamento del match.

Un dato curioso: il Genoa ha fatto un po’ meglio di noi per quanto concerne la velocità del pallone, mentre noi abbiamo fatto meglio nella conduzione del pallone stesso in velocità.

Asllani ha percorso più km davanti a barella e a Miki (poi vengono Badelj e Gudmunsson).

Ma per quanto riguardi i km percorsi allo sprint Barella e Michi hanno numeri superiori del doppio rispetto a tutti gli altri.

Asllani ha fatto registrare la miglior velocità media, precedendo Ekuban.

Ma la punta di velocità più elevata è stata toccata da Spence (34,1) davanti a Dima (32,5)

Infine il Genoa ha percorso circa 1,5 km più dell’Inter e la velocità media risulta identica, ma l’Inter prevale in relazione al numero di km percorsi allo sprint.

Pagelle

Sommer:

non ha avuto tanto lavoro, in pratica, oltre al gol un solo tiro in porta, di Retegui, con l’ottima ma sfortunata respinta  finita sui piedi di Gudmunsson che arriva scoordinato e sbaglia da due passi.

Sul gol di Vitinha fortunatamente annullato per fuori gioco, avrebbe avuto qualche responsabilità.

6

Pavard:

meno sicuro del solito nella fase difensiva, la sua punta di riferimento cambia spesso posizione e lo costringe a uscire, ma il francese lo fa spesso in ritardo.

Quando va a stringere su Retegui, viene battuto sul tempo, di testa, ed è la più grande palla gol per il Genoa.

6

(Bisseck:

entra negli ultimi 20 minuti quando la squadra è in difficoltà e servono il suo peso e i suoi cm.

Non si fa pregare a metterci tutta la sua determinazione.

6.5)

de Vrij:

Retegui è un cliente difficile e gli crea parecchi grattacapi, ma tutto sommato riesce a contenerlo e si segnala pure per aver avviato l’azione del primo gol.

6.5

Carlos Augusto:

altra prestazione di sostanza.

Come braccetto tiene la posizione e neutralizza l’avversario di turno; spostato a esterno per il finale rovente, garantisce alla squadra fisicità e verve agonistica.

6.5

Dumfries:

prestazione del tutto anonima, inferiore a quelle precedenti. Nel primo tempo tocca pochissimi palloni e non riesce mai a proporsi pericolosamente.

Subita l’ammonizione, viene sostituito a inizio ripresa.

5

(Darmian:

se la cava meglio di Dunfries – tra l’altro sfiora anche un gol  -, fa sempre il suo con grande applicazione ma sembra lievemente sotto il suo standard.

6)

Barella:

solita prestazione generosissima e tecnicamente sontuosa: si smarca splendidamente nei primi minuti sull’assist mostruoso di Mkhitaryan, ma non conclude al meglio.

E’ lui che innesca Sanchez in occasione del primo gol ed è lui che va a prendersi il rigore, in posizione di attaccante di sinistra.

7.5

Asllani:

viene celebrato da tutti, ma io continuo a pensare che per il momento se deve sostituire Calha, perdiamo qualcosa di importante.

Comunque corre più di tutti, verticalizza senza palla in modo grandioso sull’assist di Sanchez e ha al suo attivo uno score di 77 passaggi riusciti su 77 tentati.

Secondo me per giocare lì come un… Pirlo deve avere la crescita muscolare avuta a suo tempo da Pirlo

7 (mezzo voto in più per il gol)

Mkhitaryan:

non si ferma mai ed è sempre tra i primi sia per intensità sia per velocità.

E’ il giocatore di movimento con maggior minutaggio, praticamente irrinunciabile per la sua intelligenza calcistica e per la capacità di gestione della palla.

Solo nel finale cala leggermente.

Dopo aver visto Djorkaeff e lui… andrei a cercare altri calciatori in Armenia.

7

Dimarco:

meno brillante del solito, forse anche a causa della tattica di Gilardino che lo costringe a stare insolitamente basso, fa comunque il suo dovere fino a quando Inzaghi non decide che serve più peso atletico per portare a casa il risultato.

6.5

Sanchez:

già nelle ultime uscite aveva dimostrato di essere in ottima condizione.

Contro il Genoa è stato decisivo.

Suo l’assist illuminante che manda in gol Asllani; sua la conclusione perentoria che porta il secondo gol e cancella il timore dei rigori se… manca Calha.

Il tutto condito da diverse giocate da campione. Naturalmente, come avviene per Assllani, nelle partite decisive è fondamentale che ci sia il titolare e non l’alternativa.

7.5

Lautaro:

prestazione perfetta per generosità, tecnica e intelligenza calcistica.

Manca solo il gol e per una punta non è poco.

Ha delle giustificazioni, per la grande densità che Gilardino costruisce al centro della difesa e perché spesso il Toro deve lasciare a Sanchez il ruolo di prima punta.

Secondo me è più adatto a giocare con Thuram ma anche con Arna.

Assurdo il giallo che subisce (è il caso di usare questo termine)

6.5

(Arnautovic:

nei pochi minuti che ha a disposizione secondo me dimostra di poter essere molto utile in questo finale di stagione e di meritare un minutaggio più consistente.

6+)

All. Inzaghi:

sul 2-1 mi ha fatto rivivere lo spettro del Bologna, che all’andata ci recuperò due gol (e anche la partita di Coppa Italia).

La squadra è un po’ stanca, ma si può capire con la cavalcata impressionante che sta facendo da agosto e con gli impegni che si sono susseguiti nelle ultime partite.

Purtroppo le prossime saranno ancora ravvicinate e persino più insidiose.

Speriamo che con il lavoro e con i cambi disponibili possa condurre i suoi a ritrovare la brillantezza necessaria.

7

Luciano Da Vite

34 pensieri riguardo “Di squadra, con la testa e col cuore: Inter – Genoa 2-1

  1. Secondo me siamo ora nella posizione di poter “scegliere” le partite di campionato in cui andare a tutta. Delle rimanente 11, basterebbero 5 vittorie per farci arrivare a 87 punti, una cifra penso irrangiugngibile per gonzi e ovini che dovrebbero di fatto vincerle tutte e hanno pure lo scontro diretto tra loro ancora da giocare. Da calendario direi che 5 match abbordabili li abbiamo.
    Questo significa la possibilità di fare turnover massicci laddove (scongiuri del caso) dovessimo proseguire l’avventura europea.
    Già sabato, anche a costo di lasciar eper strada punti, io svuoterei la panchina dando respiro a chi ha giocato sempre in questi due mesi. Non solo per far riposare la gamba ma anche la testa che notoriamente si affatica quando ci sono tanti match ravvicinati.
    Anche un’eventuale sconfitta (sgrat) non credo pregiudicherebbe il cammino fin qui svolto in campionato.

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  2. Boh, Non saprei, supponi di perdere a Bologna e perdere a Madrid (1-0 nella bolgia di Madrid francamente e’ un risultato ogettivamente difficile da tenere). Ecco, non vorrei che la squadra, che fino ad ora ha inanellato tutti questi risultati positivi, avesse poi un contraccolpo pericoloso. Giusto fare del turnover a Bologna, ma lo vorrei “leggero”, su questa falsa riga : fuori Di Marco, con Buchanan in campo, Pavart, sicuramente solo un tempo per Thuram e Lautaro, Miki. Questo nell’idea che Chala faccia (almeno?) un tempo. A dx a me sembra sempre di vedere sempre piu’ “abulico” Dumfries, ma Darmian e’ parecchio spompo. Niente, qualsiasi scelte fara’ Inzaghi sono sicuro sara’ essere quella che riterra’ sia il meglio per la squadra, in questo momento. A questo punto, massima fiducia nello staff, che devo dire.

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  3. Condivido le preoccupazioni del Becca. Alcuni giocatori sono oggettivamente in flessione, ma le scelte a questo punto presentano dei rischi. Io non faccio i conti sulle altre, ma sul fatto che se perdessimo (sgraat) a Bologna dovremmo fare 18 punti in 10 partite. Non sono tantissimi ma abbiamo ancora match molto difficli 8a cominciare da quello successivo col napoli) e se perdessimo anche a Madrid potrebbe esserci un forte contraccolpo. Se invece vincessimo avremmo l’onere di almeno due partite da dentro o fuori in più.
    Io sono molto cauto, conformemente alla mia natura di fifone quando si tratta di Inter (ricordo un anno in cui avevamo 8 punti di vantaggio (con 2 punti in palio a partita) a poche giornate dal termine e perdemmo il titolo all’ultima giornata. naturalmente non prevedo che la situazione si ripeta, ma non darei per acquisito il campionato.
    nella situazione ho almeno la tranquillità che mi viene dalla dimostrata competenza di dirigenti tecnici e team del mister. Il che non significa che non possano sbagliare, ma che è molto frobabile facciano le scelte migliori

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  4. Concordo che bisogna fidarsi dello tecnico – quest’anno più che mai – che possiede i dati fisici dei giocatori.
    Ad esempio su Thuram e Acerbi, rientrati dopo un certo periodo ai box, non saprei se sia meglio farli giocare a Bologna per mettere minuti nelle gambe oppure riposare per averli freschissimi evitando potenziali ricadute.
    Dicevo solo che alcuni – Toro, Micky e Dima – che le hanno giocate tutte mi hanno dato l’impressione (magari errata) di essere un po’ più scarichi (magari anche solo di testa) per cui forse si potrebbe farli “ricaricare” lasciandoli in panchina.

    Oggi interessante editoriale di Iannarelli su l’interista in cui confronta un minimo il rendimento di quest’anno verso lo scorso parlando di eliminazione di gente pronta a remare contro.

    https://www.linterista.it/editoriale/la-marotta-league-logora-chi-non-ce-l-ha-e-inzaghi-ha-fatto-il-suo-dovere-facendo-piazza-pulita-dopo-istanbul-116711

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  5. Sono d’accordo col pezzo citato: “la costruzione della rosa in situazioni deficitarie e l’aver stravolto una squadra da un anno all’altro hanno dimostrato che si può far bene anche quando non si ha il vento a favore. “. Aggiungo: se si è bravi.
    Sul fatto che ci fosse chi remava comntro non lo so e non mi interessa: io so che sono andati via 5 giocatori importanti e che dovevamo sostituirli mantenedo molto positivo il saldo di mercato. Poi, perché sono stati ceduti è un altro discorso

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  6. Dal punto di vista tecnico il problema è la sostituzione di giocatori come Onana Skriniar Brozo Lukaku Dzeko ‘in situazioni deficitarie ‘ ‘e aver dimostrato che si può far bene anche quando non si ha il vento a favore’
    Il perché si sia dovuto procedere a quelle cessioni non ha nulla a che vedere con il fatto che senza poter spendere il ricavato, si sia riusciti comunque a far bene.
    In ogni caso sembrerebbe un elogio al comportamento della dirigenza

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  7. Non sono assolutamente un integralista, ne in senso negativo ma nemmeno positivo.
    Critico quando ritengo, sulla base di ciò che conosco, si potesse fare diversamente senza trovare giustificazioni costanti.
    Apprezzo certe scelte a partire, ed è tantissimo, dalla conferma del tecnico quando ero tra quelli che ne chiedeva la testa. Niente di più sbagliato, soprattutto vedendo le alternative….bravo Marotta a tenere la barra dritta

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  8. Non si tratta di essere integralisti. Io ho riconosciuto tutta una serie di errori: alcuni acquisti che hanno fallito, la mancata vendita di Skriniar che ha prodotto un danno di oltre 50 milioni, ecc. ma il problema è che poi oltre a giudicare le singole …ondate bisogna dare un parere sul… mare.
    Per me è intergralista chi si rifiuta di ammettere che il mare, sarà anche a volte pericoloso, ma è immenso e bellissimo.

    Una mia considerazione che non c’entra con la nostra polemica: credo che mai come in questo momento ci siano in Italia diversi allenatori che intrigano davvero molto, non considerando quelli già affermati: da Thiago a De Rossi, a Gilardino per finire a Gasp,. che per quanto odioso sarebbe bello vedere alla guida di una grande squadra

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  9. L’Inter (purtroppo) non prenderà Camarda. Ma se il Milan lo perdesse ne sarei felicissimo

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  10. Mi risulta che Camarda sia effettivamente cresciuto nel Milan. Ecco, a me invece spiacerebbe accettasse di cambiare per soldi, adesso, a questa eta’, tradendo la squadra che lo ha fatto crescere. Poi e’ chiaro che, da quello che si puo’ dire/si sente, ad oggi sembra molto molto forte, quindi da “avversario” faccio fatica, ma spero rimanga da loro (solo per qualche altro anno … :-) ).
    Partita importantissima oggi a Bologna, lo sappiamo tutti. Forza Inter

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  11. I 2006/2007 bianconeri danno una lezione sul piano del gioco dell’organizzazione e della qualità a 2004-2005. Detto questo, akinsanmiro sul piano balistico non mi sembra all’altezza della categoria e kamate nelle partite di cartello non mi sembra adatto a giocare titolare. Il merito della stagione va data a chivu, perché la primavera mai come quest’anno mi sembra qualitativamente non all’altezza di competere per la vittoria finale

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  12. Puo’ essere che come dici Tu la formazione della Juve annoveri giocatori molto piu’ giovane dei ns, questo io non lo so. Pero’ leggendo questa cronaca di un sito che nn penso essere marcatamente nerazurro, non mi sembra tutta sta prevalenza bioanconera:
    https://www.mondoprimavera.com/news/108180966918/primavera-1-inter-juventus-2-2-il-derby-d-italia-termina-in-parita
    Poi probabilmente anche quest’anno purtroppo non abbiamo una primavera particolarmente forte e nei play-off la verita’ verra’ a galla. Vedremo

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  13. I bianconeri hanno lasciato giocare i più anziani avversari stancandoli tra il vantaggio e il pareggio, lasciando spazi ad alcuni avversari e confidando nei limiti tecnici di alcuni di loro (esecuzioni in porta di akinsanmiro e limiti nell’uno contro uno di kamate). Owusu invece è sembrato all’altezza della sfida sia on fase di offesa che di ripiego

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  14. Il mare è fatto di onde.
    Se sono troppo grosse in mare aperto io sto male, diverso se sono in una laguna di acqua trasparente.
    Ecco, io il mare lo giudico in base alle condizioni.
    Ad altri piace a prescindere

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  15. Partita assolutamente dominata dai nostri che hanno avuto almeno 10 occasioni, tra cui due pali, a zero (i due gol sono errori colossali della nostra difesa). Dopo il primo loro gol per 70 minuti non hanno più visto la palla. Purtroppo non avevo la distinta e non so la loro età.
    Sergio torna a farsi vivo quando noi andiamo male (quindi poco, di recente) loro fanno un buon risultato, anche solo con la primavera

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  16. Partita in controllo dal 4 minuto al pareggio ma anche in questo caso prestazione organizzata dei ragazzini giuve. Per il resto oltre a un ottimo owusu (stranamente sostituito) e un di maggio in grado di sacrificarsi molto di più dei vari akinsanmiro e kamate (mediocri e molto ben controllati) poca roba sugli esterni (perché in panca cocchi?) difesa in vacanza e mancanza di una punta alla zuberek. Sull’età facile fare i controlli.
    Commento solo perché sono tornato a vederli dopo circa 4 anni, tutto qua. In generale impressione di mancanza di equilibrio nelle due fasi. Nessuna delle due squadre mi pare abbia giocatori significativi (owusu a parte), mi pare forse che scienza sia un buon metronomo (ex peraltro)

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  17. A proposito invece del Breda, dispiacerebbe vedere il Milan giocarci per la questione seconda squadra…..
    Stasera ottimo primo tempo, riserva di benzina del secondo…..3 punti preziosissimi.
    Mi sarei aspettato sanzioni per Thiago, come sempre abbastanza polemico

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  18. Vittoria di un’importanza PAZZESCA per difficoltà e momento.
    Veramente un peccato il problema di Arna che era tornato molto utile, e si adatta molto meglio rispetto a Sanchez nei nostri schemi.
    Bravissimi tutti, GRANDE VITTORIA

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  19. Concordo, molto bravi a soffrire, ma non andare in barca, su un terreno diventato parecchio pesante e difficile. Eh niente, i tifosi del Bologna non sono riusciti a vincere lo scudetto oggi … No perche’ sembrava che giocassero per quello (non i giocatori in campo, che per me sempre devono dare il massimo, i tifosi . Nn ho capito bene perche’, ultimamente sembra che se ci battono, x loro e’ uno scudetto . boh).

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  20. Certamente, probabilmente se sei zeppo di 2006-2007 e giochi contro 2004-2005-2006 è facile che ci sia disparità. È difficile che riescano a fare tutto l’anno come nelle 2 contro i nostri

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  21. L’età media della compagine nerazzurra per giocatori impiegati è 18.
    Della Juventus 17.5 la media più alta è del Lecce 18.5

    Per una differenza cosi limitata risultano troppe le 11 posizioni in classifica (considerando anche gli investimenti e blasone).
    Poi per me, che la juve arrivi sempre 11 posizioni dopo, è solo e sempre un piacere.

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  22. La juve aveva in campo effettivamente parecchi 2006. Infatti è stata dominata in modo netto

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  23. Partita emblematica della crescita di Inzaghi che, quando serve, rinuncia all’estetica puntando su compattezza.
    Gli ultimi due anni match così non li avremmo mai vinti.
    Spero solo Augusto non abbia nulla, nella battaglia di Madrid sarà utilissimo.
    Arna spiace ma sta accadendo ciò che aveva già avuto lo scorso anno: il motore ha molti km, con quella massa gli infortuni sono molto probabili.
    La prodezza della squadra è del mister è avere questi punti senza gol delle punte di scorta: solo un gran gioco che fa attaccare in tanti e la compattezza dietro, per me, ci consente di essere li

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  24. Buona domenica a tutti.
    L’impressione che mi hanno dato le ultime due partite è che siamo fisicamente un pò in flessione, vedo meno brillantezza nelle gambe di chi ha giocato molto e trainato la squadra.
    Se usciamo indenni dal Wanda penso che Inzaghi si troverà nella condizione di poter attuare sempre di più un turnover ragionato per arrivare al top con gli uomini chiave nelle partite di Champions, ora che, pur toccando ferro, lo scudetto sembra molto molto vicino (per fortuna Allegri lo scacchista non ha vinto il campionato quasi a punteggio pieno come predetto dall’amico Sergio).
    In Europa non vedo grandi squadroni, non partiamo battuti contro nessuno, e vedo solo il City più forte di noi (ed il Real se recupera tutti gli infortunati).
    Nella rosa l’unico difetto è la mancanza di una terza punta titolare, anche se a onor del vero sia Sanchez che Arnautovic nell’ultimo periodo si stanno dimostrando ottime riserve, il che ci porta a ragionare su quanto la continuità di impiego sia importante per aumentare il livello delle prestazioni e la forma partita.

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  25. nel tardo pomeirggio il post sulla partita. Forse con qualche considerazione sulla Primavera

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  26. Veramente i media raccontavano che era un miracolo quello che stavano facendo quando erano a 1 punto da un’Inter strepitosa. Questo fino a pochissime partite fa .
    I media fanno schifo anche a me, ma noi non possiamo fare come loro

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  27. Però Danilo ieri e Rabiot prima, due senatori che rappresentano spogliatoio, hanno sempre ripetuto che il loro obiettivo era lo scudetto.
    Onestamente mi sembra il minimo visto il singolo impegno, le risorse importanti destinate alla costruzione della rosa e la presenza dl tecnico italiano più vincente….
    Alla lunga il “non gioco” presenta il conto – difficile la fortuna ti assista per 9 mesi – quando invece si credeva che loro avessero margini importanti.
    Io credo che un cambio di guida tecnica, purtroppo probabile, consentirebbe loro di sfruttare molto meglio ciò di cui dispongono, la base è giovane e di buona caratura, che sarà arricchito da mercati sempre superiori alle avversarie in termine di denari spesi.
    Il Bologna di Motta, per fare un esempio, è emblema di come un’organizzazione non basata su spunti individuali, sappia migliorare le prestazioni dei singoli giocatori. E’ l’opposto di un approccio in cui sono i singoli a fare la squadra. Singoli che nel caso della gobba sono molto buoni ma non campionissimi assoluti, stante anche la giovane età, a cui erano abitutati in passato.
    La qualità dei due team, presi individualmente, non è paragonabile eppure oggi è molto più complesso affrontare i felsinei rispetto agli ovini. Che, non dimentichiamolo, hanno alle spalle tre anni di lavoro con la stessa guida tecnica e tre mercati atti a plasmare quel gioco.
    Questo in me rimarca ancor di più l’eccellente (e per me inatteso, mea culpa) lavoro di Inzaghi, anche lui al terzo anno

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